Ricatto d'Amore

di bookswhisper
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Stupido cane.
 

Erano le 07:00 quando qualcuno bussò alla porta della camera di Emma e Killian svegliandoli.
“Possiamo entrare? Siete presentabili?” chiese Ginevra dall’altra parte della porta.

“Probabilmente no...” si intromise Granny.

“Sì, sì, solo un momento” rispose Emma in preda all’ansia.
“Killian, devono entrare, vieni qui, veloce” gli disse tirandogli un cuscino in faccia.

“Sì, li sento...” le rispose lui calmo prendendo il cuscino e le coperte portendandole sul letto.
Nel frattempo Emma si spostò dal centro del letto al lato destro togliendosi le cespette mattutine e stirandosi un po’ la pelle del volto.

“No, la porta-cicogne no!” gli disse Emma lanciando la coperta su una poltrona.

“Ti sei stirata la pelle?” le chiese Killian sistemandosi a letto.

“No, che domande... che cacchio fai?!”

“È così che in genere si mettono i maschi la mattina” le spiegò in modo ironico Killian.

“E perché? Ahh...” si rispose da sola vedendo l’espressione sul volto di Killian.

“Stiamo entrando!” disse Mary Margaret aprendo la porta e facendo entrare tutta la combriccola composta dai genitori di Emma, gli zii di Killian, Elsa, Ruby e Granny.

“Ehy, ciao” disse Emma con la risata più finta che Killian avesse mai sentito.

“Stavamo pensando, se vi sposaste subito? Qui?” chiese Ruby.

“Come? Ma no, cioé, c’è il compleanno della nonna, non vogliamo rubarle la scena” tentò di dire Emma.

“Sciocchezze, ho festeggiato novantasei compleanni, ora voglio vedere il matrimonio del mio nipotino. Lo farete?” chiese Granny con aria innocente.

“Eh, beh, in realtà...” borbottarono insieme Killian ed Emma.

“Prima che la vostra povera nonna muoia di infarto?” continuò Granny.

“Okay! Va bene, non pensiamo agli infarti, ci sposiamo, d’accordo” disse velocemente Emma.

“Perfetto! Andiamo ad organizzare le cose allora!” disse allegramente Mary Margaret facendo uscire tutti dalla stanza.

Dopo cinque minuti di imbarazzante silenzio, Killian si alzò dal letto.
“Beh, io credo che andrò a fare colazione.”

“Io mi faccio una doccia. Ci vediamo dopo...”

***

Dopo che Emma terminò la doccia, si trovò di fronte ad uno dei dilemmi peggiori della vita: dove diavolo era l’accappatoio?
Dov’era, dov’era, dov’era?
Nell’armadio. Fuori dal bagno. Nella camera da letto. Era ovvio.

‘Va bene, Swan. Basterà uscire rapidamente, prendere l’asciugamano e tornare velocemente in bagno.’

Il piano era semplice, ma appena Emma aprì la porta si ritrovò davanti un piccolo, peloso, fastidioso volpino.

“E tu che ci fai qua? Levati, devo passare”, ma il cane non si spostò di una virgola, anzi le ‘salto addosso’ iniziando ad abbaiare.

“Oh, mio Dio! Sta giù, non ti avvicinare, sottospecie di topo pellicciato. Va bene, vediamo se ti piace il fono” disse prendendo il fono e puntandolo contro al cane, che per tutta risposta si accucciò per terra sul tappetino davanti alla porta godendosi il calduccio.
“Ah, ti piace. Okay, e allora tu stai in bagno” borbottò prendendo il tappetino dove stava seduto il volpino e trascinandolo in bagno.

Appena Emma si girò, andò a sbattere contro qualcosa chiamato Killian e trascinandolo per terra finendolgli addosso.

“Oh, mio Dio, ma sei nuda!”

“Anche tu! Perché?!”

“Stavo andando a farmi la doccia, sono venti minuti che non sento più l’acqua scorrere, credevo fossi a fare colazione!”

“Ti prego, dimmi che quello è il tuo ginocchio...”

“Come fa ad essere il mio ginocchio? Okay, ho un’idea, io chiudo gli occhi e tu corri velocemente a letto e ti copri con le coperte.”

“Vado.”
Dopo una rapida corsa verso il letto, cercò di tirarsi le coperte addosso, ma il nervosismo del momento le fece tirare metà del letto oltre le lenzuola mentre Killian si rifugiava in bagno.

“Perché sei nuda? Esiste una cosa chiamata accappatoio!”

“Io- è colpa del tuo cane! Mi ha assalita e mi ero dimenticata l’asciugamano e-“

“Cosa c’entra Spugna?!” chiese Killian  facendo  uscire il cane dal bagno.

“È selvaggio! Guardalo!” rispose Emma indicando Spugna che stava uscendo dalla porta.

“Oh, certo, hai notato anche tu il dente assassino della bestia?!” chiese ironicamente chiundendo il bagno a chiave.

***

Dopo essersi calmata e vestita, Emma uscì nel giardino per una passeggiata, ma quando vide una bicicletta non potè fare a meno di farci un giro.
Decise di spingersi oltre i giardino e si diresse verso il bosco, ma non essendo abituata al terreno scosceso e non battuto perse il controllo della bici che iniziò a prendere velocità.

Dopo un paio di preghiere ed imprecazioni, Emma riuscì a far fermare la bici. Appena prese il fiato necessario per non morire, sentì qualcuno cantare nel bosco, così si diresse incuriosità nella direzione da dove sentiva la musica.

“Vieni qua, Emma di New York” disse la voce.

“Oh, mio Dio, questa mi ammazza...”

“Sono nonna Granny, non mi riconosci? Vieni, e ringrazia cantando con me l’universo per la tua unione con Killian.”

“Ma io non conosco nessun canto per l’universo.”

“Lo devi inventare, usa le vocali, eh, oh.”

“Oh, eh... per cosa ringrazio? Per il vento, per il vento, e la valle, e la valle, per i maschi con le palle. Tremate stronzette...” canticchiò sottovoce Emma.

“Più forte!” la incitò Granny.

“Per il vento, per il vento per il vento, e la valle, e la valle, per i maschi con le palle, per le vacche nelle stalle. Grazie madre terra, per gli spermatozoi. Per il vento e valle, per i maschi con le palle. Tremate stronzette. Nonna! Saltiamo al ritornello. Muovi il culo più giù, così, così. Dacci dentro di più, così, così. È da pazzi lo so, così, così. Sculetta un po’ così, così. Sbattiti dai, così, così. Come solo tu sai, così, così. E stop! E scuotiti. E stop! E scuotiti-“

“Che stai facendo?” chiese Killian da dietro.

“Scuoti- ehm, io ringraziavo l’universo...”

“Certo... vuoi ringraziarlo venendo con me a ritirare il tuo nuovo cellulare in città?”

“Oh, sì, ti prego. Aspetta! Nonna, a te va bene se vado con lui?”

“Certo! Tu hai lo spirito giusto, Emma! Killian, tienitela stretta.”

***

Per la canzone cercate su youtube ‘Ricatto d’Amore, canzone nel bosco’.





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