Il
treno diretto da Chicago a New York sfrecciava veloce tra le verdi
pianure dell'Ohio, avvolte nel buio della sera estiva. Terence Graham
tentò di appisolarsi inutilmente. Dormire un po' gli avrebbe
giovato, visto che fino alla mattina successiva non sarebbe riuscito a
raggiungere casa, calcolando che tutto il pomeriggio sarebbe stato
impegnato nella prova generale.
Senza
alcun bagaglio, la faccia tirata, chiuse gli occhi appoggiando il capo
al sedile. Il monotono dondolio del treno non riusciva a farlo
addormentare. E allora tanto valeva pensare, si disse Terence.
Pensare
al momento in cui avrebbe raccontato la verità alla giovane
Catherine Andrew. Pensare al suo volto, che probabilmente sarebbe
inorridito. Chissà, forse la scoperta di cosa aveva fatto il
suo adorato padre l'avrebbe fatta addirittura scappare dalla famiglia.
Un sorriso sinistro gli illuminò il volto al pensiero che
forse la ragazza non si sarebbe fidata di lui. Meglio allora...
Perché l'atroce dubbio l'avrebbe portata a chiedere lumi
direttamente a suo padre.
Che
scena meravigliosa! Pensò. Albert gli aveva rubato Candy, e
lui avrebbe avrebbe fatto morire l'affetto di quella ragazzina che
adorava il suo “Zio Wiliam” come nessuno al mondo.
Pregustando
la scena con un forte senso di giustizia, gli ritornarono in mente le
parole di Neal. Neal che odiava Albert probabilmente tanto quanto lui,
e aveva avuto a portata di mano una vendetta del genere, non l'aveva
mai fatto.
L'infido,
egoista, vigliacco Neal sembrava tenere molto a quella ragazzina, tanto
da aver deciso di non dirle nulla, per non ferirla. Che stupido,
pensò Terence. Lui non sarebbe stato così
stupido...si disse, mentre lentamente scivolava nel dormiveglia.
“Chi
si crede di essere? Pensa che Candy ne sarebbe felice? Che cosa pensa
avrebbe fatto mia sorella a vederla comportarsi
così?” Terence si svegliò di
soprassalto. Una frenata del convoglio, che poi aveva ripreso la sua
corsa nella notte. Si era appisolato per un bel po di tempo, le tenebre
ormai avevano avvolto ogni cosa.
Le
parole di Catherine che gli risuonavano nelle orecchie alla pari delle
ruote del treno che stridevano sui binari. Si portò la mano
sulla fronte. A Candy di sicuro non sarebbe piaciuto il modo in cui
stava per trattare Cathy. E i suoi ricordi corsero di nuovo al giorno
in cui aveva saputo la notizia della morte di Candy.
"Ma
perché non è venuta a parlarmi...?"
"Non
era arrivata a Rockstown per parlare con te, Terry...."
"E
tu come lo sai?"
"L'ho
vista tra il pubblico, e le ho parlato..."
Terence
aveva sentito la stanza girargli attorno in modo strano. Per lungo
tempo aveva rifiutato ogni contatto con sua madre. In tutti quei mesi
in cui non era riuscito a superare la separazione da Candy, scivolando
sempre di più nel baratro dell’autodistruzione,
Eleanor aveva abbandonato il lavoro e lo seguiva, tentando di
parlargli, di aiutarlo, preoccupata per il suo futuro. Ed in quel
momento aveva scoperto che se avesse accettato di parlarle prima
avrebbe scoperto qualcosa di importante, forse in tempo per evitare il
peggio.
Sospirando
profondamente, Terry aveva alzato lo sguardo su sua madre.
“E
allora perchè era a Rockstown?”
Eleanor
si era morsa il labbro, abbassando gli occhi, mentre l’eco
della domanda del figlio si stava spegnendo nella stanza.
“Allora?”
l’aveva incalzata di nuovo lui.
“Stava
cercando quell’uomo...”
La
sorpresa l’aveva colto all’improvviso. Aggrottando
le sopracciglia, chiese “Che uomo?” con una tale
nota di stupore che sua madre aveva posato di nuovo lo sguardo su di
lui.
“L’uomo
con cui Candy viveva a Chigago...”
“Albert.”
Un
piccolo sussulto aveva scosso le spalle di Eleanor. “Lo
sapevi?”
“Che
Candy viveva con Albert? Sì. Me l’ha scritto
subito. L’abbiamo conosciuto a Londra... è una
gran brava persona.”
