Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: kikka_67    12/01/2015    2 recensioni
Cosa sareste disposti a fare per ottenere ciò che desiderate?
- E nonostante sia alquanto sconcertata nel supporre che il suo cliente ritenga che basti contornarsi di collaboratori di sesso maschile per riuscire ad evitare tali incresciosi accadimenti, la informo altresì che sono una donna che “ama” esclusivamente le donne, quindi il suo cliente non correrebbe MAI il rischio di essere molestato da me, in nessun modo. – a questo punto mi aspetto di essere buttata fuori dalla stanza..e invece….
- Sei assunta! – esclama una voce ilare dietro alle mie spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero ripromessa di  non intromettermi più nella vita di Tom, invece per l’ennesima volta sto per invadere la sua privacy.  Solo a causa del mio insano desiderio  di soffrire,  che  mi ritrovo  seduta nell’ultima fila della chiesa di St. Marie,  aspettando insieme agli altri invitati l’arrivo della sposa. Già, oggi si sposano, non ci volevo credere e fino all’ultimo momento ho sperato in una smentita pubblica, invece  la maggior parte delle riviste esponevano le foto dei futuri sposi sorridenti e felici. Silenziosamente avevo osservato lo sposo, assolutamente meraviglioso in tait, entrare in chiesa accompagnato dalla madre e  dai familiari, nonna Ivy, elegantissima e visibilmente emozionata,  lo aveva baciato dolcemente prima di sedersi al suo posto. La chiesa era stata addobbata con numerose colonne di fiori bianchi ornate con edera e tulle, era affollatissima. I giornalisti erano stati relegati con l’aiuto della polizia fuori dalla chiesa e uno spesso cordone di agenti permetteva agli invitati celebri di entrare in chiesa indisturbati.

Le prime note suggestive dell’Ave Maria di Schubert, segnalavano l’arrivo imminente dell’unica donna che  avrei  invidiato per tutta la  vita, Madeleine, la  futura signora Hiddleston. Camminava accanto al padre sorridendo raggiante, fasciata da un vestito candido  che sembrava soffice  come una nuvola, nel momento in cui Tom accettò la sua mano e la strinse tra le sue, smisi di pensare, vedere, respirare. All’improvviso prepotenti e spietati,  come  fotografie imprigionate in un album, mi balenano  davanti agli occhi in una veloce sequenza tutti   i momenti meravigliosi passati insieme  a lui. L’ho perso per sempre! Una smania feroce di scappare mi soffoca, non posso più restare e tremando leggermente mi alzo dal banco intenzionata ad uscire subito dalla chiesa, quando il parroco pronuncia le ultime  parole per concludere il rito.

- …..se qualcuno dei presenti è a conoscenza di una ragione per cui quest’uomo e questa donna non debbano unirsi in matrimonio…… parli adesso o…. taccia per sempre… -

In quel momento mi volto un’ultima volta per guardarlo mentre è inginocchiato davanti all’altare teso ed emozionato come un qualsiasi novello sposo e purtroppo non mi avvedo in tempo della stramaledettissima colonna di fiori che qualcuno poco saggiamente ha posto proprio davanti ai miei piedi e  che nonostante tutti i miei sforzi di trattenerla nella sua posizione originale cade a terra con un fragore tremendo che fa vibrare tutte le vetrate finemente cesellate. Un migliaio di  occhi mi scrutano stupefatti e non per ultimi quelli azzurri di Tom,  quando mi decido a girarmi per guardare mortificata verso di lui. Un silenzio innaturale e impietoso  mi circonda ed io assolutamente incapace di spiccare parola, indico con un gesto patetico la colonna, come ad incolpare qualcun altro di ciò che è appena accaduto.  All’improvviso delle mani caritatevoli mi cingono e con dolcezza vengo accompagnata in una stanzina attigua alla sagrestia, sono sotto shock, perché …… perché sono venuta??!
  
-  Viola….. stai bene? – chiede la  voce preoccupata di Benedict.
- Io….. –
- Vuoi bere qualcosa? Chiamo Tom? –
- NO! Ti prego, Ben, portami via da qui…. non so come ….. io  abbia… Non posso vederlo! – esclamo con le lacrime agli occhi aggrappandomi alla sua giacca terrorizzata.
- Stai tranquilla, non lo farò entrare e ti porterò via subito. Ma devo parlargli brevemente, lo capisci vero? –
-  Io non volevo, non intendevo… è stato un incidente…. Digli che…. mi spiace… - mormoro tremando ancor più vistosamente.

