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Autore: Isidar Mithrim    22/09/2015    7 recensioni
Da più di mille anni ogni estate, in Gran Bretagna, la vita di qualche undicenne cambia radicalmente.
Ecco le storie di quattro di loro.
Il primo l’ho scelto perché ha vissuto per troppi anni nell’illusione di essere un mago – Di missive, felini e promesse
Il secondo, invece, perché ha vissuto per troppi anni nella convinzione di non esserlo – Di Fichi, abbracci e rospi
La terza perché ha avuto abbastanza senno da accorgersi di essere speciale, ma troppo senno per ammetterlo – Di Matilde, Guerra e Pace – Prima e seconda parte {Prima classificata a pari merito al contest 'La prima volta non si scorda mai' indetto da blackjessamine sul forum}
Il quarto perché la sua vita era già cambiata a cinque anni e non credeva di avere una seconda opportunità – Di Mollicci, Gobbiglie e cipresso
{La prima one shot si è classificata quinta al contest 'Ciò che non ci han detto' indetto da visbs88 sul forum}
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Neville Paciock, Remus Lupin, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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La terza, perché ha avuto abbastanza senno da accorgersi di essere speciale, ma troppo senno per ammetterlo.


Di Matilde, Guerra e Pace
Prima parte

°1985°

“Scusi, è lei il bibliotecario?”
“Sono proprio io” confermò l’uomo con la barba bianca al bancone, accogliendola con un largo sorriso e un piccolo inchino. “Al tuo servizio, signorina.”
“Sto cercando un libro, signore.”
“Sei nel posto giusto, allora” le disse il bibliotecario con un occhiolino. “Ti ricordi come s’intitola?”
“Oh, non un libro in particolare. Ne vorrei solo uno con una storia vera, non di quelli per bambini piccoli con le filastrocche e i disegni.”
Il signore ridacchiò divertito.
“Tu devi essere una bambina molto intelligente, eh?”
“E anche molto esigente” aggiunse la mamma con un sorriso, passandole una mano tra i capelli. “A quanto pare Elmer l’elefante variopinto è una lettura troppo banale per lei.”
“L’ho finito in tredici minuti!” protestò Hermione. Era ovvio che l’avesse trovato banale.
“Be’, sono certo che riusciremo a trovare un libro vero che vada bene per te” garantì il bibliotecario. “Venite, vi faccio vedere il reparto ragazzi”
Hermione annuì soddisfatta e lo seguì, sforzandosi di non restare indietro lungo le scale.
“Dimmi un po’, signorina, quanti anni hai?”
“Cinque e mezzo” rispose subito Hermione. Non era come quei bambini che neanche sanno contare, lei.
“Cinque e mezzo? E già leggi? Allora sei ancora più intelligente di quello che pensavo!”
“Sono l’unica della mia classe che sa leggere” commentò Hermione, certa che così avrebbe chiarito tutto. “Le altre bambine giocano ancora con le Barbie.”
“Ogni tanto potresti giocare anche tu, Hermione. Non c’è niente di male nel farlo, i libri non scappano mica” disse la madre.
“Oh, be’, a volte quelli della biblioteca scappano eccome! Un giorno scompaiono e non tornano più!”
“Scompaiono?” domandò Hermione, mentre il cuore cominciava a batterle forte. “Intende… nel nulla?”
Hermione sentì la mano della madre stringersi forte sulla sua spalla, ma il bibliotecario si limitò a ridacchiare.
“Più che altro, a casa di qualcuno. Purtroppo non tutti si ricordano di riportare i libri presi in prestito, ma sono certo che non sarà il tuo caso” aggiunse con un sorriso. Il cuore di Hermione cominciò a rallentare di nuovo, fino a tornare silenzioso. Non c’era alcun bisogno di preoccuparsi: i libri non potevano semplicemente sparire nel nulla. Niente poteva sparire nel nulla, la maestra l’aveva detto chiaramente quando Julia si era inventata che la sua Barbie era scomparsa all’improvviso mentre ci giocava.
“Ed eccoci qua, questo è il reparto ragazzi!”
Hermione annuì compiaciuta: solo il cartello all’inizio del corridoio lo distingueva dal resto della biblioteca. Anche qui c’erano scaffali su scaffali pieni di libri, libri veri.
