Capitolo XIV
Capitolo XIV
~Selene
Non
potevo crederci. Di nuovo! Era sempre la solita storia con mio padre.
Per un attimo ho creduto davvero di aver ricevuto le sue scuse. Per un
attimo ho pensato che mi avesse accettato per com'ero davvero. Io non
facevo parte di quella vita che lui voleva e speravo che dopo anni
l'avesse capito. Mi sbagliavo.
Avevo bisogno di sfogarmi e dopo aver recuperato il mio I-pod da una
delle tasche della felpa, iniziai a spaccare legna per...scaricare la
tensione. Non so dire quanto tempo passai fuori a spaccare quei ciocchi
ma a giudicare dal modo in cui mi ritrovai sudata dalla testa ai
piedi, capii che non dovevo aver speso meno di due o tre ore, senza
contare il fatto che i miei muscoli cominciavano a risentire parecchio
di tutto quello sforzo.
Continuavo ad ascoltare la musica ad un livello
abbastanza alto; non volevo che nessuno mi interrompesse o mi
disturbasse. Volevo isolarmi completamente, almeno per un po'. E
continuai a farlo anche quando decisi che forse era giunto il momento,
per me, di andare a farmi una doccia, approfittando del fatto che Colin
fosse ancora in giro con mia madre e mia nonna. O almeno
così
pensavo.
Raggiunsi così la camera che mia madre e mia nonna avevano
preparato per noi ed una volta entrata recuperai subito un asciugamano
dal mobile di legno scuro, per poi decidere di muovermi verso la
terrazza.
Avevo bisogno di aria, anche se avevo passato tutto il pomeriggio fuori
a spaccare legna. Avevo bisogno di aria, dei raggi di quel sole non
molto caldo e prossimo a tramontare che mi accarezzavano il viso. Diedi
anche uno sguardo veloce in giro, controllando che non ci fosse
nessuno, prima di andare a spogliarmi, completamente. L'unica cosa che
non andai a sfilare, furono le cuffie del mio Ipod, che ancora
mandavano a tutto volume nelle orecchie la playlist che avevo scelto.
Stavo bene. In quell'attimo in cui mi ritrovavo nuda come un verme,
stavo stramaledettamente bene. Non avevo pensieri, non avevo tensioni.
Mi sentivo libera. Ero talmente libera, che arrivai addirittura a non
pensare a ciò che era successo con mio padre.
E così, con lo sguardo rivolto verso quel bellissimo
paesaggio
che si mostrava davanti ai miei occhi e dalla veranda della camera da
letto, mi concessi un profondo respiro dalle narici, godendomi
quell'istante, quel momento in cui c'eravamo solamente io,
completamente nuda, e la Natura. Sembrava quasi un ritorno alle
origini: l'uomo e il Mondo.
Tuttavia, quando un leggero sbuffo di vento freddo mi fece accapponare
la pelle sporca e sudata, decisi di rientare all'interno, tenendo lo
sguardo puntato in direzione del mio I-pod. E fu lì che, per
qualche triste scherzo della Natura che avevo contemplato fino
a
pochi attimi prima, incrociai Colin.
In realtà gli caddi letteralmente tra le braccia: lui
bagnato
dalla testa ai piedi e con un semplice asciugamano a coprirgli la vita,
sembrava scappare da qualcosa. Io al contrario ero sporca, sudata
e...completamente nuda. Non so dire come o perché, alla fine
mi
ritrovai distesa a terra, sopra di lui in una bruttissima posizione
equivoca
«..Cos?! M-Ma che..?!»
mugugnò lui, aggrottando la fronte in maniera confusa,
tenendo
le mani bene alzate; come a voler far intendere che lui non c'entrava
niente.
