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57: Una scoperta scioccanteCapitolo 57: Una scoperta scioccante
“Aspetta,
aspetta, aspetta.” Fece Gray, interrompendo Harry. “Tu hai
visto di nuovo quel cane durante la partita di Quidditch?”
“Già. È per colpa sua che non mi sono accorto
subito del Boccino. Non che sarebbe servito a molto, visto quel che
è successo dopo, però…”
“Visto?!” Esclamò Ron. “È il Gramo! Ti
ha scelto come sua prossima vittima!”
L’occhiataccia che ricevette dagli altri fu sufficiente a
zittirlo.
“Però è strano…” Riprese Luna.
“Perché i Dissennatori ti hanno preso come loro
obiettivo?”
“Forse è l’Eterion. Dev’esserne rimasta
qualche traccia al mio interno quando ho tentato di fondermi con
esso.”
“O quando l’hai mangiato.” Aggiunse Erza.
“No, lì ho trasferito subito tutta l’energia magica
a Natsu.”
“Ad ogni modo, direi che è chiaro che cosa dobbiamo
fare.” Disse Hermione. “Dobbiamo trovare un incantesimo in
grado di respingerli.”
“Chiediamo a Silente. O al professor Lupin.” Propose Lucy.
Majutsu annuì. “Sì, forse è la cosa migliore
da fare.”
Lunedì tutti quanti si diressero verso l’aula di Difesa
contro le Arti Oscure.
“Speriamo che il professor Lupin sia tornato.”
Commentò Fullbuster, sbadigliando. “Una lezione tanto
noiosa non credo di averla mai avuta prima… Storia della Magia a
parte ovviamente.”
“Credo siamo stati fortunati.” Disse Hermione, dopo aver
guardato dentro l’aula.
Il professor Lupin era tornato. Aveva proprio l’aria di chi
è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più
largo e c’erano ombre scure sotto i suoi occhi; però
sorrise ai ragazzi mentre prendevano posto, e tutti esplosero in un
fiume di lamentele sul comportamento di Piton durante la sua assenza.
“Non è giusto, era solo una supplenza, perché ci ha
dato dei compiti?”
“Non sappiamo niente dei Lupi Mannari…”
“…due rotoli di pergamena!”
“Avete detto al professor Piton che non c’eravamo ancora
arrivati?” Chiese Lupin un po’ accigliato.
“Sì, ma lui ha detto che eravamo indietro…”
“…non ha ascoltato…”
“…due rotoli di pergamena!”
Il professor Lupin sorrise all’indignazione sulle loro facce.
“Non preoccupatevi. Parlerò io col professor Piton. Non
dovete fare il tema”.
“Oh, no!” Esclamò Hermione delusa. “Io
l’ho già finito!”
“Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.”
Ridacchiò Ron.
“A dir la verità lo abbiamo finito anche noi.”
Dissero insieme Harry ed Erza, mentre dietro di loro anche Lucy alzava
la mano per indicare la stessa cosa.
La lezione fu molto piacevole. Il professor Lupin aveva portato con
sé un barattolo di vetro con dentro un Marciotto: una piccola
creatura con una zampa sola, dall’aria fragile e innocua, che
sembrava fatta di fili di fumo.
“Attira i viaggiatori nelle paludi.” Spiegò il
professore, e tutti presero appunti. “Vedete la lanterna appesa
alla mano? Lui avanza a saltelli, la gente segue la luce, e
poi…”
Il Marciotto emise un rumore orrendo e si scagliò contro il
vetro.
Quando suonò la campana, tutti raccolsero i libri e si diressero
alla porta, compreso Majutsu.
“Aspetta un momento, Harry.” Lo fermò Lupin.
“Vorrei parlarti.”
Potter annuì, salutando gli altri e tornando indietro.
“Mi hanno detto della partita.” Disse l’uomo,
tornando verso la cattedra e cominciando a stipare la valigetta di
libri. “E mi dispiace per il tuo manico di scopa.
C’è qualche speranza di ripararlo?”
“No.” Rispose sincero il moro. “L’albero
l’ha fatto a pezzi. Ma meglio lui che io, no?”
Lupin sospirò.
“Hanno piantato il Platano Picchiatore l’anno che sono
arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di
avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, David Gudgeon,
ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci.
Sarebbe ora di sradicarlo… Ne parlerò con il professor
Silente.”
“Le hanno detto anche dei Dissennatori?” Domandò
Majutsu.
Lupin gli scoccò un rapido sguardo. “Sì. Credo che
nessuno abbia mai visto il professor Silente così infuriato.
Sono irrequieti da un po’ di tempo… sono arrabbiati
perché si rifiuta di farli entrare nell’area della
scuola… È per quello che sei caduto,
immagino…”
“Sì.” Assentì Harry. Esitò, e poi la
domanda gli salì spontanea alle labbra. “Perché mi
tormentano così? Sono così debole per loro?”
