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{Quarta
classificata e vincitrice del ‘Premio IC’ al contest ‘Diamo lustro al
personaggio originale’ indetto da ladyriddle}
Notte
in Transilvania
°1991°
“Parla di una strega che si innamora di un vampiro, e ci sono anche i
lupi mannari. È bellissimo!”
“Grazie, Fardly” disse Kate con un sorriso, appuntando il titolo alla
lavagna. “Granger?”
“Be’, io credo che passare l’estate a leggere di fantasie per bambini
come maghi, unicorni e vampiri sarebbe una vera perdita di tempo, visto
che queste cose non esistono”
affermò con decisione la sua allieva più brillante. “Piuttosto,
consiglierei di provare Guerra e Pace.
Una lettura leggera, io l’ho finito in sei giorni.”
Kate si sforzò di continuare a sorridere, ma in cuor suo provò una
profonda tristezza per quella bambina cresciuta troppo in fretta.
Sapeva bene quanto fosse sveglia, ovviamente, ma… Guerra e Pace? Questo davvero non
l’aveva previsto. Avrebbe voluto risparmiarle la piccola umiliazione a
cui la stava inesorabilmente destinando, ma ormai era troppo tardi: non
segnare affatto la sua proposta nell’elenco sarebbe stato ancora peggio.
Non le restò che scrivere Guerra e
Pace sotto a Notte in
Transilvania, prima di tornare a girarsi verso la classe.
“Mitchell, tu invece che ci consigli?”
*
“Allora, quanti votano per Notte in
Transilvania? Cinque… dieci… Castark, è una mano alzata quella?
Allora tredici… quindici… ventuno! A quanto pare sei stata molto
convincente, Fardly” si complimentò Kate, appuntando il numero accanto
al titolo.
Non le sfuggì lo sbuffo infastidito della Granger, tristemente in
contrasto con i gridolini eccitati delle sue compagne.
“Quanti votano per Guerra e Pace?”
La mano della Granger fu l’unica a scattare nell’aria. La ragazza tenne
la testa alta e le labbra serrate mentre gli altri studenti
ridacchiavano. Kate capì che sarebbe stato meglio lasciar correre,
quindi si voltò per scrivere un solitario ‘uno’ accanto al titolo. Mai solitario quanto lei, però,
pensò, sentendosi terribilmente impotente.
Quando l’ultima campanella dell’anno risuonò per i corridoi, i suoi
alunni gridarono festanti e si precipitarono entusiasti verso la porta,
spintonandosi per uscire.
Kate li osservò assorta, le labbra increspate in un sorriso malinconico.
Fu un brusco rumore a riportarla alla realtà. La Granger era ancora in
aula, intenta a sistemare il diario nella cartella. Appena ebbe trovato
uno spazio dove incastrarlo nella moltitudine di libri e quaderni, si
infilò lo zaino e sistemò i legacci che le segavano le spalle.
“Buone vacanze, professoressa Stendeer.”
L’alunna era stata cortese come sempre, ma Kate fu colpita dalla sua
inusuale freddezza.
Kate sospirò. “Grazie, Hermione.” Avrebbe voluto scusarsi per averle
imposto quella lettura da quattro soldi, per non averla potuta
sostenere nella sua piccola crociata, per non essere riuscita a farla
integrare con i compagni. Avrebbe anche voluto dirle che non c’era
niente di male nel lasciarsi trasportare dalla fantasia, che i libri
erano fatti per sognare, che non bisognava avere paura di esplorare
universi immaginari. Avrebbe voluto perfino confidarle che la magia doveva esistere, perché ormai era
giunta alla conclusione che le strane cose capitate a Jack non potevano
essere nulla di diverso, per quanto folle potesse sembrare.
“Buone vacanze anche a te.”
La bambina salutò con un freddo cenno del capo e si avviò senza più
degnarla di uno sguardo. Ci saranno altre occasioni, si
disse Kate, ancora ignara del fatto che non l’avrebbe mai più rivista
attraversare quella porta, ancora ignara di quanto avrebbe rimpianto
quel misero buone vacanze.
