AEcap
Angel eyes
Prologo
Jack era a pezzi, letteralmente distrutto. Quella mattina era andata
uno schifo: come al solito il bullo della scuola l'aveva picchiato, poi
era andato male a un compito e per finire era stato punito per una cosa
che non aveva fatto.
In quel momento si trovava sotto la supervisione del bullo, di cui
ovviamente il preside si fidava ciecamente, che lo osservava pulire il
banco con un sogghigno pericoloso.
“Che hai da fissare?!” si ribellò a un
tratto Jack.
Non ce la faceva più. Voleva solo andare a casa e buttarsi
sul letto e dormire per tutta la vita.
“Io non stavo fissando... Ma guarda un po’
‘sto frocetto!” sibilò quello.
“Io non sono un frocio!”
“Beh, apri bene le orecchie piccolo: non so se sai, ma noi
ragazzi normali andiamo a letto con le donne, invece tu mi sembra che
non sei mai andato a letto con nessuna. Né che hai una
ragazza che magari non te l’ha ancora data. Quindi deduco che
sei un frocio.” finì il bullo.
“Ascolta, amico, io ho altro da fare piuttosto che andare per
galline. Per cui non mi guardare più in quel modo,
capito?!”
Il bullo non apprezzò il commento del compagno e lo
sbatté a terra incominciando a prenderlo a pugni.
Arrivò a casa dopo che ebbe terminato di pulire il banco con
due occhi neri e qualche costola rotta.
Sbuffò vedendo il biglietto dei suoi genitori in cui era
scritto ‘non
torneremo a cena. Prepara anche per tua sorella.’
che biglietto affettuoso! Sbuffò ancora una volta, poi
andò a sbirciare nella camera di sua sorella, trovandola
impegnata col belloccio della scuola, Bill, ovviamente più
grande di lei. Esasperato si andò a fare il bagno, ma
proprio quando stava per immergersi nella calda acqua accogliente, ecco
che delle pietre colpirono la finestra. Jack si girò verso
di essa e vide un’apparizione celeste: il più bel
ragazzo del mondo era apparso sul suo giardino e gli sorrideva.
“Jack.” lo chiamò questi avvicinandosi,
mentre lui, senza saperne neppure il motivo, apriva la finestra.
“Ma... ma... tu chi sei?” chiese il ragazzo, ancora
sbalordito.
Cassiel continuò a sorridere, tendendogli una mano, che
prontamente Jack afferrò, sentendosi subito pervadere da una
piacevole sensazione di calore e dolcezza.
“Sono Cassiel. Non avere paura.”
“Non ho paura.” ribatté Jack incapace di
muoversi per la forte emozione.
Quel ragazzo era stupendo! Non aveva mai visto dei capelli biondi
talmente lunghi, erano addirittura più lunghi dei suoi, che
già gli arrivavano fino alla vita... ma quelli di Cassiel
sfioravano il terreno. E poi, ora che era vicino, aveva notato anche
quegli strani occhi, di un grigio delicato e tenue, eppure
profondamente vivo e cristallino.
“Farai meglio a fare il bagno, prima di ammalarti.”
fece notare Cassiel sciogliendo quella presa.
All’improvviso Jack si accorse di essere nudo davanti alla
finestra e arrossì.
“Non...”
“Non svanirò.” promise il biondo.
Un po’ rassicurato da quelle parole ed effettivamente anche
leggermente infreddolito, Jack entrò nella vasca, mentre
Cassiel spariva dalla sua vista. In realtà girò
intorno alla casa fino all’entrata, poi si fece aprire la
porta da sua sorella e andò ad attenderlo nella sua stanza.
Era decisamente la camera di un adolescente: grandi poster riempivano
le pareti su tre lati, mentre il muro accanto al letto era lasciato
libero, occupato solamente da piccoli foglietti di appunti del ragazzo.
Jack, poi, non si poteva certo dire un ragazzo ordinato, vista la mole
di indumenti sparsi in giro!
“Eccomi.” comparve finalmente Jack, ancora
titubante nei suoi confronti. “Come hai fatto a
entrare?”
“Tua sorella.”
“Ti ha aperto anche se era con Bill?!” chiese
stupito Jack.
“Sì.” annuì il misterioso
Cassiel.
“Ma... non capisco, cosa vuoi da me? Perché sei
qui?” cominciò a domandare Jack, pieno di mille
quesiti e incapace di pensare da dove poter iniziare.
“Per farti un po’ di compagnia!” fece
entusiasta Cassiel, guardandolo dritto negli occhi e facendogli salire
uno strano batticuore. “Per un po’ di tempo
starò qui, d’accordo?”
“Ma cosa diranno i miei genitori?!”
“Tranquillo.” mormorò Cassiel stringendo
dolcemente una mano sulla sua spalla. “Non diranno niente.
Vedrai che andremo d’accordo...”
Salve! Ci tengo a dire che
questo progettino intrapreso insieme alla mia socia mi sta veramente
emozionando, è molto costruttivo lavorare insieme e
soprattutto è divertente!
Sottoscrivo ciò che ha detto Mana, e in più vi
chiedo di commentare!
Felicity89
& Mana
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