I  mormorii irritati  che la spessa porta di legno non riesce a soffocare, mi lasciano intendere che lo sposo non è tanto propenso a lasciarmi andare via senza  discutere. Per fortuna le finestre della stanza si affacciano  su di  un giardino e velocemente,  senza soffermarmi a riflettere apro la finestra e salto giù.  Io non sono esattamente Catwoman e saltare  da una finestra posta ad un  metro di altezza con i tacchi alti, mi causa una distorsione dolorosissima,  ma pur di fuggire, stringo  i denti e  mi strascino saltellando fino al primo taxi che trovo.

- Hai veramente intenzione di farmi inquietare? Potevi ammazzarti! – sbraita Ben afferrandomi con una mano mentre cerco di salire sulla macchina.
- Lasciami Ben! Voglio andare via di qui il più velocemente possibile!! Lasciami!! – strillo isterica non riuscendo a fermarlo nel suo intento di caricarmi in spalla per poi posarmi senza tanti complimenti di fianco alla sua auto.
- Entra e zitta! – intima furioso.

Barricata dietro un muro di ostinato e oltraggiato silenzio,  non presto attenzione alla strada che stiamo percorrendo. Non  riesco a distogliere la mente dall’allucinante  catastrofe di cui sono l’autrice, penserà che l’ho fatto apposta, per rovinargli il matrimonio!  Beh…forse  l’intenzione  di rispondere all’appello del parroco, parli adesso o taccia per sempre,  mi ha sfiorato le labbra, ma distruggere l’addobbo floreale per interrompere il rito…… è tutta un’altra questione….  una gravissima questione….. non posso credere di  averlo deciso e attuato nello stesso istante!  Di nuovo ripenso  allo sguardo affilato e risentito di Tom che mi fissa accusatorio.  Ben mi sfiora la spalla con un dito, per attirare la mia attenzione. Siamo in quella che sembra una rimessa  sotterranea, esco dalla macchina con difficoltà e appena incontro il suo  sguardo dolcemente comprensivo scoppio a piangere e accetto la protezione delle sue braccia.

Davanti ad una tazza di tea e avvolta da una calda coperta, tremo  dal freddo a causa dello stress,  racconto a Ben ciò che è successo in questi mesi, anche lui era  occupato a girare un film all’estero ed è tornato solo per vestire i panni da testimone dello sposo.  Mi rendo conto di versagli addosso una quantità esagerata di parole e  inarrestabili mi sfuggono  anche le lacrime, non m’importa se gli sembrerò una maniaca persecutrice pazza isterica,  ho bisogno che mi  comprenda,  prima che mi dia  la sua opinione, conosce abbastanza bene Tom da darmi il consiglio giusto, se mi dirà di lasciarlo in pace…. Lo farò.

- Beh….accidenti, questo si che è un bel casino,  Viola. – mormora passandosi una mano tra i capelli.
- Già… Sei riuscito a parlare con lui? Pensi sia innamorato di…. –
- Non siamo riusciti a  restare da soli neanche un minuto, io sono arrivato molto tardi ieri sera e questa mattina… Tom non era in sé.. –
- In che senso? Era agitato? Se gesticolava e scattava per nulla,  era solo lo stress… - rispondo sicura.
- No, era come in catalessi, non ha mosso un muscolo, sembrava una statua, immerso nei suoi pensieri talmente profondamente che abbiamo dovuto chiamarlo più volte per farlo rinsavire. Ti sembrerà assurdo, ma per attimo ho avuto come l’impressione che stesse vivendo quegli ultimi attimi,  come un‘esperienza extracorporea fissava la scena come spettatore e non come protagonista. - 
- A-aveva le mani ghiacciate? – chiedo piano.
- Come fai a saperlo? Si, era un pezzo di marmo ibernato. Secondo te cosa vuol dire? –

 

