Amy
era pronta alla terribile verità. A vedersi di nuovo in uno
stato che non era il suo.
Ma quando si avvicinò allo specchio, non vide niente di
strano. Era lei, proprio lei.
Rimase leggermente perplessa da quell'immagine così...
normale. Si aspettava qualcosa di diverso, dopo la sua merenda a base
di sangue animale e carne cruda. Qualcosa che avesse i canini lunghi e
appuntiti, per esempio, o gli occhi rossi e luccicanti.
"Che mi sta succedendo?" si chiese, angosciata. Forse stava impazzendo
e aveva seriamente bisogno di aiuto. Ma che avrebbe potuto dire?
Si immaginò la scena. - Ciao mamma, bentornata!
Com'è andata a scuola? Senti, devi farmi rinchiudere da
qualche parte o prendermi appuntamento con uno psicologo,
perché vedo me stessa in versione vampira negli specchi e
mangio carne cruda e sanguinolenta! - Ridicolo. Sua madre le avrebbe
riso in faccia.
Sperò che sarebbe passata presto, qualunque cosa fosse.
Cercò di pensare ad altro, ma l'unico argomento che le
veniva in mente era Matt.
Per l'ennesima volta in poche ore, si chiese che cosa volesse da lei. Tentò di ricordare com'era a nove anni. Capelli
castani, corti e ricci, e luminosi occhi nocciola. Lo ricordava con la
sua maglietta preferita, quella arancione che metteva con i jeans
chiari, e quel dente mancante in alto a destra. Chissà se
era ancora così.
Sovrappensiero, tornò giù a spegnere lo stereo e
poi risalì le scale, diretta al letto. Qui si stese a
fissare il soffitto senza scopo.
C'era silenzio.
Ad Amy piaceva fare riflessioni di questo tipo. A volte scriveva
poesie, o canzoni, su ciò che pensava e sentiva. Ovviamente,
erano cose che nessuno avrebbe mai letto, se ne vergognava troppo. Ma
era bello avere una valvola di sfogo.
Si alzò, diretta verso la scrivania, e aprì il
secondo cassetto. Sotto una pila di riviste di musica rock c'era un
quaderno, il suo quaderno speciale, dove annotava tutto ciò
che pensava. Lo prese e si sedette, afferrando una penna, pronta a
scrivere di getto le parole che le vorticavano nella mente.
E quando fuori piove
E il vento gelido soffia
attraverso questo
spiraglio di luce
E noi siamo bloccati
in questo mondo grigio
dove nessuno
può smettere di parlare
A volte si è
soli
a godere del silenzio
quando nessuno
può appannare la propria mente
Le voci mi scivolano
addosso
come vapore
Inutili chiacchiere
senza alcun senso
Smettete di parlare.
Amy richiuse il suo quaderno con cura e lo posò nel
cassetto. Forse era una poesia senza senso, e sarebbe stato
più sano scrivere un diario personale.
Sì, avrebbe potuto scriverlo, ma a che scopo? Le sue
compagne l'avevano e non facevano che scrivere cose stupide come "Robyn
ama David" su tutte le pagine. Lei era alla ricerca di qualcosa di
più profondo, e soprattutto si sentiva più
riflessiva di loro. Sentiva la gente intorno a sé come
superficiale e non riusciva a cambiare idea.
Anche quand'era più piccola frequentava poco gli altri
bambini, interessati solo a giochi come Barbie e costruzioni. Non
facevano spesso i giochi che piacevano a lei, quelli dove si vola con
la fantasia. Solo Matt amava questo genere di cose e ciò
spiega come iniziò la loro amicizia.
Quando Matt le aveva annunciato che si sarebbe trasferito, entrambi si
erano disperati. Avevano pianto per giorni interi. Anche Matt aveva
pochi amici e pensava che Amy fosse senza dubbio la migliore. - Ma
perché? - aveva chiesto lei, disperata: non voleva perdere
il suo unico amico. Matt aveva detto che era per il lavoro di suo
padre. Amy non sapeva che lavoro facesse quest'ultimo, ma poco
importava: il suo amico se ne stava andando per sempre.
Ed ora eccolo rispuntare nella sua vita. Chi l'avrebbe mai detto! Quasi sorrise, al pensiero di rivederlo. Chissà quant'era
cambiato...
***
Il giorno dopo, Amy era pronta. Aveva dormito parecchio - senza alcun
incubo, perciò si sentiva molto in forma.
Era appena tornata da scuola e non vedeva l'ora di incontrare Matt. Si
era vestita e pettinata in pochi minuti, cercando di mantenere la
calma. Era un po' nervosa; in fondo dopo sette anni le persone cambiano
parecchio, e chissà com'era diventato il suo compagno di
giochi.
