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Autore: ELIOTbynight    07/12/2015    2 recensioni
Naruto è diventato Hokage (ed era pure ora!), ma per portare avanti il suo lavoro ha bisogno dei suoi amici di sempre, che per fortuna non hanno mai smesso di stargli accanto.
Konoha e tutto il mondo ninja sono in tempo di pace, ma qualcuno trama nell’ombra, rispolverando pericolosamente il passato … e Kurama si prepara ad avere una nuova forza portante.
Si tratta della protagonista di una nuova generazione di ninja: il suo nome è Eri Uzumaki.
*
- Così te ne sei accorto, baka.-
Un vocione profondo lo distolse improvvisamente dai suoi pensieri e Naruto sussultò, ritrovandosi mentalmente nel suo buio subconscio.
- Kurama!- esclamò, fissando il suo cercoterio dal basso. - Tu sapevi che Eri possiede una parte di te?!-
Il volpone rispose, beffardo e malizioso:
- E’ ovvio! Piuttosto, mi sorprende che tu l’abbia scoperto solo adesso … Si vede che eri proprio concentrato, quella notte!-
Naruto arrossì violentemente fino alla punta dei capelli e gridò:
- Di che cosa stai parlando??-

*
[Ambientata in un ipotetico futuro alternativo, senza tenere conto del capitolo 700 del manga. Ogni riferimento a fatti o persone esistenti o già inventate da qualcun altro è puramente casuale. Buona lettura!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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I-Io non so come scusarmi. Davvero. *si inchina*
Lo so, sono tremendamente in ritardo; non so nemmeno se state ancora seguendo questa fanfiction. Ma non voglio lasciarla a metà, non ne ho il cuore. Perciò, anche se a rilento, la continuerò poco alla volta e la porterò a termine. Vedrete! <3
Nel frattempo, se ve ne siete ricordati e siete qui a leggerla, vi ringrazio di tutto cuore e con tutta l'anima!! Per questo capitolo vi consiglio Survival Examination come soundtrack d'accompagnamento. ;)

