Una come te

di Dreamer In Love
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8.

[Una come te, la porti al cinema d’estate,
dorme sul finale.]

 
Shade si lanciò sul divanetto foderato di rosso e infilò bibita e popcorn nel portavivande. Alzò lo sguardo sulla ragazza che, ancora in piedi, attendeva che il cobalto le prestasse attenzione. Stava sfoderando uno dei suoi adorabili bronci di protesta mentre gli occhioni cremisi erano lucidi dalla frustrazione.
- Che cosa c’è? -, domandò fingendosi noncurante, conoscendo già le lamentele della rossa.
Fine tirò su con il naso, arricciando ulteriormente le rosee labbra. Shade trattenne a stento una risata: adorava stuzzicarla.
- Non mi piace questo film! -, cantilenò stringendo le dita sottili in un pugno e incrociando le braccia al petto.
Il cobalto le rispose con un sorriso sghembo che fece trasalire la ragazza: picchiarlo per la sua arroganza o gongolare della sua bellezza? Optò, infine, per una via di mezzo, accasciandosi sul sedile e mantenendo l’adorabile broncio.
Shade si sporse verso di lei cercando contatto visivo.
- E dai! Non te la prendere! Settimana scorsa hai scelto tu, oggi tocca a me! –
Le iridi della rossa cercarono il soffitto per non cedere.
- La differenza sta nel fatto che grazie a me abbiamo visto un capolavoro della cinematografia mentre tu proponi un thriller splatter come se non ti avessi mai detto che li odio! -, borbottò mentre sul grande schermo cominciavano a comparire le immagini dei trailer.
Il cobalto alzò sorpreso un sopracciglio.
– Non pensavo tu sapessi pronunciare la parola ‘cinematografia’ . - 
La ragazza spalancò le labbra, scandalizzata e offesa.
- E comunque, -, continuò Shade, - Frozen è un banale film d’animazione. –
La bocca della giovane si spalancò ulteriormente mentre le iridi si rimpicciolivano per lo stupore.
- Questo è un insulto! E’ un capolavoro! Uno di quei film che non smetteresti mai di guardare! –
Il cobalto piegò gli angoli della bocca verso l’alto, tra sè, divertito dalla determinazione della sua ragazza.
- So che hai scaricato tutte le canzoni… -, commentò mentre iniziava a frugare nella tasca interna della giacca.
Fine annuì eccitata.
– Olaf è dolcissimo! –
Poi, la giovane si rabbuiò, voltandosi di nuovo verso il fidanzato.
- Comunque, tu hai scelto uno stupido horror! E dire che è pure S. Valentino… -
Davanti agli occhi, però, si trovò un tenero peluche bianco a forma di pupazzo di neve. Intanto, dalle casse della sala iniziavano le prime note di una melodia invernale. La rossa strabuzzò un paio di volte gli occhi.
- E’ Frozen! -, esordì, afferrando entusiasta il peluche e stringendolo al petto.
Il cobalto sfoderò un dolce sorriso avvicinando il viso a quello della rossa.
- Buon S. Valentino, amore mio. –




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