Loki lentamente ritrova la sua apparenza asgardiana e pare divenire più imponente mentre un alone fulgido di regale alterigia lo attornia. Volge le spalle all’enorme trono di Odino, riconoscendo la fine dei suoi maneggi volti al raggiungimento della sua rivalsa contro chi gli aveva riservato un futuro illusorio, contornato dalle carezze e dall’amore impostogli da una donna, che non poteva più chiamare madre, da un buomo da cui non poteva rivendicare i natali e da un fratello con cui non poteva più condividere il cammino. Contro la sua famiglia menzognera, illusoria e fraudolenta che gli aveva strappato la sua identità, il suo cuore, la sua anima per bruciarla sul rogo dell’odio nel tempio di Jötunheimen .
Un lieve sorriso sardonico gli piega le labbra mentre osserva le persone che con cautela avanzano verso di lui, li guarda uno ad uno incontrandone fugacemente lo sguardo e non per ultimo incrocia quello colmo di disprezzo di suo figlio che cinge solerte le spalle curve di sua madre. Gli occhi innaturalmente rilucenti di Sigyn, nonostante il dolore che segna i tratti delicati del suo viso a testimoniare il tormento del suo animo, lo sfiorano con una straziante premura. Una mano posta a trattenere il tumulto dei suoi respiri agri che le scuotono il petto e l’altra intrecciata con quella di Narfi. Devi’, Jane e Lady Sif li contornano in silenzio attendendo il momento opportuno per muoversi contro il Dio degli Inganni.
Il silenzio mortifero che avvolge la sua mente si dissolve lacerandogli violentemente tutto ciò che di più prezioso ancora serbava nella sua anima quando riconosce, posta ai piedi di sua moglie, la sagoma inequivocabilmente esamine di un animale dal pelo scuro, crudelmente ferito e dilaniato. L’orrore di una vita bestiale a cui aveva costretto suo figlio maggiore, per punirlo della sua ferma lealtà e dedizione ad Asgard era un ricordo amaro distante secoli. Vali l’aveva ripudiato, si era dichiarato il figlio di Sigyn, nipote di Frigga e di Odino, ma aveva rinnegato il suo sangue e le sue origini, aveva alzato la sua spada per difendere il trono di quello che credeva fosse suo nonno, contro di lui, suo padre.
Allora una furia irrefrenabile aveva guidato la sua mano, nessuno doveva ostacolare i suoi piani e in quel frangente il suo potere si era scagliato contro le deboli forze di Vali e non lo aveva risparmiato. L’aveva condannato ad un’incoscienza bestiale e feroce. A lungo il suo corpo si era dimenato tra atroci sofferenze prima di assumere le sembianze di un lupo. Nessuna pietà aveva rallentato i suoi gesti, era suo figlio quello che gemeva e sbavava davanti a lui, l’aveva visto nascere e crescere, forse l’aveva anche amato, ma nessuna remora aveva arginato la sua vera natura.
- Loki…perché?.. – il tono angosciato di sua moglie lo distolse dalle sue reminiscenze.
- Mia signora…… Accetterò il destino che mi avete riservato…. Se…. mi verrà permesso di conferire brevemente con mia moglie… - rivolge l’istanza con accenno di pretesa che non sfugge a Devi’ mentre lo osserva guardare Sigyn intensamente.
Una ferrea morsa, all’improvviso, gli aveva mozzato dolorosamente il respiro e non gli permise di continuare a proferire parola, Devi’ non aveva intenzione di consentirgli di mercanteggiare ulteriori concessioni speculando sulla loro etica che le portava a comprendere e condividere il terribile dolore di Sigyn che osservava, con le lacrime agli occhi, l’artefice dell’atroce disfatta del suo primogenito.
Le fu molto difficile frenare l’impulso di soffocarlo nel suo stesso sangue, di disciogliere le sue ossa tra le fiamme e gettarne le ceneri nel fango putrescente dell’inferno di Hela, ma suggerì con un’occhiata a sua figlia di avvolgerlo nelle spire incandescenti del suo potere. Loki si dimenava e gemeva penosamente costretto a inspirare folate di calore roventi che gli incendiarono le iridi smeraldine distruggendone il fulgore altero. Sif si avvicinò al Dio degli Inganni, ormai accecato e agonizzante, levò la spada e per un attimo si soffermò ad osservarlo.
