contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#08. The only certainty
[fireworks inside me]
«Sei molto carina stasera, Sakura».
La ragazza si portò alla bocca un bicchierino che di sicuro
non era analcolico senza degnare l’Inuzuka di uno sguardo,
intenta com’era a fissare la vetrina della rosticceria che le
stava di fronte. «Non attacca con me, Kiba. Lo sanno tutti
che pendi dalle labbra di Hinata».
Kiba tossicchiò imbarazzato, deviando il discorso.
«Non starai esagerando, con l’alcol?».
«Fatti gli affaracci tuoi!», rispose Sakura,
bevendo tutto in un sorso il bicchiere.
Non riusciva a smettere di pensare che, terminato il discorso in onore
dei caduti in guerra, Naruto aveva cercato Hinata, non lei. Sakura
aveva seguito i movimenti del ragazzo con lo sguardo, credendo che
prima o poi lui l’avrebbe raggiunta per passare il resto
della serata insieme e per riaccompagnarla a casa, come le aveva
precedentemente promesso, invece era entrato nella rosticceria in cui
c’erano Kiba e Hinata. Ma ora l’Inuzuka era vicino
a lei, mentre Naruto conversava animatamente con la Hyuuga.
Ogni volta che qualcuno le gironzolava davanti, Sakura lo spingeva via
con le mani per avere una visuale completa della rosticceria.
Perché?
Perché Naruto le faceva questo, dopo essersi dichiarato di
nuovo? Cercava di trovare una spiegazione plausibile, viste le
innumerevoli volte in cui si era sbagliata sulle intenzioni di Naruto,
ma non ci riusciva. Pensava solo a Naruto e Hinata, insieme, e sentiva
una fitta al cuore.
Kiba, al suo fianco, aveva preso a parlare. Parlava, parlava e parlava,
ma a lei non andava di ascoltarlo.
Sgranò gli occhi quando vide Naruto chinarsi sulla guancia
di Hinata e lasciarle un bacio, poi i due si rivolsero qualche altra
parola e infine uscirono insieme dalla rosticceria. Sorridevano. Si sorridevano.
E alzandosi dal suo sgabello per raggiungerli, Sakura
rifletté di non aver mai provato tanta gelosia in vita sua. Nemmeno per Sasuke-kun.
«Andiamo a vedere i fuochi d’artificio».
Nemmeno il tempo di farlo uscire dalla rosticceria in compagnia di
Hinata, che Sakura si era praticamente catapultata su Naruto e
l’aveva afferrato per un braccio, costringendolo a seguirla.
«Ma... Sakura-chan... i fuochi d’artificio verranno
sparati più tardi!».
«Non mi interessa. Voglio
andare a vedere i fuochi d’artificio».
Naruto si chiese cosa le prendesse. Lo stava letteralmente trascinando
in mezzo alla strada, ignorando le sue proteste e dicendo cose assurde.
Non sembrava nemmeno lei.
«Sakura-chan, io non ho ancora mangiato niente!».
«Be’, avresti potuto mangiarci, in
quella rosticceria... invece di flirtare con Hinata».
«Ma che diamine stai dicendo?!».
Naruto piantò i piedi per terra, sfilando bruscamente il
braccio dalla mano di Sakura.
Solo allora notò che la ragazza era rossa in volto e
faticava a tenere gli occhi aperti.
«Sakura-chan, ti senti bene?», le chiese
apprensivo, avvicinandosi.
Sakura sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Fingi di preoccuparti per me, ora?».
«Cosa...? Ma io mi sono sempre preoccupato per te!».
«Ho visto come ti preoccupavi di me mentre parlavi con Hinata
ed io ero là fuori tutta sola!».
Naruto boccheggiò: Sakura era gelosa,
dannatamente gelosa di lui.
Non era la prima volta che mostrava tale sentimento, ma mai come
allora Naruto si chiese se quella gelosia non fosse dettata dalla
semplice amicizia. Se
ci fosse qualcosa di più.
«Sakura-chan», le disse sorridendo.
«Kiba mi aveva chiesto di parlare con Hinata
perché aspettava ancora una risposta da parte mia. E sai
cosa le ho detto?».
Sakura si morse il labbro inferiore, imbarazzata. «Cosa?
Sentiamo».
«Che per me
esisti solo tu».
Naruto le sorrideva in modo così dolce e sincero che sarebbe
stato impossibile non credergli.
