*dedicato a Rossana.
Grazie...per le parole, l'affetto, la gentilezza, la dolcezza...grazie
per tutto quello che hai scritto e detto e fatto per me. Sei adorabile.
Grazie...solo questo*
CAPITOLO 35
Le Ninfe maledette
del Lago del
Cielo
-Ripetimi dove stiamo
andando- chiese
di nuovo Mahel, dopo appena un'ora che erano partiti -Penso di non
aver capito bene-
-Al Lago del Cielo, Mahel.
Dalle mie
maestre- rispose scocciato Lagharta, guardando Mahel che si toccava i
nuovi vestiti con un'espressione contrariata dipinta sul volto
-Smettila di sgualcire i vestiti. Non diventeranno più
larghi di
così-
-Mi fa strano- rispose lei,
toccandosi
di nuovo il dolcevita senza maniche leggero e cangiante -Che stoffa
è?-
-Seta stellare- rispose
Pixel,
prendendo le mani di Mahel con riverenza e posandogliele lungo i
fianchi -Non cambierà mai forma e difficilmente si
strapperà.
Ottimo per una persona...- esitò un attimo, guardando Mahel
negli
occhi -...come te-
Mahel rise, infilando i
pollici nelle
tasche dei jeans che, fortunatamente, erano ancora come li ricordava,
anche se aggiustati con la magia -Tranquillo Pixel, capisco che
cercare una stoffa che io non possa devastare sia stata un'impresa-
-Nessuna impresa- le disse
Alvexia
voltandosi verso di lei, ammiccando nel suo nuovo vestito rosso
-Velleda ha potuto crearla con seta classica e un pizzico di magia-
Mahel guardò
verso Velleda, che le
restituì un sorriso bonario. Irihe le fu subito accanto,
strusciando
il musetto sulle guance arrossate -Grazie Velleda...e grazie anche a
te, Pixel- riprese Mahel, sorridendo riconoscente -I castoni e le
pietre sono frutto della tua alchimia, vero?-
Pixel annuì
silenzioso, mentre un
sorriso imbarazzato si sviluppava sul suo volto di coniglio
umanizzato. Velleda sorrise a sua volta, ricordandosi che mai nella
vita era stato mai ringraziato o apprezzato.
-Le Ninfe sono sempre state
le tue
maestre, Lagharta?- chiese qualche ora più tardi Alvexia,
mentre
mangiavano qualcosa lungo la via -Non ci hai detto poi molto-
Il volto di Lagharta si
contorse in
una smorfia, mentre un brivido freddo gli percorreva la schiena.
Dopo tutti quegli anni,
ancora non
sopportava il ricordo delle sue maestre durante i primi mesi di
allenamento. Ne aveva paura.
-Quando Laherte
cambiò, avevo solo 10
anni. Successe d'improvviso, una notte, senza che nessuno potesse
spiegarsi il perché- raccontò Lagharta quella
notte, prima di
dormire, abbassando lo sguardo nel ricordo di un affetto che mai
più
sarebbe tornato -Se ne andò dalla casa della Sibilla, dove
eravamo
cresciuti, mostrò agli abitanti le nostre due forme e
proclamò che
io sarei stato la causa della distruzione del mondo. Una volta
sparito non sentimmo più parlare di lui, se non quando
Exitio fu
liberata- guardò verso la fatina, che gli si
avvicinò e gli sorrise
-Quando andammo a controllare, io e la Sibilla, le tre armi non
c'erano più. Non solo Exitio, che era stata strappata dal
suo incavo
nella roccia con la forza, ma neanche Vie o Saluss, che sembravano
sparite nel nulla...-
Un sospiro, profondo, e poi
un
sorriso.
-Rimasi in quel luogo per
tre giorni.