°1998°
“Ecco, deve essere quella!” esclamò Jack, indicando la colonna tra i
binari nove e dieci. “Andiamo, papà!” disse saltellando elettrizzato,
tirando Nick per la mano.
Kate lanciò uno sguardo apprensivo al marito, ma si sentì rincuorata
dal suo sguardo sereno.
“Ce la faremo, tranquilla. Non saremo né i primi né gli ultimi tra i…
com’è che si chiamano quelli senza magia?”
“Babbani” disse Jack con sicurezza.
“Be’, non saremo certo i primi Babbani ad andare al binario nove e tre
quarti, no?”
“Immagino di no” concordò Kate con un sorriso, prendendo in mano la
gabbia del gufo.
“Dopo che ho portato papà torno a prendere te e Nox, non preoccuparti!
A tra pochissimo!” garantì Jack, la sua mano stretta sul manico del
carrello.
Kate stava per augurargli buona fortuna quando udì una voce alle sue
spalle.
“Ehm, scusatemi… ecco, be’, ho inavvertitamente ascoltato quello che
stavate dicendo…”
Kate sgranò gli occhi e strinse istintivamente Jack a sé, guardando con
terrore quel ragazzo magrolino con una zazzera di disordinati capelli
neri.
“Devi aver sentito male” disse Nick in tono minaccioso, mettendosi
davanti a lei e Jack.
“No, no, non deve preoccuparsi” disse il ragazzo con un sorriso
imbarazzato, alzando le mani in segno di resa. “Sono un mago anch’io”
sussurrò. “Non c’è niente di cui aver paura. Se vuole posso
accompagnare io sua moglie al binario, così vostro figlio non dovrà
fare avanti e indietro.”
Kate lo squadrò con sospetto. Aveva intensi occhi verdi e una strana
cicatrice sulla fronte, ma fu un altro dettaglio a colpirla. “Perché
non hai un baule, se stai andando alla scuola di magia?”
“Oh, io ho già finito, in realtà. Sono solo venuto a salutare degli
amici. Le assicuro che si può fidare di me.” Sembrava stranamente
divertito, come se sapesse qualcosa che lei non era in grado di
cogliere, e questo non le piacque affatto. Troppe volte era stata
ingannata dai suoi alunni perché potesse cascarci ancora.
“Sì, dicono tutti così” lo liquidò. “Possiamo fare da soli, grazie.”
Il sorriso del ragazzo si spense.
“Certo, scusatemi. Mi dispiace di avervi disturbati.”
Il ragazzo si allontanò, avvicinandosi alla barriera a passi sempre più
svelti. Quando fu a un passo dal muro Kate trattenere il respiro, ma il
ragazzo sparì in un guizzo. Era sembrato così semplice che per un
fugace istante Kate si pentì di non aver accettato il suo aiuto.
Strinse spasmodica il manico della gabbia mentre figlio e marito
spingevano il carrello verso la colonna, e quando Jack e Nick furono a
un soffio dallo schianto dovette usare tutto il proprio autocontrollo
per trattenere un grido, ma un attimo dopo si erano volatilizzati
entrambi.
Attese con impazienza che Jack ritornasse, battendo un piede a terra e
continuando a cambiare presa sulla gabbia, ma il suo cuore non smise di
battere forsennato anche quando suo figlio riemerse nella stazione.
“Tranquilla, mamma, è facilissimo” disse Jack entusiasta, prendendola
per la mano e trascinandola verso il binario. “E dentro è incredibile!”
Kate strinse la presa sulla gabbia e corse dietro al figlio, mentre il
gufo si agitava spaventato emettendo versi striduli. Quando furono a
pochi passi dalla colonna ogni fibra del suo corpo le urlò di fermarsi,
ma Kate serrò gli occhi e si lasciò guidare dal figlio, ignorando il
proprio istinto.
Un attimo dopo sentì la mano di Jack trattenerla e Kate rallentò,
sbattendo gli occhi.
Rimase a bocca aperta davanti allo spettacolo che le si parò davanti.
