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Autore: Miss_Sunshine    04/03/2015    3 recensioni
67th Hunger Games
Distretto Uno. Tutti pensano che i Favoriti abbiano la vittoria in tasca e siano anche un po' cattivi. Ma non sempre le cose vanno come devono e anche tra i Favoriti può esserci una ragazza un po' particolare. Questa è la storia di Stella. Una Favorita che tutto si sente tranne che questo.
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Dal testo
Guardo fuori dal finestrino e mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre più piccolo. Mi trovo a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove sono nata. L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i miei ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io ho le carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto Uno abbia di nuovo un vincitore.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate, Un po' tutti, Vincitori Edizioni Passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Author's note.- Ciao a tutti :) Sono ripetitiva, ma vorrei ringraziare ancora tutti voi che leggete e quelli che recensiscono. Significa davvero tanto per me e adoro leggere i vostri commenti. Spero che il capitolo sul l'addestramento di Stella vi piaccia e se vorrete lasciarmi un commento sarò felicissima di leggerlo.

Ho pensato di farvi vedere Sapphire e Ruby come me li immagino io, ma ovviamente voi lettori siete liberi di immaginarli come volete :3

Buona lettura!

 

 

The Golden Girl

 

Capitolo 3 - In fondo è solo un numero

 

 

Oggi è il mio primo giorno di allenamento. Sono seduta a tavola e sto cercando di fare una colazione normale, nonostante l'ansia che mi attanaglia lo stomaco. Sento Trevor parlare animatamente con Ruby di allenamento e strategie e con la coda dell'occhio vedo che la nostra Accompagnatrice sta sistemando delle carte. Credo che anche Sapphire mi stia parlando ma i miei pensieri vagano sul fatto che ho solo tre giorni per imparare più cose possibili. Sono brava con le armi, è vero, ma so pochissimo di tattiche di sopravvivenza e cose di questo genere.

"Stella? Stella, mi stai ascoltando?"

La voce di Sapphire mi riscuote. Faccio cenno di sì con la testa e cerco di concentrarmi.

"Ti ho chiesto su cosa intendi concentrarti oggi" mi ripete pazientemente.

"Penso che proverò ad imparare qualcosa per sopravvivere, come accendere un fuoco o costruire una trappola... Per avere qualcosa da mangiare nel caso non riuscissi ad ottenere un arco".

"Quindi sai cacciare?"

Beh sì. Più o meno. "Non manco mai un bersaglio. E so pescare dei pesci a mani nude". Sono particolarmente fiera di questa cosa. Lo abbiamo fatto come allenamento e i pesci stavano in una vasca, ma tutti non facevano che lasciarseli scappare dalle mani mentre io avevo una presa davvero salda. Sostengo il mio sguardo compiaciuto sul Mentore.

"Non è detto che ci sia selvaggina... O corsi d'acqua... Potreste essere in un deserto. Cosa faresti in quel caso?"

"Aspetterei che tu mi mandassi da mangiare" rispondo con un sorriso innocente.

"Ah e sei sicura che qualche sponsor sia così pazzo da investire su di te?!" mi prende in giro ridacchiando.

"Certo! Insomma, guardami!". Realizzo però di non essermi ancora pettinata e di avere probabilmente qualche segno del cuscino sul viso. Il suo sguardo perplesso me lo conferma. "Non in questo preciso momento, Sapphire, in generale" sbotto fingendomi offesa. Lui si limita a ridacchiare.

"Hai visto le mietiture, hai già in mente chi vorresti come alleato?" mi chiede per cambiare discorso.

"Non voglio alleati" rispondo decisa. Lui per poco non si strozza. Ma non ho intenzione di discutere su questo. Mi conosco e so che tendo ad affezionarmi alle persone. Se mi alleassi con qualcuno potremmo anche diventare amici. E alla fine potrei anche doverli uccidere per tornare a casa.

"Voglio vincere. E sarà più facile liberarmi degli altri se non li conosco" mi limito a spiegare al mio Mentore.

