Angolo dell'autrice:
Che dire ! In velocità mi sono superata! Speriamo
solo che anche la qualità sia buona.
Buona lettura!
Il PCM e gli strani consigli.
Si ritrovò, il mattino successivo, con un bel mal
di testa e la casa sottosopra.
Piegò le gambe e poi le flesse, alzandosi e gemendo di
dolore, ma non si arrese – non sia mai – e
riuscì a rimanere diritto senza bisogno di sostegni.
Fissò davvero male l'odiato impossibile puzzle che riversava
incompiuto sul tavolo.
Si guardò attorno: alla fine pareva che Chihiro avesse
rinunciato a dare una ripulita e aveva pensato bene di raggiungerli nel
sonno. Takao era stramazzato per terra mezzo seduto, con la schiena
poggiata al divano, in una posizione che doveva essere davvero scomoda.
Kise era spaparanzato sul parquet a quattro di bastoni e Chihiro si era
sistemato composto sulla poltrona.
Sentiva la schiena a pezzi e sinceramente non era convinto che le gambe
potessero reggergli.
Con la nausea che saliva, si diresse barcollante verso il bagno e
rigettò tutto quello che non aveva ancora mangiato.
Sentì una mano che gli reggeva la testa e non si sorprese
quando, dopo aver dato al water anche l'anima, alzò lo
sguardo e incrociò quello grigio di Chihiro che lo fissava
preoccupato.
Cercò di sorridergli malamente, ma non dovette essere
convincente, in quanto lo sguardo del ragazzo si scurì ancora
di più.
Sostenuto dall'altro si sciacquò in silenzio la faccia e si
lavò i denti, cercando di togliersi il sapore orrendo dalla
bocca.
“ Stai bene ?” gli mormorò dopo che si
fu asciugato il volto.
Annuì un po' incerto.
“ Ti vado a preparare un caffè...” gli
disse ma a quelle parole, il colorito di Tetsuya si fece ancora
più pallido e sembrò quasi sull'orlo di riprovare
un incontro faccia a faccia con il gabinetto.
“ Meglio una tisana...” si corresse alla fine
trascinandoselo in cucina, cercando di fare il minor rumore possibile.
Quando gli mise la tazza fumante davanti, Tetsuya la fissò
come se da un momento all'altro dovesse prendere vita e dichiarargli
guerra.
Se la immaginò trasformare i manici in mani e che gli
proponesse un duello a suon di cucchiaini.
Chiuse gli occhi cercando di ritrovare la dovuta sanità
mentale.
Aggrottò le sopracciglia, mentre rivalutava l'idea avuta
mesi prima di ospitare quei due sciroccati a casa sua.
La loro presenza stava avendo effetti deleteri sulla sua mente.
Li riaprì e la tazza era tornata alle sue fattezze normali.
Sospirò di sollievo mentre infilava lentamente le dita nei
due manici, attento a non bruciarsi, e si portava il liquido scuro alle
labbra.
Assaporò un po' disgustato la bevanda ma si costrinse, per
il bene del suo stomaco – che proprio non ne voleva sapere di
calmarsi-, di tracuggiarla tutta senza emettere un fiato.
Chihiro, che lo aveva fissato tutto il tempo, parve
soddisfatto solo quando vide la tazza completamente vuota e il colorito
dell'altro farsi un po' più roseo.
Sentì un vociare nel salone e dopo pochi minuti uno scarico
che veniva tirato, segno che il wc quel giorno aveva avuto a che fare
con molti amici. Gli altri due occupanti entrarono dopo poco,
richiedendo a Chihiro qualunque cosa che non facesse rivoltare il loro
stomaco.
Alla fine si ritrovarono tutti e tre, con una tazzona fumante -Chihiro
e Kise per lo più per solidarietà verso lui e
Takao- e un mal di testa coi fiocchi.
Erano praticamente un po' tutti uno straccio, anche se per motivi
diversi.
“ Dobbiamo rivalutare la diceria che l'alcool é la
migliore medicina per i problemi di cuore” se ne
uscì Takao dopo aver fissato per dieci minuti buoni la tazza
per poi saggiare un sorso emettendo un verso schifato.
“ Sono d'accordo” gli rispose subito Tetsuya
poggiando una mano sulla guancia e volgendo lo sguardo verso
l'orologio: erano le sei del mattino; mancava ancora molto prima di
recarsi a scuola per la presenza settimanale.
