Capitolo
XVII
La
nave proveniente da Arendelle si trovava a un paio di miglia dalla
costa e i marinai si stavano febbrilmente preparando per attraccare.
Il porto al quale si stavano avvicinando sempre di più era
deserto, se non per un paio di vascelli abbandonati che venivano
dolcemente cullati dalle onde del mare, creando tuttavia uno
scricchiolio sinistro che si adattava in qualche modo al paesaggio
circostante: il molo e la piccola stradina sterrata che portava verso
il centro abitato erano anch'essi deserti, e al di là del
porto erano chiaramente visibili degli scogli altissimi, di almeno
cinque metri, che si stagliavano minacciosi sulle acque. Il sole era
oscurato da nuvole grigie cariche di pioggia ma il banco di nebbia
che circondava il tutto dava l'impressione che il regno delle Isole
del Sud non fosse abituato a esserne illuminato molto spesso.
Una
volta fissati gli ormeggi e sistemata la stretta passerella in legno
sul fianco della nave, la principessa Anna e suo marito Kristoff si
accinsero a scendere. Un passo dopo l'altro, la giovane capì
immediatamente quanto quel posto fosse diverso: ad Arendelle si
poteva chiaramente percepire quel senso di allegria e serenità
che aleggiavano per le vie piene di case dai muri colorati e dalle
finestre abbellite da fiori di tutti i tipi, nella piazza principale
i bambini giocavano chiassosamente e in generale tutto sembrava più
vivo.
Invece
lì Anna non sentiva nulla, se non il battito frenetico del suo
cuore e il rumore del proprio respiro. Ad accentuare l'inquietante
sensazione che il regno straniero creava nell'animo dei nuovi
arrivati vi era anche il freddo pungente, che penetrava nelle ossa e
che portò la principessa a stringersi istintivamente al
braccio di suo marito.
Insieme
a un gruppo composto da quattro guardie, i due sposi si diressero a
passo veloce verso la piazza, intorno alla quale le botteghe dei
commercianti erano aperte ma senza clienti al loro interno; Anna
intravide un uomo anziano, sui settant'anni circa, vestito con abiti
vecchi e logori, camminare lentamente verso la fontana al centro del
grande spazio e sedersi sul bordo con aria stanca, e decise di
chiedergli indicazioni su come arrivare al castello. Lei e Kristoff
si avvicinarono e quest'ultimo si schiarì la gola per
richiamare l'attenzione dell'uomo che, tuttavia, non alzò la
testa.
<<
Scusate. >> disse il ragazzo a voce alta.
Lo
sconosciuto alzò lo sguardo, quasi controvoglia, e subito due
penetranti occhi verdi si posarono su Anna e la fissarono con tanta
intensità che la giovane sentì un brivido tutt'altro
che piacevole percorrerle la schiena.
Perché
mi sta guardando in questo modo?
Inizialmente Anna
pensava che il vecchio fosse solo infastidito da loro due ma c'era
qualcosa in quelle iridi profonde che le fece cambiare idea.
<< S-sapreste
indicarci la strada per il castello di re Elias? >> chiese la
ragazza con un filo di voce.
L'uomo rimase in
silenzio, senza accennare ad aprir bocca, poi fece qualcosa
all'apparenza insignificante ma che fece aggrottare le sopracciglia
ad Anna: alzò la mano destra e tirò indietro il
braccio, sfiorando con la punta delle dita la spalla e il collo. Ciò
non avrebbe mai attirato l'attenzione della principessa, se non fosse
stato per quel breve istante in cui l'uomo si bloccò, come se
si fosse reso conto di aver fatto un gesto per abitudine quando
invece non avrebbe dovuto. Egli, per allontanare l'attenzione da sé,
indicò con la stessa mano una grande strada alla sua sinistra
e poi, sempre lentamente, si alzò e si allontanò senza
dire una parola.
<< Se qui sono
tutti così, potrei quasi capire perché Hans abbia
voluto andarsene. >> mormorò Kristoff con una punta di
sarcasmo.
