Erano sporchi e rozzi XVI
Personaggi: Ariovisto (Magna Germania), Liina (Aestii)
Erano sporchi e rozzi -XVI-
V’era
la luna, che era donna e Prima, e su di lei si contava il mistero della
vita e quello del tempo*- v’era la luna che aveva gli occhi dei
suoi figli, e dava il bianco alle loro pelli ed il biondo ai capelli.
Schioppettava ardente il focolare
nel buio, blando salvatore delle morse del gelo; soffiava faville di
brace all’aere, arrossando i volti pallidi e morsi dalla neve, e
chiarissimi ed affamati. Frate foco
ondeggiava sospinto dalla notte e minacciato dagli aghi fitti dei pini,
spettatore delle notti e dei silenzi, dei ringhi dei lupi e delle fiere
e delle loro bocche ritratte con un rantolo.
Fuoco, che era figlio del fulmine e di Wotan,
era coraggioso e discreto; sbirciava il volto trepidante d’una
piccola ninfa, che era giovane e aveva le gote rosse dei bambini, e gli
occhi erano tanto neri che solo le stelle avrebbero potuto
specchiarvisi con timidezza. Tratteneva gli stracci di un giovane
guerriero, che portava la neve sulla pelle livida e sui graffi, sui
capelli sporchi e negli occhi brillanti e vivi più delle gemme
delle Muse.
Lei mosse le manine tanto
velocemente, sulla casacca e sul mantello e sulle guance
dell’amico, ed era tanto spaventata mentre tentava di dargli un
bacio che il vento avrebbe potuto portarla via- eppure toccò le
labbra di Ariovisto, con la disumana gentilezza e innocenza che le
creature silvane parevano avere.
-Liina, cos’era?-
Ed il barbaro si asciugava le
labbra, temendo che lei, come le streghe, avesse voluto strappargli
l’anima o morderla e sporcarla- un bambino che conosce il dolore
del freddo e non quello d’un bacio, e che continuò a
sfiorare le labbra sino a che diventarono rosse e tirate dai propri
denti, “rosse come la terra Baltia”, pensò il Fuoco, “rosse come le sue piccole membra, il suo volto e la sua vergogna.”
Note:
*I popoli del nord, come i Celti,
utilizzavano la Luna come metro di tempo. Preferivano spostarsi di
notte, e allo stesso tempo di davano appuntamento ad una precisa fase
lunare- che regolava il ciclo della donna, portatore di vita. Vi sono
altri interessanti motivi del legame fra queste popolazioni e
l’influenza lunare, invito chiunque sia interessato ad
informarsi, potrebbe rimanerne piacevolmente stupito!
In ogni caso, parlo davvero di un
primo bacio. Strano e scandaloso, poiché spesso gli uomini del
nord usavano dare affetto all’altro appoggiando fra loro la
fronte e sfregando il naso, le guance. Poi Ariovisto è tanto
scemotto, che altro si può pretendere?
Ringraziamenti:
un grazie di cuore a chi segue e supporta la storia, un bacio grande
grande e la mia gratitudine! Mi raccomando, lasciate un commentino se
vi interessa, mi farebbe molto piacere.
Un abbraccio a McBlebber per la recensione!
Alla prossima, Blacket.
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