***POV SANA***
Mi ritiro subito in casa, saluto mamma e mi dirigo a passo svelto verso la mia camera.
Chissà chi era quel bellissimo ragazzo biondo, Akito, ma mi pare di averlo già visto, bho, forse mi sbaglio. Più mi guardo allo specchio, più mi dico che non ritroverò mai più quelle emozioni forti che provavo molto prima di 7 anni fa.
Non sono più quella vivace ragazzina dalle buffe codine,
non sarò più la ragazzina che aiuta sempre tutti,
certo con Ran mi sono saputa sfogare, ho lasciato che nel mio cuore entrasse ma ho ancora paura.
Paura di essere nuovamente abbandonata dalla persona di cui mi sono fidata.
-TOC TOC- Sana sente bussare alla porta della sua camera.
-Sana, Sana sono io- dice la voce di mia madre che oggi mi sembra molto seria, cosa molto strana e rara
-D’accordo entra pure-
Mamma entra e lentamente si avvicina al mio letto, si siede e dopo un paio di minuti inizia a parlare
-Sana, sei andata da quel detective?-
-Sì mamma perché me lo chiedi? Già ieri te ne ho parlato-
-Oh n-niente, pura curiosità…-
-…e dimmi, come ti è sembrato?-
-Ma mamma! Che domande sono?-
lei che fino a quel momento aveva tenuto la testa bassa quando la rialza ciò che vedo mi fa seriamente preoccupare, mamma stava piangendo lacrime di dolore.
Il mio sguardo era molto preoccupato e mi chiesi cosa potesse essere successo
-Ma-mamma, stai bene? Che cosa è succ…-
Non faccio in tempo a finire la frase che lei esce correndo dalla stanza in lacrime.
Sono molto preoccupata.
Forse avrò detto qualcosa di sbagliato, che cosa ho fatto, ho fatto piangere mamma.
Che persona adesso sono? Faccio piangere le persone che amo senza neanche rendermene conto.
Che cosa mi sta succedendo? Sono davvero una persona così pessima?
7 anni fa avrei affrontato la situazione andandole a parlare ma quando mi rinchiusi in me stessa diventai triste e mi sentivo colpevole di tutto, di non essere perfetta, mi maledicevo per essere nata, per aver causato tanto dolore e subire tutte quelle pugnalate, la mia vita ormai era uno schifo, non avevo nessuno se non mi madre che oggi l’ho fatta soffrire per chissà quale motivo a me ignoto e il mio manager Rei che considero come un padre certo ma che per i miei capricci non è più un manager, non volevo più lavorare nel mondo della televisione e del cinema e nonostante le sue suppliche io ho rifiutato urlando “Basta Rei, tu non sei mio padre e non puoi comandarmi, della mia vita ne faccio quello che voglio” solo dopo averlo fatto soffrire mi sono resa conto del dolore che gli avevo causato, le parole che gli avevo detto non erano vere, io lui lo consideravo un padre, anche in quel caso ho fatto soffrire una persona che mi voleva bene e mi sentivo, mi sento e mi sentirò uno schifo per tutto quello che hanno patito per colpa mia.
Chissà perché mamma mi ha fatta nascere*
Agli occhi di tutti gli altri sembro una persona molto solare e simpatica ma in realtà non sono più la ragazza di una volta, adesso mi pento di essere nata, quando sto sola do libero sfogo a tutti i miei problemi e colpe e nessuno lo sa, neanche i miei famigliari.
Mi sento un completo schifo.
Inizio a piangere , perché tutto questo proprio a me? Perché
Decido di fare una passeggiata anche se ormai è già molto tardi ma non m’importa.
Mamma, Rei e la signora Shimura staranno sicuramente nelle loro camere.
Esco da quella casa di cui ormai sentivo molto spesso la presenza dei sensi di colpa e vado verso il gazebo, uno dei miei posti preferiti.
Mi siedo su una panchina sotto un lampione dove le stelle sembrano infinite, ed inizio a piangere, a sfogare tutto il mio dolore.
