Storie Perdute –
Le Leggende di Panem
District 1|luxury
La principessa di giada.
Cashmere venne svegliata dal rumore delle molle che
cigolavano. Era una cosa comune in quelle ultime settimane; la sessantaseiesima
edizione finita da poco più di un mese e il Vincitore era lì, nel suo letto, e
accumulava una notte insonne dopo l’altra senza che lei potesse fare nulla per
migliorare la situazione.
<< Ancora Kestrel? >> chiese, scostando le
lenzuola e raggomitolandosi contro di lui. L’abbracciò da dietro, posando la
testa sulla schiena possente.
Rico piantò gli occhi scuri – che in quel momento avevano
smesso di ardere di furia e determinazione per lasciare spazio a un’espressione
spaesata – nei suoi e annuì, stringendo i pugni con rabbia.
<< Ti ho svegliata di nuovo, scusa. >>
Gli baciò una spalla dalla carnagione dorata, stringendolo
maggiormente contro di sé, << Ti ho già detto mille volte che non fa
niente. Era tua amica, è normale che ti manchi, e non avresti comunque potuto
salvarla. >>
A meno da non essere pronto a sacrificarsi per intercettare
quella freccia con il proprio corpo … ma questo non lo disse. I più si
limitavano a considerare la sua forza e il suo aspetto, ritenendolo ormai un
uomo, ma lui era un ragazzo; in quindici anni di vita aveva sperimentato più
dolore di quanto molti non avessero provato nella loro intera esistenza. E odiò
Snow per questo; non per i Giochi né per come teneva in pugno lei e suo
fratello, ma per lui: per averlo spezzato.
<< Credi che finirà mai? Sai, il senso di colpa e
tutto il resto. >>
<< Si attenuerà, un po’ alla volta >>, disse,
<< Ma per il momento hai bisogno solo di dormire. >>
Lo prese per mano, spingendolo gentilmente verso il basso.
Intrufolò le dita sottili tra le ciocche corvine, accarezzandolo con la
delicatezza che avrebbe riservato a un bambino. Avvertì un sospiro lasciare le
sue labbra proprio nell’istante in cui un po’ della tensione lo abbandonava.
<< Dopo i miei Giochi ho dormito con Gloss per
settimane; mi raccontava sempre una storia, una di quelle che nostra madre ci
leggeva quando eravamo piccoli e ci spaventavamo per qualcosa >>, rise,
<< Beh, in effetti quella che si spaventava ero io, lui rimaneva ad
ascoltare per farmi compagnia. >>
<< Mi piacerebbe sentirla >> disse, mentre il
volto dagli zigomi alti assumeva una sfumatura decisamente accaldata.
<< Non dirmi che sei davvero arrossito? Non credevo
neanche che ne fossi capace >> lo provocò, punzecchiandolo su un fianco.
Rico scrollò le spalle, tornando lentamente alla consueta
imperscrutabilità.
<< Dai, eri così tenero. >>
Roteò gli occhi, sbuffando, contrariato dall’ironia nella
voce della ragazza.
<< Già, è tutta la vita che sogno di sentirmi dire che
sono tenero >> ironizzò, per poi aggiungere, << E comunque non lo
sono, era semplice curiosità. >>
Cashmere si ravviò un’onda dorata, sorridendo con l’aria di
chi la sapeva lunga, ma non insistette oltre e cominciò il racconto.
<< Molti secoli fa, quando i Distretti ancora non
esistevano e la Terra era un unico regno, uno straordinario bagliore invase
ogni angolo conosciuto e accompagnò la nascita di una bambina dai capelli d’oro
e gli occhi di pura giada. Crescendo, divenne una giovane intelligente e saggia
che dedicava la sua vita all’aiutare i poveri e i malati; era molto amata dal
suo popolo e, quando suo padre venne a mancare e lei ascese al trono, venne
soprannominata la Principessa della pura felicità. Purtroppo però anche in quei
tempi antichi il male era dietro l’angolo. La regina dell’aria e della notte
aveva assistito per lungo tempo a quegli eventi gioiosi e nutriva nei confronti
della principessa un odio viscerale; dopo anni di lunghi preparativi finalmente
riuscì a consolidare il suo potere e invocò un’orda di demoni che scesero sulla
Terra e infettarono gli abitanti con la loro indole malvagia. Odio e peccati
contagiarono tutti fuorchè la principessa, resa immune dalla sua natura pura.
Ella decise quindi di scendere in campo e affrontare la regina; con la sua
forza e astuzia, riuscì a sopraffarla ma le ferite che riportò furono tanto
tremende che lei stessa varcò il sottile confine tra il mondo mortale e quello
celeste. Prima di morire, tuttavia, mostrò a coloro che la piangevano le gocce
di sangue che imbevevano il terreno e che rapidamente stavano formando delle
piccole giade e disse: “Malgrado abbia ucciso la regina, non posso nulla contro
questi demoni che hanno preso possesso dei vostri corpi; solo voi potete
combatterli e per farlo vi lascio queste mie stille a dimostrare che il
coraggio e la bontà sono in grado di sconfiggere qualsiasi cosa. Chi di voi le
raccoglierà, scaccerà per sempre questo male tremendo che vi ha assaliti.”
Si dice che coloro che nascono con gli occhi verdi, nel
nostro Distretto, sono i discendenti degli abitanti che accettarono il dono
della principessa e vengono chiamati gli eredi della principessa di Giada
>> concluse.
Lanciò un’occhiata verso il ragazzo con la testa sul suo
grembo. Dormiva e, a giudicare dai respiri lenti e profondi, nessun incubo
sarebbe tornato a turbarlo per quella notte.