Author's note.- Ciao
a tutti :) Sono ripetitiva, ma vorrei ringraziare ancora tutti voi che
leggete
e quelli che recensiscono. Significa davvero tanto per me e adoro
leggere i
vostri commenti. Spero che il capitolo sul l'addestramento di Stella vi
piaccia
e se vorrete lasciarmi un commento sarò felicissima di
leggerlo.
Ho
pensato di farvi vedere Sapphire
e Ruby
come me li immagino io, ma ovviamente
voi lettori siete liberi di immaginarli come volete :3
Buona
lettura!
The
Golden Girl
Capitolo
3 - In fondo è solo un numero
Oggi
è il mio primo giorno di allenamento. Sono seduta a tavola e
sto cercando di
fare una colazione normale, nonostante l'ansia che mi attanaglia lo
stomaco.
Sento Trevor parlare animatamente con Ruby di allenamento e strategie e
con la
coda dell'occhio vedo che la nostra Accompagnatrice sta sistemando
delle carte.
Credo che anche Sapphire mi stia parlando ma i miei pensieri vagano sul
fatto
che ho solo tre giorni per imparare più cose possibili. Sono
brava con le armi,
è vero, ma so pochissimo di tattiche di sopravvivenza e cose
di questo genere.
"Stella?
Stella, mi stai ascoltando?"
La
voce di Sapphire mi riscuote. Faccio cenno di sì con la
testa e cerco di
concentrarmi.
"Ti
ho chiesto su cosa intendi concentrarti oggi" mi ripete pazientemente.
"Penso
che proverò ad imparare qualcosa per sopravvivere, come
accendere un fuoco o
costruire una trappola... Per avere qualcosa da mangiare nel caso non
riuscissi
ad ottenere un arco".
"Quindi
sai cacciare?"
Beh
sì. Più o meno. "Non manco mai un bersaglio. E so
pescare dei pesci a mani
nude". Sono particolarmente fiera di questa cosa. Lo abbiamo fatto come
allenamento e i pesci stavano in una vasca, ma tutti non facevano che
lasciarseli scappare dalle mani mentre io avevo una presa davvero
salda. Sostengo
il mio sguardo compiaciuto sul Mentore.
"Non
è detto che ci sia selvaggina... O corsi d'acqua... Potreste
essere in un
deserto. Cosa faresti in quel caso?"
"Aspetterei
che tu mi mandassi da mangiare" rispondo con un sorriso innocente.
"Ah
e sei sicura che qualche sponsor sia così pazzo da investire
su di te?!"
mi prende in giro ridacchiando.
"Certo!
Insomma, guardami!". Realizzo però di non essermi ancora
pettinata e di
avere probabilmente qualche segno del cuscino sul viso. Il suo sguardo
perplesso me lo conferma. "Non in questo preciso momento, Sapphire, in
generale" sbotto fingendomi offesa. Lui si limita a ridacchiare.
"Hai
visto le mietiture, hai già in mente chi vorresti come
alleato?" mi chiede
per cambiare discorso.
"Non
voglio alleati" rispondo decisa. Lui per poco non si strozza. Ma non ho
intenzione di discutere su questo. Mi conosco e so che tendo ad
affezionarmi
alle persone. Se mi alleassi con qualcuno potremmo anche diventare
amici. E
alla fine potrei anche doverli uccidere per tornare a casa.
"Voglio
vincere. E sarà più facile liberarmi degli altri
se non li conosco" mi
limito a spiegare al mio Mentore.
"Stella...
Vincere da soli è molto difficile. Sai perché
spesso sono i Favoriti a vincere?
Perché si alleano. Non voglio forzarti, ma prendi almeno in
considerazione
l'idea". Io annuisco, ma lo faccio più che altro per
chiudere il discorso.
Non voglio alleati. Non voglio essere costretta a uccidere un amico.
Sarà già abbastanza
difficile così.
Alle
dieci in punto siamo disposti a semicerchio al Centro di Addestramento
mentre
ci viene spiegato come muoverci tra le varie postazioni. Adoro il
completo che
mi ha dato Ganymedes: dei pantaloni aderenti in tessuto elasticizzato
che si
adattano alla mia temperatura e fanno quasi da seconda pelle e un top
senza
maniche, entrambi blu scuro con le cuciture dorate. Dorato è
anche il ricamo
con il numero uno posizionato sotto una spalla.
