Il ragazzo di Drumstrang che era venuto a parlare con lei aveva i
lineamenti fini come quelli di una bambola di porcellana della
sua terra, la Russia, e molto femminili.
Indossava la divisa dei
Cosacchi dello Zar, segno che fosse filo zarista, come la maggior parte dei
maghi di quel paese. I suoi capelli erano piuttosto chiari, ma ciò che lasciava
spiazzati erano gli occhi che la fissavano, riuscivano
a ipnotizzarla quasi quanto quelli di Kitt.
Lui le porse un braccio per
uscire nel portico del giardino e lei l’accettò,
dirigendosi poi insieme a lui verso la porta finestra.
L’aria della notte era
gelida, ma lei si trattenne dal rabbrividire, si sarebbero create complicazioni
inutili tipo lui che le prestava il mantello o, peggio, decideva di fare la
conoscenza della Chips tentando di scaldarla
direttamente col suo corpo. Non era il caso di rendersi artefici della scusa e
accelerare il genocidio degli stranieri.
Il modo di fare dello
studente di Drumstrang era pacato
e tranquillo, ma c’era qualcosa in lui che non la convinceva fino in fondo:
l’odore.
Lui le indicò una panchina
in pietra, si tolse il mantello e la fece sedere in modo che non si sporcasse il vestito con il muschio e la brina serale,
dall’interno veniva il vociare della festa e il ritmo della musica.
Che fosse galante era una
cosa piacevole.
E inoltre parlava la sua
lingua con proprietà, senza quell’accento ruvido che aveva invece la sua
compagna made in Germany.
-
Chi sei
veramente? – gli chiese senza mezzi termini quando questi le
si accomodò accanto, lui le rivolse un sorriso da irretire anche la meno
interessata delle ragazze - Merda – quello fu il delicato commento che lei
emise dopo averlo fissato per due minuti buoni.
* * *
Christopher scese le scale
dal piano dove aveva avuto quella edificante
conversazione con Rago fino alla Sala Grande e sbucò
nella stanza invasa da ballerini e gente che si divertiva e abbuffava.
Accanto alla porta c’era la
finestra con il grande terrazzo e si diede alla fuga dirigendosi da quella
parte, odiava essere formale. Di Gardis non c’era traccia.
Anche Leonard era sul
poggiolo con una sigaretta in mano e un bicchiere di firewhiskey
nell’altra e stava guardando lontano come la rappresentazione dei peggiori vizi
capitali: lussuria, accidia, superbia e invidia… no, quest’ultimo era per chi
guardava.
Kitt si diresse verso di
lui senza che nessuno dicesse niente o osasse rivolgergli parola visto il suo
cipiglio per niente amichevole, raro a vedersi ma pericoloso a provarsi; gli
altri presenti si affrettarono a togliere le tende, lui appoggiò i gomiti alla
balaustra accanto al biondo, guardò un attimo la luna e poi levò allo Slytherin la sigaretta dalle dita, facendo un tiro
-
Tu non fumi – gli
fece notare Malfoy, il cui sorriso stranamente compiaciuto era però
difficilmente occultabile
-
Infatti – una
risposta che era tutto un programma: interessante!
-
E allora? –
indagò da bravo amico ficcanaso, quale, in effetti, era
-
Ho bisogno di
qualcosa di forte – rispose il moro
Leonard gli allungò il suo
bicchiere e Christopher lo mandò giù tutto d’un sorso,
il Caposcuola verde-argento inarcò le sopracciglia: finalmente poteva vedere
l’uomo che Kitt era davvero.
-
Come mai sei qua fuori anziché con Ciel? – chiese il Ravenclaw,
a quanto pare erano tutti e due in preda ad una
situazione di crisi totale, Leonard decise di assecondare la sua curiosità,
tanto per sapere cosa passasse nella testa di quell’altro per portarlo ad un
comportamento tanto inaudito
-
Avevamo deciso di
dire a Karen tutta la verità, ma… non l’ha presa molto bene… - il biondo
afferrò un elfo di passaggio e prese un altro bicchiere, buttando giù tutto il
liquore incendiario, Kitt annuì e spense la sigaretta in un mucchietto di neve
raccolto nella fioriera accanto a lui
-
Leonard – disse
poi rimettendosi in piedi, trovando la forza per fare ciò che aveva deciso, lo
fissò negli occhi dorati mentre questo era ancora appoggiato al corrimano di
marmo – sto per fare una follia
-
Ah sì? – si
trattenne dal dirgli che vederlo fumare e bere da autentico cattivo ragazzo era già una follia
-
Sì, ho intenzione
di attraversare questa dannata sala e baciare tua sorella. Come si deve
-
Davvero? –
Leonard sembrava divertito da tutta quella faccenda, di sicuro non preoccupato
e tantomeno arrabbiato. Forse Rago aveva esagerato un
pochino, come al solito, rimuginava la sua testa
bionda.
-
Credevo che me lo
avresti impedito a costo della vita – il Black non
sembrava sicuro della buona fede del rampollo Malfoy
-
Sai com’è… meglio
una padellata in testa che una sulle palle… - vide il suo sguardo perso a quella frase non molto nobile - ehm, evita, è uno dei modi
di dire di Rudiger – aggiunse. Certo però non si
sarebbe abbassato a dirgli che lui era l’unico che approvasse. – come mai così
all’improvviso? – gli chiese ancora
-
Tu conosci una
certa Rago?
Gli occhi dello Slytherin si fecero due fessure: allora era vero,
Christopher Black era davvero il Byakko
che stava tanto cercando…
Non disse niente.
-
Pare che lei ti
conosca – aggiunse il Corvonero prendendo un altro
bicchiere e passando svogliatamente il dito sul bordo di cristallo,
appoggiandosi alla ringhiera
-
Sì, la conosco –
sputò infine Leonard – questo cosa c’entra?
-
Non posso dirti
tutto – in verità sospettava che il suo amico sapesse di Rago
più di quanto era a conoscenza lui stesso – ma questa sera ho sentito una
storia che mi ha fatto accapponare la pelle. E riflettere. E anche se è
sbagliato nei confronti di tua sorella perché la metto in pericolo, ho deciso
di essere egoista e di fare come voglio io.
-
Niente di più
saggio, volevo un po’ vedere quale Black, alla fine,
non fosse del tutto egoista
-
Non sei
preoccupato che possa accadere qualcosa a Gardis?
-
Naaa… - Semmai il contrario. La tranquillità del vampiro
lo faceva sentire strano, Leonard avrebbe dovuto
preoccuparsi eccome – però vale quello che ti ho detto l’altra volta: se le
farai del male TU, non altri, ma soprattutto, se la farai piangere… - Kitt
annuì
-
Quando ci rivedremo avrò dieci dita stampate in faccia e qualche osso
rotto
-
Forse no
Leonard bevve, ghignando da
oltre il bordo del suo bicchiere, poi lo sollevò alla salute di Chris
-
Alla libertà
perduta – annunciò
L’altro rise alzando il
proprio
-
Sì, alla libertà
perduta…
Finì il liquore, si voltò e
fece un respiro prima di andarsene alla ricerca del Prefetto dei Grifoni; ora
che ci pensava non era stato neppure così tanto carino
da chiederle come si sarebbe vestita e adesso voleva a tutti i costi sapere
come l’avevano conciata le sue amiche, di sicuro sarebbe stata bellissima.
