Un mese era
passato, ed Amy era sempre più stanca: l'incubo la
tormentava al punto di farle passare la voglia di fare qualsiasi cosa.
Aveva
quasi smesso di mangiare e aveva del tutto perso la voglia di studiare.
Passava le giornate sul vecchio divano rosso, a occhi chiusi, cercando
di recuperare il sonno perduto e la salute già fragile
prima.
Sua
madre decise di tenere sua figlia a casa per qualche giorno. Amy
avrebbe dovuto essere felice per la sua piccola vacanza a casa.
Invece,
la notizia le scivolò addosso. Quando sua madre le
consigliò di andare a letto, la ragazza si alzò
sulle gambe scheletriche, schiuse le labbra in un debole sorriso, e si
trascinò lungo le scale.
Rachel
si preoccupava sempre più della salute di sua figlia, ma che
poteva fare? Amy non voleva mai essere aiutata, era una persona
solitaria, orgogliosa ed indipendente: le uniche cose che la madre
sapeva di lei, si accorse.
Guardò
la figlia sparire oltre la porta della sua stanza e provò
per la prima volta un sentimento strano: sentì Amy come una
sconosciuta.
Mai
avrebbe pensato che avrebbe potuto provare una cosa simile per il
sangue del suo sangue, eppure era così. Non conosceva sua
figlia. Poteva intuire il suo colore preferito e sapeva che musica
ascoltava, ma le sue conoscenze finivano lì. Potevano avere
lo stesso colore di capelli o la fisionomia, ma era un fatto puramente
genetico. Non c'era nulla che legasse davvero quella madre a quella
figlia.
Rachel
salì le scale fino alla porta di Amy, chiusa.
Esitò un secondo prima di bussare piano. Nessuna risposta.
Aprì la porta.
La
camera fu inondata dalla debole luce proveniente dal corridoio. Rachel
vide la figlia nel suo letto, sembrava dormire profondamente; si
avvicinò per posarle una mano sul viso. Le sue dita fredde a
contatto con il calore della guancia di Amy rabbrividirono. Amy emise
un debole lamento.
Rachel
non poteva vederla ansimare e sudare, contorcersi, contrarre il viso in
smorfie: era troppo buio.
***
Per
l'ennesima volta, Amy si svegliò di soprassalto, urlando.
Riprese fiato e si guardò intorno. Tutto a posto: niente
sangue, niente ombre, niente di niente.
Nonostante
ciò, non riusciva a tranquillizzarsi. Ricordava
distintamente di aver sognato degli occhi rossi brillare, alla fine del
solito incubo, e questa variazione la spaventava. Si sentiva
stranamente inquieta, ma anche... in forma. Per la prima volta dopo
tanto tempo.
Con
cautela mise un piede a terra. Non si sentì affaticata come
le altre volte quando si alzò: fece un debole saltello sul
posto e si sentì perfettamente bene, non le mancava il fiato.
Com'era
tornata in forze?
Si
osservò le mani nel buio, come se lì ci fosse la
risposta alla sua domanda. Mosse qualche passo verso il bagno,
inciampò nel tappeto e per poco non cadde a terra.
Tenendosi
vicino alla parete uscì nel corridoio, la cui unica luce
proveniva dalla finestra accanto alla sua stanza. La luna brillava come
un grande globo d'argento nel cielo blu scuro. Amy sospirò:
temporale in arrivo.
Improvvisamente
ebbe una vertigine. Si appoggiò alla maniglia della porta
bianca, che si aprì. La ragazza accese la luce e si
avvicinò allo specchio, a occhi chiusi, per paura di cadere.
Quando
aprì gli occhi urlò. Non era lei, quella riflessa
nello specchio. Alcuni tratti somatici erano simili. Ma gli occhi erano
di nuovo rossi e luccicanti, sgorgavano sangue, e possedeva due lunghi
canini bianchi... come si era vista a scuola qualche mese prima. I
capelli corvini e viola danzavano intorno al suo viso, spinti da un
vento che non c'era. Si portò una mano al volto. Quella
riflessa nello specchio aveva lunghe unghie... sporche di sangue.
