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Autore: Blueorchid31    25/05/2015    12 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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#14 La "prova".... La "cura"






Le ferite del corpo si rimarginano più velocemente di quelle dell'anima e Sasuke, in quei mesi, era ritornato perfettamente in salute, riprendendo persino gli allenamenti. In particolare si era dedicato a risolvere quel piccolo inconveniente derivato dalla perdita dell'arto che non gli consentiva di utilizzare alcune di quelle tecniche che non solo rientravano tra le sue preferite, ma che solitamente risultavano molto efficaci, come il chidori o il katon. L'impiego presso la biblioteca dell'Accademia era giunto a termine e, Kakashi, in attesa di trovargli qualcos'altro da fare, gli aveva lasciato il guinzaglio lungo con la speranza che non si ficcasse nei guai. Così aveva preso l'abitudine di sparire per giornate intere, addentrandosi nella foresta, ove rimaneva fino al calar del sole. Si allenava a far confluire il chakra nella mano destra con la quale tentava di comporre i sigilli. Spesso provava come la sensazione di aver ancora l'altro braccio ed era davvero seccante accorgersi del contrario. Certo, gli rimanevano ancora il rinnegan e lo sharingan, ma non sarebbe più stato un ninja completo. Seccante... sì, era davvero seccante.

Tsunade stava lavorando sulle cellule di Hashirama da tanto tempo ormai e nonostante Sakura lo avesse più volte rassicurato che presto avrebbe riavuto il suo braccio, Sasuke aveva quasi perso le speranze o, comunque, non poteva più attendere. Ovviamente non aveva messo al corrente Sakura, men che meno Naruto, di ciò che gli passasse per la testa. Era successo qualche giorno prima, quando, camminando nella foresta aveva scorto un gruppo di Anbu dirigersi verso il deserto di Suna. Aveva provato un ingestibile desiderio di seguirli, di andare via da Konoha; aveva stretto il pugno e digrignato i denti, sentendosi improvvisamente prigioniero, di se stesso, di quel Villaggio che non riusciva ancora a definire "casa". Nonostante gli abitanti di Konoha tentassero in tutti i modi di celare la loro diffidenza nei suoi confronti, Sasuke sapeva di non essere il benvenuto, che quella nomea di nukenin non si sarebbe cancellata tanto facilmente. Gli unici a cui sembrava non importare nulla erano Sakura e Naruto. Loro avevano ripreso a comportarsi come se quei quattro anni non fossero mai passati, come se il Team 7 non si fosse mai sciolto; erano così contenti di riaverlo a Konoha, a "casa", da non rendersi conto di quanto lui si sentisse fuori luogo, imbarazzato... inadeguato. Kakashi, invece, lo aveva perfettamente capito – come sempre – e aveva cercato di tenerlo occupato, aspettando gli eventi e sperando che con il tempo Sasuke riuscisse ad apprezzare quella seconda chance che gli era stata data. Tuttavia Kakashi non aveva considerato un aspetto molto importante, un ostacolo, anzi... l'ostacolo: Sasuke stesso. Mentre tutti, intorno a lui, erano riusciti in qualche modo a perdonarlo, Sasuke non riusciva a farlo. Si arzigogolava il cervello, pensando a come le cose sarebbero potute andare in maniera diversa se solo lui fosse stato a conoscenza prima della verità: Itachi non sarebbe morto, sarebbe stato possibile evitare la guerra, lo scontro con Naruto, la perdita del braccio, quel frustrante senso di colpa. Ogni volta che guardava Naruto, o Sakura, non riusciva a non pensare a quanto dolore gli avesse provocato e il fatto che loro lo avessero perdonato, riusciva, se possibile, a farlo sentire ancora peggio.

Sakura si prendeva cura di lui con una dedizione e una dolcezza che non meritava affatto, mentre Naruto faceva in modo di non farlo sentire mai solo, diventando talvolta anche invadente. Aveva riscoperto il piacere di stare in loro compagnia, tentando di conoscerli di nuovo, cambiati, maturati, cresciuti, diversi da quelli che erano a dodici anni e aveva realizzato che forse, se si fosse fidato di loro, di quelle parole che Sakura gli aveva urlato la notte che era andato via dal Villaggio, le cose sarebbero potute andare diversamente. Era colmo di rimorsi e rimpianti e il suo unico desiderio era quello di diventare una persona migliore e loro avrebbero potuto aiutarlo in questa nuova missione, ma fino a un certo punto. Le attenzioni di Sakura e l'atteggiamento fraterno di Naruto non facevano altro che farlo sentire inferiore perché incapace, al momento, di soddisfare le loro aspettative. Stava provando ad essere un compagno per Sakura e un amico per Naruto, ma non riusciva ad essere nessuna delle due cose, non come avrebbe voluto. Loro non meritavano di doversi accontentare di quel che era rimasto di lui, non era giusto che dopo quanto avevano passato, fossero ancora costretti a comprenderlo, a difenderlo... ad amarlo.

