Il Ritorno di Lou- Capitolo 7
Capitolo 7
Suggerimento Inaspettato
Lou se ne stava nella sua stanza buia a
pensare alla vicenda di François. Quella storia lo aveva scosso parecchio e
adesso riusciva a comprendere meglio i sentimenti del ragazzo: aveva sofferto
così tanto nella sua vita.
Aveva capito perfettamente che François era
innamorato di Momoka ed era proprio questo a frenarlo nell’attuare il piano
della ragazza per far credere a tutti che stavano insieme.
Cosa doveva fare? Rifiutarsi di andare avanti?
Momoka non l’avrebbe presa bene per niente… Ma che altro poteva fare? Non
voleva continuare a ferire François, era una cosa crudele. D’altro canto non
poteva neanche raccontare la verità a Momoka perché François ci sarebbe rimasto
male comunque…
Si rigirò nel letto alla ricerca di una
risposta che non si decideva ad arrivare.
Poi all’improvviso sentì un rumore provenire
dalla sua porta, si voltò sorpreso e vide una piccola ombra che si muoveva.
-Ma cosa…-
Si alzò e si diresse verso la porta pensando
che fosse Baumiao e invece si ritrovò davanti…
-Mimi?-
-Lou!- esclamò la bambina contenta.
Il ragazzo si chinò e la prese in braccio.
-Ma che ci fai qui, piccolina?- chiese
accarezzandole la testa. –Hai gattonato per tutta la casa da sola?-
La piccola annuì e si accoccolò meglio tra le
braccia di Lou. Strano che Miyu non si fosse accorta dell’assenza della
piccola, a quanto ne sapeva erano ancora tutti chiusi in cucina a parlare e
Mimi era lì con loro fino a un attimo prima.
-Mimi!- era la voce di Miyu, stava cercando la
bambina.
Quando arrivò vicino alla porta di Lou e la
vide tra le sue braccia si tranquillizzò.
-Che fine avevi fatto, piccola peste?- chiese
divertita. –Sei sparita dalla cucina senza che me ne accorgessi, come hai fatto
a scendere dal seggiolone da sola?-
Mimi rise e si strinse di più a Lou.
-Volevo Lou… I grandi sono noiosi…-
Lou e Miyu si scambiarono un’occhiata prima di
scoppiare a ridere.
-Hai ragione, tesoro- cominciò Miyu
sorridente. –Noi grandi siamo troppo seri. Allora, vuoi restare qui con Lou?-
-Sìììì!!!- esclamò la bambina sorridendo. –Io
dormo qui!-
-Vuoi dormire con lui?- chiese Miyu
pensierosa. –Non puoi dare fastidio a Lou…-
-Non preoccuparti, mamma- intervenne il
ragazzo. –Avevo bisogno di un po’ di compagnia, se vuole stare qui può farlo.-
Miyu ci pensò un attimo, dopotutto Lou era
sempre gentile e disponibile con tutti ma era un sempre un ragazzino e ai
ragazzini scocciava molto dover stare dietro a una bambina così piccola e
capricciosa.
-Sei proprio sicuro che ti vada bene?- chiese
poi.
-Certo, dopotutto è la mia sorellina- disse
Lou sorridendo e dando un buffetto sulla guancia a Mimi.
Miyu si lasciò andare ad un sorriso: aveva
dimenticato che il suo piccolo Lou era diverso dagli altri bambini, lui non era
gentile perché doveva ma solo perché era nella sua natura.
-Va bene, allora- concluse Miyu.
Si voltò pronta a tornare in cucina, visto che
la discussione su François non era ancora finita quando sentì Lou chiamarla.
-Mamma…-
-Dimmi- disse sorpresa.
-Ecco… io…- cominciò lui abbassando lo sguardo
e stringendo ancora di più la piccola Mimi.
-Cosa c’è?- chiese Miyu.
Lou voleva chiederle un consiglio, voleva
sapere quello che doveva fare ma se lo avesse fatto avrebbe anche dovuto
confessare di aver origliato la loro conversazione e non gli sembrava il caso.
Eppure aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, ma forse quel qualcuno non
era sua madre.
-Niente, volevo sapere se Mimi aveva già
mangiato.-
Odiava mentire, ma in quel caso lo faceva per
il bene dei suoi amici.
-Certo- rispose Miyu ancora sorpresa.
-Bene- disse Lou sorridendole, ma le sembrava
un sorriso diverso dal suo solito come se fosse stato meno luminoso. –Allora,
Mimi andiamo?-
-Sìììì!!!-
Lou fece un passo indietro e chiuse la porta
della sua camera, mentre Miyu continuava a fissarlo sorpresa, sempre più
convinta che ci fosse qualcosa che tormentava il suo bambino.