Senza dormire, senza mangiare, senza muovermi. Ero in preda ad
un'apatia e una rabbia incontrollabile. Riuscii a stento a mantenere
il mio aspetto umano...e quando mi decisi ad andarmene, conscio che
nulla sarebbe cambiato...ecco che una luce potentissima e luminosa
illuminò ogni cosa. E Saluss era lì, ad
aspettarmi. Fuori della sua
essenza, mi corse intorno e mi abbracciò forte, piangendo
come una
fontana- rise lui ricordando il momento, mentre Saluss arrossiva
vistosamente -Le mancava Exitio. Si era svegliata e non l'aveva
trovata. E aveva capito che, purtroppo, la Leggenda che aveva sentito
durante il suo sonno fino alla nausea si era avverata-
Saluss si
avvicinò ai capelli di
Lagharta e li afferrò, quasi nascondendosi -Sapevo che
sarebbe
arrivato quel giorno. Il giorno in cui la pazzia di Exitio a seguito
della guerra sarebe diventata troppo, per lei. Aveva scelto Laherte
perché lui vuole distruggere il mondo...ed io scelsi
Lagharta,
perché sapevo che avrebbe fatto di tutto per salvarlo-
-Io volevo davvero,
davvero- rise
Lagharta, carezzando i capelli di Saluss -Uccidere Laherte. Mostrare
la mia forma al villaggio, farmi odiare da tutti palesando che
eravamo noi i due della Leggenda...pensai che non sarebbe stato un
male uccidere lui e morire a mia volta. Poi la Sibilla mi
spedì
dalle Ninfe del Lago del Cielo- una risata, mentre Saluss assumeva
un'espressione disgustata.
-Quelle sgualdrine...-
sibilò acida,
mentre Lagharta ancora rideva.
-Suvvia, Saluss. Sono
passati anni...-
-Sono pur sempre
sgualdrine- sputò
lei acida, guardando verso il gruppo stupito e senza parole -Hanno
provato a cucinarmi, a strapparmi le ali ed affogarmi nel Lago. E
hanno giustificato il tutto dicendo che io rappresentavo, per
Lagharta, un...un...-
-...un ostacolo-
concluse
Lagharta al posto della fatina, che scoppiò per la rabbia
nella sua
luce rosata, per poi tornare nella sua essenza per sbollire un po'
-Hanno sempre avuto un senso dell'umorismo particolare. E sono anche
molto sadiche, questo è vero-
-Sono sgualdrine!-
urlò Saluss
dalla sua essenza, senza però uscirvi -Le odio-
-E loro odiano te Saluss,
ma non solo
te. Loro sono...fredde. Molto passionali, ma in un senso possessivo,
più che affettivo. Sono gelose di ciò che
reputano di loro
proprietà- si indicò, sospirando -Avendomi
allenato per quasi dieci
anni, ormai pensano che io gli appartenga. E hanno detto che se mai
la Profezia dovesse avverarsi, saranno loro a uccidere la mia sposa-
Mahel provò un
certo disgusto
sentendo quell'ultima affermazione -Perché pensano che tu
non farai
niente per fermarle?-
Lagharta la
guardò di rimando, con
un'espressione tale che Mahel capì immediatamente il
perché di
quello sguardo: lui, ancora adesso, era convinto che mai si sarebbe
presentata la sua sposa.
-Come sono le Ninfe?-
chiese il giorno
successivo Mahel, mentre percorrevano un lungo sentiero roccioso che
si innalzava lungo un dirupo a strapiombo. Pixel le era al fianco,
nel caso fosse scivolata -Oltre che crudeli sono anche mostruose?-
-In realtà no-
rispose Lagharta
aiutandola in un dislivello, prendendola in braccio e assicurandosi
che mettesse i piedi bene in terra -Sono bellissime. Simili nei
tratti del viso, ma fisicamente molto diverse. Caratterialmente,
invece, molto simili...anche se ognuna gestisce la sua
crudeltà con
varie sfaccettature-
-Crudeli e bellissime.
Insomma, come
me?- chiese Alvexia ridendo, mentre Lagharta la ammoniva con lo
sguardo -Se la cosa ti può far piacere, tu sei
più buona di loro-
rispose Lagharta, enfatizzando la parola “buona”
-Non credo che
loro possano cambiare, neanche conoscendo Mahel. Accettano e
“amano”
solo il loro piccolo mondo, fatto di egoismi e ripicche. Sono come
bambine che mai cresceranno, intrappolate in un eterna
infantilità-
-Insomma, delle stupide
irrecuperabili- disse Alvexia ridacchiando.