Una mano si posò sulla sua
spalla e lo trattenne
-
Sappi che ti
ammiro per quello che stai facendo – gli disse piano Leonard in un orecchio –
il coraggio certo non ti manca e non fraintendermi, non di dirle ciò
che senti, ma di voler davvero passare del tempo con quella furia!
Kitt sorrise, poi se ne andò.
* * *
All’opposto della sala,
appoggiata alla tappezzeria assieme a Jeff, Hestia
stava sorseggiando l’ennesimo succo d’arancia, stanca, accaldata e con i piedi
come due frittate dopo mezz’ora di volteggiamenti e piroette forsennate.
Chris si diresse dritto
nella sua direzione, senz’altro era la persona che meglio di altre poteva darle
le coordinate di dove fosse la bionda.
Sollevò appena le
sopracciglia alla vista del suo cavaliere dai capelli rossi, come se la cosa lo
stupisse minimamente.
Inclinò brevemente la testa
e parlò
-
Sai
dove posso trovare Gardis?
Hestia lo studiò un attimo, era come se lui non fosse troppo
sorpreso di vederla insieme a suo cugino, il che non andava per niente.
Poi però decise di lasciare
starei lambiccamenti inutili per quella sera, si stava divertendo e non voleva
rovinarsi l’ultimo dell’anno senza motivo
-
Se la stai
cercando perché qualcuno s’è slogato una caviglia, ha ceduto il tetto, il
Comitato di Accoglienza ha una crisi isterica, sono finiti i rinfreschi o c’è
da lavare i piatti in cucina, sappi che non te lo dirò
Il moro sorrise, in effetti Gardis era sempre con lui in caso dei succitati
eventi catastrofici e Hestia non approvava questo,
come se si aspettasse che, almeno una volta, lui la rapisse per un motivo più
serio. Beh, forse era arrivato il momento.
-
Te lo potrei dire
se mi dicessi che Vanessa ha avuto una conversione mistica sulla via di
Damasco, sta chiedendo perdono per la sua idiozia congenita oppure ha deciso di
liberare il mondo della sua chiassosa presenza
Hestia era molto acida con lui, era sempre più chiaro che
non approvava, soprattutto, la sua mancanza di galanteria.
-
Allora, perché la
cerchi?
-
Volevo chiederle
un ballo – la Gryffindor annuì, finalmente la faceva
una cosa giusta, benedetto Corvonero…
-
In giardino –
sillabò – ma forse sei arrivato tardi… - aggiunse con aria maliziosa, Jeff le
tirò un pizzicotto dietro la schiena, non doveva essere così malefica – perché
sai, era in compagnia di un ragazzo… - un altro pizzicotto, ma che importava?
Scorgere l’espressione attonita di Chris all’udire quelle parole era il degno compenso per i tanti anni di dolore di Gardis e
per i pizzicotti di Jeff.
Kitt sfrecciò verso il giardino
-
Era una vita che volevo vederti quell’espressione in faccia, Black! – gli urlò dietro la piccola Potty, ma Christopher la udì
appena, mentre nella mente gli ronzava uno strano sentimento di gelosia: non
quella sera.
* * *
Alla Torre del Grifondoro era riunita una piccola combriccola di ragazzi
di fronte ad una porta chiusa
-
Karen, ti prego, apri la porta! – Ciel, implorante di fronte all’uscio
sbarrato, stava supplicando la sua sorellina di uscire, il suo istinto materno
le imponeva di accertarsi che non si stesse tagliando i polsi, buttando dalla
finestra o compiendo qualsivoglia altra opera di
lesione alla sua persona.
-
Karen, sono Rudiger! Ti prego, aprici
-
No!
Il biondo sospirò e scosse
la testa: Ciel gli aveva volutamente tenuto nascosto della sua relazione con
Leonard mentre Leonard gli aveva detto delle visite notturne della piccola Longbottom, tutti e tre, però, l’avevano presa come una
cosa poco seria e il più piccolo aveva affettuosamente battuto una mano sulla
spalla al Caposcuola dicendogli “Tratta bene la mia cuginetta”. Insomma,
nessuno era stato troppo preoccupato e nessuno credeva che per Karen la cosa
fosse così seria e così profonda.
Pensavano che si trattasse
di una cotta e via, qualcosa di leggero, ma… forse si erano sbagliati.
Ciel si sentiva
tremendamente in colpa e fuori, alle sue spalle, stavano altre due delle sue
sorelle in attesa che Karen aprisse finalmente quella dannata porta e mostrasse
il suo solito sorriso ingenuo.
Era colpa sua, era colpa sua! Se non avesse mentito, se Karen non si fosse
attaccata così tanto a Leonard, se le avesse detto
subito la verità a quest’ora tutto sarebbe stato più semplice.
-
Andate via, non voglio né parlarvi né vedervi!
Urlò da dentro la Gryffindor.
Arrivò anche una terza
sorella Longbottom, le altre le spiegarono la
situazione, ma da fuori non potevano fare assolutamente niente perché Karen
aveva avuto la brillante idea di chiudersi nella stanza di Gardis e tutti
sapevano che gli incantesimi di sigillo della Malfoy non si sarebbero spezzati
per una banale alohomora…
avrebbero fatto meglio a far saltare la porta con una
buona quantità di esplosivo, ma rischiavano di distruggere i muri mentre
l’uscio rimaneva in piedi e intatto al suo posto.
Jack, che era arrivato per
primo e che fino a quel momento non aveva detto una parola, si alzò in piedi,
spolverò le mani sulle ginocchia e se ne andò.
Karen era stesa sul tappeto
a pelo alto di Gardis e probabilmente glielo stava anche macchiando di mascara
e lacrime, era una fortuna che nel mondo magico esistesse il gratta e netta o era la volta che la bionda avrebbe rotto l’amicizia con
lei, voleva bene a quel tappeto come se fosse stata una persona vera e più di
una volta l’aveva vista lì distesa, di fronte al camino, a leggere o studiare.
Si sentì una codarda a
rifugiarsi in camera sua, pregando che lei non arrivasse… Gardis era stata una
buona amica, le aveva chiesto di rimanere fuori della faccenda e lei l’aveva
fatto. Era innegabile che doveva essere a conoscenza
dei sentimenti di suo fratello e della relazione con Ciel, Leonard, a
differenza di sua sorella, le aveva parlato, ma fedele alla promessa, non aveva
più detto una parola a proposito della sua decisione, non ne aveva fatto parola
con Hestia e si era limitata a dirle che non
approvava ogni volta che i loro sguardi s’incontravano.
E non era venuta a piangere
con lei o consolarla, perché le aveva detto fin dall’inizio che non andava bene
quel che faceva, Gardis sapeva cosa era giusto, aveva fatto la sua parte e la
sua coscienza era pulita. Gardis aveva SEMPRE ragione, questo era stato il
profondo insegnamento che aveva appreso durante la sua infanzia, per qualche
strana ragione la piccola Malfoy aveva diciassette anni e ne dimostrava
centodiciassette se non di più, innegabilmente c’erano momenti che era decisamente più grande della sua reale età.
