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Buongiorno bella gente :)
Mi stavo quasi
dimenticando di aggiornare, ma per fortuna il capitolo è qui,
bello pronto per essere letto e commentato u.u
La storia prenderà una piega un po' particolare, vi ho avvisati xD
Okay vi lascio alla lettura :)
Bye~
Capitolo VII.
Afraid.
"Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta.
Per quei dieci secondi sono libero."
●Dominic Toretto●
Raj si rigirò il
cellulare tra la mano distrattamente mentre, con la schiena appoggiata
al muretto che divideva la strada dal campus, osservava la gente
riversarsi all'interno dell'istituto tra risate e discorsi più o
meno interessanti.
Quando una ragazza con gli occhiali
e lunghi capelli castani si avvicinò lui si staccò dal
muretto e fece qualche passo per andarle incontro.
« Ciao. » disse con un certo imbarazzo, esattamente come ogni volta che se la ritrovava davanti.
Lei sorrise. « Ciao. Di cosa volevi parlarmi? »
Raj si passò una mano dietro la nuca e si inumidì le labbra un paio di volte.
« Ecco, io...volevo chiederti
se ti andava di venire con me alla festa di settimana
prossima...» chiese con voce bassa e tenendo lo sguardo sul
marciapiede.
Amy serrò le labbra. Si aspettava un invito da parte sua, ma comunque rimase lo stesso stupita.
« So che vai già con
Sheldon però ecco...sì insomma se volevi potevamo andare
insieme...Tanto a lui non piacciono quelle feste e inoltre credo
preferisca stare con altri tipi di ragazze...» continuò,
guardandola negli occhi questa volta.
Amy si bloccò sentendo
quell'ultima frase. Cosa intendeva? Che in realtà Sheldon si
annoiasse a stare con lei e che la stesse prendendo in giro per tutto
il tempo?
Non ci aveva mai nemmeno pensato a
una cosa simile. Effettivamente lei era molto diversa rispetto
alle ragazze con cui era abituato a uscire, ma si trovava davvero bene
con lui. Non poteva però essere sicura che fosse la stessa cosa
anche per Sheldon.
Ora era indecisa su cosa fare. Ormai
gli aveva detto di sì, non poteva rimangiarsi la parola. Ma se
quello a cui stava pensando fosse vero, beh, allora non c'era motivo di
farsi tanti problemi per nulla.
« Dammi un po' di tempo per pensarci. »
Quella sera Amy conobbe finalmente
Bernadette. La vide entrare mentre teneva per mano Howard e tutti
immediatamente la salutarono molto calorosamente. Sheldon
l'abbracciò ed Amy sentì uno strano senso di fastidio nel
vedere come la stringeva per un tempo decisamente troppo lungo per i
suoi gusti e per come le sorrideva chiedendole che fine avesse fatto
per tutto questo tempo. Bernadette era fidanzata da anni con Howard per
cui qual era il problema? E, cosa più importante, a lei cosa
importava se Sheldon l'abbracciava? Era una sua carissima amica
infondo, aveva tutto il diritto di farlo. Scosse la testa. Tutta la
biochimica di oggi doveva averle dato alla testa.
Mentre era intenta a raccontare al
gruppo di amici il perché era da un sacco di tempo che non si
vedevano, Amy la studiava attentamente. Era molto bella, ma non quanto
Penny. Aveva i capelli biondi lisci lunghi fino a metà schiena e
un bel vestitino che le stava davvero bene. Gli occhi poi erano di un
bell'azzurro vivace. Doveva essere davvero simpatica se i ragazzi
l'adoravano così tanto.
« Ciao, non vi avevo viste.
Voi chi siete? » disse con una voce assurdamente stridula che Amy
iniziò ad odiare subito. Si chiese se facesse apposta o se fosse
stato davvero quello il suo timbro vocale. In entrambi i casi lo
trovava parecchio fastidioso.
« Io sono Penny la loro vicina
di casa mentre lei è Amy una mia cara amica. » disse
mostrandole un sincero sorriso. Bernadette guardò qualche
secondo Amy allargando lo sguardo, lo posò velocemente su Raj
che intanto corrugò leggermente la fronte interrogativo per poi
riportarlo sulla ragazza di fronte. Quindi era lei la famosa Amy di cui
Howard le aveva parlato e che Raj menzionava fin troppo spesso.
« Mi avevano detto che si
sarebbe trasferito qualcuno nell'appartamento qui di fronte. E dimmi
sei sempre stata una ragazza? » disse seria rivolgendosi a Penny.
Lei rimase spiazzata dalla sua domanda non capendo a cosa si riferisse.
I ragazzi invece iniziarono a ridere.
« Prima ci abitava un
travestito e circa un anno fa ha fatto una serie di operazioni per
diventare donna. » spiegò Sheldon dopo aver smesso di
ridere. « Dopo l'operazione avresti giurato che quella era una
donna a tutti gli effetti, non avresti mai pensato che prima era un
uomo. Tra l'altro era una gran figa questo forse perché era un
bell'uomo prima. » si alzò e andò a prendere da
bere mentre Penny, superato il mezzo imbarazzo iniziale, scoppiò
a ridere a sua volta.
