I
love the way you make me feel.
2. Chapter
I'll
look after you.
La
mattina dopo, Harry non vede l'ora di andare a scuola.
E'
ancora nel letto, sua madre lo ha appena chiamato, ma lui ha
controllato l'ora ed è ancora presto.
Mentre
ha ancora il telefono in mano -aperto sulla timeline di twitter-, gli
arriva un messaggio su whatsapp.
E'
Louis che gli da il bungiorno.
''Buongiorno
Hazbear <3! Spero che tu sia già vestito perché sto
partendo da casa per venirti a prendere. Facciamo colazione al bar e
poi andiamo a scuola insieme!".
''Buongiorno
Lou <3! No, in realtà sono ancora nel mio letto, ma vista
la tua BELLISSIMA iniziativa, ora mi alzo e mi preparo, tanto ci
metto sempre cinque minuti. Ci vediamo tra poco! :)''.
''Va
bene, sbrigati! <3''.
Blocca
la tastiera del telefono e si fionda in bagno, quasi cadendo dal
letto.
Dopo
aver indossato una maglietta bianca e degli skinny jeans neri, si
guarda allo specchio.
I
suoi capelli sono un cespuglio, oops.
''Ah,
cazzo'' impreca a bassa voce, mentre brandisce la sua spazzola dal
cassetto.
Cerca
di domare i suoi riccioli selvaggi, ma con scarsi risultati.
''Ecco,
perfetto. Faccio schifo, e Louis sta venendo a prendermi, adesso farò
una figura di merda e lui non mi guarderà più, che
caz-''.
Proprio
in quel momento, sente il rombare di un motorino dalla finestra, e
pochi secondi dopo il campanello suona.
Si
affretta a scendere, dopo essere passato in camera a recuperare una
felpa leggera, lo zaino e il cellulare.
Apre
la porta velocemente, mentre sua madre lo guarda con aria
interrogativa dalla cucina.
''Har!
Sei pronto?''.
''Ciao
Lou...si, più o meno. Guarda i miei capelli! Fanno schifo! Il
giorno dopo che li lavo sono sempre così-''.
Louis
gli si avvicina di qualche centimetro, facendogli mancare il fiato.
''I
tuoi capelli sono bellissimi, pagherei oro per averli così''
ci passa una mano in mezzo.
''Grazie''
arrossisce un po'.
Dio, questo
ragazzo arrossisce per qualsiasi cosa, aw pensa
Louis, sorridendogli dolcemente.
Salutano
Anne ed escono, trovandosi subito il motorino di Louis davanti agli
occhi.
''Lou,
forse...forse dovremmo andare a piedi. Non sono sicuro che-''.
''Non
ti fidi di me?''.
''In
realtà...no. Non proprio''.
''Dai,
piccolo. Non ti metterei mai in pericolo''.
''Okay,
okay. Mi fido. Andiamo''.
Louis
sale davanti, mentre Harry, seduto dietro, si aggrappa a lui in una
frazione di secondo.
E
il cuore gli batte fortissimo, un po' per la paura, un po' perché
è con Louis.
Di
più perché è con Louis, sicuramente.
E'
incredibile come questo ragazzo, che conosce solo da tre giorni,
abbia stravolto la sua quotidianità.
Gli
ha dato un senso per andare avanti.
Lo
sta facendo sentire bene, e praticamente ancora non lo conosce.
Harry,
nel suo cuore, ha ancora delle ferite aperte.
Non
è passato molto dall'abbandono di suo padre, e ci vorrà
un po' prima che torni ad essere davvero sereno e felice con sé
stesso, ma Louis lo sta aiutando tanto, anche se non conosce la sua
storia.
Harry
è sempre stato fragile, ma con l'amore dei suoi genitori e dei
suoi amici a circondarlo, riusciva ad essere più sicuro della
persona che era.
Poi,
quando si era reso conto di essere gay, tutto era cambiato.
Lui
lo aveva accettato subito, così come sua madre e sua sorella.
Non
trovavano ci fosse niente di sbagliato ad essere così.
I
suoi amici, invece, gli avevano voltato le spalle.
Da
allora Harry soffre di attacchi di panico.
Gli
succede ogni volta che non sente di avere il completo controllo della
situazione in cui si trova, e anche quando si sente a disagio.
E
suo padre…
Suo
padre lo aveva completamente escluso dalla sua vita, come se non
esistesse.
Aveva
deciso di cambiare vita, era andato a vivere in America, e non aveva
mai pìù dato sue notizie ad Anne, Gemma e il piccolo
Harry, allora quattordicenne.
