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Autore: StormLight94    01/02/2015    6 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno bella gente :)
Mi stavo quasi dimenticando di aggiornare, ma per fortuna il capitolo è qui, bello pronto per essere letto e commentato u.u
La storia prenderà una piega un po' particolare, vi ho avvisati xD
Okay vi lascio alla lettura :)
Bye~


Capitolo VII.
Afraid.


"Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta.
 Per quei dieci secondi sono libero."
Dominic Toretto




Raj si rigirò il cellulare tra la mano distrattamente mentre, con la schiena appoggiata al muretto che divideva la strada dal campus, osservava la gente riversarsi all'interno dell'istituto tra risate e discorsi più o meno interessanti.
Quando una ragazza con gli occhiali e lunghi capelli castani si avvicinò lui si staccò dal muretto e fece qualche passo per andarle incontro.
« Ciao. » disse con un certo imbarazzo, esattamente come ogni volta che se la ritrovava davanti.
Lei sorrise. « Ciao. Di cosa volevi parlarmi? »
Raj si passò una mano dietro la nuca e si inumidì le labbra un paio di volte.
« Ecco, io...volevo chiederti se ti andava di venire con me alla festa di settimana prossima...» chiese con voce bassa e tenendo lo sguardo sul marciapiede.
Amy serrò le labbra. Si aspettava un invito da parte sua, ma comunque rimase lo stesso stupita.
« So che vai già con Sheldon però ecco...sì insomma se volevi potevamo andare insieme...Tanto a lui non piacciono quelle feste e inoltre credo preferisca stare con altri tipi di ragazze...» continuò, guardandola negli occhi questa volta.
Amy si bloccò sentendo quell'ultima frase. Cosa intendeva? Che in realtà Sheldon si annoiasse a stare con lei e che la stesse prendendo in giro per tutto il tempo?
Non ci aveva mai nemmeno pensato a una cosa simile. Effettivamente lei era molto diversa  rispetto alle ragazze con cui era abituato a uscire, ma si trovava davvero bene con lui. Non poteva però essere sicura che fosse la stessa cosa anche per Sheldon.
Ora era indecisa su cosa fare. Ormai gli aveva detto di sì, non poteva rimangiarsi la parola. Ma se quello a cui stava pensando fosse vero, beh, allora non c'era motivo di farsi tanti problemi per nulla.
« Dammi un po' di tempo per pensarci. »


Quella sera Amy conobbe finalmente Bernadette. La vide entrare mentre teneva per mano Howard e tutti immediatamente la salutarono molto calorosamente. Sheldon l'abbracciò ed Amy sentì uno strano senso di fastidio nel vedere come la stringeva per un tempo decisamente troppo lungo per i suoi gusti e per come le sorrideva chiedendole che fine avesse fatto per tutto questo tempo. Bernadette era fidanzata da anni con Howard per cui qual era il problema? E, cosa più importante, a lei cosa importava se Sheldon l'abbracciava? Era una sua carissima amica infondo, aveva tutto il diritto di farlo. Scosse la testa. Tutta la biochimica di oggi doveva averle dato alla testa.
Mentre era intenta a raccontare al gruppo di amici il perché era da un sacco di tempo che non si vedevano, Amy la studiava attentamente. Era molto bella, ma non quanto Penny. Aveva i capelli biondi lisci lunghi fino a metà schiena e un bel vestitino che le stava davvero bene. Gli occhi poi erano di un bell'azzurro vivace. Doveva essere davvero simpatica se i ragazzi l'adoravano così tanto.
« Ciao, non vi avevo viste. Voi chi siete? » disse con una voce assurdamente stridula che Amy iniziò ad odiare subito. Si chiese se facesse apposta o se fosse stato davvero quello il suo timbro vocale. In entrambi i casi lo trovava parecchio fastidioso.
« Io sono Penny la loro vicina di casa mentre lei è Amy una mia cara amica. » disse mostrandole un sincero sorriso. Bernadette guardò qualche secondo Amy allargando lo sguardo, lo posò velocemente su Raj che intanto corrugò leggermente la fronte interrogativo per poi riportarlo sulla ragazza di fronte. Quindi era lei la famosa Amy di cui Howard le aveva parlato e che Raj menzionava fin troppo spesso.
« Mi avevano detto che si sarebbe trasferito qualcuno nell'appartamento qui di fronte. E dimmi sei sempre stata una ragazza? » disse seria rivolgendosi a Penny. Lei rimase spiazzata dalla sua domanda non capendo a cosa si riferisse. I ragazzi invece iniziarono a ridere.
« Prima ci abitava un travestito e circa un anno fa ha fatto una serie di operazioni per diventare donna. » spiegò Sheldon dopo aver smesso di ridere. « Dopo l'operazione avresti giurato che quella era una donna a tutti gli effetti, non avresti mai pensato che prima era un uomo. Tra l'altro era una gran figa questo forse perché era un bell'uomo prima. » si alzò e andò a prendere da bere mentre Penny, superato il mezzo imbarazzo iniziale, scoppiò a ridere a sua volta.