"Stella... Vincere da soli è molto difficile. Sai perché spesso sono i Favoriti a vincere? Perché si alleano. Non voglio forzarti, ma prendi almeno in considerazione l'idea". Io annuisco, ma lo faccio più che altro per chiudere il discorso. Non voglio alleati. Non voglio essere costretta a uccidere un amico. Sarà già abbastanza difficile così.

 

Alle dieci in punto siamo disposti a semicerchio al Centro di Addestramento mentre ci viene spiegato come muoverci tra le varie postazioni. Adoro il completo che mi ha dato Ganymedes: dei pantaloni aderenti in tessuto elasticizzato che si adattano alla mia temperatura e fanno quasi da seconda pelle e un top senza maniche, entrambi blu scuro con le cuciture dorate. Dorato è anche il ricamo con il numero uno posizionato sotto una spalla.

Mentre il capo degli allenatori parla io ne approfitto per guardare gli altri Tributi. Sia il ragazzo che la ragazza del Due sono grossi come Trevor, penso formeranno un'ottima squadra. So che la ragazza del Quattro ha quattordici anni, ma è così minuta che ne dimostra un paio di meno. Il ragazzo invece è muscoloso ma proporzionato, non somiglia ad un armadio come il mio compagno di Distretto. Si accorge che lo sto guardando e mi rivolge un sorriso ammiccante che mi fa distogliere lo sguardo. Non mi sembra proprio il posto per flirtare.

Mi concentro sugli altri Tributi. Quelli del Tre vanno tenuti d'occhio perché di solito sono abbastanza intelligenti. Il maschio del Dieci mi sembra forte. I Tributi dell'Undici e del Dodici, invece, mi sembrano parecchio denutriti e deboli. Finisco la mia indagine sugli avversari più o meno in contemporanea col discorso di benvenuto.

Mi muovo un po' tra le postazioni e poi decido di iniziare col tiro con l'arco. È una cosa che mi piace e spero mi sarà anche utile nell'arena. Mi piace tirare con l'arco. Non pensi a niente, tutta la tua attenzione è sul bersaglio. Una volta che impari a fare salti e capriole abbastanza veloci da non far sfuggire le frecce dalla faretra sei imbattibile. E il mio essere piccola e leggera mi aiuta a muovermi con facilità. Imposto le serie di esercizi sul computer della postazione: una serie di bersagli fermi sia a terra che in aria per cominciare e poi delle serie di bersagli mobili. Chiudo un attimo gli occhi prima di cominciare e quando li riapro le uniche cose che vedo sono i bersagli. Mi concentro completamente sul mio obiettivo e riesco a non mancarne neanche uno. Mi lascio andare ad un'esclamazione soddisfatta. Mentre mi asciugo il sudore di cui non mi ero neanche accorta mentre ero in movimento, sento qualcuno alle mie spalle applaudire. Mi volto con una freccia già incoccata. È lui, il ragazzo del Quattro. Alza le mani per farsi scudo ma quando parla il suo tono è divertito.

"Ehi vacci piano con quella, io non sono un ologramma!"

"Ho finito, la postazione è tutta tua" gli dico con un sorriso mentre metto a posto arco e faretra.

"Oh no, non mi interessa. Io non caccio" mi risponde con un'alzata di spalle.

"Ah giusto. Distretto Quattro. Pesca."

"E fascino" aggiunge con uno sguardo ammiccante.

Ah-ah. Certo. "E che ci facevi qui, allora?"

"Mi godevo il panorama" mi risponde e io decido che è meglio spostarsi. Potrebbe essere una tattica per distrarmi. Mi stupisco del fatto che a volte sembro davvero una Favorita.

"Allora non ti intralcio" gli dico mentre lascio la postazione, senza però risparmiargli un sorrisetto. E non mi sfugge il suo sguardo che scivola lungo la mia schiena.