“Dammi un attimo per scegliere qualcosa da proporti, poi mi dirai quale storia ti ispira di più, va bene?”
Hermione guardò rapita il bibliotecario passare di ripiano in ripiano sfiorando i libri con le dita, alla ricerca del titolo giusto. Ogni tanto si fermava e tirava fuori un libro per guardarlo meglio: a volte annuiva soddisfatto e lo infilava sotto il braccio libero, altre volte lo rimetteva a posto, scuotendo la testa.
Le sembrò molto contento quando finalmente tornò da lei, quattro libri di colore giallo chiaro stretti nella mano destra.
“Et voilà!”
Il signore prese il primo libro con la mano libera e le fece vedere la copertina, una foto di una ragazza bellissima in un vestito verde acqua.
L’incantesimo del lago. Racconta di una principessa che viene maledetta da uno stregone crudele e – ”
“Ho già visto il cartone” lo interruppe subito Hermione. “E poi non voglio una storia con una principessa.”
“Niente principesse? Sul serio?” esclamò lui sorpreso.
Hermione scosse la testa, facendo danzare i suoi riccioli disordinati.
“Be’, suppongo che avrei potuto immaginarlo! Ora capisco perché ha detto che ha una figlia esigente” disse il bibliotecario a sua mamma, strappandole un sorriso.
Il bibliotecario sgranò gli occhi dalla sorpresa. “Niente principesse? Sul serio?” Hermione scosse la testa, facendo danzare i suoi riccioli disordinati.
Lui ridacchiò compiaciuto. “Be’, suppongo che avrei dovuto immaginarlo!” esclamò poi, facendo un occhiolino a sua mamma. “Ora capisco perché ha detto che ha una figlia esigente.”
“Oh, ero certa che se ne sarebbe accorto presto” sorrise lei di rimando. “Avrei dovuto avvisarla che non avrebbe apprezzato le principesse.”
Hermione sbuffò spazientita. “Non è colpa mia se le principesse sono noiose” disse irritata. Quante volte doveva spiegare a sua mamma che a lei quelle cose non piacevano?
“Assolutamente nulla di male, ma questo allora non te lo faccio neanche vedere” sorrise il bibliotecario, spostando il secondo libro in fondo alla pila. “Il terzo è Il Giardino Segreto. È la storia di una bambina che un giorno scopre come entrare di nascosto in un giardino e comincia a esplorarlo insieme al suo amico Colin. Che ne dici, potrebbe andare?”
Hermione studiò con attenzione il disegno in copertina. In mezzo alla pagina una bambina con dei ricci capelli biondi e un cappottino rosso sbirciava attraverso una siepe.
“Forse” concesse con una punta di curiosità. Prima di decidere, però, voleva vedere anche l’ultimo libro.
“Esigente e anche prudente! E secondo me fai bene, perché è arrivato il momento di vedere la mia quarta proposta.... e ti assicuro che non è un caso che l’abbia tenuta per ultima” le confidò, mostrandole la copertina.
Una bambina dai capelli lisci sedeva su un rettangolo di legno e guardava assorta davanti a sé, un grosso volume aperto sulle gambe. Dal pavimento si alzavano attorno a lei pile e pile di libri di tutti i colori. Nel momento esatto in cui vide il disegno, Hermione capì.
“Racconta di –”
“Prendo questo.”
Il bibliotecario le fece un gran sorriso. “Sapevo che avresti scelto Matilde. O forse dovrei dire che è stato il libro a scegliere te…”


°1991°

Giugno

“… Parla di una strega che si innamora di un vampiro, e ci sono anche i lupi mannari. È bellissimo!”
“Grazie, Fardly” disse la professoressa, appuntando il titolo alla lavagna. “Granger?”
“Be’, io credo che passare l’estate a leggere di fantasie per bambini come maghi, unicorni e vampiri sarebbe una vera perdita di tempo, visto che queste cose non esistono” affermò Hermione, le sopracciglia sollevate a darsi un’aria di superiorità. “Piuttosto, consiglierei di provare Guerra e pace. Una lettura leggera, io l’ho finito in sei giorni.”
La professoressa sembrò esitare, ma alla fine segnò il titolo sotto a Notte in Transilvania, per poi tornare a girarsi verso la classe.
“Mitchell, tu invece cosa ci consigli?”