Tirarono fuori dalle buste la cena che venne messa sul tavolino in modo che ognuno potesse prendere la propria ordinazione. Quella sera avevano optato per il cinese.
« Bernadette volevo dirti che il tuo vestito è assolutamente adorabile. Dove lo hai preso? »
A Bernadette si illuminarono gli occhi sia per il complimento sia perché finalmente c'era qualcuno con cui poter parlare di scarpe e vestiti. Cominciava ad essere stanca di essere l'unica ragazza del gruppo.
« A due isolati da qui c'è un negozio piccolissimo e abbastanza nascosto a cui non daresti un centesimo vedendolo da fuori, ma dentro è pieno di robe carinissime e a poco prezzo! » disse prendendo la sedia e piazzandosi in parte alla bionda.
« Dici davvero? Ci andiamo insieme un giorno? »
« Ovvio! »
Amy alzò gli occhi al cielo. Ora sarebbero iniziati gli infiniti discorsi su scarpe e vestiti e di cui a lei non interessava minimamente.
« Se vuoi puoi venire anche tu. » disse Bernadette rivolgendosi ad Amy. Lei annuì con un piccolo sorriso.
Le due bionde iniziarono a parlare tirando fuori nomi di marche e modelli che Amy non aveva mai sentito. Non si sforzò nemmeno di provare ad inserirsi nel loro discorso.
« Ti va di giocare? » disse Sheldon offrendole il joystick della ps3. Amy guardò prima lui, poi il joystick e poi ancora lui. Sheldon semplicemente scrollò le spalle. « Visto che sei un maschiaccio pensavo che avresti preferito giocare alla playstation. » disse sorridendo. « Nei momenti di noia ci piace giocare ogni tanto. »
Amy ignorò la mezza presa in giro sul fatto che fosse un maschiaccio solo perché non partecipava ai loro discorsi da donne.
« Okay. » disse prendendo l'oggetto dalla sua mano.
« Non ti spaventi se ci sono gli zombie e i mostri vero? » chiese con un ghigno divertito.
Amy sbuffò. « Per chi mi hai preso? »
« Voglio giocare anche io! » si intromise Raj prendendo un joystick e sistemandosi con poca grazia tra Sheldon ed Amy costringendo quest'ultima a spostarsi un po' più in là.
« Facciamo a squadre. » disse Leonard prendendo anche lui un joystick. « Io e Sheldon contro Raj e Amy. Ci state? »
Amy e Raj si scambiarono un'occhiata. « Vi stracceremo. » disse la ragazza guardandolo con sfida.
« Non credo proprio. »
Due ore dopo Amy e Raj vinsero con un punteggio davvero notevole e, mentre si davano il cinque entusiasti, Leonard e Sheldon litigavano incolpandosi l'un l'altro per aver perso contro due principianti.
« È stato divertente dovremmo farlo ancora. » esclamò Amy appoggiando il joystick sul tavolino e crogiolandosi per la sua vittoria.
Sheldon bevve un sorso di birra con aria contrariata. « Io non gioco più con voi due. »
Raj si girò verso di Amy e sospirò. « Non sa perdere. » mormorò per non farsi sentire.
Il cellulare di Sheldon suonò e quando lesse il messaggio il suo sguardo si illuminò in un modo che Amy non aveva mai visto prima. Fece un cenno a Leonard e quest'ultimo annuì.
« Io devo andare. » proruppe Sheldon afferrando la giacca e uscendo di fretta.
Amy si guardò attorno, ma a parte Penny nessuno sembrava perplesso per lo strano comportamento del fisico.
« Noi togliamo il disturbo. » dissero insieme Howard e Raj mentre Leonard prendeva le chiavi della macchina.
« Ma come?! Di già? » disse Penny guardando tutti afferrare le proprie cose per andarsene.   
« Anche tu vai via? » chiese guardando Leonard pronto per uscire.
« Ehm...Io e Sheldon abbiamo delle cose da fare con...uhm...l'università...» mormorò impacciato. Suonava come una balla lontana un miglio.
Raj, Howard e Bernadette uscirono mentre Penny si piazzò davanti al ragazzo con un sopracciglio alzato e un'aria scettica da chi non voleva essere preso in giro.
« Con l'università, eh? Alle undici di sera? »
« È...è complicato...» disse a voce bassa mentre si tormentava l'unghia del pollice. Non era mai stato così tanto a disagio con una ragazza in vita sua.
« Se volevate uscire per gli affari vostri andando in qualche locale e non ci volevate con voi potevate benissimo dirlo. » disse spostando il peso da una gamba all'altra e assumendo uno sguardo più minaccioso.
« No, no, non è quello te lo assicuro! »
« E allora dove stai andando? » continuò la bionda assottigliando lo sguardo.
Leonard si mosse sul posto visibilmente a disagio. « Non...non posso dirvelo...»
