capitolo 2
Avevo caldo. Molto caldo. E questo era strano. A Forks potevi
trovare pioggia, umidità, nebbia ma non certo calore e, di
sicuro, non questa afa soffocante. Camminavo senza vedere dove
andavo,era tutto buio. Intorno a me udivo solo lamenti e grida di
dolore...ma dove ero finita???Continuai ad andare avanti
finchè
dovetti fermarmi perchè comparve davanti a me una folta
schiera
di uomini incappucciati. I loro abiti erano più neri della
notte
e procedevano a passo di marcia verso di me. Non si intravedeva altro
che i loro nasi di un bianco quasi cadaverico che riflettevano la luce
dei fuochi appiccati lì attorno. Nell'aria si sentiva odore
di
morte ed ero sicura che presto qualcosa di brutto sarebbe successo
anche a me. Dovevo scappare! Iniziai a correre, correre, correre, non
sapevo dove stessi andando, non sapevo neanche se ci fosse un'uscita da
quel posto, sapevo solo che dovevo mettermi in salvo, andare il
più lontano possibile da quell'esercito nero che incombeva
su di
me. Non so da quanto stessi andando avanti così, non sentivo
più le gambe, non avevo più fiato e gli uomini
incappucciati erano sempre più vicini. Corsi, corsi ancora
finchè la mia solita imbranataggine non colpì e
caddi
rovinosamente a terra, sentii un forte bruciore alle ginocchia e alla
fronte ma non me ne curai, raccogliendo le ultime forze che mi erano
rimaste mi alzai e ricominciai a correre ma era
troppo tardi, mi sentii afferrare da dietro da due mani che sembravano
due artigli, provai a divincolarmi ma riuscii solo a voltarmi e a
vedere il viso di quello che, ero sicura, fosse il mio carnefice. Due
occhi rossi come il sangue mi si pararono davanti, non riuscii
però a notare altro che tutta la mia attenzione fu catturata
dalla voce di quell'essere -Isabella, finalmente!- una voca bassa,
roca, cattiva...una voca che sapeva di morte, dolore e sofferenza.....Bella,Bella,Bella...
-Bella, Bella dai svegliati...stai facendo tardi a
scuola-
aprii gli occhi e mi ritrovai davanti il viso di Charlie, corrucciato e
anche un po' scocciato
-Papà, ma che ore sono?-chiesi stordita, rendendomi conto
che avevo solo fatto un incubo
-Sono le 8:00 e se non ti alzi subito non arriverai in tempo a scuola.
Ma ti senti bene?- chiese preoccupato
-Si, si sto bene, non preoccuparti- lo rassicurai
-Ok! Allora io vado a lavoro. Mi trovi in centrale se hai bisogno-
-Va bene, buon lavoro. A stasera-
Appena uscì dalla mia camera, mi alzai in fretta e furia per
prepararmi per la scuola ma fui colta da un forte capogiro e i ricordi
della sera prima si affacciarono alla mia mente...
...Non è possibile, sto diventando pazza. Già il
fatto
che io mi sia rivolta ad un cane avrebbe dovuto farmi preoccupare ma il
fatto che lui mi abbia risposto....il fatto che lui mi abbia risposto
è davvero
inverosimile...è...è...è da
psicopatici, per la miseria! Il mio cervello aveva smesso di funzionare
e stavo morendo oppure stavo sognando....era l'unica spiegazione
possibile al fatto che io abbia parlato ad un cane e che lui mi abbia
RISPOSTO!! Proprio ora che avevo deciso di andare avanti e di vivere
davvero, non potevo morire così!! Subito mi misi a correre
verso
la porta del locale per recuperare Angela e scappare via da
lì...forse erano allucinazioni causate dai drink che avevo
bevuto...ma certo! Perchè non ci avevo pensato prima??
Doveva
essere per forza così!! E fu proprio sulla scia di questa
errata
convinzione che quasi non feci caso quando sentii -Ragazza, dove corri?
