XI
-Non
sai mai quando essere forte, fino a quando essere forte é
l'unica
scelta che hai.-
Correva,
in quel corridoio con illuminazione soffusa.
Gli
odori di medicinali che gli perforavano le narici rivoltandogli lo
stomaco.
Continuò
a correre, la mente vuota se non delle parole confuse che gli aveva
detto quella ragazza al banco delle informazioni.
Non
poteva essere.
Non
ora.
Rallentò
quando la sua mente registrò il fatto che era arrivato.
Si
bloccò sul posto, incapace di fare i pochi passi che lo
avrebbero
condotto verso l'inferno.
“ Lei
é...?”
La
voce di uno dei medici lo riscosse dalle sue paure.
“ Io...”
Chi
era?
Il
suo ragazzo?
Sarebbe
potuto esserlo se fosse andato tutto come avevano previsto.
Un
suo amico?
Non
voleva essere solo quello ma era l'unico termine con cui poteva
chiamarsi in quel momento.
“ Un
suo amico.”
L'uomo
annuì “ Per ora lei é una delle poche
persone con cui possiamo
conferire. Era tra le persone da chiamare in caso di incidente. Non
riusciamo a contattare la sua famiglia.”
Taiga
scosse la testa “ Sua madre é in
Inghilterra.”
Ricordava
quando Kuroko gli aveva chiesto se poteva inserirlo nella lista delle
persone da chiamare nelle emergenze.
Ne
era stato immensamente felice e solo ora capiva il motivo e si dava
dell'idiota per l'ennesima volta per non averlo fatto prima.
“ Potete
chiamare voi la sua famiglia allora?”
Taiga
annuì ma non era questo che voleva sapere.
La
telefonata che aveva ricevuto non riusciva a toglierselo dalla testa.
<<
Signor Kagami... Siamo dell'ospedale cittadino... chiamiamo per
Kuroko Tetsuya...>>
Non
gli avevano detto cosa era successo ma aveva inteso che non era una
cosa semplice.
Eppure
non riusciva a far uscire le parole. Non ci riusciva.
Erano
bloccate in gola dal terrore.
Ma
doveva
sapere.
“ Cosa...Come...”
Non
disse nulla di sensato ma il dottore parve capire.
Prese
un bel respiro, l'uomo, prima di rispondergli.
Poi
alzò lo sguardo su di lui. Uno sguardo grave e preoccupato
“Non le
mentirò signore... Il suo amico è in sala
operatoria” a quelle
parole Taiga sentì il suo cuore perdere un battito e le
gambe
tremargli “ é grave... e non sappiamo se ce la
farà...”
Le
gambe cedettero e Taiga non seppe più mantenersi.
Cosa
diavolo era successo?
Perché?
Doveva
andare finalmente tutto a posto e invece...
Non
riusciva più a rialzarsi.
Che
motivo aveva?
La
sua ragione era in una sala operatoria con chissà cosa
aperto e
rischiava la vita.
Il
dottore gli s'inginocchiò accanto e poggiò una
mano sulla spalla.
“ E'
molto importante per lei?”
Taiga
ebbe la forza di annuire. “Più di chiunque
altro...”
Il
dottore gli sorrise “Allora devi essere forte, almeno per
lui.
Credi in lui.”
Quelle
parole riuscirono a farlo rialzare. A fatica e con a mente ancora
scombussolata, ma ce la fece.
Come
aveva detto il medico, doveva farlo. Per lui.
Si
mise seduto sulle sedie in sala d'aspetto e si permise di versare le
sue lacrime per ciò che stava accadendo, cercando di sfogare
la
disperazione.
Non
ci riuscì.
Il
dolore continuava a sconquassargli il petto e non riusciva a
respirare tanto era forte.
Aveva
bisogno di qualcuno al suo fianco.
La
prima persona che gli veniva in mente era dall'altra parte della
pota, sotto i ferri.