Respirò a fondo, si guardò allo specchio
un'ultima volta, sorridendo al pensiero del viso del piccolo Matt, a
come l'avrebbe guardata stupito, ed uscì.
Non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre camminava per
strada. Era una giornata calda, nonostante il sole fosse coperto dalle
nuvole e tirasse un forte vento.
Amy fece un piccolo saltello, girando l'angolo. Era sempre
più vicina al parchetto. Cercò di ignorare la
forte sensazione di paura alla bocca dello stomaco e si costrinse ad
andare avanti.
Il parco giochi era un piccolo spiazzo erboso che, chissà
perché, era stato costruito tra due case dalla recinzione
alta. Non ci andava più nessuno, ormai era quasi
abbandonato. Gli unici suoi frequentanti erano ragazzi sui diciassette
anni, e si vedeva dalle sue condizioni: bottiglie rotte e mozziconi di
sigaretta ovunque. Amy non ci andava da almeno un anno, o forse
più. Non ricordava più per quale motivo ci era
stata l'ultima volta.
Amy aprì la recinzione e si infilò nel parco
giochi, chiudendosela rapidamente alle spalle, e si guardò
intorno.
Tutti i giochi erano arrugginiti e la vernice era venuta via a tocchi.
Il vecchio scivolo rosso era ora di un rosa sbiadito, mentre il recinto
di sabbia ormai di recinto aveva ben poco. Le altalene scricchiolavano
sinistramente, mosse dal vento, mentre la panchina era per
metà incenerita: doveva essere stata una delle solite
bravate.
Amy si avvicinò alla panchina, indecisa se sedersi o no. La
guardò e rabbrividì dallo schifo: resti di cibo,
pezzi di vetro, tappi rotti, mozziconi e vecchie gomme da masticare
ricoprivano la vernice verde. Era disgustoso.
La ragazza si appoggiò a un palo, in attesa. Matt era
leggermente in ritardo.
Non sapendo che fare, osservò la gente che passava.
Un'anziana donna a spasso con il cane; un uomo calvo con una
ventiquattrore in una mano e un quotidiano nell'altra; un ragazzo
dall'aspetto inquietante, il cui sguardo era coperto da un ciuffo di
capelli neri; una donna piuttosto giovane con una borsa della spesa.
Il ragazzo indugiò attorno al parco giochi, poi
aprì la recinzione e ci si infilò anche lui,
chiudendosela alle spalle. Amy si chiese chi fosse e che ci facesse
lì, da solo, a quell'ora.
Il ragazzo si appoggiò allo scivolo con la spalla. Amy lo
guardò. Non sopportava quell'aria da bullo che indossava
come se questa facesse parte dei suoi vestiti. Indossava una giacca di
denim nera e dei jeans larghi e con il cavallo basso dello stesso
colore, su cui spiccava una cintura con delle borchie rosse e argento.
Sotto la giacca, si intravedeva una maglietta con la scritta "Judas
Priest" in blu. I capelli erano lunghi e neri e coprivano la maggior
parte del viso, ma Amy riuscì a scorgere un piercing sul
labbro.
Il ragazzo si scostò per un momento i capelli dalla fronte.
Amy notò un altro piercing, al sopracciglio destro, e
finalmente vide i suoi occhi. Degli occhi nocciola che non avrebbe mai
potuto dimenticare.
- Matt? - lo chiamò. Il ragazzo
sobbalzò come se qualcuno gli avesse dato una scossa. - Eh?
Chi è?
- Matt... sono io! - Amy guardò incredula quel
ragazzo: non poteva essere Matt, era troppo diverso da quel bimbo che
ricordava.
- Amy? - chiese il ragazzo, stringendo gli occhi stupito. La
ragazza si lanciò una rapida occhiata. In effetti, anche lei
era cambiata parecchio.
- Sì, sono io, - disse allora, avvicinandosi a
lui. Si fissarono a vicenda, fingendo di lanciare sguardi casuali.
- Sei così... diversa, - disse allora lui,
esitante: non sapeva che fare, se abbracciarla, stringerle la mano, o
continuare a restare nella sua posa ostile.
- Beh, anche tu, - sorrise Amy, toccandogli una spalla.
Anche Matt sorrise. - Mi sei mancata.
***
Commenti
Alloooora, prima di tutto salve =D
Poi, lo so che lo scrivo in tutti i capitoli, ma mi scuso
perché come sempre è troppo corto xD presto
modificherò la storia e aggiungerò dei dettagli.
Dunque.
@ Carlos Olivera: Mmm credo che avrai qualche sorpresa ma non ne sono
sicura xD sinceramente, non ho pianificato la storia, se non a grandi
linee. Sta uscendo da sola!
@ KeR: Mellie la continuerò ù.u e comunque Amy
è sempre meno strana di te xDxDxD
Al prossimo capitolo!
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