*Si affaccia con cautela per
vedere se c'è qualcuno che la vuole uccidere per l'immenso
ritardo*
Allora, mi dispiace
immensamente per l'enorme ritardo, ma questo ritardo ha un nome,
anzi, più di uno. In ordine: 1. blocco dello scrittore; 2.
università e relativi esami; 3. poca voglia di mettermi al
computer; 4. problemi personali.
Spero che possiate
perdonarmi.
Ora, qui abbiamo l'incontro
con Tsunade e, sinceramente, non saprei proprio dire come mi è
venuto questo capitolo. Spero non sia una schifezza totale.
Vi lascio alla lettura che
forse è meglio.
Scusatemi ancora per il
ritardo!
*si defila prima che
qualcuno provi ad ammazzarla sul serio*
CAPITOLO
27
Hinata non era proprio sicura che quello che le era
venuto in mente fosse fattibile, ma tentare non avrebbe fatto male a
nessuno.
Doveva solo capire da che parte cominciare.
La tecnica che Jiraya stava insegnando a Naruto era
molto potente e forse, se adattata nella maniera giusta, poteva
essere coniugata con il juken.
Mentre Hinata cominciava a formulare un modo per
mettere in pratica la sua idea, Naruto cercava in tutti i modi
possibili di far esplodere quel dannato pallone di gomma con scarsi,
per non dire nulli, risultati.
Il ragazzo non sapeva proprio quale fosse il
problema, ma non si sarebbe arreso per nessun motivo.
Quando l'Ero-sennin sarebbe tornato gli avrebbe
chiesto un indizio su come riuscire in quella impresa.
Nel frattempo avrebbe tentato in tutti i modi che gli
sarebbero venuti in mente.
Intanto Jiraya stava cercando notizie di Tsunade in
città con scarso successo.
La donna aveva sempre avuto un talento naturale nello
sparire velocemente, ma qui si stava battendo qualsiasi record.
Non faceva a tempo ad arrivare in una città
che lei si era volatilizzata.
Un casino insomma.
Forse era meglio se andava a vedere come se la
cavavano i suoi due allievi.
Sulla responsabilità di Hinata non aveva alcun
dubbio, era su quella di una certa testa dura che aveva qualche
dubbio.
Meglio assicurarsi che non si fosse spinto troppo in
là per il suo fisico.
Quando Jiraya arrivò allo spiazzo fuori città
dove i ragazzi si allenavano si ritrovò davanti ad una Hinata
che stava cercando di far riprendere un Naruto ormai esausto con una
quindicina di palloni bucati attorno.
Beh, un progresso c'era stato in fin dei conti.
<< Va bene, pausa ora. >> disse Jiraya
tirando fuori dei ghiaccioli, che aveva comprato sulla via del
ritorno, e porgendoli ai due ragazzi.
<< Non sono riuscito a far scoppiare la palla
di gomma. >> si lamentò il biondo accettando, però,
il ghiacciolo.
<< Vero, però un piccolo progresso l'hai
fatto lo stesso no? >> fece notare l'adulto.
Naruto mise il broncio, ma non rispose.
<< Sono sicura che ce la farai Naruto-kun. >>
lo incoraggiò invece Hinata arrossendo un poco.
Al che Naruto si aprì in un piccolo sorriso,
per poi rimettere subito il broncio.
I due ragazzi mangiarono in silenzio il ghiacciolo
che Jiraya gli aveva portato.
<< Ok, Naruto, fammi vedere dove sei arrivato.
>> disse ad un certo punto l'eremita.
Il biondo, un po' di malumore visto tutti i
fallimenti, si alzò e prese l'ennesima palla di gomma.
Si concentrò, provò con tutte le sue
forze a farla scoppiare, ma l'unico risultato fu un piccolo che
sgonfiò la palla.
<< Forse so qual è il tuo problema. >>
disse Jiraya dopo aver osservato il suo allievo e aver riflettuto un
attimo su quello che aveva visto.
<< Sul serio?! >> esclamò il
ragazzo su di giri.
<< Sì, sul serio. Ora ascoltami bene.
Quello che hai imparato con il palloncino è la rotazione dei
chakra. Qui devi concentrarlo in un punto solo e poi rilasciarlo di
colpo. Hai capito? >>
Jiraya non poteva dare una spiegazione più
semplice di quella, ma Naruto non aveva capito lo stesso e la sua
faccia perplessa parlava per lui.