Aveva decisamente scelto il giorno peggiore per ubriacarsi.
Sentì qualcosa nella tasca dei jeans vibrare e mentre tirava
fuori il cellulare, si chiese come avesse fatto ad uscirne integro.
Nel momento stesso in cui però lesse il messaggio, gli
passò la voglia di farsi domande inutili.
Ringraziò Kise che si era messo tra lui e Takao-kun.
-Devo parlarti, é
urgente.
Midorima .-
Mantenne la sua solita espressione indifferente mentre scorreva ancora
un po' lo schermo leggendo il post scriptum.
- P.S
Oha Asa dice che avrai una settimana impegnativa.
Il tuo
oggetto fortunato é un cestino da picnic.-
Aggrottò le sopracciglia ma non si soffermò
più di tanto sulle ultime parole, decidendo che per quella
mattina di mal di testa ne aveva già abbastanza.
Digitò in fretta la risposta positiva, organizzando un
incontro per quel pomeriggio dopo le lezioni.
“ Torno tardi oggi...” disse ad alta voce mentre
tre paia di occhi si soffermavano su di lui.
“Come mai?” gli chiese Chihiro curioso.
Rimase un attimo in silenzio,vagliando su cosa dire.
“ Mi devo vedere con un compagno di classe per una ricerca da
consegnare” e probabilmente se lo avesse detto un altra
persona, sarebbe parsa la più stupida delle bugie, in quanto
la scuola stava finendo e i professori avevano smesso di dare compiti,
ma visto il soggetto che aveva pronunciato quelle parole nessuno fece
altre domande.
Aveva deciso che era meglio non dire del suo incontro con Midorima-kun,
davanti a Takao.
Preferiva ascoltare cosa voleva prima di decidere cosa fare.
La giornata pareva non dover passare mai.
Era venuto a scuola solo per combattere la noia e per distrarsi, in
quanto restare a casa lo avrebbe portato a soffermarsi su pensieri
nocivi per la sua sanità mentale.
Quanto poco poteva essere fortunato?
Dopo una settimana in cui si era trattenuto a casa con una scusa, era
tornato a scuola proprio lo stesso giorno in cui aveva deciso di farlo
anche Kuroko.
Ormai mancava solo una settimana alla fine dell'anno.
Rimase tutto il tempo con lo sguardo fisso davanti a se, cercando allo
stesso tempo di sparire, magari di fondersi con il banco.
Poteva sentire la leggera presenza di Tetsuya alle sue spalle e questo
lo agitava al limite del normale.
Ripensò a quante volte in quei due mesi aveva pensato di
andare a casa sua, per parlargli e mettere le cose a posto, ma l'ansia
e i dubbi lo avevano continuamente frenato.
Suonò la campana dell'ultima ora e prendendo coraggio si
voltò verso il banco dietro di lui.
Era
vuoto.
Sospirò sconfitto per l'ennesima volta.
Prese lentamente le sue cose e si diresse fuori dall'aula.
Con espressione tetra attraversò i corridoi di tutta la
scuola fino all'uscita .
“ Tai-nii-chan!”
Quel richiamo gli fece alzare lo sguardo e vide dietro i cancelli due
figure.
Si affrettò a raggiungerli e proprio quando
arrivò di fronte a lor,o la ragazza gli si buttò
tra le braccia facendolo ridere.
“ Kayla, non si fa!” la rimprovero Tatsuya, ma
quella ignorò il fratello e continuò a stringere
Taiga che ricambiava senza nulla in contrario.
Con la coda dell'occhio notò la valigia che aveva tra le
mani Tatsuya e ricordò che Kayla sarebbe partita quel
pomeriggio per l'America.
“ A che ora é il volo?”
“ Tra due ore, ma voleva assolutamente salutarti prima di
partire” gli rispose Himuro sorridendo affettuosamente alla
sorellina.
Taiga sorrise a sua volta.
Conosceva Kayla più o meno da quando conosceva Tatsuya, solo
che a quei tempi aveva appena quattro anni mentre ora era una bella
ragazzina di tredici .
Era molto più alta della sua età e per questo le
davano spesso qualche anno in più, proprio come il giorno
prima, quando l'aveva accompagnata a fare shopping e l'avevano
scambiata come la sua fidanzata.
Si erano fatti tutti e due una bella risata e avevano continuato a fare
finta, divertendosi un mondo.