Con
la seconda, prese il telefono automaticamente e digitò il
numero sul
display.
Due
squilli e la voce dall'altra parte rispose.
<<
Taiga? >>
Non
sapeva che tono la sua voce avrebbe assunto ma aveva bisogno del suo
appoggio.
“Tatsuya...”
imprecò nella sua testa perché ne uscì
fuori un lamento che
avrebbe preoccupato di sicuro il fratello.
Esattamente
come aveva pensato il suo tono di voce allarmò Tatsuya.
<<
Taiga... stai bene? E' successo qualcosa? >>
Prese
un bel respiro, ma il dolore non si placò.
“ Kuroko...
lui è ...”
Non
riuscì a dirlo.
Non
ce la faceva.
<<
Taiga dove sei? Ti raggiungo...>>
“ Ospedale
...” riuscì a sfiatare.
Silenzio.
<<
Arrivo.>>
“ Muro-chin
ho fame...”
Tatsuya
sospirò mentre si asciugava le mani con lo strofinaccio.
Lui
e Taiga erano stati via quasi tutta l'estate ed ora per vendetta,
Atsushi gli dava il tormento chiedendogli di preparare i dolci
più
disparati e complicati.
Aprì
il frigo per prendere ciò che aveva nascosto la sera prima
alla fame
vorace del compagno.
“Ecco-”
fu interrotto dallo squillare del cellulare e come un
giocoliere,cercando di non fare danni, resse con una mano la torta
mentre con l'altra tirava fuori l'apparecchio dalla tasca.
Fece
un segno scocciato ad Atsushi che lo ricambiò con un alzata
di
spalle.
Lo
sguardo che gli lanciò fu comunque abbastanza minaccioso da
farlo
alzare dal divano per raggiungerlo.
Lesse
il nome sul display e aggrottò le sopracciglia: Taiga lo
aveva
informato del fatto che avrebbe finalmente chiarito con Kuroko-kun
quella sera.
Che
diavolo era successo stavolta?!
Attivò
la chiamata e quando sentì la voce spezzata del fratello
dall'altra
parte si gelò, mentre consegnava la torta nelle mani di
Atsushi, che
gliela tolse dalle mani e lo fissò perplesso.
“ Taiga...
stai bene? E' successo qualcosa?”
Atsushi
lo fissò apprensivo. Tatsuya non si lasciava mai coinvolgere
emotivamente, se non quando si trattava di Kagami.
Storse
il naso al pensiero che per il moro, il fratello, era una delle
persone più importanti.
Lui
non ci era riuscito.
Tatsuya
gli piaceva ma a parte scroccare qualche dolce ed averlo come
amico... non riusciva ad avere qualcosa di più.
Non
riusciva ad avere lui. E tutti lo sapevano, quanto fosse possessivo
sulle cose che gli piacevano.
Lo
vide sbiancare e s avvicinò preoccupato.
“ Arrivo.”
Attaccò
e per un attimo non riuscì a dire nulla e neppure ad alzare
lo
sguardo su Atsushi.
Quando
lo fece, Murasakibara rabbrividì.
“ Si
tratta di Kuroko-kun, Atsushi...”
Il
ragazzo si poggiò al mobile dietro di lui, le gambe che
tremavano.
“E'
in ospedale...”
La
torta finì per terra.
“
E'
grave.”
Atsushi
si volatilizzò nel ripostiglio per prendere le sue cose.
“Kagamicchi!”
La
voce di Mr Copia gli arrivò stridula alle orecchie.
Alzò di poco la
testa per fissare due figure che si avvicinavano di corsa.
“ Kise...”
sfiatò con un fil di voce.
Il
biondo rallentò, il volto pallido e spaventato dallo stato
in cui
versava il rosso.
“ Come...?
Dov'é?”
Kagami
prese la forza da chissà dove e riuscì a
spiccicare parola “ Lo
stanno operando...”