Non ci posso credere l’ha rifatto di nuovo!! Nel momento in cui ho avvertito quel boato, sapevo già che avrei trovato lei dietro le mie spalle! Un altro segno del destino chiaro e forte….. non è la donna che è seduta vicino a te davanti all’altare quella giusta.. per te! Il sollievo di essere costretto di nuovo a mettere  in discussione le mie convinzioni,  per evitare di commettere un errore che influenzerà tutta la mia vita e quella dei miei figli mi ha stravolto così violentemente da lasciarmi senza fiato.  Un tremore furioso mi scuote  il corpo e l’anima. Lo sguardo dolorosamente incerto  con cui  Madeleine  mi fissava, attendendo ansiosamente la mia reazione, si è spento all’improvviso,  cogliendo  nel mio una profonda emozione. Quello sguardo  mi ha ferito, non volevo farle del male. Con lei sono stato sempre onesto, le ho chiarito più volte quanto amassi Viola e che non ero pronto a dimenticarla né lo volevo e quando le ho chiesto di sposarmi l’ho fatto per salvarmi dall’amore incoerente e assoluto che mi lega ad una donna che mi sfugge e che non riesce a superare le sue paure….. e  lei  ne era cosciente ma ha accettato lo stesso.  Ha  accettato, anche se sono  un uomo che non sarà mai suo completamente….. e adesso spetta a me, decidere  se continuare con il rito o sciogliere il nodo della cravatta che mi soffoca e correre da Viola e stringerla a me….. per sempre.

 

- Mi dispiace….. – mormoro piano.

 

Benedict mi ha accompagnata alla stazione in tempo per prendere il treno per tornare a “casa”…. In realtà sento che  non ho più nessun luogo che io possa chiamare in quel modo, la propria casa è vicino alle persone che ami ed io ho perso il mio uomo questa mattina. Ho immaginato più volte il  sorriso di Tom  rassicurare la sua sposa e il parroco riprendere il rito e concluderlo. Vi dichiaro marito e moglie.
L’angoscia prende il sopravvento e le lacrime mi soffocano, non avrei mai pensato di riuscire ha sopportare questo  dolore lacerante.  Una forte stanchezza  mi coglie ma neanche nell’incoscienza del sonno riesco   a frenare i miei pensieri. Nel mio sogno Tom mi  sorride  emozionato e felice mentre mi accarezza la mano e dolcemente  mi regala, infilandomi la fede al dito, il suo amore e la sua vita. Mi sveglio di soprassalto spaventata e basita fisso  il mio sogno   seduto davanti a me. Che strano però…. ha i capelli tutti arruffati come se vi avesse passato le mani in mezzo più volte, la camicia negligentemente sbottonata sul petto, la  giacca è appoggiata con noncuranza sul sedile insieme alla cravatta e il suo sguardo è  intensamente luminoso come non lo è mai stato. Molto probabilmente la mia espressione perplessa lo diverte perché il suo sorriso si allarga.
 
- Non sono un’allucinazione Viola…. – mormora divertito.
- Ma….. i sogni non parlano….. – rispondo allibita sbattendo più volte le palpebre e scuotendo la testa per schiarirmi le idee.
- No…. immagino di no….. –
- ODDIO THOMAS!! Ma  che ci fai qui? -  strillo raddrizzandomi di scatto, guardandomi intorno per accertarmi di essere ancora sul treno.
- Ben mi ha detto dov’eri, per  fortuna la mia macchina è  più veloce di questo treno, sono salito appena ti ho vista. – spiega tranquillo.
- Sei partito da Londra in macchina….. e …… sei salito….. – ripeto incredula.
 

Mi alzo barcollante per raggiungerlo e quando finalmente sento il suo calore con un gemito strozzato mi siedo sulle sue ginocchia senza forze.