 

Passo le restanti ore della mattina tra le postazioni di sopravvivenza. Ha ragione Sapphire, non so che arena avremo e non so se ci saranno animali. Così cerco di imparare il più possibile sulle erbe commestibili e velenose. E per essere una che conosceva solo la lattuga mi ritengo abbastanza soddisfatta del risultato: so riconoscere quasi una decina di erbe commestibili e ho deciso che le altre non le toccherò. Dovrei riuscire a non avvelenarmi così.

La postazione dei nodi mette a dura prova la mia autostima, perché non credo che sapere fare un nodo da cravatta mi sarà utile nell'arena. Per quanto riguarda tutti gli altri non riesco a combinare niente, quindi passo alle trappole. Imparo a farne qualcuna, nel caso non riuscissi a procurarmi un arco. Spero davvero che non accada, però, perché dubito che nell'arena riuscirei a ricrearne qualcuna o a trovare questi bei legnetti così adatti. Sto per andare a vedere che combinano Trevor e i suoi nuovi amici, ma il ragazzo del Quattro mi raggiunge.

"Per stare sempre tutta sola deve esserci parecchia tensione tra te e il tuo compagno di Distretto."

"Siamo molto indipendenti" rispondo io con un sorriso sarcastico, cercando di ignorare il fatto che mi si sta avvicinando sempre di più.

"Sai, ci sono altri modi per sfogare la tensione..." mi provoca con uno sguardo allusivo. Io scoppio a ridere.

"Ma sei serio?! Potremmo essere morti tra qualche giorno e tu pensi a quello?!"

"Proprio perché tra qualche giorno potremmo essere morti penso a quello" mi risponde marcando l'ultima parola come ho fatto io. "Non voglio avere rimpianti".

"E io non voglio perdere tempo" lo liquido, prima che la situazione degeneri. Non posso lasciarmi distrarre da lui. Anche se vorrei. No, non voglio. Ok, forse sì. Aiuto.

 

Pranzo da sola cercando di inquadrare meglio i miei avversari. Devo ammettere che Trevor ha provato a convincermi a sedermi con lui e i ragazzi del Due, ma io rimango della mia idea di non volere alleati. Nel pomeriggio decido di dedicarmi alla postazione dei coltelli, giusto per fare la mia parte e spaventare un po' gli altri. Mi posiziono davanti alle sagome e non so perché (o forse sì) le immagino con la faccia di Trevor.

Primo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine.

Secondo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia. Inguine. 

Terzo bersaglio. Cuore. Testa. Pancia...

"Per favore, potresti evitare di colpirlo lì? Mi fa male solo a vederti."

Mi volto con il coltello che non ho tirato in mano, pronto al lancio. È sempre lui.

"Come non detto, meglio lui che io!" mi prende in giro ridacchiando.

"Non tentarmi" lo ammonisco mentre lancio il coltello senza guardare il bersaglio. Avevo già preso la mira mentre parlavamo e il coltello colpisce il bersaglio. Inguine.

Lui sembra positivamente impressionato. "Wow. Te la cavi meglio che con i nodi qui. Ricordami di non averti come avversaria!"

"Mi sembra un po' difficile... Sai, vista la situazione..." lo prendo in giro.

"Potrei sempre averti come alleata..."

"Non voglio alleati, grazie" declino con un sorriso mentre mi allontano dalla postazione.

"Sicura di essere una dei Favoriti?" mi urla dietro mentre mi allontano e io non posso trattenermi dal sorridere. E dal fargli un gestaccio.

 

A cena mangio in silenzio, sentendo la fatica della giornata di allenamento. La nostra Accompagnatrice ha chiesto com'è andata la giornata e se abbiamo imparato qualcosa di interessante. Trevor ovviamente non ha perso l'occasione per vantarsi dei suoi nuovi amici e di tutte le armi che ha usato. Ruby mi sembra contenta di lui.

"Io ho imparato a costruire una trappola" dico, giusto perché Sapphire mi sta guardando con insistenza.

"Non hai conosciuto nessuno?" mi chiede, speranzoso.

"Devono ancora trovare qualcuno che la sopporti" ridacchia Trevor.

"Meglio sola che avere degli amici che si allenano con me per conoscere i miei punti deboli e usarli al momento opportuno" lo zittisco, senza trattenere un sorrisetto soddisfatto.