Ryouta
barcollò “ Come... ma che è
successo?!”
Taiga
scosse la testa.
Si
poggiò con la schiena al muro mentre Takao rimase immobile,
gli
occhi persi nel vuoto “ Tetsu-chan...”
Una
piccola parte del cervello di Taiga si chiese come avessero fatto a
venire a conoscenza di quello che era successo, ma la preoccupazione
cacciò via quella domanda inutile, tornando a fare da
padrone.
“Dobbiamo
contattare Chihiro...” fu la seconda cosa che
riuscì a mormorare
Kise e che ebbe il potere di far riscuotere gli altri due .
Takao
mise immediatamente mano al telefono e dopo aver digitato velocemente
il numero rimase in attesa.
“ Chihiro
?”
Kagami
li fissò perplesso. Non riusciva a capire al loro urgenza
nel voler
contattare Mayuzumi.
Chi
era quel ragazzo per Kuroko?
E
Takao?
Cosa
c'entrava in tutto questo?
Ancora
tante domande ma nessuna risposta.
“ Come?!”
Quell'esclamazione
fece saltare entrambi che volsero immediatamente il capo verso
Kazunari.
“ Oddio..
ora controllo immediatamente! Ti aspettiamo!”
Attaccò
e senza guardare in faccia nessuno si diresse a passo spedito verso
un medico che si stava avvicinando dalla parte opposta.
“ Scusi
… insieme al ragazzo lì dentro …
dovrebbero essere stati portati
anche tre bambini...”
A
quelle parole Kise sbiancò ancora di più se
possibile e corse
accanto all'amico per sentire meglio la risposta.
“Si
ma state tranquilli hanno solo un leggero principio d'intossicazione
da fumo...pare che il signor Tetsuya li abbia protetti fino
all'arrivo dei soccorsi e deve essere stato davvero un miracolo visto
le condizioni in cui era.”
Kise
fissò confuso Takao che gli rivolse uno sguardo apprensivo,
“ L'orfanotrofio
é bruciato... pensano sia doloso.”
Ryouta
barcollò.
“ Cosa
diamine é successo?!”
A
quell'esclamazione disperata rispose solamente il vuoto del silenzio.
Akashi
abbassò il telefono con mano tremante.
Il
mondo iniziò a cascare in mille pezzi.
Non
riusciva a guardare negli occhi Chihiro, consapevole di quanto per il
suo compagno fosse importante Tetsuya anche se non conosceva i
dettagli.
Atsushi
lo aveva appena chiamato mentre si dirigeva in taxi verso l'ospedale
con Himuro.
Cosa
era accaduto?
Chi
era il responsabile di quella tragedia?
Era
meglio che fosse fuggito oltreoceano o se l'avesse trovato, dubitava
che sarebbe tornato a camminare con le sue gambe.
Alla
fine dovette alzare lo sguardo verso Chihiro che aspettava poco
più
in la con un sorriso appagato che faceva male. Sorriso che
sfumò
appena vide l'espressione grave di Akashi e strisciò tra le
lenzuola
verso di lui, preoccupato.
“ Che
succede?”
Seijuro
chiuse per un attimo gli occhi cercando di trovare le parole adatte
“
Chihiro,si tratta di Tetsuya.”
Nel
momento in cui vide il terrore negli occhi del compagno,
capì che
non c'erano parole adatte per dare la notizia “ Non so
precisamente
cosa è successo ma dobbiamo andare in ospedale.”
Non
gli fece neppure finire la frase che già era uscito dal
letto ed
aveva iniziato a rivestirsi nel panico più completo.
Akashi
gli si avvicinò cercando di placare la furia con cui stava
cercando
di chiudersi la camicia.
Lo
afferrò per le spalle e lo scosse cercando di farlo tornare
lì con
sé con la testa.
“ Calmati...
in questo modo non lo aiuterai!”
Il ragazzo lo fissò impaurito.