Tirarono fuori dalle buste la cena
che venne messa sul tavolino in modo che ognuno potesse prendere la
propria ordinazione. Quella sera avevano optato per il cinese.
« Bernadette volevo dirti che il tuo vestito è assolutamente adorabile. Dove lo hai preso? »
A Bernadette si illuminarono gli
occhi sia per il complimento sia perché finalmente c'era
qualcuno con cui poter parlare di scarpe e vestiti. Cominciava ad
essere stanca di essere l'unica ragazza del gruppo.
« A due isolati da qui
c'è un negozio piccolissimo e abbastanza nascosto a cui non
daresti un centesimo vedendolo da fuori, ma dentro è pieno di
robe carinissime e a poco prezzo! » disse prendendo la sedia e
piazzandosi in parte alla bionda.
« Dici davvero? Ci andiamo insieme un giorno? »
« Ovvio! »
Amy alzò gli occhi al cielo.
Ora sarebbero iniziati gli infiniti discorsi su scarpe e vestiti e di
cui a lei non interessava minimamente.
« Se vuoi puoi venire anche tu. » disse Bernadette rivolgendosi ad Amy. Lei annuì con un piccolo sorriso.
Le due bionde iniziarono a parlare
tirando fuori nomi di marche e modelli che Amy non aveva mai sentito.
Non si sforzò nemmeno di provare ad inserirsi nel loro discorso.
« Ti va di giocare? »
disse Sheldon offrendole il joystick della ps3. Amy guardò prima
lui, poi il joystick e poi ancora lui. Sheldon semplicemente
scrollò le spalle. « Visto che sei un maschiaccio pensavo
che avresti preferito giocare alla playstation. » disse
sorridendo. « Nei momenti di noia ci piace giocare ogni tanto.
»
Amy ignorò la mezza presa in
giro sul fatto che fosse un maschiaccio solo perché non
partecipava ai loro discorsi da donne.
« Okay. » disse prendendo l'oggetto dalla sua mano.
« Non ti spaventi se ci sono gli zombie e i mostri vero? » chiese con un ghigno divertito.
Amy sbuffò. « Per chi mi hai preso? »
« Voglio giocare anche io!
» si intromise Raj prendendo un joystick e sistemandosi con poca
grazia tra Sheldon ed Amy costringendo quest'ultima a spostarsi un po'
più in là.
« Facciamo a squadre. »
disse Leonard prendendo anche lui un joystick. « Io e Sheldon
contro Raj e Amy. Ci state? »
Amy e Raj si scambiarono un'occhiata. « Vi stracceremo. » disse la ragazza guardandolo con sfida.
« Non credo proprio. »
Due ore dopo Amy e Raj vinsero con
un punteggio davvero notevole e, mentre si davano il cinque entusiasti,
Leonard e Sheldon litigavano incolpandosi l'un l'altro per aver perso
contro due principianti.
« È stato divertente
dovremmo farlo ancora. » esclamò Amy appoggiando il
joystick sul tavolino e crogiolandosi per la sua vittoria.
Sheldon bevve un sorso di birra con aria contrariata. « Io non gioco più con voi due. »
Raj si girò verso di Amy e sospirò. « Non sa perdere. » mormorò per non farsi sentire.
Il cellulare di Sheldon suonò
e quando lesse il messaggio il suo sguardo si illuminò in un
modo che Amy non aveva mai visto prima. Fece un cenno a Leonard e
quest'ultimo annuì.
« Io devo andare. » proruppe Sheldon afferrando la giacca e uscendo di fretta.
Amy si guardò attorno, ma a parte Penny nessuno sembrava perplesso per lo strano comportamento del fisico.
« Noi togliamo il disturbo. » dissero insieme Howard e Raj mentre Leonard prendeva le chiavi della macchina.
« Ma come?! Di già? » disse Penny guardando tutti afferrare le proprie cose per andarsene.
« Anche tu vai via? » chiese guardando Leonard pronto per uscire.
« Ehm...Io e Sheldon abbiamo
delle cose da fare con...uhm...l'università...»
mormorò impacciato. Suonava come una balla lontana un miglio.
Raj, Howard e Bernadette uscirono
mentre Penny si piazzò davanti al ragazzo con un sopracciglio
alzato e un'aria scettica da chi non voleva essere preso in giro.
« Con l'università, eh? Alle undici di sera? »
« È...è
complicato...» disse a voce bassa mentre si tormentava l'unghia
del pollice. Non era mai stato così tanto a disagio con una
ragazza in vita sua.
« Se volevate uscire per gli
affari vostri andando in qualche locale e non ci volevate con voi
potevate benissimo dirlo. » disse spostando il peso da una gamba
all'altra e assumendo uno sguardo più minaccioso.
« No, no, non è quello te lo assicuro! »
« E allora dove stai andando? » continuò la bionda assottigliando lo sguardo.
Leonard si mosse sul posto visibilmente a disagio. « Non...non posso dirvelo...»
