Erano sporchi e rozzi

di Blacket
(/viewuser.php?uid=79894)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Erano sporchi e rozzi 1 Note: Ebbene si, ho ceduto, e mi cimento in una raccolta dedicata a Germania Magna. Tenevo a far presente che, per mio diletto, mi cimenterò fra i più vari rapporti ed esperienze che lo stesso personaggio ha potuto tessere nella sua vita, lasciando una mia preferenza verso nipoti e strane chicche storiche che cercherò con piacere.
Spero di non annoiare, magari incuriosire un poco su un personaggio tanto ignorato ma incredibilmente bello- lasciate pure un commento in caso di richieste, consigli o semplici opinioni. Non fanno mai male!
Aprendo parentesi inutili, ringrazio anche i lettori di Tempo Antico per il loro supporto! Grazie infinite, sto iniziando ora la stesura del prossimo capitolo, anche se temo ritarderà un po'.
Un grazie grande e sentito, buona fortuna e in bocca al lupo a qualunque studente disperato e indaffarato come me. Buona lettura!
Personaggi: Ariovisto (Magna Germania), Gilbert (Prussia, Ordine dei cavalieri Teutonici).





Erano sporchi e rozzi -I-



C'era Ariovisto che era una montagna piena dei suoi inverni, che veniva chiamato sia Reiks* che Vati e preferiva cingersi il capo di foglie di pini quando chinava la testa davanti si suoi sette fratelli di sangue, che si vestiva di edera e camminava fra le saette di Mjollnir.




Gilbert cinguettava tremori e disappunto, ed era simile alle ombre che fuggivano al fuoco e si schiantavano sul guado e le punte azzurre della foresta silvestre; allungate, tremolanti, in piedi perché d’obbligo e arroccate al focolare- poiché se davvero avessero avuto scelta, le fiammelle tremolanti sarebbero fuggite verso il cielo coperto dalle stelle dei Pyth***, lontano dagli occhi felini e i denti scuri e storti dei germani.
Vi erano volte in cui Ariovisto lo chiamava Loki e figlio delle streghe, e Gilbert non tremava ma sibilava contrariato il disappunto d’un pulcino ferito che altro non era. Eppure ora avrebbe preferito pestare fango sul proprio orgoglio o farsi rubare arco e frecce da Bavaria, e s’immaginava d’inseguirlo divorando il sottobosco e avvertendo le frustate degli arbusti verdi picchiare il viso rosso e sudato.
Avrebbe preferito –e lo rimuginò con drammatico rammarico- seguire Ostarrichi** nelle sue danze storte e pericolose, poiché a quanto pareva non vedeva granché, piuttosto di incontrare di nuovo il volto di Vati- il vecchio aveva mani grandi quanto vanghe, e spesso le usava in nome della misericordia. Divina, per carità, per Thor e Wotan, purché dessero più forza e coscienza ad ogni sberla andata a segno.
-Vati. -
Ostentò la sicurezza e spavalderia d’un ermellino, sospirando superiore per sminuire il tremolio alle ginocchia e l’impellente bisogno di andare in bagno- strinse le piccole gambe, spennacchiato com’era, assumendo la posa d’uno storpio, più che d’un condottiero.
Rigirò fra le mani la treccia bionda, vilmente strappata al padrone.
-Posso anche ridartela, se vuoi.-




*Con l'appellativo Reiks si designava il capo di più tribù dell'area Germanica. Data la differenza fra queste, è possibile riscontrare differenze fra pronuncia e scrittura.
**Antico, primissimo nome documentato dato all'Austria da Ottone I.
*** Con Pyth s'intentono i Pitti, Britanni, noti per la loro incredibile conoscenza della volta celeste e lo studio delle stelle.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3123668