I
could be your bad boy or baby
I
could be nice. I would give
you
all the strars if
you
give me the night.
(Song
for You- Big Time Rush).
Capitolo
diciottesimo.
-Tu
puoi dormire qui. Ho fatto spazio nel mio armadio, quindi puoi
mettere le tue cose negli ultimi due cassetti- mormoro senza guardare
mai negli occhi Johanna. Conoscendo la mia fortuna sconfinata, era
logico che Johanna dovesse dormire con me. Peeta ha salito poco fa un
materasso, dove dormira'. Beh, almeno posso tenermi il mio letto
tutto per me. Annie e il piccolo Finnick dormono nella stanza accanto
alla nostra e ancora la sento canticchiare qualche dolce melodia per
fare addormentare il bambino. Ho sempre adorato i bambini, mi sarebbe
piaciuto avere dei figli miei. Ma non potro' mai. Anche adesso che
non devo piu' temere per la loro vita, la vita mi ha negato questa
opportunita'. Non e' il momento di pensare alle ingiustizie della
vita, mi rimprovero, visto che ne ho una davanti a me proprio in
questo momento. Johanna non sembra per niente a disagio. Durante la
serata ha tenuto sempre quel sorrisetto impertinente che ha rischiato
di farmi saltare i nervi. Sistema i suoi vestiti nei cassetti che le
ho indicato, senza fiatare, poi afferra il pigiama e lo spazzolino e
va in bagno a cambiarsi. Bene, ho precisamente tre secondi e mezzo
per sistemarsi, infilarmi nel letto e fingere di essere crollata in
sonno comatoso. Quando Johanna rientra nella stanza, ho gia' spento
l'abat-jour. Le volto le spalle immediatamente.
-Tranquilla,
non ti mangio mica- mormora mentre a tentoni raggiunge il materasso.
Sento il fruscio delle coperte che vengono spostate con malagrazia e
il suo corpo infilarsi dentro. Il cuore mi batte a mille. Come potrei
mai confessare che ho paura che mi uccida nel sonno?
-Sicura?-
ribatto incerta. La mia voce esce piu' sarcastica di quanto avessi
voluto, ma lei non sembra prendersela tanto. Katniss, a quest'ora, mi
avrebbe tenuto il muso per diverso tempo o sarebbe scappata nei
boschi prima di uscirne piu' serena e pronta a ricominciare di nuovo.
Johanna invece sembra affrontare i problemi di petto. E' piu' sicura
di se di quanto sara' mai la mia eroina. Infatti la sento
ridacchiare.
-Se
avessi voluto, ti avrei gia' ucciso, no? Dormi serena bambina, questa
notte ho intenzione di dormire a lungo- e detto cio', si gira e non
mi rivolge piu' la parola. Le sue parole pero' continuano a
rimbombarmi nella testa. Cosa intendeva veramente? E' venuta qui per
uccidermi perche' ha scoperto chi sono o mi stava solo prendendo in
giro? Adesso basta Demetra! Cerca di rilassarti, e' impossibile
che sappia chi sei.
Questo
e' vero, ma si dimentica mai l'espressione di colei che ti ha ferito
piu' di tutti? Che ha reso la tua vita un inferno? Che ti ha voltato
le spalle? Resto vigile finche' non sento il respiro di Johanna farsi
regolare. Aspetto qualche altro secondo, tendendo l'orecchio, e
quando sono sicura che non si alzera' come un fantasma con un'ascia
in mano pronta per spaccarmi il cervello in due, scendo dal letto e
volo per le scale. Sono quasi arrivata nel salotto quando sento la
voce di Annie. Mi blocco paralizzata; credevo che stesse dormendo in
camera sua. Sporgo leggermente la testa e la vedo. E' sola e sembra
piccolissima. Ha il viso illuminato dai raggi argentati dalla luna e
muove la testa al ritmo della canzone che sta canticchiando
sottovoce. Qualcosa in quella melodia mi blocca e sento dei brividi
lungo tutta la spina dorsale. Mi avvicino per riuscire a capire
anche le sue parole e appena riesco a sentirle, il sangue mi si gela
nelle vene. Conosco quella canzone. Gliel'ho sentita cantare un
milione di volte. 'If I die young, bury me in satin, lay me down
on a bed of roses sink me in the river at dawn. Send me away with the
words of a love song..'