Il ragazzo rimase immobile con la piccola Mimi
ancora tra le sue braccia, mentre la mente vagava alla ricerca di quella
risposta che stava ancora cercando.
-Lou?- chiese Mimi preoccupata mentre
stuzzicava la guancia del ragazzo con il suo piccolo dito.
Lui sussultò sorpreso e abbassando lo sguardo
incontrò i dolci occhi innocenti di Mimi.
-Scusa, piccolina, ero sovrappensiero- rispose
sorridendo.
-Lou è triste?- Mimi lo guardava con aria
seria come se stesse cercando di leggere nell’anima del suo fratello acquisito.
-No, non sono triste- rispose Lou sorridendo
cercando di tranquillizzarla. –Ho solo qualche pensiero che mi preoccupa.-
Raggiunse il letto e ci si sedette lasciando
che Mimi si accovacciasse al suo fianco.
La piccola lo fissava curiosa alla ricerca di
un modo per comprendere quello che aveva appena detto il ragazzo.
Poi si aprì in un sorriso dolce e
rassicurante.
-Mimi aiuta Lou- sentenziò alla fine.
-Cosa?- chiese lui divertito.
-Mimi aiuta Lou- insistette la piccola un po’
offesa per la risposta ricevuta.
-Mi vuoi aiutare? E come?-
La bambina sembrò pensarci su per un momento
poi riprese la sua espressione sbarazzina.
-Ti canto una canzone- disse infine la bambina
contenta.
-Una canzone?-
-La mamma me la canta sempre quando sono
triste.-
Lou le sorrise riconoscente, non che pensasse
che una canzoncina avrebbe risolto i suoi problemi però era felice che a Mimi
stesse a cuore la sua felicità.
-Va bene allora, cantami una canzone.-
Il sorriso di Mimi sembro quasi risplendere a
quelle parole. Chiuse gli occhi e cercò di ricordare quante più parole
possibili della ninna nanna che le cantava sempre la sua mamma.
Lou ascoltava felice. Era una canzoncina per
bambini, probabilmente una ninna nanna ma era bellissima e la dolce voce di
Mimi la rendeva davvero gradevole.
D’un tratto si rese conto che ogni tanto la
bambina inseriva nella canzone parole in una lingua diversa, se non andava
errato doveva essere francese.
Quando Mimi finì di cantare Lou la prese in
braccio e le sorrise per ringraziarla.
-Sei brava, sai?-
La piccola era felice di sentire quel
complimento e si mise a ridere per la gioia.
-E’ stata Christine ad insegnarti quelle
parole in francese?- chiese poi curioso.
La bambina fece di no con la testolina.
-Allora Victor- continuò Lou sempre più
curioso.
-No, è stato Frans-chan- rispose la bambina
contenta.
Lou spalancò gli occhi a quelle parole.
-Frans-chan?- chiese stupito. –Intendi dire
François?-
Mimi annuì convinta.
-Stamattina Mimi giocava in cortile e
Frans-chan ha giocato con lei- disse lei felice.
-Davvero?- Lou era a dir poco sbalordito.
-Frans-chan ha cantato una canzone in francese
e così anch’io ho cantato la mia, e poi lui mi ha detto che con delle parole
francesi sarebbe stata più bella.-
-Così è stato lui ad insegnartela?-
-Sì.-
Lou non riusciva a capire, sembrava quasi che
François con Mimi fosse stato simpatico e gentile. Ma non poteva essere lo
stesso ragazzo che aveva conosciuto lui.
-Ti è simpatico François?-
-Sì- rispose la piccola felice. –Ha giocato
con me, e mi ha fatto ridere… E’ simpatico come Lou e Momoka.-
Ormai Lou non sapeva più che pensare. A quel
punto l’unica spiegazione plausibile era che François in realtà non era il
ragazzo che voleva sembrare. Forse la sua era semplicemente una maschera per
apparire diverso da quello che era in realtà.
Ma sì, probabilmente aveva solo paura di
esporsi troppo, di diventare amico di qualcuno per poi sentirsi rifiutato come
era stato rifiutato da tutti una volta in orfanotrofio, come era stato
rifiutato dalla stessa Momoka anni prima.
D’un tratto capì. Finalmente la risposta che
aveva tanto cercato gli si era presentata davanti, e non avrebbe mai potuto
immaginare che sarebbe stata una bambina così piccola come Mimi a
suggerirgliela.