L'unica
persona che gli era rimasta, oltre alla sua mamma e a sua sorella,
ovvero il suo ragazzo, lo aveva insultato, e subito dopo lo aveva
lasciato. Probabilmente non aveva ancora accettato la propria
sessulità.
E
così Harry era solo e preso in giro da tutto il quartiere.
Lui
e la sua famiglia, da Holmes Chapel, il suo paese natale., si erano
trasferiti in un nuovo paese.
E
ora eccolo qui, con Louis, a sfrecciare per Doncaster su un motorino
nero metallizzato.
''Siamo
arrivati''.
Louis
parcheggia e scendono.
''Dove
siamo?'' chiede il minore, posando il casco.
''Siamo
nella pasticceria migliore di tutta Doncaster! C'è di tutto
qui dentro''.
''Una
pasticceria? Non dovevamo andare al bar?''.
''Umh,
non so. Dimmi tu cosa preferisci''.
''Va
bene qui''.
Harry
è preoccupato, crede di aver infastidito Louis, quindi cerca
risposta nel suo sguardo.
Sembra
tranquillo. Gli occhi brillano, come se fosse felice di stare con
quel piccolo ragazzo riccio di quindici anni.
Oh,
non può essere davvero felice di essere qui con me, pensa
Harry, abbassando la testa, demoralizzato.
Louis
fa per prendergli la mano, ma Harry tiene le dita chiuse, evitando il
contatto.
''Haz?
Tutto bene?'' si allarma il maggiore, vedendolo assente e perso.
''Si,
grazie''.
''Non
ti credo''.
''Te
lo giuro, va tutto bene. Sto bene''.
Allora
Louis gli si para davanti, alzandogli il mento con due dita.
Harry
non riesce a reggere il contatto visivo, i suoi occhi verdi diventano
lucidi per le lacrime imminenti.
''Harry,
lo so che non stai bene''.
''Tu
non puoi sapere come mi sento! E' inutile c-che io te lo dica!''
inizia a respirare a fatica.
''Harry…''.
''L-Louis,
portami a casa. Portami via da qui, ti prego''.
Le
lacrime iniziano a scendere lungo le sue guance, lasciando Louis
spiazzato e impotente.
''Okay,
okay. Andiamo via, stai tranquillo''.
Gli
prende la mano, e questa volta Harry lo lascia fare.
Prima
di salire sul motorino, il riccio si ricorda di essersi portato un
inalatore per l'asma, quindi lo cerca nello zaino, sotto lo sguardo
preoccupato di Louis.
Dopo
averlo utilizzato, salgono sul motorino e sfrecciano verso casa di
Harry.
Quando
arrivano, Louis lo aiuta a scendere e lo prende in braccio,
stringendoselo contro per calmarlo.
Harry
sta ancora respirando affannosamente, è spaventato e si sente
male.
Non
vuole che Louis lo veda in questo stato.
Ora
se ne andrà, mi prenderà per malato ed è tutta
colpa mia pensa Harry, mentre le
lacrime continuano a colare imperterrite lungo il suo viso.
Anne,
sentendo dei rumori provenire da fuori, apre la porta.
Appena
li vede, sta per chiedere cosa ci facciano lì visto che
dovrebbero essere a scuola, ma, accortasi di Harry, si affretta a
farli entrare.
Louis
posa Harry sul divano, e lo copre con una trapunta portatagli da Anne
pochi secondi prima.
Si
siede al suo fianco e gli accarezza la fronte, mentre la mamma di
Harry lo osserva apprensiva,
''Che
cosa è successo?'' chiede, abbastanza tranquillamente.
Harry
si è addormentato.
''Io-io
non lo so. Stavamo per entrare a comprare la colazione, lui si è
innervosito e ha iniziato a piangere, e respirava male...mi ha-mi ha
chiesto di portarlo a casa e-''.
''Ha
avuto un attacco di panico. Gli capita spesso''.
Louis
sente un fitta di dolore.
''Gli
è- gli è successo qualcosa? In passato, intendo''.
''Credo
che sia lui a dovertelo dire, quando si sentirà pronto''.
Allora
Louis sente il bisogno di prendere una mano di Harry e di stringerla
tra le sue.
''Va
bene. Grazie, signora Styles''.
''Chiamami
Anne, tesoro. Sono contenta che mio figlio abbia te. Sono io a
doverti ringraziare. Ora devo andare al lavoro, salutalo da parte mia
e digli di telefonarmi, dopo.
Voglio
che tu sia la prima persona che veda
appena
si sarà svegliato''.
Louis
annuisce, sorridendo.
E'
felice che Anne lo abbia accettato.
Intanto,
Harry ha iniziato a muoversi, e si è svegliato.
''Louis?