Mentre
il capo degli allenatori parla io ne approfitto per guardare gli altri
Tributi.
Sia il ragazzo che la ragazza del Due sono grossi come Trevor, penso
formeranno
un'ottima squadra. So che la ragazza del Quattro ha quattordici anni,
ma è così
minuta che ne dimostra un paio di meno. Il ragazzo invece è
muscoloso ma
proporzionato, non somiglia ad un armadio come il mio compagno di
Distretto. Si
accorge che lo sto guardando e mi rivolge un sorriso ammiccante che mi
fa
distogliere lo sguardo. Non mi sembra proprio il posto per flirtare.
Mi
concentro sugli altri Tributi. Quelli del Tre vanno tenuti d'occhio
perché di
solito sono abbastanza intelligenti. Il maschio del Dieci mi sembra
forte. I
Tributi dell'Undici e del Dodici, invece, mi sembrano parecchio
denutriti e
deboli. Finisco la mia indagine sugli avversari più o meno
in contemporanea col
discorso di benvenuto.
Mi
muovo un po' tra le postazioni e poi decido di iniziare col tiro con
l'arco. È una
cosa che mi piace e spero mi sarà anche utile nell'arena. Mi
piace tirare con
l'arco. Non pensi a niente, tutta la tua attenzione è sul
bersaglio. Una volta
che impari a fare salti e capriole abbastanza veloci da non far
sfuggire le
frecce dalla faretra sei imbattibile. E il mio essere piccola e leggera
mi
aiuta a muovermi con facilità. Imposto le serie di esercizi
sul computer della
postazione: una serie di bersagli fermi sia a terra che in aria per
cominciare
e poi delle serie di bersagli mobili. Chiudo un attimo gli occhi prima
di
cominciare e quando li riapro le uniche cose che vedo sono i bersagli.
Mi
concentro completamente sul mio obiettivo e riesco a non mancarne
neanche uno.
Mi lascio andare ad un'esclamazione soddisfatta. Mentre mi asciugo il
sudore di
cui non mi ero neanche accorta mentre ero in movimento, sento qualcuno
alle mie
spalle applaudire. Mi volto con una freccia già incoccata.
È lui, il ragazzo
del Quattro. Alza le mani per farsi scudo ma quando parla il suo tono
è divertito.
"Ehi
vacci piano con quella, io non sono un ologramma!"
"Ho
finito, la postazione è tutta tua" gli dico con un sorriso
mentre metto a
posto arco e faretra.
"Oh
no, non mi interessa. Io non caccio" mi risponde con un'alzata di
spalle.
"Ah
giusto. Distretto Quattro. Pesca."
"E
fascino" aggiunge con uno sguardo ammiccante.
Ah-ah.
Certo. "E che ci facevi qui, allora?"
"Mi
godevo il panorama" mi risponde e io decido che è meglio
spostarsi.
Potrebbe essere una tattica per distrarmi. Mi stupisco del fatto che a
volte
sembro davvero una Favorita.
"Allora
non ti intralcio" gli dico mentre lascio la postazione, senza
però risparmiargli
un sorrisetto. E non mi sfugge il suo sguardo che scivola lungo la mia
schiena.
Passo
le restanti ore della mattina tra le postazioni di sopravvivenza. Ha
ragione
Sapphire, non so che arena avremo e non so se ci saranno animali.
Così cerco di
imparare il più possibile sulle erbe commestibili e
velenose. E per essere una
che conosceva solo la lattuga mi ritengo abbastanza soddisfatta del
risultato:
so riconoscere quasi una decina di erbe commestibili e ho deciso che le
altre
non le toccherò. Dovrei riuscire a non avvelenarmi
così.
La
postazione dei nodi mette a dura prova la mia autostima,
perché non credo che
sapere fare un nodo da cravatta mi sarà utile nell'arena.
Per quanto riguarda
tutti gli altri non riesco a combinare niente, quindi passo alle
trappole.