Quell'esigenza di capire come potesse in qualche modo renderli felici lo aveva portato ad una conclusione che loro non avrebbero sicuramente approvato.

Sentì il suo chakra confluire nella mano destra, compose i sigilli e il dolce cinguettio del Chidori riecheggiò nella foresta. Incurvò le labbra in un ghigno di soddisfazione e aprì gli occhi per osservare le scariche elettriche che circondavano la sua mano.

"Alla fine ce l'hai fatta"

Sasuke si voltò appena, benché avesse già riconosciuto la voce.

Il cinguettio si affievolì e nella foresta ritornò il silenzio.

"Già" confermò l'Uchiha, chiedendosi da quanto fosse lì a guardarlo, dato che non si era accorto della sua presenza.

"Non ho mai avuto dubbi, sapevo che ce l'avresti fatta"

Quando erano piccoli, era solita adularlo e, questo, non era cambiato, anche se ora la sua voce era quella di una donna, il suo tono più pacato e i complimenti molto più rari. Trovava fastidioso quel suo continuo "Sasuke-kun, sei fantastico!", "Sasuke-kun, sei il migliore!", invece adesso provava uno strano piacere, una sorta di soddisfazione, nel sentirsi sostenuto da lei. Da quando aveva deciso di "provarci", lei si era comportata in un modo esemplare, convincendolo sempre più che forse non fosse poi così sbagliato darle una possibilità; gli aveva lasciato i suoi spazi, trattenendosi dall'essere invadente e inopportuna, rendendogli ancora meno chiaro che cosa implicasse una relazione amorosa. Erano passati due mesi nei quali il loro rapporto era sicuramente migliorato, ma non al punto da potersi definire una coppia. In realtà dopo quel giorno nella foresta, le volte che si erano ritrovati da soli erano state rare: lei era sempre in ospedale e lui nella foresta ad allenarsi; la sera a cena si vedevano con Naruto, il più delle volte a casa di Sasuke, e lei al termine del pasto si congedava in fretta con la scusa del lavoro. Sasuke, inizialmente, non si era posto alcun quesito particolare in merito, non trovando nulla di strano in quel comportamento, anzi, apprezzando lo sforzo da parte di Sakura di non soffocarlo, poi era accaduto qualcosa che aveva stuzzicato la proverbiale arguzia dell'Uchiha.

Una sera, dopo la nauseante insistenza da parte di Naruto, si erano ritrovati a cena da Ichiraku. Sakura li aveva raggiunti con un po' di ritardo e si era seduta di fianco a Naruto, malgrado lo sgabello alla destra di Sasuke fosse libero. Non che Sasuke ci avesse fatto caso – non subito almeno. Dopo cena avevano deciso di fare una passeggiata e Sakura si era posizionata al centro, tra i due, come al solito. Konoha era ritornata alla sua vita normale e le strade, pertanto, erano abbastanza affollate, ma Naruto non ebbe difficoltà a riconoscere il codino di Shikamaru.

Fu abbastanza scioccante scoprire con chi fosse il Nara: Sabaku No Temari – o come la chiamava Ino "Sabaku Temari No".

Sakura e Naruto spalancarono talmente tanto la bocca da farle toccare terra, mentre Sasuke, ovviamente, non diede alcun segno di importarsene un fico secco. Shikamaru aveva ricevuto il compito da parte dell'Hokage di curare i rapporti diplomatici con gli altri Paesi, quindi non era poi così strano che frequentasse una sua collega. Quello che risultava abbastanza sospetto era che non fosse previsto alcun arrivo di delegazioni diplomatiche in quel periodo, ergo: "Che diavolo ci faceva Sabaku no Temari a Konoha?"