*

“Allora, quanti votano per Notte in Transilvania? Cinque… dieci… Castark, è una mano alzata quella? Allora tredici… quindici… ventuno! A quanto pare sei stata molto convincente, Fardly” sorrise la professoressa, appuntando il numero accanto al titolo.
Hermione sbuffò rumorosamente, cercando al tempo stesso di far trapelare tutto il suo disappunto e di ignorare i gridolini eccitati delle sue compagne di classe.
Fu senz’altro più difficile Restare indifferente alle risatine di scherno che si diffusero quando lei alzò la mano, ma Hermione tenne il braccio sollevato fino a quando la professoressa non ebbe finito di scrivere un uno accanto a Guerra e pace.

Quando l’ultima campanella dell’anno risuonò per i corridoi, i suoi compagni strillarono come bambinetti delle elementari e si precipitarono festanti verso la porta, spintonandosi per uscire.
Hermione distolse lo sguardo da quella marmaglia e si ritrovò a fissare la frase che aveva appena scritto.
Compiti di inglese per le vacanze: leggere ‘Notte in Transilvania’ di Stacey Moore.
Con uno scatto rabbioso della mano chiuse il diario e lo infilò nella cartella, quindi si alzò, si mise lo zaino sulle spalle e sistemò i legacci per sopportarne meglio il peso.
“Buone vacanze, professoressa Stendeer” disse con fredda cortesia.
“Grazie, Granger.” L’insegnante fece un respiro profondo, dandole l’impressione che volesse dirle qualcosa di importante. Evidentemente si sbagliava. “Buone vacanze anche a te” fu tutto ciò che la Stendeer si degnò di aggiungere.
Hermione salutò educatamente con la mano e si avviò verso la porta.



*

Jayne aveva dodici anni, lunghi capelli neri, intensi occhi azzurri e un fisico minuto. Insomma, all’apparenza era una ragazza come tante altre, se non fosse stato per un piccolo dettaglio…
Jayne era una strega.
Mentre le altre mamme insegnavano alle sue amiche a cucinare, la sua le faceva preparare delle pozioni magiche; mentre le proprie compagne imparavano a danzare, lei studiava gli incantesimi per far muovere gli oggetti. Mentre le ragazze normali si preoccupavano solo di non sporcarsi i vestiti, lei veniva addestrata a cacciare vampiri.

Hermione chiuse il libro con un colpo secco. Non aveva ancora finito la prima pagina e già lo odiava.
Che idiozia, pensò con rabbia. Nessuno può muovere gli oggetti senza usare le mani. Nessuno. Né con il pensiero, né con la magia.
“La magia non esiste” ribadì a denti stretti.
Perché di una cosa era convinta: la magia esisteva solo nei libri… I libri per bambini stupidi.

*

Erano passati otto giorni dall’ultima volta che Hermione aveva aperto Notte in Transilvania, ma ora che aveva finito I Miserabili non aveva più scuse per rimandare la lettura assegnata per le vacanze.
Recuperò il libro dal comodino e sedette alla scrivania. Di solito leggeva sul letto, ma quella robaccia non era degna di essere considerata una ‘lettura’.
È solo un compito, si ripeté Hermione. E i compiti non si fanno a letto.
Cercò il segno, fece un sospiro rassegnato e riprese a leggere.

Perché era proprio quella la specialità della sua famiglia. Cacciare vampiri era un’arte che si tramandavano di madre in figlia da generazioni e così sarebbe stato fino a quando i vampiri della Transilvania non si fossero definitivamente estinti.
La madre le assomigliava molto: aveva i suoi stessi capelli castani e crespi, gli stessi occhi nocciola e perfino gli stessi denti sporgenti.

Hermione rimase paralizzata per un attimo, il cuore che le martellava feroce nel petto. I suoi occhi ripercorsero febbrili quell’ultima la frase e poi risalirono fino a posarsi sulle prime righe.