Con uno sospiro di rassegnazione, Jiraya prese un
foglio bianco e chiese a Naruto di fissarlo.
Poi prese una penna e fece un segno al centro del
foglio e chiese a Naruto di fissarlo di nuovo.
Dopo di che gli spiegò che, la mente, per
concentrarsi, deve avere un punto su cui potersi fissare.
Quindi lui doveva cercare di concentrare il suo
chakra in un punto unico.
Con questo esempio Naruto sembrò afferrare il
concetto e si rimise di buona lena ad allenarsi di nuoco di buon
umore.
Jiraya scambiò due parole con Hinata e poi
tornò a cercare informazioni su Tsunade.
La ragazza si era resa conto che non poteva chiedere
aiuto a Jiraya per la sua idea, ma a suo padre o a Neji. Loro
conoscevano il juken meglio di lei e solo loro potevano dirle se
quello che aveva in mente era fattibile.
Quindi, nel frattempo, si sarebbe migliorata nel
juken.
Anche con la complicità di qualche clone di
Naruto.
*****
Jiraya stava girando per l'ennesima volta la città
alla ricerca di qualcuno che sapesse dove fosse Tsunade.
Finalmente, in un bar, trovò qualcuno che
avesse notizie della donna.
A quanto pareva la donna aveva perso una forte somma
di denaro al gioco e aveva ben deciso di eclissarsi per evitare i
creditori.
La solita storia da quando la conosceva, non era
cambiata per nulla in tutti quegli anni.
L'uomo al bar sapeva anche in che direzione Tsunade
era fuggita, quindi Jiraya decise di andare a recuperare i suoi
allievi e raggiungerla prima che sparisse di nuovo.
Aveva uno strano presentimento addosso.
Quando andò a recuperare i due ragazzi per
dirgli che sarebbero partiti, arrivò giusto nel momento in cui
Naruto riuscì finalmente a far esplodere la tanto odiata palla
di gomma.
Venne anche sbalzato di qualche metro all'indietro
per l'enorme quantità di chakra che aveva usato, ma con un po'
di pratica avrebbe imparato a dosarlo correttamente.
Ora però non avevano tempo, dovevano andare.
Ovviamente, il fatto che dovessero interrompere
l'allenamento non andò molto giù a Naruto, ma venendo a
sapere che la terza fase per imparare la tecnica del Quarto poteva
farla anche camminando, tornò di buon umore.
E dopo una dimostrazione pratica, su un povero albero
preso a caso, di quello che sarebbe uscito una volta che fosse
riuscito a unire quello che aveva imparato con il palloncino e la
palla di gomma, prese il palloncino che gli lanciò Jiraya e
cominciò subito a lavorare.
Ogni tanto poneva una domanda sul Quarto, o sul
perché Jiraya avesse accettato di allenarlo, o su qualsiasi
cosa gli passasse per la testa.
Qualche volta rivolgeva frasi carine ad Hinata che
puntualmente arrossiva come un pomodoro.
E puntualmente Jiraya se la rideva sotto i baffi.
In ogni caso, di progressi duranti il viaggio, Naruto
ne fece pochi.
Non perché non ci provasse, non perché
fosse un incapace, ma perché non riusciva a trovare un modo
per mantenere stabile sia il flusso che la rotazione del chakra.
Hinata aveva provato a suggerire qualche idea, anche
grazie all'osservazione fatta con il byakugan attivo, ma non ci fu
nulla da fare.
Alla fine Naruto doveva trovare la soluzione che
faceva per lui da solo.
Finalmente erano arrivati alla meta.
Ora dovevano solo trovare Tsunade, sperando che fosse
ancora là.
*****
Tsunade e Shizune erano sedute ad un tavolo di una
piccola locanda davanti ad una bottiglia di sakè.
Le due avevano appena avuto un incontro con
Orochimaru e il suo tirapiedi, Kabuto.
Il sennin dei serpenti aveva proposto uno scambio
alla principessa delle lumache: lei gli guariva le braccia sigillate
dal Terzo Hokage e lui le restituiva il fratellino e il fidanzato
morto tramite una delle tecniche proibite che aveva imparato.
Nonostante Tsunade sapesse che era sbagliato
accettare quel patto, che fosse contro ogni principio, una parte del
suo cuore le chiedeva disperatamente di accettare.
Shizune stava cercando le parole adatte per far
desistere la sua maestra dell'accettare quel patto, ma non riusciva a
trovare il modo giusto di porre la questione.
Così tra le due donne regnava il silenzio e
una bottiglia di sakè quasi vuota.
