The
Golden Girl {pt. 3}
Capitolo
5 - Adesso siamo pari
"Ricordami
ancora
dov'è che vai sta sera."
"Ad
una festa
segreta organizzata dal Distretto Quattro per festeggiare la vittoria.
Ogni
anno il Distretto che vince organizza una festa dopo i Giochi per
festeggiare e
tutti gli altri Mentori e gli Sponsor sono invitati."
È
la terza volta che
spiego a Seneca questa cosa e lui ancora non si capacita del fatto che
ogni
anno una festa esclusiva viene organizzata il giorno stesso della fine
dei
Giochi e lui non ne sapeva niente. Forse gli sfugge il significato di
'segreto'.
"Tu
che farai sta
sera?" gli chiedo per sviare il discorso da quello che lui immagina
come
lo scenario perfetto per me e Cashmere ubriache che balliamo sui tavoli
con
degli Sponsor.
"Dormirò!
Sono
stati gli Hunger Games peggiori della mia vita, salvare qualcuno
è molto più difficile
che piazzare ostacoli per farlo fuori!"
In
effetti non posso
dargli torto. "Non pensavo che Seneca Crane avesse paura delle sfide"
lo punzecchio e lui sbuffa una risata. Posso quasi vederlo che si passa
una
mano tra i capelli mentre fa zapping alla tv silenziata.
"Come
sta
Annie?"
"Bene,
credo. Non
aveva grandi lesioni fisiche, penso che in un paio di giorni
sarà fuori
dall'ospedale."
"Sarà
in grado di
sostenere l'incoronazione e l'intervista?"
"Se
non lo sarà la
faranno comunque sembrare tale, non preoccuparti. Reciterà
la parte come tutti
gli altri." Indosso gli orecchini e osservo la mia immagine allo
specchio
che mi restituisce uno sguardo stanco. La mia parte sarà
mettere su
un'espressione seducente e rilassata sta sera, quello che tutti si
aspettano da
me. "Che impressione hanno fatto questi Giochi?" Sta sera cambiare
argomento è la mia specialità.
"Tutto
sommato
buona. Un po' lenti, ma i colpi di scena hanno avuto presa sul
pubblico.
Nessuno si aspettava finissero così in fretta, sarebbe stato
meglio se l'alluvione
avesse lasciato più di un superstite per tirare un altro po'
ma è stato
comunque un buon finale." Fa una pausa mentre io metto una collana
leggera
per dare un po' di luce alla scollatura. "Sai, probabilmente
cambieranno
il Primo Stratega. Snow non sembra molto contento di questo. Quest'anno
sarebbe
stato un disastro se non fosse stato per la mia idea dell'alluvione..."
"La
nostra idea
dell'alluvione."
"Ufficialmente,
e
sarebbe meglio se restasse così, è la mia
idea dell'alluvione. Visto che
un Mentore non è autorizzato a mettere bocca in Sala di
Controllo..."
"Non
ho messo bocca
in Sala di Controllo, l'ho messa su uno Stratega." Adoro questo
rossetto,
mi sa che me lo porto a casa.
"Sei
pessima"
ma sta ridendo anche lui.
"In
effetti
quest'anno non sono stati dei grandi Giochi. Ma quel deserto dell'anno
corso
che riprendeva l'ultima arena di tuo padre? Galerius non ha gradito?"
"Neanche
un po',
l'ha definito 'un modo fintamente gentile per non applicarsi ad avere
una buona
idea'."
"Che
ingrato."
Ridiamo di nuovo mentre tolgo la vestaglia e indosso il vestito per la
serata.
'Vestito'. Fino alla vita forse, ma la parte superiore è
decisamente succinta.
"Cosa
indossi?"
"Un
vestito dorato
e luccicante come sempre."
"Qualche
dettaglio
in più?" e dal tono malizioso capisco che non vuole sapere
delle cuciture.
"Ora
chi è quello
pessimo?"
