Sode no Shirayuki (io sono bianca)
Sono bella, io, e so di esserlo. Il mio è un
volteggiare di quelli insistenti, una danza discreta che si bea del suo
elegante incedere. E, lo so, lei si domanda se non sia fine a sé stessa.
Artistica.
Autistica.
Con il mio colore io corrompo la notte. Come fanno
quelle rare falene bianche, che si posano sui muri fuligginosi delle case,
offrendo le loro ali ai predatori. Solo che io i predatori li vedo. E li
taglio. Quando ci riesco, naturalmente.
Perché alle volte colei che mi porta è una regina,
una maestra di morte che perdona soltanto quando ad implorarla non resta che la
carne delle ginocchia del suo avversario. Ma poi invece, all’improvviso, cade
in letargo e si scorda della sua forza, si scorda di me, e da regina che era,
diviene bambola.
Muore.
Mi lascia di stucco. Nemmeno più il senso del
dovere la sospinge in avanti, così tocca sempre a qualcuno tenerla in vita per
i capelli. E lei dapprima fa i capricci, gorgoglia che è forte abbastanza, ma
basta solo un sorriso, una frase, e come nulla fosse rinasce.
Fenice.
Si vende a buon prezzo a quel miraggio di salvezza.
Ed io con lei, sempre, la seguo nel suo continuo oscillare fra gli opposti poli
di una medesima contraddizione. È questo che fa di me una danzatrice.
Se me lo si domandasse, risponderei che per ella
provo l’affetto un po’ opportunista di un animale domestico. Un animale bianco,
si intende. Un animale bello, bellissimo, che onora la casa con la propria
presenza. Parrebbe tempo sprecato, perché per volere del bene bisogna investire
energie e fare persino dei sacrifici, ma no, non lo è.
Piccola Rukia.
Il mio compito è quello di proteggere coloro che tu
vorresti proteggere. Sono madre dei tuoi affetti, e sorella delle tue menzogne,
perché tu sei sì una fenice, ma una fenice zoppa, che ha disimparato a volare
con le proprie ali appena ha assaporato il calore del braccio di un falconiere
qualunque.
Dignità.
Ne
sprigioni tanta, bambina, ma ne hai poca. E devi esserne ben cosciente, visto
quanto ti dai da fare per renderti preziosa agli occhi altrui, nonostante ti
trascini dietro quell’espressione così umana. Il tuo è senza dubbio alcuno il
comportamento paranoico di una mente fobica, che non. vuole. restare. sola.
Io
lo capisco. Deve esserti bastata quell’unica, preziosa lezione di solitudine
che le sbarre della prigionia ti hanno impartito. Io le so, tutte queste cose,
anche se mi avevano portata via da te. Conosco la mia piccina. Quando ti hanno
appesa al patibolo, ti sei sentita sollevata, perché se non altro potevi vedere
di nuovo dei volti di persone.
Curioso. Quel giorno, avevi indosso una veste che
mi piaceva molto.
Bianca.
E il bianco è il colore della morte.
Bianca è la luce che tiene per mano chi cammina
verso il baratro.
Bianche
sono le ossa.
Bianchi sono i sudari.
Bianchi sono i crisantemi.
- Danza, Sode no Shirayuki! –
Ti sei mai chiesta, Kuchiki Rukia, perché io sia
così bianca?
ANGOLINO!
Ok, dunque, errr,
Rukia.
Non è che io ami
molto sta creatura, eh. Perché, non so, è il personaggio femminile che
finalmente avrebbe potuto conquistarmi, ma che mi si è andata rovinare
irrimediabilmente facendo la patetica principessina.
Ciononostante
vedo del buono in lei *si atteggia a Maestro Jedi*.
Ad ogni modo,
grazie, grazie, e ancora grazie per la calorosa accoglienza. E per i 15
preferiti, sono davvero al settimo cielo. In questa raccolta ho investito tante
speranze (ed energia), e vedermi ripagata con tanto entusiasmo non può che
farmi venire voglia di saltellare ululando “Wiii!”. Ma ora la smetterò, perché
l’action figure di Byakuya mi sta borbottando che sono patetica.
Fleur: sigh. No, ma proprio sigh. You know why.
Comunque, non è giusto, eh. Una falsa promessa vale bene un declassamento ad
argenteria U_U. waaa l’idea ha funzionato, ma è merito tuo, sì sì. Aaaah,
corsivi. Mi devo adoperare… *rimbocca le maniche*
Kgm92: Ti cito la presentazione: “Una dopo
l’altra, la voce di ognuna scandaglia l’anima di chi la impugna”. Perciò sì, ci
sarà anche Hyorinmaru, non temere. Ti ringrazio per l’interesse!
Eden89: eh, la verità fa male U__U *coccola
Death Mask*. Sono felicissima che il lavoro ti interessi, ma volevo capire con
cosa intendi con “anche se spero che i prossimi saranno migliori”. Non ti è
piaciuto il lavoro o non ti piace il personaggio?
Smemo92: effettivamente il giudizio lapidario di
Senbonzakura potrebbe giungere inaspettato. Insomma, è Byakuya. Ma io credo che
basti scavare più a fondo nel personaggi, con la volontà precisa di tirare
fuori la verità, e tutto ciò che di complesso ci gira attorno, per comprendere
ciò che veramente pensa quella spada, che passa con Byakuya molto più tempo di
qualsiasi persona che lo circonda.