Bevuta per intero da Tsunade per la precisione.
Ad un certo punto Tsunade si sentì chiamare da
una voce che conosceva molto bene, così alzò gli occhi
e vide Jiraya all'entrata della locanda che la fissava sorpreso in
compagnia di due ragazzi.
La ragazza era sicuramente una Hyuga, mentre il
ragazzo assomigliava in maniera impressionante al Quarto Hokage.
<< Jiraya? >> lo chiamò un po'
confusa. Non si aspettava di trovarlo là.
Il gruppetto di nuovi arrivati si sedette con le due
donne e ordinarono qualcosa da bere, Jiraya, e qualcosa da mangiare,
Naruto e Hinata.
Mangiarono in silenzio, mentre Naruto cercava di
capire come una donna che doveva avere cinquant'anni dimostrasse di
avere l'aspetto di una ragazza.
Alla fine della cena, Tsunade decise che era ora di
passare alle cose serie.
<< Allora, Jiraya, come vuoi da me? >>
disse tirando fuori un mazzo di carte e mescolandole.
<< I saggi del consiglio della Foglia mi hanno
mandato a chiederti se vuoi diventare Quinto Hokage. >> disse
l'uomo senza troppi giri di parole, facendo andare di traverso un
boccone a Naruto e prendendo di sorpresa tutti gli altri commensali.
Ma non erano andati a cercare Tsunade per farla
tornare al villaggio per guarire Sasuke?
Questa da dove saltava fuori?
Tsunade non disse nulla, si limitò a
distribuire le carte per iniziare una partita con Jiraya.
Durante la partita ci fu una discussione riguardo
alla proposta avanzata da Jiraya, che Tsunade sembrava intenzionata a
non accettare assolutamente.
La donna sembrava non apprezzare il compito e le
responsabilità dell'Hokage, anzi, sembrava disprezzarlo
proprio. In più stava ancora pensando alla proposta che le
aveva fatto Orochimaru.
La cosa non andava giù a Naruto, che vedeva
l'Hokage come un qualcuno di importante e degno di rispetto per i
sacrifici che era disposto a fare per il bene del villaggio.
Nemmeno Hinata riusciva a credere che Tsunade, una
dei tre ninja leggendari, nipote del primo Hokage, dicesse cose del
genere.
Alla fine, Naruto diede voce alle proprie rimostranze
in maniera esplosiva e rumorosa, oltre che con una certa
maleducazione.
<< N-non c-credo a-abbia ra-ragione,
T-Tsunade-sama. >> si limitò a balbettare Hinata.
Tsunade, accorgendosi solo in quel momento della
ragazza, la fulminò con lo sguardo.
<< Jiraya, da quando ti porti dietro anche le
ragazzine? E posso sapere chi è questo pivello? >>
chiese la donna seccata dalla reazione di Naruto.
<< Ma come si permette! >> si scaldò
Naruto.
Pivello a chi?
E, prima di tutto, cosa voleva insinuare su Hinata?
Naruto si scaglio contro Tsunade, ma venne
prontamente bloccato da Jiraya e da Hinata.
<< Naruto, sta buono. >> lo rimproverò
Jiraya lasciandolo andare una volta che si fu calmato.
<< Buon un cavolo. Ma come si permette di dire
certe cose sugli Hokage?! Non glielo permetto! Io la sfido! >>
<< Ah si, signorino? Sfida accettata. Andiamo
fuori. >> disse Tsunade avviandosi all'uscita del locale,
seguita dagli altri.
Hinata provò a fermare Naruto, ma fu bloccata
da Jiraya.
Quei due erano entrambe teste dure e questo era
l'unico modo in cui avrebbero potuto appianare le loro divergenze.
Il primo colpo di Naruto andò a vuoto, anzi,
Tsunade trovò il modo di ritorcerglielo contro facendogli
saltare via il coprifronte.
<< Ehi, pivello, voglio chiederti una cosa
prima che tu perda i sensi. Perché ci tieni così tanto
a difendere il nome dell'Hokage? >> chiese Tsunade.
Jiraya affilò lo sguardo per osservare la
reazione della vecchia alla risposta che avrebbe dato Naruto.
Hinata, invece, fissava preoccupata lo scontro, ma
sicura che Naruto avrebbe fatto del suo meglio.
<< Diversamente da lei, un giorno diventerò
Hokage. Costi quel che costi perché lo considero un grande
onore. Non lo dimentichi signorina. Diventare Hokage è il
sogno della mia vita! >> rispose Naruto deciso e convinto di
quanto diceva.