 

Dopo cena ho avuto il permesso di Sapphire di salire in terrazza. Avevo bisogno di una boccata d'aria. La tensione diventa sempre più pesante e qui su tutto sembra meno opprimente. So che c'è un campo di forze, ma se non ci pensi ti sembra proprio di stare all'aria aperta. Mi siedo sul cornicione e mi godo la vista sulla Capitale. Tutte queste lucine colorate le danno un'atmosfera quasi magica. Sembra tutto così bello visto da quassù. Tutti i problemi e le angosce riguardo i Giochi lasciano il posto alla meraviglia e alla tranquillità. Se riuscirò a vincere chiederò come premio un appartamento con vista su Capitol City. Sarebbe meraviglioso guardare questo spettacolo ogni sera. Ma i miei pensieri vengono interrotti da una voce alle mie spalle.

"Qualcuno potrebbe dire che siamo destinati ad incontrarci."È lui, il ragazzo del Quattro.

"Qualcuno potrebbe dire che mi segui" rispondo sarcastica mentre lui viene a sedersi accanto a me.

"Non sapremo mai la verità" mi soffia, avvicinandosi di più, in modo che le nostre spalle si sfiorino.

"Ti conviene" rispondo ridendo.

"Magari dovresti ascoltare il destino e ripensare alla mia proposta di allearci."

"Te lo ripeto, non voglio alleati. Non voglio essere costretta ad uccidere degli amici per poterne uscire io. Magari gli altri ci riescono, ma io no."

È strano, non lo conosco nemmeno, eppure sento di riuscire a parlare con lui come non potrei farlo con nessun altro. Per un po' restiamo in silenzio a guardare le luci colorate di Capitol City.

"Non riguarda l'essere amici, sai. È che è più facile farcela se hai degli alleati. Qui nessuno vede gli altri come amici, siamo tutti avversari. È così che dovresti vederla" mi dice dopo un po'.

"Non sono così brava a mantenere le distanze."

"Dici? Con me ci stai riuscendo benissimo!"

"Ma se ti ho sempre intorno!"

Scoppiamo a ridere e quando ci fermiamo mi perdo un attimo nei suoi occhi blu. Distolgo lo sguardo, devo mantenere le distanze. O almeno provarci.

"Smettila di guardarmi così, Quattro."

"Sam."

"Smettila di guardarmi così, Sam."

Stiamo qualche altro minuto a guardarci, sembra quasi una sfida a chi cede per primo. Poi lui si avvicina e io non lo fermo. Mi dà un bacio che sa di proibito, di paura e di vaniglia. E io so che sto facendo una cavolata. Ma sbagliare non ha mai avuto un sapore più buono.

 

È una giornata tranquilla al Centro Addestramento. Ieri abbiamo giocato a 'il mio cavallo corre più veloce del tuo', oggi ognuno si dedica a trarre il massimo dall'allenamento. Ho fatto un ripasso delle erbe per essere sicura di non aver scordato quelle poche cose imparate ieri e poi sono passata all'allenamento con la spada. Ho detto a Sapphire di saperla usare quindi mi conviene imparare in fretta. E con 'in fretta' intendo in qualche ora. Ogni tanto mi guardo in giro per vedere se Sam guarda dalla mia parte ma lui continua ad ignorarmi.

Non so cosa mi aspettassi, sinceramente. Avrei dovuto immaginare che il bacio di ieri sera era solo l'ultimo e disperato tentativo di stringere un'alleanza con me. Si sarà rassegnato e avrà lasciato perdere. Mi sento così stupida ad esserci cascata. Lo dovevo capire che il suo interesse era puramente utilitaristico. Gli converrà guardarsi le spalle nell'arena, non mi piace essere presa in giro. Anzi, lo odio. Ops, per poco non mozzavo un orecchio al mio allenatore. Forse è meglio non pensare a Sam quando sono armata.