Anna si voltò
verso di lui e lo guardò con curiosità ma non disse
nulla e si limitò a incamminarsi verso la via che era stata
loro indicata.
I principi
percorsero il sentiero che oltrepassava le abitazioni per inoltrarsi
nella foresta, che se possibile era ancora più spaventosa e
fredda, ed entrambi rimpiansero di non aver portato dei cavalli con
loro sulla nave, ma nella fretta della partenza quello era stato il
loro ultimo pensiero. Impiegarono più o meno quaranta minuti
per giungere a destinazione, e sia Anna sia Kristoff rimasero a bocca
aperta dinanzi all'imponenza litica del palazzo reale, un edificio
più grande di quello di Arendelle ma più antico e, a
giudicare dalle condizioni, piuttosto mal ridotto.
Appena le guardie
vennero a conoscenza dei loro nomi, i due sposi vennero subito fatti
entrare nel cortile interno e accompagnati al cospetto del re Elias
che, una volta informato della presenza dei due illustri ospiti, li
fece accomodare nel suo studio.
Anna era nervosa,
non aveva idea di come comportarsi di fronte al monarca di un paese
straniero e il motivo per il quale si trovava lì non l'aiutava
di certo.
Elsa
aveva a che fare con tutto questo, io non- Ma che fai?! Parli di tua
sorella al passato, come se fosse morta?!
La ragazza per poco
non si schiaffeggiò da sola per la rabbia verso se stessa, ma
proprio quel rinnovato vigore e la consapevolezza di essere in una
posizione di vantaggio nei confronti delle Isole del Sud per via
degli eventi passati le diedero il coraggio e la forza necessaria per
alzare la testa con fierezza e affrontare la delicata discussione che
l'attendeva.
<< È un
onore per me avervi qui, vostra Altezza. >> l'accolse il
monarca con un sorriso cordiale, prima di baciarle delicatamente la
mano per poi stringere quella di Kristoff.
<< Vorrei
poter dire lo stesso, sire, ma purtroppo non sono venuta in vacanza.
>> rispose Anna con gentilezza.
Elias annuì e
indicò loro le poltrone dall'altra parte della scrivania; una
volta accomodati, il re fece lo stesso e poggiò i gomiti sulla
superficie in quercia.
<< Allora,
cosa vi porta qui? >>
Il cuore di Anna
iniziò a battere di nuovo furiosamente e prese un respiro
profondo prima di parlare.
<< Si tratta
di vostra sorella Victoria. >>
Il re chiuse gli
occhi, sospirando, e la principessa immaginò che l'uomo si
aspettasse una cosa del genere.
<< Che cosa ha
fatto? >>
<< Ecco,
lei... Ha lanciato un sortilegio contro mia sorella Elsa, rilegandola
in un mondo parallelo al nostro, o almeno questo è quello che
ho capito... >> rispose Anna, abbassando la testa al ricordo di
quella notte terribile.
<< L'ha
uccisa? >> chiese subito il re, sinceramente preoccupato.
Anna scosse la
testa.
<< No. Resta
il fatto che Arendelle non ha più la sua regina e questo non
posso permetterlo. >> disse con voce ferma.
Rimasero in silenzio
per alcuni istanti, durante i quali Anna si voltò verso
Kristoff, che annuì in segno di incoraggiamento. Lei gli
regalò un sorriso appena accennato e si rese conto di essere
contenta di averlo con sé.
<< Come posso
aiutarvi? >>
Anna riportò
l'attenzione su Elias e si schiarì la gola.
<< Non mi
aspetto nulla da parte vostra, stiamo parlando di vostra sorella e
capisco quanto sia difficile per voi. Vorrei solo che mi diceste dove
si trova. >>
<< Non lo so.
>>
Le sopracciglia
della principessa si inarcarono per via della risposta.
<< Non lo
sapete? >> chiese Kristoff, egualmente sorpreso.