Tsunade si bloccò.
In quell'istante le sembrò di vedere suo
fratello e il suo vecchio amore, Dan, entrambi morti durante l'ultima
guerra.
Approfittando del momento di debolezza della donna,
Naruto tentò di colpirla con la nuova tecnica che il maestro
Jiraya gli stava insegnando.
Inutile dire che Tsunade riconobbe la tecnica e con
un dito aprì una crepa nel terreno che fece inciampare Naruto,
decretando così la sua sconfitta.
<< Jiraya, gli hai insegnato tu il rasengan? >>
chiese Tsunade mentre Shizune e Hinata davano una mano a Naruto ad
uscire dalla buca in cui era rimasto incastrato.
<< Sono il suo maestro, quindi direi di sì.
>> rispose Jiraya.
<< Non avresti dovuto insegnargli una tecnica
impossibile da imparare, gli metterai strane idee in testa così.
Solo tu e il Quarto sapete usarla. Nessuno può imparare il
rasengan. >> disse Tsunade severa.
<< Ah sì? Ne è certa? Le assicuro
che in tre giorni riuscirò a padroneggiare perfettamente
questa tecnica! >> esclamò Naruto, sicuro di se.
<< Stai attento alle promesse che fai, pivello.
Un vero ninja mantiene le promesse che fa. >>
<< Io non mi rimangio quello che dico. Io
mantengo le promesse che faccio. >>
<< Va bene allora. Ti ho una settimana. Hai una
settimana di tempo per imparare il rasengan. Se alla fine della
settimana l'avrai imparato ti darò il mio ciondolo. Nel caso
perdessi, invece, mi prenderò tutti i tuoi risparmi. >>
disse Tsunade indicando la sua collana con un dito.
Shizune protestò sconvolta. Quella era la cosa
a cui Tsunade teneva di più al mondo. Non poteva giocarlo
così!
Naruto pensò che di quel ciondolo non poteva
interessargli di meno, però poteva stare bene ad Hinata.
Sempre se l'avesse voluto ovviamente. In più
aveva quel piccolo fermaglio nascosto tra le sue cose da regalarle
non appena avrebbe trovato il coraggio di farlo.
Se avesse perso, però, non credeva che sarebbe
riuscito a guardarla di nuovo in faccia.
Ma lui non aveva nessuna intenzione di perdere.
<< Va bene, accetto. Tra una settimana vedrà,
avrò imparato la tecnica alla perfezione. >> esultò
Naruto.
<< Ma, signorina Tsunade, è proprio
sicura... >> provò a dire Shizune, ma venne bloccata
dalla sua maestra.
<< Quel pivello non ce la farà mai. E
ora andiamo. >> disse prima di voltarsi e andarsene seguita
dall'allieva.
Jiraya decise di seguire Tsunade per parlare a
quattrocchi da soli, mentre Hinata e Naruto tornarono nella camera
che avevano affittato in una locanda lì vicino.
Neanche il tempo di mettere a posto le loro cose che
qualcuno bussò alla porta.
Era Shizune che veniva a chiedere a Naruto di non
partecipare alla scommessa.
Raccontò ai due ragazzi di come il ciondolo
rispondesse solo all'autorità di Tsunade e di come, chiunque
l'avesse indossato, era morto.
Raccontò di come la sua maestra aveva perso il
fratello e il suo ragazzo e di come quel ciondolo fosse l'unica cosa
che gli rimaneva di entrambi.
Hinata capì che Tsunade aveva sofferto
veramente molto per quelle morti e un po' le dispiacque.
Naruto invece non disse nulla. Semplicemente prese ed
uscì.
<< Ma dove vai? >> gli chiese Shizune
cercando di capire se l'aveva ascoltata oppure no.
<< Mi devo allenare. >> rispose Naruto
imboccando la porta.
Hinata rimase per qualche minuto con Shizune per poi
raggiungere Naruto.
L'avrebbe aiutato a imparare il rasengan.
Costi quel che costi.
E così una settimana lentamente passò...
Bene, nella speranza che non
vogliate uccidermi e che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo al
prossimo che, spero, arriverà presto.
Per chi volesse, sto
pubblicando una raccolta di drabble incentrata sui personaggi di
Naruto e si intitola “Silenzio assordante”. Se vi può
interessare la trovate nella mia pagina autore e se no pazienza.
Alla prossima!
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