#14
La "prova".... La "cura"
Le
ferite del corpo si rimarginano più velocemente di quelle
dell'anima e Sasuke, in quei mesi, era ritornato perfettamente in
salute, riprendendo persino gli allenamenti. In particolare si era
dedicato a risolvere quel piccolo inconveniente derivato dalla
perdita dell'arto che non gli consentiva di utilizzare alcune di
quelle tecniche che non solo rientravano tra le sue preferite, ma che
solitamente risultavano molto efficaci, come il chidori o il katon.
L'impiego presso la biblioteca dell'Accademia era giunto a termine e,
Kakashi, in attesa di trovargli qualcos'altro da fare, gli aveva
lasciato il guinzaglio lungo con la speranza che non si ficcasse nei
guai. Così aveva preso l'abitudine di sparire per giornate
intere, addentrandosi nella foresta, ove rimaneva fino al calar del
sole. Si allenava a far confluire il chakra nella mano destra con la
quale tentava di comporre i sigilli. Spesso provava come la
sensazione di aver ancora l'altro braccio ed era davvero seccante
accorgersi del contrario. Certo, gli rimanevano ancora il rinnegan e
lo sharingan, ma non sarebbe più stato un ninja completo.
Seccante... sì, era davvero seccante.
Tsunade
stava lavorando sulle cellule di Hashirama da tanto tempo ormai e
nonostante Sakura lo avesse più volte rassicurato che presto
avrebbe riavuto il suo braccio, Sasuke aveva quasi perso le speranze
o, comunque, non poteva più attendere. Ovviamente non
aveva messo al corrente Sakura, men che meno Naruto, di ciò
che gli passasse per la testa. Era successo qualche giorno prima,
quando, camminando nella foresta aveva scorto un gruppo di Anbu
dirigersi verso il deserto di Suna. Aveva provato un ingestibile
desiderio di seguirli, di andare via da Konoha; aveva stretto il
pugno e digrignato i denti, sentendosi improvvisamente prigioniero,
di se stesso, di quel Villaggio che non riusciva ancora a definire
"casa". Nonostante gli abitanti di Konoha tentassero in
tutti i modi di celare la loro diffidenza nei suoi confronti, Sasuke
sapeva di non essere il benvenuto, che quella nomea di nukenin non si
sarebbe cancellata tanto facilmente. Gli unici a cui sembrava non
importare nulla erano Sakura e Naruto. Loro avevano ripreso a
comportarsi come se quei quattro anni non fossero mai passati, come
se il Team 7 non si fosse mai sciolto; erano così contenti di
riaverlo a Konoha, a "casa", da non rendersi conto di
quanto lui si sentisse fuori luogo, imbarazzato... inadeguato.
Kakashi, invece, lo aveva perfettamente capito – come sempre
– e aveva cercato di tenerlo occupato, aspettando gli eventi e
sperando che con il tempo Sasuke riuscisse ad apprezzare quella
seconda chance che gli era stata data. Tuttavia Kakashi non aveva
considerato un aspetto molto importante, un ostacolo, anzi...
l'ostacolo: Sasuke stesso. Mentre tutti, intorno a lui,
erano riusciti in qualche modo a perdonarlo, Sasuke non riusciva a
farlo. Si arzigogolava il cervello, pensando a come le cose sarebbero
potute andare in maniera diversa se solo lui fosse stato a conoscenza
prima della verità: Itachi non sarebbe morto, sarebbe stato
possibile evitare la guerra, lo scontro con Naruto, la perdita del
braccio, quel frustrante senso di colpa. Ogni volta che guardava
Naruto, o Sakura, non riusciva a non pensare a quanto dolore gli
avesse provocato e il fatto che loro lo avessero perdonato, riusciva,
se possibile, a farlo sentire ancora peggio.