-Si- rispose Lagharta,
sorridendo
sarcastico -Un po' come te-
Le Ninfe. Mentori di
Lagharta, e forse
causa del suo carattere.
Mahel non sentiva le
sarebbero
piaciute, anche se le doleva ammetterlo.
Guardando Lagharta che
parlava con
Alvexia e Velleda, stringendo i nuovi spallacci lungo il cammino, si
guardò i vestiti nuovi e pensò.
Erano già
passati altri sette giorni.
Una settimana...da quando il vero viaggio era iniziato.
Pixel aveva creato due
catalizzatori
dell'essenza di Vie e li aveva incastonati a due stivali di pelle
robusta e leggera, fatti a mano da un calzolaio del villaggio. I
vestiti, fatti da stoffa trattata magicamente, erano stati cuciti
dalla Sibilla in persona. I jeans, fatti rigenerare dalla magia,
avevano dentro di sé incantesimi protettivi, grazie a
Velleda e
Pixel.
Mahel non si vedeva
più come prima.
La piccola sedicenne
imbarazzata e
bruttina adesso non aveva più lo stesso aspetto...e lo
stesso animo.
I suoi occhi si erano schiariti, e avevano piccole luci argentati
dentro di loro. I capelli erano diventati più lunghi,
più domabili
e morbidi, avrebbe detto. Il suo corpo sempre nascosto da abiti
larghi e comodi, adesso era coperto da stoffe magiche e pietre
preziose. E il suo cuore, ormai, aveva conosciuto l'amore.
Era arrossita davanti al
regalo di
Alvexia, convinta che non lo avrebbe mai usato...e stupita, che anche
lei sperasse in quella conclusione.
Strinse tra le sue mani la
piccola
pepita di platino, mentre nella sua testa rimbombavano le parole
della Lilith, dolci e rassicuranti.
“Un regalo
anticipato...per il
giorno del tuo matrimonio”.
Lagharta iniziava a pensare
che non
fosse una grandissima idea.
Mahel e le
Ninfe...l'avrebbero
scuoiata viva. Non prima di averla torturata a morte. Insieme a
Saluss. E si sorprese a ridere, di gusto, al pensare che Mahel si
sarebbe battuta con tutte le sue forze.
Lei era...speciale, per
lui. Non come
lei avrebbe voluto, ma abbastanza per sperare non le accadesse niente
di male. Sperò che non si arrivasse al punto di dover
intervenire
personalmente.
E poi si ricordò
del loro gruppo di
avventurieri, del carattere della Lilith e del potere di Velleda.
Sbuffò, sapendo che non sarebbe stato comunque facile.
Ma doveva portarla
là, doveva
chiedere aiuto alle Ninfe.
Doveva fare in modo che lo
aiutassero
a allenare Mahel.
Mahel si sorprese ad aver
paura.
Guardava spesso Lagharta. E
ripensava
spesso a ciò che aveva raccontato loro riguardo le sue
maestre.
Non sapeva ancora
esattamente come lo
avessero allenato, ma lo sguardo disgustato del guerriero la esortava
dal chiedergli alcunché.
E se loro avessero scrutato
il suo
amore nascosto...e le avessero voluto fare del male? Non aveva paura
del suo sentimento, quanto della reazione del guerriero.
Sperava, in cuor suo, che
Lagharta
l'avrebbe protetta.
L'ottavo giorno di cammino,
erano
finalmente arrivati ai piedi del monte che custodiva, sulla sua
sommità, il Lago del Cielo.
Percorsero il sentiero che
costeggiava
il monte in rigoroso silenzio, e Mahel sembrava pensierosa e
distante.
Nessuno riusciva a farla
parlare.
Quando si trovarono di
fronte al Lago,
che si stagliava al cielo in tutta la sua magnificenza, non c'era
niente ad aspettarli.
Lagharta si
avvicinò alle sponde,
carezzando silenzioso le acque silenziose e calme -Maestre...sono
tornato-
Il silenzio era immenso. La
pace era
assoluta.
