Shield_BML_00
Sono imperdonabile, ma tra influenza, esami e un mega blocco che non voleva essere superato...
Ho riscritto e cambiato questo capitolo quindici volte, questa versione
non mi convince al 100%, ma ho deciso che era meglio postare questa che
nulla!
Un mega grazie a chi ha recensito, messo la storia nelle preferite, le seguite e le ricorate.
Vi lascio alla lettura!
Capitolo 7
“Always confusing the thoughts in my head
so I can't trust myself anymore” *
L'enorme casa in cui Ward mi aveva portata era nella bocca di un
vulcano spento, coperta da una cupola progettata per nasconderla ed
allo stesso tempo allontanare gli uccelli. Opera di Fitz a quanto pare,
come sua era stata la progettazione di Jeleis, un assistente-coscienza
integrato nella casa super tecnologica. Una sorta di omaggio allo
Jarvis di Stark, a quanto pare. L'arredamento della casa e delle camere
invece era merito di Jemma. Così come la presenza dei miei
vecchi vestiti in questa cabina armadio, del mio vecchio portatile e
del mio tablet.
Tutte informazioni che mi erano state fornite da Jeleis
ovviamente, perché Ward non sembrava in vena di chiacchierare.
Come se fossimo stati estranei. E lo eravamo in realtà, ora che
non stava recitando, o stava recitando una nuova parte.
Appena entrata nella mia stanza, dopo aver seguito un percorso
illuminato di azzurro tramite i corridoi della casa, ero stata accolta
dalla voce di Leo.
Benvenuta
Skye, ho progettato all'interno di Jeleis una serie di protocolli
segreti rivolti a te, a cui non può accedere nemmeno Ward, sono
di vari tipi e li scoprirai un po' alla volta. Per prima cosa ci
dispiace di non averti detto nulla del reintegramento di Ward.
All'interno di questa stanza Jemma ha raccolto tutte le tue cose e
tutto quello che può esserti utile. Jeleis è programmato
per esserti d'aiuto. Ma c'è una cosa in cui non può
aiutarti...a capire. Jemma ha lasciato nascosti in un baule nella
cabina armadio una serie di diari. Grant non ne sa nulla, a te la
scelta di leggerli o meno. Ad ogni modo Jeleis è programmato per
contattarci automaticamente in casi prestabiliti in cui potresti aver
bisogno di noi... e non preoccuparti, sai meglio di chiunque altro che
Grant non ti farebbe mai del male.
Ero ferma, immobile. Seduta a gambe incrociate nell'armadio di legno all'interno della cabina armadio. Da non so quanto tempo.
Accanto a me un piccolo bauletto di legno pieno zeppo di lettere, ben
ordinate in ordine cronologico. In grembo, abbandonata, la prima.
Mi ero rifugiata qui per permettermi, almeno per un momento di essere
solo me stessa, solo Skye che legge le parole scritte dalla sua
migliore amica. Ora mi rendevo conto che era stato un bene.
Non avrei dovuto permettere a nessuno di vedermi così. Non avrei
dovuto dare nemmeno la possibilità a Ward di scorgermi
così. Indifesa.
Ricordavo fin troppo bene cosa fosse successo il giorno dopo quello a
cui Jemma accennava in quelle poche righe. Quello stesso giorno invece
era ancora avvolto da un alone di incertezza. Di irrazionalità.
Eravamo riusciti ad isolare molte
cellule Hydra grazie ai suggerimenti di Ward e ad informazioni che
avevo fatto pervenire direttamente nel computer di Talbot, facendogli
ben capire che erano opera nostra ovviamente e questo aveva fatto
sì che riguadagnassimo punti agli occhi dell'opinione pubblica:
potevano finalmente riprendere possesso delle vecchie basi. Era ora di
tornare al Fulcro, una base importante sia dal punto di vista tattico
che dal punto di vista ufficiale, d'immagine. Ovviamente avremmo
portato Ward con noi, nonostante molti di noi avessero suggerito di
lasciarlo da solo chiuso nel vault D, con poche provviste di cibo e
acqua, per qualche tempo. Così da non rivedere la sua faccia...
Almeno per qualche mese. Ma il Direttore non era stato d'accordo.
In segno di amicizia l'esercito si
era offerto di accompagnare personalmente il direttore e qualche altro
agente, viaggiando via terra. May non era molto entusiasta della
proposta, ma Il nuovo direttore non poteva negare questa concessione al
nuovamente benevolo governo americano. Aveva quindi deciso di creare
una piccola squadra, un estratto del vecchio team, per affrontare quel
viaggio. Io, lui, Fitzsimmons e il prigioniero Ward: Coulson sembrava
intenzionato a non perderlo d'occhio, soprattutto con May occupata ad
aiutare Koening nel coordinamento delle operazioni di ridistribuzione
all'interno delle vecchie basi e Hunter, Morse e Trip in giro ad essere
l'equivalente di tassisti per recuperare gran parte delle risorse
sparse per il mondo. Inoltre ci sarebbero stati uomini extra in quel
furgone militare e, quando si trattava di sorvegliare Il mio ex AS,
delle braccia in più non potevano che far comodo.