Una magnifica locomotiva scarlatta – l’Espresso per Hogwarts –
attendeva sul binario, liberando sbuffi di vapore candido. Nonostante
il treno sembrasse già piuttosto affollato, la banchina era ancora
stracolma di bambini, ragazzi e genitori vestiti nelle maniere più
disparate. C’era chi portava i jeans e chi indossava vesti lunghe fino
ai piedi, chi portava mantelli viola sgargiante e chi cappelli a punta,
e il vociare dei maghi era sovrastato dai versi di centinaia di gufi e
civette.
“Assurdo, vero?”
Non aveva nemmeno notato che Nick era in piedi a fianco a lei finché
lui non aveva parlato, e Kate scosse la testa, attonita. “È
incredibile…”
“Ehilà?” disse Jack, muovendo le mani davanti a loro. “Volete rimanere
come due pesci lessi tutto il giorno o mi aiutate a portare il baule
sul treno?”
Senza attendere una risposta, Jack prese la gabbia di Nox dalle mani
della madre e si avviò verso la locomotiva, non lasciando ai genitori
altra scelta che quella di seguirlo spingendo il carrello.
Quando furono vicini alla porta del treno sollevarono il pesante baule
dal carrello, e Kate sentì la mano farle male per via del peso e della
corta maniglia di metallo che premeva scomodamente le sue nocche contro
il baule. Dopo appena un paio di passi, non riuscì più a sopportare lo
sforzo e dovette fermarsi, posando il baule a terra per massaggiarsi la
mano dolorante.
“Ci sei?” le chiese Nick senza lasciare la presa, così che il baule
rimase sollevato dalla sua parte mentre il lato di Kate era poggiato a
terra.
Lei annuì in silenzio e si drizzò in piedi, facendo un profondo respiro
per riprendere fiato. Contò fino a cinque e poi si chinò per afferrare
il manico del baule, questa volta con l’altra mano.
“Aspetti, così dovrebbe essere più semplice” intervenne una ragazza dai
capelli crespi, dando un colpetto su entrambi i manici con quella Kate
riconobbe come una bacchetta.
“Incredibile!” esclamò Nick, gli occhi sgranati. “Incredibile!”
Kate capì cosa ci fosse di tanto sorprendente appena provò a issare il
baule e sentì che era diventato leggero come una piuma. Lo tirò su con
facilità e si girò per ringraziare dell’aiuto.
Aveva a malapena detto grazie,
quando gli occhi della ragazza si spalancarono dalla sorpresa.
“Professoressa Stendeer?”
Kate scrutò per un attimo la giovane donna dall’uniforme impeccabile e
dai cespugliosi capelli castani, e quando la riconobbe il baule le
scivolò via dalla mano per lo stupore.
“Granger?” chiese allibita. “Hermione Granger?”
“Si ricorda di me” disse lei, raggiante.
“Tu sei… sei una strega?” domandò Kate. Era strano dire quella parola
ad alta voce come se fosse normale – non si era ancora abituata
all’idea che non avesse un significato negativo nel mondo magico.
“Be’… sì, in effetti. Devo frequentare il mio ultimo anno a Hogwarts.
Chi l’avrebbe mai detto, vero?” disse la Granger divertita. “Immagino
che il bambino che è salito in treno un attimo fa sia suo figlio.”
Kate annuì, ancora incredula. “Si chiama Jack. E lui è mio marito
Nicholas” aggiunse un attimo dopo, ricordandosi delle buone maniere.
“Piacere” disse Nick, che aveva le mani occupate dal baule – ora
riusciva a sollevarlo da solo – e quindi si limitò a fare un cenno del
capo.
La Granger salutò con educazione e Kate rivide in lei la bambina
conosciuta tanti anni prima. Rimase sorpresa, però, quando lei le
strinse la spalla con fare rassicurante. “Mi assicurerò che Jack stia
bene, ve lo prometto. Comunque sono certa che se la caverà benissimo
anche senza il mio aiuto, vedrete.”
“Io… grazie… È un piacere rivederti... così” ammise Kate con un sorriso
timido. Guardò ora Nick ora la vecchia allieva, combattuta, e fu il
marito a venirle in aiuto.
“Porto il baule sul treno, ci rivediamo qui” le disse incoraggiante.
“Ci vediamo qui tra un attimo.”