Penny incrociò le braccia al petto e assunse un'aria dura. « Cosa ci stai nascondendo Leonard Hofstader? »
Sheldon arrivò davanti ad un
edificio dall'aria abbandonata in una zona appena fuori dalla
città. Parcheggiò l'auto in un angolo ben nascosto e si
incamminò per il vialetto sterrato in cui spuntavano erbacce che
davano all'ambiente un'aria ancora più sinistra.
Si avvicinò alla porta
rovinata dal tempo ed entrò facendo cigolare i cardini in un
modo tanto inquietante da far invidia ai film dell'orrore.
Percorse il corridoio finché
non raggiunse l'unica stanza illuminata. Vide un ragazzo seduto al
tavolo mentre armeggiava un oggetto di metallo. Era in canottiera e
aveva le mani sporche di nero. Stava sistemando il filtro dell'aria di
un cinquantino.
« Ehi, Stuart. »
Il ragazzo ebbe un sussulto
l'oggetto cadde per terra con un tonfo facendo staccare alcuni pezzi
più o meno grandi che si dispersero sul pavimento.
« Sheldon, dannazione! Mi hai fatto prendere un colpo! » sbottò mentre riprendeva fiato.
« Scusa non volevo. »
disse con aria indifferente mentre prendeva una sedia e si accendeva
una sigaretta, appoggiando i piedi sul tavolo.
« Perché non bussi come
fanno tutte le persone normali? » chiese imbronciato mentre si
abbassava sotto il tavolo per cercare i pezzi perduti.
« L'ho fatto una volta, ma tu non mi avevi sentito. E poi chi vuoi che venga fin qui? »
«Quella volta stavo usando il
flessibile in garage per quello non ti avevo sentito. » si
tirò su e fece rigirare l'oggetto per constatare i danni.
« Inoltre bisogna essere prudenti. Non sai mai chi puoi
ritrovarti fuori dalla porta. »
Sheldon sbuffò. « Tu guardi troppi film. »
« Io, al contrario di te, sto
ben attento a non farmi beccare. Tu sottovaluti sempre tutto, amico.
» alzò lo sguardo su di lui e lo osservò mentre
sbuffava una nuvola di fumo verso l'alto.
Sheldon si guardò attorno con
un'aria infastidita e leggermente disgustata. « Dovresti cambiare
posto. Fa schifo qui dentro. » commentò notando lo sporco
incrostato negli angoli della cucina e alla polvere che da
chissà quanto tempo non veniva tolta.
« Se non ti sta bene puoi
cercarti un altro meccanico. » rispose distrattamente e
agganciò il filo che si era staccato.
« Sai anche tu di essere il
migliore della zona. Non posso cercarne un altro. » disse
spegnendo il mozzicone sotto la suola della scarpa e gettandolo nel
posacenere sul tavolo ormai pieno. « Anche se finirò per
prendere l'ebola prima o poi. »
Stuart sospirò. « Vuoi vedere la macchina o no? »
Sheldon sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso. « Non vedo l'ora. »
Raggiunsero il garage e quando
Stuart accese la luce una Nissan Skyline GT-R R34 fece capolino con
tutta la sua maestosità e aggressività da auto da corsa.
Era stata appena riverniciata completamente, ancora si sentiva l'odore
acre diffuso per l'ambiente chiuso. Grigia metallizzata con aerografie
blu che si estendevano da entrambe le fiancate fino ai fari posteriori
in una linea tratteggiata obliqua davano all'auto un'aria ancora
più accattivante.
Sheldon si avvicinò per
ammirarla in tutto il suo splendore. Fece scorrere le dita sulla
carrozzeria e osservò gli interni nuovi, eccitato all'idea che
presto avrebbe finalmente guidato quell'auto.
« Il motore è stato
rifatto completamente tenendo però tutti componenti originali.
Beh, quasi tutti. » affermò Stuart quando Sheldon
finì di ammirare l'estetica. « Ho faticato molto per
trovarla quindi cerca di prestare attenzione una volta tanto. »
disse osservandolo sotto la luce al neon che faceva risaltare il
pallore del viso di Stuart e gli occhi azzurri di Sheldon.
« Cosa hai montato su? » chiese ignorando completamente le parole dopo "motore rifatto".
Stuart aprì il cofano per mostrargli il suo lavoro degli ultimi tre mesi.
« Ho utilizzato pezzi della
GT-R R35 per aumentarne la potenza. Ora fa da 0 a 100 in 2,5 secondi
contro i 4,9 prima delle modifiche. » gli mostrò i sei
cilindri e i due turbocompressori e di tutti gli altri pezzi originali
del motore. Poi fu la volta delle modifiche vere e proprie.
« Quindi adesso non ho più quel problema con la trazione? »
Stuart scosse la testa. «
Assolutamente no. Il suo assetto è completamente da corsa ora.
Non avrai più problemi tecnici. Se hai notato anche la
carrozzeria è stata fatta per aumentare l'aerodinamicità.
Le sospensioni sono più basse, l'impianto frenante e di scarico
sono stati completamenti sostituiti. Ah, ho aggiunto un alettone e i
neon blu. »
« È davvero fantastica, devo assolutamente prov— »
« Oddio, ma è stupenda!
