RIFLESSI
“Dimenticare”
Ore,
giorni, settimane. Lisa non sapeva più da quanto tempo si
trovava nel mondo dei
riflessi.
Non
lo ricordava più.
Che
strano.
Passava
il suo tempo girovagando per quello strano mondo, così
simile al mondo reale da
essere inquietante.
Camminava
e osservava. Camminava e cercava.
Cercava
un modo per andarsene.
Cercava
una soluzione.
Cercava
speranza.
Cercava
Jay.
Ma
Jay era introvabile, nascosto da qualche parte e per lei era
irraggiungibile.
Ma
Lisa non smetteva perché sapeva che prima o poi
l’avrebbe trovato. Prima o poi
avrebbe trovato qualcosa.
E
un
giorno mentre se ne stava seduta appoggiata al tronco di un albero a
guardare
il lago, qualcuno le parlò. Qualcuno trovò lei.
“Ce
l’hai una casa vero?” si sentì chiedere.
“Cosa?”
Una
ragazza si stava sedendo vicino a lei. Capelli bianchi e vestiti neri.
Le ricordava
Jay.
“Ogni
giorno passo di qui e ti vedo seduta qua. Ce l’hai un posto
dove stare vero?”
“Oh…si
certo.”
“Mi
chiamo Sari.” le disse sorridendo.
“Lisa.”
“Non
ti ho mai vista in giro.”
“Non
abito da questa parte. Casa mia è lontana da qui.”
rispose Lisa titubante.
“Ahh…per
questo non ti ho mai vista.”
Dopo
quel primo incontro Lisa e Sari avevano continuato a ritrovarsi quasi
tutti i
giorni. Sempre allo stesso posto. Sempre vicino allo stesso albero in
riva al
lago.
Erano
diventate amiche, per quanto la situazione lo permettesse.
Lisa
però non ricordava da quanto tempo si conoscevano.
Giorni,
settimane.
Proprio
non ricordava.
Che
strano.
Lisa
però sapeva che doveva continuare a cercare.
E lo faceva. Cercava Jay. Sempre e ovunque.
“Allora
perché non mi racconti qualcosa di te. Parli sempre
così poco.”
Sari
era curiosa.
“Non
c’è molto da dire.”
“Guarda
che l’ho capito che non sei come me. Come tutti gli altri
riflessi.”
“Cosa?”
Paura
che si faceva strada nel cuore di Lisa.
“Non
sei la prima che conosco e che viene dal mondo reale. Sai per quanto
provi a
nascondere i tuoi bei capelli castani li ho notati.”
“Hai…conosciuto
altri come me?”
Speranza.
Dolce rassicurante speranza.
“Si
un ragazzo, un po’ di tempo fa. Mi colpì subito
perché aveva i capelli rossi. L’ho
conosciuto per caso, così come ho conosciuto te. Era dolce,
era simpatico ma
era anche spaventato. Diceva di aver fatto uno sbaglio e che doveva
andarsene. Che
questo non era il suo posto. All’inizio non avevo capito chi
fosse o cosa
fosse. Solo in seguito capì. Solo quando vidi il suo
riflesso. Solo quando di
lui non era rimasta traccia, allora capì.”
“Se
ne è andato? E’ tornato nel mondo reale?”
“Non
lo so. Credo di si. So solo che è sparito, lasciandomi qui.
Lasciandomi sola.”
Il
dolore nella voce e una lacrima sul viso.
Sari
stava soffrendo si rese conto Lisa. E capì anche di essere
stata insensibile ma
doveva sapere. Doveva capire se lui se ne era andato e come.
“Puoi
raccontarmi altro di lui?” chiese nel modo più
dolce possibile.
“Non
oggi. Ora devo andare.”
“Domani?”
“Non posso venire per qualche giorno. Ma ti prometto che la
prossima volta ti
racconto tutto, ok?”
“Grazie.”
Dolce
Sari.
Lisa
era contenta. Lisa aveva di nuovo speranza.
Sari
l’avrebbe aiutata. Sari aveva le risposte.
Forse.
Lisa
si svegliava la mattina con la sicurezza di aver trovato
qualcosa, che il suo cercare aveva
dato dei risultati.
E
sapeva
che se non aveva trovato le risposte che cercava almeno aveva trovato
un’amica.
Lisa
iniziò a dimenticare che doveva cercare Jay.
Lisa
si svegliava la mattina con la sicurezza che tra un paio di giorni
sarebbe
dovuta andare al solito posto e incontrare Sari.
Ma dov’era il solito posto?
Faticava
a ricordare certe volte. Che strano.
Ah si, l’albero vicino al lago.
Lisa
si svegliava la mattina con la sicurezza che il giorno dopo doveva
andare in un
posto vicino al lago per incontrare una persona.
Ma
non ricordava chi.
Che
strano.
Lisa
si svegliò quella mattina con la strana consapevolezza di
dover andare in un
posto e incontrare qualcuno.
Ma
non ricordava dove.
E
non
ricordava con chi.
“Che strano. Che strano, stranissimo”
pensava.
Lisa
decise che sarebbe andata a fare una camminata. Forse si sarebbe
ricordata dove
doveva andare.
Ma
più camminava e meno ricordava.
Che
strano.
Forse
dopotutto non era importante.
Decise
di riposare in un parco. Era stanca.
Rimase
seduta per un po’ di tempo. Minuti o forse ore, Lisa non
ricordava.
Quando
alla fine vide qualcuno che si avvicinava.
Era
un ragazzo. Capelli bianchi e pelle di luna. Era bello.
“Ciao.”
lo salutò.
“Ciao.”
rispose lui.
Che
bella voce aveva.
“Come
ti chiami?” gli chiese.
“Jay.”
|