“Non ha niente a che vedere con la debolezza.” Rispose il
professor Lupin seccamente. “I Dissennatori tormentano te e i
tuoi amici più degli altri perché nel vostro passato ci
devono essere cose terribili che gli altri non hanno vissuto.”
“Questo spiega un po’ di cose…”
Un raggio di sole invernale attraversò la classe, illuminando i
capelli grigi di Lupin e i segni sul suo giovane volto.
“I Dissennatori sono le creature più disgustose della
Terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella
decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e
felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani
avvertono la loro presenza, anche se non li possono vedere. Se ti
avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel
ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il
Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti
diventare simile a lui… malvagio e senz’anima. Non ti
rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose
peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare
chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui
vergognarti”.
“Non credo. Io alla fine non ho vissuto esperienze tanto
terribili rispetto ad altri.”
“Ti riferisci ai tuoi amici? In effetti, mentirei se ti dicessi
che non sono rimasto incuriosito da ciò in cui il Molliccio
s’è trasformato.”
“Ognuno ha avuto il suo passato difficile.” Rispose Harry,
per poi spostare lo sguardo. “Eppure… nonostante lo
sappia, il mio subconscio evoca mia madre… Sento lei supplicare
Voldemort di non uccidermi.”
“Ne sei sicuro?”
Majutsu sorrise. “Di recente… ho avuto modo di vederla. Ho
vissuto un’esperienza molto vicina alla morte. E lei è
venuta in mio aiuto. Sì, lo so che sembra un discorso da pazzi,
ma-”
“Non lo penso.” Lo interruppe il professore. “So bene
che ci sono ancora molte cose a noi ignote, però vorrei
chiederti come mai eri finito in una situazione di quel tipo.”
“Non posso dirle molto, è coperto dal segreto di Stato di
dove abito. Diciamo semplicemente che… Voldemort non è
l’unico mago malvagio che ha messo i suoi occhi su di me.”
“Il ragazzo dai capelli blu? Avevo immaginato avesse a che
fare… ma perché Paciock?”
“Io, Erza, Natsu e Neville siamo stati gli unici ad affrontarlo.
È stato uno scontro… all’ultimo sangue.”
A quelle parole Lupin spalancò gli occhi. “Stai dicendo
che lo avete-”
“No. Sinceramente, non sappiamo che fine ha fatto.
L’edificio dove abbiamo combattuto è crollato, e non
abbiamo trovato alcuna traccia del suo corpo. Ma probabilmente è
morto.”
Il professore sospirò. “Come aspetto sei davvero uguale a
tuo padre.” Commentò, sorridendo. “Ma direi che sei
abbastanza diverso da lui. Non sei spensierato, anzi.”
Majutsu sgranò gli occhi. “Lei conosceva mio padre?”
“Certo. Ero uno dei suoi amici. Ne abbiamo combinate diverse
assieme. Anche se mai quanto lui e l’altro nostro
amico…”
“Chi era?”
Lupin scosse la testa. “Mi dispiace. Sono passati tanti anni e
rievocare il suo ricordo è doloroso. Era il migliore amico di
tuo padre. Probabilmente… Probabilmente è morto anche
lui…”
Harry restò in silenzio.
“Capisco.” Fece infine. “Se dovesse cambiare idea,
potrebbe farmelo sapere? Mi piacerebbe scoprire se è davvero
morto o no. Io… sto cercando di scoprire di più sui miei
genitori.”
“Hai paura di non essere alla loro altezza?”
“Non sono certo il figlio che si aspettavano di avere.”
Lupin gli poggiò le mani sopra le spalle, guardandolo negli
occhi. “Harry, ti posso assicurare al cento per cento che i tuoi
genitori sarebbero più che orgogliosi di te. Sei pronto a
sacrificarti per i tuoi amici, e la tua magia è di un livello
che ben pochi possiedono.”
“Eppure… non sono neppure in grado di respingere i
Dissennatori, mentre quel maledetto di Black è pure riuscito a
ingannarli per ben due volte!”
Il professore restò in silenzio.
“Sì.” Disse. “Black deve aver trovato il modo
di combatterli. Non l’avrei creduto possibile… i
Dissennatori sono in grado di prosciugare un mago dei suoi poteri se
rimane nelle loro mani troppo a lungo…”
“Ma anche lei è riuscito a mandar via quel Dissennatore
sul treno!” Esclamò Harry all’improvviso, ricordando
l’evento. “E anche Silente!”
“Ci sono… delle difese a cui si può
ricorrere” Rispose Lupin. “Ma c’era un solo
Dissennatore sul treno. Più sono, più è difficile
resistergli.”
“Quali difese?” Chiese subito Harry. “Me le
può insegnare?”
“Non ho la pretesa di essere un esperto nella lotta ai
Dissennatori, Harry, tutt’altro…”
“Ma se i Dissennatori vengono a un’altra partita di
Quidditch… io devo saperli combattere… Non posso
arrendermi a loro…”
Lupin guardò il volto determinato del ragazzo, esitando qualche
secondo. “Beh… d’accordo. Cercherò di
aiutarti, ma temo che dovremo aspettare il prossimo trimestre. Ho molto
da fare prima delle vacanze. Ho scelto un momento molto poco opportuno
per ammalarmi.”