E questa volta aveva
ragione come sempre, era sbagliato cercare di forzare i sentimenti di qualcuno
senza amore, lei aveva forzato se stessa autoconvincendosi
di provare amore per Leonard e aveva cercato di forzare Leonard ad amarla,
scambiandolo per il suo reale destino. Ma ciò che le
dava fastidio non era che la sua preziosa e amata sorella maggiore stesse col
ragazzo che le piaceva ben più di “un bel po’”, ma che Ciel glielo avesse
tenuto nascosto quando, invece, loro due si dicevano tutto.
Era stata davvero crudele
da parte di sua sorella, da lei non se lo sarebbe aspettato.
Leonard alla fine si era
comportato come suo solito, fregandosene altamente, ma sua sorella… sua sorella doveva dirglielo! E molto tempo fa.
Afferrò tra le dita
tremanti il tagliacarte noce e argento che la sua amica teneva nel primo
cassetto della scrivania, sapeva essere molto
affilato, come al solito Gardis teneva con cura i suoi averi.
Prese fiato, piano lo
sollevò davanti al viso, poi vibrò un colpo secco
senza rimpianti.
* * *
Christopher vagò spaesato
per il giardino di Hogwarts coperto dalla soffice
neve che era caduta quel pomeriggio.
Le grandi vetrate gotiche
proiettavano luci gialle e rosse all’aperto, illuminando cespugli, piante e
panchine in un clima molto natalizio.
Scorse due figure e si
sentì stringere il cuore al pensiero che la sua migliore amica, nonché ragazza di cui era innamorato, si fosse appartata
assieme ad un altro.
Non poteva fargliene una
colpa, specie se aveva trovato la persona giusta, ma… se avesse fatto qualcosa
prima, forse sarebbe stato lui la persona giusta, dopotutto lei non l’aveva mai
disprezzato come aveva fatto con tutti gli altri ragazzi e si era sempre
mostrata gentile e affettuosa e…
No, alt, lui non era e mai
sarebbe stato la persona giusta.
Però… gli aveva permesso di
abbracciarla e baciarla, privilegio che non era stato
concesso a nessun altro salvo i suoi amici più stretti, ma certo non nel modo
in cui l’avevano fatto loro.
Ovviamente non aveva
gradito il bacetto che le aveva dato alla recita (perché Rago
aveva ragione, era solo un bacetto), le parole ferite che aveva pronunciato
subito dopo erano riuscite a fargli male, ma… a differenza di quanto accaduto
con altri che si erano spinti molto meno in là, doveva ammettere che riusciva
ancora a camminare, aveva tutti gli arti e non vedeva i diavoletti dell’inferno
saltellargli addosso.
Non aveva risposte, solo domande, ma in quel momento voleva solo
trovarla e, a costo di combinare il casino più grande che ricordasse, avrebbe
mandato via quel bellimbusto che l’aveva portata fuori e avrebbe mantenuto la
parola che aveva dato poco prima a Leonard.
Non voleva ammettere di
essere arrivato troppo tardi. Il momento giusto è sempre quando arriva un Black, questo era uno dei cardini della sua storica
famiglia, perché non cominciare a prendere in prestito proprio ora il loro
proverbiale vademecum?
Mosse qualche passo verso
le due sagome ed entrambe si voltarono.
Lei parve solo un po’
stupita di vederlo lì fuori, poi gli sorrise come suo
solito facendolo sentire un cretino per i pensieri poco gentili.
Il ragazzo accanto a lei si
voltò verso di lui: era lo studente di Drumstrang,
quello che aveva il viso da ragazza, indossava una divisa da Cosacco con il
colletto contornato di pelliccia scura e il cappello sottobraccio e gli stava
sorridendo.
Deglutì sentendosi
stranamente a disagio e riconobbe gli occhi baluginanti: sapeva che Gardis
possedeva una vera e propria venerazione per il colore degli occhi delle
persone, che avesse deciso di concedere la sua amicizia al giovane russo per
via del suo sguardo magnetico?
A dispetto di quanto si
sarebbe aspettato, il ragazzo si alzò in piedi, Kitt si fermò vedendo che
scambiava qualche parola con la giovane Malfoy.
Non pareva che ci stesse
provando con lei. Non troppo, almeno.
Un’occhiata di quelle iridi
strane lo fecero irrigidire, il suo egoismo appena
nato, però, mischiato all’orgoglio che ogni Black
beve col latte, gli fecero muovere un passo dietro l’altro nella direzione
della panca, il russo ghignava, come se fosse soddisfatto di quel gesto e
s’incamminò nella sua direzione con passo sicuro e le mani nelle tasche dei
pantaloni.
Ricordava la scena di
qualche western, mentre il bandito e il giustiziere si incontrano
in mezzo al paese deserto e, di fronte al saloon, fanno un bel duello di
pistole dove uno dei due ne esce morto. Il becchino in genere è il protagonista
del film.
Forse l’avrebbe ucciso se
avesse saputo che aveva osato fare qualcosa alla SUA Gardis.
Quando s’incrociarono Kitt si fermò, quasi che dovesse dirgli qualcosa, lo
studente straniero però non rallentò l’andatura
-
Salutami Rago, quando la vedrai… - disse piano mentre si allontanava
con un ghigno diabolico sul viso da bambola; Chris si voltò di scatto nella sua
direzione, preso alla sprovvista da quella frase, più
che intenzionato a chiedergli cosa ne sapesse lui della Regina dei Demoni,
dimentico dei suoi pensieri omicidi. Lei gli aveva detto che la sua esistenza,
quella dell’Anima Azzurra e della sua continua rinascita erano uno dei segreti meglio custoditi della storia, ma conosceva già troppe
persone che sapevano chi fosse e cosa facesse al mondo.
Sentì qualcosa di strano
nella tasca della giacca esterna del suo abito da principe ungherese e,
infilandovi la mano, vi trovò un biglietto da visita, lo rigirò tra le dita più
volte: accanto ad uno stemma con un cigno era impresso un nome a caratteri cirillici
Принц
Фйодор Андрээвич
Quando era bambino, vista
la solitudine del luogo dove si trovava, aveva letto
molti dei libri del castello dove abitava con sua madre e i suoi zii e aveva
imparato diverse lingue dell’est europeo e il loro strano alfabeto, quindi
sapeva che quei caratteri, apparentemente strani, altro non erano che il nome
del ragazzo:
Fjodor Andreevič… principe Fjodor Andreevič
… era curioso che un russo,
e un principe soprattutto, non vi avesse impresso anche il suo (molto
probabilmente altisonante) cognome, ma solo il patronimico… e quello stemma gli
sembrava davvero strano e, contemporaneamente, familiare.
Sul retro del cartoncino
bordato di blu e d’oro era vergata una frase in caratteri latini, segno che il
ragazzo conosceva il loro alfabeto e, con ogni probabilità, anche la loro
lingua visto che, altrimenti, non avrebbe potuto
parlare molto con Gardis, soprattutto considerando che lei non era proprio una
maga della conversazione…
So che vuoi sapere la verita, cerca le
risposte prima delle domande e risolverai i tuoi misteri.
F.A. A.
* * *
Qualcuno bussò alla
finestra della stanza di Gardis.
