Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: WrongHysteria    12/03/2009    1 recensioni
Se ne stava nella sua stanza, Amy, in silenzio. Era come al solito seduta sul davanzale della finestra e scrutava il cielo nero, illuminato solo dalla luna piena. Il vento le scompigliava l'ampia gonna e i lunghi capelli neri e viola, simili a piume di corvo. Era bello guardare il mondo addormentato, a tarda notte. Sapere che era l'unica sveglia, l'unica viva. La faceva sentire normale. Era quello l'unico momento in cui Amy si sentiva davvero felice. Quando era sola. Perché con gli altri doveva sempre nascondere quelle cose che nessuno avrebbe mai visto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amy era pronta alla terribile verità. A vedersi di nuovo in uno stato che non era il suo.
Ma quando si avvicinò allo specchio, non vide niente di strano. Era lei, proprio lei.
Rimase leggermente perplessa da quell'immagine così... normale. Si aspettava qualcosa di diverso, dopo la sua merenda a base di sangue animale e carne cruda. Qualcosa che avesse i canini lunghi e appuntiti, per esempio, o gli occhi rossi e luccicanti.
"Che mi sta succedendo?" si chiese, angosciata. Forse stava impazzendo e aveva seriamente bisogno di aiuto. Ma che avrebbe potuto dire?
Si immaginò la scena. - Ciao mamma, bentornata! Com'è andata a scuola? Senti, devi farmi rinchiudere da qualche parte o prendermi appuntamento con uno psicologo, perché vedo me stessa in versione vampira negli specchi e mangio carne cruda e sanguinolenta! - Ridicolo. Sua madre le avrebbe riso in faccia.
Sperò che sarebbe passata presto, qualunque cosa fosse. Cercò di pensare ad altro, ma l'unico argomento che le veniva in mente era Matt.
Per l'ennesima volta in poche ore, si chiese che cosa volesse da lei. Tentò di ricordare com'era a nove anni. Capelli castani, corti e ricci, e luminosi occhi nocciola. Lo ricordava con la sua maglietta preferita, quella arancione che metteva con i jeans chiari, e quel dente mancante in alto a destra. Chissà se era ancora così.
Sovrappensiero, tornò giù a spegnere lo stereo e poi risalì le scale, diretta al letto. Qui si stese a fissare il soffitto senza scopo.
C'era silenzio.
Ad Amy piaceva fare riflessioni di questo tipo. A volte scriveva poesie, o canzoni, su ciò che pensava e sentiva. Ovviamente, erano cose che nessuno avrebbe mai letto, se ne vergognava troppo. Ma era bello avere una valvola di sfogo.
Si alzò, diretta verso la scrivania, e aprì il secondo cassetto. Sotto una pila di riviste di musica rock c'era un quaderno, il suo quaderno speciale, dove annotava tutto ciò che pensava. Lo prese e si sedette, afferrando una penna, pronta a scrivere di getto le parole che le vorticavano nella mente.

E quando fuori piove
E il vento gelido soffia
attraverso questo spiraglio di luce
E noi siamo bloccati
in questo mondo grigio
dove nessuno può smettere di parlare
A volte si è soli
a godere del silenzio
quando nessuno può appannare la propria mente
Le voci mi scivolano addosso
come vapore
Inutili chiacchiere senza alcun senso
Smettete di parlare.

Amy richiuse il suo quaderno con cura e lo posò nel cassetto. Forse era una poesia senza senso, e sarebbe stato più sano scrivere un diario personale.
Sì, avrebbe potuto scriverlo, ma a che scopo? Le sue compagne l'avevano e non facevano che scrivere cose stupide come "Robyn ama David" su tutte le pagine. Lei era alla ricerca di qualcosa di più profondo, e soprattutto si sentiva più riflessiva di loro. Sentiva la gente intorno a sé come superficiale e non riusciva a cambiare idea.
Anche quand'era più piccola frequentava poco gli altri bambini, interessati solo a giochi come Barbie e costruzioni. Non facevano spesso i giochi che piacevano a lei, quelli dove si vola con la fantasia. Solo Matt amava questo genere di cose e ciò spiega come iniziò la loro amicizia.
Quando Matt le aveva annunciato che si sarebbe trasferito, entrambi si erano disperati. Avevano pianto per giorni interi. Anche Matt aveva pochi amici e pensava che Amy fosse senza dubbio la migliore. - Ma perché? - aveva chiesto lei, disperata: non voleva perdere il suo unico amico. Matt aveva detto che era per il lavoro di suo padre. Amy non sapeva che lavoro facesse quest'ultimo, ma poco importava: il suo amico se ne stava andando per sempre.
Ed ora eccolo rispuntare nella sua vita. Chi l'avrebbe mai detto! Quasi sorrise, al pensiero di rivederlo. Chissà quant'era cambiato...