Sakura
si prendeva cura di lui con una dedizione e una dolcezza che non
meritava affatto, mentre Naruto faceva in modo di non farlo sentire
mai solo, diventando talvolta anche invadente. Aveva riscoperto il
piacere di stare in loro compagnia, tentando di conoscerli di nuovo,
cambiati, maturati, cresciuti, diversi da quelli che erano a dodici
anni e aveva realizzato che forse, se si fosse fidato di loro, di
quelle parole che Sakura gli aveva urlato la notte che era andato via
dal Villaggio, le cose sarebbero potute andare diversamente. Era
colmo di rimorsi e rimpianti e il suo unico desiderio era quello di
diventare una persona migliore e loro avrebbero potuto aiutarlo in
questa nuova missione, ma fino a un certo punto. Le attenzioni di
Sakura e l'atteggiamento fraterno di Naruto non facevano altro che
farlo sentire inferiore perché incapace, al momento, di
soddisfare le loro aspettative. Stava provando ad essere un
compagno per Sakura e un amico per Naruto, ma non riusciva ad essere
nessuna delle due cose, non come avrebbe voluto. Loro non
meritavano di doversi accontentare di quel che era rimasto di lui,
non era giusto che dopo quanto avevano passato, fossero ancora
costretti a comprenderlo, a difenderlo... ad amarlo.
Quell'esigenza
di capire come potesse in qualche modo renderli felici lo aveva
portato ad una conclusione che loro non avrebbero sicuramente
approvato.
Sentì
il suo chakra confluire nella mano destra, compose i sigilli e il
dolce cinguettio del Chidori riecheggiò nella foresta. Incurvò
le labbra in un ghigno di soddisfazione e aprì gli occhi per
osservare le scariche elettriche che circondavano la sua mano.
"Alla
fine ce l'hai fatta"
Sasuke
si voltò appena, benché avesse già riconosciuto
la voce.
Il
cinguettio si affievolì e nella foresta ritornò il
silenzio.
"Già"
confermò l'Uchiha, chiedendosi da quanto fosse lì a
guardarlo, dato che non si era accorto della sua presenza.
"Non
ho mai avuto dubbi, sapevo che ce l'avresti fatta"
Quando
erano piccoli, era solita adularlo e, questo, non era cambiato, anche
se ora la sua voce era quella di una donna, il suo tono più
pacato e i complimenti molto più rari. Trovava fastidioso quel
suo continuo "Sasuke-kun, sei fantastico!", "Sasuke-kun,
sei il migliore!", invece adesso provava uno strano piacere, una
sorta di soddisfazione, nel sentirsi sostenuto da lei. Da quando
aveva deciso di "provarci", lei si era comportata in un
modo esemplare, convincendolo sempre più che forse non fosse
poi così sbagliato darle una possibilità; gli aveva
lasciato i suoi spazi, trattenendosi dall'essere invadente e
inopportuna, rendendogli ancora meno chiaro che cosa implicasse una
relazione amorosa. Erano passati due mesi nei quali il loro rapporto
era sicuramente migliorato, ma non al punto da potersi definire una
coppia. In realtà dopo quel giorno nella foresta, le volte che
si erano ritrovati da soli erano state rare: lei era sempre in
ospedale e lui nella foresta ad allenarsi; la sera a cena si vedevano
con Naruto, il più delle volte a casa di Sasuke, e lei al
termine del pasto si congedava in fretta con la scusa del lavoro.
Sasuke, inizialmente, non si era posto alcun quesito particolare in
merito, non trovando nulla di strano in quel comportamento, anzi,
apprezzando lo sforzo da parte di Sakura di non soffocarlo, poi era
accaduto qualcosa che aveva stuzzicato la proverbiale arguzia
dell'Uchiha.
Una
sera, dopo la nauseante insistenza da parte di Naruto, si erano
ritrovati a cena da Ichiraku. Sakura li aveva raggiunti con un po' di
ritardo e si era seduta di fianco a Naruto, malgrado lo sgabello alla
destra di Sasuke fosse libero. Non che Sasuke ci avesse fatto caso –
non subito almeno. Dopo cena avevano deciso di fare una
passeggiata e Sakura si era posizionata al centro, tra i due, come al
solito. Konoha era ritornata alla sua vita normale e le strade,
pertanto, erano abbastanza affollate, ma Naruto non ebbe difficoltà
a riconoscere il codino di Shikamaru.