Affondo
le unghie dentro i palmi delle mani finche' sento delle goccioline di
sangue scorrere lungo le mani. Sangue.. Quanto sangue ho visto
versare? E cosa mai potro' fare per rimediare a tutto il sangue che
ho dovuto far versare a persone innocenti? Niente. Non esiste niente
che io possa dire o fare per essere perdonata. Cio' che ho fatto e'
troppo spregevole e dovro' condividere con esso per tutto il resto
della mia vita. ' And I'll be wearing white when I come into your
kingdom. I'm as green as the ring on my little cold finger'.
Perdonami Annie per non essere riuscita a starmi vicino e
perdonatemi tutti voi per aver tradito la vostra fiducia ed essermi
approfittata della vostra bonta'. Se avessi avuto scelto, avrei
preferito morire quel giorno sotto le bombe. Avrei risparmiato
sofferenza a tutti voi. Prima che le lacrime possono sorprendermi e
interrompere la melodia dolce di Annie, risalgo di nuovo le scale. Il
respiro di Johanna non e' piu' lento, ma non ci faccio caso e quando
mi seppellisco sotto le coperte, scoppio in lacrime. E piangendo, mi
addormento.
E
anche quando sono certa di dormire, sento una voce lontana che mi
sussurra all'orecchio 'There's a boy here in town says he'll love
me forever'.
**
La
mattina dopo scendo con una paio di occhiaie da fare invidia a
Katniss nei suoi giorni piu' neri. Lei e' la prima a guardarmi
preoccupata.
-Buongiorno
Dem..tutto bene?-
-Si
certo- la liquido. Johanna per fortuna ha mantenuto fede alla
promessa ed e' ancora di sopra che dorme; Annie invece sta cercando
di convincere Finnick ad entrare nel seggiolone e mangiare i cereali.
-Avanti
su, amore mio, che ne dici di mangiare e di fare contenta la mamma?-
gli chiede dolcemente. Finnick sbuffa e fa le smorfie, ma lei non
perde mai la pazienza e il sorriso gentile. Katniss mi scuote la
spalla e mi accorgo di averla fissata con troppa insistenza. Mi
riscuoto lentamente.
-Oh..ehm..penso
che usciro' presto questa mattina- dico. Peeta mi guarda
interrogativo ma non dice nulla, anche perche' Finnick esplode in un
altro scoppio d'ira e tutti accorrono per evitare di togliere dai
muri i cereali. Prendo al volo l'occasione e me la filo velocemente.
Per strada vedo che Haymitch scende barcollante i gradini di casa.
Cerca di sollevare un braccio a mo' di saluto, ma perde l'equilibrio
precario e cade in avanti con la faccia per terra. Sospiro e appoggio
la borsa terra. Menomale che questa mattina ho deciso di uscire un
po' prima di casa perche' questo vecchio ubriacone mi fara' perdere
molto tempo. Corro nella sua direzione e lo aiuto a rimettersi in
piedi a fatica, visto quanto pesa.
-Sei
venuta in mio soccorso? Ma che gentile-
-Risparmiati
il sarcasmo- ribatto per poi trascinarlo dentro casa. Un po'
sorreggendolo un po' trascinandolo, lo butto sul divano. Mi faccio
largo tra gli stracci lasciati a terra la sera prima e accendo la
fiamma per preparare il the'.
-Tutto
bene ragazzina?- Il suo tono sembra essere a meta' strada tra il
beffardo il curioso, ma la cosa che mi da veramente fastidio e'
l'appellativo che usa. Gale usa quel termine in modo affettuoso,
visto che mi considera un po' una sorella, ma detto in questo modo
non fa altro che ferirmi.
-Certamente-
rispondo piuttosto freddamente.
-Ahi
ahi a furia di stare con Dolcezza sei diventata anche tu molto
simpatica- Il the' e' quasi pronto per fortuna, cosi' potro'
andarmene il piu' velocemente possibile da questo vecchio che non sa
fare altro che prendere in giro gli altri.
-Perche'
non pensi per te, eh?- replico.
Haymitch
invece di prendersela, ride.
-Hai
proprio ragione. Sara' meglio che pensi a tutta la mia vita allegra e
spensierata. Ma cosa mi racconti di te? Quali oscuri segreti nasconde
questa ragazzina?- Il sorriso e' rimasto sempre lo stesso sul suo
volto, ma il tono e' cambiato. Questa volta sta parlando sul serio.
