aine17
Una caldo pomeriggio. Jiyong aveva la testa poggiata sullo stomaco di
Aine, entrambi distesi sul letto. Perpendicolarmente
l'uno all'altro e nudi.
Nulla di cui sorprendersi dal momento che avevano passato
più
tempo senza che con i vestiti addosso da quando lui era ritornato.
Lei teneva un braccio sulla faccia e muoveva l'altro pigramente per
giocare con le sue ciocche. Ora
le aggrovigliava, ora le torceva, e di tanto in tanto, le tirava
delicatamente.
L'unico
vero rumore era quello dell'orologio che ticchettava via e che
contrastava con le loro figure quasi in letargo.
-La tua pancia sta brontolando-, le sussurrò Ji
parecchio divertito.
Aine in tutta risposta gli tirò la ciocca di capelli che si
ritrovava in quel momento tra le mani.
Tirò un po' più violentemente. Prevedendo la sua
reazione, poi, lasciò la presa e tracciò una
linea immaginaria con le
dita che andava dal naso alla bocca.
Ed è sulla bocca che si fermò, tracciando
più volte il contorno delle labbra.
Lei percepì il sorriso di lui e continuò
giù,
seguendo la mascella, per poi ritirarsi. Lui si mise a mugolare
frustrato per la perdita del suo tocco.
Ridacchiando, gli accarezzò il volto nell'istante esatto in
cui
sentì le mani di Kwon intorno alla vita mentre
nascondeva lì
la faccia. Aine, allora, gli massaggiò le tempie ottenendo
le
sue riconoscenti fusa.
Altri pochi minuti e il respiro di lui si uniformò a tal
punto che lei credette che si fosse addormentato.
Ricordandosi che nessuno dei due si era rivestito, Aine
allungò
la mano libera per afferrare qualsiasi indumento vicino per coprirlo.
-Quale pensi sia il significato della vita?-. La voce vellutata di
Jiyong risuonò per tutta la stanza.Non mosse gli occhi
neanche per un secondo finchè non le
ammiccò e le
si rotolò vicino, con le mani intorno ai fianchi
affichè
non potesse scappare.
Lei lo fissò in quelli occhi che sapevano di cioccolato
decidendo di concederlgi un piccolo bacio.
Aine sorrise maliziosamente, lui predisse i suoi movimenti
così che le loro labbra si incontrarono.
Bocche aperte che ripetevano una danza familiare, facendo a turno a
stuzzicare la lingua dell'altro con la propria.
Baci distratti in cui lui implicitamente le rimproverava di non
coccolarlo abbastanza. Il "Sei adorabile" di Ji fu interrotto dal suo
stesso incespicare dato che Aine si era messa a toccare il lobo del suo
orecchio.
"Solo ora?", gli chiese lei sfidandolo e continuando a
tracciare sulle labbra di lui linee senza senso.
Kwon aprì la bocca quasi per morderle il dito.
Aine
sentì la sua lingua prima che lui potesse rispondere con un
poco udibile "Sempre".
Nonostante le parole rassicuranti, gli mise il broncio cercando di
liberare il suo dito ma lui non lo permise. Alla fine, gli si distese
sopra completamente.
Petto contro petto, fronte contro fronte, naso contro naso.
-Ridammi il dito indietro, Kwon-.
In tutta risposta, lui strinse di più. Aine, allora, stette
sul
punto di protestare maggiormente quando sentì i suoi
polpastrelli farsi strada lungo la schiena. Un brivido
viaggiò dal dito della mano fino giù a quelle dei
piedi e
le scappò un dolce sospiro. Respirò dentro il
profumo di
lui sino a chiudere gli occhi, sino a sciogliersi nella sua figura.
Non appena lei nascose la faccia in mezzo alle sue clavicole, le
lasciò andare il dito. Dito che, automaticamente,
seguì
giù la variazione nella pelle di Kwon che Aine preferiva di
più. Si trattava del tatuaggio del compleanno con
l'otto
ripetuto per buon auspicio.
Erano troppo pigri per muoversi, si limitarono a ingarbugliarsi con i
prorpi corpi simili a fili di un gomitolo di lana.
Il corpo di lei in cerca dei tatuaggi di Jiyong, mentre
quello di lui alle prese con ogni curva insita nella ragazza.
Bisbigli di piacere mischiati nell'aria con occasionali risate che
turbinavano intorno.
Lui scattò alcune volte come Aine osava scendere con le
unghie lungo la sua schiena. Dal
nulla una melodia catturò l'attenzione di lei, a cui ci
vuole
qualche minuto per elaborare che quella era la voce di Ji.
Fremiti
e baci e poi piombarono di nuovo in un pacifico riposo.
Una leggera pressione sul naso
e si risvegliò alla faccia di lui che scrutava la propria.
-Creepy-, borbottò Aine con un sorriso, chiudendo ancora gli
occhi e facendo per accarezzare i propri capelli. Non aveva
bisogno di guardare per sapere l'espressione di gioa che ha Kwon sulla
faccia.
Lui si chinò a baciarle il naso e lei gli diede un bacio
morbido sulla spalla
come lui scese dal letto lasciandolo.
Lo vide praticamente
scivolare fuori per recuperare i vestiti.
Doveva essere in ritardo dal
momento che stava indossando una maglietta rossa a caso insieme ai suoi
jeans neri preferiti.
Ugualmente, Jiyong tirò fuori dalla cassettiera,
posandolo
sulla sedia, un outfit anche per lei.
"Indubbiamente costoso"
pensò lei mentre lui completava il tutto con dei gioielli
abbinati. Aine non gli aveva mai chiesto come mai avesse
così tanti abiti
da donna o accessori e lui non le aveva offerto ulteriori dettagli
quando ripetutamente li dava via a lei. "Il comò infinito
dell'abbigliamento femminile", pensò Ai.
-Torno stasera-, le disse.
***
Lei si mosse dal divano alla televisione a muro per spegnerla. Era
stato tutto un sogno. Meglio, un flashback che la sua mente le stava
rimandando in rewind da almeno quattro ore dopo aver appreso la notizia
e mentre aspettava che lui davvero ritornasse.
La pace della quotidianità che auspicava non sarebbe di
certo arrivata, ma avrebbe avuto le spiegazioni che desiderava.
Un nuovo scandalo lo aveva colpito, uno scandalo che rischiava di
macchiare persino il loro rapporto.
Parole come "stanza d'albergo", "traditore", "cosa ci si può
aspettare da un drogato?" le punzecchiavano il cervello fino a che non
spazzò via tutto sorseggiando un bicchiere di vino e finendo
l'ultimo fazzoletto rimasto.
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I'm back!
Spero vi sia piaciuto.
Alla prossima.
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