Imparo a farne qualcuna, nel caso non riuscissi a procurarmi un arco.
Spero
davvero che non accada, però, perché dubito che
nell'arena riuscirei a
ricrearne qualcuna o a trovare questi bei legnetti così
adatti. Sto per andare
a vedere che combinano Trevor e i suoi nuovi amici, ma il ragazzo del
Quattro
mi raggiunge.
"Per
stare sempre tutta sola deve esserci parecchia tensione tra te e il tuo
compagno di Distretto."
"Siamo
molto indipendenti" rispondo io con un sorriso sarcastico, cercando di
ignorare il fatto che mi si sta avvicinando sempre di più.
"Sai,
ci sono altri modi per sfogare la tensione..." mi provoca con uno
sguardo
allusivo. Io scoppio a ridere.
"Ma
sei serio?! Potremmo essere morti tra qualche giorno e tu pensi a quello?!"
"Proprio
perché tra qualche giorno potremmo essere morti penso a quello"
mi risponde
marcando l'ultima parola come ho fatto io. "Non voglio avere
rimpianti".
"E
io non voglio perdere tempo" lo liquido, prima che la situazione
degeneri.
Non posso lasciarmi distrarre da lui. Anche se vorrei. No, non voglio.
Ok,
forse sì. Aiuto.
Pranzo
da sola cercando di inquadrare meglio i miei avversari. Devo ammettere
che
Trevor ha provato a convincermi a sedermi con lui e i ragazzi del Due,
ma io
rimango della mia idea di non volere alleati. Nel pomeriggio decido di
dedicarmi alla postazione dei coltelli, giusto per fare la mia parte e
spaventare un po' gli altri. Mi posiziono davanti alle sagome e non so
perché (o
forse sì) le immagino con la faccia di Trevor.
Primo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.
Secondo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.
Terzo
bersaglio. Cuore. Testa. Pancia...
"Per
favore, potresti evitare di colpirlo lì? Mi fa male solo a
vederti."
Mi
volto con il coltello che non ho tirato in mano, pronto al lancio.
È sempre
lui.
"Come
non detto, meglio lui che io!" mi prende in giro ridacchiando.
"Non
tentarmi" lo ammonisco mentre lancio il coltello senza guardare il
bersaglio. Avevo già preso la mira mentre parlavamo e il
coltello colpisce il
bersaglio. Inguine.
Lui
sembra positivamente impressionato. "Wow. Te la cavi meglio che con i
nodi
qui. Ricordami di non averti come avversaria!"
"Mi
sembra un po' difficile... Sai, vista la situazione..." lo prendo in
giro.
"Potrei
sempre averti come alleata..."
"Non
voglio alleati, grazie" declino con un sorriso mentre mi allontano
dalla
postazione.
"Sicura
di essere una dei Favoriti?" mi urla dietro mentre mi allontano e io
non
posso trattenermi dal sorridere. E dal fargli un gestaccio.
A
cena mangio in silenzio, sentendo la fatica della giornata di
allenamento. La
nostra Accompagnatrice ha chiesto com'è andata la giornata e
se abbiamo
imparato qualcosa di interessante. Trevor ovviamente non ha perso
l'occasione
per vantarsi dei suoi nuovi amici e di tutte le armi che ha usato. Ruby
mi
sembra contenta di lui.
"Io
ho imparato a costruire una trappola" dico, giusto perché
Sapphire mi sta
guardando con insistenza.
"Non
hai conosciuto nessuno?" mi chiede, speranzoso.
"Devono
ancora trovare qualcuno che la sopporti" ridacchia Trevor.
"Meglio
sola che avere degli amici che si allenano con me per conoscere i miei
punti
deboli e usarli al momento opportuno" lo zittisco, senza trattenere un
sorrisetto soddisfatto.
Dopo
cena ho avuto il permesso di Sapphire di salire in terrazza. Avevo
bisogno di
una boccata d'aria. La tensione diventa sempre più pesante e
qui su tutto
sembra meno opprimente. So che c'è un campo di forze, ma se
non ci pensi ti
sembra proprio di stare all'aria aperta. Mi siedo sul cornicione e mi
godo la
vista sulla Capitale. Tutte queste lucine colorate le danno
un'atmosfera quasi
magica. Sembra tutto così bello visto da quassù.