Fu
abbastanza scioccante scoprire con chi fosse il Nara: Sabaku No
Temari – o come la chiamava Ino "Sabaku Temari No".
Sakura
e Naruto spalancarono talmente tanto la bocca da farle toccare terra,
mentre Sasuke, ovviamente, non diede alcun segno di importarsene un
fico secco. Shikamaru aveva ricevuto il compito da parte dell'Hokage
di curare i rapporti diplomatici con gli altri Paesi, quindi non era
poi così strano che frequentasse una sua collega. Quello che
risultava abbastanza sospetto era che non fosse previsto alcun arrivo
di delegazioni diplomatiche in quel periodo, ergo: "Che diavolo
ci faceva Sabaku no Temari a Konoha?"
Sakura
si pose quella domanda, chiedendosi altresì se Ino fosse al
corrente di quell'inaspettata visita; sogghignò al pensiero
che per una volta fosse a conoscenza di un gossip da raccontarle e
pregustò l'inevitabile reazione isterica dell'amica.
Quello
che era chiaro – anche a Sasuke – era che quei due
non la raccontassero giusta. Shikamaru si era acceso una sigaretta –
forse per darsi un tono – mentre Temari aveva iniziato a
dare delle spiegazioni non molto credibili sul perché si
trovasse a Konoha.
Sakura
e Naruto avevano fatto finta di crederci, Sasuke non si era neanche
dovuto prendere la bega di farlo dato che non gliene fregava
assolutamente niente del Nara e della sua ipotetica relazione con la
Sabaku.
I
due se l'erano svignata con una scusa idiota e Naruto e Sakura
avevano preso a bisbigliare come due vecchie comari, irritando
profondamente l'Uchiha che, tra le tante cose, detestava oltremodo i
pettegolezzi.
"Se
voi due avete finito io me ne andrei a casa" aveva dichiarato a
un certo punto, stufo marcio.
Sakura
si era messa immediatamente sugli attenti, sentendo ogni singola
parola di Sasuke battere contro la sua colonna vertebrale,
drizzandola all'istante; Naruto aveva sbattuto ripetutamente gli
occhi, non comprendendo cosa avesse potuto infastidire un animo
così quieto e tollerante come quello di Sasuke.
"Stavamo
solo dicendo..." tentò di difendersi l'Uzumaki.
"Lo
so di cosa stavate parlando" lo interruppe bruscamente Sasuke
"ed è una cosa sciocca" aggiunse con stizza.
"Ma
tu non capisci... Shikamaru e Temari..." tornò alla
carica Naruto per poi calmarsi improvvisamente "Nah, lascia
perdere, tanto non puoi capire..."
Naruto
non conosceva modo migliore per far imbestialire l'Uchiha, quel
"tanto tu non puoi capire" ebbe l'effetto di un rasengan in
pieno petto.
"Cosa,
non posso capire?" tuonò Sasuke, decisamente irritato –
non poteva esserci qualcosa che Naruto riusciva a comprendere e
lui no, era fuori discussione.
"Ma
non vedi..." Naruto lo costrinse a seguire il suo dito e a
guardarsi intorno "La guerra è finita, tutti hanno
ricominciato a vivere normalmente"
Gli
occhi di Sasuke si soffermarono a lungo su quella che Naruto chiamava
"normalità" e comprese cosa ci fosse di totalmente
anormale in lui e soprattutto in quella situazione. Le coppiette
andavano in giro mano nella mano – e non in tre -,
mangiavano il gelato dallo stesso cono – non il ramen –
o "fingevano di essere colleghi per passare del tempo
insieme".
Si
voltò verso Sakura e la vide abbassare mestamente lo sguardo.
Ok,
lui era un caso disperato, ma lei sul serio non ci aveva mai pensato?
