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Autore: StellinA003    25/08/2015    2 recensioni
Questa storia la sto scrivendo anche nella sezione delle Fiction per Kodocha.
In questo cap. Non ci sarà l'HTML perché sto con il cellulare.
*****
Sana è una famosa attrice che dopo ben 7 lunghi anni a New York ritorna in patria, a Tokyo dove incontrerà 3 persone che le cambieranno totalnente la vita insieme ad un incidente
*****
Ran è una ragazza molto vivace, amica di tutti ma che più in là dovrà affrontare i conti con la realtà.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                             ***POV SANA***
Mi ritiro  subito  in casa,   saluto   mamma   e    mi  dirigo   a  passo  svelto  verso  la mia  camera.
Chissà   chi  era quel   bellissimo   ragazzo  biondo, Akito,  ma  mi   pare  di   averlo   già   visto, bho,  forse   mi  sbaglio.   Più   mi  guardo   allo  specchio,   più  mi dico che   non  ritroverò  mai  più  quelle  emozioni  forti  che  provavo   molto  prima  di  7  anni  fa.
Non  sono  più  quella  vivace  ragazzina  dalle   buffe   codine,
non  sarò  più  la   ragazzina  che  aiuta  sempre  tutti,
certo  con  Ran  mi  sono  saputa  sfogare, ho   lasciato  che  nel mio  cuore  entrasse    ma  ho  ancora   paura.
Paura   di  essere  nuovamente  abbandonata  dalla persona   di   cui mi  sono  fidata.
-TOC TOC-    Sana   sente  bussare  alla  porta   della  sua camera.
-Sana,  Sana  sono  io-   dice  la  voce  di  mia  madre  che  oggi  mi  sembra  molto  seria,  cosa  molto   strana  e  rara
-D’accordo   entra  pure-
Mamma   entra   e   lentamente   si avvicina   al  mio  letto,  si  siede  e   dopo  un  paio  di  minuti  inizia   a  parlare
-Sana,   sei  andata   da  quel  detective?-
-Sì  mamma  perché  me  lo chiedi?   Già  ieri  te ne   ho parlato-
-Oh n-niente,   pura  curiosità…-
-…e  dimmi,  come  ti  è sembrato?-
-Ma  mamma!   Che  domande  sono?-
lei  che  fino  a  quel momento  aveva  tenuto  la  testa  bassa  quando  la rialza   ciò  che  vedo mi  fa  seriamente  preoccupare,   mamma   stava   piangendo  lacrime  di   dolore.
Il mio  sguardo   era  molto  preoccupato   e   mi  chiesi  cosa   potesse  essere  successo
-Ma-mamma,  stai  bene?  Che  cosa  è  succ…-
Non  faccio  in  tempo  a finire  la frase  che   lei     esce  correndo  dalla  stanza in lacrime.
Sono   molto  preoccupata.
Forse  avrò  detto  qualcosa  di  sbagliato,  che  cosa   ho  fatto,  ho  fatto  piangere  mamma.
Che  persona   adesso  sono?   Faccio  piangere  le   persone  che amo  senza  neanche  rendermene  conto.
Che  cosa  mi sta   succedendo?   Sono  davvero  una  persona   così   pessima?
7  anni  fa  avrei   affrontato  la situazione   andandole  a parlare  ma   quando  mi  rinchiusi  in me stessa  diventai   triste  e   mi  sentivo  colpevole   di  tutto,  di non   essere   perfetta,  mi   maledicevo  per    essere  nata,  per  aver  causato  tanto  dolore   e   subire   tutte  quelle   pugnalate,   la  mia  vita  ormai  era  uno schifo,  non avevo nessuno  se  non mi    madre   che  oggi  l’ho  fatta   soffrire  per  chissà  quale  motivo   a me  ignoto  e  il  mio  manager  Rei   che   considero   come  un padre  certo   ma  che  per  i miei  capricci   non  è  più  un manager,  non volevo   più   lavorare   nel  mondo  della  televisione  e  del cinema  e   nonostante   le  sue   suppliche   io  ho  rifiutato   urlando   “Basta  Rei,  tu  non   sei mio  padre  e non  puoi  comandarmi,   della   mia  vita  ne faccio   quello   che  voglio”   solo   dopo   averlo  fatto  soffrire  mi   sono  resa  conto  del   dolore  che  gli avevo  causato,   le  parole  che gli   avevo  detto  non  erano  vere,  io  lui   lo consideravo  un  padre,   anche  in  quel   caso  ho    fatto  soffrire  una   persona  che  mi   voleva  bene   e   mi  sentivo,  mi  sento   e  mi sentirò  uno  schifo  per  tutto   quello  che  hanno  patito  per  colpa  mia.
Chissà  perché  mamma  mi ha  fatta  nascere*
Agli  occhi   di  tutti  gli  altri  sembro  una  persona  molto  solare  e  simpatica  ma  in  realtà   non  sono  più  la ragazza  di una volta,   adesso   mi   pento  di  essere   nata,   quando  sto  sola  do   libero  sfogo   a  tutti  i  miei  problemi   e  colpe  e  nessuno  lo  sa,  neanche i  miei  famigliari.
Mi  sento   un  completo  schifo.
Inizio  a  piangere ,  perché  tutto  questo  proprio a me?   Perché
Decido  di fare  una  passeggiata  anche  se ormai   è  già  molto   tardi  ma non  m’importa.
Mamma,  Rei e  la  signora   Shimura    staranno  sicuramente   nelle  loro  camere.
Esco   da   quella  casa   di   cui  ormai  sentivo  molto   spesso  la  presenza  dei   sensi  di   colpa   e   vado  verso   il  gazebo,  uno   dei  miei posti   preferiti.
Mi  siedo  su   una panchina sotto un lampione    dove  le  stelle   sembrano   infinite,      ed  inizio   a  piangere,   a   sfogare  tutto  il mio  dolore.
Guardando  il   cielo   vede  una   stella   meno   luminosa  delle   altre   e   dà   voce   ai   suoi   pensieri
-Io  sono   proprio   come  quella  stella,  piccola  piccola   circondata  da  tutto  il mondo  che  la condanna.
Non  è  giusto-
-Tu  invece   sei la  stella  più  luminosa   che  conosco-
Mi   spavento,   riconosco   la  voce,  Akito
-Oh,  cia-ciao,  mi   hai  spaventata-
-non  preoccuparti,   sono  io-
Sana  in  tono   ironico
-Per  questo  mi   preoccupo-
-Mh?-
-Hahahah  scherzo,   siediti  su-   quel   ragazzo   già   le  aveva   fatto   dimenticare   tutti  i  suoi   problemi.
-Perché  prima  hai detto   quelle  cose?-
Sana   facendo  finta  di niente   dice   -Eh?! Quali  cose?-
-Non  mentirmi  Kurata!-
-E va  bene,   hai  vinto,   ho  detto  quelle   cose  e…   ma…ma  a  te  che importa!-
-Oh  niente,   pura   curiosità,  se  non   vuoi  parlare   fa  niente-
-Ecco  bravo!  Non   t’impicciare-
Akito   se ne   sta    zitto  e  anche  lui  inizia   a   guardare  le stelle  poi   Sana   dice
-Che  ci fai   sveglio  e  in  giro  da solo   a   quest’ora?-
-Potrei   farti  la stessa   domanda  e   poi…-   dice  con   tono  più  ironico  -…Non  sono    fatti  tuoi-
-Uffaaaaaa!-
La  ragazza   inizia  a  imprecare  mentre   Akito   ride  sotto  i baffi,   gli   era  simpatica   quella  buffa  ragazzina   dai   capelli   rossi.
 
