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Personaggi: Luigi, Re Boo, Daisy (menzionata), OC.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale.
Pairing: Het, Shonen-ai (unilaterale), Crack Pairing.
Note: Nessuna.
Fausse note obligée
Oriella
aveva più paura di quanto rammentava di averne mai sperimentata,
tanto da essersi quasi convinta che i battiti agitati nel suo petto
rischiassero di giungere alle orecchie del mostro appostato di fuori,
inamovibile, in attesa.
Attesa
che stavolta, dopo la bellezza di due ore trascorse nella quiete di una
sola sedia occupata, parve aver lasciato posto infine alla
rassegnazione che nessuno sarebbe arrivato ad accomodarsi sull'altra.
Eppure lo spettro non se n'era ancora andato, mantenendo lo sguardo
fisso dove il volto del suo interlocutore avrebbe dovuto trovarsi.
Cereo come una perla sotto la fredda luce lunare, occhi superficiali lo
avrebbero frainteso per una statua se il ritmico ticchettare di un
indice non ne avesse tradito al comando una volontà che, per la
terza volta in secoli di indisturbata reggenza, il timido Luigi aveva
seriamente messo alla prova.
La
cameriera si strinse nel suo giacchettino sgargiante di paillettes e si
avvicinò alla finestra sino a sfiorare il vetro gelido,
poiché la temperatura era progressivamente calata col protrarsi
dell'inspiegabile ritardo. Giurò che l'acqua nel vasetto al
centro del tavolino, con un bel mazzolino di lavanda colta da poco, si
fosse completamente ghiacciata e i fiorellini intirizziti, siccome il
freddo intenso pareva propagarsi proprio dalla figura del fantasma. Da
quella prospettiva Oriella non riuscì a scorgere quale
espressione fosse incisa sulla faccia tonda, ma covava la certezza che
Re Boo fosse senz'altro infuriato. E nulla gli avrebbe impedito di
sfogare la sua ira su una piccola toad sventurata se avesse gradito un
bersaglio invece del dessert per sopprimere l'amarezza.
Dopo
che ella aveva assistito all'onta, quante chance le erano
effettivamente rimaste di spuntarla illesa (almeno fisicamente) persino
stavolta? Considerando che il sospirato assente fosse inoltre la sua
unica ancora di salvezza, ridicolmente poche.
« Chérie? » Il familiare richiamo vibrò infine nel silenzio, senza alcuna traccia di emozione, sibillinamente.
L’istinto
all'autopreservazione sollecitò la micete a darsela a gambe per
la porta di servizio, ma con quale giovamento? Ovunque si fosse
nascosta, Re Boo l’avrebbe stanata: si trattava di una mera
questione di tempo.
Oriella
uscì sconfitta a testa bassa dal suo rifugio illusorio, muovendo
adagio i passi sotto il macigno dell'accettazione dell'ineluttabile
come un condannato in catene scortato al patibolo. Percepiva ogni
cellula in corpo fremere di terrore, ma non poteva far niente per
deviare la rotta che la sua esistenza stava imboccando, eccetto che
raccomandarsi l'anima ad una riscoperta inclinazione alla clemenza da
parte dello spettrale sovrano. Tuttavia, una volta ridotta
drasticamente la distanza a separarli, clemenza fu per certo ciò
che non lesse sul volto funereo ad accoglierla.
Rabbia,
torbida e letale, più pungente del gelo che le condensava il
respiro in candide nuvolette, ribolliva negli occhi ultraterreni che
parevano quasi gettare scintille dalle scure cavità orbitali. Re
Boo era serio come mai lo aveva visto, con gli zigomi contratti e le
labbra serrate in una linea dura.
Fu
allora che Oriella comprese che le visioni che l'avevano afflitta nelle
ultime settimane altro non erano state, perché la sua morte la
stava guardando dritta in faccia proprio in quel preciso momento: il
fantasma mostrava l’evidente intenzione di prepararsi a
obliterare ogni indizio dell'imperdonabile tradimento commesso, a
partire da lei, scomoda testimone. Supplicare per una vita non meno
insignificante di svariate centinaia di migliaia all'attenzione del boo
non avrebbe sortito differenza alcuna, ma, impulsivamente, non furono
le preghiere ad affiorarle nella voce tremula di paura. « Sono
sicura che anche Luigi sia dispiaciuto di non essere qui, signore.