Sasuke era perfettamente consapevole di non avere speranze di
diventare un compagno di quel genere, non avrebbe mai mangiato il
gelato dallo stesso cono di Sakura – a) perché odiava
il gelato , b) perché era assolutamente ridicola come idea –
forse avrebbe accettato di tenerle la mano – qualche volta
– ma quello che proprio non riusciva a concepire era che non si
fossero mai trovati da soli, tranne quella mattina che l'aveva
salvata dalla Yamanaka – ed era stata un'esperienza
tollerabile, per non dire piacevole. Lei non voleva stare da
sola con lui? Allora come pretendeva che lui decidesse di passare con
lei tutta la sua vita? Ci sarebbe sempre stato Naruto? Si era
pentita? Aveva cambiato idea? Non che avesse potuto darle torto, ma i
conti non gli tornavano comunque e voleva capire.
Improvvisamente
aveva avuto un'illuminazione, guardando attentamente la ragazza e il
suo amico: Sakura era sempre stata una persona sensibile e Naruto era
stato molto importante per lei in quegli anni...
Era
tutto talmente chiaro che si era dato dello stupido per non averlo
capito subito.
"Sakura-chan,
ti riaccompagno a casa" aveva proposto Naruto, poco dopo.
"No,
ti ringrazio, Naruto" gli aveva risposto la ragazza, alzando lo
sguardo e sfoggiando un sorriso forzato "Posso tornare a casa da
sola. Anzi si è fatto davvero tardi, domani devo essere in
Ospedale presto"
La
solita scusa.
"Ci
vediamo domani" si era affrettata a dire. Aveva lanciato uno
sguardo in direzione di Sasuke ed era scappata via. In quello sguardo
Sasuke aveva trovato la conferma ai suoi sospetti.
"Cosa
ci fai qui?" le chiese Sasuke, continuando a guardarsi la mano
dalla quale poco prima era scaturito il chidori.
"Avevo
voglia di vederti" gli rispose con una sincerità tale da
disarmare chiunque, ma non lui.
"Non
avevi nient'altro da fare?" Non lo aveva disarmato affatto,
tuttavia Sasuke si pentì un po' di essere stato così
sgarbato.
"No"
ribatté lei con calma – ormai aveva capito come
prenderlo: quando Sasuke veniva attaccato, attaccava a sua volta con
il doppio della potenza e le conseguenze non erano mai piacevoli –
e come previsto la sua risposta spiazzò l'Uchiha,
costringendolo a distogliere lo sguardo.
"Devo
allenarmi" le comunicò subito dopo, pensando che lei
decidesse di andarsene.
"Ok.
Io rimarrò qui a guardarti" Lo costrinse a voltarsi di
nuovo verso di lei, lo sguardo smarrito – non aveva preso i
considerazione quell'eventualità – "Non ti darò
fastidio, promesso" lo rassicurò Sakura, sorridendogli
dolcemente.
"Tsk"
L'allenamento
durò a lungo, fino al calar della sera. Dopo un paio di ore
aveva iniziato a piovere copiosamente e Sasuke più volte aveva
posato di nascosto lo sguardo su Sakura che imperterrita continuava a
rimanere sotto quell'albero che la proteggeva appena dalla pioggia.
Solo
quando la vide rabbrividire e incrociare le braccia davanti al petto
per tentare di riscaldarsi decise che fosse abbastanza.
"Andiamo"
le mormorò con gentilezza, abbozzando un sorrisetto sghembo.
Si
diressero, correndo, verso casa di Sasuke dove si aspettavano di
trovare Naruto, affamato e imbronciato, ma dell'Uzumaki non vi era
neanche l'ombra.
"Che
fine avrà fatto?" chiese Sakura, aggrottando la fronte.
"Non
lo so" sbuffò Sasuke – come minimo gli sarebbe
toccato di andarlo a cercare.