Il Lago era enorme,
sconfinato. La
montagna era davvero così enorme da poterlo contenere tutto?
Sembrava una magia.
Alberi altissimi
circondavano il Lago,
facendovi affondare le radici all'interno. Ricurvi e nodosi,
sembravano volerlo proteggere, richiudendosi sopra le sue acque.
Le fronde toccavano
l'acqua,
gentilmente, quasi a volerne baciare la superficie.
Poi una crepatura, nelle
acque, come
un soffio di vento.
Una piccola onda si
propagandò per le
acque, sempre più grande, sempre più grande,
arrivando alle rive.
Delicata e silenziosa, come se fosse stata una goccia a far scaturire
il tutto.
Ma erano state loro, dalle
profondità
del Lago, ad annunciare la loro presenza.
Mahel vide un movimento da
lontano, ma
non capì subito cosa fosse.
Erano tre piccole
teste...capelli,
ecco. Di un colore indefinito da lontano, che sembrava tutt'uno con
le acque...blu? No, anzi, verde. Un verde-azzurrino, delicato e
luminoso, che nel mentre si avvicinava ai loro occhi si marcava
sempre di più.
Pelli scure...occhi scuri.
Mahel si
stupì di quanto inusuali fossero quegli essere acquatici.
Uno scatto dalle acque, e
qualcosa di
piccolo e minuto era già tra le braccia di Lagharta.
-Sei tornato, piccolo Lag!-
Lagharta la
allontanò subito,
guardandola severo...poi sorrise -Sono tornato, maestra Vahael-
Il piccolo essere acquatico
si voltò
subito verso il gruppetto accanto a Lagharta e i suoi profondi occhi
neri incrociarono quelli di Mahel. E la sua espressione
diventò
cattiva.
Subito al suo fianco, le
altre due
giovani Ninfe si stagliarono in tutta la loro bellezza. La
più
piccola, Vahael l'aveva chiamata Lagharta, era la più
formosa e
dall'espressione più accigliata. Più bassa di
Mahel, aveva lunghi
capelli verde acqua, già asciutti nonostante fosse uscita
dalle
acqua solo da pochi secondi, che le arrivavano fino al sedere.
Leggermente mossi sulle punte, le davano un'aria selvaggia e
indomabile, come probabilmente era.
Subito accanto vi era una
ragazza
molto più alta, dai capelli cortissimi, un sorriso
enigmatico
dipinto sul volto e dal viso simile a Vahael. Teneva le mani in
vista, come a voler specificare che non vi era pericolo, ma gli occhi
erano accesi, da un sentimento che Mahel non riusciva a spiegarsi.
Poi vi era la terza, poco
più bassa
della seconda, il viso inespressivo, anche lei dai lineamenti simili
alle altre due. I suoi capelli erano acconciati in una treccia che le
scendeva lungo il fianco sinistro, chiusa da un laccio fatto di steli
di fiori.
-Loro- disse Lagharta,
indicando le
tre giovani -Sono Kahael, Nahael e Vahael. Le tre Ninfe del Lago del
Cielo. Le mie maestre. A loro devo tutto-
-La Leggenda parlava di
questo
incontro- disse la più alta con voce profonda, avvicinandosi
al
gruppo -Io sono Nahael, la maggiore tra le mie sorelle, vi do il
benvenuto nella nostra casa- di nuovo quel sorriso strano, che Mahel
non riusciva a capire -Questa è mia sorella Kahael, la
mediana-
indicò la ragazza con la treccia, che non si scompose
né disse una
parola, ma si limitò a guardare davanti a sé -E
la più piccola è
Vahael-
-La più piccola-
esordì Vahael, la
voce acuta ma melodiosa -Ma la più carina-
-Si, maestra Vahael- disse
Lagharta,
ridacchiando -Come sempre-
Vahael guardò
verso Lagharta e
sorrise quasi imbarazzata, prendendogli il braccio e avvicinandolo a
sé -Il mio Lag è tornato, che bello! Posso
passare la notte con
lui, sorella Nahael, posso?-
-A tempo debito, sorella-
la ammonì
la più grande, allargando la mano davanti al gruppo -Abbiamo
ospiti.