 
-Hei!-
Akito   si gira  dalla parte di Sana  
-Si?-
-Ti   posso   chiamare…   Aki?-
Akito  un  po’  sussulta  poi   dopo  un tempo  che sembrava   infinito   dice
-Sì-
Sana   sorride  e  dice   -Bene  Aki  adesso vado   a  casa,   è   molto  tardi e  parlare con  te mi ha  fatta sentire meglio-
-Allora  ti accompagno-
Sana  lo guarda  un  po’  titubante   e   Akito  con  tono   da finto   offeso  dice
-Ehiiii   guarda   che non  ti    faccio  niente-
-Ahahahah  dai  scherzo,   certo  che  puoi  accompagnarmi-
Akito   fa  uno  dei suoi   sorrisi  rari,   si  alza  e   prendendola  a  braccetto  dice   -Allora   andiamo   principessina-
-Che   galante!   Hahahah-
-hehehe,  lo  so-
-Che   vanitoso  che  sei!-
Poi  all’improvviso  cade  un   silenzio   pensante  e  imbarazzante.
Dopo   pochi minuti   arrivano a   casa   Kurata  e   Akito   la  saluta  con  un  bacio a  guancia.
-Allora   ci  vediamo  in giro-  dice  Sana       -Certo!   Ci  vediamo… in  strada-
E  se   ne va.
Sana   rientra  con   molta  lentezza  in  casa  per non  farsi   sentire  e  in   punta  di piedi  sale  molto piano   per le   scale.
Appena   varca  la  soglia  della   porta    fa  un  sospiro  di  sollievo    per  non  essere   stata   scoperta  ma   i  pensieri   le morirono  quando   anche  sua   madre  varcò   la  porta.
Quest’ultima  la guarda   con   severità  e   tristezza  e dice
-Allora!?  Dove  sei  andata  a  quest’ora   della  notte?-
-Ma  da nessuna   parte!  Sono  sempre  stata  qui!-
-Sana,  per  favore!   Non  mentire,  ti  ho appena   vista  con  quel   ragazzo  e  stavi  rientrando,   chi  era?  Il  tuo  ragazzo?-
Le   guance   di Sana  diventano  di un  rosso   fuoco    ed  inizia  a  balbettare
-Ma- ma- MA CHE DICI? No-non   è  vero,  non  siamo  fidanzati.
È-è-è  solo  un…  un amico,   l’ho   conosciuto  oggi-
-E  già   siete  diventati  amici?-
-bhe,  amici,  che  parola!    Diciamo   che  siamo  dei   quasi-amici,  lui mi  fa  sentire  a mio  agio,  mi fa  ridere   e…  e  mi fa   dimenticare i  miei  problemi-
-Quindi  ti  sei legata   a  lui-
-In  un certo  senso… Sì-
La  madre  sorride   e  Sana   sospettosa  dice
-HEIII,  CHE   COSA   STAI   PENSANDO?
IO  NON  TI PERMETTO   DI  PENSARE  QUELLO CHE  STAI   PENSANDO-
-Ma  io  non sto  pensando  assolutamente  niente-
-Mmmmh-
-Comunque,  passando  al  discorso  di   prima…   che  ci facevi   fuori
  A  quest’ora?-
-I-io…  che  ci facevo?  N-niente,  non  riuscivo   a   dormire   e  sono  uscita  a fare  due  passi-
-A  quest’ora?-
-Bhe  sì,  che   c’è  di male?-
Misako  sa  che Sana sta mentendo,  lo  sa,  ma  per non   fare   discussione  con lei  decide  di   cedere
-D’accordo,  se lo   dici  tu-
Sana  la  guarda   negli  occhi  e  legge   la  delusione.
 