Un terrore tale che non aveva visto mai nello sguardo di nessuno.
“ Tu...
tu non puoi capire.”
Quel
commento non piacque a Seijuro che non gli permise di sfuggire alla
sua presa” Allora spiegamelo Chihiro... perché hai
ragione : non
capisco.”
Il
compagno scosse la testa nel panico più completo “
No io...non
posso!”
Non
disse nulla Akashi, ma non lo lasciò, facendogli comprendere
che non
si sarebbe mosso fino a che non avesse ricevuto spiegazioni.
Alla
fine Chihiro si arrese e aprì bocca.
Cinque
minuti dopo erano entrambi sul taxi in direzione dell'ospedale.
Stavano
passeggiando per le strade.
Le
vacanze erano quasi finite e presto il nuovo anno scolastico sarebbe
iniziato.
Il
malato dell'oroscopo che Hyuuga avano dovuto ospitare in casa, appena
aveva sentito che sarebbe uscito per visitare il nuovo negozio
sportivo, se ne era fregato del fatto che fosse un appuntamento tra
lui e Aida e lo aveva costretto ad invitarlo.
Riko
fortunatamente aveva compreso i suoi problemi e non si era arrabbiata
per quell'intrusione..
Dopotutto,
se non si parlava di Oha Asa, la guardia tiratrice dello Shutoku era
piuttosto silenzioso e di piacevole compagnia.
Ovviamente
escludendo il fatto che la mattina aveva monopolizzato il televisore
a casa Hyuuga.
Nonostante
questo sua madre si era praticamente innamorata di lui e quindi non
c'era da sorprendersi se Junpei non fosse al settimo cielo per la sua
presenza.
Arrivarono
davanti al negozio sportivo ma all'entrata Riko si bloccò.
“ Aomine-kun...”
mormorò, attirando l'attenzione degli altri due che stavano
fissando
le vetrine, affascinati dai nuovi prodotti.
Davanti
a loro vi erano l'asso della Too e la sua manager.
“Oh
guarda Dai-chan! Shintaro-kun e gli amici del Seirin!”
Il
moro la guardò male “ Lo vedo da solo
Satsuki...”
Riko
sorrise “ Anche voi qui per il nuovo negozio?”
Satsuki
annuì ricambiando gioiosa come sempre “ Si!
Dai-chan ha bisogno di
nuovo paio di scarpe ed è sempre piuttosto categorico
riguardo marca
e tipo!”
La
coach scoppiò in una risata, ricordando che Kagami-kun aveva
esattamente e stesse pretese.
Stava
ancora ridendo quando sentì il cellulare nella tasca dei
jeans
vibrare e lei si apprestò a risponde sotto lo sguardo
perplesso
degli altri.
Fissò
un po' sorpresa il nome sul display prima di attivare la chiamata.
Sotto
minaccia, Kagami gli aveva confessato che quella sera aveva un
appuntamento con Kuroko e che si sarebbe finalmente dichiarato,
quindi si chiedeva come mai la stesse chiamando, quando i quel
momento sarebbe dovuto essere assieme alla sua ombra a fare
decisamente altro.
I
ragazzi davanti a lei, la videro perdere colore ad ogni parola
pronunciata dalla persona dall'altra parte e per questo Hyuuga le
poggiò una mano sulla spalla preoccupato.
All'improvviso
il telefono le cadde dalle mani, ma lei non parve prestargli
attenzione neppure quando lo calpesto.
Come
in trance corse in mezzo alla strada ed iniziò a cercare il
primo
taxi libero.
Hyuuga
la rincorse cercando di evitare di farla investire.
La
riportò sul marciapiede ma lei continuava dimenarsi cercando
di
liberarsi “ Dobbiamo andare Junpei! Dobbiamo
andare!”
Il
moro la afferrò per le spalle “Riko che diavolo
succede?! Chi era
al telefono?!”
Non
l'aveva mai vista in quello stato. Riko non si era mai comportata in
quel modo.