Penny incrociò le braccia al petto e assunse un'aria dura. « Cosa ci stai nascondendo Leonard Hofstader? »



Sheldon arrivò davanti ad un edificio dall'aria abbandonata in una zona appena fuori dalla città. Parcheggiò l'auto in un angolo ben nascosto e si incamminò per il vialetto sterrato in cui spuntavano erbacce che davano all'ambiente un'aria ancora più sinistra.  
Si avvicinò alla porta rovinata dal tempo ed entrò facendo cigolare i cardini in un modo tanto inquietante da far invidia ai film dell'orrore.
Percorse il corridoio finché non raggiunse l'unica stanza illuminata. Vide un ragazzo seduto al tavolo mentre armeggiava un oggetto di metallo. Era in canottiera e aveva le mani sporche di nero. Stava sistemando il filtro dell'aria di un cinquantino.
« Ehi, Stuart. »
Il ragazzo ebbe un sussulto l'oggetto cadde per terra con un tonfo facendo staccare alcuni pezzi più o meno grandi che si dispersero sul pavimento.
« Sheldon, dannazione! Mi hai fatto prendere un colpo! » sbottò mentre riprendeva fiato.
« Scusa non volevo. » disse con aria indifferente mentre prendeva una sedia e si accendeva una sigaretta, appoggiando i piedi sul tavolo.
« Perché non bussi come fanno tutte le persone normali? » chiese imbronciato mentre si abbassava sotto il tavolo per cercare i pezzi perduti.
« L'ho fatto una volta, ma tu non mi avevi sentito. E poi chi vuoi che venga fin qui? »
«Quella volta stavo usando il flessibile in garage per quello non ti avevo sentito. » si tirò su e fece rigirare l'oggetto per constatare i danni. « Inoltre bisogna essere prudenti. Non sai mai chi puoi ritrovarti fuori dalla porta. »
Sheldon sbuffò. « Tu guardi troppi film. »
« Io, al contrario di te, sto ben attento a non farmi beccare. Tu sottovaluti sempre tutto, amico. » alzò lo sguardo su di lui e lo osservò mentre sbuffava una nuvola di fumo verso l'alto.
Sheldon si guardò attorno con un'aria infastidita e leggermente disgustata. « Dovresti cambiare posto. Fa schifo qui dentro. » commentò notando lo sporco incrostato negli angoli della cucina e alla polvere che da chissà quanto tempo non veniva tolta.
« Se non ti sta bene puoi cercarti un altro meccanico. » rispose distrattamente e agganciò il filo che si era staccato.
« Sai anche tu di essere il migliore della zona. Non posso cercarne un altro. » disse spegnendo il mozzicone sotto la suola della scarpa e gettandolo nel posacenere sul tavolo ormai pieno. « Anche se finirò per prendere l'ebola prima o poi. »
Stuart sospirò. « Vuoi vedere la macchina o no? »
Sheldon sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso. « Non vedo l'ora. »
Raggiunsero il garage e quando Stuart accese la luce una Nissan Skyline GT-R R34 fece capolino con tutta la sua maestosità e aggressività da auto da corsa. Era stata appena riverniciata completamente, ancora si sentiva l'odore acre diffuso per l'ambiente chiuso. Grigia metallizzata con aerografie blu che si estendevano da entrambe le fiancate fino ai fari posteriori in una linea tratteggiata obliqua davano all'auto un'aria ancora più accattivante.
Sheldon si avvicinò per ammirarla in tutto il suo splendore. Fece scorrere le dita sulla carrozzeria e osservò gli interni nuovi, eccitato all'idea che presto avrebbe finalmente guidato quell'auto.
« Il motore è stato rifatto completamente tenendo però tutti componenti originali. Beh, quasi tutti. » affermò Stuart quando Sheldon finì di ammirare l'estetica. « Ho faticato molto per trovarla quindi cerca di prestare attenzione una volta tanto. » disse osservandolo sotto la luce al neon che faceva risaltare il pallore del viso di Stuart e gli occhi azzurri di Sheldon.
« Cosa hai montato su? » chiese ignorando completamente le parole dopo "motore rifatto".
Stuart aprì il cofano per mostrargli il suo lavoro degli ultimi tre mesi.
« Ho utilizzato pezzi della GT-R R35 per aumentarne la potenza. Ora fa da 0 a 100 in 2,5 secondi contro i 4,9 prima delle modifiche. » gli mostrò i sei cilindri e i due turbocompressori e di tutti gli altri pezzi originali del motore. Poi fu la volta delle modifiche vere e proprie.
« Quindi adesso non ho più quel problema con la trazione? »
Stuart scosse la testa. « Assolutamente no. Il suo assetto è completamente da corsa ora. Non avrai più problemi tecnici. Se hai notato anche la carrozzeria è stata fatta per aumentare l'aerodinamicità. Le sospensioni sono più basse, l'impianto frenante e di scarico sono stati completamenti sostituiti. Ah, ho aggiunto un alettone e i neon blu. »
« È davvero fantastica, devo assolutamente prov— »
« Oddio, ma è stupenda! » gridò una voce femminile alle loro spalle. Stuart indietreggiò di colpo e Sheldon per lo spavento sbatté la testa contro il cofano aperto. Si girò di scatto verso l'origine di quella voce tenendosi con la mano la parte dolorante.