Majutsu annuì, per poi ringraziarlo e uscire.
“Già, immagino non sia facile doverlo sopportare ogni
volta…” Mormorò allontanandosi.
All’interno dell’aula il professore restò in
silenzio.
“Ormai manca poco per avere la risposta alle tue domande…
Majutsu.”
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Il tempo cominciò a scorrere velocemente, e quasi senza che
qualcuno se ne accorgesse, il trimestre giunse alla fine.
Anche quest’anno, la maggior parte degli studenti decise di
tornare a casa per Natale, con l’eccezione del gruppo di Fairy
Tail e di qualche altro studente.
“Non che voglia lamentarmi, ma sembra che nessuno ci tenga a
festeggiare Natale qui a Hogwarts, o sbaglio?” Domandò
Gray.
“Beh, il fatto che Black sia entrato qui dentro immagino abbia
giocato il suo ruolo.” Rispose Neville.
“Se dovesse entrare di nuovo durante le vacanze, allora è
probabile che chi lo aiuta sia uno degli studenti rimasti qui.”
Commentò Erza. “E in quel caso… sarò
più che lieta di mostrargli il nostro punto di vista.”
“Non so se esserne felice o se provare pietà per quel
poveretto…” Mormorò Fred.
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La figura incappucciata si sedette sulla cima di una delle torri,
ignorando la neve che cadeva dal cielo, ma che sembrava stargli alla
larga.
“Comincio ad annoiarmi… non è nel mio stile stare
tanto tempo a fare nulla.”
Ma non appena disse ciò, alzò la testa di colpo, per poi
sorridere.
“Lo sento!” Esclamò, scattando in piedi. “Ti
sento! Finalmente stai arrivando, eh? Finalmente sei qui per rompere la
mia noia!”
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Hermione cadde a terra, tenendosi una mano sopra la testa.
“Hermione!” La chiamarono subito gli altri, aiutandola ad
alzarsi.
“Che succede?” Domandò Ron, preoccupato.
“I-Io… Non lo so… Non ne sono sicura… Ma ho
sentito qualcosa…”
“Che cosa?” Chiese Majutsu.
“S-Sarà solo la stanchezza… Di recente ho studiato
davvero tanto… Vedrete che con le vacanze mi rimetterò in
sesto.”
Erza e Harry la guardarono poco convinti.
“Che cos’hai sentito?” Domandò ancora il moro.
Hermione spostò lo sguardo. “Dev’essere la mia
immaginazione… Per forza…”
“Che cosa?”
“Un potere ancora maggiore di quello che ho rilevato durante
Divinazione…” Spiegò la castana.
“Quello che in confronto l’Eterion era nulla? Un potere
ancora più grande, aye?!” Ripeté Happy, sgranando
gli occhi.
“Dove Hermione? Dove lo hai sentito?” Chiese Titania.
“Vicino… Sembra che si stia avvicinando, ma l’ho
percepito solo per pochi secondi…”
“Un secondo potere così grande in arrivo su questa
scuola?” Fece George. “Comincio davvero a rivalutare le
profezie della Cooman.”
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“Che succede?” Domandò Dudley, guardando Sirius, che
era rivolto verso l’uscita del loro rifugio.
“Natale ormai è alle porte.” Rispose lui, con tono
nostalgico. “Mi chiedo se non sia il caso di
intervenire…”
“Mi hai già fatto rischiare per andare in quella specie di
zoo di gufi per mandare quella lettera…”
“Beh, tu almeno puoi farti passare per uno studente qualsiasi.
Per me sarebbe stato piuttosto difficile andarci. E Grattastinchi
sarebbe sembrato sospetto, con una lettera in bocca, no?”
“Non hai di certo esitato a usare quel gatto per mettermi in
questo pasticcio.” Replicò il ragazzo, sbuffando.
“Comunque non mi hai ancora detto perché aspetti Natale
con tanta ansia. Scusa se lo dico, ma dubito che qualcuno ti
manderà un regalo. E per colpa tua anch’io
quest’anno né resterò a secco.”
“Ti sbagli. Un regalo lo riceverò. Solo, non adesso.”
“Eh?”
Sirius sorrise.
“Sta arrivando. Lui e il suo pazzo amico. Apposta per portare un
regalo a me e ai miei amici.”
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La mattina di Natale infine giunse.
Harry e gli altri del terzo anno vennero svegliati da Ron.
“Ehi! I regali!”
Harry sbadigliò, scuotendosi i capelli con la mano e mettendosi
seduto a osservare il Weasley, che aveva cominciato subito a scartare i
pacchetti.
“Un altro maglione dalla mamma… marrone, un’altra
volta… guardate se ce l’avete anche voi.”