Ax vuole aiutarti!!-
Il resto del tempo fino al mio arrivo a casa era molto confuso, feci
tutto di corsa senza dare alcuna spiegazione alla povera Angela che si
vide trascinata via senza un perchè...
I flash riguardo alla sera prima terminarono e al loro posto rimase
solo il gran mal di testa che avevo il giorno prima. Mi misi le dita
sulle tempie, massaggiandole, sperando di trovare un po' di sollievo
e.....Oh, no! Ero bollente!.."Brava Bella ti sei beccata anche la
febbre, beh almeno ci godremo un po' di relax"...Vocina era tornata.
Speravo che anche quella fosse un'allucinazione dovuta all'alcool ma a
quanto pare mi sbagliavo.
- Senti tu, chiariamo le cose! Tu non piaci a me ed io non piaccio a
te, quindi vedi di sparire così saremo entrambe contente- di
male in peggio, adesso parlavo da sola...
"Non posso 'sparire'..io sono te...o meglio la parte coscenziosa,
giudiziosa e, diciamocelo, intelligente di te!"
Grrrr...non fece altro che irritarmi così decisi di
ignorarla
sperando che sarebbe sparita...e così fu per tutto il resto
della mattinata. Avvisai Charlie che non sarei andata a scuola
perchè avevo la febbre, feci colazione e presi delle
medicine
poi mi buttai sul divano e guardai la tv fino ad ora di pranzo. Quando
suonarono al campanello, Vocina tornò. La zittii e andai ad
aprire. Un grande e luminoso sorriso mi si parò davanti.
-Ehi Bells, come stai?- Jacob Black, il ragazzino con cui da piccola
facevo le torte di fango, era fuori la mia porta con una grande busta
tra le mani.
-Jake, che bello vederti, ma che ci fai qui??-
-Pettegoli! Mio padre ha chiamato Charlie e lui gli ha detto che era
preoccupato che fossi da sola a casa con la febbre, così,
visto
che anch'io non sono andato a scuola, ho pensato di passare a vedere
come stavi e a rallegrare un po' la tua giornata- mi spiegò
-e
ti ho portato anche dell'ottimo brodo di pollo preparato da mia madre.
Lei dice che fa miracoli contro la febbre!-
- Grazie mille Jake, avevo proprio bisogno di un po' di compagnia-
dissi con un sorriso sincero. Da quando ero arrivata a Forks non avevo
avuto molte occasioni per vedere Jake perchè....beh prima
passavo tutto il mio tempo con Lui...e poi, quando se ne è
andato, mi sono chiusa in casa senza voler vedere nessuno...ma durante
le volte in cui veniva qui con Billy per guardare le partite in tv ho
notato quanto fosse un ragazzo buono, il cui sorriso non può
non
farti sorridere...è...contagioso....ed io ne avevo proprio
bisogno...
-Bene, mi fa piacere. Ultimamente non ti ho vista spesso in giro, non
sei venuta neanche alla riserva con Charlie quindi ho pensato di
controllare che fine avessi fatto-
-Si, beh...io...sono stata un po'....impegnata- risposi, in
difficoltà
-Non importa, ora siamo qui. Allora che si fa? Maratona di film? Lotta
libera? Scherzi telefonici?-
-Ahaha, vada per la maratona di film ma...dal momento che sono malata
li scelgo io!-
-D'accordo, ma solo per stavolta!-
Il pomeriggio passò in un lampo e mi resi conto che non
stavo
così bene e ridevo così da molto, molto tempo.
Jake era
il sole nelle mie giornate di pioggia. L'unica nota stonata in tutto
ciò fu la temperatura. Nonostante il riposo e le medicine
non
accennò a scendere anzi, sembrò addirittura
aumentare. Il
resto della settimana trascorse esattamente come quel giorno, la notte
continuavo a fare sempre lo stesso incubo...quegli occhi rossi come il
sangue, quelle mani come artigli e quella voce...quella voce che
speravo di dover sentire solo nei miei incubi...la febbre rimaneva a 39
ma nonostante questo, stranamente, non mi sentivo molto fiacca anche se
spesso sentivo dolore ai muscoli e alle ossa, come se qualcuno li
stesse tirando ma non ci diedi molto peso, dando la colpa ai sintomi
della febbre
. Jake
continuò a venire a trovarmi tutti i pomeriggi subito dopo
scuola e le ore che trascorrevamo insieme erano come un balsamo per me.