Tutti i problemi e le angosce
riguardo i Giochi lasciano il posto alla meraviglia e alla
tranquillità. Se
riuscirò a vincere chiederò come premio un
appartamento con vista su Capitol
City. Sarebbe meraviglioso guardare questo spettacolo ogni sera. Ma i
miei
pensieri vengono interrotti da una voce alle mie spalle.
"Qualcuno
potrebbe dire che siamo destinati ad incontrarci."È lui, il
ragazzo del
Quattro.
"Qualcuno
potrebbe dire che mi segui" rispondo sarcastica mentre lui viene a
sedersi
accanto a me.
"Non
sapremo mai la verità" mi soffia, avvicinandosi di
più, in modo che le
nostre spalle si sfiorino.
"Ti
conviene" rispondo ridendo.
"Magari
dovresti ascoltare il destino e ripensare alla mia proposta di
allearci."
"Te
lo ripeto, non voglio alleati. Non voglio essere costretta ad uccidere
degli
amici per poterne uscire io. Magari gli altri ci riescono, ma io no."
È
strano, non lo conosco nemmeno, eppure sento di riuscire a parlare con
lui come
non potrei farlo con nessun altro. Per un po' restiamo in silenzio a
guardare
le luci colorate di Capitol City.
"Non
riguarda l'essere amici, sai. È che è
più facile farcela se hai degli alleati.
Qui nessuno vede gli altri come amici, siamo tutti avversari.
È così che
dovresti vederla" mi dice dopo un po'.
"Non
sono così brava a mantenere le distanze."
"Dici?
Con me ci stai riuscendo benissimo!"
"Ma
se ti ho sempre intorno!"
Scoppiamo
a ridere e quando ci fermiamo mi perdo un attimo nei suoi occhi blu.
Distolgo
lo sguardo, devo mantenere le distanze. O almeno provarci.
"Smettila
di guardarmi così, Quattro."
"Sam."
"Smettila
di guardarmi così, Sam."
Stiamo
qualche altro minuto a guardarci, sembra quasi una sfida a chi cede per
primo.
Poi lui si avvicina e io non lo fermo. Mi dà un bacio che sa
di proibito, di
paura e di vaniglia. E io so che sto facendo una cavolata. Ma sbagliare
non ha
mai avuto un sapore più buono.
È
una giornata tranquilla al Centro Addestramento. Ieri abbiamo giocato a
'il mio
cavallo corre più veloce del tuo', oggi ognuno si dedica a
trarre il massimo
dall'allenamento. Ho fatto un ripasso delle erbe per essere sicura di
non aver
scordato quelle poche cose imparate ieri e poi sono passata
all'allenamento con
la spada. Ho detto a Sapphire di saperla usare quindi mi conviene
imparare in
fretta. E con 'in fretta' intendo in qualche ora. Ogni tanto mi guardo
in giro
per vedere se Sam guarda dalla mia parte ma lui continua ad ignorarmi.
Non
so cosa mi aspettassi, sinceramente. Avrei dovuto immaginare che il
bacio di
ieri sera era solo l'ultimo e disperato tentativo di stringere
un'alleanza con
me. Si sarà rassegnato e avrà lasciato perdere.
Mi sento così stupida ad
esserci cascata. Lo dovevo capire che il suo interesse era puramente
utilitaristico. Gli converrà guardarsi le spalle nell'arena,
non mi piace
essere presa in giro. Anzi, lo odio. Ops, per poco non mozzavo un
orecchio al
mio allenatore. Forse è meglio non pensare a Sam quando sono
armata.
Pranzo
da sola e poi passo subito alla postazione di combattimento col
bastone. Quelli
che hanno qui però non sono dei semplici bastoni di legno
come quelli che
usavamo noi per allenarci, ma sono fatti in un materiale leggero e che
fende
l'aria alla perfezione. Tuttavia fanno molto più male quando
colpiscono. Lo so
perché mi sono distratta un paio di volte e il mio
allenatore non ha mancato di
farmelo notare. Trascorro qui delle ore, è senza dubbio il
mio metodo di
combattimento preferito. Quando decidiamo di fermarci mi sento le
braccia
parecchio indolenzite, ma sento di aver sfogato buona parte della
tensione
accumulata in questi giorni.