E come da sua previsione, tutti loro avevano ricevuto un maglione,
rosso scarlatto con ricamato sopra sia il leone di Grifondoro sia il
simbolo di Fairy Tail.
“Il Master potrebbe assumere tua madre, sai?” Asserì
Gray, guardandolo. “Solo, avrei preferito una maglietta…
questo per me è troppo caldo.”
“Glielo farò presente per il prossimo anno.”
Ridacchiò Ron, per poi guardare verso Majutsu. “Ehi Harry,
che cos’è quello?”
Mentre parlava indicò un lungo pacchetto sottile, poggiato ai
piedi del letto.
“Non ne ho idea…” Rispose lui, prendendolo in mano.
“Anche se dalla forma…”
Potter strappò la carta.
“Per tutta la barba di Merlino!”
Esclamò il rosso, facendo cadere a terra il pacco di caramelle
che aveva appena aperto.
Majutsu stringeva tra le mani un manico di scopa, sopra il quale era
inciso a lettere d’oro il nome ‘Firebolt’,
affiancato dal numero di serie.
“Ehi!” Urlarono i gemelli, entrando senza bussare.
“Voi cosa avete ricev- Per le
mutande di Merlino, Harry! Quella è una Firebolt!”
Majutsu guardò la scopa che teneva tra le mani.
“Voi… la conoscete?”
“Se la conosciamo?!” Gridò Neville, anche lui
stupito. “Quello è il miglior manico di scopa del mondo!
Non credevo ne avrei mai visto uno dal vivo!”
“Chi diamine te lo manda?” Chiese Ron a mezza voce.
“Non lo so… Non c’è nessun biglietto.”
Rispose lui, guardando la carta.
“Cavolo, chi spenderebbe così tanto per te?”
Osservò Fred. “Dubito fortemente i tuoi zii.”
“Forse ancora la McGranitt? Come con la Nimbus.”
Azzardò Natsu.
“E andrebbe a spendere quasi tutta la sua paga annuale?”
Harry poggiò sul letto il manico.
“Non so… la cosa mi puzza.” Disse. “Un regalo
senza biglietto… e per giunta un regalo, a vostro dire,
così costoso?”
“Chi vuoi che te lo abbia mandato, scusa? Black?”
Domandò Ron ridendo, per poi zittirsi.
Tutti guardarono in silenzio la scopa.
“Credo sia meglio che la porti alla McGranitt per sicurezza. Non
voglio correre rischi inutili. Se risulterà priva di incantesimi
pericolosi, beh, allora la userò più che
volentieri.”
Dopo aver consegnato il manico di scopa all’insegnante, che fu
non poco sorpresa, Harry fece per tornare nella Sala Comune quando vide
uno studente con un vassoio pieno di cibo tra le braccia che gli dava
le spalle.
“Ehi tu!” Urlò, facendolo fermare. “Okay che
è Natale, però vedi di non rubare dalle cucine tutto
quanto prima del pranzo!”
“D-D’accordo.” Rispose lui, con una voce quasi in
falsetto, per poi correre via.
Harry restò a guardarlo allontanarsi.
“Che strano… non mi sembra di averlo visto prima…
eppure mi è familiare… Boh.”
A sua insaputa, Melody era in piedi poco lontano, anche lei incuriosita
da quello studente.
“E lui chi è?” Si chiese.
All’ora di pranzo tutti scesero nella Sala Grande e scoprirono
che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti e che al
centro della stanza c’era un solo tavolo, preparato solo per i
pochi rimasti a scuola.
I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti
con Gazza, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac
dall’aria molto vecchia e piuttosto muffita.
“Buon Natale!” Esclamò il Preside mentre i maghi di
Fairy Tail si avvicinavano al tavolo. “Siccome siamo così
pochi, ci sembrava sciocco usare i tavoli dei dormitori… sedete,
sedete! I cracker!” Continuò entusiasta il Preside,
offrendo l’estremità di un involto d’argento a
Piton, che lo prese con riluttanza e tirò. Con uno schiocco
simile a un colpo di fucile, il cracker si spezzò rivelando un
grosso cappello da strega, a punta, sormontato da un avvoltoio
impagliato.
La bocca di Piton diventò una fessura e l’insegnante
spinse il cappello verso Silente, che se lo mise subito al posto del
suo.
“Cominciate!” Disse con un sorriso.
Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande
si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò
verso di loro come se avesse le ruote. Per l’occasione indossava
un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più
che mai a una scintillante libellula gigante.
“Sibilla, che bella sorpresa!” Esclamò Silente
alzandosi.
“Stavo guardando nella sfera, Preside.” Disse la
professoressa Cooman con la sua voce più velata e remota.
“E con mio grande stupore mi sono vista abbandonare il mio pranzo
solitario e raggiungervi. Chi sono io per rifiutare i suggerimenti del
destino? Sono scesa subito in fretta dalla mia torre, e vi prego di
perdonare il ritardo…”
“Certo, certo.” Disse il mago con gli occhi che brillavano.