"Siamo
una coppia
di pessimi pervertiti, è questo il bello." Lo dice con tanto
candore che
non riesco a trattenere una risatina. "Sai, visto che non riescono a
trovare un valido Primo Stratega, forse in un paio d'anni potrebbe
toccare a
me..."
L'ha
detto in tono
noncurante, come se non fosse niente d'importante, ma so quanto sente
la
pressione di suo padre e quanto non vorrebbe deluderlo.
"Farebbero
un'ottima scelta, saresti un grande Primo Stratega." Ho cercato di
assumere il mio miglior tono dolce e suadente per rassicurarlo.
"E
sarebbe un
complimento visto in cosa consisterebbe il mio lavoro?" avverto quel
mezzo
sorriso rassegnato ed amaro e odio non essere con lui in questo momento.
"Seneca--"
ma
vengo interrotta da Cashmere che bussa alla porta. "Ora devo andare, ma
ne
parliamo più tardi, ok?"
Mi
sento tremendamente
in colpa a chiudere così, ma ahimè viene prima il
dovere.
Alla
fine ho raccontato
tutto a Cashmere perché continuava a dire che l'inondazione
era stata un colpo
basso ed inveiva contro chiunque chiedendosi perché Seneca
non li avesse
fermati, visto che sapeva quanto avevamo bisogno di vincere. Mi ha
tenuto il
broncio per qualche minuto, ma avendo passato quello che ha passato
Finnick non
ci è voluto molto che mi dicesse che avevo fatto bene. In
compenso devo pagare
pegno per aver fatto perdere il nostro Distretto e questo consiste nel
fare
presenza qui mentre lei dopo neanche un'ora è tornata al
nostro appartamento a
dormire. Poco lontano da me sento l'ennesimo brindisi alla vittoria di
Annie e
sorrido istintivamente. A volte non riesco ancora a credere che la mia
idea
abbia funzionato. Credo sia la prima cosa buona che faccio da quando
sono un
Mentore.
Con
la coda dell'occhio
vedo Finnick che occupa lo sgabello accanto al mio e sollevo il
bicchiere verso
di lui. "Alla vittoria del Distretto Quattro" annuncio mentre faccio
tintinnare il bicchiere contro il suo per poi bere un sorso. Lui
sorride ma non
dice nulla, si limita a brindare in silenzio. Sto per aggiungere
qualcosa ma
lui finalmente parla.
"Non
credere che
non sappia quello che hai fatto. Lì per lì ero
troppo teso per fare caso a
tutti quei piccoli dettagli ma poi ci ho pensato. Tu che sparisci per
andare in
bagno e quando torni dici che c'era fila, ma i bagni sono a due passi e
tu sei
stata via troppo a lungo. Publius che è il vostro Sponsor
dall'inizio ma a
poche ore dalla fine cambia idea, guarda caso dopo che avevi parlato
con lui. E
quell'alluvione così provvidenziale, come se fosse fatta
apposta per
Annie..."
Scuote
la testa
sorridendo e io cerco di non scompormi e mantenere il sorriso. "Non ho
idea di cosa tu stia dicendo, Finnick. Io non ho il potere di
influenzare i
Giochi..." Uso il tono accondiscendente che si usa quando spieghi a un
bambino piccolo una cosa ovvia.
"Ma
hai il potere
per influenzare gli Strateghi, o almeno uno di loro."
"Non
sento Seneca
da due settimane, non so davvero cosa tu stia insinuando."
"Nega
quanto vuoi,
io so chi devo ringraziare perché Annie è ancora
viva. Quindi grazie, ad
entrambi." Il suo tono è fermo e il sorriso riconoscente. I
nostri occhi
si incontrano ed è chiaro che non serve aggiungere altro.
Lui lo sa, io lo so,
ci porteremo il segreto nella tomba. È il mio migliore amico
e gli amici si
aiutano ad essere felici, me l'ha insegnato lui.
"Non
l'ho fatto per
te, l'ho fatto per me. Nessuno fa le torte ai lamponi come Annie."