Sakura si ritrovò a vergognarsi di se stessa
perché aveva dubitato di Naruto. Ma il fatto era che Hinata
si faceva sempre più bella, sempre più languida
d’amore per Naruto, e meritava la sua attenzione
più di chiunque altra. Sakura, pur sapendo di poter averlo
quando e come voleva, si sentiva costantemente ad un livello inferiore
rispetto alla Hyuuga. Era una paura sciocca, insensata, ma non riusciva
a scacciarla.
«Scusa», ammise abbassando lo sguardo, poi i suoi
occhi si infiammarono all’improvviso. «Un momento!
Le hai detto davvero che esisto solo io?! Ma sei un
insensibile!».
Naruto mosse freneticamente le mani. «Ma no, Sakura-chan,
sono stato più delicato! Il senso era quello,
però».
Sakura sorrise, la mente piacevolmente annebbiata dall’alcol.
«Mi accompagni a vedere i fuochi d’artificio,
allora?».
«Certo, ‘tebayo!»,
esclamò Naruto di rimando, afferrandola per mano. Un attimo
prima di riprendere a camminare, Sakura si procurò due
spiedini di carne da una bancarella e li ficcò letteralmente
nella bocca del compagno. Naruto sorrise addentandone uno.
«Sakura-chan, mi chiedevo... Perché sei
così gelosa di me e Hinata?».
La collina era ancora deserta, come previsto. Si erano stesi per terra,
l’uno vicino all’altro, a contemplare il cielo
notturno in attesa dei fuochi d’artificio tanti agognati da
Sakura. «Non sono gelosa», rispose la ragazza, dopo un
attimo di silenzio.
Naruto le sfiorò il fianco con un gomito.
«Sì che lo sei».
«Oh be’, forse un po’ lo sono»,
gli concesse.
Naruto sorrise, voltandosi di lato per poterla guardare. Percorse con
lo sguardo il suo profilo illuminato dalla flebile luce della luna.
Era bella, la sua Sakura-chan. «Perché?
Perché sei gelosa?», ripetè, forse
lasciando trapelare troppa curiosità.
Quella sera Sakura sembrava particolarmente disposta a mettere a nudo i
suoi sentimenti e Naruto nemmeno se ne chiese il motivo: non poteva
perdersi un’occasione del genere, lui doveva sapere.
«È che tu hai sempre amato me»,
spiegò Sakura con un sospiro. «E se smettessi di
farlo... cadrebbero tutte le mie certezze».
Naruto aggrottò la fronte, perplesso.
«Sakura-chan, tu hai tante certezze! La tua famiglia ti vuole
bene, sei bravissima nel tuo lavoro e... ami Sasuke». Le
ultime parole erano state poco più di un sussurro: per
quanto desiderasse la felicità di Sakura, gli faceva sempre
un po’ male ammettere che nonostante il trascorrere degli
anni il suo incondizionato amore per Sasuke era ancora lì,
indelebile nel suo cuore.
«Ma sapere che tu
mi ami è più importante»,
puntualizzò Sakura con tono di voce ugualmente basso.
Naruto si zittì incredulo. «Perché,
Sakura-chan? Sono sempre stato solo un amico per te».
«Il mio migliore
amico», lo corresse Sakura, senza smettere di guardare il
cielo.
«La gelosia è una cosa che va oltre
l’amicizia».
Naruto quasi si pentì di averlo detto. Non voleva correre,
non voleva metterla a disagio.
Ma lui sentiva che c’era qualcosa,
qualcosa che non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire.
«Non so spiegartelo. Mi hai sostenuta tante di quelle volte
che ormai ci ho fatto l’abitudine. Se tu non ci fossi, crollerei».
Naruto non seppe più cosa dire. Sakura non era mai stata
tanto sincera ed espansiva nei suoi confronti. La scrutò
attentamente alla ricerca di una spiegazione. I suoi occhi verdi
sembravano guardare in cielo, ma in realtà faticava a
tenerli aperti, e aveva le guance arrossate. Ma non era imbarazzo.
«Sakura-chan, sei ubriaca?».
Quella scoperta gli fece seccare la gola: Sakura gli aveva aperto il
cuore non perché quel giorno fosse particolarmente incline a
farlo, né per la stanchezza. Era l’alcol che
parlava. Ma l’alcol non faceva forse fuoriuscire la
verità in modo semplicemente più schietto?
Quel pensiero lo rianimò improvvisamente.
«Forse sono un po’ brilla», rispose lei,
stropicciandosi gli occhi. «È colpa tua: tu flirtavi con Hinata
ed io non sapevo come altro divertirmi».
«Non stavo flirt−».
«Sì sì, come vuoi».
Naruto si convinse che in fondo farle tutte quelle domande che in
condizioni normali non le avrebbe mai posto non fosse poi una brutta
cosa.