Hermione aveva undici anni, crespi capelli castani, intensi occhi nocciola e i denti davanti un po’ sporgenti. Insomma, all’apparenza era una ragazza come tante altre, se non fosse stato per un piccolo dettaglio…
Hermione era una strega.

Lasciò cadere il libro d’istinto, come se fosse improvvisamente diventato rovente, e scattò in piedi terrorizzata mentre prendeva davvero fuoco.
“Ti prego, spegniti, spegniti, spegniti!” squittì, fissandolo con orrore. “Ti prego, per favore, spegniti!”
Un attimo dopo, sulla scrivania intonsa restava solo un mucchietto di cenere.
Hermione lo fissò sconcertata, il respiro ancora affannato.
Come per magia il piccolo incendio si era spento, ancora più rapidamente di quanto fosse divampato.
No, non per magia, si corresse Hermione, imponendosi di calmarsi. L’incendio si è spento solo dopo aver consumato tutto il libro. Oppure deve essere stato il vento.
Tuttavia la finestra era chiusa, si rese conto Hermione. Si avvicinò e la spalancò, anche se stranamente non si sentiva odore di bruciato. Poi tornò verso la scrivania, rialzò la sedia e prese in mano il cestino, avvicinando al bordo del tavolo. Con mani tremanti ci riversò dentro la cenere, tentando di ignorare il bisogno di asciugarsi le lacrime.
Questa volta sarebbe stato molto più difficile convincersi che fosse tutto un sogno.


°1985°

A diciotto mesi parlava correntemente e conosceva altrettante parole della maggior parte degli adulti. Ma i suoi genitori, invece di lodarla, le dicevano che era una fastidiosa chiacchierona e aggiunsero seccamente che le brave bambine non dovrebbero farsi né vedere né sentire.
A tre anni, Matilde aveva imparato a leggere da sola, grazie ai giornali e alle riviste sparsi per casa. A quattro anni leggeva speditamente e cominciava ad avere una gran voglia di libri perché, in quella casa geniale, di libri ce n’era uno solo, intitolato Cucinare è facile, che apparteneva a sua madre.

Hermione fu subito conquistata dalle incredibili capacità di Matilde.
Vorrei essere intelligente come lei, pensò con una punta di invidia. Un attimo dopo, però, si sentì terribilmente in colpa riflettendo su quanto doveva essere brutto avere dei genitori così.
Una pagina e mezza dopo, Hermione aveva capito due cose. Uno, che il prossimo libro da leggere era Il Giardino Segreto. Due, che non ci teneva più a essere Matilde.
Averla come amica sarebbe stato molto, molto più bello.

Il giorno in cui suo padre rifiutò di comprarle un libro, Matilde andò a piedi sino alla biblioteca pubblica del paese, da sola. Appena arrivata si rivolse alla bibliotecaria, la signora Felpa, e chiese se poteva sedersi un po’ a leggere. La signora Felpa, piuttosto stupita di vedere una bambina così piccola non accompagnata da un genitore, le rispose che era la benvenuta.
“Per favore, dove sono i libri per bambini?” chiese Matilde.
“Lì, sugli scaffali più bassi. Vuoi che ti aiuti a trovare un bel libro con tante illustrazioni?”
“No grazie” disse Matilde. “Posso fare da sola.”
Da quel giorno, appena sua madre usciva, Matilde faceva una passeggiatina fino alla biblioteca. Ci metteva solo dieci minuti e poi, tranquillamente seduta, trascorreva due ore meravigliose in un angolo accogliente e quieto, divorando un libro dopo l’altro. Dopo aver letto tutti i libri per bambini, cominciò a guardarsi intorno in cerca di qualcosa di diverso.
La signora Felpa, che in quelle poche settimane l’aveva osservata incuriosita, lasciò la sua scrivania e le si avvicinò. “Posso aiutarti, Matilde?”
“Mi chiedevo che cosa potrei leggere adesso. Ho finito i libri per bambini.”
“Vuoi dire che hai guardato tutte le figure?
Certo, ma ho anche letto le storie.”
La signora Felpa, alta e imponente, abbassò lo sguardo su Matilde, che a sua volta alzò gli occhi.
“Certi non valevano niente” disse Matilde. “Altri invece erano bellissimi. Più di tutti mi è piaciuto ‘Il giardino segreto’. Era pieno di misteri: quello della stanza dietro la porta chiusa, e quello del giardino dietro il muro.”
La signora Felpa era sbalordita. “Ma quanti anni hai, esattamente?”
“Quattro anni e tre mesi.”
Anche se la bibliotecaria era stupefatta, non lo diede a vedere. “E adesso che tipo di libro vorresti?”
“Uno veramente bello, di quelli che leggono i grandi.”