*

*




Capitolo 9:
Il test dei campanelli


I tre erano ormai nel folto della foresta, quando Shuichi si bloccò nel bel mezzo del sentiero.
- Che cos’hai?- gli domandò Eri, voltandosi a guardarlo.
L’altro non rispose e tenne lo sguardo fermo su un punto impreciso del terreno. Anche Yuji smise di camminare e lo fissò con fare interrogativo; voleva chiedergli qualcosa, ma se avesse rotto quello strano silenzio avrebbe avuto l’impressione di compiere un sacrilegio.
Con un fruscio, Konohamaru apparve improvvisamente sopra di loro: saltò giù dal ramo su cui era accucciato, con l’intenzione di colpire i ragazzi, ma Shuichi lo intercettò ed afferrò il suo braccio, sfruttandolo come perno per scaraventare via il corpo del maestro. Allarmati, Eri e Yuji fecero due balzi indietro e videro l’avversario rotolare lungo il sentiero.
- Che rapidità! Come avrà fatto Shuichi a reagire così in fretta?- si chiese il biondino, nascondendosi dietro un cespuglio.
Accanto a lui si appostò la compagna, mentre Konohamaru si rialzava lentamente e si preparava ad affrontare il giovane Uchiha. Con un ghigno compiaciuto, Eri disse:
- L’ha fatto grazie allo Sharingan.-
Proprio in quel momento, Shuichi sollevò lo sguardo. Le celebri iridi scarlatte erano apparse, decorate da ben tre tomoe. Yuji restò senza parole dalla sorpresa e dalla curiosità; intanto lo scontro tra i due che avevano davanti era cominciato e iniziarono a susseguirsi colpi su colpi, alcuni incassati e altri evitati. Shuichi era concentratissimo, Konohamaru era invece divertito.
- Lo Sharingan è l’abilità innata del clan Uchiha.- spiegò Eri, notando lo stupore dell’amico. - Gli permette di potenziare la vista e quindi di prevedere e contrastare le mosse dell’avversario. Tra le altre cose, mi sembra di ricordare che con esso è anche possibile vedere il flusso di chakra del nemico.-
La ragazzina assisteva allo scontro e tifava per l’amico d’infanzia. Pronunciò ogni parola del suo discorso con orgoglio ed ammirava la tensione dipinta sul suo viso. Sapeva meglio di chiunque altro che Shuichi si era sempre impegnato al massimo, pur di diventare forte. Ciò che però non poteva immaginare era che una delle sue principali fonti d’ispirazione era proprio lei: il ragazzo nutriva un sentimento sincero per Eri e contro il maestro in quel momento non aveva intenzione di perdere, soprattutto perché c’era lei a guardarlo. Cadere sconfitto davanti ai suoi occhi era un pensiero che non riusciva a sopportare.
- Capisco, è un’abilità oculare … - fece Yuji che invece era concentrato sui movimenti del sensei. - Un momento, tu non sei figlia degli Hyuuga?-
A quella domanda apparentemente fuori luogo, Eri sobbalzò:
- Come?-
- Se non vado errato, dovresti saper utilizzare il Byakugan e quindi possedere una visuale quasi completa dell’ambiente circostante.- ipotizzò l’altro.
Eri si fece sorprendere dal fatto che Yuji, pur non amando apparire ed essere indiscreto, riusciva a raccogliere informazioni più facilmente degli altri grazie al puro spirito d’osservazione. Indispettita, sbottò:
- Chi ti ha parlato del Byakugan?-
- Beh, mio padre.- rispose lui, non credendo che fosse un segreto.
Eri aveva sempre avuto l’abitudine di pensare a quell’abilità innata come un argomento delicato per il nobile clan d’origine, ma si accorse che forse non era poi una questione così riservata per gli abitanti del villaggio. Abbandonò la titubanza, poiché si trattava comunque di un compagno di squadra di cui avrebbe dovuto fidarsi, e raccontò:
- Come avresti dovuto intuire, sono figlia degli Hyuuga solo per metà. Di conseguenza non posseggo il Byakugan dalla nascita come i membri diretti della famiglia.-
- Cosa, davvero?- disse Yuji, che non immaginava quella possibilità.
- Già. Diciamo che la mia è soltanto una predisposizione. Il Byakugan è presente nel mio DNA, ma devo svilupparlo per conto mio come una qualsiasi altra abilità.-