Sakura si pose quella domanda, chiedendosi altresì se Ino fosse al corrente di quell'inaspettata visita; sogghignò al pensiero che per una volta fosse a conoscenza di un gossip da raccontarle e pregustò l'inevitabile reazione isterica dell'amica.

Quello che era chiaro – anche a Sasuke – era che quei due non la raccontassero giusta. Shikamaru si era acceso una sigaretta – forse per darsi un tono – mentre Temari aveva iniziato a dare delle spiegazioni non molto credibili sul perché si trovasse a Konoha.

Sakura e Naruto avevano fatto finta di crederci, Sasuke non si era neanche dovuto prendere la bega di farlo dato che non gliene fregava assolutamente niente del Nara e della sua ipotetica relazione con la Sabaku.

I due se l'erano svignata con una scusa idiota e Naruto e Sakura avevano preso a bisbigliare come due vecchie comari, irritando profondamente l'Uchiha che, tra le tante cose, detestava oltremodo i pettegolezzi.

"Se voi due avete finito io me ne andrei a casa" aveva dichiarato a un certo punto, stufo marcio.

Sakura si era messa immediatamente sugli attenti, sentendo ogni singola parola di Sasuke battere contro la sua colonna vertebrale, drizzandola all'istante; Naruto aveva sbattuto ripetutamente gli occhi, non comprendendo cosa avesse potuto infastidire un animo così quieto e tollerante come quello di Sasuke.

"Stavamo solo dicendo..." tentò di difendersi l'Uzumaki.

"Lo so di cosa stavate parlando" lo interruppe bruscamente Sasuke "ed è una cosa sciocca" aggiunse con stizza.

"Ma tu non capisci... Shikamaru e Temari..." tornò alla carica Naruto per poi calmarsi improvvisamente "Nah, lascia perdere, tanto non puoi capire..."

Naruto non conosceva modo migliore per far imbestialire l'Uchiha, quel "tanto tu non puoi capire" ebbe l'effetto di un rasengan in pieno petto.

"Cosa, non posso capire?" tuonò Sasuke, decisamente irritato – non poteva esserci qualcosa che Naruto riusciva a comprendere e lui no, era fuori discussione.

"Ma non vedi..." Naruto lo costrinse a seguire il suo dito e a guardarsi intorno "La guerra è finita, tutti hanno ricominciato a vivere normalmente"

Gli occhi di Sasuke si soffermarono a lungo su quella che Naruto chiamava "normalità" e comprese cosa ci fosse di totalmente anormale in lui e soprattutto in quella situazione. Le coppiette andavano in giro mano nella mano – e non in tre -, mangiavano il gelato dallo stesso cono – non il ramen – o "fingevano di essere colleghi per passare del tempo insieme".

Si voltò verso Sakura e la vide abbassare mestamente lo sguardo.

Ok, lui era un caso disperato, ma lei sul serio non ci aveva mai pensato? Sasuke era perfettamente consapevole di non avere speranze di diventare un compagno di quel genere, non avrebbe mai mangiato il gelato dallo stesso cono di Sakura – a) perché odiava il gelato , b) perché era assolutamente ridicola come idea – forse avrebbe accettato di tenerle la mano – qualche volta – ma quello che proprio non riusciva a concepire era che non si fossero mai trovati da soli, tranne quella mattina che l'aveva salvata dalla Yamanaka – ed era stata un'esperienza tollerabile, per non dire piacevole. Lei non voleva stare da sola con lui? Allora come pretendeva che lui decidesse di passare con lei tutta la sua vita? Ci sarebbe sempre stato Naruto? Si era pentita? Aveva cambiato idea? Non che avesse potuto darle torto, ma i conti non gli tornavano comunque e voleva capire.

Improvvisamente aveva avuto un'illuminazione, guardando attentamente la ragazza e il suo amico: Sakura era sempre stata una persona sensibile e Naruto era stato molto importante per lei in quegli anni...

Era tutto talmente chiaro che si era dato dello stupido per non averlo capito subito.

"Sakura-chan, ti riaccompagno a casa" aveva proposto Naruto, poco dopo.

"No, ti ringrazio, Naruto" gli aveva risposto la ragazza, alzando lo sguardo e sfoggiando un sorriso forzato "Posso tornare a casa da sola. Anzi si è fatto davvero tardi, domani devo essere in Ospedale presto"

La solita scusa.