»
Ragionandovi
più avanti, a mente lucida, non seppe capacitarsi da dove tali
parole fossero sbocciate; forse la fame di sopravvivenza e l'adrenalina
vi avevano messo lo zampino, innescando un’ultima, disperata
spinta di coraggio per reagire secondo il suo intuito e tentare di
rabbonire un cuore in subbuglio. Oriella aveva avuto a disposizione
più occasioni di quante avesse desiderato per mettere in pratica
il suo spirito di osservazione con Re Boo, ma non occorreva una
spiccata perspicacia per denotarne il carattere lunatico, la maniera in
cui passava all'estremo di un'emozione senza vie di mezzo, e
specialmente la ragione scatenante del più recente e violento
dei suoi sbalzi d'umore.
Lo
spettro era stato talmente accecato dalla propria collera, impregnata
di delusione per l'incontro mancato, da non aver ventilato l'ipotesi
che Luigi non si fosse presentato per via di un impedimento
inderogabile e non per rifiuto di vederlo. O almeno la toad auspicava
vivamente nella prima possibilità, se non voleva conoscere un
destino addirittura peggiore del Game Over, tipo restare intrappolata
in una cornice dentro un bugigattolo senza finestre per i secoli dei
secoli...
Ad
ogni modo, le parole della micete avevano effettivamente instillato il
seme del dubbio poiché il fantasma bloccò la mano che
stava calando su di lei, con le dita flesse come le grinfie di un
rapace, squadrandola interdetto per qualche secondo mentre soppesava il
messaggio che gli era stato umilmente suggerito. Lo sguardo diabolico
si soffermò meditabondo su un punto impreciso alla sinistra del
padrone, prima di riportarsi sulla piccola cameriera infreddolita che
si rattrappì ulteriormente ricevendo due pacchette leggere sul
capo bulboso.
Poi
Re Boo se ne andò, così, senza aggiungere altro o porgere
commiato, inghiottito dalle tenebre. Lungi da Oriella richiamarlo per
concederle come minimo la soddisfazione di un assaggio della
crème brûlée
alle mirabelle che aveva preparato appositamente per loro, siccome
aveva preso nota che allo spettro esigente piacesse variare col
menù. In maniera del tutto involontaria, salvando se stessa,
aveva salvato nel medesimo istante anche il rapporto germogliato tra i
due impedendo al lugubre sovrano di troncarlo a causa paradossalmente
di un giudizio prematuro.
Re Boo era offeso.
Eccome, se lo era.
Si
sentiva talmente offeso che, se avesse avuto davanti chiunque altro
tanto sfacciato da incontrare il suo sguardo senza chinare poi il capo,
non avrebbe esitato a sguinzagliargli le sue orde spettrali tutte
insieme alle calcagna.
«
Solo perché ho tentato di imprigionare tuo fratello e di far
piombare il mondo nell'oscurità, non ti dà il diritto di
gettarmi da parte come uno strofinaccio quando ti fa comodo. »
Assottigliò gli occhi riducendoli a due fessure luminescenti di
collera.
Il
fievole chiarore dell'unica fonte di luce che Luigi conservava per le
emergenze, un mozzicone di candela poggiato sul tavolino, lambiva dal
basso i lineamenti di entrambi distorcendoli e scavando ombre sui loro
visi. Poteva quasi considerarsi un'atmosfera romantica se non fosse
stato per l'oscurità circostante a rendere l'ambiente oltremodo
tetro, quando nemmeno il bar di Oriella restava aperto a trasmettere un
alito di vita nei paraggi della pista inutilizzata. Stavolta era la
toad a non essere presente, siccome l'appuntamento non era stato
programmato e ovviamente nemmeno Luigi aveva prima ricevuto la solita
missiva a confermare la partecipazione del boo. Eppure il mortale aveva
nutrito la certezza che, a una settimana precisa dall'ultimo incontro
fissato, avrebbe trovato il fantasma lì ad aspettarlo per dargli
modo di spiegarsi.
«
Scusami, » ripeté desolato il giovane, « ma Daisy mi
aveva fatto una sorpresa e non potevo lasciarla a casa da sola...
». La scaltra principessa aveva memorizzato a menadito tutti i
passaggi segreti del castello per trovare il modo di uscire alla
chetichella col favore delle tenebre senza l'impiccio delle guardie, e
non era la prima volta che bussava alla porta dei fratelli Mario per
poter stare finalmente vicini e coccolarsi davanti a un bel film. Luigi
si era visto obbligato a fare ritorno a Fungopoli per non darle una
delusione quando lei lo aveva chiamato dal telefono in salotto,
trascurando a malincuore l'impegno preso con lo spettro.