Eri assunse uno strano atteggiamento, mentre parlava. Sembrava turbata, come se stesse rivelando una verità scomoda. Il compagno si sentì in colpa per aver sollevato un argomento spinoso e tagliò corto:
- Ho capito, quindi per saperlo usare dovrai seguire un allenamento.-
La ragazza annuì, tornando a concentrarsi sulla lotta tra Konohamaru e Shuichi. Quest’ultimo diede un doppio calcio al petto del maestro, dandosi la spinta per saltare indietro e riprendere fiato, mantenendosi a distanza. Anche l’avversario parve averne bisogno: quel tipo gli stava dando del filo da torcere.
- Vedo che Shuichi ha molta voglia di dimostrare la sua forza.- osservò Eri con piacere, notando che l’amico non dava alcun segno di cedimento.
- Anch’io, sai?-
Il tono di Yuji si era fatto diverso. La ragazza si girò e lo vide con lo sguardo fisso sul maestro, un’espressione concentrata sul volto e le mani unite a formare un sigillo.
- Kagemane no Jutsu!-
L’ombra di Yuji cominciò ad allungarsi, uscendo dal cespuglio ed allacciandosi a quella di Konohamaru, che era ancora fermo davanti a Shuichi. Eri spalancò gli occhi e riconobbe la tecnica: si trattava del Controllo dell’Ombra, simbolo del clan Nara.
Il sensei si accorse troppo tardi di essere stato immobilizzato dall’ombra dell’allievo ed imprecò:
- Accidenti, come ho potuto distrarmi?!-
Shuichi, che non voleva abbassare la guardia, scrutò con attenzione l’ombra di Yuji, che poté quindi uscire dal suo nascondiglio seguito dalla compagna di squadra.
- Adesso sarà un gioco da ragazzi prendere i campanelli … - fece il biondino soddisfatto.
Il maestro, ancora immobile, ebbe solo il tempo di accennare un ghigno divertito, prima di scomparire all’improvviso in una nube di vapore.
- Non ci credo, era una copia anche questa!- sbottò Yuji ad occhi spalancati, esprimendo tutto il suo sdegno.
Il moretto aggiunse, con un’espressione cupa:
- Non me ne sono neanche accorto, perché non mi ha fatto stare fermo un secondo.-
- Il maestro Konohamaru ci sta giocando troppi scherzetti, per i miei gusti … - borbottò ancora Yuji. - Dove sarà adesso?-
I tre ragazzini non ebbero nemmeno un secondo per formulare delle ipotesi: un fruscio li fece voltare verso gli alberi e videro altre cinque copie di Konohamaru avvicinarsi velocemente, attraverso la foresta.
- Maledizione!- imprecò Shuichi, che non voleva perdere tempo con altri trucchetti.
- Gli piace moltiplicarsi, eh?- disse Eri, muovendosi in direzione delle copie. - Allora risponderò allo stesso modo. Kage Bunshin no Jutsu!-
Dopo aver formato il sigillo giusto, la ragazza fu circondata da quattro copie di se stessa. Davanti agli sguardi stupiti dei compagni, corse poi verso quegli avversari tutti uguali e combatté ad armi pari contro di loro. Spiccando dei balzi tra i rami, Shuichi e Yuji raggiunsero il luogo dello scontro per vedere meglio. In un gioco di piccoli agguati e attacchi a sorpresa, Eri stava spingendo il  maestro verso una radura in mezzo agli alberi, talvolta a costo di perdere una delle proprie copie. Era un modo più pacato di combattere, ma sembrava funzionare e i due ragazzi lo constatarono in silenzio, continuando a osservare il duello ognuno dal proprio ramo.
Ad un certo punto, però, Eri si ritrovò a terra, da sola. Rialzandosi, vide le ultime due copie di Konohamaru che la fissavano a braccia incrociate, con uno strano sorriso sul volto.
- Dannazione!- imprecò lei, fissandoli. - Credo sia inutile cercare di capire quale sia quello vero, sempre se non sono entrambe delle copie … -
Yuji saltò giù dal suo ramo, atterrando in una parte laterale della radura, mentre Shuichi fece lo stesso dall’altra, preoccupato:
- Eri, stai bene?-
- Sì, tutto a posto.- annuì lei, ammiccando ad entrambi i compagni per rassicurarli.
La ragazza si rese conto che avrebbero soltanto perso tempo, se avessero continuato a combattere contro delle copie. Era necessario scoprire in fretta dove si nascondesse il vero Konohamaru: era lui il loro unico avversario.