La Granger capì il sottinteso, perché si spostò di svariati passi per
lasciare libera la porta del vagone, invitando Kate a seguirla.
“Pensavo che avessi cambiato scuola per avere un insegnante migliore”
confessò alla Granger senza riuscire a trattenersi.
“Oh…”
“Una che non ti obbligasse a leggere Notte
in Transilvania” aggiunse, alzando gli occhi al cielo.
“Non posso credere che ancora se lo ricordi!”
Kate annuì. Non era semplice scordare i fallimenti, ma aver ammesso i
propri timori davanti alla sua vecchia allieva la fece sentire
inaspettatamente sollevata.
“So di non sono stata una buona insegnante per te. So che –”
“Eccoti, finalmente!” le interruppe un ragazzo alto con i capelli
rossi. “Ma cosa diavolo stai facendo? Ti cerco da secoli!”
“Ron! Siete riusciti a liberarvi!” esclamò la Granger, mettendosi in
punta dei piedi e avvolgendogli le braccia al collo per dargli un bacio
a fior di labbra. Era raggiante, e Kate non poté che sorridere a sua
volta, piacevolmente stupita. Era bello vederla così felice – tra
l’altro, non ricordava che la Granger avesse denti così belli, ma in
fondo era la figlia di due dentisti.
Quando si separarono, il ragazzo le prese la mano e fece un cenno della
testa verso la folla sul binario. “Vieni con me, dai. C’è anche Harry,
vuole salutarti.”
“Ma io sono bloccata qui, devo aiutare quelli di primo anno a
sistemarsi! Puoi chiedergli di venire, per favore?”
“Impossibile, se mi avvicinassi a Harry da solo finirei per tirargli un
pugno, sta pomiciando con Ginny da quando è arrivato.”
“Ron, è la sua ragazza!”
“E tu sei la mia!” sorrise lui, con una certa malizia nello sguardo.
“Andiamo, c’è davvero bisogno che resti qui? Neanche Percy ha mai fatto
una cosa del genere.”
“Cosa vorresti dire con questo?” si irritò lei, assumendo un cipiglio
indispettito che Kate trovò terribilmente familiare.
A quanto pare anche il rosso lo trovò familiare, perché il suo tono si
addolcì immediatamente.
“Ecco, intendevo… non vorrai mica togliere ai genitori il piacere di
aiutare i loro adorati pargoli nel loro primo giorno di scuola, no? In
fondo hai tutto il resto dell’anno per dimostrarti la migliore
Caposcuola che Hogwarts abbia mai avuto, invece noi…” – le orecchie del
ragazzo divennero scarlatte mentre cercava le parole giuste, gli occhi
che vagavano senza meta – “… insomma, non passeremo poi tutto questo
tempo insieme e…”
La strategia del rosso parve funzionare, perché l’irritazione della
Granger si sciolse in un sorriso dolce e in un bacio a fior di labbra,
che lasciò il ragazzo piuttosto compiaciuto.
Solo quando Kate tossicchiò imbarazzata la Granger sembrò ricordarsi di
lei.
“Oh, professoressa, mi scusi” mormorò la ragazza, avvampando. “Ron,
questa è una mia vecchia professoressa babbana, la Signora Stendeer. Ha
scoperto che suo figlio è un mago, inizia Hogwarts quest’anno.
Professoressa, lui è Ronald Weasley.”
“Il suo ragazzo” sottolineò il rosso, come se ci fosse qualche
possibilità di fraintendimento. “Scommetto che era la prima della
classe anche alla scuola babbana, vero?”
“L’alunna più brillante che abbia mai avuto” confermò Kate con un
sorriso.
“Allora io e lei abbiamo qualcosa in comune, perché è anche la strega
più brillante che io abbia mai incontrato. Peccato che a Quidditch sia
così scarsa” aggiunse in tono scherzoso.
Kate non aveva la più pallida idea di cosa stesse parlando, ma cercò di
mascherare la sua ignoranza con una risatina educata e un tentativo
azzardato di cambiare discorso. “Adesso però sono curiosa di sapere
cosa hai pensato di Notte in
Transilvania, però!”