Gli dispiaceva vederla partire, ma i suoi genitori la stavano
aspettando per un vacanza in famiglia a cui Tatsuya aveva deciso di
rinunciare per quell'anno.
Li accompagnò alla stazione degli autobus che li avrebbe
portati all'aeroporto e le diede un bacio sulla fronte, prima di
augurarle buon viaggio e vedere il mezzo sparire in lontananza.
Arrivò con un leggero anticipo ma trovò comunque
già occupato, un tavolo per il loro incontro.
Silenziosamente si sedette al suo posto e dopo aver ordinato il
caffè mancato di quella mattina, poggiò una mano
sulla guancia e aspettò che Midorima prendesse parola.
Fissò per qualche secondo l'oggetto sul loro tavolo.
Si, decisamente quello era uno era uno scolapiatti in ferro.
Meglio non farsi domande.
“ Quindi?”lo incalzò alla fine, visto
che il ragazzo non pareva intenzionato ad aprir bocca.
“ Volevo parlarti di Takao” iniziò dopo
aver preso un bel respiro.
Tetsuya alzò un sopracciglio “ Questo lo
immaginavo.”
Shintaro si mosse a disagio sulla sedia “ Un paio di mesi fa
si é dichiarato” si fermò di
nuovo e Kuroko si chiese se per caso stesse scrivendo un telegramma,
invece di portare avanti una conversazione.
“ In risposta gli hai dato un pugno e poi hai deciso di
partire per il Kanto, so anche questo. Vieni al punto
Midorima-kun.”
Shintaro allargò leggermente le pupille ma non chiese come
facesse a saperlo.
Non era sicuro che avrebbe ricevuto risposta.
Non riusciva mai a comprendere cosa passasse per la testa di quel
ragazzo così incomprensibile.
“ Da quel giorno... non son riuscito più a
guardarlo in faccia. Presto partirò per il Kanto ma non
voglio andarmene senza aver messo le cose a posto. Solo... non so come
fare.”
Tetsuya lo fissò scettico mentre ringraziava il cameriere
che gli aveva portato il caffè – non lo
biasimò per lo sguardo confuso che lanciò allo
scolapiatti prima e al padrone poi- per poi iniziare a sorseggiare la
sua bevanda attento a non scottarsi.
“ Iniziare con il chiedere scusa non rientrava nelle tue
possibilità?” gli disse con una voce incolore ma
per chi lo conosceva bene – e quattro anni erano abbastanza
anche per Midorima- poteva facilmente scorgerci una nota di pungente
sarcasmo.
“Ci avevo pensato,si”
“ Ma non lo hai fatto.”
“No.”
“Orgoglio immagino.”
Silenzio.
“ Credo sia il caso che tu metta da parte l'orgoglio e parli
sinceramente con Takao-kun.”
Se ci fosse stato Aomine-kun avrebbe usato termini più
scurrili, ma in quel caso non sarebbe stato il rispettoso ma a volte
irriverente Kuroko Tetsuya.
“E cosa dovrei dirgli?”
Kuroko si alzò lasciando qualche moneta sul tavolo.
“ Prova con lo scusarti per averlo preso a pugni dopo che si
é dichiarato... sarebbe già un
bell'inizio” detto quello gli voltò le spalle e se
ne andò lasciandolo tra i suoi pensieri.
Rimase parecchio tempo a riflettere sulle parole di Tetsuya, arrivando
alla conclusione che si,aveva ragione come al solito e doveva scusarsi.
Aveva già appurato che non ce la faceva ad andarsene senza
aver risolto le cose con Takao gli era impossibile.Decise che lo
avrebbe chiamato quando avesse messo a posto i suoi pensieri.
Il giorno seguente.
“No Akashi-kun... io e Chihiro non siamo amanti.”
La cosa iniziava a rasentare il ridicolo.
Nel giro di due giorni si era ritrovato nello stesso bar a dare
consigli di cuore ai due membri più chiusi a livello
emotivo, del GdM. Iniziava davvero a sentirsi il loro psicologo.
Se ci si aggiungeva Aomine-kun e Kise-kun che ormai erano suoi
"pazienti" abitudinari, l'unico che gli mancava da psicanalizzare era
Atsushi, ma sperava davvero che non dovesse sorbirsi anche lui
perché in quel caso era molto probabile che gli sarebbero
saltati i nervi.