La
ragazza lo fissò nel panico più completo
“ Kagami-kun! Era
Kagami-kun! Ha detto che é all'ospedale e che stanno
operando
d'urgenza Kuroko-kun!”
Quelle
urla gelarono tutti e tre i ragazzi che impallidirono di colpo e
Satsuki crollò a terra mentre calde lacrime le scorrevano
sul viso.
Hyuuga
la mollò inorridito mentre scuoteva la testa . Daiki non si
muoveva,
lo sguardo vacuo perso nel vuoto.
Midorima
fu l'unico a riuscire a mantenere un minimo di controllo, nonostante
il petto fosse chiuso in una morsa costrittiva che gli toglieva il
fiato. So mise anche lui in mezzo alla strada ma con più
accortezza
della ragazza e riuscì a fermare il primo taxi che
passò.
Non
avevano detto altro da quando avevano scoperto dell'incendio e il
silenzio regnava opprimente nel corridoio davanti alla porta della
sala operatoria. Himuro e Atsushi erano arrivati pochi minuti prima
ed ora Tatsuya aveva un braccio attorno alle spalle di Taiga cercando
di confortarlo. Murasakibara era poggiato al muro accanto al loro e
non aveva toccato dolce.
Diceva
tutto sulla gravità della situazione.
Uno
scalpiccio di piedi fece alzare loro la testa verso l'entrata: Akashi
e Chihiro si stavano avvicinando a passo veloce.
Senza
che se ne accorgesse, dopo qualche minuto, Kagami si ritrovò
il
volto di Chihiro a pochi centimetri dalla faccia.
“ Come
sta?!”
Taiga cercò di distanziarsi di qualche centimetro ma il
ragazzo lo teneva ancorato per le spalle impedendogli di
allontanarsi.
“ Non
lo so … mi hanno detto solo che è grave e che
...” prese un
respiro tra i denti e le labbra tremarono nello sforzo di non
piangere ancora“ che non sanno se ce la
farà...”
A
quelle parole Chihiro si staccò, gli occhi sgranati e il
terrore sul
volto.
Sentiva
le gambe tremare, così indietreggiò fino a
toccare il muro con la
schiena e scivolare sul pavimento, con la testa tra le mani.
“
Tetsuya...”
Seijuro
non riusciva a muoversi. Per la prima volta in vita sua non sapeva
cosa fare.
Tetsuya
era sotto i ferri e lui non poteva fare nulla per aiutarlo.
Si
sentiva inutile e la sua famiglia tanto potente non poteva fare nulla
.
Una
cosa però poteva farla: stare accanto a Chihiro che stava
adendo a
pezzi con il rischio di perdere se stesso.
Riuscì
a muovere qualche passo e si accasciò accanto a lui. Non lo
abbracciò. Chihiro non era il tipo da accettare conforto e
abbracci.
Restò
al suo fianco, cercando di fargli sentire la sua presenza.
Se
ne fregò di essere su un pavimento lurido.
Passò
un'ora e di nuovo era sceso il silenzio.
Gli
unici movimenti erano quelli delle teste che si alzavano per
osservare a luce rossa che continuava a rimanere rossa.
Improvvisamente
altri rumori.
Si
voltarono in sincrono e cinque ragazzi li raggiunsero in fretta.
Aomine
arrivò per primo ma si bloccò all'improvviso alla
vista del biondo
seduto su una delle sedie.
“ Kise?!”
Il
ragazzo alzò lo sguardo vuoto su di lui e parve a malapena
riconoscerlo “Aominecchi...”
“ Come...
fai?”
Kise
riabbassò lo sguardo verso il pavimento “ Vivo con
Kurokocchi...
mi ha messo tra le chiamate d'emergenza.” Non gli importava
più di
nascondersi. Niente più aveva senso se Kurokocchi non usciva
sano e
salvo da lì.
