Suona la sveglia. Sono le sei e mezza
del mattino. Come ogni
giorno ti alzi e la prima cosa che i tuoi occhi cerulei vedono
è la tua
immagine riflessa nello specchio di fronte al tuo letto.
Ammiri la tua figura slanciata
avvolta in una leggera camicia
da notte, bianca, di seta, verginale.
Ti siedi e cominci a dare le cento
spazzolate di bellezza ai
tuoi lucenti capelli biondi.
Gesti quotidiani. Ogni mattina il tuo
cammino verso la
perfezione.
Ma oggi è un giorno
speciale. Oggi è la fine del mondo. O
no, la terra girerà ancora, il sole la illuminerà e tutti vivranno felici.
Ma oggi è la fine
del tuo mondo.
Oggi uscirai da quella camera
sperando che il sole ti faccia
risplendere, perché la luce della tua grazia oggi si
è spenta.
Indossi l’abito argentato
che hai preparato per l’occasione.
Lisci le pieghe con isterica precisione.
Incanti i tuoi boccoli dorati. Li
leghi. Li sciogli. Li
leghi. Alla fine decidi di lasciarli sciolti.
Un filo di trucco, una scia di
profumo, gli orecchini di
perla. Ti avvicini al cofanetto dei gioielli per scegliere la collana e
la
prima cosa che ti cade fra le mani è quel ciondolo.
“
Il giovane si
avvicina correndo. I capelli bagnati sono appiccicati al viso e la
bocca si
piega in un sorriso lupesco.
-
Buongiorno,
angelo.
Un saluto
sussurrato
ansimando che ti fa rabbrividire. Sorridendo, gli sposti una ciocca
dagli occhi
e scendi carezzando la sua guancia.
Velocemente
ti infila
un pacchetto argentato fra
le mani, e
poi scappa. Vedi un gruppo del primo anno venire verso di te e capisci
che non
voglia farsi vedere.
Ti ritiri
velocemente
nella tua stanza e finalmente lo apri. Un bigliettino vola fuori, si
spezza in
mille scintille e scrive davanti ai tuoi occhi “Buon San
Valentino”. Nella
scatola giace un ciondolo. Attaccato alla fine catenina
d’oro, un semplice
cuoricino con incastonato un diamantino. Lo prendi in mano, lo giri,
osservi
come la luce venga riflessa dalla pietruzza e alla fine te lo allacci
al collo.
Non è nulla che possa competere con il lusso a cui sei
abituata, ma da quel
giorno è sempre stato al tuo collo…”
Fai quasi per prenderlo, ma poi ti
fermi. L’appariscente
collana di diamanti che il tuo futuro sposo ti ha regalato sembra molto
più
adatta.
Un’ultima occhiata nello
specchio: la sottile lastra di vetro
rimanda l’immagine di un angelo. Già, angelo.
Come ti chiamava lui. E tu ti senti solo un demone
dall’innocente apparenza.
L’entrata nella sala grande
di Narcissa Black è cosa che
pochi non notano. Come sempre sei accolta da sospiri e occhiate
invidiose delle
altre ragazze, o sognanti dei ragazzi.
Consapevole del tuo effetto sulla
gente, decidi di
ammaliarli ancora di più: intravedi il tuo sposo, di
bellezza glaciale pari
alla tua, ti dirigi verso di lui con passo aggraziato e con delicatezza
poni la
tua mano su quella che lui ti porge. Con fredda gentilezza lui te la
bacia. Non
un sorriso. Solo una sfilata di pallidi angeli.
Vi sedete nei posti a voi assegnati,
saluti con garbo le tue
sorelle e i tuoi genitori. Si fa silenzio in sala e Silente comincia il
suo
discorso ai diplomandi.
Non ne segui nemmeno una parola.
Senti fisso nella tua
schiena lo sguardo di due occhi nocciola proveniente dalle file di
quelli del
sesto anno. La tua mano corre al tuo collo, cercando un cuore che non
c’è.
Vorresti torturare quella catena di
diamanti, ma sai che non
è cosa che s’addice ad una giovane di alta
società, e ti limiti a sedere
composta con le mani in grembo e gli occhi vacui, persi in un altro
tempo.
L’applauso scrosciante ti
risveglia e pigramente alzi le tue
mani per aggiungerti al festoso battere di mani.
Inizia la processione dei giovani,
ormai non più studenti,
che ricevono dall’anziano preside il loro diploma.
Viene il tuo turno, ed elegantemente
ti avvii a ricevere
quel pezzo di carta con scritti eccellenti giudizi che mai userai nella
tua
vita. A che serve in fondo un diploma ad una Malfoy? Sarà
solo un pezzo di
pergamena che ti ricorderà com’era la tua vita
quando pensavi di poter ancora
decidere il tuo destino.
Ti siedi al tuo posto, sotto gli
sguardi soddisfatti della
tua famiglia. Attendi impazientemente che la cerimonia finisca e fuggi
fuori,
con la scusa che hai bisogno di prendere aria.
Hai bisogno di aria, si, ma sai che
il vero motivo è solo
quel tuo stupido capriccio, quel piccolo malevolo capriccio di essere
seguita.
Ti ritiri in un angolo del giardino,
in questo angolo di
profumato e soleggiato verde. Chiudi gli occhi e poco dopo senti il
rumore di
passi felpati nell’erba.
L’immagine di lui ti si
forma nella mente prima che tu possa
riaprire gli occhi, e forse in qualche modo ti prepara. E come nella
tua mente
lui è lì, giovane, fremente e così malinconicamente
bello. I suoi occhi nocciola ti guardano rapiti e la sua
bocca è
semiaperta, come volesse dirti qualcosa.
-
Buongiorno, Remus.
Bella cerimonia, non trovi? Vi
auguro che la vostra sia simile il prossimo anno.
-
Narcissa…
Forse ci riuscirà. Forse
dirà quelle parole che tu sai già.
Ti dirà che stai sbagliando, che è lui quello che
ami, e forse chissà che
altro.
-
Perché?
La tua espressione si fa un attimo
sorpresa, ma ti riprendi
subito e con la voce tinta di falsa pietà gli rispondi:
-
Troppo
tardi. Ho
già trovato quello che cercavo. E tu sai che non sei tu.
Lucius è in una
buona posizione e sono certa che saprà darmi quello che una
signora ha bisogno.
E poi pensavi seriamente che a 18 anni fossi realmente intenzionata a
creare
una famiglia con un povero lupo mannaro nemmeno uscito da scuola?
È stato
divertente, sei un caro ragazzo, ma non fai per me.
Sei consapevole che tutto
ciò possa essere una pugnalata.
Soprattutto perché suoni convinta.
Ma lo sei veramente? Non
c’è bisogno di pensare alla
risposta. Mentre lo vedi girare i tacchi e camminare lontano da te, il
tuo
cuore risponde a tutte le domande, rompendosi.
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