"Se
avessi saputo che sei così brava a maneggiare i bastoni,
ieri non mi sarei
limitato a baciarti."
Alzo
gli occhi e gli lancio uno sguardo scettico mentre faccio qualche
esercizio col
bastone. "Non mi sembrava che tu fossi così interessato a me
fino a
qualche minuto fa" gli faccio notare mentre inizio a colpire uno dei
sacchi. È fortunato che non possiamo toccare gli altri
tributi.
"Mi
stavo allenando" mi risponde mentre sale sulla pedana e mi ferma il
braccio con un movimento fluido. "Ora, però, voglio
prendermi una
pausa" aggiunge guardandomi negli occhi in un modo che mi dà
un brivido.
Non
so come mi ritrovo nel bagno poco lontano dalle postazioni di
allenamento con
le spalle al muro e le braccia bloccate sopra la testa. E Sam che mi
bacia il
collo.
"Guarda
che si accorgeranno che manchiamo" provo ad oppormi, ma il mio corpo
non
sembra molto d'accordo.
"Tra
ventidue e ventiquattro non c'è una grande differenza. Se
non urli troppo non
noteranno che manchiamo" mi risponde facendomi l'occhiolino.
Libero
le mani dalla sua presa e gli lego le gambe intorno alla vita. "Non
c'è problema,
non penso che tu sia così bravo" gli rispondo a tono.
Ho
dei seri dubbi che Sapphire intendesse questo con 'dai il meglio di te'.
A
cena cerco di partecipare il più possibile alla
conversazione in modo che il
mio Mentore non si accorga che ho la testa altrove. In
realtà penso a Sam e al
fatto che, comunque vada, non lo rivedrò più dopo
i Giochi. Non posso negare
che lui mi piaccia. È carino, simpatico e riesce a tenermi
testa. Ma questi
sono gli Hunger Games e bisogna pensare solo a se stessi. Me l'ha detto
chiaramente. Qui chi non vince, muore. E io non posso pagare un prezzo
tanto
alto per un ragazzo che mi piace. Ho delle persone che mi aspettano a
casa.
Voglio tornare a casa.
Dopo
che abbiamo finito di mangiare sono andata a rintanarmi nella mia
stanza.
Domani avremo la sessione privata con gli Strateghi e mi conviene
riposare.
Sento bussare alla porta e ormai riconosco Sapphire.
"Entra
pure" gli dico, nonostante io abbia la faccia sprofondata nel cuscino.
Lui
entra e si siede sulla poltroncina difronte il mio letto e io capisco
che è il
caso di mettermi seduta.
"Domani
sarà un giorno importante. Hai già qualche idea
su cosa farai?"
"Vorrei
fare qualcosa che li lasci a bocca aperta."
"Hai
qualche idea più precisa?" mi chiede sarcastico, come sempre.
"Danno
mai un dodici?" mi trovo a chiedere.
"Vuoi
un dodici?"
"Tu
quanto hai avuto?" gli domando per cambiare argomento. A volte riesce
ad
essere davvero esasperante.
"Undici.
Non dovresti puntare al dodici, di solito significa che gli Strateghi
vogliono
farti fuori."
"Wow
quindi sei stato bravo. Ma hanno mai dato un dodici per merito?
C'è mai stato
qualcuno così bravo?"
"Qualcuno
c'è stato" mi risponde, vago. "Ma devi davvero stupirli."
"Lo
farò. Pensavo di fare una specie di numero."
Lui
alza un sopracciglio. Perché deve sempre essere
così scettico?! "Qualcosa
che gli dimostri che so usare le armi e che sono atletica e veloce.
Tipo una
catena di esercizi o una cosa così."
Restiamo
qualche momento in silenzio.
"Sai
che quel numero non significa niente alla fine, vero? C'è
stata gente che ha
avuto un punteggio alto e non ha superato il bagno di sangue. E gente
che ha
avuto punteggi bassi ed è ancora in giro. Quel numero non
dice chi sei, Stella.