Amy
si allontanò dallo specchio, spaventata, e corse nel
corridoio. Si chiuse la porta della camera alle spalle e si
infilò sotto le coperte calde, tremando come una foglia. Era
davvero lei, quella? Cosa stava diventando?
Si
sforzò di dormire. Chiuse gli occhi, ancora tremando, e le
lacrime presero a scendere. La situazione andava avanti da mesi e non
ne poteva più. Voleva solo che tutto questo finisse. Gli
incubi le stavano rovinando la vita.
Ma
con chi poteva prendersela?
***
Erano
le sette del mattino e il sole splendeva già. Eh
sì, Amy si era sbagliata, la notte prima: non c'era affatto
un temporale in arrivo, bensì uno splendido sole.
Amy
era seduta sul davanzale della finestra e scrutava il mondo dalla
finestra aperta. Le tende bianche si muovevano appena, spinte dal vento
leggero.
Per
la prima volta, Amy aveva visto l'alba sorgere. Non aveva dormito
affatto, malgrado i buoni propositi. Fortunatamente si sentiva in forma.
Saltò
giù dal davanzale e aprì l'armadio, sorridendo.
Sapeva già cosa voleva mettersi.
Scelse
dei semplici pantaloni neri e un corpetto comprato sei mesi prima,
durante la gita a Londra. Lo indossò con dei guanti a rete e
i soliti anfibi, poi andò in bagno, un po' preoccupata da
ciò che avrebbe potuto vedere. Ma stranamente, non sentiva
più la paura della notte prima.
Vedersi
allo specchio fu per lei un sollievo: era sempre lei. Soliti occhi
azzurro ghiaccio, soliti capelli lisci e lunghi, solito viso pallido.
Si lavò il viso e i denti, si pettinò in fretta e
furia e tornò in camera per truccarsi.
Come
sempre si mise tanto eye-liner, forse troppo, e un pizzico di ombretto
nero. Prese la borsa e scese le scale, correndo in cucina.
-
Ciao, mamma! Sto bene, vado a scuola! - disse, facendo una giravolta su
sé stessa. Afferrò una brioche dal bancone e si
sedette sul suo sgabello preferito, masticando.
La
madre per poco non fece cadere un piatto per la sorpresa. - Come ti
senti bene?! Ieri sera eri uno straccio!
-
Ma ieri sera era ieri sera! Sto bene, vedi? - disse Amy, e sorrise. Era
uno di quei sorrisi che non ammettono repliche, per cui Rachel
sospirò, le mise in mano un sacchetto pieno di biscotti e le
disse: - Questi però mangiali per merenda, ho paura che tu
ti indebolisca. Buona scuola. - la baciò in fronte e
tornò a lavare i piatti.
Amy
finì la brioche in fretta e scese dallo sgabello. Pochi
secondi dopo, Rachel sentì la porta sbattere.
E
la casa tornò in silenzio.
***
Commenti:
Prima di tutto, scusate se aggiorno con capitoli così brevi,
ma ho veramente poco tempo =P spero abbiate pazienza!
Intanto vi ringrazio, è bello ricevere complimenti per i
miei scritti... ma mi raccomando non esitate con le critiche ^^
@ KeR: Matt arriverà, credo... per ora ho qualche idea,
comunque grazie ^^
@ kamy: Grazie per i complimenti... per ora non posso dirti cosa sia
Amy però =P
@ kikietta182: Grazie... beh per ora non ho in programma di portare
avanti Mellie, sono in crisi con quel racconto .-. ma vedrò
di provvedere appena mi torna l'ispirazione! ^^
@ Gigiatt: guarda tesoro non avevo dubbi che ti piacesse
questa xDxD grazie!
@ Ladystorm94: grazie mille ^^ non ti preoccupare che continuo xD
Grazie ancora... al prossimo chappy ^^
|