Guardando il cielo vede una stella meno luminosa delle altre e dà voce ai suoi pensieri
-Io sono proprio come quella stella, piccola piccola circondata da tutto il mondo che la condanna.
Non è giusto-
-Tu invece sei la stella più luminosa che conosco-
Mi spavento, riconosco la voce, Akito
-Oh, cia-ciao, mi hai spaventata-
-non preoccuparti, sono io-
Sana in tono ironico
-Per questo mi preoccupo-
-Mh?-
-Hahahah scherzo, siediti su- quel ragazzo già le aveva fatto dimenticare tutti i suoi problemi.
-Perché prima hai detto quelle cose?-
Sana facendo finta di niente dice -Eh?! Quali cose?-
-Non mentirmi Kurata!-
-E va bene, hai vinto, ho detto quelle cose e… ma…ma a te che importa!-
-Oh niente, pura curiosità, se non vuoi parlare fa niente-
-Ecco bravo! Non t’impicciare-
Akito se ne sta zitto e anche lui inizia a guardare le stelle poi Sana dice
-Che ci fai sveglio e in giro da solo a quest’ora?-
-Potrei farti la stessa domanda e poi…- dice con tono più ironico -…Non sono fatti tuoi-
-Uffaaaaaa!-
La ragazza inizia a imprecare mentre Akito ride sotto i baffi, gli era simpatica quella buffa ragazzina dai capelli rossi.
-Hei!-
Akito si gira dalla parte di Sana
-Si?-
-Ti posso chiamare… Aki?-
Akito un po’ sussulta poi dopo un tempo che sembrava infinito dice
-Sì-
Sana sorride e dice -Bene Aki adesso vado a casa, è molto tardi e parlare con te mi ha fatta sentire meglio-
-Allora ti accompagno-
Sana lo guarda un po’ titubante e Akito con tono da finto offeso dice
-Ehiiii guarda che non ti faccio niente-
-Ahahahah dai scherzo, certo che puoi accompagnarmi-
Akito fa uno dei suoi sorrisi rari, si alza e prendendola a braccetto dice -Allora andiamo principessina-
-Che galante! Hahahah-
-hehehe, lo so-
-Che vanitoso che sei!-
Poi all’improvviso cade un silenzio pensante e imbarazzante.
Dopo pochi minuti arrivano a casa Kurata e Akito la saluta con un bacio a guancia.
-Allora ci vediamo in giro- dice Sana -Certo! Ci vediamo… in strada-
E se ne va.
Sana rientra con molta lentezza in casa per non farsi sentire e in punta di piedi sale molto piano per le scale.
Appena varca la soglia della porta fa un sospiro di sollievo per non essere stata scoperta ma i pensieri le morirono quando anche sua madre varcò la porta.
Quest’ultima la guarda con severità e tristezza e dice
-Allora!? Dove sei andata a quest’ora della notte?-
-Ma da nessuna parte! Sono sempre stata qui!-
-Sana, per favore! Non mentire, ti ho appena vista con quel ragazzo e stavi rientrando, chi era? Il tuo ragazzo?-
Le guance di Sana diventano di un rosso fuoco ed inizia a balbettare
-Ma- ma- MA CHE DICI? No-non è vero, non siamo fidanzati.
È-è-è solo un… un amico, l’ho conosciuto oggi-
-E già siete diventati amici?-
-bhe, amici, che parola! Diciamo che siamo dei quasi-amici, lui mi fa sentire a mio agio, mi fa ridere e… e mi fa dimenticare i miei problemi-
-Quindi ti sei legata a lui-
-In un certo senso… Sì-
La madre sorride e Sana sospettosa dice
-HEIII, CHE COSA STAI PENSANDO?