- Oggi rinnego il giuramento che feci alla mia patria e al mio Re. Ripudio l’onore della guerriera che ero. Non ho più nulla da sacrificare per rivendicare per me il primo fendente che reclamo…..in questo momento…. -
La lama lacerò i vestiti e poi il petto di Loki che non esalò neanche un lamento, mentre la spada di Sif gli spaccava il cuore in due. Sospinto dalla forza dell’attacco il suo corpo si abbatté di schianto sul marmo freddo accanto a quello del lupo. Lentamente la guerriera estrasse la spada e ne pulì la lama, mentre i singhiozzi disperati di Sigyn riecheggiavano tra le pareti dorate della sala del trono.
- NOO!! – urlò inginocchiandosi tra i due corpi.
Con una mano accarezzava il pelo morbido del lupo mentre con l’altra sfiorava con amore il viso di suo marito. Tutto ciò che aveva sempre temuto di dover affrontare nella sua vita, alla fine, si era avverato. Nonostante Loki l’avesse delusa, tradita e abbandonata più volte, lei aveva continuato ad amarlo, così come amava i suoi figli. Ogni madre è destinata a riporre in un angolo del cuore le proprie paure per permettere ai suoi figli di vivere la loro vita. Una madre diventa abbastanza forte da lasciarli andare, per quanto possa essere difficile sopportare la nostalgia e l’ ansia. Una madre è pronta a donare fino all’ultimo respiro per i propri figli e Sigyn non aveva smesso un istante di pregare il Cielo che prendesse il suo spirito in cambio di quello di Vali. I pietosi gemiti che scuotevano il petto di Loki stordito dal dolore, si univano ai lamenti di sua moglie. Prese a dibattersi in preda a violenti spasmi e si aggrappò terrorizzato al braccio di Sigyn che cercava di sostenerlo inutilmente.
- S-sigyn…. la collana……. Mi soffoca…. – mormorò con voce tremante.
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Loki venne trasportato nella Stanza della Guarigione. Thor sopraggiunse in quel frangente e trovando il fratello steso in terra agonizzante lo aveva sollevato tra le braccia e l’aveva affidato ai Guaritori, a cui fu vietato di toccare la collana che ancora ornava il suo collo. A nulla valsero le rimostranze di Devi’ e Lady Sif. Il principe non volle accettare nessuna discussione, avrebbe atteso che Odino si pronunciasse sulle colpe del principe reietto.
- Thor!! Non puoi permettere che di nuovo sia rinviato il suo castigo!! Ha ucciso, tramato e violato ciò che aveva di più caro, ha distrutto la vita di suo figlio!! Non merita di vivere!! – esclamò Sif con veemenza, per orgoglio non aveva mai svelato a nessuno del dolore che, a causa dell’insana smania di vendetta del Dio degli Inganni, aveva subito.
- Silenzio! Ho perfettamente chiaro ciò che ha fatto! Non sei di certo tu che mi puoi dire cosa devo fare!! Ti posso assicurare che verrà punito, quando sarà abbastanza forte da subire il suo destino in piedi! Dobbiamo aspettare che mio padre decida come procedere!! - urlò Thor con rabbia .
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Era in momenti come quello che il peso che opprimeva il cuore di Odino superava di gran lunga la fatica che gli costava governare sui nove regni. Era stato ed cercava di essere un Re giusto, imparziale, severo e fermo nelle sue posizioni anche quando, la questione che gli veniva sottoposta coinvolgeva direttamente uno dei suoi cari. Era stato chiamato a giudicare e ad imporre il giusto castigo nei confronti di un pazzo assassino pieno di rancore e amarezza che lui stesso aveva scatenato.
Ma nonostante stesse fissando lo sguardo pieno di odio di un uomo pallido, meramente aggrappato al suo orgoglio stolto, Odino in realtà vedeva solo lo sguardo trasparente di quel neonato che aveva salvato da morte certa tanti secoli prima. Si era assicurato che ricevesse la formazione adeguata al figlio di un Re, perché Loki era un principe. Certo, un principe rinnegato di un regno nemico, ma nelle sue vene scorreva il sangue di un Re ed era quella la ragione per cui si permetteva di non abbassare lo sguardo di fronte a lui, che i suoi arti rimanevano ben piantati in terra anche quando il corpo tremava, era quello il motivo per cui era convinto che le sue azioni per quanto fossero riprovevoli, inammissibili e atroci, fossero state sempre consapevoli. E per quanto avesse tergiversato a lungo ad emettere una sentenza, era conscio che ormai non poteva più esimersi dal farlo.