« P-Penny?! Ma che diavolo ci fai qui?! E anche tu Pidge?! » guardò poi l'amico vicino a loro.  
« Leonard...» mormorò a denti stretti socchiudendo gli occhi.
La bionda lo ignorò e si avvicinò all'auto studiandola da cima a fondo con aria incantata.
« Ma questa è una Nissan GT-R R34! Sai quanto è difficile trovarne una? » gridò rivolta a Stuart. Lui la guardò con gli occhi sbarrati.
« Sheldon, ti ricordi quando ti avevo detto che non dovevi dire a nessuno di questo posto tranne a Leonard? » domandò Stuart cercando di mantenere il controllo mentre Penny girava intorno alla macchina.
Sheldon trascinò Leonard in parte e lo guardò nel modo più minaccioso possibile. « Ma sei cretino?! Hai portato Penny e Pidge qui? »
L'amico cercò di difendersi. « Io non volevo portarle te lo giuro, ma hanno voluto sapere a tutti i costi dove stavo andando! »
« E inventarsi una balla, no? » continuò Sheldon arrabbiato.
« Ehm...lo sai che non sono molto bravo con le bugie e, beh, Penny sembrava piuttosto irremovibile. Non mi avrebbe mai creduto. »
Sheldon si schiaffò una mano sul volto e sospirò a lungo. « Quindi hai pensato di portarle qui. Ottimo. A volte mi chiedo se al posto del cervello hai un branco di scimmie urlatrici. » disse esasperato.
« Ma sì dai, infondo non è la fine del mondo...» mormorò aggiungendo una risatina nervosa.
Sheldon lo fulminò con lo sguardo. « Spero per te che sia davvero così. »
Ritornò da Stuart e immediatamente Penny gli si parò davanti con un enorme sorriso sulle labbra.
« È tua quell'auto? » chiese con un gridolino eccitato.
« Beh ecco....»
« Mi fai fare un giro? » lo osservò negli occhi azzurri aspettandosi un sì come risposta.
Sheldon la afferrò per le spalle e la spostò di lato. « Senti, tu qui non dovresti nemmeno starci, dico sul serio, non è un posto per—»
« Cosa fai esattamente? » domandò Amy che per tutto il tempo era rimasta in disparte. Quattro paia di occhi si spostarono su di lei. « Intendo, perché siamo in un posto isolato come questo con un'auto così costosa nel garage di uno che a malapena può permettersi di comprarsi dei vestiti decenti? »
« Ehi! » sbottò offeso Stuart. « Sono vestiti che uso per lavorare questi! »
« Ma come Amy non l'hai ancora capito? » Penny si staccò dalla presa di Sheldon e si avvicinò a lei. « Casa apparentemente abbandonata, auto completamente modificata dal motore alla carrozzeria per poter correre al meglio, niente targa né numero di telaio o di immatricolazione. Qui si fanno corse clandestine! » disse completamente su di giri. La cosa la stava affascinando tantissimo.  
« Corse clandestine? » Amy era confusa. Era un nome che aveva sempre associato a film e videogiochi, non avrebbe mai pensato di vederne davvero una dal vivo.
« Sheldon...» lo chiamò Stuart.
« Si sta facendo tardi. » disse dopo aver guardato l'ora. Aprì la portiera e si sedette dentro l'auto sentendo subito la differenza tra un sedile normale e uno da corsa. « Leonard portale a casa e poi raggiungimi. » ordinò e accese l'auto. Un rombo che sembrava un ruggito si diffuse per il piccolo garage aumentando l'intensità del suono e facendo alzare il livello di adrenalina in Sheldon.
Lasciò il garage e si udì il suono del motore per un bel pezzo mentre percorreva le stradine secondarie per raggiungere il luogo dell'incontro.
« Lo avete sentito...» disse Leonard rivolto alle due ragazze. « Forza andiamo. »
Penny alzò un sopracciglio perplessa. « Hai davvero intenzione di portarci a casa? » chiese senza spostarsi di un solo millimetro.
Leonard alzò lo sguardo e sospirò. « Sheldon ha detto di fare così perciò, almeno per una volta, fai quello che ti dice. »
Penny sbuffò e gli tirò una pacca sulla spalla. Col cavolo che si sarebbe fatta scappare una cosa del genere. « Avanti, sali in macchina e raggiungiamolo. »
 

Amy avrebbe preferito mille volte tornare a casa. Si guardò un po' attorno, ma tutto ciò che poteva vedere erano file di auto parcheggiate modificate così tanto da rendere irriconoscibile il modello originale e impianti subwoofer messi nel baule che trasmettevano musica a livelli assurdi. C'erano tipi dall'aria losca e ragazze poco vestite. Si sentiva l'odore dolciastro dell'erba appena fumata e l'aria carica di tensione e adrenalina. In poche parole l'ambiente non le piaceva per niente.