Preoccupata, Karen si
accasciò sul pavimento; Jack, a cavallo della sua scopa, stava picchiettando nei
riquadri, cercando di identificare la sua figura nella fievole luce delle tre
candele accese e del camino
-
Karen! Per l’amor
del Cielo!
Esclamò quando la vide
riversa al suolo con il tagliacarte affilato in mano.
La bionda si voltò verso di
lui e il ragazzo riconobbe i suoi occhi azzurro-verdi sotto il nero colato del
trucco, le mani rosse per lo sforzo e… per terra un mucchietto disordinato di boccoli color caramello.
Lasciò all’istante il
manico di scopa e si inginocchiò accanto a lei,
levandole subito l’oggetto dalle mani, una lacrima sporca di mascara si posò
sopra i riccioli tagliati in malo modo.
La strinse a sé protettivo,
incurante che potesse macchiargli la camicia dell’abito, Karen singhiozzò
inerme qualche minuto, come una bambola senza vita, poi, d’improvviso, gli
gettò le braccia al collo e lo strinse piangendo calde lacrime piuttosto
rumorosamente.
…e Jacob Potter non poté
fare altro che consolarla con piccoli colpetti affettuosi sulla schiena, come
faceva da bambino con sua sorella o con Mattie, la
sorellina più piccola di Jeff che, vittima delle loro bravate, scoppiava sempre
in un pianto disperato.
-
Mi… dispiace…
Jack… - piagnucolò Karen tirando su col naso – sono… una stupida! – aggiunse
mentre lui le accarezzava i capelli, mezzi lunghi e mezzi corti visto che erano
stati tagliati alla bell’e meglio in un raptus di follia con un attrezzo
improprio.
-
No che non sei
una stupida – mormorò paziente lui
-
No… io sono una
stupida! – ribatté testarda
-
Vuoi dirmi che
cosa è successo? – la bionda scosse la testa – d’accordo, lascia che io vada a
tranquillizzare gli altri, ne parleremo con calma…
Lei lo trattenne per la
coda della giacca
-
Dì a mio cugino
che… quando ha tempo… mi porti Gardis…
-
D’accordo
-
Devo scusarmi con
lei – un altro assenso
La manina delicata e
pallida lasciò la stoffa; il moro si sistemò gli occhiali e andò all’uscio:
sbloccarlo dall’interno era semplicissimo.
Un coro sorpreso si levò
quando apparve il suo viso piuttosto preoccupato
-
Karen sta bene,
ma non vuole farvi entrare – la gente annuì e comprese, le sorelle Longbottom si guardarono aspettandosi qualcosa di diverso,
ma niente era terribile come l’espressione di terrore dipinta sul volto della
maggiore – Rudiger, per piacere, potresti
cercare Gardis?
-
Certo
Dopodiché richiuse la porta
e tornò dalla sua protetta.
-
Sono stata
veramente una stupida – biascicò lei – ho cercato di forzarlo e
inconsapevolmente li ho messi io nei guai, non è colpa loro…
-
Chi? – Jack la
prese in braccio e la depositò sul letto – raccontami tutto
-
Volevo che Leonard
mi vedesse come una ragazza e non come una… bambina… - cominciò – ma in realtà
era proprio quello che ero… volevo essere dolce e carina, ma ho scelto la
persona sbagliata, lui… vuole altro da una ragazza, qualcosa che non potevo
dargli… non… non sapevo che a lui piacesse mia sorella e… lei… non ha avuto il
coraggio di dirmelo, per non farmi soffrire… e io non
ho voluto vedere la realtà, era così evidente!
-
Coraggio… - la
rincuorò - so
cosa si prova, più o meno l’ho sperimentato anche io…
-
Sul serio?
-
Pensi davvero che
avrei avuto qualche possibilità con Christopher Black?
-
Ti… ti piaceva
Gardis?
-
Da quando avevamo
nove anni
-
È molto tempo
-
Ora non più. Ma
posso dire di essere stato il primo ragazzo a darle un bacio – ah, le gioie
della vita… per una settimana aveva perso il sonno dalla gioia, solo lui ne era
capace
-
Sul serio?
-
In realtà lei è
caduta da una scala… non è stato molto romantico… - Jack arrossì di colpo e il
colore si accordò con la tonalità dei suoi occhi, nascosti dietro le lenti.
-
E poi?
-
Poi è passata –
aggiunse con un’alzata di spalle – è evidente che non ero io quello giusto. Tu
eri quella giusta?
La bionda scosse la testa
-
Su, facciamoci
forza a vicenda. Ogni tanto, dopo tutto quello che ho
passato, vorrei davvero che Gardis stesse con quel maledetto ragazzo dei Corvonero! Penso che abbiano troppo orgoglio
-
O troppa paura –
specificò l’altra
-
Forse. Ma di che cosa?
-
No no, basta! Voglio buttarmi da una finestra!
Alzandosi all’improvviso
Karen si diresse verso il balcone, Jack la riacchiappò al volo
-
Tu sta’ seduta che ti sistemo i capelli, ma con cosa li hai
tagliati, con un machete?
-
Non so dove Gardis tenga le forbici… - si giustificò lei
Il ragazzo si alzò in
piedi, aprì il terzo cassetto, sollevò un paio di righelli e afferrò al volo le
forbici, poi andò alla finestra e la chiuse per precauzione, fece sedere la
bionda sul tappeto e si preparò a pareggiarglieli come meglio poteva,
ovviamente Hestia non gli aveva mai permesso di
avvicinarla con un paio di forbici in mano, andava piuttosto fiera dei suoi
capelli, quindi non doveva aspettarsi un taglio degno delle sfilate parigine, o
forse sì? Karen ubbidì docile e una ciocca dopo l’altra queste caddero assieme al mucchietto che già era sul tappeto.
-
Valle a bruciare
– le ordinò dopo aver terminato, rimettendo a posto l’arnese – così sarà come
mettere una pietra sul passato, anno nuovo, vita nuova e nuovo taglio – spiegò
di fronte alla sua aria confusa
La Longbottom
gli regalò un sorriso che scaldò il cuore e, inchinandosi appena di gratitudine,
afferrò i suoi boccoli biondi e li lanciò tra le fiamme crepitanti del
caminetto, rimase un istante lì di fronte con gli occhi chiusi e le mani
giunte, come se stesse seriamente cercando di dimenticare tutto quello che era
accaduto, pregando per un futuro migliore
-
Grazie – mormorò
infine voltandosi verso di lui, gli occhi colmi di pianto, ma il sorriso di
nuovo sulle labbra
Jack arrossì e annuì
sistemandosi gli occhiali sulle iridi verdi, poi afferrò lo specchietto della
piccola Malfoy e glielo porse in modo che potesse vedere il suo nuovo look decisamente più birichino. Mamma e papà ci sarebbero rimasti
di sale, ma non importava.
* * *
Kitt si era seduto sulla
panchina lasciata libera dallo studente di Drumstrang
da almeno cinque minuti, ma la conversazione languiva.