Quelle
parole sconvolsero non poche persone: Kagami, che alzò di
scatto lo
sguardo stralunato sul biondo, Himuro ma era stupito in modo
più
lieve ed infine Aomine che invece non riusciva a credere che per
tutto quel tempo Tetsu gli avesse mentito.
Si
sentì tradito, ma rispetto al terrore di perderlo, era
decisamente
una sensazione più lieve.
Altre
due ore passarono.
Il
corridoio sembrava un accampamento profughi ma a nessuno importava.
Aomine
alzò lo sguardo verso la porta della sala operatoria proprio
nel
momento in cui la luce rossa si spense.
Si
alzò in piedi di scatto e Kagami seguì il suo
sguardo e poi si mise
in piedi anche lui.
Tutti
gli altri fecero lo stesso.
Pochi
minuti dopo le porte si aprirono ed un medico si avvicinò al
gruppo
mentre si toglieva guanti e mascherina con aria grave.
“ C'è
un parente ?”
Kagami
stava per dire che la madre era salita un ora prima su un aereo e che
sarebbe arrivata il giorno seguente, quando Chihiro fece un passo
avanti sotto lo sguardi interdetto di molti di loro, ma non tutti.
“ Io
...sono suo fratello”e si sentì sollevato dal
poterlo rivelare
finalmente.
Il
silenzio calò tombale.
Il
medico si avvicinò di qualche passo a lui ma
lasciò che potessero
sentire tutti.
“ L'operazione
è andata bene ma non è ancora fuori pericolo. Lo
abbiamo indotto ad
un coma con farmaci in modo da fargli risanare tutte le ferite. Lo
faremo uscire dal coma solo quando saremo certi che non
morirà
appena sveglio.”
Parole
dure che di buone notizie avevano solo il fatto che l'operazione
fosse andata per il meglio.
Tutto
il resto non lasciava molte speranze.
“ Se
posso essere sincero, il vostro compagno è fortunato anche
solo ad
essere sopravvissuto.
Un
proiettile gli ha perforato un polmone ed un altro gli ha sfiorato il
cuore. E' un miracolo che sia ancora vivo. Inoltre ha anche protetto
quei bambini con i colpi in corpo....quel ragazzo é un
eroe.”
Nessuno
ribatté e il medico si fece da parte mentre le porte della
sala
operatoria si aprivano di nuovo e la barella usciva.
Kagami
fu il primo che si avventò su di essa per vederlo.
Il
cuore si fermò : il corpo della sua ombra era pallido,
più del
solito. Quasi etereo.
Il
70% di pelle era coperta di bende, testa compresa.
Poggiò
leggermente la fronte su quella di Kuroko e chiuse gli occhi. Il solo
contatto con la sua pelle anche se minimo gli diede un sollievo
immenso.
Era
leggermente calda.
“ Kuroko...”
La
scena fu così commovente che quasi si commossero gli altri.
Quasi.
Fu spostato di forza. Chihiro prese il suo
posto ma non lo toccò.
Lo
fissava con uno sguardo che mise i brividi a Taiga: c'era
così tanto
affetto in quegli occhi che fece tornare le lacrime.
Ora
che sapeva che Chihiro era il fratello di Kuroko capiva molte cose e
soprattutto molte reazione del più piccolo in presenza del
ragazzo.
“ Signore...
dobbiamo portare il paziente nella sua stanza a terapia
intensiva.”
Le
infermiere lo spostarono e iniziarono a spingere la barella verso
l'ascensore.
“ Quando
la stanza sarà pronta potrete visitarlo ma sempre con
discrezione.”
Detto
questo le porte si chiusero e loro rimasero di nuovo soli.
Il
silenzio regnò per qualche secondo sovrano, poi Chihiro si
riscosse
e fermò il medico che aveva parlato con loro poco prima.
“ Ci
sono sopravvissuti dell'incendio?”