Black Lagoon
Fan: e vedrai che cosa
avranno da dire le altre… Byakuya è un personaggio fenomenale, l’ho detto e lo
ripeto. Nasconde in sé un magma contorto di idee, debolezze, pensieri, soffi.
Elisahq: beh, quello che hanno da raccontare è davvero molto,
io cerco di rendere giustizia al loro
Raxilia_running: guarda, sono d’accordissimo con te per ciò che
riguarda la caratterizzazione dei personaggi in Bleach. Che ti piacciano o no,
devi ammettere che sono costruiti con una maestria unica. Per dirti, io
butterei Hinamori giù da un precipizio, per le stesse tue motivazioni, eppure
non vedo l’ora di lasciar parlare Tobiume, per dar voce anche a quel mondo, a
quella personalità. Kubo sensei è un mago delle caratterizzazioni, non ci sono
cavoli!
DarkArtist: Ghghghgh, quella sarà dura, me lo sento…
Viviane Danglars: ma a me interessa tantissimo sapere come sia la tua
visione di Senby! *fugge inseguita da mille petali assassini* spiega, spiega.
Dunque, parto anche io dalla premessa che buttandomi in questo progetto mi sono
importa, come di consueto, di rispettare il canon del personaggio (della spada
faccio un po’ fatica, eh), ma sforzarmi di cogliere un aspetto più nascosto,
segreto e “scomodo”. Lo scopo è quello. Io voglio dire cose scomode, in questa
raccolta, voglio dare voce a queste compagne di vita che, affiancando i
personaggi nel momento della battaglia, vedono i loro lati peggiori. Ecco
perché non ho menzionato la potenza di Byakuya: quella la conosciamo,
d’accordo, ma la debolezza che si porta dentro, e che non ha a che vedere con
il combattere, è altro. Analizzare ogni singola zanpakuto è da morire, ma io mi
voglio malissimo… -__- Waaa, Wabisuke! *morirà nell’impresah*
Geilie: waaah, come sono contenta! *abbraccia* tesoro,
confermo la seconda delle tue opzioni, sono i dannati personaggi che fanno quel
cavolo che vogliono! Io sono una semplice cronista, sigh… però ti ringrazio
tanto per il tuo solito calore caloriferoso! *modalità gatto sul termosifone,
per auto citarmi*
Koorime: amorino! *abbraccia* ghghgh, Senby che sbuccia
Byakuya, che immagine carina. Soprattutto perché poi arriva Renji al salvataggio…
waaa, ho vinto la sfida *si cinge di alloro* però diciamolo, ho giocato sporco
cominciando con Byaky, che me lo coccolo da morire… ma senza di te che mi
analizzi personaggi con una recensione più lunga della fic sarebbe una valle
di lacrime! Cavolo, mi sento in colpissima per aver strappato con tanta
violenza la maschera del povero Bya… Sono un mostro, lo so. Fra l’altro, ci
credi che soffro il doppio perché non posso offrire la mano di Renji che lo
salvi? L’orgoglio, comunque, più della forza o della debolezza, è il vero perno
attorno a cui ruota tutto il mondo di Byakuya. È un niente, in fin dei conti,
ma è pur meglio del vero niente. Waaa, ho una Zanpakuto anche io, piantata nel
cervello, sì! *balla*. Suuu, pensa che la faccenda del Cloth di Cancer ha anche
il suo risvolto erotico… pensa se Aphrodite fosse passato di lì… wawawa, in
effetti Lavi che corre a gambe levate con il martellone dietro è una scena per
cui Kanda pagherebbe…
Pan: nonostante tutto che cosa? *si spaventa* waaa,
rileggi mille volte, e se qualcosa non ti è chiara chiedimi pure quali sono le
tue perplessità, ti rispondo volentieri!
Valeriana: Senby è bellissima *__* svolazza in giro! ma poi
Byakuya dovrà raccattare i pezzetti quando finisce di combattere? Comunque,
Death Mask può permettersi di restare in mutande senza vergogna… *ammira. Mia
cara Solita, sarà compito tuo trovare materiale da da Pervertiti Anonimi anche
in questa raccolta pura e casta!
NOTA:
Tengo molto al concetto di
fenice in questo pezzo, perché non si limita all’idea della rinascita dalle
proprie ceneri, oltre ovviamente a riferirsi alla lama del Sōkyoku con
cui la dolce Rukia stava per essere affettata. La fenice è un paragone molto
aulico, azzardato, e, trattandosi di Rukia, eccessivo. Perché è come se lei
andasse avanti inciampando continuamente nel suo immenso potenziale, non sembra
anche a voi? È per questo che la sua spada è bellissima, ma soprattutto è
forte, virtualmente in grado di fare qualunque cosa. Il polso che la regge,
però, è debole, in ogni senso.
Ciò nonostante lei le vuol
bene, ma cerca di farla avvicinare alla sua natura, che è quella della morte.
Il bianco è il colore della morte, per la cultura orientale, questo è
abbastanza risaputo; e lei è una spada, è un’arma, è il suo destino dispensare
morte.
Che a Rukia piaccia o no.
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