Ci presenti, Lagharta?-
-Ma certo- rispose
Lagharta,
avvicinandosi al gruppo.
-Vedo che non siete
cambiate- sibilò
acida Saluss guardando verso Vahael, che le rendeva uno sguardo
malizioso -Oh, guarda chi c'è. La zanzaretta fastidiosa.
Saluss arrossì
per la rabbia,
trattenendo dentro di sé gli improperi più
volgari -Quanto ti odio-
-Provo la stessa cosa per
te-
-Questa è
Alvexia. È una Lilith, ed
è specializzata nel combattimento ravvicinato con armi
velenose. Il
vostro aiuto potrebbe essere prezioso per aiutarla a preparare nuovi
antidoti- Alvexia fece una specie di inchino e Kahael le si
avvicinò,
riverente -Noi Ninfe utilizziamo e creiamo tantissimi veleni
sconosciuti che potrebbero esserti d'aiuto. Sono a tua disposizione-
-Grazie mille- rispose
stupita
Alvexia, guardando verso un Lagharta sorpreso quasi quanto lei.
-Questa è
Velleda. È la Semidea
elementale dell'Acqua e sposa di Pixel- indicò l'uomo
coniglio con
riverenza -Signore del Tempio di Roccia-
-Benvenuti- disse Nahael,
il solito
sorriso enigmatico -Spero che il tempo che passerete qua vi sia
d'aiuto per ciò che dovete compiere. Velleda, è
un onore conoscerla
di persona- e anche lei eseguì un rispettoso, e strano,
inchino.
-Il piacere è
mio, e prego...non c'è
bisogno di questa riverenza. Non sono io quella a cui dovreste
riservarla...- disse Velleda, guardando prima verso Pixel e poi verso
Lagharta, che le rese uno sguardo tirato.
-Oh, dice?- chiese Nahael,
guardando
severa verso Lagharta -Cosa vuol dire?-
Lagharta si
liberò dalla presa di
Vahael, che sbuffò contrariata, e si avvicinò a
Mahel.
-Maestre...questa ragazza
è...-
deglutì, tentando di non far crollare la sua maschera di
sicurezza
-...questa ragazza è Mahel. La prescelta di Vie-
Fu un attimo.
Un sibilo spaventoso
fuoriuscì dalle
loro bocche, i loro volti bellissimi deformati in qualcosa di
mostruoso.
Vahael le fu subito al
collo, le
unghie adesso lunghe e affilate che colavano veleno nauseante
vicinissime alla pelle -Tu...come hai fatto ad arrivare qua?-
-Lagharta!-
sussurrò lei, prima che
Kahael le tirasse i capelli all'indietro, le mani senza artigli
strette però attorno al collo -Lagharta...!-
-Maestre, ferme!-
cercò di fermarle
il guerriero, sentendosi allontanare però da Nahael, che
cercava di
parlare sempre con la sua voce calma e profonda -Non ti preoccupare
Lagharta, non la faremo soffrire...sarà veloce e indolore, e
sai che
questo per noi è un grande sforzo- lo ammonì poi,
quasi rassegnata
di quell'umanità che il loro discepolo sembrava aver assunto
negli
anni -Anche se non capisco come tu possa sopportare la sua presenza-
-Non è un
pericolo, maestra Nahael-
cercò di spiegare lui, ma sembrava non avere effetto.
E poi, finalmente, li vide.
Velleda e Pixel bloccarono
le braccia
di Kahael, che lasciò andare i capelli di Mahel e si
allontanò,
spaventata da quella spaventosa vibrazione di magia.
Alvexia fu subito al collo
di Vahael
con un pugnale, che puzzava anch'esso di veleno, mentre un'altra mano
già in preda alla trasformazione le aveva afferrato i
capelli, per
tenerla ben ferma -Ti avverto, un solo movimento sbagliato, una sola
parola di troppo e ti affetto così sottile che ti ci
vorranno anni
prima di rigenerarti del tutto-
-Provaci, piccola stupida,
e potresti
non svegliarti più dal mio veleno- rispose Vahael senza
però
muoversi, conscia che le parole della Lilith fossero vere.