Scoppiamo a ridere e lui mi abbraccia, le sue mani sulla mia schiena
nuda mi
ricordano quando ero io ad essere indecentemente cotta di Finnick
Odair,
esperienza che credo tutti abbiano fatto almeno una volta nella vita.
"Sai,
fossi il tuo
fidanzato non ti farei andare in giro così. Sei da togliere
il fiato, qualcuno
potrebbe rapirti" mi soffia in un orecchio prima di allontanarsi per
andare a prendersi un altro giro di congratulazioni. Lui sì
che sa come
solleticarti l'ego, devo ammetterlo.
Ho
appena ripreso in
mano il mio bicchiere quando sento una presenza alle mie spalle e le
sue mani
sulla vita. Ormai riconosco il tocco di Publius e non mi allarmo,
rimango al
mio posto sorseggiando dal bicchiere. "Posso essere io a rapirti?"
Sorrido
al liquido rosa
che ho davanti e poi mi alzo, prendendo il braccio che mi offre, e lo
seguo
fino alla sua macchina.
La
sensazione del
lanciare via le scarpe è così liberatoria che
vorrei quasi urlare la mia
felicità. Conosco Publius da troppo tempo per curarmi delle
apparenze con lui,
quindi me ne sto sbracata sul suo divano con i piedi poggiati sul
costosissimo
tavolino davanti a me. Lui torna con una bottiglia di champagne e due
flûte, la
cravatta e la giacca abbandonate in cucina e la camicia con qualche
bottone
sbottonato. È senza scarpe anche lui noto quando si avvicina
per porgermi un
bicchiere che accetto, facendolo tintinnare contro il suo, anche se non
so che
festeggiamo.
"Alla
tua
vittoria" mi dice e io lo guardo confusa.
"Ma
io non ho
vinto" rilevo in modo ovvio.
"Il
tuo Tributo ha
vinto. Non era del tuo Distretto ma era comunque quello per cui facevi
il tifo
tu, o sbaglio?"
Potrei
mentire ma dopo
due anni che ci conosciamo so che se ne accorgerebbe. Così
sorrido e alzo il
calice, lasciando che le bollicine mi solletichino il palato.
"Sto
di nuovo con
te l'anno prossimo."
"Sarai
l'unico
immagino, dopo tre anni che non vinciamo."
"Gli
altri facciano
quello che vogliono, io ti ho vista in azione e questo mi basta. Avevi
un
obiettivo e l'hai portato a termine, avevi un Tributo da salvare e ha
vinto.
Non me ne frega niente se non hai seguito le regole, hai fatto quello
che
andava fatto per riportarla a casa. È questo che fa un vero
Mentore."
In
qualche modo le sue
parole riescono a lenire un po' il senso di colpa che sento per non
aver
salvato uno dei miei Tributi, per aver infranto le regole e per aver
usato
Seneca per salvare Annie. "Dov'è tua moglie?" gli chiedo
dopo un
sorriso grato per sviare la discussione dai Giochi. Per quest'anno ne
ho avuto
abbastanza.
"In
una spa che
naturalmente pago io. Era stressata per i Giochi, pensa un po',
è partita poco
dopo la fine. Per una settimana starò in pace." Mi fa troppo
ridere quando
parla di lei, è così sferzante e sarcastico che
persino il suo accento
capitolino di solito molto latente torna a farsi sentire. "Vuoi essere
la
mia concubina?" mi chiede in modo tranquillissimo mentre riempie
nuovamente i bicchieri lanciandomi uno sguardo interrogativo.
"Publius!"
esclamo lanciandogli un cuscino dopo che ha posato la bottiglia.
"Ti
preferivo
quando eri più giovane e con meno inibizioni" sbuffa
scocciato per il mio
ennesimo rifiuto.
Vuoto
il bicchiere e
inizio a sentire la testa farsi più leggera. Mi metto a
sedere e mi avvicino a
lui, poggiandogli due dita sul mento per farlo girare verso di me. "Sei
stato la persona giusta al momento sbagliato e questo mi
dispiacerà per sempre,
credimi. Ma devi smetterla di tentarmi perché,
contrariamente a quanto può sembrare,
io non sono così forte. So che prima o poi, domani o fra un
anno, cederò e
Seneca non se lo merita, lo sai anche tu."