“Permettimi di prenderti una sedia…”
E con un cenno della bacchetta sollevò a mezz’aria una
sedia, che roteò su se stessa per qualche secondo, prima di
cadere con un tonfo tra il professor Piton e la professoressa McGranitt.
La professoressa Cooman esitò, poi prese posto sulla sedia
vuota, gli occhi chiusi, la bocca serrata, come in attesa che un
fulmine colpisse la tavola. La professoressa McGranitt affondò
un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina.
“Della trippa, Sibilla?”
La nuova arrivata la ignorò. Aprì gli occhi, si
guardò intorno un’altra volta e disse: “Ma
dov’è il caro professor Lupin?”
“Temo che il poverino sia di nuovo ammalato.” Spiegò
Silente, facendo cenno agli altri di servirsi. “Un vero peccato
che debba succedere proprio il giorno di Natale.”
“Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?”
Disse la professoressa di Trasfigurazione inarcando le sopracciglia.
La professoressa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
“Certo che lo sapevo, Minerva.” Rispose piano. “Ma
non si ostenta la propria Onniscienza. Spesso mi comporto come se non
possedessi l’Occhio Interiore, per non innervosire gli
altri.”
“Questo spiega molte cose.” Ribatté mordace la
collega.
“Chi scommette che prima di stasera la McGranitt le lancia contro
una fattura?” Chiese divertito Fred.
“Dieci Galeoni che resiste.” Replicò il gemello.
“Scommessa accettata.”
“Preferirei non puntaste su di noi.” Fece la vicepreside,
sospirando nel sentirli.
“E in ogni modo, la scommessa finirà con un pareggio,
visto che una grande minaccia sta per giungere su di noi.”
Continuò la Cooman.
“Davvero? Ma che sorpresa…” Commentò con voce
melliflua Piton.
“La sfera di cristallo mi ha rivelato che entro stasera
giungeranno da noi degli ospiti molto speciali.”
“E di chi si tratta?” Domandò Malfoy. “Ancora
tizi strambi come l’altr’anno?”
“Oh, non saprei. La sfera non mi ha rivelato la loro
identità. Si è rotta prima.”
I maghi di Fairy Tail si guardarono tra di loro, e anche Silente
rivolse uno sguardo preoccupato all’insegnante di Divinazione.
Due ore più tardi, quando il pranzo terminò, Harry, Erza
e Hermione si alzarono per primi, seguiti dagli altri.
La Cooman cacciò uno strillo.
“Miei cari! Chi di voi si è alzato per primo? Chi?”
“Non abbiamo guardato.” Rispose Titania.
“Dubito che faccia molta differenza.” Disse gelida la
professoressa McGranitt. “A meno che un pazzo armato di ascia non
sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che
attraversa l’ingresso.”
Tutti scoppiarono a ridere.
“Ha una così bassa stima nei miei confronti,
Minerva?” Chiese una voce maschile, mentre le porte si aprivano,
lasciando entrare nientemeno che Cornelius Caramell.
“Ministro! Che piacevole sorpresa! Prego, si accomodi. Sono
sicuro che i nostri cuochi saranno più che lieti di preparare
ancora qualcosa per lei.” Fece il Preside.
“Ti ringrazio Albus, ma ho già mangiato con la mia
famiglia. Oh, Harry, come stai?” Domandò a Potter, il
quale lo stava superando per uscire.
“Sto bene, grazie. Lei?”
“A parte Black tutto bene, sta solo facendo impazzire il
Ministero. È sparito nel nulla, ma non sono cose di cui parlare
a Natale. Andate pure, tranquilli.” Rispose lui sbrigativo.
Tutti si voltarono a guardarlo, per poi uscire, lasciando aperte le
porte.
“Sospetto, vero?” Fece Gray.
“Venite.” Disse Harry, dirigendosi verso un corridoio vuoto.
“Che cosa vuoi fare?”
“Non vi è sembrato che il Ministro fosse abbastanza
ansioso di buttarci fuori?” Chiese Majutsu, tirando fuori il
mantello dell’invisibilità. “Voglio scoprire che
cos’è venuto a fare qui.”
Senza avere nulla con cui obiettare, gli altri lo imitarono.
“Potevamo anche usare le fate di Luna, no?” Propose Ron.
“Se ci beccano…”
“Beh, è Natale. Oggi sono tutti più buoni,
no?”
“Speriamo…”
Rientrarono nella Sala Grande, dove notarono che anche il Preside e gli
altri studenti se ne erano andati, lasciando solo la McGranitt,
Vitious, Hagrid e il Ministro, i quali stavano parlando tra di loro.
“Quindi ancora non avete scoperto dove si nasconde Black.”
Disse Vitious.
“Già. E dopo quello che è successo a
Halloween… non nascondo che sono assai preoccupato. Se
c’è davvero uno studente che può aiutarlo a
entrare-”
“Mi rifiuto di credere che uno dei nostri alunni possa stare
dalla sua parte!” Esclamò quasi offesa la McGranitt.