- Loki Laufeyson ti condanno a vivere in eterno nei meandri dell’infermo di Hela a patire per l’eternità ciò che hai imposto alle tue vittime. Siederai sulle loro ossa che ti lacereranno le carni e verrai accecato dal veleno dell’odio che hai suscitato. -
Dopo aver pronunciato quelle atroci disposizioni, Odino venne colto da un dolore simile ad una ferita mentre osservava il corpo di suo figlio scomparire per raggiungere il suo ultimo giaciglio. Senza più forze permise all’ oblio del sonno ristoratore di sommergerlo e annichilirlo nell’incoscienza.
Vali venne seppellito nel cimitero accanto ai reali Odison dopo una breve cerimonia in presenza di poche anime. Narfi sorreggeva sua madre che piangeva disperata davanti al sepolcro, mentre Thor e i suoi guerrieri assistevano in silenzio.
Devi’ e Jane avevano parlato a lungo con la regina Frigga, Hela era la figlia illegittima di Loki e non ritenevano che fosse un carceriere adeguato per il principe reietto . Le rimostranze delle due dee non avevano alterato i lineamenti pacatamente afflitti della donna. Hela, aveva predetto, incarnava perfettamente la terribile Dea degli Inferi, anche se era in effetti la figlia illegittima del Dio degli Inganni, la sua natura spietata non le avrebbe permesso di risparmiare l’anima di nessuno dei suoi sudditi dannati. Nel momento in cui Loki avesse varcato la soglia dell’Inferno, sarebbe stato in suo potere per l’eternità.
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- Madre, ti prego non andare. – l’aveva pregata Narfi più volte.
- Narfi ….ti lascio il mio amore, ti accompagnerà per sempre. Ma cerca di capire che non posso vivere senza quello di tuo padre. E’ sempre stato il mio destino amarlo e continuerò a farlo per l’eternità. – lo aveva rassicurato con un sorriso.
Sigyn avanzava lentamente nella semi oscurità che l’avvolgeva, fermamente sorretta dalla giustezza e necessità delle sue decisioni. Su i suoi lineamenti permaneva un’espressione serena e dolcemente determinata a ritrovare il suo sposo in quel luogo colmo di corpi putrefatti e urla strazianti.
Lo scorse disteso, strettamente imprigionato da corde robuste, sulle rocce che lo avvolgevano, aveva la pelle del petto malamente ustionata e profondi tagli segnavano le sue labbra. Ansimava e gemeva debolmente ma quell’essere in fin di vita era indubbiamente il Dio degli Inganni. Con mano tremante lo aveva accarezzato appena e Loki aveva gridato con tutto quel poco fiato che gli rimaneva.
- Mio signore… - aveva mormorato dolcemente.
- Continui a farti beffa di me? Dileguati!! Non sono degno neanche di sognarti! - sussurrò mesto.
- Mio signore non sono il frutto della vostra fantasia… e se mi permettete…. –
- Già ….. e perché mai Odino avrebbe permesso questa pazzia?! Inviare una sposa ad accudire un traditore rinnegato! Finalmente ho smarrito del tutto la ragione! Vieni avanti mia sposa e baciami……ho bisogno di te…. – decreta a voce più alta atrocemente sardonico.
- Forse avete ragione…. non siete in voi, il mio sposo non mi avrebbe parlato in quest…. –
- Si sono sicuro… nella pazzia troverò in fine un riposo senza inquietudini….. S-sigyn? – chiama con voce strozzata.
- Si…. mio signore…. – replica avanzando di qualche passo.
- NOOO!!! Ti ordino di andartene! Non ho bisogno di te!| Non ho bisogno di nessuno! Odino ha perso il senno? Mandare in questo……. luogo una donna inutile?! Vattene, mi hai tormentato abbastanza! -
- No Loki… non me ne andrò.. –
- Quando…. sei diventata mia…. sposa… mi hai giurato obbedienza…. VATTENE!!! –
Le sue urla sembravano più una preghiera che un’ imposizione e mentre Loki crollava esausto sulle rocce Sigyn lo raggiunse e s’inginocchiò accanto a lui.
- Ti sbagli….. Loki…. quando sono diventata tua…. ti ho giurato fedeltà ed è ciò che mi condurrà….. accanto a te…. per l’eternità…... -
THE END.
Ringrazio come sempre chi ha speso il suo tempo seguendo la mia storia e chi mi ha regalato due parole nelle recensioni. Grazie. A presto Kikka.
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