*

Quel pomeriggio Hermione continuò a divorare le pagine senza mai fermarsi, tranne che per segnarsi i libri suggeriti dalla signora Felpa. Insieme a Matilde rimase sconvolta per la disonestà del padre, sorrise per la gentilezza della signorina Dolcemiele, si infuriò per il lancio del martello della Spezzindue e tifò per Bruno Mangiapatate, così quando arrivò l’ora di cena nemmeno si era accorta di avere fame. Mangiò in fretta e furia e poi si infilò sotto le coperte e riprese a leggere.
Era sdraiata a pancia sotto con il libro sul cuscino quando la storia prese una piega del tutto inaspettata.

Matilde si sedette lentamente. Che cosa orribile, che ingiustizia! Come potevano espellerla per qualcosa che non aveva fatto?
Sentiva la sua rabbia crescere, crescere... Era così furiosa che le pareva di stare per esplodere.
Il tritone continuava a dimenarsi nel bicchiere. Sembrava che si sentisse terribilmente scomodo: il recipiente non era abbastanza grande. Matilde fissò la Spezzindue. Quanto la odiava! Poi fissò il bicchiere con il tritone. Avrebbe avuto una gran voglia di avvicinarsi, prendere il bicchiere e vuotarlo in testa alla direttrice, tritone e tutto. Tremava al solo pensiero di quello che avrebbe fatto la Spezzindue, in un caso del genere.
La direttrice era ancora seduta e continuava a fissare, inorridita e affascinata, il tritone nel bicchiere. Anche Matilde lo guardava. A poco a poco, cominciò a provare una sensazione stranissima. Sembrava quasi che una misteriosa elettricità le si stesse concentrando negli occhi: come un senso di forza, di potere che covava nel profondo del suo sguardo. Ma provava anche qualcos’altro, una sensazione del tutto differente e indefinibile. Pareva quasi che minuscoli lampi, impercettibili onde di calore le scaturissero dagli occhi, come se al loro interno si accumulasse un’energia sconosciuta. Era una sensazione stupenda.

La descrizione era scritta così bene che a Hermione parve di sentire anche lei quella strana sensazione agli occhi, un misto di calore ed elettricità. Ricominciò subito a leggere, gli occhi spalancati dalla curiosità.

Continuò a fissare il bicchiere, mentre il potere del suo sguardo cresceva; le sembrava che i suoi occhi proiettassero milioni di piccolissime braccia invisibili verso il bicchiere.
“Rovesciati!” sussurrò Matilde. “Rovesciati!”
Il bicchiere vacillò all’indietro per una frazione di centimetro, poi si raddrizzò. Matilde continuò a spingerlo con le piccole braccia e mani invisibili proiettate dai suoi occhi, sentendo che il potere le scaturiva direttamente dalle pupille.
“Rovesciati!” mormorò di nuovo. “Rovesciati!”
Il bicchiere tremò, e lei comandò ai suoi occhi di sprigionare tutto il loro potere. E lentamente, così lentamente che era quasi impossibile accorgersene, il bicchiere prese a inclinarsi all’indietro, fino a rovesciarsi sulla scrivania con un acuto tintinnio. L’acqua schizzò sull’