E  adesso  che le  prende?
Perché fa così?
Si   vede  lontano  un miglio   che   è  delusa  dalla   sua  stessa   figlia.
Perché   devo  essere  cosi   una   pessima  persona  per le persone che mi   vogliono   bene,  perché?
 
 
-Mamma-
-Dimmi  Sana-
-Tu…  sei  fiera  di me?-
Misako   sgrana  gli  occhi     -Ma   certo   Sana,  tu  mi rendi  orgogliosa ogni giorno.
Tu    sei   una  forza  della natura,  hai  superato  la  tua malattia  con   la  forza  interiore,  hai  creduto  in te stessa   ed  io  sono   molto  fiera  di avere   una  figlia…   una  figlia   come te.
Tu  mi hai   dato   nella vita   una   nuova  speranza-
-No,  non è vero.
Adesso,  quando  hai  fatto  finta   di credermi   quando  ho  detto  che sono   andata  a fare   due  passi   ho  letto  nei tuoi  occhi   solo   delusione.
In  realtà   io non  sono  così  forte   come dici,   ogni  notte  mi maledico   di  essere  nata…-  Misako  abbassa   la  testa,  si  sente  in  colpa
-…mi  sento   sempre  in colpa  per   come    tratto  male   sempre  tutti,   per  come  la vita   mi ha   tolto    in  un   lampo la   vivacità  e   positività  che avevo  molto  tempo  fa-
-Sana,  io   ti  voglio   molto   bene e  non  puoi  pensare  che   tu  sia   stata   per me  una   delusione,  anzi.
Tu   nella  mia  vita  sei  apparsa  come  un  uragano,   mi  hai   ridato  la   speranza  di  ritornare   a  vivere.
È   grazie a  te  che  ho   imparato  cose  che  dalla  vita   senza  una  figlia  non  si  potevano    capire.
Tu      sei  stata  il  più  bel  regalo  che  la vita  mi ha  potuto dare-
-Mamma,  anch’io   ti voglio  molto bene.
Non  vorrei  mai perderti-   dice  Sana   singhiozzando
-Neanch’io Sana,   neanch’io-   dice   Misako in  un  sussurro con  la   testa  abbassata.
Nel  frattempo   un’altra  persona   ha  ascoltato  tutto  e    adesso   camminava  verso     la  strada   deserta  illuminata  dai  lampioni  nella notte.
Quella  notte   Misako e  Sana    dormirono insieme  unite   in  un  abbraccio  felici  ma  nella   testa   di   Misako    viaggiava  ancora   un  senso  di  colpa,  forse  il  più   grande  che  abbia  mai avuto.
 
