Ancora luce ed un sapore cattivissimo in bocca.
Severus Snape cercò di alzarsi da qualunque posto esso
fossestato ma si scoprì le mani ed i piedi bloccati.
Teneva ancora gli occhi chiusi, non voleva vedere le pareti bianche e
le infermiere in agguato dietro lo stipide della porta.
Oh si, sapeva di trovarsi al San Mungo, quanto è vero che se
avesse trovato il pennutaccio lo avrebbe fatto allo spiedo.
O arrosto, dipende dal momento.
Il giovane moro rinuncia, crollando di nuovo sul cuscino,
costringendosi a fare mente locale.
Era morto.
Poi il pennutaccio aveva pianto per lui.
Poi si era svegliato con Potter e compari alla luce del sole.
Adesso era in ospedale.
Quanto aveva dormito?
Chi lo aveva portato li?
Ovvio, che stupido Severus...
Il Ragazzo D'Oro lo aveva salvato procurandosi ancora più
fama e gloria.
Già se lo immaginava sulla Gazzetta del Profeta:
giovane Potter porta in salvo ex mangiamorte ed ex professore di
Hogwarts.
Tirò un sospiro rassegnato.
Gli avrebbe parlato.
Avrebbe avuto giornalisti curiosi al capezzale del letto.
Avrebbe dovuto traslocare e darsi alla vendita illegale di pozioni in
giro per l'Europa.
Tanto in Inghilterra chi mai lo avrebbe più temuto? Lui,
Severus Snape, il pipistrello dei sotterranei, morto per amore di una
donna.
Aspetta...
Severus sgranò gli occhi e si alzò di scatto,
colpendo in piena fronte il ferro del lettino con la maniglia per
aiutare ad alzarsi.
Quasi non sentiva dolore.
Pensava solo ai suoi ricordi.
I suoi ricordi sulla prima pagina rosa della Gazzetta del Profeta.
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-Hermione cosa stai facendo?-
Ron carezzò i capelli crespi della compagna cercando di
attirare la sua attenzione:
era ormai da diverse ore che leggeva un libro babbano sulla
magistratura e le leggi.
Il rosso siguardò intorno:
era una bellissima giornata di metà maggio e loro tre, come
ogni giorno, andavano in ospedale a parlari con cari o amici, sperando
in un completo guarimento.
Si voltò verso Harry, seduto davanti a lui, gli occhiali
storti sul naso e lo sguardo assente.
Ginny sarebbe arrivata da un momento all'altro; molte sue compagne
Grifondoro erano rimaste ferite nella Grande Guerra e non perdeva
opportunità per rendersi partecipe alle visite.
-Ecco qua!-
Ron trasalì per la sorpresa, guardando la donna che si era
scoperto di amare con curiosità.
-I diritti di adozione in casi particolari. Ieri ho passato tutta la
sera a cercare leggi del mondo magico sull'adozione e con lo studio di
oggi posso ritenermi soddisfatta!-
Irradiava gioia da ogni poro e Ron ne rimaneva sempre affascinato.
Cosa avrebbe fatto senza Hermione? Senza la sua intelligenza, la sua
presenza, ed il suo caratteraccio che tanto amava?
-Ron?-
Neppure Ginny riuscì a staccarlo dall'ammirazione, quasi
fosse sotto Imperio.
Voleva prendere Hermione fra le braccia e baciarla, ora, subito,
perchè se aveva imparato una cosa era che il tempo era
prezioso e non sai mai cosa può riservare il domani;
figuriamoci un paio di ore.
Si sporse speranzoso ma la giovane si alzò quasi saltellante
andando a salutare l'amica e iniziando a camminare e confabulare strane
teorie.
-Io le donne non le capisco...- Favellò Potter osservando
sorridente la rossa e la riccia svoltare in un corridoio.
-A chi lo dici amico.-
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Dolore.
Un terribile ed indescrivibile dolore.
L'aria mancò, la bocca aperta a cercare ossigeno e salvezza.
Sentiva il sangue sulla pelle, la gola arsa, il disperato bisogno di
sputare il sangue che pian piano riempiono i polmoni.
-Professore! Professore!-
Un ultima grande boccata e l'aria riniziò ad entrare
regolarmente.