Gli occhi di Hermione si posarono sulla parola successiva, ma in quell’istante una chiazza d’acqua cominciò ad allargarsi sulla pagina e tutte le lettere cominciarono a sfocarsi.
Hermione la fissò inorridita. Il libro della biblioteca! pensò disperata, cominciando a soffiare sulla carta nella vana speranza di migliorare la situazione.
Asciugati, asciugati, ti prego, asciugati!
Fu allora che il libro prese fuoco.
Hermione squittì terrorizzata e lo gettò a terra, quindi afferrò una scarpa e cominciò a batterla sul libro. Spegniti, spegniti!
Un ultimo colpo di scarpa e le fiamme svanirono. Hermione appoggiò la schiena contro il letto per riprendere fiato, ma l’agitazione tornò a impossessarsi di lei quando vide come si era ridotto il libro. Come lo spiegherò al bibliotecario? si chiese disperata.
Un attimo dopo Hermione sentì la porta socchiudersi, e con un rapido gesto fece sparire il libro sotto al letto mentre sua mamma entrava nella stanza.

Con un rapido gesto della mano Hermione fece sparire il libro sotto al letto.
“Tesoro!” esclamò preoccupata la madre, avvicinandosi per aiutarla a rimettersi in piedi. “Che cosa è successo?”
“Solo… solo un brutto sogno” disse Hermione, con la voce che tremava un po’ sia per quello che era successo, sia perché stava dicendo una bugia.
“Sei caduta dal letto?”
“Io… credo di sì…”
“Non preoccuparti, ora è tutto a posto, tesoro. Mettiti giù, così ti si sistemo le coperte.”
Hermione si sdraiò su un fianco e abbracciò il cuscino, lasciando che la mamma la coprisse. Sentiva ancora l’agitazione in corpo e si sforzò di respirare piano per calmarsi, anche se i suoi pensieri continuavano a correre al libro bruciato sotto al letto.
La mamma le lasciò un bacio tra i capelli e si drizzò in piedi.
“E questo cos’è?” domandò un istante dopo, chinandosi per raccogliere qualcosa ai propri piedi.
Il cuore di Hermione riprese a martellare: non aveva nascosto il libro bene quanto credeva.
Quando lo vide, però, rimase di stucco.
“Ti eri addormentata leggendo, non è vero?” sorrise la mamma, lanciando un’occhiata alla lucetta accesa e posando Matilde sul comodino. “Vuoi che te ne legga un pezzo finché non ti viene di nuovo sonno?”
Hermione scosse la testa, incapace di parlare.
“Buona notte, allora” le augurò la mamma, prima di spegnere la lucetta e uscire dalla stanza, accostando piano la porta.
Hermione attese che il rumore dei passi si fu allontanato, quindi accese di nuovo la luce, ansiosa di capire come diavolo era possibile che il libro fosse di nuovo intatto.
Lo afferrò, lo rigirò tra le mani, sfogliò le pagine: non una chiazza d’acqua, non una lettera sbiadita, non un angolo annerito dal fuoco. Era come se non fosse successo assolutamente niente.
Si immobilizzò per un attimo quando riconobbe se stessa nella ragazza della copertina, ma strizzò forte gli occhi e appena li riaprì c’era di nuovo Matilde, assorta nei suoi pensieri.
Evidentemente, era stato davvero solo un brutto sogno… In fondo, solo nei libri le bambine potevano essere così intelligenti da far succedere le cose con il pensiero.
In quell’istante decise che per il prossimo libro avrebbe dato al bibliotecario istruzioni ancora più precise.
Niente principesse e, soprattutto, niente magia.



************


Ciao!!
Ritorno dopo una lunga pausa e lo faccio con una storia che mi sta molto a cuore, perché mi ha fatto fare un gigantesco tuffo nella mia infanzia.
Spero che sia stato così anche per voi <3
Ho davvero molte note, spero di non tediarvi troppo ^^
Per chi non volesse leggerle tutte (inammissibile!! :P) vi ringrazio direttamente qua per la lettura, sarò felice di sapere cosa ne pensiate e se vi abbia riportato un po’ indietro nel passato ^^
Sono anche curiosa di sapere quale capitolo della raccolta preferiate fino ad ora ^^
Ah, ho scritto un piccolo spin off con protagonista la professoressa di Hermione, Kate Stendeer ^^ C’è la scena della scelta del libro dal suo pov e un altro pezzo ;) Eccolo qui: Notte in Transilvania