“Sarebbe terribile…”
“Black potrebbe averlo costretto sotto minaccia. Non sarebbe
strano per lui.” Replicò Caramell.
“Ancora fatico a crederci…” Sussurrò Vitious.
“Me lo ricordo ancora… era un così caro
ragazzo…”
“Piton non sarebbe d’accordo.” Disse Hagrid, non
riuscendo a trattenere un sorriso. “Non so le volte che li ho
dovuti separare. Per non parlare di quello che combinava assieme a
Potter.”
Harry sentì lo stomaco stringergli. Black e suo padre… si
conoscevano?
“Precisamente.” Disse la professoressa McGranitt.
“Black e Potter. I capi della loro piccola banda. Tutti e due
molto brillanti, è ovvio, straordinariamente brillanti, in
effetti, ma non credo che a scuola ci siano mai state delle pesti come
loro…”
“Mica lo so.” Replicò Hagrid ridacchiando,
“Fred e George Weasley mi sa che gli darebbero del filo da
torcere a quelli, sì.” “Non so se andarne fiero
o no…” Pensarono assieme i gemelli.
“Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!” Intervenne
il professor Vitious. “Inseparabili!”
“Ma certo!” Esclamò Caramell. “Potter si
fidava di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono
la scuola, nulla cambiò. Black fece da testimone quando James
sposò Lily, poi lo scelsero come padrino di Harry. Lui non lo
sa, naturalmente. Potete immaginare come l’idea lo
torturerebbe.”
“Perché Black alla fine si è rivelato complice di
Voi-Sapete-Chi?” Sussurrò Vitious.
“Molto peggio …” Caramell abbassò la voce e
continuò in una sorta di basso brontolio. “I Potter
sapevano che Voi-Sapete-Chi dava loro la caccia. Silente, che
naturalmente lavorava senza sosta per fermare Voi-Sapete-Chi, aveva
parecchie utili spie. Una di loro lo avvertì, e lui lo disse
subito a James e Lily. Consigliò loro di nascondersi. Beh,
naturalmente non era facile nascondersi da Voi-Sapete-Chi. Silente
disse loro che la cosa migliore era usare l’Incanto Fidelius, un
incantesimo incredibilmente complesso che consiste nel nascondere con
la magia un segreto dentro una sola persona vivente.
L’informazione è nascosta dentro la persona prescelta, o
Custode Segreto, e quindi è impossibile da trovare… A
meno che, naturalmente, il Custode Segreto non decida di renderla nota.
Finché il Custode Segreto si fosse rifiutato di parlare,
Voi-Sapete-Chi avrebbe potuto perquisire per anni il paesino dove erano
nascosti James e Lily senza trovarli, nemmeno se fosse andato a
sbattere il naso contro la finestra del loro salotto!”
“E Black era stato ovviamente scelto come Custode Segreto dei
Potter!” Esclamò la professoressa McGranitt. “James
Potter disse a Silente che Black sarebbe morto piuttosto che rivelare
dove si trovavano, che lo stesso Black progettava di
nascondersi… eppure Silente rimase preoccupato. Ricordo che si
offrì lui stesso come Custode Segreto per i Potter. Era certo
che qualcuno vicino a loro stesse tenendo informato Voi-Sapete-Chi sui
loro spostamenti.” Continuò. “In verità da
qualche tempo sospettava che qualcuno dalla nostra parte avesse tradito
e stesse passando un sacco di informazioni a Voi-Sapete-Chi.”
“Ma James Potter insistette per affidarsi a Black.” Fece
Vitious. “E poi, appena una settimana dopo che l’Incanto
Fidelius era stato eseguito… Black li tradì.”
“Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco,
era pronto a dichiarare apertamente che stava dalla parte di
Voi-Sapete-Chi, e pare che avesse progettato di farlo alla morte dei
Potter. Ma, come tutti sappiamo, Voi-Sapete-Chi fallì col
piccolo Harry. Svaniti i suoi poteri, terribilmente debole,
fuggì. E questo lasciò Black in una posizione molto
spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui,
Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra
scelta se non fuggire a sua volta…”
“Sporco schifoso voltagabbana!” Urlò Hagrid.
“Io l’ho incontrato! Devo essere stato l’ultimo che
l’ha visto prima che ammazzasse tutte quelle persone! Sono io che
ho portato via Harry dalla casa di Lily e James dopo che li ha uccisi!
L’ho portato via da quelle rovine, povero piccolino, con una
ferita grossa sulla fronte, e i suoi genitori morti… e Sirius
Black salta fuori con quella sua moto volante. Non avevo capito che
cosa faceva là. Non sapevo che era il Custode Segreto dei
Potter. Pensavo che aveva appena sentito la notizia dell’attacco
di Voi-Sapete-Chi e che era venuto a vedere cosa poteva fare. Tutto
bianco e tremante, era. E sapete che cosa ho fatto? HO CONSOLATO QUEL
TRADITORE ASSASSINO!” Ruggì Hagrid.
“Hagrid, ti prego!” Disse la professoressa McGranitt.
