M
Mi sono perso, ancora. Questa
città e troppo complessa,
dovevo arrivare alla Rai e ora non so più nemmeno se mi sono
anche solo
lontanamente avvicinato alla mia meta. E poi dicono che
l’Italia è un paese
semplice. Mah. Corro affannato per le stradine soleggiate fino a
raggiungere un
parco giochi al cui centro si trova una specie di piramide dove
arrampicarsi.
Corro fino alla struttura e in men che non si dica sono al suo vertice,
da qua
riesco ad individuare la cima della mia destinazione, finalmente.
Mi siedo sulla piramide e intanto mi
guardo attorno: da un
lato vedo un muro di glicini, da un altro gli scavi per la
metropolitana lilla
e da un altro una scuola, sopra di me il cielo è di un
azzurro così intenso da
farmi venir voglia di intingerci un pennello.
Con un balzo salto giù
dalla piramide e mi avvio verso la
scuola che avevo intravisto poco fa, è diversa dalle scuole
che ho frequentato
io, questa ha uno stile molto più severo, molto
meno… rassicurante. Mi avvio
verso una delle scalinate, voglio vedere se questa scuola mette paura
anche
dentro, ma sulla scalinata è seduta una ragazza che parla al
telefono. Resto un
po’ distante, per evitare che mi riconosca o cose del genere
e la vedo scattare
in piedi e correre verso di me. Per un attimo rimango impietrito,
pensando che
voglia parlarmi, poi però quella mi evita e continua la sua
corsa.
Seguo la ragazza con lo sguardo
finché non gira l’angolo,
poi torno a camminare verso la scuola.
Quando raggiungo la scalinata
inciampo, in un primo momento
penso che sia colpa dei miei piedi da gigante o del fatto che potrei
non aver
visto un gradino, o anche che sia a causa del fatto che sono nato senza
un
minimo di grazia, poi però abbasso lo sguardo e mi accorgo
che non è colpa dei
miei piedi, né di alcun gradino, né della mia
scoordinatezza, ma di una specie
di quaderno tutto rovinato, composto da più block notes,
gonfio di fogli che
strabordano da tutte le parti. Mi chino per raccoglierlo e quando lo
faccio
tutti i fogli e i bigliettini colorati volano fuori, mischiandosi.
Impreco
sottovoce. Mi siedo e mi do da fare per rimettere a posto quella
marasma e mi
accorgo che ci vorranno più di dieci minuti. Apro la prima
pagina del primo
block notes e mi accorgo subito di due cose
1.
1-
In
centro alla pagina è incollata una foto della
ragazza che ho visto correre via poco fa (mi sento un imbecille a non
esserci
arrivato da solo)
2.
2-
Alcune
parti sono scritte in un alfabeto strano…
io so parlare molte lingue, ma questo alfabeto non mi dice proprio un
tubo.
Sfoglio velocemente il block notes e
noto che molte pagine
sono scritte in quello strano alfabeto tutto rette e spigoli. Sbuffo. E tanti saluti
alla speranza di
poterglielo riportare. Guardo distrattamente l’orologio e mi
accorgo in due
millisecondi che sono in ritardo cronico per il mio appuntamento alla
Rai, meno
male che almeno ora ho capito in che direzione andare. Raccolgo
velocissimamente tutti i quaderni e i bigliettini sparsi sui
sampietrini avendo
cura di non aver dimenticato nulla e ficco tutto nella mia borsa a
tracolla,
poi corro, corro fino a sentire i polmoni che implorano ossigeno, corro
fino a
sentirmi le gambe di piombo, corro fino ad arrivare a destinazione,
corro fino
a dimenticare completamente quella ragazza e i suoi diari.
Nota dell’autrice:
tre cose:
1.
Non so scrivere
capitoli lunghi, è un dato di fatto, quindi mi sa tanto che
vi dovrete
accontentare di questi micro-capitoli
2.
Mi scuso
INFINITAMENTE per il ritardo secolare ma, con la fine della
scuola… beh,
diciamo che ho avuto pochissimo tempo libero
3.
Ringrazio con tutto
il cuore e l’anima e tutta me stessa carota26
e myFeather_ (spero di aver scritto
gli user name correttamente ma in caso li avessi sbagliati…
scusatemiiii!!!!)…..
GRAZIEEEEEEEEE! Uhm… che dire… spero di
aggiornare al più presto, buona lettura
e… recensiteeeee!!!!! Grazie, Blackie J
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