I-Io
non so come scusarmi. Davvero. *si inchina*
Lo so, sono
tremendamente in ritardo; non so nemmeno se state ancora seguendo
questa fanfiction. Ma non voglio lasciarla a metà, non ne ho
il cuore. Perciò, anche se a rilento, la
continuerò poco alla volta e la porterò a
termine. Vedrete! <3
Nel frattempo,
se ve ne siete ricordati e siete qui a leggerla, vi ringrazio di tutto
cuore e con tutta l'anima!!
Per questo capitolo vi consiglio Survival Examination come soundtrack d'accompagnamento. ;)
*
*
Capitolo
9:
Il test dei campanelli
I tre
erano ormai nel folto della foresta, quando
Shuichi si bloccò nel bel mezzo del sentiero.
- Che
cos’hai?- gli domandò Eri, voltandosi a
guardarlo.
L’altro non
rispose e tenne lo sguardo fermo su un
punto impreciso del terreno. Anche Yuji smise di camminare e lo
fissò con fare
interrogativo; voleva chiedergli qualcosa, ma se avesse rotto quello
strano
silenzio avrebbe avuto l’impressione di compiere un
sacrilegio.
Con un fruscio,
Konohamaru apparve improvvisamente
sopra di loro: saltò giù dal ramo su cui era
accucciato, con l’intenzione di
colpire i ragazzi, ma Shuichi lo intercettò ed
afferrò il suo braccio,
sfruttandolo come perno per scaraventare via il corpo del maestro.
Allarmati,
Eri e Yuji fecero due balzi indietro e videro l’avversario
rotolare lungo il
sentiero.
- Che
rapidità! Come avrà fatto Shuichi a reagire
così in fretta?- si chiese il biondino, nascondendosi dietro
un cespuglio.
Accanto a lui si
appostò la compagna, mentre
Konohamaru si rialzava lentamente e si preparava ad affrontare il
giovane
Uchiha. Con un ghigno compiaciuto, Eri disse:
- L’ha
fatto grazie allo Sharingan.-
Proprio in quel
momento, Shuichi sollevò lo
sguardo. Le celebri iridi scarlatte erano apparse, decorate da ben tre
tomoe.
Yuji restò senza parole dalla sorpresa e dalla
curiosità; intanto lo scontro
tra i due che avevano davanti era cominciato e iniziarono a susseguirsi
colpi
su colpi, alcuni incassati e altri evitati. Shuichi era
concentratissimo,
Konohamaru era invece divertito.
- Lo Sharingan
è l’abilità innata del clan Uchiha.-
spiegò Eri, notando lo stupore dell’amico. - Gli
permette di potenziare la
vista e quindi di prevedere e contrastare le mosse
dell’avversario. Tra le
altre cose, mi sembra di ricordare che con esso è anche
possibile vedere il
flusso di chakra del nemico.-
La ragazzina
assisteva allo scontro e tifava per
l’amico d’infanzia. Pronunciò ogni
parola del suo discorso con orgoglio ed
ammirava la tensione dipinta sul suo viso. Sapeva meglio di chiunque
altro che
Shuichi si era sempre impegnato al massimo, pur di diventare forte.
Ciò che
però non poteva immaginare era che una delle sue principali
fonti d’ispirazione
era proprio lei: il ragazzo nutriva un sentimento sincero per Eri e
contro il
maestro in quel momento non aveva intenzione di perdere, soprattutto
perché
c’era lei a guardarlo. Cadere sconfitto davanti ai suoi occhi
era un pensiero
che non riusciva a sopportare.
- Capisco,
è un’abilità oculare … -
fece Yuji che
invece era concentrato sui movimenti del sensei. - Un momento, tu non
sei
figlia degli Hyuuga?-
A quella domanda
apparentemente fuori luogo, Eri
sobbalzò:
- Come?-
- Se non vado errato,
dovresti saper utilizzare il
Byakugan e quindi possedere una visuale quasi completa
dell’ambiente
circostante.- ipotizzò l’altro.