All’inizio era stato facile
pensare di arrivare lì e darle un bacio, ma a ben pensarci, oltre al fatto che
era poco saggio, voleva davvero spiegarle qualcosa di sé. Solo che non ci
riusciva e Gardis era tutta rapita dalla luna in cielo e la musica in lontananza
-
Conosci quel
ragazzo che era qui prima? – indagò sentendosi ancora
un po’ geloso dell’attenzione che generalmente rivolgeva a lui e che, in quella
circostanza, era stata destinata ad un altro ragazzo,
probabilmente più intelligente visto che aveva fatto subito la sua mossa
-
Sì – che risposta
articolata… o non voleva parlarne o non voleva
metterlo in difficoltà.
-
Da molto? – lei
si puntò un dito alle labbra, come se ci stesse pensando
-
Sì, si potrebbe
dire di sì – annuì e lui notò che la sua manina era fasciata da un guanto di pizzo
-
Sei molto
graziosa stasera – lei gli sorrise riconoscente, ma
non fece nient’altro, era anche comprensibile visto il livello di apprezzamento
che le stava mostrando con le mani intrecciate tra le gambe e la schiena curva,
quando lei era tutta carina nel corpetto dell’abito che le stava d’incanto,
chiaramente con la schiena dritta e le mani giunte come si conveniva ad una
ragazza beneducata.
Avrebbe dovuto dirle che
era “superlativa” e anche “sensuale” ed “eterea”, non
c’entravano niente l’uno con l’altro, ma era quello che avrebbe dovuto dirle
perché lei era proprio così.
Invece le rivolgeva
infantili complimenti che neppure una bambina dell’asilo si sarebbe sentita
lusingata.
Izayoi lo avrebbe preso a
schiaffi, detestava i ragazzi poco decisi.
E anche Gardis, era
naturale che avesse concesso a quello studente straniero più
familiarità, lui in sette anni non era stato capace di niente del genere.
Nonostante la disprezzasse,
l’etichetta aveva lasciato segni evidenti su di lei, camminava con la testa
alta e la postura fiera di chi per anni ha dovuto reggere libri e mele sulla
testa, quando stava seduta non tendeva mai ad allargare le ginocchia, ma
intrecciava finemente i piedi sotto la seggiola, se stava discorrendo
guardava la gente negli occhi e se non lo faceva era perché non li riteneva
degni della sua attenzione.
Aveva un concetto piuttosto
alto di se stessa, come tutti i Malfoy, non l’aveva mai vista abbassare gli
occhi per paura di confrontarsi con qualcuno. Era la degna discendente di un
Principe degli Arcimaghi, come gli aveva insegnato Rago.
Per questo poteva dire che
le piacevano le persone che sapevano quel che facevano e lui non lo era granchè…
Però l’aveva vista piangere.
-
Come mai sei
venuto fuori? Non si è sentito male qualcuno, spero…
-
No, Hestia non mi avrebbe mai detto dov’eri – la bionda emise
uno sbuffo sonoro, quelle due non si approvavano a
vicenda su certe cose.
-
E allora?
-
Volevo chiederti
un ballo…
-
A me? – Gardis
sembrava incredula
-
Perché? Non vuoi…
-
No.. cioè, non è che non voglio… io sì che voglio, però… ecco
è strano… - era dunque stato così falsamente disinteressato in quegli anni? Il
lavoro gli era riuscito bene, peccato che adesso lei pensasse che fosse
impazzito tutto d’un colpo
-
Però non voglio rientrare – precisò lui – quindi… ti
andrebbe di ballare qua fuori?
-
Sì. Anche perché
non credo che qualcuno riuscirà a farmi esibire come un orso ammaestrato in
mezzo alla pista da ballo…
-
Il ragazzo di
poco prima però stava per riuscirci… - puntualizzò suscettibile
-
No, As…Fjodor non ci sarebbe mai riuscito. Lui è… praticamente un altro fratello per me
-
Ci sono parecchi
ragazzi che per te sono come fratelli – commentò lui – e sono anche tutti
stranamente affascinanti
-
Vero? – pareva
contenta di quelle parole, certe cose non le capiva
proprio al volo – ma… - spiegò – lui… era da molto che non ci incontravamo
-
Mi dispiace
allora, sono stato sgarbato a interrompervi
-
Non preoccuparti,
possiamo parlare quando vogliamo, ma tu che mi vieni a cercare per chiedermi un
ballo è qualcosa che succede di rado
-
Sei in vena di
farmela pagare per prima?
-
Non pestarmi i
piedi – il suo tono si fece appena più aspro
-
Scusa, in
Ungheria non ho mai ballato molto
-
La McGranitt dava lezioni di ballo
-
Mia madre ci ha
provato, ma i risultati sono stati disastrosi. Eppoi non avevo tempo.
-
Lachlan invece è
un ballerino provetto
-
Sì, ma qualsiasi
cosa dove c’è da muoversi fa per lui, stavo seriamente pensando di farlo
entrare l’anno prossimo nella squadra di quidditch, a
differenza mia lui è piuttosto portato con gli sport
-
Ma se non c’è portiere migliore di te!
-
Roderick e Cartrett sono molto bravi
-
Roderick è rigido come un palo della cuccagna e Cartrett… sarebbe un ottimo portiere se solo non fosse
confinato in infermeria da mesi. Il mondo magico è l’unico dove c’è ancora
l’usanza della quarantena
-
La Chips ha detto che a metà gennaio li libererà tutti, li
tiene lì per evitare il contagio
-
Fa bene, ma per
la squadra un po’ meno
-
Merrick e Thunder non se lo sono preso
-
Anche per la
scuola, Henrietta e sua sorella sono vegetanti da settimane
-
Ti sto facendo
male
-
No, balli bene
alla fine, devi solo prendere il ritmo
-
Ora fai guidare
me? – Gardis arrossì
-
L’ho fatto di
nuovo?
-
Che cosa?
-
Di impormi… stavo
guidando io?
-
Sì
-
Dovrebbe essere
il cavaliere
-
Lo so
-
Non sono tanto
brava a lasciare che una persona mi faccia fare qualcosa
-
Me n’ero accorto,
se vuoi che faccia io la dama però dobbiamo scambiarci i vestiti
-
Ringrazia di essere
nato maschio, Kitt
-
Perché?
-
Non hai idea di
quello che ho dovuto passare per mettermi questo
affare, è come morire
-
Lasciatelo dire,
non sembra proprio che tu stia per lasciarci, stai molto bene invece
-
Non scherzare, -
evidentemente non si era accorta che si riferiva al suo aspetto e non alla sua
salute - i tacchi mi fanno male, le scarpe stringono, il corsetto mi sta
levando l’aria, la camiciola mi sta scendendo e non dico dove, le calze cadono
e non posso neppure alzarmi due strati di gonna per rimetterle a posto perché
la sottogonna si sposterebbe assieme alla crinolina
-
Altro?
-
Sì, i capelli mi
stanno tirando da morire e mi prude un fianco
-
Lamentarti è il
tuo sport preferito, confessa – Kitt era stranamente galante quella sera e non
era certa che la cosa le dispiacesse, anzi, la lusingava molto, anche se lui
ascoltava sempre le sue tirate sui dolori dell’essere nata
femmina; ma quella sera sorrideva dolce e i suoi occhi la stavano
portando a fantasticare un po’ troppo. Certo non l’aveva ancora perdonato per
averla baciata senza una ragione dettata dai sentimenti, ma… non gliene voleva
più di tanto, Christopher la influenzava troppo.