Distoglie
lo sguardo e
sbuffa, poi torna a voltarsi verso di me. "Posso almeno farti battute
sconce e palparti ogni tanto in modo innocente?"
"In
modo
innocente" preciso dopo aver riso. Lui mi mette una mano sulla schiena,
ad
un'altezza stranamente corretta, e mi dà un bacio in fronte.
"È
un uomo
fortunato. Lui lo sa, quindi non dimenticartelo."
È
stata una bella
incoronazione. Annie mi è sembrata un po' stordita, forse le
avranno dato un
qualche sedativo per evitare qualcuno degli attacchi di panico, che
ogni tanto
ha ancora, in diretta tv. Tuttavia Caesar è riuscito
comunque a tirare fuori
una bella intervista, anche se ha preferito mandare le immagini della
decapitazione quando Annie non era sul palco. Penso sia stata una
saggia
precauzione, nessuno vuole vendere un Vincitore disturbato, ci vogliono
felici
e contenti visto che secondo i Capitolini questo è il
momento più bello della
nostra vita.
Faccio
scivolare il mio
pass sul dispositivo per la lettura ed entro nel nostro quasi deserto
appartamento. I team di Preparatori sono andati via questa mattina,
dopo averci
messo in ordine per l'ultima apparizione pubblica di questa edizione,
seguiti
poco dopo da Amarillis e Ganymedes. Prima di andarsene hanno preso da
parte me
e Cashmere per darci la notizia su cui tutti facevamo scommesse da un
po'.
Quando ho risposto 'finalmente' all'annuncio della data delle loro
nozze
persino la futura sposina è scoppiata a ridere,
dimenticandosi di rimproverarmi
per la mia uscita poco garbata. La notizia mi ha messo di buon umore,
sapere
che nonostante tutto ci sia ancora spazio per cose belle come i
matrimoni in
qualche modo mi fa ben sperare per il futuro.
Questo
posto così tranquillo
mi stranisce, sono abituata a vederlo molto più attivo. Ho
accompagnato
Cashmere in stazione e adesso devo solo prendere le ultime cose, le mie
valige
sono già a casa di Seneca, mi fermo da lui per un paio di
giorni e poi torno a
casa anche io, mi rendo conto solo adesso di quanto ne sento il
bisogno. Ho
appena finito di chiudere il borsone che troneggia sul mio letto quando
lo
squillo del telefono mi distrae. Sto per urlare ad Amarillis di
rispondere ma
poi mi ricordo di essere da sola e mi affretto ad andare a rispondere.
"Appartamento
del
Distretto Uno, siamo chiusi per ferie, non lasciate messaggi
perché non vi
richiamiamo" rispondo ridacchiando, pensando sia Cashmere che mi chiede
di
controllare se ha scordato qualcosa.
"Signorina
Maloney,
speravo di trovarla ancora! Sono la segreteria del Presidente."
Perché
non posso
rispondere al telefono normalmente? Perché devo fare la
cretina ogni volta?
Perché? "Ehm, salve. Scusi, pensavo fosse un'altra persona.
Mi dica
pure."
"Il
Presidente
vorrebbe vederla, potrebbe passare qui appena è libera?"
La
mia presa sulla
cornetta si rafforza e inizio a sentirmi le gambe deboli.
Perché Snow vuole
vedermi? Non abbiamo niente da dirci. L'anno scorso non mi ha
convocata, perché
riprendere l'abitudine? Comunque non c'è molto che io possa
fare, a parte
acconsentire.
E
infatti un'ora dopo
sono seduta nell'ufficio che ormai purtroppo conosco bene a sorseggiare
tè chiacchierando
amabilmente col nostro Presidente. Sembra l'inizio di un film horror.