Non mi interessa che voto ti danno. Voglio che mi dimostri chi sei una
volta
entrata lì dentro. Non me ne frega niente di quello che
pensano gli Strateghi
di te. Io so chi sei e cosa sai fare. Quindi non darti troppa pena per
domani."
Questo
sì che è un discorso di incoraggiamento. Faccio
un sorriso sincero e abbraccio
Sapphire, dicendogli soltanto 'grazie'.
"Dormi
adesso. Hai ancora un giorno di allenamento che ti aspetta. E non
voglio
doverti trascinare fuori dal letto" mi ammonisce, uscendo dalla stanza.
E
schivando ancora una volta il cuscino che gli tiro.
La
mattina tuttavia i miei buoni propositi di restare calma sono spariti e
io mi
ritrovo al Centro di Addestramento in preda all'ansia. Sto provando a
fare una
trappola da mezz'ora e tutto ciò che ho ottenuto
è un mucchietto di legnetti
rovinati. Vedo Sam che sta insegnando qualcosa alla sua compagna di
Distretto
quindi non mi avvicino. Dopo un po' è lui a farlo.
"Non
pensavo che le trappole fossero il tuo genere."
"Non
lo sono, infatti" rispondo con un sorriso mesto mostrando il mio
disastroso risultato.
"Magari
possiamo fare qualcosa che ti faccia distrarre" mi propone col suo
solito
sguardo ammiccante.
"Non
mi sembra il momento, Sam! Ma non pensi ad altro?!" gli domando,
basita.
"Veramente
io intendevo che potremmo esercitarci con qualcosa di più
utile. Sei tu che
pensi sempre a quello" dice, facendomi il verso.
Poi mi trascina
verso la postazione di lotta dove è stato allestito una
specie di ring.
"Sai
che non ci è permesso combattere tra di noi" gli ricordo.
"Fiuto
la tua paura da qui" mi rimbecca mentre si avvicina all'allenatore
addetto
alla postazione. "Ci esercitiamo solo un po' nella difesa, per
riscaldarci"
gli dice e credo abbia uno sguardo così innocente e
convincente che quello fa
cenno di sì e si mette a bordo ring per controllare che ci
comportiamo bene.
"Comincia
tu" propone lui e devo ammettere che questo è molto
più rilassante delle
trappole. E lui è bravo a parare i miei colpi. Simuliamo un
combattimento senza
davvero mettere forza nei colpi, anche perché il nostro
supervisore non si
distrae un attimo. Riesco ad approfittare di un attimo di distrazione
di Sam
per metterlo al tappeto e bloccarlo, sedendomi a cavalcioni su di lui
con un
sorriso compiaciuto.
"Sai,
se volevi stare sopra bastava dirlo. Mi piacciono le donne che prendono
il
controllo."
Il
suo solito sorrisetto da stronzo. "E poi sarei io a pensare sempre a quello!"
lo prendo in giro mentre gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Dopo
pranzo ci dividono secondo i Distretti per la sessione privata. Io e
Trevor
saremo i primi. Mentre ci scortano verso la stanza dove
avverrà la valutazione,
Sam mi augura buona fortuna e io cerco di rispondergli con un sorriso
ma mi
viene fuori solo una smorfia ansiosa.
Mentre
Trevor è dentro, provo a capire quanto tempo passa. E spero
che faccia qualche
casino, tipo inciampare, cadere o vomitare. Quando esce,
però, mi sembra
soddisfatto.
"Sono
peggio del previsto" mi dice per incoraggiarmi e io gli faccio una
smorfia.
Una
volta dentro mi prendo qualche secondo per studiare la stanza. Ci sono
parecchi
metri liberi prima delle postazioni con le armi e con il necessario per
trappole e mimetizzazione. Decido che inizierò col
mostrargli che sarò pure
piccola, ma molto agile. Copro la distanza fino alla postazione con
sacco e
bastoni facendo dei salti e delle capriole, sperando di non sembrare
ridicola.