Pranzo da sola e poi passo subito alla postazione di combattimento col bastone. Quelli che hanno qui però non sono dei semplici bastoni di legno come quelli che usavamo noi per allenarci, ma sono fatti in un materiale leggero e che fende l'aria alla perfezione. Tuttavia fanno molto più male quando colpiscono. Lo so perché mi sono distratta un paio di volte e il mio allenatore non ha mancato di farmelo notare. Trascorro qui delle ore, è senza dubbio il mio metodo di combattimento preferito. Quando decidiamo di fermarci mi sento le braccia parecchio indolenzite, ma sento di aver sfogato buona parte della tensione accumulata in questi giorni.

"Se avessi saputo che sei così brava a maneggiare i bastoni, ieri non mi sarei limitato a baciarti."

Alzo gli occhi e gli lancio uno sguardo scettico mentre faccio qualche esercizio col bastone. "Non mi sembrava che tu fossi così interessato a me fino a qualche minuto fa" gli faccio notare mentre inizio a colpire uno dei sacchi. È fortunato che non possiamo toccare gli altri tributi.

"Mi stavo allenando" mi risponde mentre sale sulla pedana e mi ferma il braccio con un movimento fluido. "Ora, però, voglio prendermi una pausa" aggiunge guardandomi negli occhi in un modo che mi dà un brivido.

Non so come mi ritrovo nel bagno poco lontano dalle postazioni di allenamento con le spalle al muro e le braccia bloccate sopra la testa. E Sam che mi bacia il collo.

"Guarda che si accorgeranno che manchiamo" provo ad oppormi, ma il mio corpo non sembra molto d'accordo.

"Tra ventidue e ventiquattro non c'è una grande differenza. Se non urli troppo non noteranno che manchiamo" mi risponde facendomi l'occhiolino.

Libero le mani dalla sua presa e gli lego le gambe intorno alla vita. "Non c'è problema, non penso che tu sia così bravo" gli rispondo a tono.

Ho dei seri dubbi che Sapphire intendesse questo con 'dai il meglio di te'.

 

A cena cerco di partecipare il più possibile alla conversazione in modo che il mio Mentore non si accorga che ho la testa altrove. In realtà penso a Sam e al fatto che, comunque vada, non lo rivedrò più dopo i Giochi. Non posso negare che lui mi piaccia. È carino, simpatico e riesce a tenermi testa. Ma questi sono gli Hunger Games e bisogna pensare solo a se stessi. Me l'ha detto chiaramente. Qui chi non vince, muore. E io non posso pagare un prezzo tanto alto per un ragazzo che mi piace. Ho delle persone che mi aspettano a casa. Voglio tornare a casa.

Dopo che abbiamo finito di mangiare sono andata a rintanarmi nella mia stanza. Domani avremo la sessione privata con gli Strateghi e mi conviene riposare. Sento bussare alla porta e ormai riconosco Sapphire.

"Entra pure" gli dico, nonostante io abbia la faccia sprofondata nel cuscino. Lui entra e si siede sulla poltroncina difronte il mio letto e io capisco che è il caso di mettermi seduta.

"Domani sarà un giorno importante. Hai già qualche idea su cosa farai?"

"Vorrei fare qualcosa che li lasci a bocca aperta."

"Hai qualche idea più precisa?" mi chiede sarcastico, come sempre.

"Danno mai un dodici?" mi trovo a chiedere.

"Vuoi un dodici?"

"Tu quanto hai avuto?" gli domando per cambiare argomento. A volte riesce ad essere davvero esasperante.

"Undici. Non dovresti puntare al dodici, di solito significa che gli Strateghi vogliono farti fuori."

"Wow quindi sei stato bravo. Ma hanno mai dato un dodici per merito? C'è mai stato qualcuno così bravo?"

"Qualcuno c'è stato" mi risponde, vago. "Ma devi davvero stupirli."

"Lo farò. Pensavo di fare una specie di numero."

Lui alza un sopracciglio. Perché deve sempre essere così scettico?! "Qualcosa che gli dimostri che so usare le armi e che sono atletica e veloce. Tipo una catena di esercizi o una cosa così."