D'accordo, mi devo calmare. Non è detto che io sia qui
perché lo sa. Come
potrebbe saperlo? Perché lui è il
Presidente, sa tutto, stupida idiota mi
risponde il mio cervello e io bevo un altro sorso di tè per
nascondere nella
tazza il mio pallore. E anche quando lo sapesse? Non ha prove di quello
che
abbiamo fatto io e Seneca se pure c'erano delle telecamere non
potrà mai
provare quello che ci stavamo dicendo. Giusto?
"Immagino
lei si
stia chiedendo perché ho voluto vederla" mi dice con un dei
suoi sorrisi
enigmatici che fanno venire la pelle d'oca. "Ho parlato con Seneca
questa
mattina e mi detto tutto. Era preoccupato che lo venissi a sapere da
altri ed è
voluto venire di persona, viste le implicazioni della cosa." Sono
pietrificata, non riesco a muovere un muscolo. Seneca glie l'ha detto?
Fa uso
di qualche droga per caso?! "Non potevo che esserne felice
naturalmente,
formate una bellissima coppia." Ah. Quello. Riprendo
a respirare e
sorrido come meglio mi riesce.
"Già,
sì. Noi
pensavamo che lei... Potesse non essere d'accordo, che temesse che la
nostra
relazione potesse compromettere le nostre posizioni..." Non so nemmeno
io
cosa sto dicendo, so solo che sento una leggerezza nel petto che
aumenta sempre
di più.
"Oh
ma io non
potrei essere più contento. Gliel'avevo detto che avrei
preferito una scelta
migliore rispetto a Publius McEntire e lei ha seguito il mio
consiglio."
Un
attimo. Avevo paura
che Snow potesse impormi un marito, mi sembrava assurdo ma dopo quella
conversazione avevo avuto questa impressione... Ed è stato
lui a presentarmi
Seneca.
"Era
tutto un suo
piano, vero? Quella sera al ballo."
Lui
ride come se avessi
appena fatto una battuta davvero divertente. "Seneca era
così felice
all'idea di conoscerla che non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione.
Voi
temevate la mia reazione ma io non potrei chiedere di meglio. Una
Vincitrice e
uno Stratega." Mi guarda deliziato e io mi sento girare la testa.
"Quando vi sposerete sarà come se lei sposasse i Giochi, non
potrei
chiedere un messaggio migliore da mandare ai Distretti. Alla fine
è riuscita a
dare quel messaggio più incisivo che le avevo chiesto."
Poggio
la tazza sul
piattino e apro la bocca per rispondere, ma non ci riesco. Le parole
non
vengono fuori e nella mia testa si fa strada la consapevolezza che
ancora una
volta Snow ha tirato le fila per arrivare esattamente dove voleva.
"Sono
così felice che lascerò correre quel suo
scherzetto dell'inondazione. È finalmente
riuscita a vendicarsi per la sua amica, io avevo preso Ariel e lei si
è presa
Annie. Direi che siamo pari."
Credo
che ora vomiterò. È
troppo, veramente troppo. Mi tiene in pugno in troppi modi, sa troppe
cose e io
non ho via di scampo. "L'ho sempre detto che avrei scommesso su di lei,
non avevo dubbi che non mi avrebbe deluso."
Mi
appoggio al sedile
dell'auto che mi porterà da Seneca e mi accorgo di avere il
respiro affannoso,
come se avessi corso per chissà quanti chilometri. Con la
mano scosto un ciuffo
di capelli dalla fronte e mi accorgo che è imperlata di
sudore. Non riesco
nemmeno ad ordinare i pensieri. Snow sa che abbiamo truccato i Giochi.
Ma ci
passerà sopra finché io starò con
Seneca e quindi con i Giochi. Insomma sarò una
specie di propaganda vivente, e sai che novità. La cosa che
mi fa rabbia è che
così è come se avesse vinto tutto lui, come se
avesse deciso con chi devo stare
perché a lui fa comodo così. È sempre
lui a decidere per me, mi illudo di aver
ripreso il controllo sulla
mia vita e
lui mi dimostra che non è così. L'unica cosa che
riesco a fare mentre guardo
fuori dal finestrino senza vedere realmente la città
è chiamare Sapphire. Gli
racconto tutto, mi sfogo, inveisco. Lui ascolta e quando finalmente
finisco fa
un pausa seguita da un sospiro.