-
È lo sport della
famiglia, non hai mai sentito mio padre che razza di brontolone che è
-
E tua madre come
fa? Mia zia è sempre poco incline a tollerare le lamentele e la nostra
governante dice che se abbiamo il tempo per lamentarci allora vuol dire che non
abbiamo lavorato a sufficienza
-
La tua governante
era una Corvonero?
-
No, viene direttamente
dal terzo Reich
-
Mamma invece fa
finta di starlo a sentire e poi gli chiude la bocca, metodo Granger
fatto in casa
-
Ah sì?
-
Ma anche lei
quando ci si mette è una di quelle che non la smette più
-
E tuo padre fa
come lei?
-
No! A mio padre
piace far vedere chi comanda
-
Ah sì?
-
Sì
-
Non mi dirai che
la picchia, spero
-
Certo che no! ti pare che potrei permetterglielo? – no, decisamente
impossibile
-
E allora?
-
In genere le dà
un bacio, ma non è una cosa che approvi del tutto e non è l’unica cosa, casa
nostra di notte è off limits, è sconsigliato
girovagare per i corridoi, ci sono spettacoli poco edificanti in giro, senza
contare poi tutti quei quadri parlanti di cui ci siamo riempiti le stanze,
francamente non li sopporto granchè, quando sarò più
grande casa mia sarà piena di nature morte e…
La sua sequela di lamentele
venne interrotta.
Da un bacio.
Mentre lei chiacchierava
distratta di tutto quello che non sopportava lui si
era avvicinato piano piano e quando lei aveva
finalmente percepito il pericolo la bocca stava già sfiorando la sua mentre gli
occhi erano chiusi, i suoi invece erano spalancati dallo stupore e poco ci
mancava che non si mettesse a piangere. Avrebbe potuto impedirglielo se avesse
voluto, ma… Kitt la influenzava troppo lo diceva sempre
E parlava di piangere dalla
gioia, anche se era sbagliato.
-
Così? – così
cosa? Al momento non ricordava neppure come si chiamava!
-
Eh? – un commento
molto arguto
-
Non è un metodo
troppo spiacevole… - stava ridendo di lei? Maledetto, aveva un’anima bastarda
quello stupido Ravenclaw
Una lacrima le rigò la
guancia, non voleva piangere, non DOVEVA, ma non ci riusciva. Come poteva
piacerle qualcosa del genere fatto assolutamente senza sentimenti di amore?
Poteva capire la casualità, tipo quella che l’aveva colpita quando aveva
baciato Jack, ma… qui le cose erano completamente diverse! Questo era un atto
premeditato!
-
Ti odio
Christopher! – gli gridò in faccia, lui parve stupito, ma dentro di sé se l’era
aspettato, niente di diverso, magari solo qualche ceffone in più, ma quelli
potevano arrivare – ti detesto! Come ti permetti di baciarmi senza provare
niente per me?! Stupido, stupido,
stupidissimo Kitt!
E lo schiaffo arrivò per
davvero, forte e bruciante sulla sua guancia, ma quasi non lo avvertì perché
c’era qualcosa che l’aveva pietrificato: aveva visto l’ombra di un sentimento
nei suoi occhi, tra le sue lacrime.
E delusione, molta delusione.
Cosa
aveva detto? Che non provava niente
per lei?
E lei?
Che cosa era implicito in
quelle parole? Che gli voleva bene più che ad un
amico?
… che stupido, non si era
preoccupato molto di quello che poteva provare o pensare lei, non era stato un
comportamento molto diplomatico, non le aveva neppure detto che l’amava…
Ma dove aveva avuto la testa in quei sette anni? Dove
per non vedere quello che al momento gli sembrava così semplice ed evidente?
Cosa
diceva il saggio?
L’ovvio è quel che non si vede mai,
finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità.
Gardis
non era stata così evidente, ma… in effetti in qualche
modo avrebbe dovuto capirlo già da tempo… che cosa? Beh, la cosa che allo
stesso tempo era la più bella e la peggiore dell’intero Creato.
Vide
la sua figuretta sfrecciare via dal luogo dove erano poco prima nascondendo gli
occhi nella manica mentre lui stava ancora a riflettere.
Oh,
al diavolo tutto!
Afferrò
il suo braccio al volo e, prima che lei si voltasse e l’aggredisse,
l’abbracciò stretta.
-
Ti amo, Gardis Derzhena Malfoy – disse semplicemente, qualsiasi altra cosa
sarebbe stata fuori luogo
La
bionda spalancò gli occhi finché non brillarono come la luna in cielo.
Ma più
ancora della sua inaspettata dichiarazione la stupì sentire una lacrima, fredda
come ghiaccio, scorrerle sulla schiena scoperta dalla scollatura dove lui stava
posando le sue labbra.
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti! Eh sì, finalmente ci siamo arrivati al
tanto sospirato e temuto momento della confessione! Spero di non aver deluso
troppe aspettative, so che ciascuno lo immagina in maniera
differente , io personalmente trovo molto romantico mischiare l’amore con le
lacrime nelle mie storie e purtroppo è maledettamente evidente.
Ciò che
mi piace di questo capitolo è che finalmente Kitt comincia a mostrare un po’ di
se stesso, ma non la parte prettamente istintiva che ha visto la luce nelle due
occasioni in cui ha osato alzare le mani sulla pupilla Malfoy, peraltro neppure
troppo ritrosa, ma anche perché l’istinto che lo prende in questo capitolo è
quello che chiamo “istinto di sopravvivenza”, insomma, diciamocelo, il
poveretto è arrivato al suo limite di sopportazione e mi piace affermare che si
è costruito la forca da solo perché sì che Gardis ci mette del suo, ma prima la
va a baciare, poi se la coccola perbene per tutta la storia e viene a dirmi che
non riesce a starle lontano, vorrei ben vedere! Quale persona normale sa stare
alla larga da un/una Malfoy?
Appunto, nessuno…
Ci sono poi altre storie
che s’intrecciano: scrivere di Hestia che fa quella
ramanzina sottintesa al nostro protagonista Black è stato divertente, mentre ho cercato di
rendere le scene di Karen il più drammatiche possibili, tanto per separare un
po’ queste tre tanto amiche, ma così diverse.
Alla fine ognuna ha le sue
grane e non da poco.
Per finire, la scena che
preferisco è quella dove Kitt parla con Leonard, la chiave di lettura,
piuttosto facile, è la seguente: “se fossi stata una
ragazza di Hogwarts che passa per caso di lì, sarei
rimasta abbagliata”, perché si sa che i cattivi ragazzi hanno il loro fascino e
io ho tanta voglia di vedere questo Christopher come un cattivo ragazzo.
Ok, ho scritto un poema più o meno senza senso, sono molto curiosa di leggere i
vostri commenti, quindi spero davvero che me ne lascerete e farete contenta
questa autrice un po’ pazza! ^^ oggi che ho tempo passo a salutarvi uno per
volta, grazie mille! Siete tutti meravigliosi, anche quelli che non mi lasciano
una recensione ma che seguono la mia storia, grazie davvero!