"Ci vediamo domani" si era affrettata a dire. Aveva lanciato uno sguardo in direzione di Sasuke ed era scappata via. In quello sguardo Sasuke aveva trovato la conferma ai suoi sospetti.


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"Cosa ci fai qui?" le chiese Sasuke, continuando a guardarsi la mano dalla quale poco prima era scaturito il chidori.

"Avevo voglia di vederti" gli rispose con una sincerità tale da disarmare chiunque, ma non lui.

"Non avevi nient'altro da fare?" Non lo aveva disarmato affatto, tuttavia Sasuke si pentì un po' di essere stato così sgarbato.

"No" ribatté lei con calma – ormai aveva capito come prenderlo: quando Sasuke veniva attaccato, attaccava a sua volta con il doppio della potenza e le conseguenze non erano mai piacevoli – e come previsto la sua risposta spiazzò l'Uchiha, costringendolo a distogliere lo sguardo.

"Devo allenarmi" le comunicò subito dopo, pensando che lei decidesse di andarsene.

"Ok. Io rimarrò qui a guardarti" Lo costrinse a voltarsi di nuovo verso di lei, lo sguardo smarrito – non aveva preso i considerazione quell'eventualità – "Non ti darò fastidio, promesso" lo rassicurò Sakura, sorridendogli dolcemente.

"Tsk"



L'allenamento durò a lungo, fino al calar della sera. Dopo un paio di ore aveva iniziato a piovere copiosamente e Sasuke più volte aveva posato di nascosto lo sguardo su Sakura che imperterrita continuava a rimanere sotto quell'albero che la proteggeva appena dalla pioggia.

Solo quando la vide rabbrividire e incrociare le braccia davanti al petto per tentare di riscaldarsi decise che fosse abbastanza.

"Andiamo" le mormorò con gentilezza, abbozzando un sorrisetto sghembo.

Si diressero, correndo, verso casa di Sasuke dove si aspettavano di trovare Naruto, affamato e imbronciato, ma dell'Uzumaki non vi era neanche l'ombra.

"Che fine avrà fatto?" chiese Sakura, aggrottando la fronte.

"Non lo so" sbuffò Sasuke – come minimo gli sarebbe toccato di andarlo a cercare.

Sasuke ritornò dal bagno con una t-shirt a maniche corte che mostrava il moncherino, un asciugamano poggiato sulla spalla e un altro in mano. Sakura, seduta sul divano, infreddolita e imbarazzata, arrossì appena quando lui le porse l'asciugamano.

"Grazie" sussurrò, passandolo prima sulle braccia, sul collo e poi sul viso e sulle punte dei capelli.

"Ma dove si sarà cacciato?" ribadì la ragazza, riferendosi ancora a Naruto.

Sasuke strinse il pugno, trovando assolutamente fuori luogo che lei si preoccupasse tanto per l'amico; provò fastidio e non gli piacque per niente.

"E' davvero una testa quadra. Possibile che non ne combini una giusta?" continuò a borbottare la ragazza, non accorgendosi di quanto le sue parole stessero irritando l'Uchiha che cominciava sul serio a non capirla – più del solito.

Non era lui che amava? Cosa gliene importava di Naruto?

"Appena arriva gliene dico quattro"

"Se sei in pena per lui perché non vai a cercarlo?" sbottò Sasuke con una tale irruenza da farla sobbalzare.

"E' proprio quello che ho intenzione di fare" Sakura mandò al diavolo il principio "non attaccare Sasuke" e gli rispose a tono, alzandosi dal divano.

"Non essere stupida, piove a dirotto. Si sarà riparato da qualche parte o sarà rimasto a casa. Problemi suoi, in ogni caso" ribatté lui con tono acido.

"Come fai? Come fai ad essere così egoista?"

Sasuke sbarrò gli occhi, colto completamente alla sprovvista dalla risposta della ragazza.

"Naruto è tuo amico... è mio amico. Ha fatto così tanto per me e anche per te e adesso che siamo di nuovo tutti e tre insieme, io..." continuò Sakura con le lacrime agli occhi.

Di che cosa stavano parlando?

"Allora, è per questo..." Sakura alzò lo sguardo verso di lui, ma Sasuke non fece in tempo a formulare la frase che la porta d'ingresso si aprì, rivelando Naruto con indosso uno sgargiante k-way arancione e due buste di plastica in mano.