«
Ah, la soave donzella era in visita. » Lo interruppe questi, non
poi così rinfrancato dalla giustificazione. « Capisco.
»
«
Mi rincresce di non aver mantenuto la parola. » L'altro si
chinò per raccogliere qualcosa accanto al Poltergust 5000 e gli
pose davanti una scatolina di cartone lucido come uno scrigno prezioso
che rifletteva la danza della fiammella.
Re Boo non manifestò alcuna curiosità sul contenuto, continuando ad osservare l'idraulico con sommo disappunto.
Luigi
la aprì un po' in imbarazzo, avendo confidato in una reazione
più positiva per il suo dono di scuse. « Sono dolcetti
alla cannella ripieni di noci e datteri, una prelibatezza di
Sarasaland, ma mi sono già dimenticato il nome perché si
pronuncia in sarasiano. Me li ha mandati Daisy stamattina, li ha fatti
con le sue mani. » Abbozzò un sorriso incoraggiante
tentando di far breccia nel broncio dinnanzi.
Che cosa vomitevolmente carina. Lo
spettro vi gettò uno sguardo diffidente e dall'aspetto non
dubitò che fossero squisiti, disposti in ordine sul fondo come
una schiera di soldatini tutti uguali sotto una nevicata leggera di
zucchero a velo, così schifosamente perfetti. «
Pensi di porre rimedio a un torto offrendomi dei pasticcini? Mi stai
forse paragonando a uno yoshi? » Quei dolci traboccavano
dell'amore che la principessa aveva impiegato per distrarre Luigi dal
raggiungerlo, mentre lui languiva per due ore nella vana speranza di
udire il rumore del suo kart finalmente appropinquarsi. Lo nauseavano,
pur non possedendo uno stomaco.
« No, credevo soltanto che li avresti apprezzati. » L'idraulico cominciò a innervosirsi, vedendosi incapace di risolvere quel malinteso senza urtare ulteriormente la suscettibilità del fantasma che, a questo punto, non
pareva affatto propenso ad andare avanti senza prima fargliela
scontare. « Non potevo certo riagganciarle con un “pardon, devo correre altrove”.
» Si tolse il cappello per passarsi una mano tra i capelli,
un'abitudine che manifestava quando era a disagio e che
inconsapevolmente trasmetteva del fascino.
« La tua parola vale meno di questi dolcetti, dunque? » Un arco sopraccigliare si sollevò con sdegno.
« No!
» esclamò Luigi alzando la voce per l'esasperazione.
« Scusami, scusami. » Si ricompose già pentito dello
scatto, riportando lo sguardo limpido sugli occhi baluginanti del boo.
« Io sono riuscito a passare sopra quello che hai cercato di
combinare a mio fratello e a me. Tu non potresti fare un piccolo sforzo
oggi? »
«
E io ti ho perdonato per avermi guastato la festa ad ogni occasione,
eravamo pari » obiettò l'altro in tono petulante,
sporgendosi lievemente verso l'interlocutore.
Il giovane si limitò a fissarlo, cupo che quasi le sopracciglia si unirono alla linea del naso.
« Va bene, touché.
Per questa volta sorvolerò su una tua mancanza. » Re Boo
accondiscese infine, riadagiandosi sullo schienale come se si fosse
appena misurato in una strenua battaglia. D'altronde,
non è a Luigi da imputare principalmente la colpa, ma i giorni
per giocare agli innamorati fuggiaschi sono contati ormai.
Perciò, principessina, goditeli pure finché te lo concedo. I
baffi del suo compagno di serata si contrassero agli angoli della bocca
in un sorriso rallegrato e il fantasma fu pronto a perdonarlo
definitivamente, scendendo a patti con la sua gelosia per un po'. Gli
piaceva l'effetto della luce calda della candela sul viso fresco e
gradevole che emergeva dall'ombra, rimembrandogli uno dei pittori che
più lo suggestionavano.
« Ti va di assaggiarne uno, adesso? »
« No, grazie, sono a dieta. Che ne pensi di Caravaggio? »
Nota d'autrice:
Mi
scuso nell'aver cancellato e ripostato il capitolo, ma mi sono resa
conto di aver inavvertitamente inserito anche una parte che ho
intenzione di sviluppare più avanti. Quindi, perdonate ogni
spoiler o voi che già lo avete letto prima che me ne accorgessi...
Spero che abbiate passato un fa-boo-lous Halloween :]
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