Brevi frammenti di follia

di _Lalli
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La triste vita di Pallino

In un torrente trovai un serpente che mi disse: «Che cosa fai?»
E io risposi: «Niente di ché».
«D
evi andare via, è un luogo molto pericoloso e non voglio stranieri».
«A
iuto un russo!»
Il serpente mi azzannò, strillando disperato, e se ne andò.
Mi tuffai nel torrente e rischiai di morire: l’acqua era gelida. Poi bevvi un tè, mi riscaldai e mi addormentai guardando la luna nascosta dalle nuvole.
Mi chiamavo Pallino, ma adesso ho cambiato nome e ho deciso di chiamarmi Putini!
Mi svegliai la mattina dopo, sotto il letto, dove conobbi un ragno che si chiamava Arnolfo. Diventò il mio migliore amico. Era un ragno blu e in realtà mi faceva schifo, ribrezzo a dire la verità, ma era comunque mio amico, finché un giorno uscì da sotto il letto e lo schiacciai. Ai funerali piansi moltissimo, poi mi misi a ridere ricordando i bei momenti.
Al cimitero incontrai una mia vecchia amica: la signora cavalletta. Mi aiutò a superare il “brutto” momento. Le offrii mezza tazzina di caffè ma lei preferì una camomilla e si scottò la lingua. Le diedi del ghiaccio, uccidendola per ipotermia.
Insomma la mia vita era uno schifo. Fino a quando non incontrai il mio amico riccio: aveva un carattere pungente, e mi punse un polpaccio. Dovetti andare a farmi dare dei punti e riconobbi per strada la mia amica borsa puzzona, che girava tutta triste piena di cianfrusaglie.
Le dissi:
«Alleggerisciti un po’. Dammi una clavetta».
E lei mi rispose:
«Preferirei darti un nastro!»
«T
i piace lo sport!»
«S
olo la ginnastica ritmica. E specifico RITMICA. E parlo russo».
«E chi se ne frega».
«M
ai offendere i russi. Questo è un paese anti-extra-comunitario».
La borsa venne travolta da una macchina e io mi andai a casa.
Mi andò in cancrena il polpaccio e andai all’ospedale dove mi amputarono la gamba.
Per il dolore mi uccisi con l’arsenico, prendendo esempio da madame Bovary, che era una gran pirlona.

FINE.





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