«...»
non dissi nulla per un lungo istante, limitandomi a guardarlo con aria
anocra più confusa «...OMMIODDIO
MA SEI TUTTO BAGNATO!» tra le mille cose che potevo dire,
quella fu l'unica decente
«Perspicace, per una donna tutta nuda...»
commentò con un certo sarcasmo
«...Cosa
c'è qui? Ti sei portato il telefono in doccia?»
chiesi, aggrottando la fronte infastidita
«...»
per un lungo momento Colin rimase in silenzio, rivolgendomi uno sguardo
piuttosto eloquente «...Direi
proprio di no.»
«OMMIODDIO!!!»
esclamai, alzandomi e coprendomi con un braccio e una mano il seno e
con l'altra il mio "giardino" «NON
GUARDARMI! NON GUARDARMI!»
Colin
tuttavia continuava a guardarmi, confuso e dopo essersi risistemato
meglio l'asciugamano sulla vita, si alzò «...Come
faccio a
non guardarti?!? Devo cavarmi gli occhi?»
«Potrebbe
essere un'idea, sì!» confermai, restando in una
posizione
un po' piegata su me stessa, coprendo come potevo il mio corpo mentre
iniziai a saltellare verso il letto
«Perché sei tutta nuda, me lo spieghi?»
«SMETTILA
DI GUARDARMI!» esclamai, recuperando velocemente il lenzuolo
del letto, andando finalmente a coprirmi «..Tu,
piuttosto: potresti darmi una spiegazione!»
«Darti
una spiegazione?!?» mi fece eco Colin, visibilmente incredulo
«Sì,
dammi una spiegazione!» dissi decisamente turbata per
quell'istante «Perché
diavolo mi sei saltato addosso?»
«Cosa?!
Io non ti sono saltato addosso! Mi stavo facendo una doccia, prima che
quel tuo stupido cane decidesse di seguirmi! Correvo e..mi sono
scontrato con te!» mi rispose innervosito.
Aggrottai visibilmente la fronte, mostrandomi del tutto confusa «..Ma
che problemi hai con quel cane?» sospirai pesantemente
mostrandogli il palmo di una mano, come a volerlo intimare di non
rispondere mentre armata di lenzuolo, mi diressi verso la porta del
bagno «Lascia
stare. Vado a farmi una doccia.»
«Sì,
ecco. Brava. Vai.» sbottò lui
«Bel
tatuaggio, comunque.» commentai, andando ad aprire la porta
del bagno da cui uscì fuori Kevin, abbaiando.
«Visto?!
Visto?!? Eccolo là!» esclamò Colin,
puntando un
indice verso il cane, cosa che mi fece roteare gli occhi al cielo
«Ohhh...Beh,
in effetti ho rischiato un'orrenda morte! Hai notato la zanna assassina
della Bestia?» lo incalzai con evidente sarcasmo, mentre
entrai
in bagno
«Io
non...» non gli feci finire di terminare la frase, che
richiusi
con un tonfo sonoro la porta del bagno, decisa a non continuare oltre
questa stupida conversazione. Eppure una parte di me non poteva fare a
meno di pensare a quel corpo nudo e tutto sommato bene allenato, che
per un istante ebbi modo di toccare.
~Colin
Va
bene forse, e ripeto FORSE, avevo un po' esagerato a reagire in maniera
così esagerata con Kevin ma a tutto c'è una
spiegazione.
Dopo aver appena aperto la porta della camera, mi diressi con
tranquillità verso la doccia. Mi richiusi nel bagno, mi
spogliai
dei miei vestiti e finalmente mi gettai sotto quel getto d'acqua calda,
che levò via quell'orribile sensazione di unto dato
dall'olio di Ramona. Se ci ripenso, mi vengono ancora i brividi.
Tuttavia ero dannatamente sicuro di essere solo ma fu nell'istante in
cui allungai il braccio fuori dalla doccia che mi accorsi di lui:
quell'orribile palla di pelo bianca.
Bau!