Restiamo qualche momento in silenzio.

"Sai che quel numero non significa niente alla fine, vero? C'è stata gente che ha avuto un punteggio alto e non ha superato il bagno di sangue. E gente che ha avuto punteggi bassi ed è ancora in giro. Quel numero non dice chi sei, Stella. Non mi interessa che voto ti danno. Voglio che mi dimostri chi sei una volta entrata lì dentro. Non me ne frega niente di quello che pensano gli Strateghi di te. Io so chi sei e cosa sai fare. Quindi non darti troppa pena per domani."

Questo sì che è un discorso di incoraggiamento. Faccio un sorriso sincero e abbraccio Sapphire, dicendogli soltanto 'grazie'.

"Dormi adesso. Hai ancora un giorno di allenamento che ti aspetta. E non voglio doverti trascinare fuori dal letto" mi ammonisce, uscendo dalla stanza. E schivando ancora una volta il cuscino che gli tiro.

 

La mattina tuttavia i miei buoni propositi di restare calma sono spariti e io mi ritrovo al Centro di Addestramento in preda all'ansia. Sto provando a fare una trappola da mezz'ora e tutto ciò che ho ottenuto è un mucchietto di legnetti rovinati. Vedo Sam che sta insegnando qualcosa alla sua compagna di Distretto quindi non mi avvicino. Dopo un po' è lui a farlo.

"Non pensavo che le trappole fossero il tuo genere."

"Non lo sono, infatti" rispondo con un sorriso mesto mostrando il mio disastroso risultato.

"Magari possiamo fare qualcosa che ti faccia distrarre" mi propone col suo solito sguardo ammiccante.

"Non mi sembra il momento, Sam! Ma non pensi ad altro?!" gli domando, basita.

"Veramente io intendevo che potremmo esercitarci con qualcosa di più utile. Sei tu che pensi sempre a quello" dice, facendomi il verso. Poi mi trascina verso la postazione di lotta dove è stato allestito una specie di ring.

"Sai che non ci è permesso combattere tra di noi" gli ricordo.

"Fiuto la tua paura da qui" mi rimbecca mentre si avvicina all'allenatore addetto alla postazione. "Ci esercitiamo solo un po' nella difesa, per riscaldarci" gli dice e credo abbia uno sguardo così innocente e convincente che quello fa cenno di sì e si mette a bordo ring per controllare che ci comportiamo bene.

"Comincia tu" propone lui e devo ammettere che questo è molto più rilassante delle trappole. E lui è bravo a parare i miei colpi. Simuliamo un combattimento senza davvero mettere forza nei colpi, anche perché il nostro supervisore non si distrae un attimo. Riesco ad approfittare di un attimo di distrazione di Sam per metterlo al tappeto e bloccarlo, sedendomi a cavalcioni su di lui con un sorriso compiaciuto.

"Sai, se volevi stare sopra bastava dirlo. Mi piacciono le donne che prendono il controllo."

Il suo solito sorrisetto da stronzo. "E poi sarei io a pensare sempre a quello!" lo prendo in giro mentre gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi.

 

Dopo pranzo ci dividono secondo i Distretti per la sessione privata. Io e Trevor saremo i primi. Mentre ci scortano verso la stanza dove avverrà la valutazione, Sam mi augura buona fortuna e io cerco di rispondergli con un sorriso ma mi viene fuori solo una smorfia ansiosa.

Mentre Trevor è dentro, provo a capire quanto tempo passa. E spero che faccia qualche casino, tipo inciampare, cadere o vomitare. Quando esce, però, mi sembra soddisfatto.

"Sono peggio del previsto" mi dice per incoraggiarmi e io gli faccio una smorfia.

Una volta dentro mi prendo qualche secondo per studiare la stanza. Ci sono parecchi metri liberi prima delle postazioni con le armi e con il necessario per trappole e mimetizzazione. Decido che inizierò col mostrargli che sarò pure piccola, ma molto agile. Copro la distanza fino alla postazione con sacco e bastoni facendo dei salti e delle capriole, sperando di non sembrare ridicola. Esibirmi col bastone è facile, lo faccio da sempre. Qualche esercizio particolarmente coreografico e poi trafiggo il sacco. Spero non ci chiedano di ripagarlo, sarebbe la volta buona che Sapphire prenda me a bastonate.