Sasuke
ritornò dal bagno con una t-shirt a maniche corte che mostrava
il moncherino, un asciugamano poggiato sulla spalla e un altro in
mano. Sakura, seduta sul divano, infreddolita e imbarazzata, arrossì
appena quando lui le porse l'asciugamano.
"Grazie"
sussurrò, passandolo prima sulle braccia, sul collo e poi sul
viso e sulle punte dei capelli.
"Ma
dove si sarà cacciato?" ribadì la ragazza,
riferendosi ancora a Naruto.
Sasuke
strinse il pugno, trovando assolutamente fuori luogo che lei si
preoccupasse tanto per l'amico; provò fastidio e non gli
piacque per niente.
"E'
davvero una testa quadra. Possibile che non ne combini una giusta?"
continuò a borbottare la ragazza, non accorgendosi di quanto
le sue parole stessero irritando l'Uchiha che cominciava sul serio a
non capirla – più del solito.
Non
era lui che amava? Cosa gliene importava di Naruto?
"Appena
arriva gliene dico quattro"
"Se
sei in pena per lui perché non vai a cercarlo?" sbottò
Sasuke con una tale irruenza da farla sobbalzare.
"E'
proprio quello che ho intenzione di fare" Sakura mandò al
diavolo il principio "non attaccare Sasuke" e gli rispose a
tono, alzandosi dal divano.
"Non
essere stupida, piove a dirotto. Si sarà riparato da qualche
parte o sarà rimasto a casa. Problemi suoi, in ogni caso"
ribatté lui con tono acido.
"Come
fai? Come fai ad essere così egoista?"
Sasuke
sbarrò gli occhi, colto completamente alla sprovvista dalla
risposta della ragazza.
"Naruto
è tuo amico... è mio amico. Ha fatto così tanto
per me e anche per te e adesso che siamo di nuovo tutti e tre
insieme, io..." continuò Sakura con le lacrime agli
occhi.
Di
che cosa stavano parlando?
"Allora,
è per questo..." Sakura alzò lo sguardo verso di
lui, ma Sasuke non fece in tempo a formulare la frase che la porta
d'ingresso si aprì, rivelando Naruto con indosso uno
sgargiante k-way arancione e due buste di plastica in mano.
"Quanto
piove 'tebayo!" esclamò il biondo " Menomale che ho
pensato io alla cena"
"E'
per questo che piove" constatò sarcasticamente Sasuke,
non sganciando lo sguardo da quello di Sakura che era immobile,
ancora scioccata dalla conversazione che Naruto aveva bruscamente
interrotto.
"Che
succede?" chiese L'Uzumaki, facendo saettare lo sguardo
perplesso sull'uno e sull'altro.
"Sakura
era preoccupata per te." gli spiegò Sasuke, dando le
spalle a entrambi e dirigendosi verso il cucinino.
"Sul
serio, Sakura-chan? Ma non devi preoccuparti per me, io sono il più
forte di Konoha, sarò il prossimo Hokage...bla, bla, bla..."
sproloquiò come sempre Naruto, ma Sakura non ascoltò
una parola, continuò ad osservare Sasuke, consapevole del
fatto che ormai avesse capito e che non ci fosse modo di tergiversare
oltre.
La
cena fu abbastanza breve e silenziosa, un po' perché avevano
mangiato ramen anche qualche giorno prima e tolto Naruto, gli altri
due avevano avuto non poche difficoltà a ingurgitarlo e un po'
perché, sempre tolto Naruto, nessun altro aveva proferito
parola.
Naruto
aveva captato una certa tensione tra Sasuke e Sakura e aveva cercato
di porvi rimedio, ma con scarsissimi risultati. Non era bastato
neanche il racconto della disavventura occorsa a Kakashi sensei e
alla sua divisa da Hokage che dopo mesi non era ancora pronta a
strappare loro un sorriso.
"Caspita,
piove ancora" constatò l'Uzumaki, guardando fuori dalla
finestra " Credo che stasera rimarremo a dormire qui da te,
Teme"
"Io
vado a casa. Domani ho molte cose da fare e devo alzarmi presto"
intervenne Sakura e Sasuke ghignò, aspettandosi quelle parole
da un momento all'altro.