Sussultai, colto visibilmente alla sprovvista «Argh! Ancora
tu? Possibile che non puoi lasciarmi in pace?»
borbottai, del tutto ignaro dell'arrivo di Selene. Sospirai e feci per
prendere l'asciugamano. che afferrò anche il cane,
iniziando così a ringhiare.
«Brutto
figlio di...Elisabeth!» mi auto-censurai mentre continuavo a
fare
quell'assurdo tira e molla con il cane. Era piccolo ma..«Ne
hai parecchia di forza.» commentai, guardandomi in giro ed
occhieggiando il phon appoggiato sul ripiano in marmo, vicino al
lavandino. E mentre con una mano tenevo l'asciugamano, con l'altra
acciuffai l'apparecchio, che accesi puntandolo così verso il
cane «...Vediamo
come te la cavi, adesso!» esclamai mentre il piccolo Kevin
iniziò a mollare pian pianino la presa dall'asciugamano, per
poi
lasciarlo del tutto «Ecco,
bravo cagnolino...»
commentai, risistemandomi l'asciugamano attorno alla vita,
prima di girare intorno all'animale così da
raggiungere la
porta.
A quel punto, visto e considerato che il cavo del phon non era
chilometrico, dovetti effettuare una scelta: perciò spensi
l'apparecchio, lo appoggiai sul cestino del panni sporchi e
dileguandomi a tutta velocità, chiusi il cane nel bagno e
poi...incrociai Selene.
Inutile dire che non aggiunsi più nient'altro dopo il breve
momento in cui eravamo nudi uno sopra all'altra anche se non nel modo
in cui speravo.
Quindi adesso speri
anche che succeda qualcosa?
Non lo so. Per una volta in vita mia non ho idea di che cosa
succederà. Anzi forse solo adesso mi rendo conto di quanto
sia
stato avventato a gettarmi in questa situazione e a gettarci dentro
anche
Selene. Pensavo di saper gestire tutto, infondo si trattava solamente
di
mettere una firma su un dannato pezzo di carta ma...questo week-end si
sta rilevando più impegnativo e più inaspettato
di quanto
potessi immaginare.
Come al solito, dopo essermi occupato di riaccendere il camino,
sistemai la coperta per terra e recuperai un cuscino, così
da
potermi concedere anche un po' di sonno. Selene aveva già
raggiunto il letto e la sentivo muoversi sotto al piumino e una parte
di me desiderava tremendamente essere lì accanto a lei, in
questo istante.
Mi concessi un profondo respiro dalle narici e, sapendo che non
dormiva, intavolai un discorso: «...Eri
tutta nuda.» lo so, è la cosa peggiore che potessi
dire,
per questo cercai di sfruttare un tono di voce ironico.
Selene si schiarì appena la voce
«Potremmo evitare di parlarne, per favore?»
mi domandò gentilmente, portandomi tuttavia a scrollare le
spalle
«Però
è vero...» borbottai, sbuffando un leggero sorriso
divertito, prima di tornare serio:
«Qual
è...» esordii, cercando le parole più
adatte «...Il
problema tra te e tuo pad-?»
«Questa
domanda non c'è nel fascicolo, spiacente.» mi
disse subito
Selene, cercando di interrompere la mia curiosità ma non
riuscivo: non potevo e non volevo. Non so dire il perché ma
per
una volta mi importava sapere qualcosa di qualcuno. Mi importava
davvero.
«Maddai...Non
eri tu ad aver detto che dovevamo sapere tutto l'uno
dell'altra?»
«Tutto
tranne questo.»
«Se
il tizio ce lo chie-...»
«Tranne
questo, Colin. Buonanotte.» alzò un po' di
più la
voce rispetto al solito e non so dire il perché ma la cosa
mi
fece star male. Non riuscivo a capire i motivi per cui si ostinasse a
restare così chiusa nei miei confronti, dopo tutto quello
che
c'è stato. Dopo quei momenti che continuo a rivivere nella
mente, come se fossero successi da poco.