"Quanto piove 'tebayo!" esclamò il biondo " Menomale che ho pensato io alla cena"

"E' per questo che piove" constatò sarcasticamente Sasuke, non sganciando lo sguardo da quello di Sakura che era immobile, ancora scioccata dalla conversazione che Naruto aveva bruscamente interrotto.

"Che succede?" chiese L'Uzumaki, facendo saettare lo sguardo perplesso sull'uno e sull'altro.

"Sakura era preoccupata per te." gli spiegò Sasuke, dando le spalle a entrambi e dirigendosi verso il cucinino.

"Sul serio, Sakura-chan? Ma non devi preoccuparti per me, io sono il più forte di Konoha, sarò il prossimo Hokage...bla, bla, bla..." sproloquiò come sempre Naruto, ma Sakura non ascoltò una parola, continuò ad osservare Sasuke, consapevole del fatto che ormai avesse capito e che non ci fosse modo di tergiversare oltre.

La cena fu abbastanza breve e silenziosa, un po' perché avevano mangiato ramen anche qualche giorno prima e tolto Naruto, gli altri due avevano avuto non poche difficoltà a ingurgitarlo e un po' perché, sempre tolto Naruto, nessun altro aveva proferito parola.

Naruto aveva captato una certa tensione tra Sasuke e Sakura e aveva cercato di porvi rimedio, ma con scarsissimi risultati. Non era bastato neanche il racconto della disavventura occorsa a Kakashi sensei e alla sua divisa da Hokage che dopo mesi non era ancora pronta a strappare loro un sorriso.

"Caspita, piove ancora" constatò l'Uzumaki, guardando fuori dalla finestra " Credo che stasera rimarremo a dormire qui da te, Teme"

"Io vado a casa. Domani ho molte cose da fare e devo alzarmi presto" intervenne Sakura e Sasuke ghignò, aspettandosi quelle parole da un momento all'altro.

"Ma Sakura-chan, questo maledetto Teme non ha neanche un ombrello e il mio mantello non è abbastanza impermeabile, ho persino le mutande bagnate"

Sasuke si portò una mano davanti alla faccia per l'affascinante particolare che Naruto aveva avuto a cuore di raccontare, assolutamente non necessario.

"Dai, sarà come i vecchi tempi, quando andavamo in missione tutti e tre insieme" tentò di convincerla Naruto. Sakura storse il naso e ci pensò su un po'.

"Va bene" sospirò "Ma cerca di non russare" aggiunse, puntandogli un dito contro.

Come non detto. Dopo neanche un'ora Naruto, spaparanzato sul divano, aveva preso a russare come una mietitrebbia ingolfata.

Sasuke e Sakura si lanciarono uno sguardo affranto prima che lui si dirigesse verso la camera da letto.

"I-io vado a casa, Sasuke-kun. Non ci sono abbastanza posti e non voglio darti fastidio" gli disse, raggiungendolo.

"Non mi dai alcun fastidio." le rispose, voltandosi verso di lei di colpo, provocandole un tuffo al cuore." Non dormo molto. Puoi usare il mio letto, se vuoi." aggiunse poi con tono calmo, gentile.

"Io, beh, io non..." Sakura non sapeva cosa fare. Poteva andarsene, ma sarebbe stato scortese, oppure poteva rimanere e realizzare uno dei suoi sogni di bambina: dormire nel letto di Sasuke-kun.

Optò per la seconda, per non offendere Sasuke – sì, certo, proprio per questo.

Si sdraiò lentamente come se il letto fosse stato di cristallo e rimase immobile per qualche secondo; respirò a fondo, inebriandosi del profumo di Sasuke che era dappertutto – avrebbe passato una bellissima notte, la migliore della sua vita – non dando minimamente peso al fatto che l'Uchiha fosse ancora lì in piedi sulla porta e stesse osservando la sua compagna di Team stesa sul suo letto in posizione "mummia egiziana", respirare come se da un momento all'altro qualcuno potesse togliere tutta l'aria presente nella stanza. Gli venne quasi da ridere, ma si trattenne dal farlo, dopotutto Sakura aveva un sorriso davvero soddisfatto, perché rovinarle il momento.

"Buonanotte" le disse, afferrando il pomello della porta per chiuderla.

"Sasuke-kun" Sakura aprì gli occhi e si tirò su a sedere sul letto "Mi chiedevo..." abbassò lo sguardo, stringendo le lenzuola tra le mani "Hai detto che non dormi molto. Come mai?" gli chiese con una nota di preoccupazione nella sua voce.