<< Mio
fratello Fredrik l'ha vista giorni fa e da allora è sparita,
nessuno ha più avuto sue notizie, ma l'esperienza mi ha
insegnato che è inutile tentare di cercarla. Sa nascondere
bene le sue tracce. >>
<< Deve pur
esserci un modo per trovarla. >> insistette Kristoff.
La risposta sembrò
scontata ad Anna.
<< Hans. >>
Suo marito la guardò
con aria interrogativa mentre Elias aveva un'espressione
indecifrabile sul suo volto.
<< Cosa
c'entra lui? >> domandò il più giovane.
Fu il re a
rispondere.
<< Lui e
Victoria sono sempre stati molto uniti. Sono i più piccoli e
questo li ha portati a supportarsi a vicenda da quando erano dei
bambini; quando feci imprigionare mio fratello, Victoria era
distrutta e supplicò di dargli un'altra possibilità ma
io non ne volli sapere, ovviamente. Così cominciò a
dire che era tutta colpa della regina Elsa... Ma non avrei mai
pensato che sarebbe arrivata a tanto. >>
Anna si rese conto
che la rabbia e il dolore poteva spingere una persona a compiere
azioni folli e sapeva che per reagire sarebbe stato necessario
comportarsi allo stesso modo.
<< Voglio
parlare con Hans. >> affermò con calma e decisione.
Per un secondo i due
uomini non risposero, ma quel silenzio fu interrotto da Kristoff, che
scattò in piedi.
<< Non se ne
parla nemmeno! >> urlò, furioso.
<< Kris- >>
<< Ha cercato
di ucciderti! Faremo in un altro modo, non ti avvicinerai a
quell'uomo! >>
Anna fece un respiro
profondo. Sapeva che avrebbe reagito così ma ormai aveva preso
la sua decisione.
<< Se anche ci
fosse, comunque ci vorrebbe troppo tempo e per quanto ne sappiamo
Elsa potrebbe essere in pericolo. Hans è in prigione, abbiamo
le nostre guardie e se anche lui fosse libero, io lo affronterei lo
stesso. Stiamo parlando di mia sorella, Kristoff, e io farò di
tutto per salvarla, anche rischiare la vita. >> disse con
ardore, e quando notò che il ragazzo non sapeva come
rispondere, si rivolse al re Elias.
<< So che è
difficile, vostra Maestà, ma è tutto ciò che vi
chiedo. Per favore. >>
Il sovrano si alzò
e fece il giro intorno alla scrivania per fermarsi davanti ad Anna,
che si alzò a sua volta quando il re la invitò a farlo;
le prese una mano e la strinse tra le sue con gentilezza, e la guardò
negli occhi.
<< Le azioni
di mio fratello hanno fatto precipitare il nostro regno nella
vergogna e nel disonore. Nulla potrà rimediare al dolore che
ha provocato sia a voi sia alla regina Elsa. >> e infilò
la mano sinistra in tasca per estrarre una chiave in ottone di medie
dimensioni, che consegnò ad Anna.
<< Una volta
usciti dal portone principale prendete il sentiero che porta verso le
montagne. Non è molto lontano da qui. Arriverete a un lago e a
qualche miglio vedrete delle grotte. Hans è rinchiuso lì.
>>
La principessa gli
sorrise e strinse la mano che teneva ancora la sua.
<< Grazie,
vostra Maestà. Non lo dimenticherò mai. >>
Il re annuì
ma sostenne ancora il suo sguardo. La giovane era sorpresa da quanto
simili fossero gli occhi dei tre fratelli che aveva conosciuto:
nonostante avessero madri diverse, tutti avevano quelle grandi iridi
verdi.
Sembrano
quasi...
Il cuore di Anna
perse un battito. L'uomo che avevano incontrato in piazza aveva gli
stessi occhi. Identici.
Com'è
possibile? No, è la mia immaginazione. Non possono essere gli
stessi... A meno che-
Tutto diventò
chiaro e la ragazza si maledisse per non averlo capito subito. Quel
gesto che l'aveva insospettita era esattamente quello che sembrava:
quell'uomo voleva spostarsi i capelli dietro l'orecchio. Era abituato
a farlo, anche se apparentemente erano troppo corti. Il motivo?