Ciao e un bacione,
Nyssa
PS: chiedo scusa per il mio
russo penoso, se ci fosse qualche errore vi prego di
farmelo notare che provvederò a cambiare il testo, purtroppo la mia consulente
(e amica), ha deciso di partire per un viaggetto, quindi mi manca un po’ di
materia prima.
PS2: avet
notato che strano? Il capitolo della dichiarazione di Kitt è caduto come
22=2+2=amore+amore, curioso, questa volta non l’ho fatto apposta! Ne sono
davvero felice! Ora scappo davvero.
Giulia Malfoy:
ciao! Ah, se ti prudono le mani ti capisco, non sai a
me! A volte è orribile essere un’autrice così cattiva con i propri personaggi e
seriamente mi domando: “perché non gli faccio fare
questo o quello?”, beh, non ho ancora avuto risposta, niente segni divini,
continuerò a chiedermelo usando la stessa scusa di sempre esigenze di
copione.
Kitt poi è un personaggio
che si trattiene sempre, quindi scrivere di lui è
doppiamente difficile…
Spero davvero che questo
capitolo ti piaccia e mi auguro che mi lascerai anche una recensione, al
prossimo aggiornamento, ciao e un bacio! Nyssa
Hollina:
eh… ci sono persone che non imparano mai, Kitt almeno una mossa se l’è data,
peccato che avrebbe dovuto dire moooooolto di più che
quelle stupide tre parole, ma almeno è stato romantico, se c’è
una cosa di Kitt è che, a differenza di Leonard che non lo è minimamente, è
romantico e questo mi piace in un ragazzo.
Lui sa come mandare in
deliquio una ragazza… ah, ne esistessero di più di ragazzi così…
Già, la storia di Rago è molto triste, io penso che sia per questo e per il fatto che sia una principessa che il suo sarcasmo è
così tagliente. Ad ogni modo è servito a dare una smossa a quel benedetto Black.
Spero davvero che il
capitolo ti piaccia, ormai la storia sta davvero nel vivo! Mi raccomando,
lasciami una recensione! Ciao un bacione e alla prossima! Nyssa
Killkenny:
era un dettaglio che mi aveva colpito molto del curriculum che avevi mandato e
così ho deciso di usarla, dopotutto tutte le mie fic
sono disseminati di citazioni più o meno evidenti a
Eva.
Ti ringrazio di nuovo per
il voto, spero che anche questo capitolo riscuota la tua approvazione, anche se
è decisamente più sdolcinato ^:^
Noi ci rivediamo al
prossimo aggiornamento, spero davvero che ti piaccia e che mi lascerei una recensioni, ciao e a presto!
Ginny28: eh,
sono contenta che Fjodor abbia suscitato il dovuto
stupore, è un personaggio che serve parecchio, in questo capitolo si vede che pure lui nasconde la sua bella dose di verità, come
tutti d’altronde, sembra quasi che nelle mie storie i personaggi vivano di
pane, psicologia e segreti. Una dieta variegata, non c’è
che dire…
Mi dispiace che la tua
curiosità non sia soddisfatta anche in questo ventiduesimo capitolo, però
prometto che presto comincerò a risolvere tutti i misteri =P
Mi auguro che ti piaccia
anche questo aggiornamento, aspetto di sapere, sono
curiosa di ricevere una tua nuova recensione! Ciao, un bacio e alla prossima! Nyssa
Lord Martiya: uhm, potrei farci un pensierino, è sempre un’idea
interessante mettere una guardia del corpo a Gardis, il problema è che credo
che lei sia capace di badare a se stessa, non penso che qualcuno riuscirebbe a
farle qualcosa senza il suo completo consenso ^_^
Mi auguro che il capitolo
ti piaccia ugualmente, anche se non è molto avvincente… ciao e a presto!
Nyssa
DragonSlave:
ehm, è così evidente che mi piacciono le parentele? Chi l’avrebbe mai detto…lalalalala… (fa finta di niente). Ad ogni modo penso che
uno schemino torni sempre utile, io lo faccio sempre
prima, salvo poi ampliarlo del doppio durante la storia, i personaggi iniziali
generalmente raddoppiano durante la narrazione perché mi dico: sì sì, serve anche questo
personaggio. E quest’altro. E questo non lo volevo usare, però… ecco come
nascono i casini ^_^
No no,
tranquilla, il fatto che ci siano poche ragazze Malfoy non c’entra
con la storia di Rago, è solo una casualità, sarà che
i maschi Malfoy hanno decisamente più successo…
Che vampiri e licantropi si
detestino è un dato di fatto, è così da sempre, però non ho mai detto che
vampiri e arcimaghi si odino, in effetti erano
pacifici finchè quella p****** della matrigna di Rago non ha combinato il solito pasticcio diplomatico. Ho
sempre sostenuto che le donne fanno la storia e la distruggono, che dici, sono
un po’ troppo femminista?
Sul mistero di Fjodor si scoprirà tutto, tranquilla, anche se ci vorrà un
po’ perché il caro ragazzo non ha certo voglia di vuotare il sacco così
velocemente, eh che cavolo, sennò che razza di personaggio sarebbe? Non mi
serve una persona senza misteri ^_^
Diciamo che Rago la si può vedere in modo
differente, da una parte è vinta da un sentimento di amore eterno verso Dresda
e dall’altro tratta Kitt quasi in maniera materna, non è una cosa strana?
Ad ogni modo siamo
finalmente arrivati al momento della dichiarazione che è un
bel po’ più romantica di quella che Draco fece
ad Hermione, questo perché Draco,
come Leonard, trasuda fascino, ma pecca di romanticismo, direi che è l’abitudine
ad avere troppe ragazze…
Ora ti lascio, ho scritto
un poema, spero davvero che il chappy ti piaccia,
sono davvero molto molto curiosa di leggere la tua
recensione a proposito, mi raccomando scrivimi presto! Ciao e un bacione grandissimissimo! Nyssa
Vavva:
non dirmi che hai già sviscerato tutti i misteri che ho creato… che autrice
inetta che sono, uffa, non dovrei essere così tanto
prevedibile. Ma migliorerò, lo prometto!
Fjodor ha la sua buona parte di mistero, non posso dire
nulla a proposito perché la soluzione dei misteri è ormai vicina, però spero
davvero che questo capitolo ti piaccia ugualmente anche se
non si scopre davvero chi è. In compenso ci ho messo la
tanto attesa dichiarazione di Chris che ha deciso di dare credito alla storia
di Rago e di darsi una mossa, esprimendo finalmente i
suoi sentimenti (ed era ora, c’è proprio da dirlo…).
Mi auguro che ti piaccia
quindi spero di leggere presto la tua recensione, ciao e un bacione grande! Nyssa
_Nana_: ciao cara! Come te la passi?
Io continuerò a scrivere, non preoccuparti, da quando ho scoperto che
pubblicare fanfic mi piace così
tanto, non intendo certo lasciar perdere, è troppo rilassante buttare
giù una bella avventura complessa.