"Vince
comunque
lui, capisci? Se rimango con Seneca penserà che lo faccio
per compiacerlo, se
lascio Seneca ci impicca entrambi per aver cospirato per far vincere
Annie." Non vedo via d'uscita.
"Sai
qual è l'unico
modo per vincere?" No, ma vorrei tanto saperlo. "Fare quello che
vuoi. Tu ami Seneca, se rimani con lui perché è
quello che vuoi, avrai vinto
tu. Quello che Snow vorrà pensare non conta niente. Lascialo
pure nella
convinzione che lo fai per lui se è questo che vuole
credere. Non ti
riguarda."
Accenno
un sorriso,
forse ha ragione lui. Se decido quello che voglio io, che importanza ha
tutto
il resto? Amo Seneca e lui ama me e questo non c'entra niente con Snow.
"Non vedo l'ora di essere a casa" ammetto, senza un vero motivo, ma
appena lo dico mi rendo conto che è vero. Questa
città mi risucchia l'energia.
Voglio essere al Distretto Uno, fare la nostra solita cena di fine
Giochi e
magari invitare anche Seneca. Mi sembra che anche lui sia
più rilassato quando
si allontana dalla Capitale. E un po' di tranquillità
è quello di cui tutti
abbiamo bisogno.
Le
cene di Eve mi
lasciano sempre così piena e felice che penso che se chiudo
gli occhi mi addormento
ancora vestita e con tutte le scarpe. E poi riunirci tutti insieme,
chiacchierare, ridere, scherzare è sempre così
bello. Non mi viene un'altra
parola, è bello, è casa. Alla
fine ho chiuso gli occhi e mi accorgo con
difficoltà del movimento del materasso quando Seneca si
distende al mio fianco.
"Sai
che non puoi
dormire con le scarpe, vero?" apro gli occhi e scorgo quel sorriso
tirato
di quando sta cercando di trattenere una risata. Con gli occhi fissi
nei suoi
calcio via le scarpe e tiro i piedi sul letto, sorridendo compiaciuta.
"E
neanche con un
vestito che chiaramente non è una camicia da notte." Camuffa
l'accenno di
risata con un colpo di tosse e cerca di mantenersi serio.
"Stai
solo cercando
di farmi spogliare, Crane, non credere che non l'abbia capito." Lui
finalmente si lascia andare alla risata e io lo seguo. "Ti amo. Volevo
solo che tu lo sapessi" mi lascio sfuggire e lui smette di ridere e
torna
a guardarmi. Sorride e posso leggere la felicità nei suoi
occhi.
"Ne
prendo atto, ti
ringrazio" mi risponde prima di baciarmi mentre io sorrido e chiudo di
nuovo gli occhi. Forse non avrei dovuto prendere la terza fetta di
torta, mi
sento un po' appesantita. Seneca si è alzato, non ho idea di
dove sia andato,
ma dopo qualche minuto è di nuovo qui e io apro un occhio,
trovandomi davanti
davanti una scatoletta di velluto blu abbastanza inequivocabile. Mi
tiro su
finché non mi trovo seduta e con una visuale migliore.
"Volevo
chiedertelo
da un po'. Posso?"
Se
dicessi di no la
farebbe sparire? Insomma, è una domanda aperta, no? Ma mi
ritrovo ad annuire,
gli occhi fissi sull'astuccio.
"Stella...
Saresti
così coraggiosa da passare il resto della tua vita con me?
Mi vuoi
sposare?" Non mi ero mai immaginata che qualcuno potesse chiedermelo,
quella di Publius era stata una conversazione più che una
proposta. Ma se mai
mi fosse capitata la proposta in grande stile con anello e tutto penso
di
averla sempre inconsciamente voluta semplice e concisa, senza troppe
dichiarazioni diabetiche. E l'anello è bello, davvero. Ha
ragione Sapphire, mi
sento di vincere.