Il viaggio procedeva abbastanza bene.
Non c'erano risate, come c'è ne sarebbero state poco più
di un anno prima, ma da allora era tutto cambiato.
Fu un momento. Il furgone si
arrestò inchiodando e si sentirono boato di bombe esplose e
fischio di proiettili. Immediatamente i militari uscirono per capire
cosa stesse accadendo. Coulson era pronto a raggiungerli quando si
sentirono delle voci urlare un insieme di numeri e lettere. I miei
occhi non avevano mai abbandonato il viso del prigioniero che sedeva di
fronte a me, accanto al direttore, tanto da riuscire a notare i suoi
lineamenti contrarsi in una espressione tesa e preoccupata.
Un'espressione così veloce e fugace che mi costrinsi di averla
immaginata. Un'espressione così tipica della maschera che era
stato Grant Ward, agente dello S.H.I.E.L.D.
- Mi liberi.- aveva detto Ward ad AC con un'espressione seria e concentrata, come se mesi prima non ci avesse tradito.
- Non siamo stupidi Ward!- avevo
sputato quasi automaticamente, intromettendomi, ma quegli occhi color
nocciola non avevano abbandonato il viso del Direttore.
- Signore quelle urla indicavano che
hanno ucciso tutti i militari e sono pronti a prendere in consegna il
loro obiettivo. Sono agenti Hydra.-, Coulson ci pensò
attentamente per qualche istante, mentre sentivamo gli agenti
accerchiarci.
- Non ho bisogno di liberarti Ward...-, disse criptico mentre il nostro prigioniero annuiva.
-No... Ma avrò bisogno di un'arma.-
-No!- avevamo urlato io e Jemma.
- Prendi l'ICER di Fitz-
- Ne è certo, signore?- chiese
il mio dolce amico, mentre sentivamo lo stesso rumore che ci aveva
spiazzato mentre eravamo legati nel Pulmino durante la seconda missione
del team: un polso che si rompeva per liberare le mani.
-Non abbiamo scelta.-
In quel momento un agente dell'Hydra
aprì il portellone e intimò a tutti e cinque di uscire.
Ward finse di avere ancora le manette mentre Fitz gli faceva scivolare
la pistola tra le mani.
Nel momento in cui tutti fummo fuori,
iniziarono a volare pallottole. C'erano dodici agenti. Io, Coulson e
Ward stavamo sparando e, grazie alla sorpresa dalla collaborazione di
Ward con lo Shield, i soldati dell'HYDRA cadevano a terra morti o
svenuti, uno dopo l'altro.
Fu un attimo, un agente riuscì
ad agirarmi e arrivare alle spalle di Fitz, Ward si buttò a
terra trascinando con se l'ingegnere, facendogli scudo.
Dopo questo era stato come spegnere
il cervello. Non sapevo cosa fosse accaduto, ma era scattato qualcosa
nella mia testa. Come se stessi rivedendo la scena di mesi prima: Fitz
aggredito dal suo rapitore. Mi ero voltata e mentre Coulson faceva
fuoco sull'ultimo agente Hydra avevo sparato alla schiena di Ward. Con
proiettili veri, non ICER.
Non ricordavo come, ma eravamo riusciti a raggiungere il Fulcro e,
mentre Simmons medicava la ferita di Ward e qualche graffio di Fitz,
avevo sentito Coulson e May discutere tra di loro. Quando due ore dopo
erano usciti da quello che era il nuovo ufficio di Coulson mi avevano
comunicato di aver deciso di mandarmi al Triskelion ad occuparmi dei
possibili problemi informatici e della creazione di un archivio.
Lì, con il tempo ero riuscita a creare un'ottima squadra
informatica e a progettare i protocolli di sicurezza.
Quando il giorno dopo Trip era venuto a prendermi, un attimo prima di
partire, mentre mi voltavo a salutare tutti, avevo visto Simmons
controllare il cercapersone ed assumere un'espressione allarmata, poi
era corsa verso di me e mi aveva abbracciato.
-Scusa, devo andare.-
Avevo annuito ed ero salita sull'aereo mentre lei correva via.
Sarebbero passati mesi prima che avessi rivisto quella che era diventata la mia famiglia.
Anche di questo avevo incolpato Ward.
* Going Under, Evanescence
Ed
eccoci alla fine di questo capitolo... ora sappiamo cosa è
successo ai nistri personaggi e a cosa si riferisse Grant parlando con
Lucas.
I prossimi capitoli potrebbero essere più brevi. Nel capiolo 8
leggeremo la lettera che Skye ha appena finito di leggere. Cosa ci
sarà scritto da averla colpita tanto?
|