» gridò una voce femminile alle loro spalle. Stuart
indietreggiò di colpo e Sheldon per lo spavento sbatté la
testa contro il cofano aperto. Si girò di scatto verso l'origine
di quella voce tenendosi con la mano la parte dolorante.
« P-Penny?! Ma che diavolo ci fai qui?! E anche tu Pidge?! » guardò poi l'amico vicino a loro.
« Leonard...» mormorò a denti stretti socchiudendo gli occhi.
La bionda lo ignorò e si avvicinò all'auto studiandola da cima a fondo con aria incantata.
« Ma questa è una
Nissan GT-R R34! Sai quanto è difficile trovarne una? »
gridò rivolta a Stuart. Lui la guardò con gli occhi
sbarrati.
« Sheldon, ti ricordi quando
ti avevo detto che non dovevi dire a nessuno di questo posto tranne a
Leonard? » domandò Stuart cercando di mantenere il
controllo mentre Penny girava intorno alla macchina.
Sheldon trascinò Leonard in
parte e lo guardò nel modo più minaccioso possibile.
« Ma sei cretino?! Hai portato Penny e Pidge qui? »
L'amico cercò di difendersi.
« Io non volevo portarle te lo giuro, ma hanno voluto sapere a
tutti i costi dove stavo andando! »
« E inventarsi una balla, no? » continuò Sheldon arrabbiato.
« Ehm...lo sai che non sono
molto bravo con le bugie e, beh, Penny sembrava piuttosto irremovibile.
Non mi avrebbe mai creduto. »
Sheldon si schiaffò una mano
sul volto e sospirò a lungo. « Quindi hai pensato di
portarle qui. Ottimo. A volte mi chiedo se al posto del cervello hai un
branco di scimmie urlatrici. » disse esasperato.
« Ma sì dai, infondo non è la fine del mondo...» mormorò aggiungendo una risatina nervosa.
Sheldon lo fulminò con lo sguardo. « Spero per te che sia davvero così. »
Ritornò da Stuart e immediatamente Penny gli si parò davanti con un enorme sorriso sulle labbra.
« È tua quell'auto? » chiese con un gridolino eccitato.
« Beh ecco....»
« Mi fai fare un giro? » lo osservò negli occhi azzurri aspettandosi un sì come risposta.
Sheldon la afferrò per le
spalle e la spostò di lato. « Senti, tu qui non dovresti
nemmeno starci, dico sul serio, non è un posto per—»
« Cosa fai esattamente?
» domandò Amy che per tutto il tempo era rimasta in
disparte. Quattro paia di occhi si spostarono su di lei. «
Intendo, perché siamo in un posto isolato come questo con
un'auto così costosa nel garage di uno che a malapena può
permettersi di comprarsi dei vestiti decenti? »
« Ehi! » sbottò offeso Stuart. « Sono vestiti che uso per lavorare questi! »
« Ma come Amy non l'hai ancora
capito? » Penny si staccò dalla presa di Sheldon e si
avvicinò a lei. « Casa apparentemente abbandonata, auto
completamente modificata dal motore alla carrozzeria per poter correre
al meglio, niente targa né numero di telaio o di
immatricolazione. Qui si fanno corse clandestine! » disse
completamente su di giri. La cosa la stava affascinando tantissimo.
« Corse clandestine? »
Amy era confusa. Era un nome che aveva sempre associato a film e
videogiochi, non avrebbe mai pensato di vederne davvero una dal vivo.
« Sheldon...» lo chiamò Stuart.
« Si sta facendo tardi.
» disse dopo aver guardato l'ora. Aprì la portiera e si
sedette dentro l'auto sentendo subito la differenza tra un sedile
normale e uno da corsa. « Leonard portale a casa e poi
raggiungimi. » ordinò e accese l'auto. Un rombo che
sembrava un ruggito si diffuse per il piccolo garage aumentando
l'intensità del suono e facendo alzare il livello di adrenalina
in Sheldon.
Lasciò il garage e si
udì il suono del motore per un bel pezzo mentre percorreva le
stradine secondarie per raggiungere il luogo dell'incontro.
« Lo avete sentito...» disse Leonard rivolto alle due ragazze. « Forza andiamo. »
Penny alzò un sopracciglio
perplessa. « Hai davvero intenzione di portarci a casa? »
chiese senza spostarsi di un solo millimetro.
Leonard alzò lo sguardo e
sospirò. « Sheldon ha detto di fare così
perciò, almeno per una volta, fai quello che ti dice. »
Penny sbuffò e gli
tirò una pacca sulla spalla. Col cavolo che si sarebbe fatta
scappare una cosa del genere. « Avanti, sali in macchina e
raggiungiamolo. »
Amy avrebbe preferito mille volte
tornare a casa. Si guardò un po' attorno, ma tutto ciò
che poteva vedere erano file di auto parcheggiate modificate
così tanto da rendere irriconoscibile il modello originale e
impianti subwoofer messi nel baule che trasmettevano musica a livelli
assurdi. C'erano tipi dall'aria losca e ragazze poco vestite. Si
sentiva l'odore dolciastro dell'erba appena fumata e l'aria carica di
tensione e adrenalina. In poche parole l'ambiente non le piaceva per
niente.