O quasi.
Era un incubo, un perfetto incubo, e lui si era fatto prendere dal
panico come un qualsiasi poppante.
-Professore si sente bene?-
Non si era accorto della figura al suo fianco, la voce piena di paura
ed il corpo proteso sul letto.
Severus non si era reso conto di essersi portato la mano al collo fino
a quando quella della ragazza non fu sulla sua.
Alzò gli occhi, due pozzi di onice, per incontrare le gemme
ambrate della sua studentessa So-Tutto-Io.
-Granger cosa ci fa qui?-
Si stupì di sentire la sua voce rauca, e tossì
più volte.
Non lo avrebbe mai detto a nessuno ma amava la sua voce vellutata;
riusciva a incutere terrore senza sembrare un pescivendolo babbano.
Scansò la mano della giovane come fosse fuoco vivo,
riacquistando una postura rigida ed uno sguardo apatico.
Tossì piano più volte prima di parlare di nuovo e
fu soddisfatto della suono che ne uscì.
-Signorina Granger per quale motivo si trova nella mia stanza?-
Voleva essere più acido, aveva bisogno di tirare fuori il
vecchio se.
-Sta bene?- fu la prima cosa che Hermione riuscì a dire.
Di punto in bianco l'uomo annaspava nel vuoto, bianco come un morto, ed
alla fine quell'urlo strozzato.
La ricia aveva subito pensato al veleno o alla ferita:
le infermiere avevano avvertito di un eventuale ricaduta o lacerazione
della pelle.
-Oh certo che sto bene Granger... Mi sono solo preso una piccola
vacanza fuori dallo città e lo stress-
Hermione roteò gli occhial cielo; era vivo ed in salute, il
sarcasmo era un buon segno.
-Cosa ci fa nella mia stanza?-
-Ho il permesso di far visita agli ammalati e questo era il suo turno.-
Severus la guardò negli occhi e Hermione provò un
formicolio sulla spina dorsale. Quell'uomo sapeva parlare anche solo
con uno sguardo.
Poi lo sguardo dell'uomo cadde sul proprio letto ed un sopracciglio non
mancò di alzarsi:
-Granger cosa ci fanno tutti quei libri sul mio letto e sulla mia
gamba?-
-Ops!-
Hermione si affrettò a togliere i volemi dalla figura
dell'uomo: si era portata dietro vari libri per l'adozione di Teddy e,
dato che le infermiere le avevano detto che il professore passava la
maggior parte del tempo in uno stato di semicoscienza, aveva
approfittato.
Forse fin troppo visto che alcuni volumi stavano in verticale grazie
all'appoggio della gamba dell'uomo.
La giovane donna si sentì avvampare; che razza di situazione!
Certo, la fortun a girava dalla sua parte visto che si era svegliato
proprio in quel momento...
La schiena formicolò di nuovo e la donna si voltò
per incontrare gli occhi neri.
-Sto aspettando una risposta Granger e, ti prego, sii celere. Non
vorrei trattenerti ancor più nellaq mia momentanea resede privata.-
Severus non mancò di sottolineare l'ultima parola; voleva
riposo, stare solo, isolamento, allontanamento da ogni genere di essere
vivente.
Ma, evidentemente, era chiedere troppo.
Continuò a guardare curioso la sua ex studentessa che
metteva svelta i tomi nella piccola borsetta: sicuramente aveva fatto
un incantesimo, chissà quenti libri aveva ancora li dentro
la dannata So-Tutto-Io.
-Sono felice che si senta meglio professore- rispose Hermione alzandosi
- prima mi ha fatto prendere uno spavento. Adesso è l'ora
che io vada ma - aggiunse notando il sorriso soddisfatto del malato
-prima sarà meglio chiamare un infermiera.-
Se ne andò così la Grifondoro, con l'immagine
dell'uomo che cambiava rapidamente espressione.
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Eccoci
qua, terzo capitrolo (sempre transitorio) della fic.
Da qui in poi è tutta discesa (o salita, dipende dai
personaggi) e spero che questo capitolo (ma soprattutto i prossimi)
siano di vostro gradimento!
Vi lascio con una semplice frase:
Teddy in coming...!
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