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Autore: Jo_The Ripper    04/10/2015    1 recensioni
Raccolta di one shot slegate tra di loro, che abbracciano vari generi, situazioni e tematiche (nonché what if e possibile caratterizzazione OOC dei personaggi), scritte per lo più sotto impulsi ed ispirazioni del momento.
1. Dead man walking: “Si sentiva un cacciatore d'oro all'inferno, alla ricerca della vena fortunata.”
2. Once upon a dream: “Molly sogna, e nei suoi sogni Sherlock è ombra.”
3. Cold blooded (2° classificata al contest Film e telefilm: dimmi qual è il tuo): “Sono l’unico uomo a cui non potrai mettere un guinzaglio.”
4. Gluttony: “Tutto comincia con un capriccio.”
5. The sound of silence: “Mi sono spezzato, come un sasso che colpisce uno specchio e lo manda in frantumi.”
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Irene Adler, John Watson, Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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[Kid!Moriarty; Attenzione, questa one shot fa riferimento a maltrattamenti. Mi scuso qualora la tematica delicata dovesse turbare la sensibilità di alcuni lettori.]

Gluttony

I want it, I want it, I want it, I want it
I need it, I need it, I need it, I need it
I love it, I love it, I love it, I love it
A gluttony on me has started
Buckcherry – Gluttony

Tutto comincia con un capriccio. La tipica ingordigia di un’età che ti porta a non essere mai sazio, a infrangere le regole, a diventare petulante fino a sfiancare pur di ottenere ciò che vuoi. La cupidigia che ti fa desiderare la torta della vicina, il cui profumo, di cannella ed arancia candita, ti sta stordendo. Il vasetto di marmellata che tua madre centellina la domenica e il cioccolato che arriverà a Natale “solo se farai il bravo.” E tu sai bene che non sarai mai bravo, non come quei bambini dai sorrisi sdentati che camminano mano nella mano con genitori accomodanti.
La sera, a tavola, tuo padre ti guarda severo mentre ti ostini a tenere lo sguardo fisso nel piatto, concentrato sulla brodaglia informe che lo riempie. L’unica cosa che potete permettervi.
“Il signor Riley ti ha visto rubare delle caramelle dal suo negozio.”
La voce cavernosa e severa ti fa sussultare, il cuore aumenta i battiti e la gola si fa secca. La presa sul cucchiaio si fa più salda, nonostante i palmi sudino.
“Sei solo uno sporco ladruncolo goloso e in casa mia i ladri non sono tollerati.”
Alzi gli occhi quel tanto che basta per incrociare quelli di tua madre. Lei sa cosa sta per succedere e anche tu. Trema impercettibilmente ma, da remissiva succube qual è, non fa niente per impedire a lui di alzarsi e di afferrarti l’orecchio.
Un piccolo gemito di dolore ti sale dalla gola mentre tuo padre - il devoto pastore - lo torce con più forza.
“Quelle caramelle… ho dovuto pagargliele.” Afferma con livore e si fa più vicino a te. Il suo respiro ansante di rabbia si infrange contro la tua guancia. “Non hai niente da dire?”
Tu taci, incapace di proferire parola anche se il desiderio di farlo ti serpeggia dentro.
Vorresti dirgli che ti maledici per esserti fatto beccare come uno stupido e che la prossima volta non succederà.
Vorresti dirgli che saresti pronto a rifarlo altre cento volte.
Vorresti dirgli che non sei pentito.
Perché lo vuoi, ne hai bisogno.
Perché ti piace.
“Sei una delusione, Jim. Una grandissima delusione.”
La mano di tuo padre ti strattona e costringe il tuo corpo gracile a sollevarsi bruscamente, tanto che la sedia cade con un tonfo sul pavimento. La porta della sua camera da letto è socchiusa e lui la spalanca facendola sbattere contro al muro. I tuoi piedi si impuntano, la mano si tende ad afferrare lo stipite e provi a rimanere fuori. I tuoi tentativi vengono spazzati via con facilità, perché lui è forte. Troppo forte per un ragazzino come te. Non puoi far altro che rannicchiarti contro il muro e stringere gli occhi. Il fruscio della cintura sfilata dal pantalone ti fa ingoiare a vuoto.
Mentre aspetti che ti punisca la tua memoria rievoca la morbidezza zuccherina di quelle caramelle. Gli incarti dai colori vivaci, i gusti variegati, le forme diverse, la consistenza differente sotto ai denti. Le dita che succhi per recuperare gli ultimi residui appiccicati, perché non vuoi sprecare nemmeno un granello del tuo bottino.
Quando nell’aria vibra il primo colpo ti mordi il labbro inferiore, e il sapore che avverti non è quello dolce delle tue caramelle: è quello metallico del tuo sangue.

***
Bentrovati!
Da tempo desideravo scrivere qualcosa su Moriarty, il nostro villain preferito. Questa sarebbe dovuta essere la prima di una raccolta sulla sua vita, ispirata ai sette vizi capitali. Purtroppo dopo gola mi sono fermata a lussuria e sto aspettando l'ispirazione per gli altri peccatucci.
Come già detto in precedenza, so che questa è una tematica delicata da trattare, ma io ho sempre immaginato l'infanzia di Moriarty come davvero infelice. Molti criminali provengono da un background familiare disastrato, quindi ho ipotizzato lo stesso decorso anche per lui. Un padre padrone, una madre succube, ed una sua gracilità che lo porta ad essere deriso da tutti, con conseguenti problemi relazionali. Qui si è accesa quella scintilla che lo ha portato a diventare il Napoleone del crimine, una mente geniale al servizio del lato oscuro. Cose molto carine, dolci e simpatiche insomma.
Bene, dopo quest'ulteriore delucidazione vi lascio.
Alla prossima!
P.S: a dispetto del mio nome d'arte, non faccio male a nessuno se mi lasciate una recensione XD
  
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