« Statemi vicino. »
disse Leonard con tono fermo mentre si addentrava nella folla. Per una
volta in quella sera Penny decise di dargli retta.
« Ma è proprio
necessario che rimaniamo qui anche noi? Non è meglio fare come
ha detto Sheldon e tornare a casa? » sussurrò Amy a Penny
anche se con quella musica stava praticamente urlando.
« Scherzi? » rispose lei
voltandosi appena. « È una vita che sogno di vedere una
gara clandestina seria. Ho la sensazione che qui ci siano anche piloti
professionisti. »
La passione per i motori di Penny
sfuggiva completamente a Amy. Eppure pensava di conoscerla bene, ma a
quanto pare non così bene come credeva. Però
effettivamente le venne in mente quando Penny le raccontò di
come aveva smontato e rimontato il motore di una vecchia
Chevrolet di suo padre all'età di tredici anni. Chissà
perché non aveva più approfondito questa sua passione.
Finalmente si districarono da quella
folla di gente soffocante e si trovarono con cinque auto parcheggiate
una fianco all'altra. Poi notò la linea bianca tracciata
sull'asfalto e capì che non erano parcheggiate, ma che si
stavano preparando per la gara e che quella era la linea della
partenza. E tra una macchina rossa e una nera c'era quella di Sheldon.
Lui era appoggiato al cofano e stava parlando con un tizio che
gesticolava con particolare enfasi. Indossava un improbabile
abbinamento di colori talmente sgargianti da risultare in contrasto con
gli stili della maggior parte delle persone presenti, ovvero giubbini
in pelle e maglie con teschi.
« Le scommesse sono da
capogiro! Siamo arrivati alla bellezza di diecimila dollari. »
disse il tizio di fronte a loro.
« Diecimila?! » esclamò Sheldon staccandosi dal cofano.
« C'è gente che viene
da Boston, New York e Chicago. Stasera ci sarà da divertirsi me
lo sento! Non ci sono più i ragazzini e i principianti a cui eri
abituato prima. Ora le cose stanno cominciando a diventare serie per
cui stai attento. » disse con tono
d'avvertimento.
« Sopratutto a quel tizio
grande come un armadio che ti sta guardando male da quando sei
arrivato. » mormorò avvicinandosi di più a Sheldon.
Si girò e quell'energumeno non gli aveva ancora tolto gli occhi
di dosso. Non ricordava di averlo mai visto, ma non poteva esserne
sicuro.
« Capito. » disse
semplicemente. Leonard si mise in parte a loro e il tizio un po'
strambo lo salutò molto calorosamente come se non si vedessero
da anni.
« A quanto siamo? » chiese dopo essersi liberato dalla presa un po' troppo invadente dell'amico.
« Diecimila. » disse
Sheldon scandendo bene le lettere e gli mostrò un ampio sorriso
entusiasta. Leonard batté le palpebre un paio di volte.
« S-sul serio? »
« È la scommessa
più alta che avete visto immagino. » disse il tizio
mettendo le braccia dietro ai loro colli. « Ma quando ti sarai
fatto conoscere, mio caro, arriverai a vedere punte anche di cinquanta
o sessanta mila dollari, se non di più. »
« Io non gareggio per i soldi. » rispose Sheldon.
« Forse, ma quando ti ritrovi
tra le mani cinquantamila bigliettoni con soli cinque minuti di
"lavoro" fidati che il "io non gareggio per i soldi" diventa un
"gareggio per guadagnarne ancora di più". » disse
sorridendo ad entrambi.
« C-cinquantamila dollari? » disse Penny facendoli voltare tutti e tre.
« Oh, volti nuovi stasera. Da
dove venite belle fanciulle? » disse sistemandosi la giacca come
se si fosse trovato in una serata galante in qualche posto rinomato.
Sheldon rimase bloccato,
completamente incredulo di vedere chi aveva di
fronte.
« Leonard...quale parte di "portale a casa" non hai capito?
»
« Sono stata io a costringerlo
a portarci. » disse Penny prendendo le difese
dell'amico.
« Volevo vedere una gara. Soltanto una. » fece gli occhi
dolci. « Non sei arrabbiato vero? »
Sheldon alzò gli occhi al
cielo esasperato. « Va bene fate quello che volete. Ma soltanto
una, chiaro? Non è un bel posto questo...» quando si
voltò Penny sorrise e fece un occhiolino a Leonard che sorrise
anche lui e mormorò un grazie.
Un ragazzo di pelle scura che aveva
tenuto per tutto il tempo una radiolina incollata all'orecchio diede
l'ok al tizio strambo. Immediatamente si staccò da loro e si
addentrò un po' nella folla. « Accendete i motori gente!
Tra poco si comincia! » gridò prendendo un megafono e
facendo cenno alla gente in fondo di avvicinarsi. Alcuni rimasero
appoggiati alle loro auto, pronti ad assistere alla gara da lì.
Una buona fetta fece un grosso semicerchio dietro le auto pronte per
gareggiare.
« Mettetevi in parte e. Non. Muovetevi. » disse passando da Amy a Penny e soffermandosi a lungo su quest'ultima.
« Ricevuto! » gridò la bionda per sovrastare il rumore della folla.