Deglutii a vuoto e sospirai un profondo respiro dal naso, lentamente.
Non so dire per quanto tempo rimasi lì ad osservare il
soffitto,
prima di riprendere a parlare:
«Mi
piacciono i programmi sul paranormale.» dissi, decidendo
quindi
di interrompere quel lungo silenzio che si era appena creato.
«..Che cosa?»
mi chiese lei in un mormorio confuso, senza darle tuttavia il modo di
continuare oltre. Volevo sfruttare quel momento in cui non potevo
guardarla in viso, per dirle qualcosa in più di me.
«Non
nel senso: "Ah-ha! Che
divertente! Gli piace la tv spazzatura". Mi
piacciono sul serio.» affermai sincero come mai lo ero stato
prima. Mi morsi l'interno di una guancia con i denti, prima di sbuffare
un sorriso divertito davanti ad un'altra cosa personale di me che
potevo dirle «E...ho
preso lezioni di disco-dance, quando ero alle medie. E il mio primo
concerto è stato quello dei Rob Base, Dj EZ
Rock...»
ridacchiai appena «...Probabilmente
neanche sai chi sono.»
ma questo ovviamente non mi scoraggiò dal continuare a dirle
qualcosa in più di me. Qualcosa che potesse essere utile a
farmi
conoscere meglio. Per la prima volta in vita mia volevo che qualcuno
mi conoscesse. Volevo che Selene mi conoscesse.
Sbuffai un altro sorriso: «Trovo Marylin Monroe molto
attraente. Chi non lo farebbe, in effetti?»
le domandai retorico, continuando «Non
amo i fiori in casa, perché mi fanno pensare ai
funerali.»
mormorai in un moto di tristezza, ripensando ai miei genitori «Non
amo i videogame e rileggo Cime Tempestose ogni Natale. E' il mio libro
preferito.» il fatto che io continuassi a parlare e lei no,
mi
fece capire davvero quanto avessi bisogno di essere ascoltato. Non so
dire se stesse zitta per assecondare quella mia pazzia o per
sincero interesse; l'unica cosa di cui ero certo, era che non avrei
voluto avere nessun'altra in quel momento ad ascoltarmi.
«Non vado a letto con una donna da oltre un anno e mezzo.»
arrivai addirittura a dirle questo con una sincerità
disarmante, soprattutto se detto da uno come me.
«Mi
sono innervosito, quando ho conosciuto Dreng. E il tatuaggio con gli
uccelli...» quello che ho sulla schiena, proprio in mezzo
alle
scapole «...Sono
rondini. L'ho fatto a sedici anni, dopo la morte dei miei.»
sbuffai un mezzo sorriso amareggiato e tirato, che mi portò
a
scuotere appena il capo, così da levarmi il
pensiero «Una
stupidaggine.» mi schiarii la voce «Di
sicuro ci sono un sacco di altre cose ma...al momento è
tutto
quello che mi viene in mente.» le dissi alla fine,
aggrottando
visibilmente la fronte nell'esatto istante in cui calò il
silenzio, di nuovo.
«Ci sei ancora?»
le domandai, temendo per un attimo che si fosse addormentata; il che
sarebbe stato davvero imbarazzante.
«Sì,
sono qui...» mormorò appena e come se non le fosse
piaciuta quella risposta, aggiunse anche un «...Stavo
pensando.» volto a dare una risposta un po' più
completa e
meno monosillabica. Peccato che fu la domanda successiva a non essere
propriamente di mio gusto:
«Davvero non vai a letto con una donna da diciotto mesi?!?»
strabuzzai gli occhi, prima di rotearli al cielo
«Ommiodio,
Selene. E' l'unica cosa che ti colpisce?»
«Certo.
E' un sacco di tempo...»