Faccio un salto all'indietro e atterro davanti la postazione con l'arco. Ci sono tre bersagli. Non devo mancare il centro nemmeno una volta. Mi prendo qualche secondo per chiudere gli occhi e concentrarmi. E quando li riapro la stanza e gli Strateghi sono spariti, ci siamo soltanto io e il bersaglio. Punta, scocca, centra. È tutto ciò che devo fare. Dopo il terzo centro mi sembra di uscire da uno stato di tensione in cui non mi ero nemmeno accorta di essere sprofondata. Quando passo alle sagome da da colpire coi coltelli ripenso a Sam e sorrido. Mi basta colpirne una, non serve mutilare anche le altre. Quattro coltelli, quattro colpi. Cuore, testa - proprio in mezzo agli occhi, pancia, inguine.

Non mi avvicino nemmeno alle postazioni di sopravvivenza, non credo che agli Strateghi interessi vedere come creo un perfetto mucchietto inutile di bastoncini.

Mi avvio a passo deciso verso la parte esattamente sotto la galleria da dove loro mi stanno osservando. "Stella Maloney, Distretto Uno. Vorrei un dodici, grazie" dico semplicemente, esibendo il mio miglior sorriso accattivante. E poi esco.

"Com'è andata?" mi chiede Trevor, una volta che sono fuori.

"Bene, ho ballato nuda sulla postazione delle erbe. È stato divertente" rispondo con un'alzata di spalle.

"Quindi ti daranno tipo un... Cinque?" mi chiede ridacchiando.

"Sei solo invidioso che io non mi sia mai esibita per te!" rispondo a tono mentre lasciamo il Centro di Addestramento.

 

Dopo cena siamo tutti schierati sui divanetti davanti la tv per scoprire le valutazioni degli Strateghi. Non dovremo aspettare molto perché si va sempre in ordine numerico crescente. Trevor prende un dieci e Ruby mi sembra molto contenta. Qualunque cosa abbia fatto, penso l'abbia fatta bene. Poi tocca a me. Mentre Caesar Flickerman fa la solita pausa di suspence tra il nome e il voto io sento il mio stomaco che si contorce. Inizio a chiedermi se ho fatto abbastanza, se c'era qualcos'altro che ho ignorato, se poi non sono stata niente di che. Finalmente arriva. Un bel dodici che lampeggia sullo schermo della tv ultra moderna. Sapphire si lascia andare ad un'esclamazione entusiasta e io ricomincio a respirare.

"Un dodici?" mi chiede il mio compagno di Distretto. " Come cavolo hai fatto?!"

"Gliel'ho chiesto" rispondo semplicemente, ma dentro di me sono al settimo cielo.

Mentre mi ritiro nella mia stanza Sapphire mi segue. "Ruby ha deciso che sarà lei stessa a preparare Trevor per le interviste, quindi tu passerai la giornata con Amarillis" mi informa, avendo il buon gusto di mantenere una distanza di sicurezza.

"Cosa?! Perché non puoi essere tu a prepararmi?!" c'è una leggera nota di panico nella mia voce.

"Di solito le ragazze vengono preparate dall'Accompagnatrice. Non sarà così terribile come pensi" mi dice mentre mi spinge dentro la mia stanza. "Ah e Stella? Comportati bene."

"Darò il meglio di me" rispondo facendo un inchino   e il mio miglior sorriso diabolico.

Mi concedo di pensare un attimo a Sam e al suo nove. Penso se la caverà nell'arena. Io devo pensare a sopravvivere a domani, per il momento. Prima Amarillis e poi Caesar Flickerman. Quasi quasi mi viene voglia di passare subito all'arena. Ma se sono riuscita a strappare un dodici agli Strateghi, che sarà mai un'intervista in tv, dopotutto?  

  
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