Sheldon salì sulla Skyline e
accese il motore. Strinse nervosamente il volante e prese un grosso
respiro. Doveva concentrarsi. Adesso c'era solo lui e la strada.
Nessuna folla schiamazzante, nessuna scommessa da capogiro, niente
ragazze a cui aveva chiesto categoricamente di tornarsene a casa. Solo
lui, l'auto e l'adrenalina che stava aumentando di secondo in secondo.
Una ragazza camminò su dei
tacchi a spillo vertiginosi e raggiunse il centro della strada. Aveva
due fazzoletti rossi in entrambe le mani e lanciava sguardi provocanti
verso i cinque piloti sulla linea di partenza. Cominciarono a sgasare
per scaldare il motore.
Sheldon si guardò prima a
sinistra e vide uno che aveva un'aria decisamente molto sicura di
sé. Guidava una Mazda RX-7 rossa, ma non per questo si sentiva
inferiore. Anzi, chi era troppo sicuro delle proprie capacità in
genere sottovalutava sempre gli altri e finiva per perdere la gara,
sopraffatto dall'abilità di qualcuno che aveva avuto
l'accortezza di sembrare innocuo. Girò la testa verso destra e,
guarda un po', l'armadio a quattro ante lo stava fissando. Lui era su
una Dodge Charger del '69 con un'enorme presa d'aria sul cofano. Con
quella stazza effettivamente gli serviva una macchina in grado di
contenerlo.
La ragazza alzò entrambi i
fazzoletti in alto mentre i piloti puntarono gli occhi sulla strada.
Sheldon notò un pulsante rosso sul volante con la scritta NOS.
Sorrise. « Bravo Stuart, ora sì che si ragiona. »
« È una gara sprint.
Finirà ancora prima che ve ne accorgiate. » disse Leonard
senza staccare gli occhi dalla Nissan.
« Cosa vuol dire sprint? » chiese Amy.
« Significa che parte in un
punto e finisce in un altro, senza quindi ricongiungersi al punto di
partenza. » spiegò Penny facendo rimanere di stucco
Leonard. Lei fece spallucce. « Mio fratello partecipava a gare
clandestine fino a qualche anno fa. Con la moto però. »
« Sostanzialmente ci sono tre
tipi di gare: sprint, circuito e chilometro lanciato. La prima te lo ha
già spiegato Penny in cosa consiste, nella seconda si ritorna al
punto di partenza e nell'ultima le auto gareggiano su un rettilineo di
mille metri in cui si testa la velocità di punta di un'auto. Qui
non conta se sei bravo o no. O hai la macchina veloce o perdi. »
spiegò. « Ogni pilota scommette una cifra che viene
indicata dall'organizzatore. Più le macchine sono elaborate e i
piloti esperti più la scommessa è alta. Se non hai i
soldi scommetti l'auto. Si aggiungono poi anche le scommesse da altre
persone quindi alla fine si arriva sempre a un bel gruzzoletto. »
Amy guardava come Penny annuiva e
rimaneva incantata sentendo parlare di scommesse e gare. Lei
però non capiva da venisse tutto questo suo entusiasmo. Anzi,
trovava tutto ciò ridicolo.
« Sheldon sta gareggiando con
un'auto che non ha mai nemmeno provato. » disse Stuart sbucando
fuori dal nulla. « Spero non sia così sconsiderato da
utilizzare il protossido di azoto che ho montato su. Ma ne dubito
fortemente. »
« Venite. » Leonard le
prese per un braccio e le portò sopra una collinetta poco
distante. Stuart li seguì. Non erano molto in alto, ma si vedeva
la strada stendersi per parecchi metri. « Da qui possiamo vedere
un pezzo di gara. Purtroppo non possiamo vedere quando raggiungeranno
il traguardo. »
Penny si morse il labbro, delusa.
Finalmente la donna abbassò i
fazzoletti e con un stridio di gomme le cinque auto partirono creando
un rombo che ricordava quello di un grosso temporale moltiplicato per
cento volte. All'inizio sbandò un po', ma poi riuscì a
prendere il controllo dell'auto e immediatamente era già col
fiato sul collo alla macchina in quarta posizione.
La Skyline di Sheldon sfrecciava
velocissima, tenendo tranquillamente testa all'auto verde davanti a
lui. Con due semplici sterzate guadagnò la terza posizione e
alla prima curva era già secondo. Davanti a lui c'era solo il
tizio enorme con la macchina enorme.
Amy osservò la scena con una
certa ansia. Non che vincesse o perdesse, di quello le fregava ben
poco, ma era la velocità alta, la vicinanza estrema con gli
altri e la sensazione che stesse per succedere qualcosa a farle provare
quella sensazione di disagio.
Sheldon cercherò di superarlo
da destra, ma il tizio sterzò bruscamente verso di lui,
premendolo contro il muro e facendo partire scintille dovute alla
fiancata che grattava contro la parete. Era una mossa sleale, ma della
lealtà te ne freghi quando c'è il rischio di perdere.
Stuart da lontano vide la scena e si
mise le mani nei capelli. « La macchina...ho appena finito di
metterla a posto...» mormorò con un dispiacere quasi
esagerato. « Perché deve sempre rovinarle? Perché?
