[Kid!Moriarty;
Attenzione, questa one shot fa riferimento a maltrattamenti. Mi scuso
qualora la tematica delicata dovesse turbare la
sensibilità di alcuni lettori.]
Gluttony
I
want it, I want it, I want it, I want it
I need it, I need it, I
need it, I need it
I love it, I love it, I
love it, I love it
A gluttony on me has
started
Buckcherry –
Gluttony
Tutto comincia
con un capriccio. La tipica ingordigia di un’età
che ti porta a non essere mai sazio, a infrangere le regole, a
diventare petulante fino a sfiancare pur di ottenere ciò che
vuoi. La cupidigia che ti fa desiderare la torta della vicina, il cui
profumo, di cannella ed arancia candita, ti sta stordendo. Il vasetto
di marmellata che tua madre centellina la domenica e il cioccolato che
arriverà a Natale
“solo se farai il bravo.” E tu sai bene che non
sarai mai bravo, non come quei bambini dai sorrisi sdentati che
camminano mano nella mano con genitori accomodanti.
La sera, a
tavola, tuo padre ti guarda severo mentre ti ostini a tenere lo sguardo
fisso nel piatto, concentrato sulla brodaglia informe che lo riempie.
L’unica cosa che potete permettervi.
“Il
signor Riley ti ha visto rubare delle caramelle dal suo
negozio.”
La voce
cavernosa e severa ti fa sussultare, il cuore aumenta i battiti e la
gola si fa secca. La presa sul cucchiaio si fa più salda,
nonostante i palmi sudino.
“Sei
solo uno sporco ladruncolo goloso e in casa mia i ladri non sono
tollerati.”
Alzi gli occhi
quel tanto che basta per incrociare quelli di tua madre. Lei sa cosa
sta per succedere e anche tu. Trema impercettibilmente ma, da remissiva
succube qual è, non fa niente per impedire a lui di alzarsi
e di afferrarti l’orecchio.
Un piccolo
gemito di dolore ti sale dalla gola mentre tuo padre - il devoto
pastore
- lo torce con più forza.
“Quelle
caramelle… ho dovuto pagargliele.” Afferma con
livore e si fa più vicino a te. Il suo respiro ansante di
rabbia si infrange contro la tua guancia. “Non hai niente da
dire?”
Tu taci,
incapace di proferire parola anche se il desiderio di farlo ti
serpeggia dentro.
Vorresti
dirgli che ti maledici per esserti fatto beccare come uno stupido e che
la prossima volta non succederà.
Vorresti
dirgli che saresti pronto a rifarlo altre cento volte.
Vorresti
dirgli che non sei pentito.
Perché
lo vuoi, ne hai bisogno.
Perché
ti piace.
“Sei
una delusione, Jim. Una grandissima delusione.”
La mano di tuo
padre ti strattona e costringe il tuo corpo gracile a sollevarsi
bruscamente, tanto che la sedia cade con un tonfo sul pavimento. La
porta della sua camera da letto è socchiusa e lui la
spalanca facendola sbattere contro al muro. I tuoi piedi si impuntano,
la mano si tende ad afferrare lo stipite e provi a rimanere fuori. I
tuoi tentativi vengono spazzati via con facilità,
perché lui è forte. Troppo forte per un ragazzino
come te. Non puoi far altro che rannicchiarti contro il muro e
stringere gli occhi. Il fruscio della cintura sfilata dal pantalone ti
fa ingoiare a vuoto.
Mentre aspetti
che ti punisca la tua memoria rievoca la morbidezza zuccherina di
quelle caramelle. Gli incarti dai colori vivaci, i gusti variegati, le
forme diverse, la consistenza differente sotto ai denti. Le dita che
succhi per recuperare gli ultimi residui appiccicati, perché
non vuoi sprecare nemmeno un granello del tuo bottino.
Quando
nell’aria vibra il primo colpo ti mordi il labbro inferiore,
e il sapore che avverti non è quello dolce delle tue
caramelle: è quello metallico del tuo sangue.
***
Bentrovati!
Da tempo
desideravo scrivere qualcosa su Moriarty, il nostro villain preferito.
Questa sarebbe dovuta essere la prima di una raccolta sulla sua vita,
ispirata ai sette vizi capitali. Purtroppo dopo gola mi sono fermata a
lussuria e sto aspettando l'ispirazione per gli altri peccatucci.
Come
già detto in precedenza, so che questa è una
tematica delicata da trattare, ma io ho sempre immaginato l'infanzia di
Moriarty come davvero infelice. Molti criminali provengono da un
background familiare disastrato, quindi ho ipotizzato lo stesso decorso
anche per lui. Un padre padrone, una madre succube, ed una sua
gracilità che lo porta ad essere deriso da tutti, con
conseguenti problemi relazionali. Qui si è accesa quella
scintilla che lo ha portato a diventare il Napoleone del crimine, una
mente geniale al servizio del lato oscuro. Cose molto carine, dolci e
simpatiche insomma.
Bene, dopo
quest'ulteriore delucidazione vi lascio.
Alla prossima!
P.S: a
dispetto del mio nome d'arte, non faccio male a nessuno se mi lasciate
una recensione XD
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