YKB - Prologo - Alone in the city
Eccomi qui ancora una volta con una nuova storia. Sono felice che Amnesia
vi si piaciuta, spero che vi possa interessare anche questa!
You Kissed Back
Prologo – Alone in the City
La strada era buia
e il freddo di quella metà di novembre era pungente. Una donna bionda, appena
scesa da un’auto, fece rapidamente i gradini di uno stabile in stile vittoriano
da poco ristrutturato. Spinse il portoncino con forza ed entrò scomparendo
nell’antro buio. Erano già le due del mattino a Princeton e lei sembrava essere
l’unico segno di vita in quella città dall’aspetto vagamente spettrale.
La donna cercò la
chiave di scorta sotto il portaombrelli ed entrò in un appartamento disordinato
e dai mobili spaiati. Vide all’ultimo minuto un borsone e rischiò di
inciamparvi. Si maledisse mentalmente per non aver acceso la luce, ma sperava
ardentemente che lui stesse dormendo, non era dell’umore adatto per fare
conversazione, la giornata era stata ben più lunga di quello che aveva
previsto.
Entrò in camera
silenziosamente, si spogliò e decise che per una sera poteva andare a letto
senza struccarsi, afferrò dal proprio cassetto una maglietta e un paio di
pantaloncini e si stese accanto a lui.
“E’ tardi.” –
Mormorò lui.
“Mi spiace.” –
Bisbigliò lei sistemandosi sotto le calde coperte. – “Aveva bisogno di
parlare.” – Con tono dolce e rassicurante aggiunse. – “Torna a dormire.”
“Che ti doveva
dire che ti ha impegnato dalle cinque di oggi pomeriggio.” – Con la voce di uno
ormai sveglio.
Lei sbuffò un
pochino e affondò il volto nel cuscino. – “House ha baciato Cuddy.” – Mentre la
voce usciva soffocata e poco convinta.
“E questo ha
mandato in crisi Wilson?” – Mentre la curiosità lo spinse a indagare più a
fondo.
“Già. Ora non ho
voglia di parlarne, possiamo tornare a dormire?” – Mentre la voce della donna
cominciava a essere leggermente alterata da un nervosismo di fondo che cercava
di non far trapelare.
“Che importa a
Wilson se Cuddy e House si sono baciati?” – Lui ci pensò un momento e poi si
mise a sedere sul letto. – “Sempre che la cosa non interessi a te.”
“Posso benissimo
vivere senza sapere nulla della vita sentimentale di House, anzi, meno ne so e meglio
è.” – Disse notevolmente scocciata mentre si metteva a sedere con un movimento
grezzo e brusco.
“Appunto!” – Lui
si voltò verso di lei. – “Cameron, sei ancora interessata a lui?”
A quel punto la
donna accese la luce. – “Che ti prende? Sono nel tuo letto, non nel suo! Perché
dovrebbe sconvolgermi tanto se House e Cuddy si sono baciati? A questo punto mi
viene da chiedermi se sei tu quello interessato a Cuddy … oppure a House.” –
Cercando di rendere la pariglia, ma usando un humour poco gradito al suo
compagno di letto. – “Stavo scherzando!” – Con tono condiscendente. – “Ho
bisogno di dormire, ti prego.”
Il biondo
australiano la fissò con rabbia e interruppe quelle dolci moine. – “Non dire
cavolate. Sei tu quella che l’anno scorso è andata a dire davanti alle
telecamere che ami House.” – Mostrando più gelosia di quella mostrata in
quell’occasione.
La donna sbuffò e
uscì dal letto.
“Dove vai?” –
Chiese lui sorpreso dal comportamento di Cameron.
“Vado a casa mia
Chase, vado a cercare di dormire almeno tre ore prima che inizi il mio lungo
turno.” – Esasperata.
“Bene!” – Disse
arrabbiato.
“Bene.” – Disse la
donna mentre arraffava i propri abiti dove li aveva lasciati cadere. – “Ci
sentiamo.” – Disse un attimo prima di scomparire nel soggiorno.
Il rumore di
qualcosa che si rovesciava seguito subito da un’imprecazione fece preoccupare
il ragazzo che stava per scendere dal letto, quando la sua voce lo raggiunse. –
“E non lasciare in giro la borsa della palestra. Uno ci si può ammazzare!”
Poco dopo la porta
si richiuse con più forza del necessario e Chase si ritrovò nuovamente solo a
meditare su quanto era appena accaduto: combattere contro un fantasma sembra
essere più facile che avere a che fare con il suo vecchio capo.
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--- fine del prologo ---
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