Entrambi eravamo coscienti che la nostra fosse solo un'amicizia ma
stavamo costruendo, in poco tempo, un legame profondo che difficilmente
poteva essere spezzato.
Trascorse così anche la settimana successiva e la presenza
di
Jake era diventata una costante nelle mie giornate da reclusa durante
le quali progettammo tutte le cose che avremmo voluto fare insieme
appena avrei potuto mettere il naso fuori di casa, ogni tanto poi
vennero a trovarmi anche Angela e Jessica. La febbre da 2 giorni
finalmente aveva iniziato a scendere e il giorno dopo sarei
tornata a scuola così, dopo aver passato il
pomeriggio con
Jake, cenai velocemente e andai a letto presto. Per la maggior parte
della notte fui tormentata dal solito incubo ma, stavolta, l'esercito
nero mi aveva raggiunto prima del previsto e l'ultima cosa che vidi
furono delle gigantesche zanne che si avventavano su di me....
Il giorno seguente, quando mi svegliai, avevo dolori lungo tutto il
corpo come se l'assalto che avevo subito nel mio incubo fosse stato
reale ma non mi feci abbattere da un brutto sogno, forte anche del
fatto che non avevo più sentito nè Vocina
nè,
tantomeno, animali parlanti..."Beh certo, hai passato 14 giorni chiusa
in casa, dove pensavi di trovare degli animali??"...Oh,no! Ma
perchè avevo parlato? Rieccola, fastidiosa e petulante...
-Credevo che fossi andata via, sono stata così bene senza di
te...-
"Come devo dirti che non posso 'andare via'?? Io sono te!! E comunque
anche io sono stata bene senza le tue elucubrazioni mentali"...decisi
ancora una volta di ignorarla e mi preparari ad affrontare questa
giornata...se non altro ero sicura che non avrei mai più
sentito
animali parlanti!!
Mi avviai così verso scuola ma, nonostante il fatto che
guidai a
passo d'uomo, arrivai comunque in netto anticipo così decisi
di
sedermi su una panchina sotto un albero al limitare del bosco che
attorniava la scuola, per godermi quella rara giornata di sole.
-Aaaah! I giovani d'oggi, sempre a far nulla. Si siedono di qua, si
sdraiano di la. Ma poi dico io, ma perchè devono mettere le
panchine proprio qui che mi si rovinano le radici!-
Aprii gli occhi di scatto, spaventata da quella voce apparsa
improvvisamente.
-Chi c'è? Chi ha parlato?-chiesi al nulla intorno a me,
perchè di nuovo, come quella sera, non c'era nessuno.
-Ma come, tu riesci a sentirmi??-chiese la voce, stupita
-Dimmi chi sei!-
-Piacere di conoscerti, sono Mortdecai- quella voce suonava...antica....
-Dove sei? Esci fuori-
-Ma come? Sono qui, dietro di te. Sono grande e grosso, come fai a non
vedermi?-chiese, scocciato
Mi voltai ma al solito non vidi nessuno. Iniziavo a stancarmi di questa
storia. Da dove provenivano quelle voci? E, soprattutto,
perchè
riuscivo a sentirle?
-Ragazza sono qui, guardami. Tronco, rami, foglie...è
davvero
difficile non notarmi, soprattutto perchè mi dicono che sono
molto bello!-
Oh. Mio. Dio. Ti prego, non dirmi che è quello che penso. Ti
prego non dirmi che sto parlando CON UN ALBERO!
E, dopo questa consapevolezza, ci fu solo il buio.
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