La Granger arrossì imbarazzata. “Ecco, in realtà… non l’ho mai
scoperto. Temo di aver dato inavvertitamente fuoco al libro con una
magia accidentale…”
“Tu hai dato fuoco a un
libro?” esclamò il rosso sbalordito.
Kate era altrettanto stupita, ma non ebbe tempo di esternare la sua
sorpresa.
“Harry!”
Il cuore di Kate mancò un battito, quando riconobbe il giovane che
agitò la mano in risposta all’esclamazione della Granger. Teneva la
mano di una splendida ragazza, che aveva i capelli la stessa sfumatura
del fidanzato della Granger.
“Finalmente la piovra si è staccata da mia sorella!”
Ma certo, la ragazza dai capelli rossi che stava alzando gli occhi al
cielo doveva essere sua sorella. Granger lanciò un’occhiataccia al
ragazzo e raggiunse il ragazzo con i capelli neri, abbracciandolo
stretto. Quanto è cambiata, pensò Kate,
quasi commossa. Ora è innamorata, ha
degli amici veri.
Un istante dopo, gli occhi verdi del ragazzo magrolino incontrarono i
suoi e Kate deglutì imbarazzata, esibendo un sorriso tirato. E neanche mezz’ora fa ne ho mandato
uno a quel paese. Ottimo lavoro!
Mentre Granger e il ragazzo si avvicinavano nuovamente a loro, molti
sguardi si posarono li seguirono. Dovevano
essere studenti particolarmente in vista quando erano a scuola,
immaginò Kate.
“Questo è il nostro migliore amico, Harry Potter, e questa è Ginny, la
sorella di Ron” li presentò la ragazza quando si ricongiunsero. “E lei
è la professoressa Stendeer, una mia vecchia insegnante.”
“Piacere” disse la ragazza, sfoderando un sorriso radioso.
“Ehm, salve. È… è un sollievo vedere che suo figlio è riuscito ad
accompagnarla qui senza problemi” commentò Harry Potter.
“Vi conoscete già?” chiese sorpresa la Granger.
“Ecco, io…” tentò Kate.
“Ci siamo incrociati prima di entrare al binario nove e tre quarti” la
interruppe il ragazzo. “Le ho offerto il mio aiuto per passare la
barriera, ma suo figlio ha insistito per essere lui ad accompagnarla.”
Kate gli sorrise riconoscente, apprezzando quella piccola bugia.
“Comunque è stato molto gentile da parte tua offrirti.”
“Grazie, Signora Stendeer.”
“Aspetta un attimo, non dirmi che lei
è la Babbana che ti ha preso per un pazzo maniaco!” esclamò il rosso.
Kate avvampò, ma annuì.
“Ehm, è stato solo un malinteso” commentò Harry Potter.
La ragazza dai capelli rossi li guardò sospettosa. “Di cosa state –”
“Sa, lei mi sta sempre più simpatica” la interruppe il fratello con
tono divertito, lasciando Kate di stucco. “Avrei pagato per vedere la
faccia di Harry dopo essere stato rifiutato! Aver salvato il mondo gli
ha dato alla testa” aggiunse con un occhiolino.
Sua sorella sghignazzò e perfino la Granger si concesse una risata.
“Salvato il mondo?” domandò Kate, perplessa. “È un qualche messaggio in
codice tra –”
“Mamma!”
Kate si girò verso l’ingresso del treno. Jack saltò giù con un balzo
festante, seguito da Nick, e lei li raggiunse subito.
“Non sai quanto è pieno il treno, mamma” disse Jack concitato. “Io e
Neal ci abbiamo messo un’eternità a trovare uno scompartimento libero!”
“Neal?”
“Il suo nuovo migliore amico” spiegò divertito Nick.
“Anche lui è del primo anno. Viene da una famiglia di maghi e sa un
sacco di cose! Lo sai che l’anno scorso a Hogwarts c’è stata una mega
battaglia? C’erano anche i giganti!”