»
Amy lo guardò di sbieco.
Interessante notare che a Stuart premeva più la sorte della
macchina che quella dell'amico.
Sheldon doveva trovare un modo per liberarsi.
Frenò e scalò in
quinta e in meno di due secondi era già dietro alla macchina a
prendere la scia. Se restava perfettamente allineato all'auto che aveva
davanti poteva acquistare velocità e così superarlo,
senza dover ricorrere all'N2O. Passò in sesta e lentamente si
mise al suo fianco sinistro.
Era un testa a testa di quelli in
cui le sorti della gara dipendevano dal millimetro in più o in
meno. Potevano persino guardarsi dal finestrino, ma non lo fecero
perché la minima distrazione poteva far vincere l'altro per quel
maledetto, insignificante millimetro.
Mancavano poco al traguardo, ma la
Nissan più di così non poteva fare. Sfiorò il
piccolo pulsante rosso sul voltante. Beh, ora o mai più. Lo
premette e l'improvvisa accelerazione lo schiacciò contro il
sedile. La distanza si fece più netta ogni secondo che passava e
dallo specchietto retrovisore vide che il Dodge non riusciva a
raggiungerlo.
Passò il traguardo e anche il
NOS finì facendogli riacquistare una velocità più
normale. Tirò il freno a mano e fece un mezzo testa coda,
fermandosi in mezzo alla strada. C'era un po' di fumo dovuto all'alta
velocità raggiunta. Scese dall'auto e anche il l'ominide grande
come una casa scese dalla sua auto per poi avvicinarsi a Sheldon. Gli
spettatori si accerchiarono intorno a loro pensando che oltre allo
spettacolo ci sarebbe stata anche una rissa finale per concludere in
bellezza.
Quando gli fu davanti gli sembrava
ancora più imponente. Con un semplice pugno l'avrebbe quasi
sicuramente ucciso. Non abbassò lo sguardo né si
mostrò in alcun modo teso o nervoso.
Anche Leonard e gli altri li raggiunsero.
« Ragazzino...» disse con voce profonda. Gli occhi di tutti puntati su di loro.
« Cosa succede? » chiese Amy a Leonard e lui scosse la testa.
« Non ne ho idea. » mormorò preoccupato.
L'omone allungò la mano verso
di lui. « Complimenti. Davvero un'ottima gara. Mio fratello era
stato battuto da un professionista, come supponevo. »
Sheldon gliela strinse, un po' confuso. « Ah...ehm, grazie. Anche se non sono un professionista. »
« Ah no? » disse stupito. « Allora hai sicuramente del talento, ragazzino. »
Così come si era avvicinato,
in pochi secondi era già a bordo del suo bolide mentre si
allontanava per le stradine quasi sperdute. Sheldon continuò a
osservarlo finché non sparì dietro a una serie di edifici.
« Hai vinto! Sei stato
fantastico! » gridò Penny battendo le mani. « Hai
guadagnato ben cinquemila dollari! Tutti insieme! Cioè....oddio!
» era gasata al massimo per tutto quello che aveva visto nelle
ultime due ore e a malapena riusciva a stare ferma. Amy non capiva se
ad eccitarla così erano solo le auto o anche l'idea di essere
coinvolti in qualcosa di illegale. Probabilmente entrambe le cose.
« D'accordo adesso andiamo
però. Potrebbe venire qualche sbirro...» disse Leonard
dopo aver preso i soldi ed esserseli messi in tasca. Sheldon
annuì. Si diresse verso la sua auto, ma mentre apriva la
portiera notò che Penny lo stava osservando con un sorriso a
trentadue denti. Alzò gli occhi al cielo.
« Sali. » le disse dopo
una breve pausa seguita da un piccolo sospiro e lei corse
immediatamente a sedersi sul posto del passeggero. Amy andò con
Leonard.
Arrivarono alla casa, se così si poteva chiamare, di Stuart e parcheggiò l'auto all'interno del garage.
Penny non faceva altro che parlare
della gara, delle auto a suo dire "tremendamente fighe" e lanciando una
serie di insulti al tizio che aveva rovinato la macchina.
« Per fortuna si è
rovinata solo la carrozzeria. » mormorò Stuart piegandosi
per vedere le sospensioni e i freni. « Trovare i pezzi di
ricambio per quest'auto è difficile, Sheldon. Devi fare
attenzione. »
« Lo so, ma non è stata
colpa mia. È stato quello là a chiudermi contro il muro.
Altrimenti te l'avrei riportata come nuova. »
Stuart gli lanciò uno sguardo scettico. Poi scosse la testa e si alzò, pulendosi le mani sui pantaloni.
« Andiamo. Torniamo a casa
adesso. » disse Sheldon dando quasi tutta la parte del suo
guadagno a Stuart. Lui li contò.
« Non so se bastano. » affermò arrivando all'ultima banconota.
« E tu cerca di farteli bastare. »
Si incamminò verso l'uscita
seguito da Leonard e le due ragazze. Quando vide che Amy seguiva
Leonard verso la macchina lui si fermò e la guardò
sorpreso.