«Sakura-chan, cosa ne pensi di me?», disse tutto
d’un fiato.
«Sei... il mio migliore amico. Te l’ho
già detto», ribadì Sakura, un
po’ stizzita.
«Sakura-chan... intendo... come ragazzo».
Naruto si avvicinò
maggiormente a lei, arrossendo nel
momento in cui Sakura voltò il viso, per nulla turbata
dall’esigua
vicinanza.
«Sei un baka di prima categoria... a volte sei anche un
rompiscatole... e ti trovo buffo».
Naruto sospirò deluso. «Solo questo?».
Sakura sorrise, accarezzandogli il viso. «Sei tanto dolce...
e ti stai facendo proprio carino».
Naruto boccheggiò, mentre il dito di Sakura picchiettava
sulla sua guancia. Sentiva il suo respiro sul viso e sapeva un
po’ d’alcol, ma non gli importava. Si fece ancora
più vicino, senza opposizioni. Oh, la Sakura-chan
sobria non avrebbe mai permesso una cosa del genere...
Ma le sue labbra erano piene e rosse. Avrebbe potuto baciarla
facilmente, tant’erano vicini, ma non voleva approfittare di
lei da ubriaca. Non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.
Voleva che il loro primo bacio fosse sentito, al momento
giusto e nel posto giusto.
Se non poteva baciarla, avrebbe almeno cercato di capire cosa
significava lui per lei.
Allora risollevò lo sguardo verso il cielo, rosso in volto,
imponendosi di non pensare a quel bacio mancato.
«Cosa provi per me, Sakura-chan?»,
ritentò.
Sakura, però, non aveva intenzione di semplificargli il
compito. Si raggomitolò contro di lui, poggiando la testa
sulla sua spalla.
«Aaaah quante domande stasera! Lo sai... io ti voglio taaaanto
bene».
«E basta?», si lasciò sfuggire Naruto,
guardandola con la coda dell’occhio.
Sakura si accucciò ancora di più contro di lui.
«Be’... forse...».
«Cosa, Sakura-chan? Cosa?»,
insisté lui, scuotendo lievemente il braccio della ragazza.
«Forse ti voglio tantissimo
bene».
Naruto riabbassò lo sguardo lasciandosi sfuggire un “Ah”
di pura delusione.
Fu a quel punto che su tutta la collina si propagò il rumore
dei fuochi d’artificio e il cielo cominciò ad
essere illuminato ad intermittenza da scintille colorate. Ma Sakura non
sembrava esserne molto contenta: si era tappata le orecchie e aveva
chiuso gli occhi.
«Naruto?».
«Mh?».
«Sono stanca. Mi riaccompagni a casa?».
E pensare che aveva insistito tanto per vedere i fuochi
d’artificio... «Va bene».
L’Uzumaki si alzò in piedi e allungò la
mano verso la compagna.
«Mi porti in braccio?», gli chiese lei, le labbra
piegate in un sorriso infantile.
Naruto sgranò gli occhi. «Coooosa? Ma non ci
penso nemmeno!».
Sakura scattò in piedi tirandogli un pugno nel petto.
«Sakura-chan
di qui, Sakura-chan di là, e poi ti rifiuti di
portami in braccio! Che ingrato...».
Detto questo si voltò e scese velocemente giù
dalla collina. Naruto la vide incespicare più volte nei suoi
stessi piedi e si ritrovò a ridacchiare, esasperato. Anche
se quella conversazione gli aveva messo una gran confusione in testa,
non poteva fare a meno di sorridere.
«Sakura-chaaan, aspettami!».
Note dell'autrice:
Questo
capitolo è collegato al capitolo precedente, così
come il capitolo precedente era collegato all'altro ancora, per un
totale di tre capitoli che narrano la festa post-guerra. Se volete sapere cosa si
sono detti Hinata e Naruto, potete scroprirlo qui.
Comunque dalla prossima volta si ritornerà con capitoli scollegati
tra loro.
Di solito aggiorno una volta a settimana, ma questa volta ho voluto
aspettare due settimane per la carenza di recensioni T.T se la raccolta
sta diventando noiosa o altro, non esitate a dirmelo e la
chiuderò. A dire la verità, ho paura che il
fandom stia di nuovo perdendo interesse per questa coppia (io stessa,
ora, mi sto dedicando ad altre coppie e ad altri manga, anche se la
NaruSaku rimarrà sempre nel mio cuore ♥).
Insomma, fatemi
sapere cosa ne pensate! Ringrazio chi
legge, segue e/o commenta questa raccolta. Alla prossima!
Soly Dea
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