-Mimi- disse poi guardandola. –Aspettami qui,
torno tra un attimo.-
La piccola annuì e gli sorrise.
Lou si alzò di scatto e uscì dalla sua stanza
sperando che Momoka fosse ancora in cortile insieme a Victor. Per fortuna erano
ancora lì. Il bambino era seduto a terra a giocare con le macchinine mentre
Momoka era seduta sui gradini del tempio con lo sguardo fisso verso il cielo
che stava cominciando a diventare scuro.
-Ah, Lou- esclamò Momoka voltandosi verso
l’amico. –Mi hai spaventata.-
-Scusa, non volevo.-
Lou si sedette accanto a lei e le sorrise.
-Allora, Mizuki ce l’ha fatta?- chiese Momoka
con l’ansia nella voce.
-Sì, non ha avuto problemi- rispose lui
cercando di sembrare il più naturale possibile. Momoka era sempre stata una
ragazza molto intelligente e non ci avrebbe messo molto a capire che qualcosa
non andava se lui si fosse comportato diversamente dal suo solito.
-Momoka…- iniziò lui mentre la ragazza si
voltava a guardarlo con aria interrogativa, - stavo pensando… Che ne dici di
andare a Momoland domani.-
Momoka aggrottò la fronte un po’ sorpresa per
quella richiesta.
-Mi piacerebbe, ma perché me lo stai
chiedendo?-
-Ecco, non fraintendere, fa sempre parte del
nostro piano. Se François deve credere che io e te stiamo insieme prima o poi
dovremmo inscenarlo un appuntamento, non credi anche tu?-
La ragazza sorrise sentendosi un po’ stupida
per non averci pensato prima.
-Hai ragione, perché non ci ho pensato io?
Eppure sono intelligente- disse pensierosa. –Comunque per fortuna ti è venuto
in mente. Mi preoccuperò io di farlo sapere al nostro caro francesino così si
metterà l’anima in pace una volta per tutte e mi lascerà stare…-
Lou fissava Momoka con il cuore che gli faceva
male, adesso che conosceva la vera storia di François non ce la faceva proprio
a sentire lei mentre lo offendeva.
-Bene, allora è deciso- disse alzandosi.
–Domani pomeriggio andremo al cinema.-
-Torni di già in casa?- chiese Momoka
sospettosa.
-Sì, ho un appuntamento con un’altra damigella
e non posso far tardi- mormorò Lou quasi scoppiando a ridere per la faccia che
aveva fatto Momoka.
-Damigella?- chiese stranita.
-Mimi vuole giocare un po’ con me, non sarebbe
educato lasciarla da sola troppo tempo, no?-
Momoka lo guardò per un attimo ancora con
sguardo ebete e poi anche lei rise.
-E’ vero, ti conviene correre immediatamente
da quella piccola peste prima che decida di offendersi a morte.-
Lou le sorrise ancora una volta e un po’ più
sereno di prima tornò nella sua stanza.
Mimi era seduta dove l’aveva lasciata e stava
giocando con quello che sembrava…
-La mini mini machine!- esclamò Lou correndo
verso la bambina e togliendole l’oggetto di mano. –Mimi non puoi giocare con
questo, è pericoloso.-
La piccola lo fissò per qualche secondo
ammutolita e quando si accorse che negli occhi del ragazzo non c’era rimprovero
ma solo preoccupazione gli sorrise per tranquillizzarlo.
-Scusa…- mormorò con voce dolce.
-Non fa niente- rispose Lou riponendo la mimi
mimi machine in un cassetto. –Oggi hai fatto molto per me, non mi sembra giusto
rimproverarti.-
La piccola lo fissò un po’ confusa, non aveva
capito granché di quello che aveva detto Lou, ma lui non si soffermò a
spiegarle troppi dettagli. L’importante era che grazie alla piccola Mimi adesso
sapeva quello che avrebbe dovuto fare per François e anche per Momoka.
Questo
capitolo si può considerare un preludio al prossimo (infatti non
ci ho inserito gli spoiler che vi ho dato nel capitolo precedente,
quelli teneteli buoni per il prossimo). Probabilmente vi sarà
sembrato un capitolo strano e senza senso, ma in realtà è
stato importante, perchè in questo modo Lou ha capitolo come
agire...
Vi
comunico che appena sarà conclusa questa piccola vicenda di
Momoka e François i protagonisti veri e propri torneranno ad
essere i mitici Miyu e Kanata...
Ringrazio chi ha recensito, i 15 che hanno messo questa storia tra le preferite, e anche chi ha solo letto...
Ci vediamo al prossimo capitolo...
Ciao Kiss!!!
Francesca
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