***

Il giorno dopo, Amy era pronta. Aveva dormito parecchio - senza alcun incubo, perciò si sentiva molto in forma.
Era appena tornata da scuola e non vedeva l'ora di incontrare Matt. Si era vestita e pettinata in pochi minuti, cercando di mantenere la calma. Era un po' nervosa; in fondo dopo sette anni le persone cambiano parecchio, e chissà com'era diventato il suo compagno di giochi.
Respirò a fondo, si guardò allo specchio un'ultima volta, sorridendo al pensiero del viso del piccolo Matt, a come l'avrebbe guardata stupito, ed uscì.
Non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre camminava per strada. Era una giornata calda, nonostante il sole fosse coperto dalle nuvole e tirasse un forte vento.
Amy fece un piccolo saltello, girando l'angolo. Era sempre più vicina al parchetto. Cercò di ignorare la forte sensazione di paura alla bocca dello stomaco e si costrinse ad andare avanti.
Il parco giochi era un piccolo spiazzo erboso che, chissà perché, era stato costruito tra due case dalla recinzione alta. Non ci andava più nessuno, ormai era quasi abbandonato. Gli unici suoi frequentanti erano ragazzi sui diciassette anni, e si vedeva dalle sue condizioni: bottiglie rotte e mozziconi di sigaretta ovunque. Amy non ci andava da almeno un anno, o forse più. Non ricordava più per quale motivo ci era stata l'ultima volta.
Amy aprì la recinzione e si infilò nel parco giochi, chiudendosela rapidamente alle spalle, e si guardò intorno.
Tutti i giochi erano arrugginiti e la vernice era venuta via a tocchi. Il vecchio scivolo rosso era ora di un rosa sbiadito, mentre il recinto di sabbia ormai di recinto aveva ben poco. Le altalene scricchiolavano sinistramente, mosse dal vento, mentre la panchina era per metà incenerita: doveva essere stata una delle solite bravate.
Amy si avvicinò alla panchina, indecisa se sedersi o no. La guardò e rabbrividì dallo schifo: resti di cibo, pezzi di vetro, tappi rotti, mozziconi e vecchie gomme da masticare ricoprivano la vernice verde. Era disgustoso.
La ragazza si appoggiò a un palo, in attesa. Matt era leggermente in ritardo.
Non sapendo che fare, osservò la gente che passava. Un'anziana donna a spasso con il cane; un uomo calvo con una ventiquattrore in una mano e un quotidiano nell'altra; un ragazzo dall'aspetto inquietante, il cui sguardo era coperto da un ciuffo di capelli neri; una donna piuttosto giovane con una borsa della spesa.
Il ragazzo indugiò attorno al parco giochi, poi aprì la recinzione e ci si infilò anche lui, chiudendosela alle spalle. Amy si chiese chi fosse e che ci facesse lì, da solo, a quell'ora.
Il ragazzo si appoggiò allo scivolo con la spalla. Amy lo guardò. Non sopportava quell'aria da bullo che indossava come se questa facesse parte dei suoi vestiti. Indossava una giacca di denim nera e dei jeans larghi e con il cavallo basso dello stesso colore, su cui spiccava una cintura con delle borchie rosse e argento. Sotto la giacca, si intravedeva una maglietta con la scritta "Judas Priest" in blu. I capelli erano lunghi e neri e coprivano la maggior parte del viso, ma Amy riuscì a scorgere un piercing sul labbro.
Il ragazzo si scostò per un momento i capelli dalla fronte. Amy notò un altro piercing, al sopracciglio destro, e finalmente vide i suoi occhi. Degli occhi nocciola che non avrebbe mai potuto dimenticare.
 - Matt? - lo chiamò. Il ragazzo sobbalzò come se qualcuno gli avesse dato una scossa. - Eh? Chi è?
 - Matt... sono io! - Amy guardò incredula quel ragazzo: non poteva essere Matt, era troppo diverso da quel bimbo che ricordava.
 - Amy? - chiese il ragazzo, stringendo gli occhi stupito. La ragazza si lanciò una rapida occhiata. In effetti, anche lei era cambiata parecchio.
 - Sì, sono io, - disse allora, avvicinandosi a lui. Si fissarono a vicenda, fingendo di lanciare sguardi casuali.
 - Sei così... diversa, - disse allora lui, esitante: non sapeva che fare, se abbracciarla, stringerle la mano, o continuare a restare nella sua posa ostile.
 - Beh, anche tu, - sorrise Amy, toccandogli una spalla.
Anche Matt sorrise. - Mi sei mancata.

***

Commenti
Alloooora, prima di tutto salve =D
Poi, lo so che lo scrivo in tutti i capitoli, ma mi scuso perché come sempre è troppo corto xD presto modificherò la storia e aggiungerò dei dettagli.
Dunque.
@ Carlos Olivera: Mmm credo che avrai qualche sorpresa ma non ne sono sicura xD sinceramente, non ho pianificato la storia, se non a grandi linee. Sta uscendo da sola!
@ KeR: Mellie la continuerò ù.u e comunque Amy è sempre meno strana di te xDxDxD
Al prossimo capitolo!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: WrongHysteria