Eri si fece
sorprendere dal fatto che Yuji, pur non
amando apparire ed essere indiscreto, riusciva a raccogliere
informazioni più
facilmente degli altri grazie al puro spirito d’osservazione.
Indispettita,
sbottò:
- Chi ti ha parlato
del Byakugan?-
- Beh, mio padre.-
rispose lui, non credendo che
fosse un segreto.
Eri aveva sempre
avuto l’abitudine di pensare a
quell’abilità innata come un argomento delicato
per il nobile clan d’origine,
ma si accorse che forse non era poi una questione così
riservata per gli
abitanti del villaggio. Abbandonò la titubanza,
poiché si trattava comunque di
un compagno di squadra di cui avrebbe dovuto fidarsi, e
raccontò:
- Come avresti dovuto
intuire, sono figlia degli
Hyuuga solo per metà. Di conseguenza non posseggo il
Byakugan dalla nascita
come i membri diretti della famiglia.-
- Cosa, davvero?-
disse Yuji, che non immaginava
quella possibilità.
- Già.
Diciamo che la mia è soltanto una
predisposizione. Il Byakugan è presente nel mio DNA, ma devo
svilupparlo per
conto mio come una qualsiasi altra abilità.-
Eri assunse uno
strano atteggiamento, mentre
parlava. Sembrava turbata, come se stesse rivelando una
verità scomoda. Il
compagno si sentì in colpa per aver sollevato un argomento
spinoso e tagliò
corto:
- Ho capito, quindi
per saperlo usare dovrai
seguire un allenamento.-
La ragazza
annuì, tornando a concentrarsi sulla
lotta tra Konohamaru e Shuichi. Quest’ultimo diede un doppio
calcio al petto
del maestro, dandosi la spinta per saltare indietro e riprendere fiato,
mantenendosi a distanza. Anche l’avversario parve averne
bisogno: quel tipo gli
stava dando del filo da torcere.
- Vedo che Shuichi ha
molta voglia di dimostrare la
sua forza.- osservò Eri con piacere, notando che
l’amico non dava alcun segno
di cedimento.
- Anch’io,
sai?-
Il tono di Yuji si
era fatto diverso. La ragazza si
girò e lo vide con lo sguardo fisso sul maestro,
un’espressione concentrata sul
volto e le mani unite a formare un sigillo.
-
Kagemane no Jutsu!-
L’ombra di
Yuji cominciò ad allungarsi, uscendo dal
cespuglio ed allacciandosi a quella di Konohamaru, che era ancora fermo
davanti
a Shuichi. Eri spalancò gli occhi e riconobbe la tecnica: si
trattava del
Controllo dell’Ombra, simbolo del clan Nara.
Il sensei si accorse
troppo tardi di essere stato
immobilizzato dall’ombra dell’allievo ed
imprecò:
- Accidenti, come ho
potuto distrarmi?!-
Shuichi, che non
voleva abbassare la guardia,
scrutò con attenzione l’ombra di Yuji, che
poté quindi uscire dal suo
nascondiglio seguito dalla compagna di squadra.
- Adesso
sarà un gioco da ragazzi prendere i
campanelli … - fece il biondino soddisfatto.
Il maestro, ancora
immobile, ebbe solo il tempo di
accennare un ghigno divertito, prima di scomparire
all’improvviso in una nube
di vapore.
- Non ci credo, era
una copia anche questa!- sbottò
Yuji ad occhi spalancati, esprimendo tutto il suo sdegno.
Il moretto aggiunse,
con un’espressione cupa:
- Non me ne sono
neanche accorto, perché non mi ha
fatto stare fermo un secondo.-
- Il maestro
Konohamaru ci sta giocando troppi
scherzetti, per i miei gusti … - borbottò ancora
Yuji. - Dove sarà adesso?-
I tre ragazzini non
ebbero nemmeno un secondo per
formulare delle ipotesi: un fruscio li fece voltare verso gli alberi e
videro
altre cinque copie di Konohamaru avvicinarsi velocemente, attraverso la
foresta.
- Maledizione!-
imprecò Shuichi, che non voleva
perdere tempo con altri trucchetti.