« Statemi vicino. » disse Leonard con tono fermo mentre si addentrava nella folla. Per una volta in quella sera Penny decise di dargli retta.
« Ma è proprio necessario che rimaniamo qui anche noi? Non è meglio fare come ha detto Sheldon e tornare a casa? » sussurrò Amy a Penny anche se con quella musica stava praticamente urlando.
« Scherzi? » rispose lei voltandosi appena. « È una vita che sogno di vedere una gara clandestina seria. Ho la sensazione che qui ci siano anche piloti professionisti. »
La passione per i motori di Penny sfuggiva completamente a Amy. Eppure pensava di conoscerla bene, ma a quanto pare non così bene come credeva. Però effettivamente le venne in mente quando Penny le raccontò di come aveva smontato e rimontato il motore di una  vecchia Chevrolet di suo padre all'età di tredici anni. Chissà perché non aveva più approfondito questa sua passione.
Finalmente si districarono da quella folla di gente soffocante e si trovarono con cinque auto parcheggiate una fianco all'altra. Poi notò la linea bianca tracciata sull'asfalto e capì che non erano parcheggiate, ma che si stavano preparando per la gara e che quella era la linea della partenza. E tra una macchina rossa e una nera c'era quella di Sheldon. Lui era appoggiato al cofano e stava parlando con un tizio che gesticolava con particolare enfasi. Indossava un improbabile abbinamento di colori talmente sgargianti da risultare in contrasto con gli stili della maggior parte delle persone presenti, ovvero giubbini in pelle e maglie con teschi.
« Le scommesse sono da capogiro! Siamo arrivati alla bellezza di diecimila dollari. » disse il tizio di fronte a loro.
« Diecimila?! » esclamò Sheldon staccandosi dal cofano.
« C'è gente che viene da Boston, New York e Chicago. Stasera ci sarà da divertirsi me lo sento! Non ci sono più i ragazzini e i principianti a cui eri abituato prima. Ora le cose stanno cominciando a diventare serie per cui stai attento. » disse con tono d'avvertimento.               
« Sopratutto a quel tizio grande come un armadio che ti sta guardando male da quando sei arrivato. » mormorò avvicinandosi di più a Sheldon. Si girò e quell'energumeno non gli aveva ancora tolto gli occhi di dosso. Non ricordava di averlo mai visto, ma non poteva esserne sicuro.
« Capito. » disse semplicemente. Leonard si mise in parte a loro e il tizio un po' strambo lo salutò molto calorosamente come se non si vedessero da anni.
« A quanto siamo? » chiese dopo essersi liberato dalla presa un po' troppo invadente dell'amico.
« Diecimila. » disse Sheldon scandendo bene le lettere e gli mostrò un ampio sorriso entusiasta. Leonard batté le palpebre un paio di volte.
« S-sul serio? »
« È la scommessa più alta che avete visto immagino. » disse il tizio mettendo le braccia dietro ai loro colli. « Ma quando ti sarai fatto conoscere, mio caro, arriverai a vedere punte anche di cinquanta o sessanta mila dollari, se non di più. »
« Io non gareggio per i soldi. » rispose Sheldon.
« Forse, ma quando ti ritrovi tra le mani cinquantamila bigliettoni con soli cinque minuti di "lavoro" fidati che il "io non gareggio per i soldi" diventa un "gareggio per guadagnarne ancora di più". » disse sorridendo ad entrambi.
« C-cinquantamila dollari? » disse Penny facendoli voltare tutti e tre.
« Oh, volti nuovi stasera. Da dove venite belle fanciulle? » disse sistemandosi la giacca come se si fosse trovato in una serata galante in qualche posto rinomato.
Sheldon rimase bloccato, completamente incredulo di vedere chi aveva di fronte.                         « Leonard...quale parte di "portale a casa" non hai capito? »
« Sono stata io a costringerlo a portarci. » disse Penny prendendo le difese dell'amico.                 « Volevo vedere una gara. Soltanto una. » fece gli occhi dolci. « Non sei arrabbiato vero? »
Sheldon alzò gli occhi al cielo esasperato. « Va bene fate quello che volete. Ma soltanto una, chiaro? Non è un bel posto questo...» quando si voltò Penny sorrise e fece un occhiolino a Leonard che sorrise anche lui e mormorò un grazie.
Un ragazzo di pelle scura che aveva tenuto per tutto il tempo una radiolina incollata all'orecchio diede l'ok al tizio strambo. Immediatamente si staccò da loro e si addentrò un po' nella folla. « Accendete i motori gente! Tra poco si comincia! » gridò prendendo un megafono e facendo cenno alla gente in fondo di avvicinarsi. Alcuni rimasero appoggiati alle loro auto, pronti ad assistere alla gara da lì. Una buona fetta fece un grosso semicerchio dietro le auto pronte per gareggiare.
« Mettetevi in parte e. Non. Muovetevi. » disse passando da Amy a Penny e soffermandosi a lungo su quest'ultima.