 
- "Mamma,  ti  voglio bene,  adesso  mi  sento   più  leggera.
Non  ci  saranno  più  segreti   tra  noi" –
- "Sana,  anche   se  adesso  tu   ti  sei  tolta  un  peso dal cuore,   io   ho  ancora   il  senso  di colpa   per  non   averti  detto  ancora  la verità,  tu  non  sei la  mia   vera   figlia   e   ho  sempre la  paura  che tu  non  mi possa  perdonare   e   i  tuoi  veri  genitori   ti  vengano  a  prendere,   ho  una   grande  paura  di  perderti" –
 
 
                                                        ***POV RAN***
 
È   da  ore   che sono  rinchiusa  in  questo   bagno,  mi   sento   così  sola,  così  vuota.
Dentro   di  me  sento un   macigno   che   non   mi fa   respirare.
In  questo  momento   sento   che   il  mio    è  un  corpo  senz’anima.
Sento   le  lacrime   che   ancora   scorrono  lungo   il  mio viso  fino   ad  arrivare  per     terra.
Perché  tutto   deve  sempre  essere  così  difficile?
Perché   proprio   il  giorno  in  cui   ero  decisa   a    dichiararti  i  miei  sentimenti  te  ne   sei andato  lasciandomi    sola?   A   questo punto non so neanche  se   ritornerai  più.
 
 
Ma  perché   devo   soffrire  così  tanto?
Basta,   devo   essere  forte,   devo  far   finta  che non   se  ne sia   andato,   che     ritornerà  molto   presto,   molto… presto.
 
Si   alza  da   terra   e   con  un      po’    d’indecisione  apre  lentamente  la  porta,  Conan   se  ne   è  andato   già   da  un  pezzo  e  lei   quando  non   lo  vede  tira  un   sospiro  di  sollievo,   quel   bambino  le ricordava    tremendamente   Shinichi.
Vado  in  cucina  per  prepararmi  qualcosa  da   mangiare  dato  che  non   ho mangiato   per molto   tempo.
In  casa  non   c’era  nessuno,   papà   era   ancora  preso  con   il   caso  di   quel  tizio,  Haruo   e   Conan   non  era  in  casa,  fortunatamente.
Appena  finito   di mangiare   Ran    decide   di   andare  a  prendere  una  boccata   d’aria  fresca.
Gira   per  le   vetrine   dei negozi   giusto  per  dare   qualche   occhiata
-Ran?   Sei   tu?-
Appena   si  gira  vede   Sonoko   con  un  sacco  di  buste   di  magazzini   diversi,  sempre   la  solita.
-Oh  ciao   Sonoko,  sei  tu.
Bhe   sì,   stavo   andando   a   fare   due  passi-
Sonoko   conoscendo    bene   l’amica   sa   che  ha  un  problema   che   si  chiama   Shinichi   ma   non  le   dice   nulla,  non  vuole   causarle   altro  dolore,    quando   vorrà   si   aprirà   da  sola.
-D’accordo,   io   invece   stavo   facendo   compere-
-Lo  vedo-   e   ride.
-Andiamo  a  fare  un  giro?-
-Certo-
Insieme   camminarono   a   vuoto   fino  a  quando  Sonoko   dice   a  Ran  -Ran vuoi    venire   con  me  in  un  posto?-