- Gli piace
moltiplicarsi, eh?- disse Eri,
muovendosi in direzione delle copie. - Allora risponderò
allo stesso modo. Kage
Bunshin no Jutsu!-
Dopo aver formato il
sigillo giusto, la ragazza fu
circondata da quattro copie di se stessa. Davanti agli sguardi stupiti
dei
compagni, corse poi verso quegli avversari tutti uguali e
combatté ad armi pari
contro di loro. Spiccando dei balzi tra i rami, Shuichi e Yuji
raggiunsero il
luogo dello scontro per vedere meglio. In un gioco di piccoli agguati e
attacchi a sorpresa, Eri stava spingendo il
maestro verso una radura in mezzo agli alberi, talvolta a
costo di
perdere una delle proprie copie. Era un modo più pacato di
combattere, ma
sembrava funzionare e i due ragazzi lo constatarono in silenzio,
continuando a
osservare il duello ognuno dal proprio ramo.
Ad un certo punto,
però, Eri si ritrovò a terra, da
sola. Rialzandosi, vide le ultime due copie di Konohamaru che la
fissavano a
braccia incrociate, con uno strano sorriso sul volto.
- Dannazione!-
imprecò lei, fissandoli. - Credo sia
inutile cercare di capire quale sia quello vero, sempre se non sono
entrambe
delle copie … -
Yuji saltò
giù dal suo ramo, atterrando in una
parte laterale della radura, mentre Shuichi fece lo stesso
dall’altra,
preoccupato:
- Eri, stai bene?-
- Sì,
tutto a posto.- annuì lei, ammiccando ad
entrambi i compagni per rassicurarli.
La ragazza si rese
conto che avrebbero soltanto
perso tempo, se avessero continuato a combattere contro delle copie.
Era
necessario scoprire in fretta dove si nascondesse il vero Konohamaru:
era lui
il loro unico avversario.
“Devo
riuscire a colpire questi due senza sprecare
tempo ed energia.” rifletté Eri. “Se
spariranno, saranno state semplici copie,
altrimenti …”
Una volta focalizzato
il proprio obiettivo, Eri
tirò fuori quattro shuriken, tenendone due per mano. I
compagni, che le stavano
di fianco pronti a intervenire, la guardarono con aria interrogativa e
anche il
maestro fece lo stesso. Lei ne approfittò per lanciare
subito un paio di
shuriken, veloci e diretti ognuno verso una delle copie, continuando a
tenere
gli altri due in entrambe le mani. Konohamaru, siccome doveva
proteggere il suo
trucco delle copie e non poteva quindi farsi colpire, non ebbe altra
scelta se
non saltare per evitare gli shuriken. Quando tutti e due furono per
aria, si
accorsero della strategia di Eri: quest’ultima aveva saltato
insieme a loro e a
mezz’aria le sarebbe stato impossibile mancare i bersagli!
Tirati gli altri due
shuriken, solo uno dei due Konohamaru sparì, mentre
l’altro fu preso al
braccio.
- Ce l’ho
fatta!- esclamò la ragazzina, atterrando.
Il maestro si
liberò facilmente del piccolo
shuriken che l’aveva ferito e fissò
l’allieva con soddisfazione.
- Niente male.- fece,
stupendosi di come quel
trucchetto banalissimo avesse funzionato per smascherarlo. - Ma non
basta per
fermarmi!-
Anche dopo aver
parlato, tuttavia, Konohamaru non
poté muoversi come voleva, poiché Yuji e Shuichi
lo tenevano sott’occhio.
- Eri, Yuji
… spostatevi immediatamente.-
A parlare era stato
il moretto, che aveva di nuovo
lo Sharingan attivo. Posizionando le mani e formando dei sigilli,
pronunciò:
- Katon
… -
L’amica
bionda comprese al volo e prese l’altro
compagno per un polso, strattonandolo via.
- Yuji, andiamocene
subito!- esclamò.