« Ricevuto! » gridò la bionda per sovrastare il rumore della folla.
Sheldon salì sulla Skyline e accese il motore. Strinse nervosamente il volante e prese un grosso respiro. Doveva concentrarsi. Adesso c'era solo lui e la strada. Nessuna folla schiamazzante, nessuna scommessa da capogiro, niente ragazze a cui aveva chiesto categoricamente di tornarsene a casa. Solo lui, l'auto e l'adrenalina che stava aumentando di secondo in secondo.
Una ragazza camminò su dei tacchi a spillo vertiginosi e raggiunse il centro della strada. Aveva due fazzoletti rossi in entrambe le mani e lanciava sguardi provocanti verso i cinque piloti sulla linea di partenza. Cominciarono a sgasare per scaldare il motore.
Sheldon si guardò prima a sinistra e vide uno che aveva un'aria decisamente molto sicura di sé. Guidava una Mazda RX-7 rossa, ma non per questo si sentiva inferiore. Anzi, chi era troppo sicuro delle proprie capacità in genere sottovalutava sempre gli altri e finiva per perdere la gara, sopraffatto dall'abilità di qualcuno che aveva avuto l'accortezza di sembrare innocuo. Girò la testa verso destra e, guarda un po', l'armadio a quattro ante lo stava fissando. Lui era su una Dodge Charger del '69 con un'enorme presa d'aria sul cofano. Con quella stazza effettivamente gli serviva una macchina in grado di contenerlo.
La ragazza alzò entrambi i fazzoletti in alto mentre i piloti puntarono gli occhi sulla strada. Sheldon notò un pulsante rosso sul volante con la scritta NOS.
Sorrise. « Bravo Stuart, ora sì che si ragiona. »
« È una gara sprint. Finirà ancora prima che ve ne accorgiate. » disse Leonard senza staccare gli occhi dalla Nissan.
« Cosa vuol dire sprint? » chiese Amy.
« Significa che parte in un punto e finisce in un altro, senza quindi ricongiungersi al punto di partenza. » spiegò Penny facendo rimanere di stucco Leonard. Lei fece spallucce. « Mio fratello partecipava a gare clandestine fino a qualche anno fa. Con la moto però. »
« Sostanzialmente ci sono tre tipi di gare: sprint, circuito e chilometro lanciato. La prima te lo ha già spiegato Penny in cosa consiste, nella seconda si ritorna al punto di partenza e nell'ultima le auto gareggiano su un rettilineo di mille metri in cui si testa la velocità di punta di un'auto. Qui non conta se sei bravo o no. O hai la macchina veloce o perdi. » spiegò. « Ogni pilota scommette una cifra che viene indicata dall'organizzatore. Più le macchine sono elaborate e i piloti esperti più la scommessa è alta. Se non hai i soldi scommetti l'auto. Si aggiungono poi anche le scommesse da altre persone quindi alla fine si arriva sempre a un bel gruzzoletto. »
Amy guardava come Penny annuiva e rimaneva incantata sentendo parlare di scommesse e gare. Lei però non capiva da venisse tutto questo suo entusiasmo. Anzi, trovava tutto ciò ridicolo.
« Sheldon sta gareggiando con un'auto che non ha mai nemmeno provato. » disse Stuart sbucando fuori dal nulla. « Spero non sia così sconsiderato da utilizzare il protossido di azoto che ho montato su. Ma ne dubito fortemente. »
« Venite. » Leonard le prese per un braccio e le portò sopra una collinetta poco distante. Stuart li seguì. Non erano molto in alto, ma si vedeva la strada stendersi per parecchi metri. « Da qui possiamo vedere un pezzo di gara. Purtroppo non possiamo vedere quando raggiungeranno il traguardo. »
Penny si morse il labbro, delusa.
Finalmente la donna abbassò i fazzoletti e con un stridio di gomme le cinque auto partirono creando un rombo che ricordava quello di un grosso temporale moltiplicato per cento volte. All'inizio sbandò un po', ma poi riuscì a prendere il controllo dell'auto e immediatamente era già col fiato sul collo alla macchina in quarta posizione.
La Skyline di Sheldon sfrecciava velocissima, tenendo tranquillamente testa all'auto verde davanti a lui. Con due semplici sterzate guadagnò la terza posizione e alla prima curva era già secondo. Davanti a lui c'era solo il tizio enorme con la macchina enorme.
Amy osservò la scena con una certa ansia. Non che vincesse o perdesse, di quello le fregava ben poco, ma era la velocità alta, la vicinanza estrema con gli altri e la sensazione che stesse per succedere qualcosa a farle provare quella sensazione di disagio.
Sheldon cercherò di superarlo da destra, ma il tizio sterzò bruscamente verso di lui, premendolo contro il muro e facendo partire scintille dovute alla fiancata che grattava contro la parete. Era una mossa sleale, ma della lealtà te ne freghi quando c'è il rischio di perdere.