"Ma
Sakura-chan, questo maledetto Teme non ha neanche un ombrello e il
mio mantello non è abbastanza impermeabile, ho persino le
mutande bagnate"
Sasuke
si portò una mano davanti alla faccia per l'affascinante
particolare che Naruto aveva avuto a cuore di raccontare,
assolutamente non necessario.
"Dai,
sarà come i vecchi tempi, quando andavamo in missione tutti e
tre insieme" tentò di convincerla Naruto. Sakura storse
il naso e ci pensò su un po'.
"Va
bene" sospirò "Ma cerca di non russare"
aggiunse, puntandogli un dito contro.
Come
non detto. Dopo neanche un'ora Naruto, spaparanzato sul divano, aveva
preso a russare come una mietitrebbia ingolfata.
Sasuke
e Sakura si lanciarono uno sguardo affranto prima che lui si
dirigesse verso la camera da letto.
"I-io
vado a casa, Sasuke-kun. Non ci sono abbastanza posti e non voglio
darti fastidio" gli disse, raggiungendolo.
"Non
mi dai alcun fastidio." le rispose, voltandosi verso di lei di
colpo, provocandole un tuffo al cuore." Non dormo molto. Puoi
usare il mio letto, se vuoi." aggiunse poi con tono calmo,
gentile.
"Io,
beh, io non..." Sakura non sapeva cosa fare. Poteva andarsene,
ma sarebbe stato scortese, oppure poteva rimanere e realizzare uno
dei suoi sogni di bambina: dormire nel letto di Sasuke-kun.
Optò
per la seconda, per non offendere Sasuke – sì, certo,
proprio per questo.
Si
sdraiò lentamente come se il letto fosse stato di cristallo e
rimase immobile per qualche secondo; respirò a fondo,
inebriandosi del profumo di Sasuke che era dappertutto –
avrebbe passato una bellissima notte, la migliore della sua vita –
non dando minimamente peso al fatto che l'Uchiha fosse ancora lì
in piedi sulla porta e stesse osservando la sua compagna di Team
stesa sul suo letto in posizione "mummia egiziana",
respirare come se da un momento all'altro qualcuno potesse togliere
tutta l'aria presente nella stanza. Gli venne quasi da ridere, ma si
trattenne dal farlo, dopotutto Sakura aveva un sorriso davvero
soddisfatto, perché rovinarle il momento.
"Buonanotte"
le disse, afferrando il pomello della porta per chiuderla.
"Sasuke-kun"
Sakura aprì gli occhi e si tirò su a sedere sul letto
"Mi chiedevo..." abbassò lo sguardo, stringendo le
lenzuola tra le mani "Hai detto che non dormi molto. Come mai?"
gli chiese con una nota di preoccupazione nella sua voce.
"Non
è un tuo problema, Sakura" le sussurrò con tutta
la gentilezza di cui era capace, perché non era sua intenzione
offenderla, né trattarla male, solo non desiderava renderla
partecipe dei suoi incubi e dei suoi problemi.
"Vorrei
aiutarti"
Ecco,
appunto. Sapeva che l'avrebbe detto.
Sakura
si spostò un po', lasciando dello spazio libero sul letto.
"Dopotutto
Naruto non ha torto. Abbiamo già dormito insieme tante volte"
mormorò la ragazza, abbassando il capo per nascondere il
rossore sulle sue guance.
Questo
era vero, ma avevano dodici anni e c'era il Maestro Kakashi con loro;
non erano nel suo appartamento, nel suo letto, con Naruto che russava
sul divano. Era sconveniente e pericoloso: data la situazione, se
Naruto si fosse svegliato, avrebbero dovuto dargli quelle spiegazioni
da cui Sakura stava fuggendo – visti gli ultimi sviluppi.