Fecero appena in
tempo a buttarsi dietro a un
tronco, che Shuichi completò in fretta la sua tecnica:
- … Gohkakyu
no Jutsu!-
La Palla di Fuoco
Suprema funzionò alla perfezione,
sprigionata dalle dita di Shuichi che si erano accostate alla bocca. La
violenta e veloce fiammata sorprese il maestro, che per evitarla fu
costretto a
ripararsi dietro alcuni alberi più distanti.
- Che forza!-
commentò tra sé. - Ne è già
capace ed
è anche ben fatta!-
Shuichi
imprecò quando, dissolti fumo e fiamme, non
vide il sensei tra le erbacce e i rami bruciacchiati
tutt’intorno e lo notò
nascosto fuori dalla radura. Se si fosse mosso per provare a stanarlo,
di
sicuro l’avrebbe fatto scappare e sarebbe stato poi
impossibile recuperare le
sue tracce.
Konohamaru
sogghignò e formò dei sigilli con le
dita. Richiamato il chakra, esclamò in direzione del giovane
avversario:
- Beh, visto che fai
sul serio … Katon:
Haisekisho!-
Una nube grigia si
sparse ovunque, uscita dalle
guance gonfie del maestro. Eri e Yuji non si mossero di un millimetro,
nascosti
dietro il tronco robusto di prima, mentre Shuichi balzò
all’indietro alla
ricerca di un riparo. Sapeva che cosa sarebbe successo se il maestro
avesse
serrato i denti: le Ceneri Brucianti si sarebbero accese ed avrebbero
provocato
un’esplosione di grande portata. Era necessario proteggersi.
Konohamaru
ridacchiò ancora e non tardò ad agire.
Batté i denti come per accendere una miccia immaginaria e
una lingua di fuoco
si allargò spaventosamente in tutta la radura. I tre ragazzi
evitarono
l’esplosione come poterono, nascondendosi e meditando sulla
loro prossima
mossa.
- Siete tenaci.-
osservò il sensei, apparso su un
ramo sopra le loro teste una volta che il fumo si dissolse. - Ma esiste
un solo
modo per sconfiggermi e dovete essere voi a scoprirlo!-
Shuichi raggiunse con
un balzo i compagni, in modo
da riunire il gruppo. Con l’ennesimo ghigno, Konohamaru
iniziò a spostarsi
velocemente da un albero all’altro e i ragazzini lo imitarono
senza perderlo di
vista. Non avevano ancora combinato nulla di buono, tantomeno si erano
avvicinati a quei campanellini; non potevano permettersi di sprecare
tempo
prezioso.
Il giovane Uchiha era
il più innervosito, perché
era sicuro di avere le capacità per farcela, eppure non ci
era ancora riuscito.
Balzando in testa al gruppo, esclamò:
- Eppure
dev’esserci un modo per tenergli testa …
Siamo tre contro uno, possibile che non ce la facciamo?-
Gli altri due non
risposero, soprattutto perché
erano d’accordo con lui. Eri in particolare si chiedeva con
insistenza quale
fosse il modo giusto per battere il maestro, ma il suo flusso di
pensieri si
interruppe quando quest’ultimo si voltò e sorrise
verso i suoi allievi.
Non era un ghigno
sornione come i precedenti … Era
diverso, era un’espressione benevola e piena di fiducia.
La ragazzina rimase
impressionata da quello
sguardo, ma non poté osservarlo meglio, poiché
Konohamaru spiccò un salto più
lungo degli altri e sparì del tutto nella foresta. Delusi, i
tre atterrarono su
un ramo robusto per riprendere fiato.
- Uffa, è
sparito!- si lamentò Yuji. - Se andiamo
avanti così, non lo prenderemo mai … -
Gli altri due stavano
per dire qualcos’altro, ma il
biondino tacque del tutto e compì un gesto inaspettato:
chiuse gli occhi e si
toccò il mento con un indice, tenendo le braccia incrociate.
Il silenzio che
accompagnò quell’azione insolita parve perfino
diventare più intenso e
profondo.
- Che sta facendo?-
si chiese Shuichi a bassa voce.