Stuart da lontano vide la scena e si mise le mani nei capelli. « La macchina...ho appena finito di metterla a posto...» mormorò con un dispiacere quasi esagerato. « Perché deve sempre rovinarle? Perché? »
Amy lo guardò di sbieco. Interessante notare che a Stuart premeva più la sorte della macchina che quella dell'amico.
Sheldon doveva trovare un modo per liberarsi.
Frenò e scalò in quinta e in meno di due secondi era già dietro alla macchina a prendere la scia. Se restava perfettamente allineato all'auto che aveva davanti poteva acquistare velocità e così superarlo, senza dover ricorrere all'N2O. Passò in sesta e lentamente si mise al suo fianco sinistro.
Era un testa a testa di quelli in cui le sorti della gara dipendevano dal millimetro in più o in meno. Potevano persino guardarsi dal finestrino, ma non lo fecero perché la minima distrazione poteva far vincere l'altro per quel maledetto, insignificante millimetro.
Mancavano poco al traguardo, ma la Nissan più di così non poteva fare. Sfiorò il piccolo pulsante rosso sul voltante. Beh, ora o mai più. Lo premette e l'improvvisa accelerazione lo schiacciò contro il sedile. La distanza si fece più netta ogni secondo che passava e dallo specchietto retrovisore vide che il Dodge non riusciva a raggiungerlo.
Passò il traguardo e anche il NOS finì facendogli riacquistare una velocità più normale. Tirò il freno a mano e fece un mezzo testa coda, fermandosi in mezzo alla strada. C'era un po' di fumo dovuto all'alta velocità raggiunta. Scese dall'auto e anche il l'ominide grande come una casa scese dalla sua auto per poi avvicinarsi a Sheldon. Gli spettatori si accerchiarono intorno a loro pensando che oltre allo spettacolo ci sarebbe stata anche una rissa finale per concludere in bellezza.
Quando gli fu davanti gli sembrava ancora più imponente. Con un semplice pugno l'avrebbe quasi sicuramente ucciso. Non abbassò lo sguardo né si mostrò in alcun modo teso o nervoso.
Anche Leonard e gli altri li raggiunsero.
« Ragazzino...» disse con voce profonda. Gli occhi di tutti puntati su di loro.
« Cosa succede? » chiese Amy a Leonard e lui scosse la testa.
« Non ne ho idea. » mormorò preoccupato.
L'omone allungò la mano verso di lui. « Complimenti. Davvero un'ottima gara. Mio fratello era stato battuto da un professionista, come supponevo. »
Sheldon gliela strinse, un po' confuso. « Ah...ehm, grazie. Anche se non sono un professionista. »
« Ah no? » disse stupito. « Allora hai sicuramente del talento, ragazzino. »
Così come si era avvicinato, in pochi secondi era già a bordo del suo bolide mentre si allontanava per le stradine quasi sperdute. Sheldon continuò a osservarlo finché non sparì dietro a una serie di edifici.
« Hai vinto! Sei stato fantastico! » gridò Penny battendo le mani. « Hai guadagnato ben cinquemila dollari! Tutti insieme! Cioè....oddio! » era gasata al massimo per tutto quello che aveva visto nelle ultime due ore e a malapena riusciva a stare ferma. Amy non capiva se ad eccitarla così erano solo le auto o anche l'idea di essere coinvolti in qualcosa di illegale. Probabilmente entrambe le cose.  
« D'accordo adesso andiamo però. Potrebbe venire qualche sbirro...» disse Leonard dopo aver preso i soldi ed esserseli messi in tasca. Sheldon annuì. Si diresse verso la sua auto, ma mentre apriva la portiera notò che Penny lo stava osservando con un sorriso a trentadue denti. Alzò gli occhi al cielo.
« Sali. » le disse dopo una breve pausa seguita da un piccolo sospiro e lei corse immediatamente a sedersi sul posto del passeggero. Amy andò con Leonard.
Arrivarono alla casa, se così si poteva chiamare, di Stuart e parcheggiò l'auto all'interno del garage.
Penny non faceva altro che parlare della gara, delle auto a suo dire "tremendamente fighe" e lanciando una serie di insulti al tizio che aveva rovinato la macchina.
« Per fortuna si è rovinata solo la carrozzeria. » mormorò Stuart piegandosi per vedere le sospensioni e i freni. « Trovare i pezzi di ricambio per quest'auto è difficile, Sheldon. Devi fare attenzione. »
« Lo so, ma non è stata colpa mia. È stato quello là a chiudermi contro il muro. Altrimenti te l'avrei riportata come nuova. »
Stuart gli lanciò uno sguardo scettico. Poi scosse la testa e si alzò, pulendosi le mani sui pantaloni.
« Andiamo. Torniamo a casa adesso. » disse Sheldon dando quasi tutta la parte del suo guadagno a Stuart. Lui li contò.
« Non so se bastano. » affermò arrivando all'ultima banconota.
« E tu cerca di farteli bastare. »
Si incamminò verso l'uscita seguito da Leonard e le due ragazze. Quando vide che Amy seguiva Leonard verso la macchina lui si fermò e la guardò sorpreso.