Esibirmi col bastone è facile, lo faccio da sempre. Qualche
esercizio
particolarmente coreografico e poi trafiggo il sacco. Spero non ci
chiedano di
ripagarlo, sarebbe la volta buona che Sapphire prenda me a bastonate.
Faccio
un salto all'indietro e atterro davanti la postazione con l'arco. Ci
sono tre
bersagli. Non devo mancare il centro nemmeno una volta. Mi prendo
qualche
secondo per chiudere gli occhi e concentrarmi. E quando li riapro la
stanza e
gli Strateghi sono spariti, ci siamo soltanto io e il bersaglio. Punta,
scocca,
centra. È tutto ciò che devo fare. Dopo il terzo
centro mi sembra di uscire da
uno stato di tensione in cui non mi ero nemmeno accorta di essere
sprofondata.
Quando passo alle sagome da da colpire coi coltelli ripenso a Sam e
sorrido. Mi
basta colpirne una, non serve mutilare anche le altre. Quattro
coltelli,
quattro colpi. Cuore, testa - proprio in mezzo agli occhi, pancia,
inguine.
Non
mi avvicino nemmeno alle postazioni di sopravvivenza, non credo che
agli
Strateghi interessi vedere come creo un perfetto mucchietto inutile di
bastoncini.
Mi
avvio a passo deciso verso la parte esattamente sotto la galleria da
dove loro
mi stanno osservando. "Stella Maloney, Distretto Uno. Vorrei un dodici,
grazie" dico semplicemente, esibendo il mio miglior sorriso
accattivante.
E poi esco.
"Com'è
andata?" mi chiede Trevor, una volta che sono fuori.
"Bene,
ho ballato nuda sulla postazione delle erbe. È stato
divertente" rispondo
con un'alzata di spalle.
"Quindi
ti daranno tipo un... Cinque?" mi chiede ridacchiando.
"Sei
solo invidioso che io non mi sia mai esibita per te!" rispondo a tono
mentre lasciamo il Centro di Addestramento.
Dopo
cena siamo tutti schierati sui divanetti davanti la tv per scoprire le
valutazioni degli Strateghi. Non dovremo aspettare molto
perché si va sempre in
ordine numerico crescente. Trevor prende un dieci e Ruby mi sembra
molto
contenta. Qualunque cosa abbia fatto, penso l'abbia fatta bene. Poi
tocca a me.
Mentre Caesar Flickerman fa la solita pausa di suspence tra il nome e
il voto
io sento il mio stomaco che si contorce. Inizio a chiedermi se ho fatto
abbastanza, se c'era qualcos'altro che ho ignorato, se poi non sono
stata
niente di che. Finalmente arriva. Un bel dodici che lampeggia sullo
schermo
della tv ultra moderna. Sapphire si lascia andare ad un'esclamazione
entusiasta
e io ricomincio a respirare.
"Un
dodici?" mi chiede il mio compagno di Distretto. " Come cavolo hai
fatto?!"
"Gliel'ho
chiesto" rispondo semplicemente, ma dentro di me sono al settimo cielo.
Mentre
mi ritiro nella mia stanza Sapphire mi segue. "Ruby ha deciso che
sarà lei
stessa a preparare Trevor per le interviste, quindi tu passerai la
giornata con
Amarillis" mi informa, avendo il buon gusto di mantenere una distanza
di
sicurezza.
"Cosa?!
Perché non puoi essere tu a prepararmi?!" c'è una
leggera nota di panico
nella mia voce.
"Di
solito le ragazze vengono preparate dall'Accompagnatrice. Non
sarà così terribile
come pensi" mi dice mentre mi spinge dentro la mia stanza. "Ah e
Stella? Comportati bene."
"Darò
il meglio di me" rispondo facendo un inchino
e il mio miglior sorriso diabolico.
Mi
concedo di pensare un attimo a Sam e al suo nove. Penso se la
caverà nell'arena.
Io devo pensare a sopravvivere a domani, per il momento. Prima
Amarillis e poi
Caesar Flickerman. Quasi quasi mi viene voglia di passare subito
all'arena. Ma
se sono riuscita a strappare un dodici agli Strateghi, che
sarà mai
un'intervista in tv, dopotutto?
|