Nonostante
una parte di Sasuke bramasse calore, desiderasse un contatto fisico
con qualcuno che provasse per lui un affetto vero, profondo, come
quello che un tempo riceveva dalla sua famiglia, uscì dalla
camera, chiudendosi la porta alle spalle e rinunciando a
quell'occasione che avrebbe davvero potuto segnare una svolta. Forse
la vera "prova" risiedeva in quello, ma non trovava giusto
approfittare di lei, soprattutto adesso che iniziava a capire quale
dovesse essere la sua strada.
Fece
qualche passo in direzione del cucinino per prepararsi un thé,
ma un grugnito volpino gli provocò un brivido lungo la spina
dorsale – non ricordava quanto russasse Naruto. Se di solito
non dormiva più di qualche ora, quella notte sarebbe stata
sicuramente insonne.
Mise
a scaldare dell'acqua e, osservando le piccole bollicine salire in
superficie e il vapore scaldargli il viso, pensò a quanto
conforto avrebbe potuto trovare nello stendersi di fianco a Sakura,
sentire il respiro di qualcuno a pochi centimetri dal suo e il calore
di un corpo caldo, vivo.
"Dannazione"
imprecò sottovoce, togliendo il bollitore dal fuoco e
scaraventandolo nel lavandino.
Attraversò
nuovamente il salotto e un altro singulto di Naruto lo persuase a non
rimanere lì neanche un altro secondo. Aprì
delicatamente la porta della sua stanza e la richiuse, facendo
attenzione a non fare rumore, anche se era certo che Sakura non
stesse ancora dormendo. Infatti appena si mise a sedere sul letto,
con cautela, come se questo potesse in qualche modo respingerlo o
ingoiarlo completamente, udì il fruscio delle lenzuola alle
sue spalle. Rimase immobile, chiedendosi il perché avesse
deciso di mostrarsi così vulnerabile, perché il saperla
lì gli avesse scatenato quel bisogno estemporaneo, quel
desiderio che nasceva dal suo stomaco e non dalla sua testa, di
sentirla vicina, di non voler in alcun modo perdere quell'occasione
di ricevere amore. La mano calda di Sakura si posò sulla sua
spalla, provocandogli un brivido. La sentì premere appena
verso il basso, invitandolo chiaramente a stendersi. In un primo
momento oppose resistenza, ma l'impercettibile sensazione di
benessere che Sakura con un leggero tocco gli aveva procurato, lo
convinse a provare, a lasciarsi andare per una volta, darle la
possibilità di aiutarlo e vedere se ne fosse davvero in grado
– ne era sicuro, ed era per questo che la paura gli
attanagliava lo stomaco: temeva che poi non ne potesse più
fare a meno.
Si
mise disteso, su un lato, dandole le spalle e sperando che lei
rimanesse dov'era, che non si spingesse oltre quel confine
immaginario che separava le due parti di letto e che in qualche modo
lo teneva al sicuro da altre emozioni.
Udì
ancora una volta il fruscio delle lenzuola e un rumore costante e
martellante cominciò a spaccargli le orecchie. Era il suo
cuore, totalmente impazzito, ormai disabituato all'affetto, al
contatto fisico. Sentì le dita di Sakura afferrare il lembo
della sua maglietta. Le tremavano le mani e questo in qualche modo
riuscì a rassicurarlo: erano in due ad avere paura. Le sentì
indugiare sul suo fianco e tutti i muscoli del suo corpo si
irrigidirono involontariamente, in modo innaturale; un ultimo,
disperato, tentativo di opporsi, di farle capire di stargli alla
larga perché non vi era alcuna speranza che la sua cura
funzionasse. Ma lei non si arrese, lasciando scorrere la mano lungo
gli addominali fino al fianco opposto e, facendo leva su di esso,
fece combaciare i loro corpi, portando un braccio sopra la testa di
Sasuke e tenendo l'altro saldamente arpionato intorno al suo addome.
Calore.