“E...
tu non avevi nulla in contrario?”
“In
contrario... su cosa?”
L’imbarazzo
nella voce di sua madre era palese.
“Voglio
dire, tu e lei eravate ancora innamorati... non ti ha fatto arrabbiare
che lei adasse a vivere da sola con un altro uomo?”
“No.
Albert è anche mio amico. Ha perso la memoria in guerra, e
quando l’hanno portato a Chicago è stata una
fortuna che Candy l’abbia trovato... non so cosa sarebbe
potuto succedergli senza di lei. Lo hanno trattato da schifo in
quell’ospedale, si è trovato senza famiglia, senza
passato.... Quando mi ha detto che erano andati a vivere insieme io ero
sollevato.”
Eleanor
continuava ad osservarlo, silenziosa.
“Albert
è una persona in gamba. E ha sempre voluto bene a Candy. Mi
sentivo più sereno a sapere che c’era lui a
tenerla d’occhio. Ma quindi Albert se
n’è andato? Ha recuperato la memoria
allora?”
“Non
lo so... Candy non mi ha detto niente di tutto questo.”
“Ah
no? E di cosa avete parlato allora?”
“Di
te.”
Il
silenzio aveva accolto la risposta di Eleanor. Terry non aveva voglia
di discutere con sua madre della sua vita... voleva solo parlare di
Candy.
“Ancora
non mi hai detto perchè Candy era finita a
Rockstown.”
“Stava
cercando quell’uomo, ti ho detto.”
“E
perchè proprio lì? E perchè tra tutti
i buchi di posto d’america è finita proprio dove
io stavo recitando con quella compagnia da quasi un mese?”
“Perchè
quell’uomo le ha spedito un regalo da Rockstown.”
“Eh?”
“Candy
mi ha raccontato che lui se n’era andato da Chicago a
metà dicembre. Lei non aveva idea di dove fosse,
l’ha cercato per tutta la città e nei dintorni, ma
di lui nessuna traccia. Finchè non ha trovato questo pacco
che lui le ha spedito, e lei è corsa a Rockstown per
cercarlo.”
“E
quindi non sapeva che io fossì lì.”
“No,
l’ha scoperto quando è arrivata. Io l’ho
vista quando il pubblico ha cominciato a fare silenzio. Mi sono girata
e lei era lì, che ti guardava piangendo...”
“Io
pensavo di avere avuto un allucinazione. Ma perchè non ha
voluto parlarmi? Era più di un anno che non ci
vedavamo...”
“Aveva
fretta di mettersi alla ricerca del vostro amico. Io le ho detto che
avevi lasciato Susanna. Ma lei già lo sapeva, aveva letto i
pettegolezzi sui giornali.”
Eleanor
si era fermata per qualche istante.
“Le
ho detto che se tu ti eri ridotto così era perchè
l’amavi ancora. Che senza di lei non riuscivi più
a vivere....Ho cercato di convincerla a lasciar perdere per qualche
tempo il vostro amico, che non aveva bisogno del suo aiuto quanto tu
avevi bisogno di lei in quel momento... che anche quel giorno, quando
tu l’hai vista hai reagito, come mai era accaduto
prima.”
Di
nuovo, si era fermata e l’aveva guardato, incerta.
“Le
ho detto che aveva il poter di farti tornare quello di prima. E lei mi
ha risposto che aveva un’immensa fiducia in te, e che tu
saresti stato in grado di tornare a Broadway. Che ne era sicura,
perchè lei ti aveva amato. Poi si è alzata,
dicendo che doveva assolutamente trovare Albert. E se
n’è andata.”
Qualche
passeggero cominciò ad alzarsi, recuperando valigie e
bagagli. Terry si stiracchiò, la lunga immobilità
del viaggio gli stava facendo dolere tutti i muscoli. Il treno
cominciò a rallentare la sua corsa, mentre si inoltrava tra
le fioche luci di una città. Cleveland. Lì si
sarebbe fermato per un’ora. Sarebbe stato il caso di scendere
e mangiare un boccone.
Nei
giorni dolorosi che avevano seguito la scoperta della morte di Candy,
Terry si era a lungo interrogato sul motivo per cui lei si era
rifiutata di vederlo, anche dopo che Eleanor aveva messo in chiaro che
lui aveva lasciato Susanna e che stava attraversando un momento
particolarmente difficile.