“Parla piano! Qualcuno potrebbe tornare indietro…”
“Come facevo a sapere che non era disperato per Lily e James?
Invece lui pensava a Voi-Sapete-Chi! E poi mi dice ‘Dammi Harry, Hagrid, sono il suo
padrino, lo curo io…’ Ah! Ma io avevo ordini
precisi da Silente, e ho detto a Black che no, che Silente ha detto che
Harry deve andare da suo zio e sua zia. Black ha insistito ma alla fine
si è arreso. Mi ha detto di prendere la sua moto per portare via
Harry. ‘A me non serve
più’ dice.
“Ma io dovevo saperlo che c’era qualcosa che non andava.
Lui amava quella moto, perché allora la dava a me? Perché
non gli serviva più? Perché era troppo facile da trovare.
Silente lo sapeva che lui era il Custode Segreto dei Potter. Black
sapeva che doveva scappare quella notte, sapeva che era questione di
ore prima che il Ministero gli dava la caccia.
“E se gli davo Harry, eh? Ci scommetto che lo buttava giù
dalla moto dritto in mare. Il figlio del suo migliore amico! Ma quando
un mago passa al Lato Oscuro, non c’è niente e nessuno che
gli importa più…”
I ragazzi si voltarono verso il punto dove immaginavano si trovasse
Harry, il quale aveva cominciato a tremare per la rabbia.
“Ma non è riuscito a sparire, eh? Il Ministero della Magia
l’ha catturato il giorno dopo!” Riprese il guardiacaccia.
“Ahimè, magari.” Disse Caramell amaramente.
“Non siamo stati noi a trovarlo. È stato il piccolo Peter
Minus, un altro amico dei Potter. Impazzito di dolore, senza dubbio,
sapendo che Black era il Custode Segreto dei Potter, è andato a
cercarlo.”
“Minus… quel ragazzino grasso che gli correva sempre
dietro a Hogwarts… Sì, lo ricordo bene.” Ammise
Vitious.
“Venerava Black e Potter, erano i suoi idoli.” Aggiunse la
professoressa McGranitt. “Ma non era dotato come loro. Spesso
sono stata dura con lui. Potete immaginare come… come mi
dispiace adesso…” Era come se all’improvviso le
fosse venuto il raffreddore.
“Su, su, Minerva.” Fece Caramell gentilmente. “Minus
è morto da eroe. I testimoni, Babbani, naturalmente a cui poi
abbiamo cancellato i ricordi, ci hanno raccontato come Minus ha
affrontato Black. Dicono che singhiozzava: ‘Lily e James, Sirius! Come hai
potuto!’ E poi ha preso la bacchetta magica. Beh,
naturalmente Black è stato più veloce. Ha polverizzato
Minus…”
La professoressa McGranitt si soffiò il naso e disse con voce
confusa: “Stupido ragazzo… sciocco ragazzo… era
sempre un disastro nei duelli… doveva lasciar fare al
Ministero…”
“Parola mia, se ero io a trovare Black prima di Minus, non
perdevo tempo con le bacchette, ma lo squartavo pezzo a
pezzo…” Ringhiò il guardiacaccia.
“Non sai quello che dici, Hagrid.” Disse Caramell severo.
“Nessuno, a parte i Maghi Tiratori Scelti della Squadra Speciale
Magica, sarebbe riuscito a far fronte a Black, una volta in trappola.
Io ero viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche a
quell’epoca, e fui uno dei primi ad arrivare dopo che Black
uccise tutta quella gente. Io… io non lo scorderò mai. A
volte me lo sogno ancora. Un cratere al centro della strada, cosi
profondo che aveva distrutto la fognatura. Corpi dappertutto. Babbani
che urlavano. E Black lì in piedi che rideva davanti a
ciò che era rimasto di Minus… un mucchietto di stoffa
macchiata di sangue e qualche… qualche frammento…”
Caramell si interruppe bruscamente.
“Black fu portato via da venti uomini della Pattuglia della
Squadra Speciale Magica e Minus ricevette l’Ordine di Merlino,
Prima Classe, alla memoria, che credo fu di qualche consolazione per la
sua povera madre. Da allora Black è sempre rimasto ad
Azkaban.”
La vicepreside sospirò. “È vero che è
impazzito, Ministro?”
“Vorrei poterlo dire!” Esclamò Caramell lentamente.
“Credo che certamente la sconfitta del suo maestro lo abbia messo
fuori gioco per un po’. L’assassinio di Minus e di tutti
quei Babbani fu l’atto di un uomo disperato, senza via di scampo:
crudele e inutile. Ho incontrato Black nella mia ultima ispezione ad
Azkaban. Sapete, gran parte dei prigionieri stanno seduti e borbottano
tra sé nel buio, privi di senno… ma vedere come Black
sembrava normale mi ha lasciato di stucco. Mi ha parlato come un essere
ragionevole. È stato snervante. Sembrava solo annoiato: mi ha
chiesto il giornale. Sì, mi ha stupito lo scarso effetto che i
Dissennatori sembrano avere su di lui… ed era uno dei
prigionieri più sorvegliati, sapete? Dissennatori fuori dalla
sua cella giorno e notte.”