"Non è un tuo problema, Sakura" le sussurrò con tutta la gentilezza di cui era capace, perché non era sua intenzione offenderla, né trattarla male, solo non desiderava renderla partecipe dei suoi incubi e dei suoi problemi.

"Vorrei aiutarti"

Ecco, appunto. Sapeva che l'avrebbe detto.

Sakura si spostò un po', lasciando dello spazio libero sul letto.

"Dopotutto Naruto non ha torto. Abbiamo già dormito insieme tante volte" mormorò la ragazza, abbassando il capo per nascondere il rossore sulle sue guance.

Questo era vero, ma avevano dodici anni e c'era il Maestro Kakashi con loro; non erano nel suo appartamento, nel suo letto, con Naruto che russava sul divano. Era sconveniente e pericoloso: data la situazione, se Naruto si fosse svegliato, avrebbero dovuto dargli quelle spiegazioni da cui Sakura stava fuggendo – visti gli ultimi sviluppi.

Nonostante una parte di Sasuke bramasse calore, desiderasse un contatto fisico con qualcuno che provasse per lui un affetto vero, profondo, come quello che un tempo riceveva dalla sua famiglia, uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle e rinunciando a quell'occasione che avrebbe davvero potuto segnare una svolta. Forse la vera "prova" risiedeva in quello, ma non trovava giusto approfittare di lei, soprattutto adesso che iniziava a capire quale dovesse essere la sua strada.

Fece qualche passo in direzione del cucinino per prepararsi un thé, ma un grugnito volpino gli provocò un brivido lungo la spina dorsale – non ricordava quanto russasse Naruto. Se di solito non dormiva più di qualche ora, quella notte sarebbe stata sicuramente insonne.

Mise a scaldare dell'acqua e, osservando le piccole bollicine salire in superficie e il vapore scaldargli il viso, pensò a quanto conforto avrebbe potuto trovare nello stendersi di fianco a Sakura, sentire il respiro di qualcuno a pochi centimetri dal suo e il calore di un corpo caldo, vivo.

"Dannazione" imprecò sottovoce, togliendo il bollitore dal fuoco e scaraventandolo nel lavandino.

Attraversò nuovamente il salotto e un altro singulto di Naruto lo persuase a non rimanere lì neanche un altro secondo. Aprì delicatamente la porta della sua stanza e la richiuse, facendo attenzione a non fare rumore, anche se era certo che Sakura non stesse ancora dormendo. Infatti appena si mise a sedere sul letto, con cautela, come se questo potesse in qualche modo respingerlo o ingoiarlo completamente, udì il fruscio delle lenzuola alle sue spalle. Rimase immobile, chiedendosi il perché avesse deciso di mostrarsi così vulnerabile, perché il saperla lì gli avesse scatenato quel bisogno estemporaneo, quel desiderio che nasceva dal suo stomaco e non dalla sua testa, di sentirla vicina, di non voler in alcun modo perdere quell'occasione di ricevere amore. La mano calda di Sakura si posò sulla sua spalla, provocandogli un brivido. La sentì premere appena verso il basso, invitandolo chiaramente a stendersi. In un primo momento oppose resistenza, ma l'impercettibile sensazione di benessere che Sakura con un leggero tocco gli aveva procurato, lo convinse a provare, a lasciarsi andare per una volta, darle la possibilità di aiutarlo e vedere se ne fosse davvero in grado – ne era sicuro, ed era per questo che la paura gli attanagliava lo stomaco: temeva che poi non ne potesse più fare a meno.

Si mise disteso, su un lato, dandole le spalle e sperando che lei rimanesse dov'era, che non si spingesse oltre quel confine immaginario che separava le due parti di letto e che in qualche modo lo teneva al sicuro da altre emozioni.

Udì ancora una volta il fruscio delle lenzuola e un rumore costante e martellante cominciò a spaccargli le orecchie. Era il suo cuore, totalmente impazzito, ormai disabituato all'affetto, al contatto fisico. Sentì le dita di Sakura afferrare il lembo della sua maglietta. Le tremavano le mani e questo in qualche modo riuscì a rassicurarlo: erano in due ad avere paura. Le sentì indugiare sul suo fianco e tutti i muscoli del suo corpo si irrigidirono involontariamente, in modo innaturale; un ultimo, disperato, tentativo di opporsi, di farle capire di stargli alla larga perché non vi era alcuna speranza che la sua cura funzionasse. Ma lei non si arrese, lasciando scorrere la mano lungo gli addominali fino al fianco opposto e, facendo leva su di esso, fece combaciare i loro corpi, portando un braccio sopra la testa di Sasuke e tenendo l'altro saldamente arpionato intorno al suo addome.