“ Sicuro?” gli chiese il rosso assottigliando gli
occhi bicromatici.
Tetsuya sospirò esasperato. Come faceva a non esserlo?
“ Si, e smettila di far uscire l'Imperatore per cercare di
intimorirmi. La mia risposta é sempre no.”
Alla fine parve convinto, in quanto la pupilla torno del suo colore
naturale.
“ Capisco...”
Kuroko rimase in silenzio aspettando che Akashi parlasse, ma quello non
pareva intenzionato a farlo, così toccò a lui
prendere l'iniziativa.
“ Mi hai chiesto di venire, solo per questo? Avresti potuto
farlo per telefono.”
“ No, non solo per questo.”
“Immagino sia per Chihiro...”
“ Già.”
I monosillabi iniziavano sul serio stancarlo. Possibile che dovesse
sempre tirare fuori le parole con le tenaglie?
“ Akashi-kun la tua laconicità inizia a diventare
irritante” e detto da lui era come il bue che dice cornuto
all'asino, ma a differenza di Midorima che aveva accettato
di vederlo nel pomeriggio, Akashi aveva dettato lui l'appuntamento,
nonostante fosse stato proprio lui a chiedergli di vedersi.
Così ora erano le sette e mezza del mattino e si
ritrovava al secondo caffè con un tizio spaventoso che per i
primi dieci minuti del loro incontro era parso molto simile ad un
maniaco esaltato inquietante.
“ Pare che io non piaccia molto a Chihiro e questo non piace
a me...”
Finalmente erano spariti i monosillabi!
“ E perchè?" indagò curioso ma poteva
dire che sospettava già il motivo.
Silenzio.
Akashi probabilmente stava pensando ad una risposta abbastanza chiara
da dargli ed era già abbastanza imbarazzante da se.
In realtà lo era tutta quella situazione.
Per quanto avesse provato a nascondere la sua fragilità
facendo trapelare l'Imperatore, Tetsuya l'aveva intravista e la vedeva
anche ora.
Ed era questa la cosa più scioccante.
Akashi aveva sempre mostrato a tutti il suo lato sicuro, da capitano
prima e da dittatore poi.
Mostrava raramente ciò che provava davvero e vederlo in
difficoltà in quel momento, era strano e confortevole allo
stesso tempo.
Lo faceva apparire più umano.
“ Perché mi piace e voglio che sia mio.”
Lo aveva detto come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Kuroko stirò le labbra in un sorriso leggermente
divertito.
“ Akashi-kun se vuoi stare con Chihiro, inizia almeno a non
fare queste dichiarazioni di intenti. Sono quelle che lui odia di
più.” Il rosso lo fissò e
annuì “ Devi iniziare a capire che non tutto si
può comprare o avere con uno schiocco di dita. Certe cose
devi guadagnartele. Se vuoi stare con
Chihiro...”ripeté e ci pensò un attimo
cercando le parole adatte “ Devi essere te stesso
… il vero te e allo stesso tempo dimostrargli che per lui
non sei solo un oggetto o un traguardo da raggiungere o
avere.”
Raramente aveva parlato così tanto e la sensazione di apnea
quando finì, non gli piacque per nulla.
Un nuovo silenzio in cui Tetsuya finì il suo
caffè e alla fine aggiunse “ Chihiro non
eseguirà mai i tuoi ordini fuori dal campo...”
Quelle parole non sorpresero Akashi che sorrise sinceramente dopo tanto
tempo “ Lo so …é proprio per questo che
mi piace.”
Kuroko ricambiò leggermente il sorriso.
9:30
Rientrò a casa e non si stupì di trovare Takao e
Kise spaparanzati sul divano mentre guardavano un film horror.
Entrambi gli fecero spazio e lui prese posto in mezzo a loro,
rubando una manciata di pop corn dal contenitore del moro per poi
portarseli alle labbra, cercando di capire di che film si trattasse.
The Ring .
Originale.
In effetti aveva sempre avuto un strana predilezione per gli horror
americani.
“ Come é andata?” mormorò
Kise nascondendo il capo sulla sua spalla durante una scena piuttosto
cruenta.
“Illuminante e inquietante allo stesso tempo” gli
rispose Tetsuya laconico come sempre.
Per l'appunto, Kise alzò lo sguardo su di lui un po' confuso.
“ In che senso? Che voleva Akashi?”
“ Consigli su come conquistare Chihiro.”