“Ma perché crede che sia fuggito?” Chiese Vitious.
“Santo cielo, Ministro, non starà cercando di riunirsi a
Lei-Sa-Chi, vero?”
“Oserei dire che questo è il suo piano…
finale.” Disse Caramell evasivo. “Ma speriamo di catturarlo
molto prima. Devo ammettere che Voi-Sapete-Chi solo e senza complici
è una cosa… ma ridategli il suo servitore più
fedele, e tremo al pensiero di come potrebbe risorgere in
fretta…”
“Andiamo.” Mormorò Harry, girandosi e uscendo dalla
Sala Grande, seguito dagli altri, preoccupati.
Si diresse verso il giardino, dove si tolse il mantello, continuando ad
avanzare in direzione della Foresta Proibita.
“Harry, fermati!” Lo chiamò Erza.
Majutsu obbedì, per poi voltarsi. “Lui… Lui era
loro amico… Era il mio padrino… e ci ha tradito!”
Urlò, scatenando un’onda di energia magica che
generò un colpo di vento.
Nessuno sapeva cosa dire.
“Si fidavano di lui… Avete sentito, no?”
“Harry-”
“Lo sapevano tutti! Anche Lupin! È per questo che non mi
ha detto chi era il migliore amico di mio padre! Perché avrebbe
dovuto rivelarmi che era anche il suo assassino!”
Harry a quel punto alzò la mano, facendo apparire la sua spada.
“Erza… per piacere, affrontami a duello.” Disse
semplicemente. “Ho bisogno di scaricare questa rabbia… e
tu sei l’unica in grado di resistere ai miei colpi.”
Natsu, Gray e Happy scattarono immediatamente all’indietro,
mentre Titania sostituiva la sua divisa con l’armatura, brandendo
subito una spada.
“Ne sei sicuro?” Chiese seria. “L’ultima volta
abbiamo quasi distrutto la gilda.”
“Se non faccio nulla rischio di esplodere.”
“Molto bene allora.”
“Q-Questa non ci voleva… uno scontro tra loro due
lascerà profonde ferite al castello!” Esclamò
preoccupato Gray.
“Allora, sei pronta?”
“Quando vuoi.”
I due maghi di Classe S scattarono uno contro l’altro nello
stesso instante, facendo scontrare le due lame tra di loro e provocando
un’onda d’urto che fece cadere all’indietro Ron,
Hermione, Ginny e Neville.
Gli altri restarono in piedi solo per pura fortuna.
“Ed era solo il primo colpo!” Gridarono i gemelli.
In quel momento cominciò ad alzarsi del vento, seguito da un
forte rumore, quasi uno stridio.
“Non mi tratterrò!” Esclamò Harry,
cominciando a creare una sfera di fuoco.
“Fatti sotto!”
Majutsu non se lo fece ripetere due volte e scagliò la magia
contro l’amica, che riuscì a respingerla, lanciandola in
alto, ma con somma sorpresa di tutti i presenti, questa andò a
scontrarsi contro qualcosa.
Tutti alzarono lo sguardo e videro un oggetto blu cominciare a
precipitare verso una delle torri del castello, avvolto dalle fiamme.
Prima che potessero anche solo pensare di intervenire, l’oggetto
andò a sbattere contro le mura, ribalzando contro di esse
più volte, per poi cadere nel parco, lasciando un profondo solco
nel terreno, mentre le fiamme si spegnevano da sole.
“Avete… colpito un ufo?” Domandò Hermione
incredula, mentre si avvicinavano cautamente all’oggetto.
“No… direi piuttosto… che hanno colpito una cabina
del telefono volante…” Rispose George. “Anzi, direi
una cabina della polizia Babbana.
Ne ho vista qualcuna in giro a Londra da piccolo, ma sono sicuro che
non volassero.”
In quel momento la porta della cabina si aprì verso
l’interno, lasciando uscire un arpione che andò a colpire
il bordo della porta, conficcandosi nel legno.
“Che… cosa?!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi.
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E dopo eoni, finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Complimenti a chi aveva intuito l'entrata nella storia degli occupanti
della cabina blu... ma ribadisco quanto detto nelle risposte ai
commenti: nessuno dei misteriosi personaggi appartiene al loro
universo, quindi c'è ancora il mistero attorno a loro
ù.ù
Ad ogni modo, cercherò di pubblicare almeno un altro capitolo
per la fine dell'anno, così da cominciare a risolvere i misteri
di questo Natale ù.ù
Detto questo... buon dicembre a tutti! E spero di augurarvi Buon Natale
in tempo!
Ah, dimenticavo! Purtroppo per motivi tecnici ho dovuto cambiare link della pagina facebook. Trovate quello nuovo al bottone nel mio profilo. Se non lo trovate contattatemi pure per mp