In
un certo senso, non era particolarmente stupito. Era tipico di Candy
fare qualsiasi cosa per i suoi amici. Di sicuro la fretta di trovare
Albert, che Eleanor aveva evidenziato, era più che
giustificata. Magari si era cacciato in qualche guaio, e lei era
partita alla sua ricerca per dargli una mano.
Eppure,
in fondo in fondo, una drammatica delusione l’aveva afferrato
senza esitazione. Lui e Candy si erano sfiorati per
l’ennesima volta, ma in questo caso lei era stata ben
consapevole della sua presenza, e non aveva fatto nulla per
raggiungerlo. Aveva percepito, in quel rifiuto, una sorta di
rassegnazione da parte di Candy. Come se il loro amore non meritasse
più di lottare. Come se le lacrime, le sofferenze, le
difficoltà che avevano alle spalle fossero un fatto del
passato.
Si
era sentito geloso. Geloso di Albert. Evidentemente
l’amicizia che Candy provava per lui era qualcosa di forte,
reale, qualcosa che la legava al suo presente, che la faceva
attraversare mezza america per scoprire dove fosse finito. Era un
legame che non meritava di essere messo in secondo piano nemmeno dal
loro sfortunato amore.
Il
treno si fermò alla stazione di Cleveland, e Terry sorrise,
un sorriso amaro, doloroso e beffardo insieme. Che stupido era stato.
Sei anni prima, ancora credeva che quella tra Candy e Albert fosse una
bella amicizia. Eleanor, quando aveva visto Candy, l’aveva
capito subito come stavano le cose. Ma per una sorta di pudore, per il
timore di farlo soffrire, non aveva osato dirgli chiaro e tondo quello
che aveva scoperto.
Mentre
mangiava uno stufato scadente alla tavola calda della stazione, Terence
pensò che in realtà non aveva prove schiaccianti
di come stavano le cose tra Candy e Albert, da poter sventolare sotto
il naso di Catherine Andrew. Non le aveva mai avute. La gelosia di Neal
e le sue accuse al “farabutto”, come lo chiamava,
erano andate a premere sul tasto della sua stessa gelosia, facendola
risuonare progressivamente sempre di più.
“Dopo
che tu l’hai lasciata per quell’attricetta, lui ne
ha approfottato per infilarsi nel suo letto”. Gli aveva
sussurrato Logan il pomeriggio del funerale di Candy.
“E
quando si è stufato di lei, il bastardo l’ha
scaricata. L’ha cercato per tutta Chicago, la
città era tappezzata di stupidi disegni di quel vagabondo.
è finita in quel posto dimenticato da Dio per cercarlo... e
lì è morta.”
“Se
lo trovo lo ammazzo, Granchester. Avrei quasi preferito che si mettesse
con te piuttosto che si facesse scopare da quella feccia.”
E
Terence non aveva esitato a colpirlo, quel giorno al cimitero,
perchè quel bastardo, che aveva fatto soffrire Candy per
anni, adesso si permetteva di insultare non solo lei, ma persino
Albert.
E
lentamente, piccoli dettagli cominciavano ad assumere
un’importanza sempre maggiore, e i rapporti di causa effetto
fra gli eventi disegnavano ipotesi sempre più credibili a
coprire quello che era accaduto. In pochi mesi, la versione dei fatti
di Neal non era sembrata più così inverosimile.
Ad
irritare Terence non era tanto il fatto che Candy si fosse innammorata
di un altro. Era stato lui a lasciarla per Susanna, non aveva
più alcun diritto nemmeno di arrabbiarsi. In fondo in fondo,
aveva sempre sperato che Candy potesse trovare la felicità.
Con chi, non era un dettaglio così fondamentale, ed Albert
era molto meglio di tutti gli altri uomini di sua conoscenza messi
assieme.
Però
lui l’aveva fatta soffrire, e questo non poteva
perdonarglielo. L’aveva abbandonata. L’aveva messa
in condizione di corrergli dietro per mezza america, alla sua ricerca.
E quel che era peggio, se doveva dar credito alle illazioni di Neal,
era che Albert aveva abbandonato Candy dopo essersi preso tutto di lei.
Ed
il pensiero bastava per farglielo odiare.
Poi,
la stampa era scoppiata con la notizia dell’apparizione in
pubblico di William Andrew, con le foto di Albert che riempivano la
terza pagina di tutti i giornali. Ed a quel punto, l’odio di
Terence era giunto a livelli tali da fargli prendere
l’ennesimo treno per Chicago, con tanto di appuntamento
fissato con il segretario del Signor Andrew.
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