-Dove?-
- È    un   segreto-
Ran   fa  un  sorriso   e  la  segue.
-Su  corri,  altrimenti  non  arriviamo   in  tempo!-
-Sì  sì,  ti  seguo-
Una   volta   arrivati  eravamo  con il   fiatone
-Piuttosto   lontano  eh   Sonoko?-
-zitta   di  lamentarti   che  fra  poco    rimarrai   estasiata-
Camminiamo  per   qualche  minuto  e   arriviamo   dinanzi   ad   un’isola.
Stava  un   sacco   di   gente, tutta  vestita  in    yukata*.
Chi   stava   seduta   su  tappetini   srotolati  sull’erba  chi   invece   in   piedi   guardando   il  cielo.
Faccio   anch’io   come   quest’ultimi   e   all’improvviso   un    enorme    suono   rimbomba   verso  il  cielo.
Ero   rimasta  estasiata,    centinaia  e centinaia   di   hanabi** stavano   riempiendo  il   cielo.
A   quel  punto   Sonoko   mi  trascina   lungo   la   riva   dell’isola.
-RAN SU AVANTI!   TOGLITI   LE SCARPE!-
Io la   guardo   e   dopo   pochi  secondi  rido  -VA BENE!!-
Ci   togliamo   le  scarpe   e   andiamo  più   vicino   alla   riva   bagnandoci  i  piedi.
Io   riporto  la  mia   attenzione   sul   cielo   e  dopo   pochi    secondi   ricomincia  lo   spettacolo,    bianco,  arancio,  giallo, blu,  verde,  rosso…   riempiono   il   cielo    colorando   oltre   ad  esso   anche  l’acqua  sotto   i   nostri   piedi.
Tantissime   barche  lanciano   altri   hanabi   creando   questa   volta   una   pioggia   di     colori   magnifica.
Il   santuario   di   Itsukushima      si   trova   al  centro   dell’isola  dando   più    meraviglia   al  paesaggio.
Dopo   molti   altri  minuti     la   festa   finisce   ed   io   guardo   Sonoko   che   ancora  è  rimasta  con  il   sorriso   sulle  labbra   guardando   il   cielo.
Io   l’abbraccio   e   dico
-Grazie grazie  grazie  GRAZIE  AMICA MIA,   TI  VOGLIO   TANTO   BENE-
-Prego,  ti   è  piaciuto   lo  spettacolo?-
-Certo!   È  stato   davvero  stupendo,   ho   scattato  una   foto   come   ricordo,   guarda-
E  le  mostra  la   fotografia  sul   cellulare.
Sonoko   ride   e  dice
-Bene  adesso   vieni,   la   nostra  limousine  ci   sta  aspettando  per  un   altro  giro   mozzafiato   amica mia!-
Io   rimango  interdetta   poi   le  faccio  un  sorriso   sincero  e   l’abbraccio   più   forte  di  prima
-Grazie,   tu   ci  sei  sempre  per  me-
Ran  fa  cadere   una  lacrima    di  commozione  mista  a  tristezza.
-Su  avanti!  Non   piangere.
Abbiamo   appena   visto   uno   spettacolo   che   dà   l’idea   della  gioia  e   tu ti   metti   a  piangere?  No no,   tu   adesso   smetti  di piangere    e   andiamo  con  la  limousine   di  mio   padre verso    la  spiaggia   che  sta   qui   vicino  e andiamo   a  fare  un  giro  in  barca,   ci  stai?-
Ran  sorride   ancora  e  urla  -SIIIIII!-
 
 
 
*YUKATA=   Lo yukata è un  indumento  estivo   Giapponese.
Viene indossato principalmente   durante   gli   spettacoli pirotecnici,   alle   feste   bonodori   ed   altri  eventi  estivi.
Lo  yukata  è   un  tipo  molto   informale  di  kimono.
 
** HANABI=   fuochi     d’artifici -  tempio di Itsukushima (più giù c'è "tempio di itsukushima, quelli sono i fuochi d'artificio che hanno visto  Ran e Sonoko)          http://www.giapponizzati.com/2014/03/25/migliori-hanabi-del-giappone/ 
 
 
 
 
 
   
 
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