- Credo che stia
riflettendo … - mormorò l’amica,
osservando il compagno quasi in trance. - Ci conviene farlo anche noi.-
Fu così
che anche loro radunarono le idee e
tentarono di fare un bilancio della situazione. L’obiettivo
erano i
campanellini, ma sarebbe stato impossibile prenderli senza sconfiggere
o
perlomeno immobilizzare il maestro. Quanto erano distanti dal riuscirci?
Il moretto si
appoggiò al tronco dell’albero,
facendo attenzione a non disturbare Yuji nella sua strana meditazione,
e si
rivolse direttamente ad Eri:
- Uhm …
L’unica volta che abbiamo colpito il
maestro è stata quando tu gli hai lanciato gli shuriken.
Come mai solo in quel
momento ha funzionato?-
- Non so spiegarmi il
motivo, ma ero sicurissima
che il maestro avrebbe evitato i primi due shuriken saltando in aria .-
fece
lei, cercando di visualizzare di nuovo la scena. - Non avrebbe mai
potuto
spostarsi di lato, perché … -
Eri
sussultò. Rivide se stessa tirare fuori gli
shuriken e lanciare i primi due, la loro traiettoria, i due Konohamaru
che si
preparavano a saltare, lei stessa che faceva leva sulle ginocchia per
imitarli,
Yuji e Shuichi che le stavano accanto pronti a intervenire.
Un momento. Yuji e
Shuichi pronti a intervenire?
- …
perché c’eravate voi a impedirglielo!-
sbottò
all’improvviso. - Se si fosse spostato, voi due
l’avreste fermato!-
Il compagno
spalancò gli occhi verdi ed arrivò alla
sua stessa conclusione:
- Ma allora
… questo significa che … -
- Significa che
bisogna agire insieme.- lo
interruppe Yuji, che aveva smesso di riflettere in
quell’istante e ora li fissava
con un leggero sorriso. - Quell’attacco ha avuto successo
grazie a tutti e tre,
anche se indirettamente. Anche quando sono riuscito a bloccare il
maestro con
la mia ombra, il merito è stato di Shuichi che ha fatto da
diversivo. È questo
l’unico modo per battere il maestro: il lavoro di squadra.-
- Giusto!- annuirono
Eri e Shuichi insieme, felici
di aver capito tutto.
Tutti e tre provarono
una sensazione nuova. Un
senso di sicurezza che avevano cercato disperatamente nelle ore
precedenti e
che solo ora sentivano scorrere nelle vene. Stavolta pensarono davvero
di
farcela.
- In
realtà ci rimuginavo da un po’ e avrei
già un
piano in mente … - sentenziò Yuji con aria
assorta. - Vi andrebbe di sentirlo?-
Non era la prima cosa
che avrebbe voluto fare, ma
Shuichi era curioso di scoprire se l’idea del lavoro di
squadra avrebbe
funzionato sul serio, perciò fece vistosamente di
sì con la testa.
- Ti ascoltiamo,
Yuji!- sorrise invece Eri,
entusiasta.
I ragazzini si
avvicinarono l’uno all’altro e
discussero del piano. Non avevano notato il maestro Konohamaru che li
osservava
da lontano senza udire le loro parole, ma non avrebbero comunque avuto
alcun
motivo di preoccuparsi: Konohamaru era soddisfatto.
Il sensei giunse alla
fine del bosco e si ritrovò
in un prato immenso. Scese dagli alberi e riprese fiato, certo di aver
distanziato gli allievi.
“E’
un po’ strano che tutto stia andando così
bene.” pensò. “Il maestro Iruka mi ha
detto che di solito i nuovi genin
commettono l’errore di mettersi l’uno contro
l’altro pur di superare la prova.
Questi tre, invece, non hanno mostrato segni di rivalità e
penso che se uno di
loro riuscisse a rubarmi i campanelli li distribuirebbe nel gruppo.
Avranno già
capito che devono lavorare insieme?”
- L’ho
trovato, maestro!-
Il grido di Shuichi
fece sobbalzare Konohamaru, in
quale evitò il pugno che gli stava arrivando alle spalle e
con alcuni balzi ritornò
in cima a un albero.
- A quanto pare sono
stato troppo ottimista … -
borbottò tra sé.