« Non sali con me? »
« Beh ecco io...»
« Non ti fidi per caso? »
Lei si strinse nel giubbino e sentì il suo sguardo pungente addosso.
« Certo che mi fido, non è questo...»
Lui sorrise. « Allora non hai nessun motivo per rifiutare il mio invito. » Si spostò e le fece gesto con la mano di raggiungere l'Audi parcheggiata dietro di lui.
Amy sospirò leggermente. In un modo o nell'altro trovava sempre il modo di farle fare quello che voleva lui. In genere non le dispiaceva, ma quella sera non le andava di stare con lui. C'era qualcosa nel suo comportamento che la infastidiva.
Passarono il viaggio nel più completo silenzio. L'unica voce che si sentiva era quella di Axl Rose che usciva dalla radio mentre cantava una delle canzoni più famose dei Guns 'n Roses.
Fermi ad un semaforo Sheldon le diede un'occhiata veloce e notò il suo sguardo leggermente corrucciato prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
« C'è qualcosa che non va? Non hai spiccicato una sola parola da quando siamo partiti. »
« Mi chiedi se c'è qualcosa che non va? » osservò il suo profilo mentre ripartivano allo scattare del verde. « Accidenti Sheldon, ti ho appena visto partecipare a una gara illegale dove un tizio per poco non ti faceva schiantare contro un muro e tu mi chiedi se va tutto bene? No, non va tutto bene! » parlava velocemente ed era nervosa.
Sheldon la guardò di sfuggita un paio di volte. « Non capisco perché ti stia comportando così. Non è successo nulla. È andato tutto bene no? »
« E se non fosse stato così invece? » continuò lei con un tono più duro.
Questa volta la osservò un po' più a lungo. Fece un mezzo sorriso sghembo e guardò di nuovo la strada.
« Ho capito, hai paura che possa succedermi qualcosa. »
Amy aprì la bocca per ribattere, ma sospirò e guardò fuori dal finestrino.
Lui posò una mano sul suo ginocchio. « Non devi preoccuparti, non mi accadrà niente. Starò qui a romperti le scatole ancora per un sacco di tempo. »
Amy si girò a guardare fuori dal finestrino.
« Perché lo fai? » chiese con la guancia appoggiata ad una mano dopo essersi annoiata di tutto quel buio monotono che le passava davanti.
Sheldon scrollò le spalle. « Perché mi diverto. Credo sia solo questo il motivo. »
« Non ti fa paura tutto questo pericolo? »
« No, trovo che sia molto eccitante invece. » ghignò, ma si smorzò non appena vide lo sguardo preoccupato di Amy.
Lei si avvicinò di più alla portiera e appoggiò la testa sul braccio. Sentiva le palpebre pesanti.  « Fai attenzione. » mormorò. Era l'unica cosa che poteva dirgli. Non sarebbe mai riuscita a fargli cambiare idea, nemmeno se ci avesse messo tutto l'impegno di questo mondo. Poteva solo raccomandarli di fare attenzione.
Sheldon annuì e strinse con più forza il volante. « Certo. » rispose con filo di voce.
Dopo una lunga pausa i muscoli tesi di Sheldon si rilassarono e sorrise leggermente.
« Non pensavo ti preoccupassi così tanto per me sai Pidge? » disse. « Ci tengo a te e non voglio che tu ti preoccupa per questo. Anzi, voglio che ne resti fuori. E poi...» sospirò a lungo e prese una pausa prima di proseguire. « Non ti devi affezionare troppo a me, Amy. Perché io finirò col farti soffrire. » si pentì subito di averlo detto. Non sapeva perché aveva detto quelle cose. Da una parte voleva che lei si affezionasse a lui, dall'altra cominciava lentamente a insinuarsi dentro di sé la consapevolezza che più a lungo restavano insieme più sarebbe diventato difficile restare lontani e questo, lui lo sapeva, avrebbe portato Amy a non essere davvero felice.
La mancanza di una risposta da parte sua lo lasciò perplesso poi si accorse del suo respiro lento e regolare e capì che si era addormentata. Perciò di quello che aveva detto non aveva sentito nulla.
Tirò un sospiro di sollievo. Chiedere a Amy di non affezionarsi a lui era un gesto masochista per entrambi. Sarebbe davvero riuscito a rinunciare a lei? Al modo in cui si stava lentamente intromettendo nella sua vita?
Sapeva molto bene la risposta.


Ecco, io non devo guardare Fast and Furious prima di scrivere un capitolo perché poi mi vengono in mente queste cose e la mia mente bacata mi impone di metterlo in una storia. Ma insomma, diciamocelo, quanto sono belle le corse clandestine? Quelle nei film ovviamente xD
Infondo se è una storia Universo Parallelo (circa) Sheldon sarà per forza un asso alla guida con la passione per l'adrenalina, giusto? u.u
Ovviamente la fanfic non si baserà su questo, ma farà solo da contorno, o almeno spero di riuscirci xD
Detto questo spero davvero che vi sia piaciuto il capitolo^^
A presto!
  
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