-Vediamo-
-Basta!- urlò
Mahel, a terra, che
respirava affannosamente per lo spavento -Alvexia, allontana quel
pugnale. Non mi faranno del male...- guardò verso la
maggiore,
sicura che se avesse detto di no le altre due si sarebbero fermate
-...vero?-
Nahael la
guardò. Guardò Lagharta,
che le rendeva uno sguardo serio. Guardò la Lilith, che
aveva tutte
le intenzioni di uccidere sua sorella minore e poi guardò
Velleda e
Pixel, così pieni di aura magica da poter distruggere in un
secondo
il corpo fisico di sua sorella Kahael -Non ti vogliamo qui. Vattene
via e avrai salva la vita...tornatene a casa-
Andare a casa.
Casa.
Aprì la bocca
per rispondere, prima
di capire che lei una risposta non poteva darla. O, almeno, non
quella che le tre ninfe si aspettavano.
Socchiuse gli occhi, senza
distogliere
lo sguardo da Nahael, sospirando poi profondamente. E sorrise.
-Non posso tornare a casa.
Non potrò
mai più tornarci. Devo finire ciò che devo...e
poi tornare al
Tempio di Vie, dove mi aspetta il nulla eterno- si fermò,
guardando
gli occhi di Nahael illuminarsi per un attimo -Non sono la sposa di
Lagharta. Non lo diventerò mai-
Alvexia le stava vicino un
fianco,
tenendo d'occhio Vahael, che sembrava volesse incenerirla. Pixel e
Velleda le stavano al fianco opposto, per essere sicuri che neanche
Kahael potesse farle del male.
Lagharta le stava invece
lontano,
nella speranza che le sue tre maestre non si irritassero ancora di
più.
-Perché
è qua- esordì dopo un lungo
silenzio Vahael, che si era di nuovo appropriata del braccio di
Lagharta, mentre Saluss la fulminava con lo sguardo per ciò
che
aveva provato a fare poco prima -Eh, Lag...?-
-È la Mahel
della Leggenda. Mi
aiuterà a riportare la pace su Gaia- rispose automatico
Lagharta,
guardando la sua maestra negli occhi.
-No Lag- riprese lei,
guardandolo
negli occhi -Perché lei è qua. Con te-
Lagharta si
grattò la barba rasa,
sorridendo -Con chi altro dovrebbe essere?-
-Con i vermi- rispose lei
acida,
guardando verso Mahel con disprezzo -Sotto terra-
-Brutta...!- disse Saluss,
per poi
essere bloccata dalla mano di Lagharta -Saluss, torna nell'essenza.
Adesso-
Saluss guardò
furiosa Lagharta, ma
gli occhi del guerriero non si decidevano a lasciare quelli della sua
maestra.
Lei odiava
quelle Ninfe. Da
sempre.
-Sei uno stupido- disse
lei, prima di
sparire di nuovo nella spada.
-Si è
affezionata a quella lì- disse
Vahael indicando con un cenno della testa Mahel, che abbassò
lo
sguardo infastidita -Eppure anche la zanzaretta dovrebbe odiare
quella che, secondo la Profezia, è la tua sposa...-
-Mahel non è la
mia sposa, maestra
Vahael- ribadì Lagharta, carezzando la guancia della sua
maestra
-Non avrò mai una sposa. Non mi legherò mai a
nessuna donna-
-Bravo il mio Lag- disse
lei,
avvicinando il suo viso a quello del guerriero -Tu sei solo
nostro...per l'eternità!-
Fu uno spettacolo
disgustoso.
Ingiusto. Crudele.
Lagharta chiuse gli occhi,
come
rassegnato, per poi lasciare che le labbra della sua maestra
toccassero le sue.
Mahel sentì il
cuore andare in pezzi.
Era un semplice bacio sulle labbra, ma ai suoi occhi equivaleva a
mille pugnalate al cuore, una più a fondo della precedente.
Un
dolore insopportabile, che la portò al voltare lo sguardo,
in preda
ai conati.