“Devo riuscire a colpire questi due senza sprecare tempo ed energia.” rifletté Eri. “Se spariranno, saranno state semplici copie, altrimenti …”
Una volta focalizzato il proprio obiettivo, Eri tirò fuori quattro shuriken, tenendone due per mano. I compagni, che le stavano di fianco pronti a intervenire, la guardarono con aria interrogativa e anche il maestro fece lo stesso. Lei ne approfittò per lanciare subito un paio di shuriken, veloci e diretti ognuno verso una delle copie, continuando a tenere gli altri due in entrambe le mani. Konohamaru, siccome doveva proteggere il suo trucco delle copie e non poteva quindi farsi colpire, non ebbe altra scelta se non saltare per evitare gli shuriken. Quando tutti e due furono per aria, si accorsero della strategia di Eri: quest’ultima aveva saltato insieme a loro e a mezz’aria le sarebbe stato impossibile mancare i bersagli! Tirati gli altri due shuriken, solo uno dei due Konohamaru sparì, mentre l’altro fu preso al braccio.
- Ce l’ho fatta!- esclamò la ragazzina, atterrando.
Il maestro si liberò facilmente del piccolo shuriken che l’aveva ferito e fissò l’allieva con soddisfazione.
- Niente male.- fece, stupendosi di come quel trucchetto banalissimo avesse funzionato per smascherarlo. - Ma non basta per fermarmi!-
Anche dopo aver parlato, tuttavia, Konohamaru non poté muoversi come voleva, poiché Yuji e Shuichi lo tenevano sott’occhio.
- Eri, Yuji … spostatevi immediatamente.-
A parlare era stato il moretto, che aveva di nuovo lo Sharingan attivo. Posizionando le mani e formando dei sigilli, pronunciò:
- Katon … -
L’amica bionda comprese al volo e prese l’altro compagno per un polso, strattonandolo via.
- Yuji, andiamocene subito!- esclamò.
Fecero appena in tempo a buttarsi dietro a un tronco, che Shuichi completò in fretta la sua tecnica:
- … Gohkakyu no Jutsu!-
La Palla di Fuoco Suprema funzionò alla perfezione, sprigionata dalle dita di Shuichi che si erano accostate alla bocca. La violenta e veloce fiammata sorprese il maestro, che per evitarla fu costretto a ripararsi dietro alcuni alberi più distanti.
- Che forza!- commentò tra sé. - Ne è già capace ed è anche ben fatta!-
Shuichi imprecò quando, dissolti fumo e fiamme, non vide il sensei tra le erbacce e i rami bruciacchiati tutt’intorno e lo notò nascosto fuori dalla radura. Se si fosse mosso per provare a stanarlo, di sicuro l’avrebbe fatto scappare e sarebbe stato poi impossibile recuperare le sue tracce.
Konohamaru sogghignò e formò dei sigilli con le dita. Richiamato il chakra, esclamò in direzione del giovane avversario:
- Beh, visto che fai sul serio … Katon: Haisekisho!-
Una nube grigia si sparse ovunque, uscita dalle guance gonfie del maestro. Eri e Yuji non si mossero di un millimetro, nascosti dietro il tronco robusto di prima, mentre Shuichi balzò all’indietro alla ricerca di un riparo. Sapeva che cosa sarebbe successo se il maestro avesse serrato i denti: le Ceneri Brucianti si sarebbero accese ed avrebbero provocato un’esplosione di grande portata. Era necessario proteggersi.
Konohamaru ridacchiò ancora e non tardò ad agire. Batté i denti come per accendere una miccia immaginaria e una lingua di fuoco si allargò spaventosamente in tutta la radura. I tre ragazzi evitarono l’esplosione come poterono, nascondendosi e meditando sulla loro prossima mossa.
- Siete tenaci.- osservò il sensei, apparso su un ramo sopra le loro teste una volta che il fumo si dissolse. - Ma esiste un solo modo per sconfiggermi e dovete essere voi a scoprirlo!-
Shuichi raggiunse con un balzo i compagni, in modo da riunire il gruppo. Con l’ennesimo ghigno, Konohamaru iniziò a spostarsi velocemente da un albero all’altro e i ragazzini lo imitarono senza perderlo di vista. Non avevano ancora combinato nulla di buono, tantomeno si erano avvicinati a quei campanellini; non potevano permettersi di sprecare tempo prezioso.
Il giovane Uchiha era il più innervosito, perché era sicuro di avere le capacità per farcela, eppure non ci era ancora riuscito. Balzando in testa al gruppo, esclamò:
- Eppure dev’esserci un modo per tenergli testa … Siamo tre contro uno, possibile che non ce la facciamo?-
Gli altri due non risposero, soprattutto perché erano d’accordo con lui. Eri in particolare si chiedeva con insistenza quale fosse il modo giusto per battere il maestro, ma il suo flusso di pensieri si interruppe quando quest’ultimo si voltò e sorrise verso i suoi allievi.
Non era un ghigno sornione come i precedenti … Era diverso, era un’espressione benevola e piena di fiducia.
La ragazzina rimase impressionata da quello sguardo, ma non poté osservarlo meglio, poiché Konohamaru spiccò un salto più lungo degli altri e sparì del tutto nella foresta. Delusi, i tre atterrarono su un ramo robusto per riprendere fiato.
- Uffa, è sparito!- si lamentò Yuji. - Se andiamo avanti così, non lo prenderemo mai … -
Gli altri due stavano per dire qualcos’altro, ma il biondino tacque del tutto e compì un gesto inaspettato: chiuse gli occhi e si toccò il mento con un indice, tenendo le braccia incrociate. Il silenzio che accompagnò quell’azione insolita parve perfino diventare più intenso e profondo.
- Che sta facendo?- si chiese Shuichi a bassa voce.
- Credo che stia riflettendo … - mormorò l’amica, osservando il compagno quasi in trance. - Ci conviene farlo anche noi.-
Fu così che anche loro radunarono le idee e tentarono di fare un bilancio della situazione. L’obiettivo erano i campanellini, ma sarebbe stato impossibile prenderli senza sconfiggere o perlomeno immobilizzare il maestro. Quanto erano distanti dal riuscirci?
Il moretto si appoggiò al tronco dell’albero, facendo attenzione a non disturbare Yuji nella sua strana meditazione, e si rivolse direttamente ad Eri:
- Uhm … L’unica volta che abbiamo colpito il maestro è stata quando tu gli hai lanciato gli shuriken. Come mai solo in quel momento ha funzionato?-
- Non so spiegarmi il motivo, ma ero sicurissima che il maestro avrebbe evitato i primi due shuriken saltando in aria .- fece lei, cercando di visualizzare di nuovo la scena. - Non avrebbe mai potuto spostarsi di lato, perché … -
Eri sussultò. Rivide se stessa tirare fuori gli shuriken e lanciare i primi due, la loro traiettoria, i due Konohamaru che si preparavano a saltare, lei stessa che faceva leva sulle ginocchia per imitarli, Yuji e Shuichi che le stavano accanto pronti a intervenire.
Un momento. Yuji e Shuichi pronti a intervenire?
- … perché c’eravate voi a impedirglielo!- sbottò all’improvviso. - Se si fosse spostato, voi due l’avreste fermato!-
Il compagno spalancò gli occhi verdi ed arrivò alla sua stessa conclusione:
- Ma allora … questo significa che … -
- Significa che bisogna agire insieme.- lo interruppe Yuji, che aveva smesso di riflettere in quell’istante e ora li fissava con un leggero sorriso. - Quell’attacco ha avuto successo grazie a tutti e tre, anche se indirettamente. Anche quando sono riuscito a bloccare il maestro con la mia ombra, il merito è stato di Shuichi che ha fatto da diversivo. È questo l’unico modo per battere il maestro: il lavoro di squadra.-
- Giusto!- annuirono Eri e Shuichi insieme, felici di aver capito tutto.
Tutti e tre provarono una sensazione nuova. Un senso di sicurezza che avevano cercato disperatamente nelle ore precedenti e che solo ora sentivano scorrere nelle vene. Stavolta pensarono davvero di farcela.
- In realtà ci rimuginavo da un po’ e avrei già un piano in mente … - sentenziò Yuji con aria assorta. - Vi andrebbe di sentirlo?-
Non era la prima cosa che avrebbe voluto fare, ma Shuichi era curioso di scoprire se l’idea del lavoro di squadra avrebbe funzionato sul serio, perciò fece vistosamente di sì con la testa.
- Ti ascoltiamo, Yuji!- sorrise invece Eri, entusiasta.
I ragazzini si avvicinarono l’uno all’altro e discussero del piano. Non avevano notato il maestro Konohamaru che li osservava da lontano senza udire le loro parole, ma non avrebbero comunque avuto alcun motivo di preoccuparsi: Konohamaru era soddisfatto.
 