IO NON TI PERMETTO DI PENSARE QUELLO CHE STAI PENSANDO-
-Ma io non sto pensando assolutamente niente-
-Mmmmh-
-Comunque, passando al discorso di prima… che ci facevi fuori
A quest’ora?-
-I-io… che ci facevo? N-niente, non riuscivo a dormire e sono uscita a fare due passi-
-A quest’ora?-
-Bhe sì, che c’è di male?-
Misako sa che Sana sta mentendo, lo sa, ma per non fare discussione con lei decide di cedere
-D’accordo, se lo dici tu-
Sana la guarda negli occhi e legge la delusione.
E adesso che le prende?
Perché fa così?
Si vede lontano un miglio che è delusa dalla sua stessa figlia.
Perché devo essere cosi una pessima persona per le persone che mi vogliono bene, perché?
-Mamma-
-Dimmi Sana-
-Tu… sei fiera di me?-
Misako sgrana gli occhi -Ma certo Sana, tu mi rendi orgogliosa ogni giorno.
Tu sei una forza della natura, hai superato la tua malattia con la forza interiore, hai creduto in te stessa ed io sono molto fiera di avere una figlia… una figlia come te.
Tu mi hai dato nella vita una nuova speranza-
-No, non è vero.
Adesso, quando hai fatto finta di credermi quando ho detto che sono andata a fare due passi ho letto nei tuoi occhi solo delusione.
In realtà io non sono così forte come dici, ogni notte mi maledico di essere nata…- Misako abbassa la testa, si sente in colpa
-…mi sento sempre in colpa per come tratto male sempre tutti, per come la vita mi ha tolto in un lampo la vivacità e positività che avevo molto tempo fa-
-Sana, io ti voglio molto bene e non puoi pensare che tu sia stata per me una delusione, anzi.
Tu nella mia vita sei apparsa come un uragano, mi hai ridato la speranza di ritornare a vivere.
È grazie a te che ho imparato cose che dalla vita senza una figlia non si potevano capire.
Tu sei stata il più bel regalo che la vita mi ha potuto dare-
-Mamma, anch’io ti voglio molto bene.
Non vorrei mai perderti- dice Sana singhiozzando
-Neanch’io Sana, neanch’io- dice Misako in un sussurro con la testa abbassata.
Nel frattempo un’altra persona ha ascoltato tutto e adesso camminava verso la strada deserta illuminata dai lampioni nella notte.
Quella notte Misako e Sana dormirono insieme unite in un abbraccio felici ma nella testa di Misako viaggiava ancora un senso di colpa, forse il più grande che abbia mai avuto.
- "Mamma, ti voglio bene, adesso mi sento più leggera.
Non ci saranno più segreti tra noi" –
- "Sana, anche se adesso tu ti sei tolta un peso dal cuore, io ho ancora il senso di colpa per non averti detto ancora la verità, tu non sei la mia vera figlia e ho sempre la paura che tu non mi possa perdonare e i tuoi veri genitori ti vengano a prendere, ho una grande paura di perderti" –
***POV RAN***
È da ore che sono rinchiusa in questo bagno, mi sento così sola, così vuota.
Dentro di me sento un macigno che non mi fa respirare.
In questo momento sento che il mio è un corpo senz’anima.
Sento le lacrime che ancora scorrono lungo il mio viso fino ad arrivare per terra.
Perché tutto deve sempre essere così difficile?
Perché proprio il giorno in cui ero decisa a dichiararti i miei sentimenti te ne sei andato lasciandomi sola? A questo punto non so neanche se ritornerai più.
Ma perché devo soffrire così tanto?
Basta, devo essere forte, devo far finta che non se ne sia andato, che ritornerà molto presto, molto… presto.
Si alza da terra e con un po’ d’indecisione apre lentamente la porta, Conan se ne è andato già da un pezzo e lei quando non lo vede tira un sospiro di sollievo, quel bambino le ricordava tremendamente Shinichi.
Vado in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare dato che non ho mangiato per molto tempo.
In casa non c’era nessuno, papà era ancora preso con il caso di quel tizio, Haruo e Conan non era in casa, fortunatamente.
Appena finito di mangiare Ran decide di andare a prendere una boccata d’aria fresca.