-Perché volti lo
sguardo,
bambina...?- la schernì Nahael, con quella voce profonda e
suadente
che adesso cozzava incredibilmente con la sua espressione -Ti
disturba ciò che vedi...?- ridacchiò,
avvicinandosi a Lagharta e
baciandolo a sua volta, carezzandogli poi i capelli -Lui è
nostro.
Possiamo fare con lui tutto ciò che vogliamo-
-Vero, sorella- si
unì Kahael, che
baciò a sua volta Lagharta e poi voltò lo sguardo
verso Mahel, che
tratteneva a stento un'espressione di dolore -Lagharta è
stato
cresciuto e allenato da noi. Lo abbiamo visto crescere e lo abbiamo
scelto. Nessuna donna lo avrà mai...se noi non possiamo
averlo-
Mahel guardò
verso Lagharta, che
aveva riaperto gli occhi e la guardava.
Colpevole.
-Ah...se solo potessi
baciarti come
vorrei!- scherzò Vahael, baciandolo di nuovo sulle labbra e
poi
stringendolo forte a sé -Ma non posso, o ti ucciderei...-
-Lo...uccideresti...?-
chiese Alvexia
furiosa, mentre guardava Lagharta -Che vuol dire?-
-Il nostro corpo
è puro veleno. È la
nostra unica arma, ma è la più potente del mondo.
La nostra lingua
ne contiene in dosi così elevate che rischiamo di poterlo
uccidere
anche solo sfiorando la sua pelle, figuriamoci baciandolo come si
dovrebbe- spiegò Nahael, come se il loro esimersi dal
baciarlo come
un compagno fosse prova di una sorta di perverso affetto verso di
lui.
-Quindi non è
proprio del tutto
vostro, il bel guerriero...- le sfidò Alvexia, sentendo
però lo
sguardo di Lagharta farsi cattivo -Che c'è?-
-Io non sono di nessuno.
Non possiedo
una compagna, o una sposa, possiedo solo la mia spada. Ed è
tutto
ciò di cui ho bisogno...- aggiunse il guerriero, guardando
verso le
sue maestre quasi con aria di preghiera -...e adesso ho bisogno che
voi alleniate Mahel. E aiutiate i miei compagni per la sfida che ci
aspetta...per favore...-
Vahael annuì
subito, contenta di
vedere quell'espressione inusuale sul volto di Lagharta. Kahael
guardò la maggiore e questa esitò, prima di
rispondere. Poi vide
l'espressione di Mahel, sorrise e annuì a sua volta
-Possiamo
aiutarti...ma credi che lei possa resistere, vedendo come
già perde
le forze alla vista di un innocuo bacio...?-
Lagharta si
voltò verso Mahel e si
sentì stringere il cuore.
Era pallida, si teneva in
piedi a
stento. Aveva la mano davanti alla bocca, come se stesse per
esplodere, e cercava di allontanarsi invano da Alvexia, che la teneva
stretta al suo fianco -Mahel...?- chiese però il guerriero
in preda
ad una sincera preoccupazione, avvicinandosi a lei lentamente
-Mahel...tutto bene...?-
Mahel alzò gli
occhi. Vitrei e
stanchi.
Sentì gli ultimi
pezzi del suo cuore
rompersi e riuscì finalmente a staccarsi da Alvexia e
allontanarsi,
abbastanza per accasciarsi a terra e rimettere, tenendosi lo stomaco
con forza.
Nessuno ebbe la forza di
muoversi,
alla vista di quel dolore così pungente.
Nessuno...tranne Lagharta.
-Mahel, qualcosa non
va...?- chiese
con voce quasi rotta, ormai conscio che quella era stata tutto
fuorchè una buona idea -Ce la fai a rialzarti...?-
-Vattene via...- cercava di
allontanarlo Mahel, sentendo i conati risalire di nuovo in gola
-Stammi lontano, forse mi sentirò meglio...-
Lagharta non riusciva a
starla a
sentire.
Si odiava.
Sapeva che non avrebbe
dovuto
intromettersi in una possibile discussione, per non contrariare le
sue maestre più di quello che già erano al solo
sentire il suo
nome. Sapeva che Mahel avrebbe dovuto affrontare anche quella prova.