Sono molto felice che la
storia di Rago ti sia piaciuta, in
effetti è piuttosto triste… in effetti Gardis è andata all’appuntamento
come Rago, ma Kitt non ha mai menzionato sua sorella
con loro dure e c’è anche da dire che, come spiega Gardis qualche capito
indietro, Rago più leggere tutti i pensieri della
nostra protagonista, le emozioni e vedere le sue stesse cose, ma non esiste il
contrario, quindi o è Rago stessa a comunicarle
qualcosa in un certo modo (che non ho ancora spiegato), oppure Gardis è
assolutamente all’oscuro di quanto si dicono Rago e
Kitt, infatti non sa di piacere a lui anche se Chris ne ha fatto parola a Rago.
Forse mi sono lasciata trasportare
dalle complicazioni del personaggio, ma questo
passaggio è molto importante, quindi ho voluto spiegarlo bene, spero di essere
stata chiara, nel caso non lo fossi riscrivimi che lo spiego meglio ancora.
Ad ogni modo spero davvero
che questo ventiduesimo capitolo ti piaccia, aspetto trepidante la tua prossima
recensione, ciao e a prestissimo! Nyssa
Kri87:
innanzi tutto ciao e benvenuta! Sono sempre felice di conoscere nuovi lettori
delle mie storie e premetto già che questa risposta sarà lunga come la tua
Recensione (con la R
maiuscola come hai precisato) perché sono una a cui
scrivere e parlare piace un sacco e tu mi hai dato un sacco di elementi di
conversazione ghiottissimi!
Se ti può consolare anche io ero piuttosto indecisa se pubblicare oppure no il
seguito delle Relazioni perché, come te, penso sempre che i seguiti siano
sempre una forzatura della storia originale, qui però alla fine ho deciso di
fare il primo passo perché, lo devo ammettere, la storia originale che creai
era proprio quella di Gardis e Kitt e quella di Draco
ed Herm è venuta di conseguenza perché sarebbe stato
stupido scrivere una storia della new generation
senza avere una old, no?
Sono molto felice di non
dovermi pentire della mia scelta, sono molto legata ai personaggi di questa
storia perché, a differenza di quelli delle Relazioni, li ho creati proprio a
mia immagine, come li volevo io, mentre gli altri avevano già un’impostazione
data dalla zia Row nei suoi libri, anche se forse mi
sono ispirata più ai film che ad altro…
Spero davvero che la storia
continui a piacerti e sono contenta che riesca addirittura ad
oscurare la sua “mamma” a cui sarò eternamente legata (sai, è la prima che ho
scritto, la considero un po’ la mia pupilla), anche io leggo e scrivo solo di Draco ed Herm, quindi mi è sempre
difficile avere personaggi diversi tra le mani.
Per quanto riguarda i
difetti, invece, ti ringrazio moltissimo per avermeli fatti notare, penso
seriamente che le critiche, se sono costruttive, possono
tornare utili. Una persona alla fine delle Relazioni, mi aveva detto ti
fare attenzione a non usare troppi abbreviativi e ho cercato di seguire il
consiglio, per quanto possibile, là però la cosa era voluta
perché mi serviva per la questione del nome Ransie e Temperance.
In
effetti ho un po’ di problemi tra
il te e il tu, purtroppo mi rendo conto di usare a dismisura il primo quando
invece sarebbe corretto il secondo, a volte però sono così abituata che
rileggendo non me ne accorgo neppure, chiedo davvero scusa per tutti gli
errori, mi rendo conto che devono davvero essere a bizzeffe e veramente
fastidiosi quando si legge per la prima volta, o almeno per me è così. A volte
non me ne accorgo neppure, rileggo la storia tante di
quelle volte che ormai conosco le frasi praticamente a memoria, sorry =P cercherò di essere più attenta, lo prometto. Lo
stesso vale per le dimenticanze di soggetti e verbi, so a memoria quello che
volevo dire che non me ne accorgo neppure ^_^
Per quanto riguarda la
storia, invece, tranquilla, dormo benissimo la notte, forse anche più di quello
che dovrei, il dormiveglia prima di prendere sonno penso davvero che sia il
miglior periodo per inventare situazioni nuove o nuove
storie… che siano complicate, ehm, quella è un’altra faccenda, il fatto è che
mi piace dare il proprio spazio a tutti i personaggi e quindi mi viene naturale
creare una storia per ciascuno, solo che poi s’incrociano e allora… si finisce
così…
Mi fa piacere che gli occhi
bicolori di Gardis le diano spessore, Gardis è un personaggio che amo
moltissimo, il mio ideale di persona, nonostante tutti i suoi difetti, ed ero
molto legata al fatto che avesse gli occhi di colori differenti, doveva essere la
degna figlia di Draco ed Herm, mentre Leonard presenta una fusione differente, ma
comunque evidente soprattutto nel carattere.
Jack sembrava davvero
innamorato di Gardis? Beh, questo capitolo insegna che… era proprio così! Non ti
eri sbagliata, è solo di recente che ha aperto gli occhi e in
effetti ha ragione, non avrebbe mai avuto chance contro Kitt, mi spiace,
lui era il protagonista fin dall’inizio e non era difficile da intuire, Gardis
ha letteralmente perso la testa. Chissà che non riesca a stare vicino a Karen
proprio per questa loro affinità di sentimenti nei confronti di due persone che
non li corrispondono.
Poi c’è Leonard, creato a
immagine di Draco, ma senza i suoi problemi di
personalità e decisamente diverso per quanto riguarda
la psicologia, insomma, un’apparenza tutta esteriore, in realtà Leo ha preso
molto dalla sua mamma.
Seraphin tornerà, promesso, avrà il suo spazio, deve solo
arrivare il suo momento.
Ok, l’avevo detto che avrei
scritto la Divina Commedia
come risposta, vero? Bene, ora scappo davvero. Seguendo il consiglio di Rago Kitt ha finalmente deciso di mollare i panni del bravo
ragazzo e di fare quel che gli gira (mica male, no?),
mentre comincia a comparire il personaggio di Fjodor,
ehehe, anche lui ha qualcosa da raccontare (ma che
strano).
Mi auguro che il capitolo
ti piaccia come il resto della storia, aspetto trepidante la tua recensione,
spero di riceverla presto, mi raccomando, non distruggere la tastiera! Se poi
vuoi fare due chiacchiere con un’autrice pazzoide e parlare della storia o di
qualsiasi altra cosa, scrivimi pure! Sono davvero curiosa di conoscere nuove
persone! Ciao ciao e a
presto, un bacione grandissimo! Nyssa
Lisanna Baston: è curioso di Rago il fatto
che passi continuamente da un atteggiamento prettamente da amante a qualcosa di
molto simile all’istinto materno. In effetti la sua
storia è molto triste, ma ciò che vuole davvero fare è insegnare qualcosa a
Kitt, insomma, ad avere fiducia in se stesso e nella ragazza che ama.
A combattere per il suo
amore, cosa che lui non stava facendo, ma che finalmente s’è deciso
a fare.
Eh, Kitt ha ragione a
pensare che Rago non gliela
racconta giusta, c’è ancora qualcosina da dire
su di lei, ma non è ancora giunto il momento, anche se non sarà troppo in là.
Bene, spero davvero che
questo nuovo capitolo con la tanto fatidica dichiarazione di Kitt ti piaccia. Aspetto
la tua recensione, sono curiosissima di sapere che cosa ne pensi, ciao e un
bacio! A presto, Nyssa