L'uomo
abbassò lo sguardo “ Come abbiamo detto al suo
amico, i tre
bambini che suo fratello ha protetto con il suo corpo.”
Il
ragazzo rimase un attimo in silenzio poi gli chiese il numero della
stanza.
“Si
può sapere che te ne frega? I bambini stanno bene... questo
basta
no?”
Chihiro
lo fissò un attimo “ Non sappiamo come abbia fatto
Tetsuya a
beccarsi quei proiettili se l'edificio è
bruciato.”
Esclamazioni
sorpresa e di assenso.
Erano
stati tutti così presi da Tetsuya che non avevano pensato
con
lucidità.
Akashi
gli si avvicinò fino a pararglisi davanti lo
fissò negli occhi “
Tu hai dei sospetti su chi é stato.”
Non
c'era domanda nella sua frase e Chihiro non si sorprese.
“ Si...
ma non ne sono sicuro. Per questo devo vedere i bambini. Potrebbero
aver sentito qualcosa.”
Voltò
le spalle a tutti e si diresse verso la direzione che gli aveva
indicato il medico.
Kagami
sostò a metà del corridoio, tra Chihiro e
l'ascensore.
Non
sapeva che fare.
Sentì
qualcuno poggiargli una mano sulla spalla e si voltò : erano
Riko e
Hyuuga.
“ Va
con lui Kagami... appena mettono a posto la stanza ti
contatto.”
Taiga
rimase un attimo incerto ma poi lo seguì.
Andarono
in cinque : lui, Chihiro,Akashi, Aomine e Kise.
Salirono
con l'altro ascensore un piano sopra e cercarono la stanza.
Fu
Kise ad aprire per primo la porta.
Gli
si strinse il cuore quando vide i tubicini attaccati alle piccole
braccia dei bambini.
Vecchi
e dolorosi ricordi gli tornarono alla mente: ricordi in cui vi era
lui al loro osto e altri in cui quei bambini gli avevano ridato la
gioia di vivere.
Appena
Yui lo vide gli si illuminarono gli occhi “
Ryou-nii...” mormorò
debolmente.
A
quelle parole, anche gli altri due si voltarono verso la porta e
sorrisero.
Kise
e Aomine si avvicinarono subito ai loro letti “ Come
state?”
Tutti
e tre fecero cenni positivi poi Akio fece la domanda “
Tetsu-nii
sta bene?”
Non
seppero rispondere, in quanto entrambi sapevano perfettamente quanto
fossero intelligenti e che non si facevano fregare facilmente
nonostante la giovane età.
“ No...
non molto.” Alla fine optarono per la verità.
Sbiancarono
tutti e tre “ Ma... ma starà bene, vero?”
Non
ebbero cuore di dirgli che non c'erano certezze così Kise
sorrise “
Certo che starà bene...”
Dopo
qualche minuto Chihiro si avvicinò e loro lo riconobbero
“
Chihiro-nii!”
“ Ciao
piccoli”.
Akashi
si godette la scena. Non lo aveva mai visto in quel modo.
“Ho
bisogno che voi mi diciate delle cose su quello che é
successo, ok?”
Yuichiro
distolse lo sguardo, ma Akio lo mantenne saldo nonostante non dovesse
essere facile “Servirà a Tetsu-nii?”
Chihiro
annuì e gli carezzò la guancia.
“Allora
va bene.”
Ci
pensò un attimo ma alla fine aveva bisogno di sapere tutto
dall'inizio per capire.
“ Mi
potete dire cosa é successo?”
Il
bambino abbassò la testa e il bip dei macchinari
aumentò
leggermente.
“ Eravamo
a giocare con Tetsu-nii nella nostra camera quando abbiamo sentito lo
sparo.”
Chihiro
strinse il lenzuolo, mentre Aomine e Kagami che era rimasto sulla
porta, s'irrigidirono.