Il ragazzino mise le
mani sui fianchi con aria
arrogante ed esclamò:
- Allora, Konohamaru-sensei!
Non viene
quaggiù a combattere come fanno i veri ninja?-
- Come ti permetti,
piccolo … !-
“Non era
così vivace, quando l’ho affrontato
prima.” rifletté il maestro. “Forse era
troppo impegnato a studiare le mie
mosse e ora crede di aver capito come battermi? Mi sta
sottovalutando.”
- Non sai ancora
niente di come combattono i veri
ninja!- fece lui, con la stessa espressione soddisfatta.
Con un leggero
sorriso, Konohamaru saltò giù dal
ramo creando dei sigilli con le mani, mentre Shuichi si spostava per
mantenersi
a distanza.
- Kage
Bunshin no Jutsu!-
Come previsto, alcune
copie apparvero intorno a
Konohamaru, ma l’allievo non si lasciò intimidire.
- Ancora copie?-
sbottò lui. - Com’è monotono,
maestro!-
- Io ci penserei due
volte, prima di parlare … -
rispose l’altro, disponendo nuovamente le mani di fronte a
sé per formare un
sigillo.
Sospettoso, Shuichi
stette a guardare, mentre
Konohamaru non resistette alla provocazione del ragazzo e decise di
sfoderare
la tecnica di cui andava più fiero.
- …
Tecnica dell’Harem!-
Una serie di sbuffi
apparvero, lasciando Shuichi
completamente stranito. Quando la solita nebbiolina si dissolse, ecco
che
apparve mezza dozzina di donne dalle fattezze spettacolari e
dall’espressione
ammiccante sul volto!
Il giovane Uchiha aveva
intuito che il maestro non
fosse esattamente il jonin più serio di Konoha, ma non si
sarebbe mai aspettato
un jutsu del genere. Sensibile com’era, rimase spiazzato
dinanzi a cotanto ben
di dio e dovette trattenersi dal far uscire sangue dal naso, mentre
ormai il
suo viso era rosso intenso fino alla punta delle orecchie.
Il gruppo di donne lo
accerchiarono e gli
mormorarono da ogni parte la stessa frase:
- Ciao, mio caro Shuichi-kun!-
Il poveretto non
seppe più che altro fare; stava
sudando tantissimo e non era certo di resistere ancora per molto con
gli occhi
spalancati dallo stupore. Dopotutto era pur sempre un maschio e non
poteva
certo spazzare via quelle bellissime femmine con un pugno secco.
- Oh insomma, adesso
basta!-
A seguire quella
frase fu una serie di colpi ben
assestati, che in pochi secondi fecero sparire le ragazze e lasciarono
in piedi
solo Konohamaru, che era tornato normale e si stava tenendo lo stomaco
dalle
risate.
Shuichi
sospirò di sollievo quando vide che a togliere
di mezzo
l’harem erano stati Eri e Yuji,
non senza un briciolo di disappunto per come il loro compagno si fosse
fatto
soggiogare per un momento da una tecnica così stupida.
- Baka!-
si limitò ad esclamare la ragazzina
con una lieve sberla sulla nuca dell’amico. - Non ti
vergogni?-
Yuji lì
vicino incrociò le braccia e sospirò con
aria rassegnata, mentre Shuichi si limitò a massaggiarsi il
punto colpito da
Eri e a ridacchiare per rendere la propria condizione meno drammatica.
Fu in quell’istante
che Konohamaru sogghignò tra sé
e pensò: “Manca poco a mezzogiorno e lo spirito di
squadra che doveva tenerli
uniti si sta rivelando più debole di quanto credessi.
E’ la mia occasione per
dare loro una lezione e metterli a tacere una volta per
tutte!”
*
Beh, la piega si
fa interessante per i nostri tre protagonisti, no? Come pensate che
finirà la sfida dei campanelli? Sono curiosa di sentire le
vostre teorie c:
Al prossimo
capitolo, dunque! Spero di non tardare ancora, ma non posso promettervi
nulla. Posso solo augurarmi che siate ancora qui a leggere. ;)
Eliot ;D
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