Cominciamo con le note d’obbligo:
- Elmer l’elefante variopinto è un libro per bambini, di quelli con i disegni a pagina intera e tre righe per pagina. Lo adoravo a tal punto da averlo imparato a memoria. Insieme a un libro su un trenino è l’unico libro ‘non vero’ che ricordo di aver letto.
- L’incantesimo del lago è un titolo rubato all’omonimo cartone animato. Onestamente non so se esista anche una versione cartacea. Cercavo solo una storia con una principessa che non fosse un grande classico.
- Il Giardino segreto è un romanzo per ragazzi di Frances Hodgson Burnett, questa è la copertina.
- Guerra e pace: nella mia ignoranza confesso di non averlo mai letto. Non se se l’Hermione undicenne possa averlo fatto e dubito fortemente che sia una lettura leggera, ma per lei che leggeva di Flamel nel tempo libero tutto è possibile ;) Stesso discorso per I Miserabili e Anna Karenina (citati nel prossimo capitolo). Comunque non mi sorprenderebbe se Hermione avesse scelto di leggerli proprio per ‘darsi un’aria’, prima ancora che per gusto personale.
- Matilde: opera meravigliosa di Roald Dahl, il mio autore preferito da bambina, insieme alla Pitzorno. In realtà in inglese è Matilda, l’ho scoperto solo ora. Tutte le citazioni riportate sono prefe fedelmente dal libro e non sono di mia invenzione né mi appartengono. Ps: Io ricordavo dal film che la Preside si chiamasse ‘Trinciabue’, ma nell’edizione cartacea che ho io a disposizione è chiamata ‘Spezzindue’. Non so se successivamente sia stato cambiato il nome. Ecco la copertina (di Quentin Blake):
- Notte in Transilvania: opera stupenda di… No, scherzo, questa l’ho inventata io di sana pianta, con tanto di incipite autrice :P

Veniamo ad altre piccole noticine:
- Il titolo: per le altre due storie della raccolta ho usato un elenco di tre punti, mentre in questo caso ce ne sono solo due… Volevo un po’ giocare sul fatto che ‘guerra’ e ‘pace’ insieme fanno un libro solo, ma separati sono un po’ il rapporto di Hermione con la magia prima e dopo… Insomma, è voluto che venga istintivo leggerlo come se fossero tre parti ^^ Ed è anche voluto che ‘Pace’ sia scritto con la maiuscola, proprio perché nell’ambito del titolo della storia possa essere considerato come un terzo punto (anche) indipendente da ‘Guerra’.
- Il bibliotecario: come penso abbiate intuito, non vuole richiamare solo la signora Felpa di Matilde (tant’è che ancora non avevo riletto quel pezzo di Roald Dahl quando l’ho scritto), ma anche Mr Olivander. - Ho immaginato la scena a scuola ambientata in un equivalente di una nostra prima media, visto che Hermione è un anno più grande di Harry, il quale doveva cambiare scuola proprio l’anno in cui gli spetta di andare a Hogwarts; ecco perché definisce i suoi compagni ‘bambinetti delle elementari >
- Ho immaginato la scena a scuola ambientata in un equivalente di una nostra <>prima media, visto che Hermione è un anno più grande di Harry, il quale doveva cambiare scuola proprio l’anno in cui gli spetta di andare a Hogwarts; ecco perché definisce i suoi compagni ‘bambinetti delle elementari’
- La porta della stanza di Hermione: non credo che chiuderei la porta di un bambino così piccolo, a meno che io non sia ancora sveglia a guardare la tv, come nel caso dei signori Granger ^^
Questo non significa che non la voglia chiudere Hermione: quante volte abbiamo letto di nascosto fino a notte fonda? ;)
- Inizialmente non ci avevo fatto mente locale (è stata proprio una coincidenza!), ma accendere fuochi è una delle future specialità di Hermione, quindi potremmo dire che già da piccola ha dimostrato la sua affinità per le fiamme magiche ;)
- Lo stile: è volutamente molto semplice, specialmente nella parte in cui Hermione ha quattro anni. Non volevo scandere in una cosa troppo infantile, ma volevo che si adattasse bene al personaggio. Ho volutamente limitato i congiuntivi ed evitato l’uso di sinonimi poco ‘da bambini’ (tipo ‘volumi’ al posto di ‘libri’), quindi ci saranno delle ripetizioni. Ovvimente non potevo renderlo proprio elementare, spero però di aver trovato una buona via di mezzo.