Lo disse indifferente, come se stesse parlando del tempo e non si
scompose neppure nel sentire le esclamazioni stupefatte dei due accanto
a lui, continuando a cercare di seguire il film.
“ Ma che diavolo...?”iniziò Takao ma non
riuscì a finire in quanto il suo cellulare prese
a squillare, portando Kuroko a mettere pausa per non perdersi qualche
scena.
Alzò un sopracciglio preoccupato quando vide che l'amico si
era gelato sul posto, diventando immediatamente cinereo.
“ Takao-kun?”
“E' Midorima” mormorò il moro senza
sapere che fare.
Tetsuya lo fissò poco sorpreso. Non immaginava di certo che
ci avrebbe messo così poco ma sapeva che Midorima non era un
codardo, tanto quanto non lo era Takao.
“ Pronto?”
Infatti rispose senza esitare.
“ Che vuoi? Ah ora vuoi parlare? No, non ho intenzione di
farti una scenata anche perchè non sono solo...
Si.”
Attaccò.
Kuroko gli lanciò un' occhiata curiosa e tesa allo stesso
tempo.
“ Tutto a posto?” gli chiese vedendolo dirigersi in
silenzio in cucina e sperando davvero che non stesse per prendersi una
birra.
Speranza vana.
“ Takao-kun, vorrei ricordarti che non mi piace davvero
Rihanna e che ti fa male ubriacarti a quest'ora del mattino.”
17.30
Quel bar pareva essere diventato il ritrovo dei Miracoli e il
proprietario ormai stava meditando di creare un menù solo
per loro. Quando entrò nel locale, cercò
d'istinto una chioma verde e la trovò in uno dei posti in
fondo che fissava fuori.
Sul tavolino notò una strana lampada e scosse la testa al
solo pensiero, che avesse avuto il coraggio di andare in giro con una
cosa del genere tra le mani.
Prese un profondo respiro e si stampò un sorriso ironico
sulle labbra, prima di avviarsi verso il fondo del locale.
Appena si sedette al tavolo Midorima posò lo sguardo su di
lui che lo sostenne sprezzante.
“ Ciao.”
Takao rispose con un cenno della testa e si rifiutò di
ordinare, in quanto, parole sue: Non si sarebbe trattenuto molto.
Shintaro incassò le spalle leggermente ma cercò
di non darlo a vedere.
“ Allora, che vuoi?” gli chiese il moro quando
furono di nuovo “soli”- per quanto potevano esserlo
dentro un bar pieno di gente.-
“ Scusarmi direi...” gli rispose Midorima cercando
di mantenere la calma.
“ Scusarti? Dopo quattro
fottutissimi
mesi tu ti vieni a scusare?” sibilò Takao
fulminandolo.
Shintaro chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
Sapeva che poteva andare in quel modo, ma non si sarebbe fatto
spaventare da quella reazione.
“Si” gli rispose sicuro probabilmente
sorprendendolo.
“ E non ti é minimamente passato per il cervello
che forse io
mi sia stancato di aspettare le tue scuse?!”
“ Se fosse così oggi non saresti venuto.”
Aveva dannatamente ragione ma era stanco di tutto quel tira e molla.
“ Fottiti Midorima.”
Si alzò, gli voltò le spalle.
Era una cosa patetica lo sapeva, ma era davvero stanco.
Illudersi di nuovo in un qualcosa che non esisteva faceva tremendamente
male.
Stava per andarsene quando una mano gli si strinse attorno al polso e
lo costrinse a girarsi nuovamente.
“ Aspetta... per favore .”
Stavolta non nascose il suo stupore a quelle parole. Midorima Shintaro mai
aveva chiesto per favore
a qualcuno che non fosse membro della sua famiglia.
“ Fammi spiegare, ok? Siediti.”
Troppo scioccato per rifiutare, Takao tornò a
sedersi aspettò.
Shintaro rimase un attimo in silenzio, alla ricerca delle parole adatte
con cui iniziare.
“Quel giorno...quando ti sei..” tentennò
arrossendo d'imbarazzo “ dichiarato, era passato davvero poco
tempo da quando avevamo perso contro il Rakuzan. Stavo passando davvero
un brutto momento. Mi pareva che quella sconfitta non fosse altro che
il compimento di quella specie di profezia che Akashi ci aveva
inculcato alle medie. Che alla fine non avessi fatto altro che ballare
sul palmo della sua mano.” Strinse i pugni “avevo
fallito. Di nuovo. Ma non era solo questo. Mi ero ripromesso che vi
avrei fatto vincere, che mi sarei assunto tutto il peso e vi avrei
portato alla vittoria, ma non ce l'avevo fatta. Avevo deluso la
squadra, te e me stesso...”