Sasuke non sentì altro che calore. Si lasciò avvolgere
da esso, si lasciò avvolgere da lei, dalle sue braccia
esili, ma straordinariamente forti; lasciò che posasse i suoi
seni contro le sue spalle, che il suo respiro leggero gli
solleticasse la nuca e che le sue gambe sfiorassero le sue, in un
incastro perfetto che profumava di buono, sapeva di sano, di giusto.
I suoi muscoli, contratti e rigidi, persero ogni forza, ogni volontà,
abbandonandosi a quell'oblio di tenerezza infinita che stava
confortando il suo corpo, ma soprattutto la sua anima. Non si oppose
quando l'altra mano di Sakura si intrufolò tra i suoi capelli,
carezzandoli piano, con delicatezza, ricordandogli ancora una volta
sua madre e costringendolo a chiudere gli occhi per serrare al loro
interno quelle due maledette lacrime che gli avevano appannato la
vista.
"Dormi,
Sasuke-kun" gli sussurrò dolcemente all'orecchio.
Ti
proteggerò dai tuoi incubi, Sasuke-kun. Ci sono io con te,
Sasuke-kun. Non sei solo.
E
Sasuke si addormentò, senza neanche rendersene conto. Sakura
era riuscita a premere il pulsante off di quel meccanismo contorto
che era la sua mente, dandogli la possibilità, dopo tanto
tempo di riposare, trovare pace.
Angolo
Autrice
Ok,
sono in ritardo. Ok, devo ancora rispondere alle vostre
recensioni(lapidatemi!). Ok, ho sbroccato alla grande sul finale, ma
avevo bisogno di Sasusaku, quindi questa volta ha vinto la parte
fangirl. Non ho calcato troppo la mano perché per il momento
non è previsto alcuno sviluppo in tal senso. Ho creato un
momento intimo ma non c'è nulla di sessuale in quello che
Sakura e Sasuke fanno – almeno per adesso. E' qualcosa che
secondo me va oltre: è conforto, è empatia. Sakura che
per tutto il capitolo vediamo combattuta perché non sa come
dire a Naruto che le cose tra lei e Sasuke potrebbero avere un
evoluzione per non intaccare la ritrovata unione del Team 7, non ci
pensa due volte a offrire a Sasuke il suo aiuto, rischiando di venire
colti in flagrante da Naruto stesso. Ovviamente questa è solo
una pippa di Sakura perché l'Uzumaki ha già capito
perfettamente come stanno le cose. Sasuke è indispettito da
questa sua titubanza. Non è gelosia la sua, non arriva ad
essere geloso di Naruto, sarebbe stato fuori luogo(anche se mi
sarebbe piaciuto), ma è sospettoso, non comprende e sappiamo
che quando Sasuke Uchiha non comprende qualcosa fa le peggiori
cazzate.
Vorrei
rispondere pubblicamente a una domanda che mi ha fatto la mia
carissima Kry333 nella recensione di "Sesso: istruzioni per
l'uso". Questa sarà una fan molto lunga, ormai me ne sono
fatta una ragione, perché ho tante cose da dire, momenti da
raccontare, buchi da colmare e quindi non terminerà con la
partenza di Sasuke – statene certi. Cambio idea spesso su ciò
che ho intenzione di far avvenire, pre, durante e post partenza, ma
la one non ha niente a che vedere con la fan principale. Vedetela un
po' come le "Cronache di RockLee", ovvero un filler che non
si lega completamente alla storia. Tuttavia, come suddetto, non ho
ancora le idee chiare perché ad esempio il finale di questo
capitolo è nato senza alcuna premeditazione, è stato
abbastanza estemporaneo e spero che vi sia piaciuto. Non so ancora se
farò accadere qualcosa di veramente significativo tra Sasuke e
Sakura prima della partenza di Sasuke, sono molto confusa a riguardo
e mi piacerebbe sapere, a tale proposito, l'idea che vi siete fatti
voi, in modo da avere più punti di vista. Mi aiuterebbe
davvero tanto.
Un
bacione e buonanotte.
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