“Tetsu-nii
uscì sulle scale e nella stanza entrò del
fumo...” Tossì per
qualche minuto e Chihiro si allarmò “ Tetsu-nii ci
disse di
aspettare in camera ma.. non siamo bravi ad obbedire agli
ordini.”
Sorrise
amaramente, cosa strana per un bambino di quell'età.
“ Pochi
minuti dopo Tetsu-nii.... siamo scesi anche noi.”
Chihiro
cercò di non forzarlo ma aveva in assoluto bisogno di
risposte.
” C'era
fumo dappertutto ma siamo riusciti a vedere … e a
sentire.”
“ Cosa?”
Il
bambino chiuse gli occhi e sembrò soffrire solo al ricordo
“
Tetsu-nii era davanti al salone e poco più in la c'era un
uomo...
Tetsu-nii lo ha chiamato -Padre-...”
Tutti
nella stanza s'irrigidirono e Kagami stava per scoppiare.
Chihiro
invece prese un bel respiro e strinse gli occhi.
Come
aveva immaginato.
Akashi
lo fissò per tutto il tempo, cercando di non perdersi
neppure un
cambiamento d'espressione.
“ Continua
per favore,Akio...” sfiatò a fatica Chihiro.
“Hanno
parlato un po' ma non abbiamo capito bene... poi l'uomo ha sparato e
dopo gli è crollato addosso una parte del tetto .
Il
fuoco era tutto attorno... avevamo paura, abbiamo urlato mentre
Tetsu-nii stava cadendo a terra.
Lo
abbiamo raggiunto e lui ci ha messo sotto di lui fino all'arrivo dei
medici.”
Il
bambino scoppiò a piangere e Chihiro se lo strinse al petto.
“ Sta
tranquillo.”
Subito
dopo Akio anche Yui si lasciò andare alle lacrime e ci
misero un po'
prima di addormentarsi.
Uscirono
dalla stanza e Chihiro si appoggiò al muro perché
le gambe parevano
non reggerlo.
Akashi
accorse da lui.
Sapeva
che sarebbe potuto succedere.
Era
tornato lì proprio per quel motivo.
Eppure
non lo aveva previsto.
Avrebbe
dovuto proteggerlo. Era il fratello maggiore e per l'ennesima volta
Tetsuya era stato ferito perché lui non era stato in grado
di
impedirlo. Aveva fallito.
Stavolta
non fu in grado di trattenere le lacrime e quelle presero a
scorrergli lente e calde sul volto.
Kagami
e Aomine si pararono davanti a lui. Kise rimase in disparte ancora
tropo scosso. Akashi li fissò male ma non poté
biasimarli.
“ Abbiamo
bisogno di spiegazioni.”
Chihiro
annuì e si strofinò il volto con un braccio.
“ Dopo, andiamo da
Tetsuya adesso.”
Presero
l'ascensore e salirono due piani.
Fu
Riko ad accoglierli e a portarli nella stanza giusta.
Chihiro
non riusciva ancora ad entrare così decisero d comune
accordo che
Kagami sarebbe stato il primo.
La
porta cigolò sommessamente e Taiga mosse titubante qualche
passo
all'interno chiudendosi la porta alle spalle.
Cercò
immediatamente la sua figura nella stanza e quando la trovò
il suo
cuore perse un battito.
Kuroko
aveva i capelli azzurri arruffati, il viso pallido e smunto, cosparso
di lividi e graffi rossi.
Kagami
sentì le gambe cedere di nuovo ma resistete e
trascinò la sedia lì
vicino.
Lo
contemplò in silenzio.
Si
beò della sua vista. Cercò di registrare ogni
particolare della sua
figura, nella sua mente.
Si
azzardò a prendergli la mano non cosparsa da tubi
trasparenti,
delicatamente e poggiò la fronte sulle lenzuola candide.
“ Non
puoi abbandonarmi Tetsuya...”
-E
ho paura di perderlo, ogni ora, ogni giorno,ogni secondo, ogni
fottuto istante.-
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