Takao stava per interromperlo ma Shintaro gli fece segno di non farlo o
non avrebbe avuto il coraggio di andare avanti.
“Poi sei arrivato tu e ti sei dichiarato come se fosse la
cosa più naturale del mondo. Come se la mia sconfitta, per
te non contasse nulla … come se non fosse stata colpa mia se
avevamo perso.”
Stavolta Takao lo interruppe “ Perché era
così Shin-chan... non é stata colpa tua... o
piuttosto non é stata solo tua. Siamo una squadra e se
perdiamo, perdiamo tutti assieme. Nessuno di noi ti ha mai dato la
colpa perché non stavi giocando da solo, eravamo cinque sul
campo.”
Quasi non si accorse di essere tornato ad usare quel nomignolo che per
quattro mesi si era rifiutato di pronunciare.
Shintaro sorrise amaramente a quelle parole.
“Oltre al senso di sconfitta mi prese la paura ..”
confessò facendo dilatare le pupille di
Takao “la paura di qualcosa di sconosciuto, che non
capivo e non potevo controllare. Questo, unito alla rabbia e alla
frustrazione, mi fece andare fuori di testa. E beh.. lo sai. Mi
dispiace per quel pugno.”
Silenzio. Di nuovo.
Midorima non sapeva più cos'altro dire, mentre Takao
analizzava tutte quelle parole cercando di dargli un senso.
“ Ed ora?” se ne uscì alla fine facendo
alzare lo sguardo dell'altro su di lui “hai ancora paura?
Sei venuto qui e ti sei scusato, ma per cosa ? Per cosa mi
stai chiedendo scusa ? Per il tuo comportamento? Per non essere stato
chiaro? Per cosa? Cosa vuoi?”
Shintaro parve rifletterci un bel po' prima di rispondere sinceramente
“ Non so il motivo, ma so che ti voglio al mio fianco, che in
questi quattro mesi mi sono sentito tremendamente solo senza la tua
voce a perseguitarmi.”
Quelle parole resero Takao leggero come l'aria e felice ... oh si molto
felice.
Eppure...
C'era una nota che stonava nella sinfonia generale.
Più provava ad ignorarla e più quella si faceva
pressante.
Ora riusciva a capire molto bene la risposta che gli aveva dato
Kuro-chan quando gli aveva chiesto come mai non si era messo con
Kagami, visto che essendo finiti a letto insieme, i sentimenti c'erano.
La sua risposta non gli pareva più così strana e
assurda.
<< Ma non
era sicuro di amarmi... e non potevo rischiare. >>
In quel momento si rivedeva molto in quelle parole.
“ Eppure partirai.”
Abbassò lo sguardo “Si.”
“E mi vuoi al tuo fianco. Non pensi sia un po'
contraddittorio?”
Midorima alzò di nuovo lo sguardo “
Potremmo...”
Takao lo interruppe immediatamente “ Non mi piacciono le
relazioni a distanza. Le odio in realtà.
Inoltre...” si alzò in piedi “ Tu non
sei ancora sicuro di nulla , Shin-chan ed io non posso permettermi di
intraprendere una relazione senza sapere che non mi lascerai da un
momento all'altro.” Shintaro stava per dire qualcosa in
quanto non gli piaceva per nulla il tono di quel discorso. Era una
persona egoista dopotutto, lo aveva sempre saputo.
Takao lo interruppe ancora prima che potesse spiccicare parola
“ Vai nel Kanto Shin-chan, avrai tempo per pensare. Ti
aspetterò qui in attesa di una risposta.”
Si sporse attraverso il tavolo e a qualche centimetro del suo volto, se
ne fregò degli altri clienti e poggiò le labbra
su quelle del ragazzo, in un bacio leggero e semplice che fece
desiderare ad entrambi qualcosa di più.
Si staccò a malincuore e ancora ad un soffio da lui gli
sussurrò “ Non aspettarti però, che
venga a salutarti all'aeroporto. Non ne ho alcuna intenzione.”
Si alzò e gli voltò le spalle uscendo dal locale.