Il sensei giunse alla fine del bosco e si ritrovò in un prato immenso. Scese dagli alberi e riprese fiato, certo di aver distanziato gli allievi.
“E’ un po’ strano che tutto stia andando così bene.” pensò. “Il maestro Iruka mi ha detto che di solito i nuovi genin commettono l’errore di mettersi l’uno contro l’altro pur di superare la prova. Questi tre, invece, non hanno mostrato segni di rivalità e penso che se uno di loro riuscisse a rubarmi i campanelli li distribuirebbe nel gruppo. Avranno già capito che devono lavorare insieme?”
- L’ho trovato, maestro!-
Il grido di Shuichi fece sobbalzare Konohamaru, in quale evitò il pugno che gli stava arrivando alle spalle e con alcuni balzi ritornò in cima a un albero.
- A quanto pare sono stato troppo ottimista … - borbottò tra sé.
Il ragazzino mise le mani sui fianchi con aria arrogante ed esclamò:
- Allora, Konohamaru-sensei! Non viene quaggiù a combattere come fanno i veri ninja?-
- Come ti permetti, piccolo … !-
“Non era così vivace, quando l’ho affrontato prima.” rifletté il maestro. “Forse era troppo impegnato a studiare le mie mosse e ora crede di aver capito come battermi? Mi sta sottovalutando.”
- Non sai ancora niente di come combattono i veri ninja!- fece lui, con la stessa espressione soddisfatta.
Con un leggero sorriso, Konohamaru saltò giù dal ramo creando dei sigilli con le mani, mentre Shuichi si spostava per mantenersi a distanza.
- Kage Bunshin no Jutsu!-
Come previsto, alcune copie apparvero intorno a Konohamaru, ma l’allievo non si lasciò intimidire.
- Ancora copie?- sbottò lui. - Com’è monotono, maestro!-
- Io ci penserei due volte, prima di parlare … - rispose l’altro, disponendo nuovamente le mani di fronte a sé per formare un sigillo.
Sospettoso, Shuichi stette a guardare, mentre Konohamaru non resistette alla provocazione del ragazzo e decise di sfoderare la tecnica di cui andava più fiero.
- … Tecnica dell’Harem!-
Una serie di sbuffi apparvero, lasciando Shuichi completamente stranito. Quando la solita nebbiolina si dissolse, ecco che apparve mezza dozzina di donne dalle fattezze spettacolari e dall’espressione ammiccante sul volto!
Il giovane Uchiha aveva intuito che il maestro non fosse esattamente il jonin più serio di Konoha, ma non si sarebbe mai aspettato un jutsu del genere. Sensibile com’era, rimase spiazzato dinanzi a cotanto ben di dio e dovette trattenersi dal far uscire sangue dal naso, mentre ormai il suo viso era rosso intenso fino alla punta delle orecchie.
Il gruppo di donne lo accerchiarono e gli mormorarono da ogni parte la stessa frase:
- Ciao, mio caro Shuichi-kun!-
Il poveretto non seppe più che altro fare; stava sudando tantissimo e non era certo di resistere ancora per molto con gli occhi spalancati dallo stupore. Dopotutto era pur sempre un maschio e non poteva certo spazzare via quelle bellissime femmine con un pugno secco.
- Oh insomma, adesso basta!-
A seguire quella frase fu una serie di colpi ben assestati, che in pochi secondi fecero sparire le ragazze e lasciarono in piedi solo Konohamaru, che era tornato normale e si stava tenendo lo stomaco dalle risate.
Shuichi sospirò di sollievo quando vide che a togliere  di mezzo l’harem erano stati Eri e Yuji, non senza un briciolo di disappunto per come il loro compagno si fosse fatto soggiogare per un momento da una tecnica così stupida.
- Baka!- si limitò ad esclamare la ragazzina con una lieve sberla sulla nuca dell’amico. - Non ti vergogni?-
Yuji lì vicino incrociò le braccia e sospirò con aria rassegnata, mentre Shuichi si limitò a massaggiarsi il punto colpito da Eri e a ridacchiare per rendere la propria condizione meno drammatica.
Fu in quell’istante che Konohamaru sogghignò tra sé e pensò: “Manca poco a mezzogiorno e lo spirito di squadra che doveva tenerli uniti si sta rivelando più debole di quanto credessi. E’ la mia occasione per dare loro una lezione e metterli a tacere una volta per tutte!”









*



Beh, la piega si fa interessante per i nostri tre protagonisti, no? Come pensate che finirà la sfida dei campanelli? Sono curiosa di sentire le vostre teorie c:

Al prossimo capitolo, dunque! Spero di non tardare ancora, ma non posso promettervi nulla. Posso solo augurarmi che siate ancora qui a leggere. ;)

Eliot ;D


   
 
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