Calore. Sasuke non sentì altro che calore. Si lasciò avvolgere da esso, si lasciò avvolgere da lei, dalle sue braccia esili, ma straordinariamente forti; lasciò che posasse i suoi seni contro le sue spalle, che il suo respiro leggero gli solleticasse la nuca e che le sue gambe sfiorassero le sue, in un incastro perfetto che profumava di buono, sapeva di sano, di giusto. I suoi muscoli, contratti e rigidi, persero ogni forza, ogni volontà, abbandonandosi a quell'oblio di tenerezza infinita che stava confortando il suo corpo, ma soprattutto la sua anima. Non si oppose quando l'altra mano di Sakura si intrufolò tra i suoi capelli, carezzandoli piano, con delicatezza, ricordandogli ancora una volta sua madre e costringendolo a chiudere gli occhi per serrare al loro interno quelle due maledette lacrime che gli avevano appannato la vista.

"Dormi, Sasuke-kun" gli sussurrò dolcemente all'orecchio.

Ti proteggerò dai tuoi incubi, Sasuke-kun. Ci sono io con te, Sasuke-kun. Non sei solo.

E Sasuke si addormentò, senza neanche rendersene conto. Sakura era riuscita a premere il pulsante off di quel meccanismo contorto che era la sua mente, dandogli la possibilità, dopo tanto tempo di riposare, trovare pace.






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Angolo Autrice

Ok, sono in ritardo. Ok, devo ancora rispondere alle vostre recensioni(lapidatemi!). Ok, ho sbroccato alla grande sul finale, ma avevo bisogno di Sasusaku, quindi questa volta ha vinto la parte fangirl. Non ho calcato troppo la mano perché per il momento non è previsto alcuno sviluppo in tal senso. Ho creato un momento intimo ma non c'è nulla di sessuale in quello che Sakura e Sasuke fanno – almeno per adesso. E' qualcosa che secondo me va oltre: è conforto, è empatia. Sakura che per tutto il capitolo vediamo combattuta perché non sa come dire a Naruto che le cose tra lei e Sasuke potrebbero avere un evoluzione per non intaccare la ritrovata unione del Team 7, non ci pensa due volte a offrire a Sasuke il suo aiuto, rischiando di venire colti in flagrante da Naruto stesso. Ovviamente questa è solo una pippa di Sakura perché l'Uzumaki ha già capito perfettamente come stanno le cose. Sasuke è indispettito da questa sua titubanza. Non è gelosia la sua, non arriva ad essere geloso di Naruto, sarebbe stato fuori luogo(anche se mi sarebbe piaciuto), ma è sospettoso, non comprende e sappiamo che quando Sasuke Uchiha non comprende qualcosa fa le peggiori cazzate.

Vorrei rispondere pubblicamente a una domanda che mi ha fatto la mia carissima Kry333 nella recensione di "Sesso: istruzioni per l'uso". Questa sarà una fan molto lunga, ormai me ne sono fatta una ragione, perché ho tante cose da dire, momenti da raccontare, buchi da colmare e quindi non terminerà con la partenza di Sasuke – statene certi. Cambio idea spesso su ciò che ho intenzione di far avvenire, pre, durante e post partenza, ma la one non ha niente a che vedere con la fan principale. Vedetela un po' come le "Cronache di RockLee", ovvero un filler che non si lega completamente alla storia. Tuttavia, come suddetto, non ho ancora le idee chiare perché ad esempio il finale di questo capitolo è nato senza alcuna premeditazione, è stato abbastanza estemporaneo e spero che vi sia piaciuto. Non so ancora se farò accadere qualcosa di veramente significativo tra Sasuke e Sakura prima della partenza di Sasuke, sono molto confusa a riguardo e mi piacerebbe sapere, a tale proposito, l'idea che vi siete fatti voi, in modo da avere più punti di vista. Mi aiuterebbe davvero tanto.

Un bacione e buonanotte.






















   
 
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