Sostengo il suo sguardo per un po', prima di decidermi a rispondere.
-Nessuno
che ti riguarda-. In quel preciso istante sento il fischio acuto del
bollitore del the' e vado a versarlo in una tazza. La poggio
delicatamente sul tavolo e senza guardarmi indietro, perche' sento il
suo sguardo perforarmi la schiena, vado via da questa casa vuota e
fredda. Che sa di tristezza. Mi incammino velocemente visto che, come
pensavo, ho perso piu' tempo di quanto avrei mai voluto. Arrivo in
fretta in citta' e sento, anche se ad alcuni metri di distanza, la
campanella che segnala l'inizio delle lezioni. Affretto il passo
verso la scuola quando sento una mano afferrarmi una spalla. Mi volto
e mi ritrovo davanti il viso spensierato e allegro di Mona.
-Demetra!!!
Ma cos'e' quel muso lungo? Su, fammi un bel sorriso. Sai quanto sei
bella quando sorridi? Troppo per poterlo descrivere veramente- Il suo
tono e' allegro, ma parla a macchinetta come se stesse cercando di
nascondere qualcosa. E poi mi torna in mente il bacio con Jeremiah,
il loro complotto. In qualche modo sa che io ho capito e sta
cercando, inutilmente, di coprire le sue tracce. Mi scosto
gentilmente dalla sua stretta.
-Smettila
Mona.. Ti ho vista. Ti ho vista con Jeremiah. Senti, non ho idea per
quale motivo tu mi abbia mentito o perche' tu continui a prenderti
gioco di me, e a questo punto non mi importa piu' di tanto. Ho
sbagliato a fidarmi di te. Mi dispiace essermene accorta troppo
tardi. Adesso smettila pero'- le dico duramente. Ho gia' avuto la mia
serie di problemi oggi.
Il
viso di Mona sembra un libro aperto in questo momento. Riesco a
vedere l'incredulita', lo sbigottimento e anche un certo dispiacere,
ma non posso soffermarmi su questo adesso.
-Dammi
le cose che mi appartengono. Tutte le mie foto, le mie lettere e le
mie cartelle cliniche..Voglio tutto e poi ti prometto che spariro'
per sempre e tu potrai continuare a fare quello che stavi facendo..-
La piazza e' deserta percio' sembra che ogni parola rimbombi. Riesco
quasi a percepire ogni granello di polvere che scorre per terra, il
vociare lontano dei commercianti, i tacchi a spillo della
professoressa d'inglese che entra nell'aula.
-Aspetta
Demetra..Devo spiegarti tutto- i suoi occhi luccicano di lacrime non
ancora versate- Tutto quello che mi hai visto fare, l'ho dovuto fare.
Sono stata costretta. Io ti ho solo aiutato. Magari e' vero che non
sono lesbica, ma ho dovuto fingere per proteggerti..Conosco Jeremiah,
avrebbe fatto di tutto pur di farti soffrire. E' stato lui a rubare
le sue cose. Io ho solo finta di essere dalla sua parte per averli.
Ho finto affinche' tu posa riavere i tuoi preziosi documenti! Mi
capisci Demetra?- chiede insistentemente. In realta' no, non vedo
cosa ci sia da capire. E non riesco neanche a credere perche'.
-Perche'?-
sussurro. Ma poi lo capisco. Capisco tutto e tutti i pezzi del puzzle
vanno al loro posto. Mona segue spaesata il mio sguardo e poi
annuisce alla mia domanda interrogativa. Continuo a fissare dritto
davanti a me..e prima che possa rendermene conto, sto gia' correndo
nella sua direzione, urlando a squarciagola il suo nome.
Angolo
dell'autrice.
Buongiornooo
a tutti e buona domenica! Come potete vedere sono ancora viva. So che
alcuni di voi non saranno molti contenti da questa notizia, ma e'
cosi' e dovrete sopportarmi ancora per un po', visto che ci stiamo
avvicinando progressivamente alla fine. Dovrei scrivere altre due o
tre capitoli, penso. E spero tanto che vi piacciono. A me,
sinceramente, questo capitolo e' piaciuto. Aspetto con ansia le
vostre recensioni <3
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito questa ff nelle
seguite/preferite/ricordate. Grazie mille <3
Hoon21
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