Sei rimasto qui? Non dovresti essere a scuola?'' sussurra,
stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.
''Nah,
tu sei più importante. Stai meglio ora?'' gli sorride, e Harry
crede di aver perso un battito.
''Si.
E…grazie, Lou. A nessuno era mai importato così tanto
di me''.
Un
sorriso si allarga sul viso di entrambi.
''Come
potrebbe non importarmi di te? Ti sei visto?'' fa una pausa.
''Piccolo,
potrei…cioè, ti dispiace se vengo lì con te
sotto le coperte e-''.
''Non
aspettavo altro, Lou''.
Harry
si accuccia, lasciando a Louis lo spazio per stendersi sotto di lui.
''Vieni
qui. Il mio petto sta aspettando di farti da cuscino''.
''Davvero?
Posso?''.
''Non
aspettavo altro, Haz'' lo imita, prendendolo un po' in giro.
''Heeei!
Smettila di sfottermi!''.
''Shh''.
Appena
si è sistemato su di lui, Louis copre entrambi, e prende Harry
tra le braccia, posandogli un bacio sulla fronte.
''Harry,
posso chiederti una cosa?''.
''Dimmi''.
''Cosa
ti causa gli attacchi di panico? Se non vuoi dirmelo è okay,
solo che quasi non mi mettevo a piangere quando ti ho visto così''.
''Lou,
io mi fido di te, e vorrei parlartene subito, ma…non mi sento
ancora pronto. Posso
dirti solo che non sono stato bene con me stesso, sono stato
rifiutato da delle persone molto importanti per me e…mi sono
fatto del male. Ti spiegherò tutto, te lo prometto. Ma non
ora''.
''In
che senso ti sei fatto del male, Harry?''.
''Ero
autolesionista fino a qualche settimana fa''.
''Oh,
Dio, Harry…io non c'ero…io non ti conoscevo e tu-''.
''Non
puoi incolparti per questo, Louis. Non mi conoscevi. Non
potevi proteggermi da niente e nessuno''.
''Posso-posso
vedere i tuoi polsi?''.
''Si''.
Harry
stacca le braccia dal corpo di Louis, e tira su le maniche.
Ha
delle profonde cicatrici lungo tutte e due le braccia.
Louis
si sente mancare.
Istintivamente,
inizia a lasciargli dei baci delicati sulla pelle.
Harry
rabbrividisce, chiudendo gli occhi.
''Io
non so ancora cosa ti è successo, Harry, ma non permetterò
mai più a nessuno di farti del male.
Sei
la persona più bella che io conosca, piccolo. Sei gentile,
dolce, sei bellissimo.
Tutto
di te è perfetto. Non devi lasciarti buttare giù dal
mondo fuori da qui. E se lo hai fatto, non ti preoccupare. Adesso ci
sono io, non succederà mai più niente del genere. Mai
più''.
Si
abbracciano per un po' di tempo, e piangono insieme.
Harry
perché ha capito che Louis ci tiene davvero a lui, ha capito
che si merita davvero l'amore e l'attenzione di un ragazzo.
Louis
perché è consapevole del fatto che Harry ha sofferto e
lo sta ancora facendo.
''Lou?''.
''Si?''.
''Potresti
spiegarmi com'è possibile che noi due ci conosciamo solo da
qualche giorno e adesso siamo qui a coccolarci sul divano?''.
''Non
lo so, piccolo. So solo che tu sei una persona speciale, e che non ti
lascerò mai scappare via da me.
Mi
prenderò sempre cura di te, come nessun altro ha mai fatto''.
E
allora Harry sorride, accompagnato da Louis, e si addormentano, uno
avvinghiato all'altro.
Non
sanno perché, ma è come se non riuscissero pìù
a staccarsi uno dall'altro, e forse è proprio così.
Forse
è il destino che gioca a loro favore.
Angolo
autrice
Buonasera
EFP.
Eccomi
qui con in secondo capitolo di questa cosa.
In
questo capitolo si scopre qualcosa in più sulla storia di
Harry, povero cucciolo.
Mi
venivano le lacrime mentre scrivevo.
So
che fa schifo, è corto, e tutto quello che volete, ma io ho
sempre amato scrivere, quindi ho deciso di continuarla.
Non
so quando arriverà il terzo capitolo, perché sono molto
impegnata con gli esami e con le ultime verifiche/interrogazioni
(scuola di merda).
Un
grazie speciale a
princess4444
per la recensione (spero che non smetterai di seguire la storia,
grazie ancora hahahaha), a raimbowsmiles
che
l'ha messa tra le seguite.
Spero
che il capitolo vi piaccia, alla prossima :)
-anonima.
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