Quella
era lei.
Con un incantesimo
aveva fatto in modo di non essere riconosciuta e ciò spiegava
anche quel comportamento così ostile, soprattutto nei suoi
confronti. La paura assalì la principessa, che a malapena
riuscì a combattere il desiderio di accasciarsi a terra;
sapere quanto quella donna fosse stata vicina, e purtroppo ormai
irraggiungibile, fece capire ad Anna che non c'era tempo da perdere.
Lei e Kristoff vennero congedati e uscirono dalla stanza, tornando
verso il cortile interno, dove uno stalliere portò dei cavalli
per loro e per le guardie. Partirono subito al galoppo, percorrendo
il sentiero tra gli alberi alti e spogli, arrivando al lago nel giro
di dieci minuti; successivamente si diressero verso le grotte e
smontarono poi da cavallo per cercare quella in cui Hans era tenuto
prigioniero. Insieme alle guardie ispezionarono le pareti di roccia
fin quando uno dei soldati non richiamò l'attenzione degli
altri: a circa un metro e mezzo da terra, c'era una serratura scura,
quasi invisibile.
Anna fece per
inserire la chiave ma Kristoff la bloccò afferrandole un
braccio.
<< Io e le
guardie veniamo con te. >>
<< No, è
meglio che mi veda da sola. Se le cose dovessero mettersi male,
urlerò. >>
Kristoff stava per
replicare ma Anna non gliene diede il tempo, perché si alzò
in punta di piedi e lo baciò sulle labbra. Lui la strinse a
sé, e in quel bacio i due giovani riversarono tutta la
tensione e la paura accumulate in quei giorni; quando si separarono,
senza fiato, Anna poggiò la fronte contro quella del marito ed
entrambi chiusero gli occhi per calmare i propri cuori.
<< Fidati di
me. >>
Si girò
nuovamente verso la porta in legno massiccio e infilò la
chiave nella serratura, facendola scattare. Fece un respiro profondo
ed entrò nello spazio scavato nella roccia, chiudendo la
pesante porta alle sue spalle. L'interno era a malapena illuminato da
una piccola lampada a olio e la ragazza ci mise un po' ad abituare la
propria vista all'ambiente scarsamente illuminato; quando questo
accadde, la prima cosa che Anna notò quanto angusto fosse il
posto in cui si trovava e la mancanza d'aria per poco non le provocò
un capogiro.
<< Chi c'è?
>>
Anna trattenne il
respiro appena udì quel suono che le ricordò un passato
costellato di parole sussurrate e dolci sguardi. La principessa si
rese conto di quanto quella voce fosse diversa, di come avesse perso
quella spensieratezza che la caratterizzava. Si fece forza e si
avvicinò ancora di più.
<< Vic? Sei
tu? >> chiese la voce con più forza e forse un accenno
di rabbia.
Anna deglutì
e fece un ultimo passo, che le permise di vedere chiaramente quel che
era rimasto dell'affascinante principe: un corpo magro, con addosso
pochi stracci, le cui braccia erano poggiate sulle ginocchia e la
testa era china in avanti. Vista l'assenza di una risposta il giovane
alzò lo sguardo, e quella volta fu lui a trattenere il
respiro. I suoi occhi verdi erano immersi in quelli dell'ultima
persona che avrebbe mai creduto di rivedere, e per un attimo al
principe sembrò di avere un'allucinazione.
Ma poi sentì
la sua voce.
<< Ciao Hans.
>>
Eccociiiii!!!!
Ormai
è assodato che mi è fisicamente impossibile pubblicare
più spesso e per questo vorrei picchiarmi da sola. Ancora una
volta vi chiedo perdono. Vorrei cogliere l'occasione per
ringraziarvi, sia per le fantastiche recensioni e sia per seguire
questa mia storia che spero continui a piacervi. Sooooo, fatemi
sapere cosa pensate di questo nuovo capitolo ambientato nelle Isole
del Sud, se vi va!
Un
bacio!!
Sara
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