«Sì,
beh...Sono stato un po' impegnato.» era la verità
infondo
ed era anche prevedibile una risposta simile
«Già...»
mi confermò lei in un lieve sussurro, aggiungendo «Chi
sono: Rob Base, Dj...?» lo sapevo. Un classico.
«...EZ
Rock?» conclusi io la domanda al posto suo, sbuffando un
sorriso
divertito, schiarendomi la voce, pronto a farla cantare. Letteralmente.
«Cantavano:
"It takes two to make a thing go riiiight! It takes to make
outta
siiight!" Du-Du-Dum!...Eh?» le domandai, aspettandomi che
avesse
riconosciuto quanto meno la mia performance su quell'acuto e quello
stacco di base.
«Uhm..Uh-uh.»
arrivò un versetto negativo da parte di Selene,
che mi portò a sospirare appena
«Erano
bravi.» ammisi semplicemente, scrollando appena le spalle,
nonostante sapevo che non potesse vedermi, visto che ero sdraiato per
terra e di fronte al suo letto.
Calò un'altra lieve pausa, prima che le mie orecchie
sentirono
Selene abbandonarsi ad una lieve risata bassa, che mi portò
a
sorridere a mia volta
«Che c'è?»
le chiesi divertito
«Niente...»
ma ovviamente sapevo che stava mentendo, lo percepivo dal modo in cui
il suo respiro si faceva spezzettato, tipico di una persona che sta
sghignazzando di gusto, come se le fosse venuta in mente
chissà
quale scena divertente. «...Lo
so chi sono. Volevo solo sentirtela cantare.»
ammise alla fine, portandomi a sorridere in maniera divertita. Mi
sentivo leggero e per una volta nella vita, mi sentivo me stesso.
Sospirai appena, decisamente sollevato mentre continuavo a guardare il
soffitto in attesa che accadesse qualcosa o che più
semplicemente il sonno prendesse possesso di me. Ciò che
accadde, invece, fu inaspettato e mosso da Selene stessa.
«Colin...?»
«Sì...?»
«Non
vorrei che tu fraintendessi...» mise nuovamente quella pausa
alla
fine della frase, che mi lasciò perplesso. Fraintendere
cosa,
poi? Che tutto quello che era successo non significava nulla? Forse era
davvero così, anche se...
«...Va
bene.»
mi limitai a dire con lo stesso tono con cui mi rivolgo a qualsiasi
altra persona che non sia Selene.
«...Ma
tu sei un uomo...Sei un uomo molto bello.» quelle parole mi
spiazzarono e al tempo stesso cancellarono dalla mia mente ogni dubbio
o paura: esatto, per una volta ho avuto seriamente paura di perdere
qualcun altro. Di nuovo. Allargai gli angoli della bocca verso l'alto,
lentamentamente, e per fortuna Selene non ebbe in alcun modo di vedere
le mie guance rrossire davanti a quel complimento. Il suo
complimento.
«I wanna rock right now, I'm Rob
Base and I came to get town...»
riprese a canticchiare, portandomi a sorridere ancora di
più, prima ovviamente di seguirla
«I'm
not internationally known, but I know to rock the
microphone...»
«It
takes two to a make a thing go rIIIIIIIIght!» riprese Selene
in
un falsetto acuto, che mi portò ad abbandonarmi ad una
leggera
risata divertita
«Du-Du-Dum...»
staccai con una breve base, lasciando quindi all'altra modo di
riprendere fiato e continuare
«It
takes two to make a thing go rIIIIIIght!...Uhm-uhm! IT TAKES TWO...!
Ah, Dio! Non ci arrivo! E' altissima!» ammise alla
fine,abbandonandosi ad una risata divertita, che via via si fece sempre
più lunga, portandomi automaticamente a ridere a mia volta.
Era strano: era da tanto, davvero tantissimo tempo che non ridevo
così, che non stavo così. Ed era bello. Per una
volta mi
sentii felice, per una volta mi addormentai con il sorriso sulle
labbra.
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