Tre giorni
dopo.
L'aeroporto era già pieno di gente, tutti con le valigie
incollate alle mani.
Il ragazzo occhialuto fissava insicuro il display che annunciava gli
arrivi dei nuovi voli mentre sentiva la nuca bruciargli.
Non aveva bisogno di voltarsi per incrociare lo sguardo penetrante di
Tetsuya.
Sapeva perfettamente che non approvava.
E a dirla tutta neppure lui era più così certo di
volerlo fare ma ormai aveva preso la sua decisione e non poteva
più tornare indietro.
Aveva pensato che parlare con Takao, chiarirsi, lo avrebbe fatto
sentire meglio... invece era anche peggio di prima. Una parte di
sé continuava a puntare i piedi per impedirgli di avanzare
verso il gate.
Takao non era venuto a salutarlo. Aveva mantenuto la sua parola e
questo gli fece male, perché ricordava perfettamente lo
sguardo sofferente che gli aveva lanciato quel giorno al bar.
Prese un bel respiro.
Sarebbe tornato presto da lui.
Lo stava promettendo anche a sé stesso.
Fu chiamato il suo volo.
Fece un passo avanti.
" Mi ha chiamato Aomine-kun poco fa... voleva sapere cosa fare con Kise
-kun ..." iniziò Kuroko approfittando di un momento di
lucidità del moro e lanciando uno sguardo al biondo che
sonnecchiava più in là.
"Ancora?! Sai che potresti aprire un'attività continuando di
questo passo? Ho anche il nome adatto! PdCdM! "
Tetsuya fissò perplesso l'amico lanciando un 'occhiata
preoccupata al castello fatto di lattine di birra che gli aveva
orgogliosamente mostrato prima.
"E cioè? " gli chiese atono facendo attenzione a non
rovesciare neppure una lattina mentre portava "l'opera d'arte" -
così l aveva definita e lui non aveva voglia di fargli
presente che una cosa del genere era già stata fatta prima
-in cucina, reggendogli il gioco solo perché Takao era
ubriaco e bisognoso di attenzioni.
Il moro infatti fece un sorriso idiota " Posta del Cuore dei Miracoli!"
Rivelò tutto contento mentre Kuroko si ritrovò a
sospirare afflitto.
" Potremmo fare successo sai? Potremmo prendere il posto anche di
quell'odiosa tizia italiana... come si chiamava? Ah si quella figlia di
una grandissima..." l'occhiata raggelante di Tetsuya fu abbastanza
esaustiva per fargli comprendere di fermarsi prima di essere punito per
le sue parole scurrili " ...
donna, Maria de Filippi!"
L'amico scosse la testa esasperato e anche un po' divertito. Infatti le
sbronze di Takao erano quasi sempre piuttosto comiche, quando non
iniziava a intonare la fase deprimente di Rihanna. "Se proprio dobbiamo
allora sarebbe meglio PCM, non credi?"
Takao parve rifletterci su seriamente "Non male plebeo! "
Tetsuya improvvisò un inchino tenendo in bilico in una mano
l'opera d'arte e nell'altra la bottiglia di vino che aveva salvato
dalle grinfie del moro. Gli pareva di essere un giocoliere sul filo di
un rasoio “La ringrazio sua altezza" recitò
formalmente sentendosi abbastanza idiota nel farlo.
"Ora mi dia quella bottiglia di nettare che festeggiamo la nuova
apertura" gli disse convinto il moro ma Kuroko gli sorrise malevolo "
Mi dispiace sua maestà, ma il compito di un servo
é anche preservare l'integrità morale del suo
sovrano...quindi porterò il suo nettare nella nostra
cantina, al sicuro da mani predatrici."
Sì e poi anche lui si poteva prenotare un posto al manicomio.
Sospirò appurando che se non portava Takao a letto al
più presto... rischiava di fargli compagnia al tavolo degli
ubriachi.
Lanciò un occhiata a Kise che ormai era stramazzato al suolo
dormiente dopo il quinto bicchiere del liquido rosso e chiuse gli occhi
cercando una soluzione.
E ora come faceva a portare a letto quei due da solo?
Dove era Chihiro quando serviva?
Ah già ...si doveva vedere con Akashi... strano era
già la seconda volta che uscivano quei due...
Accennò un sorriso.
Chissà, magari i suoi consigli erano serviti a qualcosa...
Il suo problema
però rimaneva.
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