Veniamo infine alla parte più complessa delle note… Come ho fatto a immaginare questa Hermione? Sarà IC? Sarà realistico che leggesse a quell’età?
Personalmente immagino che ogni Nato Babbano abbia il suo modo di reagire alle magie accidentali: c’è Harry che le nota, ma le etichetta banalmente come ‘cose strane accadute attorno a lui’ (non cito letteralmente) e non sospetta di avere poteri magici e di essere lui stesso a provocarle; c’è Lily che è cosciente di avere qualche sorta di potere e appena scopre di essere una strega si diletta nel provare magie, senza esserne minimamente spaventata; Tom Riddle ancora di più. Poi io mi immagino Colin tutto eccitato che fa ‘Hai visto, mamma?! Hai visto cosa ho fatto? Credo di essere un mago!! Papà, vieni a vedere!”
Quanto a Hermione… La razionale, intelligente Hermione… Be’, ho immaginato che lei in un certo senso si sia rifiutata di vedere quello che era veramente, limitando le magie accidentali e costringendo in qualche modo il suo inconscio a trovare delle vie alternative per dirle una verità che sotto sotto già conosceva. Comunque sull’Espresso di Hogwarts dice a Harry e Ron che per lei è stata una ‘tale sorpresa’ ricevere la lettera, anche se le ha fatto molto piacere per via della fama di Hogwarts. Se all’epoca avesse già sospettato di essere una strega sicuramente se ne sarebbe vantata (‘naturalmente l’avevo già capito’).
Ma, tornando a noi, perché si sarebbe rifiutata di vedere? Be’, anche da strega lei è molto scettica nel confronto delle cose fuori dall’ordinario (vedi i Nargilli o la Divinazione, oppure quando dice a Harry che non è un buon segno sentire le voci), quindi mi è venuto naturale pensare che cercasse di trovare delle spiegazioni logiche a cose illogiche, piuttosto che ammettere che la magia esiste (un po’ come i Babbani, che ‘si rifiutano’ di vedere la magia). Credo che potesse essere spaventata sia dall’idea in sé, sia dal fatto che la cosa si scoprisse e che tutti cominciassero a crederla una pazza. È proprio la paura di dover spiegare alla mamma come il suo libro abbia preso fuoco a far tornare integro il volume; [nel secondo caso non le riesce perché non ha la necessità di nascondere la cosa alla mamma – solo a se stessa – e perché il libro meritava il rogo xD]
Una nota sul ruolo dei genitori: secondo me quando era più piccola devono aver notato qualcosa di strano (essendo una strega così talentuosa, è plausibile che abbia fatto magie fin da piccolissima), però ho immaginato che crescendo – per i motivi di cui sopra – Hermione abbia evitato di raccontare loro di ‘strani episodi’ (d’altronde, se voleva negare l’evidenza perfino a se stessa non poteva certo mettersi a spiattellarli) e che in generale ne siano capitati meno in loro presenza. La vedo più che altro come una scelta di Hermione, non come una limitazione mentale dei genitori. Comunque nella mia idea dall’episodio di ‘Matilde’ (il primo episodio inequivocabilmente magico che l’Hermione ‘Babbana’ ricordi – perché in fondo sa benissimo che non era un sogno), Hermione ha inconsciamente un po’ inibito la sua magia, anche se questa ha cercato degli spiragli.
Sul fatto che legga ‘Matilde’ a quell’età non mi sembra assurdo, io ho imparato a leggere due anni prima delle elementari e leggevo libri ‘veri’ credo dall’anno prima. Comunque all’inizio avevo calcato di più la mano anticipando tutto di un anno, poi sono tornata sui miei passi. Ho invece volutamente calcato la mano su ‘Guerra e pace’ (non so voi, ma io alle medie leggevo Harry Potter xD E anche adesso xD).

Grazie a tutti della pazienza!!! Alla seconda parte :*




   
 
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