Gira per le vetrine dei negozi giusto per dare qualche occhiata
-Ran? Sei tu?-
Appena si gira vede Sonoko con un sacco di buste di magazzini diversi, sempre la solita.
-Oh ciao Sonoko, sei tu.
Bhe sì, stavo andando a fare due passi-
Sonoko conoscendo bene l’amica sa che ha un problema che si chiama Shinichi ma non le dice nulla, non vuole causarle altro dolore, quando vorrà si aprirà da sola.
-D’accordo, io invece stavo facendo compere-
-Lo vedo- e ride.
-Andiamo a fare un giro?-
-Certo-
Insieme camminarono a vuoto fino a quando Sonoko dice a Ran -Ran vuoi venire con me in un posto?-
-Dove?-
- È un segreto-
Ran fa un sorriso e la segue.
-Su corri, altrimenti non arriviamo in tempo!-
-Sì sì, ti seguo-
Una volta arrivati eravamo con il fiatone
-Piuttosto lontano eh Sonoko?-
-zitta di lamentarti che fra poco rimarrai estasiata-
Camminiamo per qualche minuto e arriviamo dinanzi ad un’isola.
Stava un sacco di gente, tutta vestita in yukata*.
Chi stava seduta su tappetini srotolati sull’erba chi invece in piedi guardando il cielo.
Faccio anch’io come quest’ultimi e all’improvviso un enorme suono rimbomba verso il cielo.
Ero rimasta estasiata, centinaia e centinaia di hanabi** stavano riempiendo il cielo.
A quel punto Sonoko mi trascina lungo la riva dell’isola.
-RAN SU AVANTI! TOGLITI LE SCARPE!-
Io la guardo e dopo pochi secondi rido -VA BENE!!-
Ci togliamo le scarpe e andiamo più vicino alla riva bagnandoci i piedi.
Io riporto la mia attenzione sul cielo e dopo pochi secondi ricomincia lo spettacolo, bianco, arancio, giallo, blu, verde, rosso… riempiono il cielo colorando oltre ad esso anche l’acqua sotto i nostri piedi.
Tantissime barche lanciano altri hanabi creando questa volta una pioggia di colori magnifica.
Il santuario di Itsukushima si trova al centro dell’isola dando più meraviglia al paesaggio.
Dopo molti altri minuti la festa finisce ed io guardo Sonoko che ancora è rimasta con il sorriso sulle labbra guardando il cielo.
Io l’abbraccio e dico
-Grazie grazie grazie GRAZIE AMICA MIA, TI VOGLIO TANTO BENE-
-Prego, ti è piaciuto lo spettacolo?-
-Certo! È stato davvero stupendo, ho scattato una foto come ricordo, guarda-
E le mostra la fotografia sul cellulare.
Sonoko ride e dice
-Bene adesso vieni, la nostra limousine ci sta aspettando per un altro giro mozzafiato amica mia!-
Io rimango interdetta poi le faccio un sorriso sincero e l’abbraccio più forte di prima
-Grazie, tu ci sei sempre per me-
Ran fa cadere una lacrima di commozione mista a tristezza.
-Su avanti! Non piangere.
Abbiamo appena visto uno spettacolo che dà l’idea della gioia e tu ti metti a piangere? No no, tu adesso smetti di piangere e andiamo con la limousine di mio padre verso la spiaggia che sta qui vicino e andiamo a fare un giro in barca, ci stai?-
Ran sorride ancora e urla -SIIIIII!-
*YUKATA= Lo yukata è un indumento estivo Giapponese.
Viene indossato principalmente durante gli spettacoli pirotecnici, alle feste bonodori ed altri eventi estivi.
Lo yukata è un tipo molto informale di kimono.
** HANABI= fuochi d’artifici - tempio di Itsukushima (più giù c'è "tempio di itsukushima, quelli sono i fuochi d'artificio che hanno visto Ran e Sonoko) http://www.giapponizzati.com/2014/03/25/migliori-hanabi-del-giappone/
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