 
-  Sei qui…… - sussurro accarezzandogli il viso.
- Mi farai impazzire…. se continui a scappare lontano da me. Noi abbiamo qualcosa che gli altri possono solo sognare.  Sei parte di me Viola,  mi sembra impossibile di aver immaginato anche solo un   momento nella mia vita senza di te accanto. L’amore  ti sceglie e non ti lascia scelta. Ti amo, amore.   Non lasciarmi mai più.   -  mormora sulle mie labbra.
- Tom…. devo dirti una cosa…. –
- Dimmi solo che mi ami….non m’interessa altro …… -
- No… cioè si ti amo, più della mia vita ma….. adesso le cose sono cambiate…… - sorrido davanti alla sua espressione allarmata.
- N-non capisco….. –
- Sono incinta…. – gli svelo al culmine della felicità,  adesso che è di nuovo vicino a me.
- Cosa? –
- Sono venuta a Londra due giorni fa, dovevo vederti, volevo che lo sapessi, ti giuro che non ero venuta per chiederti aiuto, né di rinunciare alla tua vita con….. tua moglie, per stare con me e tuo figlio.  Sono venuta a casa tua e mi ha aperto…. Madeleine, abbiamo avuto una conversazione ….breve ma intensa. E’ una donna veramente interessante…. mi ha sbattuto fuori di casa e per questo non la biasimo, io avrei fatto di peggio. Non le perdono il fatto che mi abbia impedito di parlarti, mi ha convinta che tu non ne volevi più sapere di me, che ti avevo già fatto soffrire abbastanza. Come potevo ribattere?…..aveva ragione. Le ho chiesto prima di andarmene di dirti che ero passata e che ti dovevo parlare urgentemente. Ho aspettato una tua chiamata, ti ho inviato milioni di messaggi, ma non hai mai risposto e questa mattina non sono riuscita ad arrivare in tempo per parlarti prima della cerimonia. Soffro di terribili nausee la mattina….e… –  interrompo la mia confessione per asciugargli  con un bacio una lacrima che solitaria gli inumidisce una guancia.
- Lei… sapeva… -
- In chiesa… non so come sia successo…. Ti giuro…. Non ho fatto apposta. Ero solo sconvolta, pensavo che non avessi voluto vedermi perché ….. volevi sposarla… e che forse l’amavi…. – gli spiego commossa.

 

Qualche mese dopo, camminavo  adagio accanto a mio  padre sorridendo raggiante, fasciata da un vestito candido  che sembrava soffice  come una nuvola e  nel momento in cui Tom accettò la mia mano e la strinse tra le sue…… arrivò intenso il dolore  della prima contrazione, ma decisi di non rovinare questo momento meraviglioso per un piccolo “doloretto”.  Durante la cerimonia quei “doloretti” aumentarono di intensità e di frequenza. Mi aggrappai alla manica di Tom con  forza. Gli bastò un’occhiata al mio viso per capire immediatamente la situazione.

-  Padre… può pronunciare subito la formula di rito….. mia figlia sta per nascere… - mormora velocemente sostenendomi.
- C-certo… Vuoi tu…Viola.... – iniziò solenne il parroco.
- Lo voglio!!! – urlai interrompendolo, sforzandomi di mantenere un minimo di contegno davanti ai nostri invitati.
- Ehm… e tu…Thomas…. –
- Lo voglio!! La prego dia la benedizione! – gli chiede accorato, mentre faceva segno a Ben di andare a prendere l’auto.
- Vi dichiaro marito e moglie!…. Può baciare la sposa. – sospirò infine esausto il povero religioso.
- Grazie. Anche oggi hai deciso di sorprendermi!!? Non potevi aspettare domani?!?! – sibila baciandomi velocemente.
- Non lo dire a me! Lo dirai a tua figlia appena la vedi….. è lei che ha fretta di uscire….. Tom …. Portami in ospedale! –


Elisabeth Rebecca Hiddleston è nata sotto gli occhi di suo padre,  a cui hanno dovuto somministrare un calmante e regalargli una fornitura industriale di fazzoletti che ha consumato davanti al vetro della nursery ammirando  sua figlia che dormiva tranquilla. Dopo averla lavata e visitata, il medico gliel’aveva  posta delicatamente tra le braccia, subito  la piccola aveva smesso di frignare e aveva  aperto gli occhi, come se sapesse che l’uomo che la stringeva era suo padre.  Tom l’aveva guardata a lungo emozionato, la sua espressione rapita  esprimeva un sentimento ineguagliabile,  un giuramento d’ amore eterno,  inesplicabile a chi non aveva mai donato il proprio cuore per amore.

 

 


                                                                THE END.

 

 

 


Grazie di essere stati vicino a me finora. Spero vi sia piaciuta la storia. Ringrazio una volta in più chi ha speso due parole di incoraggiamento  nelle recensioni. GRAZIE. KIKKA. :D


 
  
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