“Jack, faresti meglio a non credere a tutto quello che ti raccontano”
lo ammonì Kate. A quanto pare aveva avuto ragione a temere che qualche
ragazzo cresciuto da maghi si sarebbe preso gioco di lui. Fu in quel
momento che realizzò quanto fosse stata fortunata a incontrare la
Granger. “A proposito, vedi quella ragazza riccia laggiù? È stata mia
alunna prima di venire a Hogwarts, ed è una Caposcuola all’ultimo anno,
quindi potrai chiedere a lei se hai qualche dubbio. Scommetto che ti
dirà che non c’è stata alcuna guerra dentro la scuola.”
Jack stava per ribattere, ma il padre lo precedette.
“Di nuovo quel ragazzo!” sussurrò con rabbia.
“Oh, no, è uscito fuori che era davvero un bravo ragazzo” ammise Kate.
“È un caro amico della Granger.”
“Hai detto Granger, mamma?”
“Sì, Hermione Granger, la mia vecchia alunna. Perché?”
“Perché?” strepitò Jack,
attirando l’attenzione della Granger e di tutti i suoi amici. “Mamma, è
la migliore amica di Harry Potter,
quello che ha sconfitto Tu-Sai-Chi nella battaglia di Hogwarts! Neal
dice che è la strega migliore che ci sia! E il suo ragazzo è Ronald Weasley, l’altro migliore
amico di Harry Potter, e sua sorella Ginny era a Hogwarts quando…”
Mentre Jack continuava a raccontare, Kate si girò attonita verso i
quattro ragazzi,
e i loro sorrisi colpevoli valsero più di mille parole. Dopotutto, pensò Kate, questo Neal non sarà poi così male come
amico.
***********
Ciao! Ed eccomi qua, con la mia
prima storia con un OC protagonista. (Kate è anche il primo vero OC di
cui abbia mai scritto nel fandom di HP). L’ispirazione è nata un po’
grazie a ladyriddle e al suo contest, un po’ grazie a un’altra mia one
shot, Di Matilde, Guerra e Pace. Se
volete scoprire cosa pensò Hermione di Notte in Transilvania e come reagì
alle sue magie accidentali, è la lettura giusta per voi :P
Ho come sempre un papiro di
note! - Ron e
Harry sono arrivati insieme a King’s Cross dall’Ufficio Auror. Ron è
entrato mentre Harry andava a capire se quella famigliola chiaramente
al primo assaggio del mondo magico avesse bisogno di aiuto, memore
della propria esperienza. Quindi Ron non li ha visti bene in faccia, né
viceversa. - Non ho
enfatizzato problemi di ‘traffico’ di entrata al binario sulla scia dei
romanzi della Row. - Non ho
enfatizzato molto il fatto che il trio fosse al centro dell’attenzione
perché anche gli altri anni non lo sono in modo particolare. Ovviamente
li notano, ma non è che li fermano per foto/autografi… Magari qualcuno
avrà stretto loro la mano o fatto loro i complimenti, ma a mio avviso è
una cosa a cui l’ignara Kate non ha fatto particolarmente caso. - Di solito
non sopporto l’uso del colore dei capelli per identificare la persona
(piuttosto, ripeto il nome), ma in questo caso per me la cosa è la
naturale conseguenza dell’uso del pov di Kate. Perché dovrebbe
memorizzare il nome di Ron? Io se incontrassi una persona con i capelli
rossi penserei a lui come ‘il roscio’ prima di memorizzare il nome… Lo
stesso vale per Ginny, mentre Kate pensa a Harry come ‘Harry Potter’
perché la sua attenzione è focalizzata su di lui per via dell’equivoco
vissuto. - Ho scritto
‘battaglia di Hogwarts’ con la minuscola perché a parlare è Jack, che
in quel momento non lo vede come un ‘nome proprio’ di un evento (tipo:
le Nozze Rosse di GoT), ma come una cosa che è successa (tipo: le
inasioni degli Unni). Spero di essermi spiegata xD - In alcuni
dialoghi appare la virgola/il punto prima della congiunzione E: è una
scelta meditata (per enfatizzare la pausa).
Concludo con un grande
ringraziamento e rinnovando l’invito a leggere – se vi va – la storia
che ha ispirato questa one shot (a cui personalmente la preferisco) ^^