« Non sali con me? »
« Beh ecco io...»
« Non ti fidi per caso? »
Lei si strinse nel giubbino e sentì il suo sguardo pungente addosso.
« Certo che mi fido, non è questo...»
Lui sorrise. « Allora non hai
nessun motivo per rifiutare il mio invito. » Si spostò e
le fece gesto con la mano di raggiungere l'Audi parcheggiata dietro di
lui.
Amy sospirò leggermente. In
un modo o nell'altro trovava sempre il modo di farle fare quello che
voleva lui. In genere non le dispiaceva, ma quella sera non le andava
di stare con lui. C'era qualcosa nel suo comportamento che la
infastidiva.
Passarono il viaggio nel più
completo silenzio. L'unica voce che si sentiva era quella di Axl Rose
che usciva dalla radio mentre cantava una delle canzoni più
famose dei Guns 'n Roses.
Fermi ad un semaforo Sheldon le
diede un'occhiata veloce e notò il suo sguardo leggermente
corrucciato prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
« C'è qualcosa che non va? Non hai spiccicato una sola parola da quando siamo partiti. »
« Mi chiedi se c'è
qualcosa che non va? » osservò il suo profilo mentre
ripartivano allo scattare del verde. « Accidenti Sheldon, ti ho
appena visto partecipare a una gara illegale dove un tizio per poco non
ti faceva schiantare contro un muro e tu mi chiedi se va tutto bene?
No, non va tutto bene! » parlava velocemente ed era nervosa.
Sheldon la guardò di sfuggita
un paio di volte. « Non capisco perché ti stia comportando
così. Non è successo nulla. È andato tutto bene
no? »
« E se non fosse stato così invece? » continuò lei con un tono più duro.
Questa volta la osservò un po' più a lungo. Fece un mezzo sorriso sghembo e guardò di nuovo la strada.
« Ho capito, hai paura che possa succedermi qualcosa. »
Amy aprì la bocca per ribattere, ma sospirò e guardò fuori dal finestrino.
Lui posò una mano sul suo
ginocchio. « Non devi preoccuparti, non mi accadrà niente.
Starò qui a romperti le scatole ancora per un sacco di tempo.
»
Amy si girò a guardare fuori dal finestrino.
« Perché lo fai?
» chiese con la guancia appoggiata ad una mano dopo essersi
annoiata di tutto quel buio monotono che le passava davanti.
Sheldon scrollò le spalle. « Perché mi diverto. Credo sia solo questo il motivo. »
« Non ti fa paura tutto questo pericolo? »
« No, trovo che sia molto
eccitante invece. » ghignò, ma si smorzò non appena
vide lo sguardo preoccupato di Amy.
Lei si avvicinò di più
alla portiera e appoggiò la testa sul braccio. Sentiva le
palpebre pesanti. « Fai attenzione. » mormorò.
Era l'unica cosa che poteva dirgli. Non sarebbe mai riuscita a fargli
cambiare idea, nemmeno se ci avesse messo tutto l'impegno di questo
mondo. Poteva solo raccomandarli di fare attenzione.
Sheldon annuì e strinse con più forza il volante. « Certo. » rispose con filo di voce.
Dopo una lunga pausa i muscoli tesi di Sheldon si rilassarono e sorrise leggermente.
« Non pensavo ti preoccupassi
così tanto per me sai Pidge? » disse. « Ci tengo a
te e non voglio che tu ti preoccupa per questo. Anzi, voglio che ne
resti fuori. E poi...» sospirò a lungo e prese una pausa
prima di proseguire. « Non ti devi affezionare troppo a me, Amy.
Perché io finirò col farti soffrire. » si
pentì subito di averlo detto. Non sapeva perché aveva
detto quelle cose. Da una parte voleva che lei si affezionasse a lui,
dall'altra cominciava lentamente a insinuarsi dentro di sé la
consapevolezza che più a lungo restavano insieme più
sarebbe diventato difficile restare lontani e questo, lui lo sapeva,
avrebbe portato Amy a non essere davvero felice.
La mancanza di una risposta da parte
sua lo lasciò perplesso poi si accorse del suo respiro lento e
regolare e capì che si era addormentata. Perciò di quello
che aveva detto non aveva sentito nulla.
Tirò un sospiro di sollievo.
Chiedere a Amy di non affezionarsi a lui era un gesto masochista per
entrambi. Sarebbe davvero riuscito a rinunciare a lei? Al modo in cui
si stava lentamente intromettendo nella sua vita?
Sapeva molto bene la risposta.
Ecco, io non devo guardare
Fast and Furious prima di scrivere un capitolo perché poi mi
vengono in mente queste cose e la mia mente bacata mi impone di
metterlo in una storia. Ma insomma, diciamocelo, quanto sono belle le
corse clandestine? Quelle nei film ovviamente xD
Infondo se è una storia Universo Parallelo (circa) Sheldon
sarà per forza un asso alla guida con la passione per
l'adrenalina, giusto? u.u
Ovviamente la fanfic non si baserà su questo, ma farà solo da contorno, o almeno spero di riuscirci xD
Detto questo spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo^^
A presto!
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