Ma non riusciva a capacitarsi che alla vista di un un solo bacio
potesse reagire in quel modo così violento.
Si accucciò
accanto a lei,
carezzandole la schiena. Anche se le sue mani avevano poco del potere
di Saluss, se lei non era presente, fu abbastanza da alleviarle il
dolore ancora un po' -Mi dispiace...- sussurrò lui a bassa
voce, in
modo che le Ninfe non potessero sentirlo -Mi dispiace tanto...-
-Non mi interessa se mi
odi, per il
mio sentimento. Non mi interessa se non lo accetti, o se non lo fanno
loro, non mi interessa niente. Ma abbi rispetto...solo rispetto, per
i sentimenti che provo. Qualsiasi essi siano...-
-Mahel...era solo un
bacio...- disse
lui come a giustificarsi, vedendo gli occhi della ragazza farsi
lucidi -Non era altro che un bacio...-
-Vale tanto poco per te, un
bacio...?
Nonostante ciò che provo io, che mai potrò
dartelo...?- urlò di
rimandò -Se la pensi così, sei proprio come loro!-
Le Ninfe sentirono quella
frase e
capirono. Capirono tutto.
E sorrisero maligne, mentre
tra di
loro nasceva una complicità pericolosa e spaventosa, di cui
gli
altri si accorsero immediatamente.
-Siamo nei guai...-
sussurrò Alvexia,
guardando verso Pixel e Velleda con preoccupazione -Cosa
facciamo...?-
-Aspettiamo- disse Pixel,
socchiudendo
gli occhi -Interverremo quando sarà opportuno-
-Non vorrei essere nei
panni di
Saluss, che è costretta al silenzio e alla prigionia nella
sua
essenza...- sussurrò comprensiva Velleda, guardando Lagharta
e la
spada, che brillava di una luce debole e indifesa -Spero solo che
Lagharta faccia la cosa giusta...-
-Sentito sorelle...?-
chiese Vahael,
leccandosi le labbra -Lei lo ama!-
-Ho sentito, sorella-
annuì
inespressiva Kahael, guardando verso la maggiore con aria rispettosa
-La uccidiamo?-
Nahael guardò
Lagharta, che sembrava
affezionato a Mahel. Troppo affezionato. Poteva evolversi, quel
sentimento di affetto, poteva diventare amore. Poteva fare di lei la
sua sposa...e non potevano permetterlo. Lagharta era di loro
proprietà.
-Al tempo, sorelle, al
tempo...per
adesso giochiamo con lei. Facciamole una proposta gentile.
E
se non cede...- ghignò, mentre le sue sorelle ridacchiavano
con lei
-...sarà un piacere porre fine alla sua vita. Nei modi che
reputeremo più opportuni-
***
Io le odio queste tre s*****e. Ed ho detto tutto.
Ho cercato di scrivere in tempo record...poi sono stata presa da altre
cose...eeeeee però ci ho messo solo due mesi. SOLO. Mi
dispiace.
Ho una tabella di marcia, però, adesso. Cercherò
di scrivere due capitoli alla volta, durante il mio giorno libero
settimanale da lavoro, così potrò tranquillamente
postare almeno una volta ogni due settimane almeno. Il prossimo
capitolo è già in scrittura <3 spero di
riuscire a postarlo almeno domenica. Lavora Cristina (si, è
il mio vero nome!) lavora!!!
Mi fa piacere che qualcuno continui a leggere questa piccola storia, e
la ami, tanto quanto la amo io. So già la persona a cui
dedicare il prossimo capitolo.......chi sarà mai? <3
Grazie a chiunque abbia messo la storia fra le preferite, le seguite o
quelle da ricordare. A chi legge senza commentare, e a chi commenta. A
chi aspetta un aggiornamento, o chi si è arreso. A tutte le
splendide persone che hanno recensito e seguito questa storia in
passato...grazie a tutti.
Vi amo e vi rispetto tutti, dal più profondo del mio cuore.
Vi abbraccio con tutta me stessa.
Con amore e devozione
Selenite
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