"Sì"
è tutto
quello che dico mentre allungo la mano e sorrido. Quindi è
così che succede.
Sei una persona normale poi ti danno un anello, tu dici sì e
boom, sei fidanzata.
"Sei
una sposa
meravigliosa, resteranno tutti a bocca aperta!" Sorrido mentre Ruby mi
dà l'ultimo
ritocco ai capelli e osservo la mia immagine nello specchio. Ci ho
provato,
davvero. La mia idea iniziale era un matrimonio semplice e tranquillo
al
Distretto Uno. Poi è venuto fuori che tutti si assettavano
sarebbe stato nella
Capitale perché qui tutti ci amano e bla bla bla. La lista
degli invitati si è allungata
e le foto in esclusiva sono state vendute a Capitol Couture. E ci
sarà una
diretta tv. Devo dire che dopo che ho avuto il permesso di far venire i
miei
amici dai Distretti ero così felice che ho detto
sì ad un po' troppe cose. E
l'abito semplice è diventato gigantesco e spumeggiante e gli
addobbi in sala si
sono moltiplicati. Ma ehi, conto di sposarmi una volta sola, facciamo
le cose
in grande. Abbiamo aspettato la fine del Tour della Vittoria quindi
mediaticamente è un periodo morto e tutte le tv si sono
litigate il matrimonio.
So che non dovrei gongolare per questa cosa, che mi sto sposando e
dovrei
essere matura ma... No, sto gongolando.
"Sei
pronta? Perché
non c'è via di fuga, la bloccano le telecamere" mi informa
Cashmere mentre
finisce di sistemare la gonna. Ridiamo tutte e tre ma poi la porta si
apre e ci
voltiamo.
"Ancora
alle prese
con il vestito? Aspettano tutti te!" mi informa Amarillis, come se
potessi
dimenticarlo. Guardo le mie damigelle che si avviano e non posso fare a
meno di
pensare che sono bellissime. Va bene, un respiro profondo e poi un
piede dopo
l'altro. Il mio sguardo vaga tra gli invitati e ricambio il sorriso
incoraggiante
di Finnick. Annie sembra stare meglio, sono contenta sia riuscita a
venire.
Haymitch è seduto accanto ad Effie, che sia la volta buona
che riusciamo a
farli mettere insieme? E Sapphire si sta asciugando una lacrima in
diretta
nazionale, mi dovranno dare una foto, assolutamente.
Oh,
sono arrivata a
destinazione. Ricambio il sorriso di Seneca e per la prima volta da
quando mi
sono svegliata mi sento finalmente tranquilla. Sto per sposare l'uomo
che amo e
intendo passare la vita con lui. Tutti i miei amici e la mia famiglia
sono qui,
non cambierei nemmeno una virgola. Sono felice, davvero. La cerimonia
inizia e
io sorrido, non riesco a smettere. Per una volta tutto è
come ho sempre voluto,
anche se magari non lo sapevo. Ormai il difficile è passato,
la salita è finita
e io sono in cima a guardare il panorama. Anche perché,
dopotutto, cosa
potrebbe andare storto?
Author's
Note.- Salve a
tutti! Aggiorno con un giorno di ritardo, lo so, chiedo venia. Siamo
arrivati
al penultimo capitolo, la mia bambina è cresciuta *si
asciuga una lacrima come
Sapphire*
Avrei
potuto chiudere
qui, ma niente, volevo complicarmi la vita. Nel prossimo capitolo ci
sarà un
salto temporale consistente, non vi dico altro, forse avrete
già intuito dove
voglio andare a parare.
Qui
potete vedere il
vestito che Stella indossa alla festa (lo so, non ve ne frega niente,
è che io
ormai mi sono fissata con questi vestiti dorati), mentre questo
è quello del
matrimonio e questo
l'anello.
Vi
ringrazio davvero per
le recensioni e per i messaggi, i cuoricini e tutto il resto, inutile
dire
quanto contino per me :') Vi do appuntamento all'ultimo capitolo, un
abbraccio
<3
|